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Introduzione del libro "... come fossi matita -
pittura e poesia", Edizioni Aetas- Collana Ars, giugno
2002
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Sono poesie disegnate, scritte con l'immediatezza di
chi ha un personale canone espressivo per indicare
umori, sentimenti interiori, emozioni... Accadimenti
che corrispondono all'atteggiamento soggettivo
dell'artista, che evidenzia spontaneità ed
immediatezza in contatto emotivo con l'oggetto che
attira la sua attenzione per rendere una
"realtà percepita". Spesso sono "momenti
emotivi" e non descrittivi quelli che vengono tradotti
in versi o disegnati. È evidente lo scambio...
l'osmosi tra questi modi espressivi, così che
l'autore scrive disegnando e disegna scrivendo. A
volte è poesia "figurativa", surreale,
astratta, in cui si coglie l'evidente serie di
processi mentali misteriosi che sono operanti in
qualsiasi attività artistica... In alcune
poesie non c'è la definizione dell'ovvio,
bensì l'evocazione dell'indefinibile, per cui
si creano opere più complesse e di
profondità emotiva. L'emozione, come vissuto
affettivo o come impulso, diventa una chiave per
aprire la porta chiusa della razionalità (vedi
la funzione degli occhiali nell'omonima poesia) e
penetrare nel profondo della psiche umana. Alcune sono
composte di getto, a fine giornata, e si distinguono
per la maggior importanza che l'autore dà alle
sensazioni vissute. Sono percezioni personali scritte
o disegnate (spesso con ironia ed autoironia...) per
esprimere esperienze interiori aggressive, mistiche,
liriche, ecc., proprio perché le nostre azioni
non sono sempre motivate da processi di pensiero
conscio, quindi si manifestano come natura soggettiva
della percezione, ondeggianti sul flusso e riflusso
tra natura e mente. Come accennato, sono momenti di
riflessione sul vissuto, paesaggi emotivi, espressioni
di sentimento interiori, per cui quello che accade
intorno a sé diviene improvvisamente - e spesso
inaspettatamente - motivo di percezione poetica e
quindi di creazione artistica.
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- Nel
bosco
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- Velieri o nubi
navigano lassù?
- Dimenticate
armonie
- di limpide
stelle
- o gocce d'ansie
indefinibili
- gocciolano
- su braccia
aperte di clorofilla
- per
confondere
- le lancette del
mio orologio
- in una tavolozza
di cortecce,
- foglie,
radici?
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- La mia
anima
- è pioggia
fine persistente
- scesa tra le
orme
- dei miei passi
nel bosco,
- ...scrittura
incerta
- su acquitrini
d'ignoto,
- il mio sguardo
è smarrito
- da sogni
sgualciti
- e cerca
lassù
- oltre il disegno
dei rami
- il suo
illimitato spazio quieto...
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- Deluse sono le
mani,
- che non
afferrano più
- gli attimi
sospesi
- di tutti i
colori malinconici
- degli
acquerelli,
- emersi in un
mosaico di odori
- da pagine
mute,
- mentre
- con l'illusione
di un fiore caduto
- che vuol tornare
al suo ramo
- aspetterò
- l'eco di un
cinguettio
- poi di un
improvviso battito d'ali,
- per alzarmi in
volo
- e liberare la
voce dell'infinito
- dimenticata
- nel labirinto
dei miei occhi d'adulto...
- Grondante
- di un'arcana
purezza
- scesa in liquide
perle tra l'erba
- per rincontrarmi
son qui,
- in
attesa
- che un fremito
d'innocenza
- agiti ancora le
piume bianche
- del mio
pensiero
- a
vagabondare lassù
- le onde
sconosciute
- di quel
cielo d'acqua.
-
- Io a piedi nudi
son qui,
- in
attesa
- che il mio canto
segua
- l'eco dolce di
un flauto,
- che ora inonda
con i suoni di luce
- la casa d'ombra
di questo faggeto,
- e
busserò
- ad una porta di
pioggia
- che si
schiuderà
- all'enigma dei
sacri contrari del tempo.
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- Lì...
tra i riflessi
- di un ruscello
nitido
- mi
rivedrò in quel fanciullo
- che
illuminava
- con un
piccolissimo sole negli occhi
- gli angoli
bui
- della fiaba
dell'esistenza.
-
Bolsena
1987
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- Tu...
- Tu...
- non
vedi
- il segnale
abbagliante
- di un intreccio
di azalee
- su di un muro di
calce...
-
- Tu...
- non sai
immergerti
- nel cubo blu
cobalto
- di quel
mare,
- su cui il mio
battello di carta
- scivola
- nel riflesso
bianco
- di una
nuvola...
-
- Tu...
