LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Poesie di 
Massimiliano Testa
 
Vagabondo
 
Dove il sole
sorgeva al mattino
e tramontava la sera,
tu c'eri.
Vagabondo,
per una strada senza meta,
per una vita mai spiegata!
La notte parlavi con le stelle,
ridevi con i fiori.
Una casa non avevi,
ma felice eri lo stesso.
Sognavi un mondo migliore:
senza guerre e battaglie.
Tu sapevi ogni cosa:
avevi visto
tutti i paesi e le città;
vento, pioggia
e dolori immensi
avevi sopportato.
Vagabondo,
la tua vita era felice,
andavi sempre solo,
senza amici né compari,
senza santi da pregare
né nessuno con cui parlare.
Ma quel triste
giorno nuvoloso
la tua corsa
finì in un burrone.
E così lasciasti
crudelmente la vita
che, senza rancori,
avevi pur sempre amato!
 
II° Classificato Trofeo Nazionale Poesia Giovanile Salerno 1992
 
 
 
Addio amico!
 
Lo so! Da me non potrai più tornare.
Te ne sei andato in silenzio
Quel funesto giorno di pioggia.
C'incontrammo un bel dì di Maggio:
allor tu cucciolo ed io fanciullo
correvano sui verdi prati
ed il sol gagliardo illuminava
i tuoi occhi vispi e allegri.
Temevi i tuoni e i lampi,
gli spari e la pioggia,
ma eri sempre sveglio e attento.
Quel giorno nero di Luglio
Mi guardasti per l'ultima volta
Con i tuoi neri occhi
Come per dire: "Addio, amico!
Per me è giunta l'ora
Di passare ad altri porti!
Io ho navigato tanto
Per mari procellosi
Ed ora son stanco!
Qualche volta ricordati di me
E buona fortuna!"
Poi salisti le scale
E dal mio sguardo
Fosti per sempre lontano!
Addio amico!
Compagno di tanti giochi.
Per sempre ci sarà per te
un posto nel mio cuore!
 
Premio Tasso Trofeo Nazionale Poesia Giovanile Salerno: 1993
 
 
 
Capitano
 
Amor di patria,
fragor di bombe,
onor di stella,
là ti condussero.
Giovane e baldanzoso partisti:
sognavi la patria libera,
speravi in un mondo in pace,
in cambio ne ricevesti una croce!
Capitano,
ancora la notte
una fanciulla ti cerca,
all'alba ti piange,
di giorno invoca il tuo ritorno,
ma tu più non rispondi!
A primavera rinasceranno le viole,
ma tu più non le vedrai!
lasciasti, un freddo mattino d'inverno,
la tua vita su quella montagna
ove mai non batte il sole,
ove il silenzio regna sovrano,
ove tu lottasti invano.
Colpito dal nemico cadesti a terra
e mentre la vita fuggiva
trovasti ancor la forza
di dire: "Perdonami, o Dio!
Tanti nemici ho ucciso io!
Tante guerre ho combattuto
ed ora come una foglia d'autunno
son caduto!"
Poi tacesti per sempre!
Capitano,
squilla una tromba lontano,
tuona impetuoso un cannone,
chiama la patria un nome
che mai più all'appello risponderà!
 
Premio Tasso Trofeo Nazionale Poesia Giovanile Salerno: 1994
 
 
 
Pioggia d'autunno
 
Piove, e tu che fai?
Forse dormi
senza pensieri,
forse piangi
i ricordi di ieri,
forse già
non ricordi più
chi s'illuse per te.
Pioveva, ricordi?
Ci incontrammo così.
Sfiorava il viso
una gelida goccia
mentre attonito
ti guardavo,
senza sapere perché.
Nessuno parlava,
il mondo
silenzioso ascoltava
il quieto ticchettar
della pioggia,
il gelido spirar
del vento.
Tu, guardavi lontano
e intanto
col pensier fuggivi
verso lidi
e spiagge sconosciute,
verso l'orizzonte infinito.
Forse un giorno
tornerai
gelida pioggia d'autunno
e qui mi troverai
ad ascoltare
di un'inutile speranza
il flebile sospiro.
Scendi dal cielo
e bagna
i tristi pensieri,
bagna
dell'uomo moderno
il viver cupo.
Consola,
con le tue gelide carezze,
d'un cantor solitario
l'animo tristo.
 
