LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di
Maria De Michele
Bisogno di musica
 
Armonia di contrasti
fusione di suoni
brulicano dentro
a tocchi leggeri.
 
Bisogno di musica
per fantasticare
ignorare il disagio
rovesciare il tempo
ricreando l'attesa.
 
Per sentieri mai battuti
mi perdo
tra mutazioni
spirali di note tagliate
riconvertite in sfere
in onde con picchi di eccellenza
in levità e trasparenze.
 
Nella potenza del suono
conservo i diritti sulle mie emozioni
e stordisco
quel pulsare leggero della stupidità.
 
E... una dolcezza sconsolata
irrora le vene
e... quell'alzarsi di penne
e... lo spiegarsi d'ali
è felicità che si espande
come aria di musica
tra i fiati di una rosa.
 
 
 
Divagazioni
(sull'arte)
 
La resina di pino
mi consegna l'odore della pelle.
Foglie secche di platano
abbandonate a correnti capricciose
di cicloni d'estate.
Occhi soli
avvolgono, stringono,
gridano, a voce alta,
quel soffio d'ala
godendo poesia:
felicità librata.
Lo sguardo s'increspa
lungo, astratto,
per espellere il vuoto.
Sbandato pittore
folle musicista
incompreso poeta
ogni guizzo segna lo schiudersi di un altro.
Bisogno di star soli
a seguire foglie secche di platano
mosse dal fluire
verso l'ignoto
verso sbocchi di tempo.
Desideri ingranditi
in sequenza spaziale
mi accolgono
per chiudersi a fiore.
Se questo vento smettesse
darei riposo al cuore.

 
 Percezioni
 
Al passaggio di pensieri
corrucciati
inquieti
tento un sorriso
incerto
ti sento lontano
e mi fermo a consumare attese
che restano
inudite
incomprese
fortificate dal rigore del silenzio.
Percepisco la cifra esatta
del mio amore
devo alzare confini
di fronte a ciò che muta
per terminare
nel mare di una cosciente realtà.
Ho vuoti da colmare
un senso da dare
a improvvise irruzioni
di azioni esaurite in gesti scontati
inghiottite dall'abitudine.
Baratto me stessa
per saperti felice.
Salto cronologico
all'indietro:
utopia della parabola della vita.
Non sei lontano
ti porto sempre dentro.
 

Al figlio Giuseppe


 
 
Fuga da Irbil
 
Trofei di caccia
per romanzare vicende.
Uccelli spauriti
rincorrono nuvole
spiegano le ali
diradano colpe.
Piccoli angeli,
non troveranno il tepore dell'infanzia
prederanno emozioni
dalla bottega dei giocattoli
e sarà una folata di vento
a spegnere quei lumi di luna.
Terra sfregiata
sotto strati profondi
semi di pace in gestazione
sono sempre in ritardo
all'appuntamento d'amore
di una partitura incompiuta
rosicchiata
di una porzione di mondo
che ha smesso di vivere.
 

* Bambini curdi fuggono da Irbil inseguiti da Saddam


 
 La mia città
(Napoli)
 
Provocatoria
ammiccante
scandaglia e fruga
tra pietre antiche
lungo vicoli e mercati
all'ombra dei campanili:
frammenti di tempo.
 
Bellezza senza vanità
rabbiosa d'orgoglio
di pezzi di storia sotto sale
compromessi
da quel pullulare di cellule guaste.
 
Città letta, tradotta,
sbirciata come carta da gioco
sfuggente
indecifrabile figlia della voglia di vivere.
 
Bagnata di folla
trasgressiva
lucida
apre la porta al mare.
 
Sotto la lente del mondo
appare
affabulazione limpida
cruda metafora
teatro che vive
ristagna
accelera.
 
Indecifrabile
genuina transitorietà
imbrigliata
dall'inerzia del sentimento.

 
 Soglia d'autunno
(sulla maturità)
 
Sbucano improvvisi
odori da fiutare
desideri malamente appagati.
Annuso giornate
che scivolano piano
fuori del cielo
contorte
striminzite
sfigurate.
Genero nuovi sentimenti
scavando a fondo
nei lunghi
solitari comignoli dell'anima
per risentire il pulsare di meduse
per succhiare miele tra l'aliare delle api.
Visioni di carezze
preludi di sorrisi
trovano strade a fondo cieco.
Emorragie di vita
proteste di affetto
danno profumo ai viali
giocando d'illusione.
La bocca segnata
da pieghe amare
respira la brezza della giovinezza
nello sfogliarsi malinconico
di pomeriggi diversi.

 
 Notte d'estate
 
Ti parlo a mezza voce
ripiego le vele
e
tra flussi di pensieri
vedo germogli in pieno cielo
aspiro creature sorridenti
mai vedute.
E
mi riparo dal buio
per seguire catene di rose
impregnate dal profumo
di un'estate indolente
che a passo lento
chiude la porta al vento
per non svegliare il giorno.
 
 La grande attesa
(Natale)
 
Rinascita su rinascita
il passato si incarna
mettendo insieme ricordi.
Natale.
Si gode a dirlo
si ascolta nella propria voce.
La grande attesa.
Svelamento di spunti del cuore
tramutato in rito.
Scruto il cielo
cercando comete saccheggiate dal tempo.
Inquieta attesa
subitanee malinconie
fatte di luci e colori
di parole antiche
pervase di profumi
imbevute d'infanzia
dal sapore di talco.
Natale.
Sillabe in agonia
dietro cortine di giorni scanditi
da allegorie intrise d'incensi pagani
dove una nota di bellezza
si esibisce in coro.
In mezzo a nuove rovine
vedo sorrisi coltivati
fiori di serra
nel giardino di un'anima a
disagio.
È lì!
La vedo!
Prima del nulla!
La invito a nascere
ma si rifiuta di uscire.
 
 
Gli occhi dell'amore
 
Gli occhi dell'amore
fugano vuoti di vento
modulano richiami.
Sferici
taciturni
danno appuntamento
a dolcezze impazienti
e...
senza parole
tra ventagli di ciglia
trovano rifugio
momenti d'estasi.
 
Gli occhi dell'amore
fluidi
sonori
si concedono a languori segreti
secernono flussi d'azzurro
facendo schermo con la mano
a tanta luce.
 
 Gioco di parole
 
Mi sono persa
dietro la maschera della vita
passando da semplici pensieri
a silenziosi desideri
celebrando l'ordinaria sofferenza
con un gioco di parole
tra dissonanze e sproloqui
sbriciolando i sentimenti.
Attraverserei boschi di betulle
come una saetta
per giungere là
dove l'amore c'è.
 

 
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