LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie di Manuela Baire
Gennaio 2004"triste preghiera" "Oh luna quando chiudo gli occhi mi accorgo Che la mia inutile rivolta sacrifica la ragione degli oracoli del sud Mentre in te la pace interiore arde. Ti vedo vicina, sai Dammi la mano dammi la mano Vorrei dormire ma certi chiassi Mi fan impazzire... Vorrei urlare ma la voce Mi vien a mancare, Chiedo aiuto ma nessuno Più nessuno esiste più... Solo fuoco attorno a me: Liberami!".
Verden, 24 aprile 2005
"protetta" l uomo dalla faccia di plastica se ne stava seduto fuori in terrazza sopra una tazza e sorseggiava tranquillamente assolutamente sotto il sole di luglio ora con squisitezza inaudita ora svogliatamente una gradevole orzata fresca... al suo fianco vi era nascosto all ombra di un cipresso un uomo grassoccio un poco floscio ma con il papero ben sveglio perbacco egli portava una gran veste bianca e fumava un sigaro con la stessa naturalezza con cui si scaccolava le mutande... sul capo portava un ingombrante cappello anch esso bianco e la falda copriva da una certa visuale tutto cio che esso voleva nascondere: e l uomo senza faccia era senza faccia alcuna... paura mamma mia mi guardava con quel volto inespressivo... e senz occhi... maledetta brama dio quanto ti odio e dall abisso del cuore protetta dannatamente indegno maledetta nel buio in questo vasto buio e maledetta navigo che fetore è mai questo? che tanfo orrendo devasta le mie nari?! e quella bava cola cola giu giu da un lato delle labbra napoletane come fosse un infante e battiti di ciglia e sterili risate dopo gli schiaffi schivati e degna nota musicale io canto mentre scrivo lunghi messaggi mentre navigo protetta dentro una bottiglia...
"preghiera notturna" ti perdono oh madre per quel che hai fatto per l insufficienza dei discorsi durante i pasti per il veleno sfogato durante quei pasti per la calunnia subita per l inspiegabile collera che aleggiava come brezza amara in quella cucina e per il poco amore sofferto in quegli anni... e mi ritrovai donna lo stesso ,mentre lui fratello era ancora bambino, ed ebbi per lungo tempo il cuore chiuso in una gabbia di spini e sangue fuoco e marmellata sete e spazzatura e quell anima pura che mi distingueva dagli altri bimbi divenne nera mentre ingenua vagavo in quel limbo dorato e raggiungevo l altra sponda del fiume... e cosi il sole tramuto la sua rabbia in sale e da quel sale nacquero le prime righe... e furono come spighe d estate e come pioggia d inverno morirono solitarie in una sola notte ...e non comprendo il senso di queste follie descritte... una voce... e nel frattempo le guerre erano vinte dai forti e il tempo scorreva nella propria clessidra di pietra battendo la sua felicita brandendo come spada la sua rabbia combattendo guerre inutili navigando il suo mare mentre in quegli anni osservavo curiosa talvolta rapita altre volte annoiata le api e le foglie... ,i fiori sbocciare ,le persone morire... e in quella cupa solitudine due occhi lacrimavano sangue... tu con coraggio hai saputo affrontare la vita all incontrario... e ti perdono per l infanzia subita per la poverta sofferta per l inerzia delle cose per le urla inutili e irose che echeggiavano continuamente tra i muri della casa offesa e lungo la via firenze... e chiunque curioso era fuori agli alloggi a farfugliare i nostri affari... e tu malattia devastavi indisturbata il senno della debole donna ... che con animo ci ha cresciuto orgogliosa lontano dalla verita in un immaginaria fortezza con sorrisi obbligati e piccole bugie tra il fango e l incomprensione di un padre contadino... oh madre piangi ancora con verdi lacrime la tua verde eta depredata e quando lo sconforto ti assale cerchi la morte e la sua scopa... che tu conosci bene e sai dove cercare ...la in fondo al cassetto... e in passato per sei o sette volte una mano disumana ti ha sfiorata e ti ha stretta maligna in un abbraccio quasi mortale e per poco sai io lo so non hai vinto quella vile caccia al tesoro... ti perdono madre mia sappi questo e perdono anche lui per l ignoranza delle sue gesta e quel che hai fatto lo so l hai fatto per il bene nostro e ti ringrazio madre mia sappi anche questo perche sei mia madre per la saggezza delle tue parole per l esistenza che mi hai donato e perche contrariamente a te io ho imparato ad amare la vita...
