- Dedicata a
Marco
Spetta ai vedenti
- l'esser
vittoriosi.
I monocoli li hanno presi per
mano.
- hanno
conquistato il potere
- e il cieco
è fatto Re.
Ai confini ferramente chiusi
- i
poliziotti giocano a mosca cieca.
- Talvolta
acchiappano un oculista ricercato
- per
attività sovversiva.
Tutti i dirigenti portano un cerottino
nero
- sull'occhio
destro.
Nell'ufficio degli oggetti rinvenuti ammuffiscono
lenti ed occhiali smarriti
- consegnati
dai cani guida per ciechi.
Giovani solerti astronomi
- si fanno
montare occhi di vetro.
- Genitori
chiaroveggenti istruiscono
tempestivamente
- i figli
dell'arte progressiva dello
strabismo.
Il nemico inchiostra l'acqua borica per la congiuntiva
dei suoi agenti.
- Ma in
considerazione delle circostanze, cittadini ammodo non
credono ai propri occhi, si cospargono il volto di
sale . e di pepe
- tastano
piangendo le bellezze degne di essere viste e imparano
la scrittura dei ciechi.
Pare che il Re vedendoti abbia dichiarato di guardare
al futuro pieno di fiducia.
Ballata per
Laurent
La tregua delle scorribande sulle colline di
Bujumbura
- un fiume,
semplicemente un leone
dimenticato
- o il tubare
di una colomba smarrita.
Appena ti apparti nella tua piccola
casa,
- viene il
vento a dirti ben altre cose
- aprendoti
gli occhi e gli orecchi a ben
altro.
Il vento passandomi accanto
- mi ha
detto:
- L'eternità
e la pace potrebbe essere un fiume, una chimera un
leone dimenticato,
- o il tubare
di una colomba smarrita.
Il tuo
nome
(dedicata
a Laurent)
DIO dal mare ti ha dato un nome,
- dalla terra
un corpo
- dal cielo
la tua anima.
Questo mobile regno
- appeso alla
savana
- ti
conosce.
Da queste distanze ti penso
- oramai sei
un ragazzo
- che
nasconde la tua figura d'uomo.
AFRICA-
BURUNDI
(dedicata
a Laurent)
Vedi, nel tuo paese si può navigare nel
sangue.
Un soffio di silenzio e il vuoto
- senza
lasciar terra,
- da nord a
sud può portarti.
Orto di mari aperti
- coltivi
fagioli per poi venderli
- al
mercato.
DEDICATA A MICIO-
MICIO
Quel che il giorno a stento vien
trascinando
- non mi fa
dimenticare il mio micio.
Seduta a colazione
- riconosco
che la guerra non è
scoppiata.
- Davanti
alla finestra riconosco
Micio-Micio.
Gatto, mi chiamo gatto
- quanto mi
inquieta quel tuo sguardo
- Oh!
Micio!.
- Quanti nomi
ha Micio?
- Come fa
Micio-Micio a riconoscere i suoi 8
nomi.
- Se li
voglio contare esso impreca e mi
sbugiarda,
- il mio
micio si trasforma in un esercito di
mici.
- Indispensabile
è il mio micio, il mio micio mi ride in
faccia.
- Il suo
mantello tabby
- grigio
striato con pettorale e zampe
bianche.
- Ci si
può fidare di te oh!
Micio.
- Oh! Micio,
quanto mi sei superiore!
- Il mio
micio è il micio di
nessuno
- Non ti
interessano delle parole
d'ordine.
- Il mio
micio ed io:
- non tutto
quello che si dice risulta poi
vero.
- E' utile il
mio micio, esso è avveduto, e da me si lascia
addomesticare.
- Gatto mio,
a me non puoi rubare nulla,
- quello che
ho te lo do.
- Micio-Micio
tu sei la mia ferma fiducia.
- Durante il
mio corteo funebre, starete lì a
ridere,
- Come fossi
anch'io una gatta.
Un sogno
(dedicata
alla memoria di Leonardo)
In un alone vuoto, il volto, creta che ricreava linee
già perdute della memoria.
- Frange
ritessute come un riscevolio di
seta.
Fisicità della visione. Abbaglio: l'accensione
luminosa, immagine altro non fu che la chiara muta
nel sogno prima del risveglio.
Dedicata alla memoria
di Leonardo
E non ci
sei, non più, se non nella nebbia dei mesi, di
un lontano balenio di vampe, bruciori di foglia e di
lune, quando il sollievo dell'ombra, fui dentro i
pini,
- ancora
conserva quell'odore marcio di mare insopportabile
cappa
- nella
liturgia spenta del ritorno.
LUCE
SPLENDENTE
Luce splendente che tutto rischiari, la
focalità delle cime,
- l'orlo
verde delle foglie d'estate,
- luce che
celi ogni bene e ogni male.
- Nell'agonia
del tempo intrascinabile vita, luce del sogno e del
delirio, che abbandoni l'oscurità delusa
dell'ombra, le stelle più
lontane
- sulle rotte
insondabili dove ruota e si frantuma la follia del
mondo.
