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- La barca
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- Finalmente ha finito
- di tentarmi
- un bizzarro cancello
- di latta, più viola
dell'uva;
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- che di sera, si apriva,
- di colore rotto - granata,
- sul tuo introvabile giardino,
- miracolato di frescura.
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- A compensare
- l'irriducibile passato,
- affido all'onda d'una stella,
- una barca d'amore,
- a mareggiare.
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- Il quadro
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- Appena vestita
- da una scaglia di luce,
- nel vento, che stropiccia,
- la sua tunica di calda pioggia;
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- una giornata uscita
- da rovesci di sole,
- scrosta il quadro imbrattato,
- dalla firma del tempo;
- e, mi consola:
- l'immagine di te,
- affollata di vita.
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- Celeste
- A Marzo
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- Che tu sia scivolato
- da una colonna, d'ombra,
- con un gioco imperioso,
- che scorre, muta, cresce;
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- celeste ragazzo,
- è solo, perché,
- il tuo sangue schiarito,
- non tende alla resa
- del sole: la sete degli steli,
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- A radici infinite, intende.
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-
- La
fotografia
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- La fotografia, che ti cala,
- il cappello sulla fronte,
- e, ripara l'immenso sguardo
- dentro l'ombra degli occhi;
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- vieni a incontrarmi,
- in quest'estate seminuda,
- da una sconosciuta stagione,
- che solleva gli alberi azzurri
- della tua voce, così fatta
d'aria;
- come se, volesse nel suo colore.
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- L'orto
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- In calma di pioggia, intirizzita,
- come una canzone d'amore,
- scolpita, a serpe d'acqua, nel
tempo:
- una giornata di maggio, vive, qui.
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- Se mi prende la strada,
- che intarsia figure
- dentro solchi di paglia,
- tra frulli di frumenti e trifogli;
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- vedo che non c'è
- una terra più incollata di
verde,
- di quell'infiorescenza, nei bocci
- dell'orto, ch'esplode di sole.
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- Gli occhi di
maggio
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- Gioca una grazia a scoprire,
- quanto mi può giungere,
- da una strada di nomi;
- che mi compensi degli odori,
- giorno, dopo giorno, rincorsi,
- in questo viaggio, a ritroso.
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- È là, dove le mani
dell'aria,
- sentii stormire su pelle di fiori,
- ch'io torno a carcare i sapori,
- incarnati fra i piedi dell'erba.
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- D'arcobaleno si screzia
- un cuore di rugiada,
- a bagnarmi gli occhi.
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- La rondine di
maggio
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- Col fiato mozzo,
- s'arrovella fra gridi e svolazzi,
- il passerotto dell'anno scorso,
- emulo felice di un sortilegio.
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- Si spiana il cielo ad incollare,
- trasparente indifferenza,
- così in alto, che nemmeno
- un'idea vi posso appiccicare.
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- Vedo farsi più verde il
colore,
- al sacro brivido d'un frastuono,
- e, più leggendaria, la
rondine,
- a saccheggiarmi il cuore.
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- Spaziano odori a mescolare,
- nel mercato d'aria calda,
- schiume secche di mosti, venduti
- a un carosello di lontananza.
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- Il francobollo
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- Come alleggerisce
- un alato francobollo
- il foglio di carta, stordito
- da un viaggio inaspettato;
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- così svanisce
- il pensiero a mezza voce
- nella mano che conduce
- la parola: a voce alta.
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