 
 
Imperatore
 
Pallido tendevi la stanca mano
Ad accarezzare la futile speranza
Di un sogno che si rivelava vano:
per regno avevi ormai solo quella buia stanza!
 
Di guerre, liti, battaglie, ormai ne avevi abbastanza.
Ah, quante notti avevi speso invano!
Eri solo: la vita non aveva più importanza.
A che serviva discerner il buono dal vano?
 
Seduto ad ammirare la campagna
Ricordavi la tua inclita gioventù dicendo:
"Ahi, l'orgoglio mio quanto si bagna!"
 
Da tempo era morta la tua dolce compagna
E tu sulla sua tomba ancor cadevi piangendo:
"Luce mia, il mio cuor tanto si lagna!"
 
 
 
Soldato
 
Al di là di cime e montagne,
oltre i limiti dell'umano ardire,
un canto di malinconia
nel carminio cielo si perde.
È il triste canto di un soldato
che ripensa alla sua casa
e a chi mai più rivedrà.
Volano all'orizzonte
stormi di uccelli migratori
incontro alla calda stagione.
Torna verso casa
sereno il contadino
mentre il giorno
s'addormenta pian piano.
Solca una lacrima
il viso dello stanco soldato,
ed il sol che tramonta
vana rende la speranza
di un lieto ritorno
nel freddo della sera.
 
 
 
Il silenzio
 
Piange nella valle
Una mesta campana
L'ultimo suo stanco suono;
poi, d'improvviso,
il silenzio.
Regna la quiete sovrana
Ed al lume ormai spento
Scrivo pagine di vita.
Stanco e solitario
Cammina un viandante
Per la buia strada,
sotto lo sguardo
delle ammiccanti stelle.
Qui, nella silente stanza,
si perde il pensiero
a rimembrare i ricordi
di un lontano passato
e si domanda il perché
di questo continuo vagar
che tutti porta all'oblio
nella gelida ombra della sera.
 
 
 
Arcier crudele
 
Inforcato fulmineo lo strale funesto
crudelmente m'aspettasti al varco
ed il cuor rosso di sangue mi rendesti.
Mentre cadevo sotto i tuoi colpi dorati
s'oscurava negli occhi l'ultimo sole,
gelavano in bocca l'ultime parole
e tu incurante seguitavi a colpire!
La morte stese il suo gelido velo
e così fine ebbe la vita tiranna.
Mentre gli occhi spenti
velavano lacrime eburnee,
misera peristi anche tu
o ultima e crudele illusione.
 
 
 
Uomo solo
 
Quando il sole
scende
dietro le colline
tu, uomo solo,
a casa
ritorni.
Cerchi chi
sei già sicuro
di non trovare
e triste ti siedi
sul gradino
a pensare.
Anch'io
seduto alla finestra
volgo
il mio sguardo lontano:
cerco
infiniti orizzonti,
mari senza confini,
mondi senza guerra.
Vedo
bimbi gioiosi
Giocare nei prati,
e mentre sul foglio
corre la penna veloce
vaga disperso
il pensiero.
Piange
Il tuo affranto cuore,
uomo solo,
l'amarezza della vita.
Lei non tornerà,
se n'è andata
quando il maggio fiorito
sussurra dolci parole.
Ogni notte
ti tormenta
la sua immagine.
Vorresti urlare,
ma voce non hai.
Allora piangi
il silenzio,
uomo solo,
e della vita
volgiti
a rimirare
l'incessante andare.
 
Segnalata Trofeo Nazionale Poesia Giovanile Salerno: 1995
 
 
 
Per leggere il Cap. III tratto dal racconto "L'Ultimo Gigante" vincitore del Premio Scrittori Cartolandia 1999

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Inserito il 8 settembre2000