AMORE
Questo disanimato Amore
- Questo
inciampo che sempre più vecchia mi vede, tu non
sai quanto mi sfochi la mente.
E più m'annebbia, se non nel pre lunare
tempo.
- Nel tuo
distacco il silenzio terrigno, che c'incrosta, dilata
la distanza dei nostri vuoti.
Tu sei nella tua stanza muto
- io sul
foglio non ritrovo i segni.
Dedicata a Maurizio
Bonora
IO: "dimmi Maestro dov'è il
luogo?"
- B:"Nel
NULLA."
IO:E il nulla dimmi dov'è il
nulla?"
- B: "Le tue
domande lo nascondono, come la sabbia nasconde il
fiore".
DEDICATA A
BONORA
IO:
- Io non so
amare, Maestro mi insegni come si
fa!"
- B:
- " AMA
SEMPLICEMENTE!"
POESIA
D'AMORE
Qui ci prenderemo il nostro paradiso, se non qui dove
amore?
- Queste 3
settimane il tempo ha accumulato vapore, come lo
specchio di un bagno: colline, vacche le collinette
delle talpe
- un
entroterra senza oceano......
- il raccolto
che fischiamo dell'erba.
- La quercia
che fulminata ha perso un ramo di una tonnellata,
scuote ancora le sue fogli verdi e prende luce, come
fosse viva.
- Lo si
sopporta? In natura dal seme alla pula
- senza
TRAGEDIA?
ULTIMA ESTATE
- (dedicata
a papà)
Accogli in te le rose
- e quando
arrivano i gladioli, mescola anche questo con il tuo
sangue, la tua fortuna e le tue miserie, il fondo buio
cui sei ancorato.
Lente giornate. Tutto è
superato.
- E non
chiedi se la fine o il principio
- le ore ti
conducono, forse,
- ancora fino
al maggio delle rose.
PENSIERO
PROFONDO
Poeta puoi rivelarti solo con le
parole
- che hanno
forma chiara deve tacere la sua natura
umana
- chi da
tormenti è colpito.
- Devi
consumare te stesso
- bada che
nessuno lo veda
- che per
nessuno sia di peso
- ciò
che a te oscuramente accade.
- Porti su di
te i tuoi peccati
- subisci la
tua stirpe solo a te stesso puoi
dichiarare,
- su cosa si
fonda la tua natura mortale.
AD ALBERTO
ANDREOTTI
- (per
il suo compleanno)
- (14/7/2008)
I miei amici e le mie amiche stanno sotto alti
soffitti, sotto le lampade del tempo, coi boccali
della costanza, intanto lui, sdraiato sul divano, un
sognatore. Ma oggi pare che tutti siano d'accordo;
è un compleanno e nessuno balla. In questo
grande ufficio ci sono molte stanze e tavoli, Di certo
non è una mansarda. Qui segano la legna per il
camino, oggi è il compleanno di Alberto l'amico
di Lisa, figlia di Luigi Capozzi.
- Chissà
se dato il luglio metterà il maglione che gli
ho cucito in inverno?
- Prendiamo
the dalla macchinetta.
- Tu parli a
destra, io parlo a destra. " a che servono questi
piccoli segni,
- questi
piccoli 8 simboli dell'infinito?"
- Dagli
altoparlanti risuonano le blande orchestre sommesse
degli anni sessanta. Tarda notte. Oppure come fosse
una casa questo ufficio, e tutto fosse invernale,
invece è estivo. Estate calda ma non
torrida.
- E ci
prepariamo per la birra per la discussione della
novità , ci scambiamo libri. Nessuno ha fretta,
non ci sono vibrazioni provocanti, forse non
c'è nemmeno il sesso. C'è il suono, il
legno, ci sono ragazze quiete, ci sono ritratti alle
pareti. Alberto comincia a dirmi
qualcosa,
- ma lo
chiamano, riesce solo a pronunciare solo:" Negli
ultimi tempi sanno più spesso noto che... .
Che cosa?" Ecco mio padre mette su dischi di musica
leggera. Un suono incredibilmente sordo come una
cassetta di " Parlami d'amore
Mariù".
- Qualcosa
tintinna , voci femminili, c'è molto spazio
arrivano altri ospiti. " facilissimi i compiti a
casa".
- Prendiamo
noi due il giubbotto,e usciamo con Lupin gli diamo un
passaggio in taxi.
- E là
sotto il tetto dell'ufficio ancora voci, tintinnio di
bottiglie aperte mezze piene di birra e spumante. E
nuovi ospiti notturni arrivano
- attraverso
l'aria dell'estate calda , ma non
torrida.
IL POROTTESE
- (dedicata
ad Alberto Andreotti)
Ora davanti ad un bicchiere di birra di questa
stagione calda
- nel noto
locale " la locanda del
Mercante".