- non
guardi
- la pietra
turchese del cielo
- adagiata
- sul cristallo
verde
- di questa
pianura infinita,
- ora che... nel
tramonto
- raggi di
sole
- trafiggono
- con pugnalate
d'arancio
- questi miei
disegni,
- che mi sfuggono
tra le mani...
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- Dici di
capirmi,
- ma non hai la
chiave
- dei
cassetti
- in cui sono
custoditi
- i chiaroscuri
dei miei giorni...
-
- Sbirci
- l'orologio
impaziente,
- ma non ti sei
assopita,
- neppure un
attimo,
- all'ombra
- della grande
quercia
- del
tempo!
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- Così
- sull'orlo di una
tazza di tè
- danzi
- i tuoi giorni
uguali
- e
- non ti
accorgi
- che una
carezza
- può
essere scritta
- in una
lettera,
- trasportata
- dalla corrente
di un fiume
- o... dal
vento!
-
Bologna
1979
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- La zattera di
cristallo
-
- Non
picchierà solo vento gelido
- sul vetro della
tua finestra,
- quando
abbandonerai
- ad occhi
chiusi
- la riva degli
inganni
- di tante
crisalidi dell'Io
- ...per divenire
farfalla!
-
- Dormi...
- Non mi
avvertirai prima di partire
- ...sulla tua
zattera trasparente,
- per scivolare su
di un cristallo,
- baciato da un
raggio di luna!
-
- Dormi...
- Non chiederti
dove andrai
- quando
affiorerà sull'acqua
- quell'anelito di
tenerezza che ti strugge,
- perché
lo scriverà per te
- la matita
azzurrina dell'anima
- emersa da un
fondale blu!
-
- Tornerai a
volare
- sul silenzio
delle idee
- in una
mongolfiera alla deriva
- in quel tramonto
di fiamme che avvampano,
- sospeso nelle
tue pupille di innamorata!
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- Domani...
- dagli alti
singhiozzi porpora
- delle
nuvole,
- ti
aspetterò cadere lentamente
- tra le mie
mani,
- fra stille
luminose di amanti
- che si
guarderanno confusi
- nel cielo sceso
nel mare.
-
Roma
1975
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- La matita
sospesa.
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- Non sono ancora
un temporale
- che brancola
calmo
- in una casa di
cristallo
- in cerca di una
fessura
- per
mutarsi
- in una scaglia
di azzurro...
-
- Soffia
solo
- un vento
leggero
- sulla pianura
bianca del mio foglio,
- lì
dove
- un arco di
cielo
- non ha ancora
scoccato
- la freccia
fluida
- di un torrente
rabbioso
- al verde
abbraccio
- di una segreta
valle ombreggiata.
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- Dove sei
fantasia?
- Qui
accanto
- c'è una
sedia vuota
- e la mia
matita
- sembra
- come foglia
sospesa
- ad un metro dal
tavolo,
- mentre
vibra
- tra le corde di
un'arpa malinconica
- la pioggia
scrosciante
- del mio
silenzio!
-
Roma,
dicembre 2000
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- Il sasso smagliante
del tempo
-
- Isola... sulla
riva di un'isola,
- ho stretto
ancora,
- qui nel
pugno,
- il sasso
smagliante del tempo
- scagliato
- più
volte inutilmente
- sul pelo di quel
mare di pietra
- solcato
per anni!
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- Se fossi
stato
- un vivaio di
mattini sereni,
- forse avrei
avuto ora
- per
donna
- un cuscino di
baci,
- o una
spugna
- avida di carezze
nel letto...
-
- Invece la
luna
- plana
- con un raggio
bianco
- sul davanzale
degli occhi,
- ...ed un
iris viola
- è
solo una nota
- scesa
lentamente
- sulla tastiera
indifferente
- del pianoforte
della notte.
-
Roma
1986
-
- Ora che sei
qui...
-
- Maggio
- corteggia
- ciclamini ed
azalee
- su balconi e
giardini
- assolati
- e
- spinge
- il cancello del
tempo
- con un soffio di
primavera...
-
- Ora che sei
qui
- spiccioli di
sogni
- dimenticati
- nello
scrigno
- della mia
tasca,
- ...planano
- come
alianti
- su di un campo
di grano...
-
- Ora che sei
qui
- dipingerò
per te,
- ...in un
acquerello d'aria,
- ...quella
strada
- lastricata di
giada
- che scendeva
ondulata
- tra infinite
distese azzurre
- di
genziana...
-
- ...e nella
sera
- l'eco del tuo
sospiro
- si diffondeva
ancora
- da quel
fienile,
- assopito
- tra le foglie ed
un fiume,
- dove
- al fruscio dei
tigli
- avevamo
avuto
- ali
d'acquamarina
- per
volare...
-
Acilia
1984
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