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- Angolo di Hide Park
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- In un pomeriggio assolto, all'ombra di una
quercia,
- vedo, la natura riposare con gli umani.
- Quasi perdonando, per quello che le fanno,
giorno dopo giorno.
- Mentre bimbi corrono contenti intorno a un
albero che forse vedrà,
- l'evolversi della loro esistenza.
- Assertori di verità richiamano anime
intorno a loro, per aprirgli gli occhi e la
coscienza.
- Ed un calabrone innamorato, volando di fior in
fiore, porta la natura alla sua bella, che la
primavera, ha salutato il signore dell'inverno, col
suo abito multicolori è arrivata.
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- Frammenti di Tempo
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- Ritornando in quelle stradine che, incrociarono
i miei anni più spensierati, sospiro davanti
a un gradone e, ricordo che un tempo v'era qualcosa
di più verde e vivo.
- Giardini, che con le loro alte erbacce,
proteggerci dal mondo che cambiava.
- Allorquando, nei meriggi d'estate seduti
all'ombra dell'arancio felici a cantare come le
cicale mentre le formiche si adoperavan per portare
a casa l'agognato pasto.
- E quando le tenebre della sera tutto avvolgeva
intorno,
- correre giù per la scalinata incastonata
nel monticello, come acqua al monte,
- richiamati dalle nostre madri che ci
annunciavano che un altro giorno d'infanzia era
terminato.
- O poco rimasto, o nulla più solo la
stradina, che sale al piccolo monticello, anche gli
alberi soppiantati, da altri meno vivi e
belli.
- Quanti ricordi sradicati, nel nome del
progresso, ora per la salita va il pulmino,
- dove un tempo il vecchietto col carrettino,
vendeva le pentole e il catino.
- E ricordandomi come un raggio di sole che apre
il mattino,
- il lieto rumor di friggere e il profumo di
lievito fragrante e profumato,
- che, annunciava il giorno di festa
arrivato.
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- E cadono gli anni
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- E cadono gli anni,
- come le foglie d'autunno.
- Alcune felici per essere state irrorate dal
sole,
- così, i nostri anni irrorati
d'amore.
- Fluttuate dal vento,
- come le nostre emozioni ondeggiano quando il
nostro cuore è
- contento.
- Bagnate dalla prima rugiada,
- come la freschezza dell'essere, quando qualcosa
ci è nata.
- E cadono gli anni, fino alla vecchiezza,
- e, come l'ultima foglia dell'albero la terra
accarezza,
- così, le nostre membra per l'ultima
volta alla vita, diamo il commiato,
- come un albero inaridito, alla terra è
sradicato.
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- Centomila e forse più
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- Centomila e forse più i battiti del tuo
cuore, che ti accompagnano nelle strade
- Deserte, pensando al di che potrai il tuo sogno
coronato.
- Centomila e forse più, i passi per
varcare una linea bianca meta di grandezza e
tenacia.
- Centomila e forse più gli occhi e le
anime che ti spronano a continuare chilometro su
chilometro, come tanti dei Pan.
- Diecimila e forse più i secondi che ti
serviranno per essere consacrato, e sedere
nell'Olimpo dei grandi, come fu per Filippide.
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- La danza della vita
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- Si nasce danzando, una danza un po'
astratta.
- Fatta con piedi, con mani ritmata da piccoli
scatti.
- Si arriva alla fanciullezza, e la danza,
- diventa piena di passi giocosi, di
contentezza.
- Si entra nella giovinezza, e la danza, si
arricchisce di un nuovo passo,
- che richiede molta destrezza,
- il passo dell'amor, dei baci, della
tenerezza.
- La danza che ci accompagna per quasi tutta la
vita,
- come un vortice di passioni che sembran
infinite.
- E, alla fine arriva la vecchiezza,
- la danza si calma, si placa,
- come un vento che diventa brezza.
- E quando le membra e gli occhi alla danza
saluta,
- al riposo eterno la nostra anima si
chiude.
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- E Quando
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- E quando, da giovane,
- conoscerai solo il comando del padrone,
- come opprimerai la tua rabbia.
- E quando, lei ti lascerà,
- come ricostruirai il tuo cuore,
- distrutto dalle macerie.
- E quando, solo, vecchio e stanco,
- posseduto per anni dal demone dell'alcool
- cosa dirai ai tuoi figli, vissuti nel
terrore,
- dei tuoi scatti furiosi, per farti
aiutare.
- E quando, il tuo corpo, distrutto nelle
membra
- e nello spirito al momento del trapasso,
- come ti giustificherai davanti al tuo dio.
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- Sconfitta
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- Sancita la fin della partita,
- anche l'ultima speranza nel tuo cuore è
svanita,
- quando, le due squadre l'arbitro, ad uscir
invita.
- Il capo chino, stringendo nelle mani, un
brandello colorato,
- con la tristezza sul tuo viso mal celato.
- ripensando a quel proiettile dall'avversario
scagliato,
- inconscio che tante illusioni e speranze
avrebbe frantumato,
- quando, battuto il tuo estremo eroe, e il
pallon varcar la linea di porta a mandato.
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- Ragazzo del sud
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- Ragazzo del sud,
- che nascesti con gli occhi accarezzati dal
sole,
- crescesti, nel segno del padrone.
- In una città che di verde,
- aveva solo il mare d'Agosto.
- I tuoi polmoni stritolati dai fiumi,
- come una mano invisibile,
- costruendo nuove strade che mai, ti avrebbero
portato lontano.
- Consumando la tua migliore giovinezza,
- e intanto, solo il sole ti dava carezze.
- Conoscesti l'amore che alleviò il tuo
dolore,
- dei figli che ti sollevarono dal tuo
grigiore.
- La vita era ormai al tramonto,
- come una storia qualsiasi del sud alla fine del
suo racconto.
- Gli occhi diedero un ultimo sguardo nel
sole,
- prima del buio incolore.
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- Notturno Partenopeo
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- Stelle splendenti su un golfo,
- che abbraccia il Mediterraneo.
- Onde che spumeggiando come i migliori
vini,
- delle terre fecondate da semi che furono
sparse,
- da invisibili mani incandescenti,
- accarezzano le coste, come una mano al tenero
viso.
- La Luna sempre più rossa di
timidezza,
- cerca di nascondersi dietro piccole nubi che si
rincorrono,
- come bambini nel cielo.
- Mentre un vulcano assopito dal clima,
- dorme sornione su questa città che Greci
diedero i natali
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- Piccola Sally
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- Occhi grandi riversi verso il solleone,
- come un bambino che guarda un aquilone.
- Nei pomeriggi aprichi di un estate
battente,
- accarezzata dai cantichi di un'estate
irriverente.
- Seduta su di una pietra all'ombra di una
pianta,
- il suo pensiero ad un monte assai
distante,
- sognando avventure che ella mai prese
parte,
- perché nella realtà, la
razionalità l'ha costretta a mettere da
parte.
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