Radevormwald, novembre 2005 "nostalgia e sangue" e dalla mia nuova camera vorrei cavarmi gli occhi mentre l alba sovrasta incontrollata il cielo e tinge di rosso lo spazio attorno negli alberi e nelle foglie... mentre le donne dalle nere vesti si recano fide in preghiera ,per guardare il sangue macchiare le lenzuola e vederlo scorrere lungo i lati del letto ,per sentire il sangue caldo colare giu per la gola ,riconoscere quel calore e gioirne ,per abbeverarmi e sentirmi viva ,per sfogare questa rabbia e affogare nel mio sepolcro i miei insani respiri... e ascolto musica ,questo faccio in queste fredde notti. che nel frattempo e scrivo qualcosa versi e trasballati pensieri calmezza parole di cristallo frasi inventate gocce d acqua e disordine incontrollato scritti in un diario segreto suggellato con sangue maledetto e fili d argento intrecciati attorno ai miei occhi che peccano una seconda volta... e le mie dita giocano timorose con le lettere dell alfabeto e una rabbia maledetta mi assale, bambino improvvisa distruttiva... mamma mia... ho detto basta mamma mia chiudo gli occhi battendo i denti dal freddo sorridendo appena e inspirando profondamente il calore del riscaldamento acceso pensando con i miei soliti viaggi mentali alla mia terra ,alle mie consuete abitudini e giungendo con un salto imprudente con un ultimo respiro in un soffio una ventata di caldo oh baby con un brivido a questo tempo d autunno trascorso nella fredda terra inospitale landa ma che tanto mi ha aiutata a ritrovare gioia firjal... grazie cara serenita bramosia... ,e la voglia di mangiare il mondo per colazione ha invaso nuovamente il mio corpo... ragazzi ragazzi... una gioia inattesa... ma questo tempo è stato anche tanto triste e disonesto e ripenso a quelle passeggiate notturne un po cupe e solitarie che han accompagnato i giorni di verden quanta nostalgia ragazzo e qui si apre una penosa ferita che ha spaccato il mio cuore e la mia mente che ora sono sfracellati in pezzi... lì è rimasto mortuario mio amante in verden l asilo dei cavalli in una stalla tra il fieno che fu la stalla dico quella dove nacque gesu bambino qualcuno mi disse ma quel qualcuno oggi non esiste piu e si avvicina il natale tra gli alberi e le foglie tra le balle tra i spini e dove facemmo l amore la prima volta mein baby... mein Prinz mein Liebe... li è rimasto mortuario nascosto ... dietro a un colle di Gefühle di carta in quella spoglia casa che vidi una sola volta per dieci minuti appena quell animo cattivo che tanto ho sospirato... perdermi nel buio questo vorrei oh donna in finestra vagare tra l immenso e l acqua riposare il mio corpo e finire i miei giorni in quel buio iniziale... mein Prinz: mio principe mein Liebe: mio amore Gefühle: sentimento
Verden, 15/21 maggio 2005"lento attraversamento" nel treno viaggia seguendo binari andando dietro... al passo de coniglio senz occhi... e oltrepassando il colle oltre la tana di un uomo chiamato babbo natale segue la pista! sulla mia destra e seguendo la pista lasciata dal le mie scorribande solitarie divenne cieco ma chi? è il suo destino perdio che fluisce esteso come il suono delle campane incostante come l amore verso un negro mortale come una sigaretta accesa insolito come gli occhi nell anima devastante come l eroina nelle vene e negli occhi... e in quel tratto sconfinato di sangue e grani di erbe incolte e ruderi e immondizie sparse plasmato dall acqua e pioggia e lande solitarie partorisce quel tormento che mi travolge in ogni momento come una frana di neve nei ghiacciai di questo nord travolge... come l argilla fra le mani di lazzaro è la morte la morte con la sua scopa! e inconsueti attraversamenti pedonali della nera periferia ci sono mentre un uomo osserva le mie bizzarre gesta un uomoooo? che s annoia seguendo le scorciatoie traversali de la nera foresta... esiste tutt ora misteriosa dell anima mia traboccante da tradimenti inspiegabili e antichi appetiti insaziabili e ombre di cipressi indomabili... seguono ancora tutt ora la pista e nulla dico e niente aggiungo... E la frutta fresca viene tenuta fresca in frigorifero ?? e punture velenose di zanzare sterili provocano un fastidioso prurito dovuto alla nascente peluria de ascella... Vagheggio ansante inumidita dalla prima brina intorpidita dalla nebbiaaa... instupidita da questo temporaneo torpore mentale mentre il sole copre le nuvole e la pioggia sale ancora inspiegabile tutt ora indomabile inesorabile devastando i campi e i girasoli e quei grani incolti raggelati da l arsura del giorno giacenti in una bara prima della calura e al di la del core mio irradia il cuore perdio mio! e quel babbo natale dimentico scende le scale sicure del mio core mentre pesca al vecchio mulino incredulo esultante quei grani incolti e parecchi bachi tuttora al riparo nel proprio bozzolo e scaglie di luce e pezzi di elettricita turbinano travolgenti dentro una bottiglia piena di sciroppo d acero... e le festose strade di periferia celebrano festose festose il funerale del pastore ed ecco il mio negro! e gorghi mascherati da farfalle e urla disumane perforano le desolate campagne e giungono irose nell anima mia e sangue rappreso e visceri concatenati e donne... e che donne suonano le trombe durante questo mio lento attraversamento...
