LA
PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti
contemporanei affermati, emergenti ed
esordienti
|
- Lisetta
Borali
Ha
pubblicato il libro
|
Lisetta
Borali - L'urlo del
pensiero
Collana
Le schegge d'oro (i libri dei
premi)
14x20,5
- pp. 44 - Euro 6,00
ISBN
88-8356-912,1
Pubblicazione
realizzata con il contributo
de
IL
CLUB degli autori in quanto l'autrice si
è classificata
11a
nel
concorso letterario «Il giro d'Italia
delle poesie in cornice»
2003
|
-
(In copertina disegno a china, opera di
Mauro Balletti).
|
Prefazione
Poesie
|
-
|
-
Prefazione
-
- Cos'è l'urlo
se non lo sfogo esteriore di un malessere profondo? Se
non il tumultuoso liberarsi di un disagio lamentoso
che riecheggia prigioniero nei passaggi cavernosi di
un'interiorità irrequieta? L'urlo è, ed
è così da sempre, il punto culminante di
un processo disperato d'esternazione. Processo che
Munch, per indicare l'esempio più celebre, ha
fotografato in modo esemplare usando pennelli e
tempera; riuscendo ad esprimere con travolgente forza
il tema del disagio esistenziale, di una disperazione
quasi metafisica che coinvolgeva sì se stesso,
ma anche l'intera categoria dell'uomo.
- Lisetta, spinta da
ciò che lei stessa chiama mal di vivere, opera
un tentativo analogo, anche se più legato
all'intimo e al personale, mediante l'uso delle parole
e del coraggio, non comune, di aprirsi di fronte a un
foglio di carta, e quindi di fronte a tutti coloro che
si accingeranno a leggerlo. La sua poesia è
definibile come pura interiorità che si esterna
facendosi parola; interiorità a disagio
nell'abituale dimensione chiusa che decide liberarsi
(e librarsi) dai vincoli del puro pensiero per
rendersi accessibile.
- Componimenti,
quelli di Lisetta, come brandelli d'emozione quasi
pura che raramente lasciano spazio alla descrizione;
come lampi di una sensibilità accesa iniziatori
di un processo che deve trovare il suo culmine, in
modo non poi così scontato, nella lettura
estranea. Solo arrivando a questo punto può
avvenire una necessaria inversione:
l'interiorità esternata ritorna interiore, il
lettore ha il diritto e il dovere di aprirle le porte
del proprio animo per farla entrare, per lasciarsi
toccare. La poesia di Lisetta sembra voglia assumere
la funzione di polline, fecondare coloro che la
sfiorano leggendola e provocare in essi la stessa
emozione da cui è nata.
- Ecco allora che
l'urlo può avere realmente libero sfogo. Ecco
che l'urlo può sfumare, in seguito, anche in un
sussurro (non è possibile gridare troppo a
lungo perché la voce finirebbe strozzata) e
lasciare addirittura spazio al sorriso. C'è
della luce allora in fondo alla coscienza svuotata
della propria sofferente interiorità? Non ci
resta che leggere per rendercene conto.
-
Francesco
Bresciani
-
-
-
|
-
L'urlo
del pensiero
"La
mente vede,
la
mente sente,
le
restanti facoltà sono sorde e
cieche"
Epicarmo
-
A
Gianni, Mauro e Martina
perché
comprendono e rispettano
i
miei silenzi.
-
-
-
-
- L'urlo del
pensiero
-
- Dove
sei?
- Ho bisogno di
condividere con te il silenzio
- mentre
intorno a me
- frenetici
instancabili oratori
- si
compiacciono delle loro inutili
parole.
- Dove
sei?
- Non lasciarmi
sola fra questi corpi senz'anima
- che rifuggono
la mia diversità.
- Io pensiero
non parola
- aliena fra
tanti sguardi ciechi
- incontrerò
i tuoi occhi
- e con sublime
meraviglia
- mi
riconoscerò.
-
-
- Addio
-
- Ho il buio
nella mente e nell'anima.
- Inchiodati su
te i miei pensieri immobili
- i miei
perché.
- Senza luce
ormai il mio attonito sguardo
- fisso al
vuoto.
- Ma nel cupo
silenzio
- questo
impavido cuore
- insistente
batte il suo ritmo.
- Si accompagna
al respiro.
- Ed è
vita, comunque,
- nell'attesa
che torni il mattino.
- .
