-
- Vado
cantando
-
- Ma io che
la memoria non tradisco
- e di
semplici emozioni ancora
vivo
- Vado
cantando di un tempo
- il fischio
del vento
- tra fessure
di scuri allargate
- e un gioco
di bimbi
- tra balle
di fieno sino ai coppi
- in fienili
stipate.
- Di volti
bruniti dal sole
- di ritorno
al tramonto, su schiene piegate,
- con
fiaschette ormai vuote alla
cinghia
- e zappe in
spalla a mo' di chitarra!
- Di gente
schietta, dall'integro cuore,
- che ancora
oggi interroga in cielo
- la promessa
di domani
- per paura
di una "stregatempesta"
- sull'oro
del grano
- Di fierezza
e sudore di uomini di terra
- io
canto
- dalle
grandi ruvide mani
- che sulla
fiducia quando siglano un patto
- stringono
forte,
- ma
così tenere di carezze
- ad ogni
minimo sguardo di figlio.
(7^ classificata al concorso Francesco Moro Sartirana
Lomellina 2006)
-
- Sfinge di
luna
-
- Avvolta nel
mistero
- ammicca una
sfinge di luna
- a tribordo
di un vascello fantasma.
- Pallida
d'ombre
- dal passo
rallentato
- nella
densità di un pensiero
- planetario.
-
Linguaggio di tremula
foglia
-
- Capriccio
di latta tintinna
- capestro
- su vuoto
d'aria.
- Scroscio
d'occhi
- nella
chiusa di un'ombra
- entro lame
di luce
- ai confini
spezzata.
- Linguaggio
di tremula foglia
- confuso,
stonato
- come un
volo di libellula incapace
- quando
finisce sulla lingua di un rospo
- nello
stagno.
- Detta il
suo tempo
- in un
fuggi-fuggi che sguazza
- un
complotto di sangue
- sotto il
guscio del cuore
- A cosa
può la bella notte
- di porpora
e d'oro
- se il
giorno abita
- matasse di
nodi?
-
Ora che
so
-
- Liberami
- da pali e
occhi stregati
- ora che so
il profumo dell'onda
- che batte
lo scoglio
- Portami
- umbratile
Ulisse
- isolano di
te stesso
- dove la
salsedine ti sale le vene fino al
cervello.
- Sarò
la tua Itaca in piazza
- preziosa ed
estrema
- maledettamente
libera
- a piedi
scalzi e camicia tussah
- fedele
Penelope dai piccoli seni.
- T'avvolgerò
sublime, meraviglioso fiore
- che non ti
pieghi genuflesso
- come canna
al vento
- e non
saccheggi arpe
- per fare
del tuo giorno gioco limaccioso
- o posticcia
verità,
- in mille
tenere forme d'amore.
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