25 maggio 2004"le mani" e fu intoccabile al suono delle campane ,così come lo fu nella scorsa stagione al tocco esperto di quelle mani...
Bergen, 23 ottobre 2005solitaria nella strada... nella notte cammino ...l oscurita avvolgente feroce mi travolge abbandonando mille feriti sparsi spargendo tutt attorno alle campagne coltive di grani visceri e sangue e fuoco e marmellata... negro per tre minuti e la fiducia perdetti ma oramai era troppo tardi ...a casa forse qualcuno mi aspetta forse qualcuno ha cucinato per me forse qualcuno ha acceso il camino e messo in caldo la minestra... forse quel qualcuno attende questo ritorno con un sorriso e la mia speranza indugia ancora una volta... ma perdetti ancora una volta... ...gelo gelo ecco... parole e le voci oh le voci disperse in questa valle di lacrime e mille torture e vane speranze e fuoco e rappresaglia! e mi stringo le ossa e i mille sospiri giacciono sotto la morsa delle mie mani che scricchiolano sotto la forza del ragno e le mie dita ...oh abili dita... millezampe ...mmmm scivolano veloci sul tuo pene eretto ,bambino, come pattini sui ghiacci del Nord come all inferno di questo mare dove tu vivi e ardi ...sulla carta sporca e il carbone sul riflesso di un vetro sotto un tappeto persiano mentre fuori incessante piove... vedo dalla finestra il cimitero di ghiaccio e la morte pascola con la sua falce e passeggia vogliosa su di un calesse malandato giungendo al giardino segreto la mia casa il mio cimitero e da la noto con orrore crescente il cielo percuotere il mare e urla disumane a dir poco femminee e fulmini e saette slittano anch esse indispensabili variopinte in una vita oltre il limbo ed io sperduta in una valle di lacrime e spinosi labirinti di siepi sotto un letto di grovigli e sangue morente giaccio e ricerca sotto questa burrasca la sua segreta indignazione e scaglie di luce e blut verde marcio e fili di elettricita e unghie sporche s intrecciano nella verde boscaglia del mio bassoventre zuppi di freddo e latte rappreso dentro catene e gabbie di burro e chiudo la giubba e spengo lo sguardo per non lasciar passare quel gelo iniziale... malinconia... pazzia... follia... e stupide lacrime a casa stringo il cuscino non vi era nessuno ad aspettarmi e attendo il sonno e imploro mio dio che almeno quest oggi il klang si faccia sentire e dico e prego piangendo si si si che non mi abbandoni mai... oh dio mio dio questa croce riflette la mia anima e brilla di una luce spenta negli anni piu bui della vita mia... e sola oddio sola in questo mondo ladro piango quei soldi mamma mia e certe volte vedo sai salpare da un porto fantasma quelle stesse bare a vela che avvistò anche un altro poeta... a volte sai la disperazione raggiunge il fondo della bottiglia e vorrei stravolgermi per non pensare piu e quando lo smarrimento giunge al fondo i pensieri pensieri vacillano nell altro mondo e il mio stesso cervello cigola mentre tutto scorre al contrario e la pioggia ora copiosa bagna la strada della mia ingenuita blut: sangue
16 febbraio 2004"Gesù guarda il fiume. La fine del vecchio" o sapiente Gesu osservi rammarico dall alto dei tuoi cieli al di sopra di ogni peccato immergendo il saio alla fonte, e la fronte con l acqua benedetta che scorre lungo i porti delle tue nuvole e a volte racconti di una lampada di desideri... un giorno in un girone come di giostra napoletana, in alto giocando all altalena, lassu a destra della vecchia scuola di sopra a, verso il mercato di porta portese un vecchino dalla barba incolta intreccia con la calmezza dell arte antica qualche chilo di canapa indiana verde mentre il fiume scorre sangue e giunge al paese, instancabile nei suoi passi e ingollando litri di piacevole vino... dominante in quel territorio di ossa marcite nel suo spossante combattimento fra stecchini morti e di scheletri gridanti... e quando l acqua gorgoglia parole e quando il sole muggisce il primo raggio e quando l altura si tinge di rosso ma che fa ti chiedo o Gesu? Il vecchino dalla bianca barba gioca a carte con carte di cristalli e di porcellana verde... e un pezzo della preziosa stoffa tinteggia turchese le mura del paese mentre una perla insegue un alga marina galleggiante nell oceano imperturbabile nel suo riposo infaticabile nella sua disperazione governando la quiete ultima dell ultimo pensiero navigando mari sperduti nel suo ritorno di pace spaurito dalle sue conchiglie, e dalle sue verdi gambe, nella sua terrestre solitudine che nel frattempo che degli infedeli occhi grinzosi osservano quel vecchio. e il vecchio giace pensoso nella sua tomba...