- Lui ha
premura di confessare a tutti che vorrebbe lasciare il
continente prima possibile, gli andrebbe bene un isola
con la gelida torre de faro e gli scogli coperte do
alghe, con un bosco e un lago minuscolo, ma senza
fondo.
- Avrebbe
bisogno anche di una Honda Rossa . La isserebbe su un
burrone e sparerebbe sassolini, sui vetri altezzosi a
volte si rifugerebbe sul sedile anteriore ad ascoltare
la radio sgranocchiando creakers di riso. Nei
notiziari si ripeterebbero gli stessi nomi, e a volte
lui si addormenterebbe proprio nell'auto, e non nella
parte abitabile del faro, là dove avrebbe
montato un amaca , tre grandi lanterne cinesi di carta
velina, dipinte con l'inchiostro. In generale gli
piacerebbe esaminare tutti quegli ideogrammi, ma non
tenterebbe mai di decifrarne veramente il senso. E non
scriverebbe versi né disegnerebbe acquerelli-
conviene forse lasciare per questo continente, dove ci
sono locali come "la locanda del Mercante" e amici e
amiche come noi?
L' ABITANTE DI
POROTTO
- (dedicata
ad Alberto Andreotti)
Amo la tua maniera di passare il tempo, il tuo
camminare per nuove strade e per la trattoria,
abitante di Porotto. Ti accorgi di una ragazza
solitaria in un auto parcheggiata, attende qualcosa
con una tale espressione d'attesa sul volto
così in attesa.
- Vedi un
impiegato con un impermeabile, porta agli occhi il
braccio con l'orologio così lentamente, quasi
fosse una gru del porto, che trascina verso il cielo,
l'autobus di linea.
- Vedi una
commessa di un negozio di articoli
sportivi.
- Quando
è già chiuso ma è ancora
illuminato,si è coricata, si è
addormentata, tra sci e manichini e con le tute
sportive.
- all'improvviso
gira la mano appena nel sonno e ne distende il palmo,
e quello si apre come una promessa di non credere mai
a niente.
- Scivoli
dappertutto, sorprendi te stesso negli sciabordii
delle vetrine , sai leggere le previsioni del tempo
sulla ultima pagina dei
quotidiani.
- Il futuro
è un vento, ma quando qualcuno chiude gli occhi
ciò avviene nella realtà velocemente,
nella memoria lentamente. Abitante di Porotto, sai
anche leggere le labbra delle ragazze sui manifesti
che reclamizzano cosmetici. Dicono:"Ho 18 anni sono
libera di nuotare, libera di avere:" Oppure :" Mi
impegno perché sono capace, oppure sono capace
perché mi impegno". Cercare i significati
è come provare a scambiare le banconote , i
tagli troppo piccoli non servono più a nessuno,
a noi si, però. Per me e voi abitante di
Porotto.
FRAMMENTI
Nuvole, alberi, case
- nel
sentimento che destano
- al venire
al buio, paiono frammenti di un'altra vita.
POLVERE DI
NOI
Si può setacciare quel che
resta.
- La polvere
di frasi pronunciate una volta
- le rovine
di una passione,
- ogni volta
è di meno.
Il filo del
suono
La voce si abbassa
- la voce che
ci volge
- e prolunga
il filo
- del senso,
il filo del suono.
LA
VISITA
- (dedicata
ad Alberto Andreotti)
Quando levai gli occhi dal foglio
bianco
- l'angelo si
trovava nella stanza.
- Era un
angelo comunissimo
- probabilmente
del più alto rango.
- Non si
può neanche immaginare, disse quanto
indispensabile sia LUI.
- Una sola
delle quindicimila sfumature nell'azzurro
continuo.
- Importa al
mondo più di tutto
- quel che
lui faccia e non faccia.
- per non
parlare del feldspato e della grande nube di
Magellano.
- Persino la
più semplice e modesta piantagione d'acqua
produrrebbe una lacuna, non LUI.
- Lessi negli
occhi suoi la speranza di un obiezione, di una lunga
lotta. RIMASI IMPASSIBILE . Attesi che se ne andasse
senza dire una parola.
-
SOTTO LA LUNA E STELLE
Sotto la luna e le stelle,
- che son
quel che son sempre state, cosa dovremo essere noi
stessi, in quella luce, che non è luce
dicibile?
-
CHE
COSA
Che cosa dovremmo sentire se non la voce che dovrebbe
essere nostra, prender forma, la voce segreta
dell'essere che dice che il luogo in cui scompariamo
è il luogo in cui siamo?
QUEL
VIALE
Quel viale dei tigli pieno di
luci
- e ombre al
sole, che scorrevano tra le
nuvole,
- qualche
attimo, scomparsi, e d'improvviso
buio.
-
Nel CUORE
Nel cuore
del nulla
- nei vuoti
radiosi,
- persino la
lingua dello svanire
- lascia se
stessa alle spalle.
-
PASSA E
PASSA
La visione del proprio passare passa
- i giorni
scorrono in altri giorni,
- la voce
cuce ed imbastisce, riprende la sua opera.
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