-
-
- Autunno
-
- È
arrivato silenzioso e discreto
- e ha
sconvolto la consuetudine
- dei colori
delle mie giornate
- sorprendendomi
e affascinandomi.
- Osservo lo
scivolare lento delle foglie a terra
- nell'allegria
del loro nuovo colore.
- L'umida
foschia che a tratti avvolge le cose
- attutisce e
rallenta
- l'imperituro
incalzare del tempo.
- Il soffiar
della brezza
- par racconti
trascorsi e memorie
- di un ciclo
che ripetutamente si compie.
- Non
v'è scampo a tanta struggente
dolcezza
- che con
invisibili redini
- mi imbriglia
e trattiene
- nella magia
di questo incredibile
- fuggevole
attimo.
- .
-
- Dichiarazione
muta
-
- Ogni giorno
io scrivo parole
- che tu non
leggerai mai.
- Ogni giorno
il mio pensiero ti segue e ti veglia
- ma tu non lo
sai.
- Ogni giorno
palesarti vorrei questo amore.
- Ogni giorno
questo cuore codardo
- mi impedisce
di osare.
- .
-
- Fuori dal solito
schema
-
- Parlami di
te.
- Non ci
sarà stupore sul mio viso.
- Lungamente ho
atteso l'attimo.
- Mentre emergi
dall'involucro
- che ti
soffocava l'anima
- ti denudi a
me rivelandoti qual sei.
- Impaurito,
frastornato, timoroso
- ma
caparbiamente proteso
- verso un
futuro ancora ignoto.
-
- Facce
incredule e deluse
- conosceranno
i tuoi giorni.
- Non la
mia.
- Io, fedele al
tracciato impostomi,
- oggi celebro
il compiersi in te
- di ciò
che con codardia
- per
compiacere gli altri
- ho rinnegato
in me.
- .
-
- Il
tempo
-
- Perché
così veloce corre il tempo?
- Lo vedo
fuggire e ostinatamente lo inseguo
- con
insaziabile voracità.
- Mi sprona e
mi spreme
- nella
continua illusione di una possibile
resa
- ma è
avaro di sé nei giovani anni
- che
freneticamente riempio.
- Generoso par
divenga e concede
- quando sazia
l'età
- suol cullarsi
fra ricordi e rimpianti.
- Si
sofferma...
- poi beffardo
riprende la corsa
- e incurante
di me
- mi trascina
con sé.
- .
-
- La
stupidità
-
- Ti contemplo
e ti temo...
- Tremendo
flagello che non distingue casta
- madre
inarrestabile di infinite creature
- che imperi e
dilaghi
- pavoneggiandoti
vezzosa nel verbo di gente
acculturata,
- e nel porsi
arrogante e borioso
- di colui che
ti possiede quale unica risorsa.
- Ti
temo...
- Più di
ogni altra calamità
- fattrice
incessante
- inestinguibile
- senza tempo e
senza confini.
- .
-
- L'amore
negato
-
- Mi guardi...
ti guardo!
- Un tumulto di
pensieri e di emozioni tra noi.
- Pensieri che
si oppongono al divenir parola
- frenati da un
cilicio che ti avvolge il cuore.
- Nascosti
dietro un muro di paure e di
orgoglio
- che ti
soffoca l'anima.
- Paventi una
cortese crudele indifferenza
- eppure...
- Coltivi un
brivido identico al mio
- che non
sfugge allo sguardo
- e che
anch'io, come te
- vigliaccamente
rinnego.
- .
-
-
- Mal di
vivere
-
- A tratti
improvviso mi coglie
- uno strano
subbuglio che l'anima scuote
- e il cuore
tormenta.
- Un macigno
che opprime.
- Una morsa
tenace che toglie il respiro
- confonde la
mente
- mi inquieta,
mi sfianca.
- Forse
è quel che vorrei e non devo.
- Quel che devo
e non voglio.
- Quel che
voglio e non oso.
- È un
malessere a tutti palese
- che ognuno
conosce
- ognuno
possiede.
- È la
vita, sembra nostra
- ma non ci
appartiene.
-
- .
-
- Notte
insonne
-
- Quanto dire
vorrei
- che infine il
sonno mi vinse.
- In questa
notte guerriera,
- vagabonda e
silente
- invoco ed
imploro una tregua dei sensi.
- Ma il
pensiero sguinzaglia parole
- che rincorron
parole in una danza tribale.
- Mentre
insisto a volerle fuggire
- incuranti
passan le ore.
- Ed è
l'alba... e c'è il sole.
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