13/04/2005, Verdenscorgo grrrg... grog oltre il bar all angolo un omo dallo sguardo macchiato come il latte unito alla moka e pare amareggiato mentre sorseggia lui amante della solitudine e delle lunghe passeggiate lungofiume una gran tazza di cafè che sapora d arancio e di frutti al fiordilatte e speziali lumi di montagna veleggiano ancorati ad un porto fantasma... e gode...s intende a sprazzi di luce con voce metallica e parole senza suono in uno spasimo ultimo di inaudito notturno e olezzo vietato scorgo... indugio ammaliata leggermente ansante ad ammirare incantata piena di latte fuori della finestra: odo l albatro ... lo odo odilo anche tu mio negro ...oltre il bar dell angolo e ora tu sei e ora intona un canto adesso solfeggiando questo consunto spartito prima che l omo nero voglia entrare per spirare l ultimo soffio e vieta la parola adesso! con un occhiata adirata e una lieve ghigno sul lato destro delle... e dalle tue labbra da negro rintona il lontano suono delle campane... a volte vedo oltre il vetro sporco della finestra di questa mia povera stanza le tombe dei giganti salpare e un risolino fatuo giust appena accennato come un solfeggio decora il mio viso come una poesia malata che si nutre di carne marcita di burro fuso o terra bruciata e certuni profumi di aprile s intrecciano a marzo e si annidano sotto la coltre delle foglie morte del la primavera... e che cazzo dico e che ne so dico io eleggia a tutt oggi in quest aria boriosa la morte con la sua scopa?il sonno eterno sommo Signore? e sento battere lungo i muri e i canali della mia terra straripano ancora in acqua e pistole sterili colme di rabbia sparano l ultimo colpo o Signore e il frastuono dei divani sbattuti contro il muro ribalta il suono dell elettricita e delle campane basta che ho fame! e parole inglesi straripano in musica o in pioggia sonata e cantata da un biondo uomo... Uno specchio riflette una macabra immagine Che sarà mai che sarà mai Purtroppo né vedo né sento Mangio banane E ascolto il vento Mentre soffia il vento...
Verden 2005"blut" con lentezza al calar delle tenebre quando bambino di fronte a un arpione nemico abbaia confuso leggermente notturno apparentemente intimidito sculettando la coda con occhi brillanti per dar conto ad una festa apparente mentre l uncino gli si conficca in gola... un ombra di donna dal viso sanguinante e le labbra raccolte in preghiera avvolta da un velo lungo e trasparente... ...e quel volto rigato da sangue e grani dai ricci cascanti sulle spalle come acqua come neve negli occhi tuoi bambino... e lunghi baffi neri le decorano il dolce volto come grandine... paura mariaaaa... si aggira incurante fra arbusti e zanzare blut e rappresaglia e fuochi e umani artigli devastano queste meste lande e ignara la donna svela il varco segreto che umilia ancora il mio cor... ...e il cielo piove e il cielo piove e piovo anche io che niente so e nulla dico ignorante che sono... e la pioggia fluisce dai miei occhi di fata... seminando erdbeer nei campi regalando scatole e blut e polvere e pidocchi... e cosi facendo prepara in un rombo notturno il mio futuro sepolcro nel quale riposar... e io aspetto... calmezza... calmezza ho detto e nel suo letto di morte quella donna con lenzuola di seta inamidate... cosparse di polvere e fuliggine indugia sulla fine del libro e quelle ultime pagine di storia infinta permette al calar del sole di compiere il suo ciclo sangue. flette l aria al passaggio sbatte le ali elegante oh sinuosa creatura e armoniosamente inarca il dorso aprendo leggermente il becco esalando l ennesimo respiro che prelude la fame in quelle sue gesta sì impudenti gemente eppur sempre ghignante cosparge di viscere e lacrime in questa piccola stanza e geme il freddo e ttteme la paura angst! mentre il sole chiude le sue fauci da squalo predatore e ripone una pistola dentro il cassetto e dopo lunghi giorni e discorsi sfrontati di secchezza di respiri tracannati da aride labbra rese umide dal burro chiuse nel fondo della bottiglia da tanti anni or sono al di la dell erba e dei tempi riposa al calar del giorno sotto un pino ma chi riposa: ho perso il filo! e chiudo gli occhi anch io ce l ho.. un cuore... unosputo unanuovacalmezza... e questa musica questa dolce voce di getto mi assale insaziabile voluttuosa temibile nel suo turbare vorace come un piranha cieca come uno squalo farinosa come la sabbia del deserto timorosa come la steppa ...? mortale come un gorgo d acqua o l eroina negli occhi maria maria... maria maria... e il vento cosi intona maria maria oggi vento e pioggia oh, pioggia... ancora una volta il non senso come sempre ...il wie immer... mentre ricordi di quest estate invadono la mia antica desiderata solitudine e vagheggio freddolosa cammino frettolosa con passo lento sculettante verso la vecchia casa... e il fantasma mi assale... oggi come tutte le notti... i ricci cascano sulle spalle e profumano di mele e fiori cascano anche i grani e le spighe attraverso le sbarre delle mie spalle e le strade grondano le strade di una dolce musica di un triste tormento... e un ineffabile spavento provoca la pioggia dei miei occhi... una nuova pioggia ... impugno la vita dalla sua fine e predico la morte mentre mi aggroviglio fra rovi e secchi cespugli vorrei rimanere sempre cosi serena e vorrei bere quel blut da un calice raffinato nella mia casa immaginaria e sempre sola vorrei intonare l ave maria mentre pennelleggio sul grande legno giacente in asilo a tratti veloci e talvolta insicura la sacra famiglia e senza alcun rimpianto con questa stessa brama maledetta che non mi abbandona mai vorrei cavarmi gli occhi... mai... Blut: sangue Angst: paura Erdbeer: fragole Wie immer: come sempre
26 ottobre 2004"9 Ottobre 2004" una musica lenta accompagna le mie parole scritte mentre debolmente nella mia mente un ragno intesse la sua tela... ...quella stessa musica accompagna il mio cammino verso solitari pensieri di morte e le mie dita volano con destrezza inaudita sulla tastiera brandendo lampi di elettricita e scrivono di te rosi cara cara cugina e ora che sei lontana mi sento un po contenta ,debbo dire, perche hai smesso di soffrire... un soffio di vento portò via la tua dolcezza ,se la portò via una sera mentre profondamente dormivi e la portò lontano quell ultimo respiro e lo scisse: in mezzo al deserto degli oleandri ,lo depose sul fondo di una bottiglia di buon vino ,andò dietro al passo di un bimbo allegro (che pensa alla danza notturna che potrebbe fare nei boschi presso casa con gnomi fate e i folletti del moldava) ,e scalò la cima dell everest perfino ...e si nascose dietro, si, a quel cespuglio volgi il tuo sguardo attento, ragazzo e la distinguerai chiaramente dalle siepi spinose sorridente... cara andai a trovarti in ospedale, cara e non potei fare a meno di notare la morte bianca di fianco al tuo capezzale e così come un padre conduce la sposa all altare lei ti avrebbe guidata donna verso il regno di Dio... esitai non poco alla soglia indecisa se interrompere o meno la vostra intimità ma la tua voce tornata bambina ,accogliente, mi invitò ad entrare... e il mio sguardo vagò ,colmo di quell infinita tristezza che soltanto un vagabondo puo conoscere, dal tuo corpo che ora piu che mai appariva affaticato e malandato e grosso a piu non posso vagai con lo sguardo e fui maledetta per questo e mi inoltrai nelle acque profonde del mediterraneo giocai coi sassi scagliai la prima pietra e pensai a quelle palpebre pesanti che tenevi chiuse ,le tenevi chiuse davvero, cara parevi stanca di guardare avanti desiderai piangere e sarei stata ipocrita, perdio ma volsi l attenzione a tuo marito e notai i sorrisi le premure le parole ancora colme d amore che piovevano dalle sue labbra e giunsero a te come pioggia e pensai che in fondo io non avevo piu di lui diritto di versar lacrime... ti guardai... e tu mi guardasti, bambina le tue labbra tremanti non cessavano mai di sorridere, perdio quella forza mai in un momento ti ha abbandonata e ti ha contraddistinta dagli altri...
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