- Ode alla
Poesia
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- Sei la
casa dove torno volentieri,
- l'abbraccio
sospirato,
- il respiro
liberato,
- l'origine
e la fine di tutti i miei
pensieri.
- Ogni
attimo vissuto
- sembra
esserti dovuto,
- dazio e
contributo;
- sai
donarmi l'illusione d'esser
grande,
- e lo fai
così bene
- che lo
sento nelle vene
- l'anima
desti ed infine poi si espande.
- Qual
è il tuo segreto
- che lascia
basito?
- Qual
è il tuo quesito?
- Come una
madre che sa la sua cosa
- vegli in
disparte
- ma da te
si diparte
- ogni seme
che poi si fa rosa.
- Tu che
solo sai dare,
- sostenere
e affrancare,
- destare e
quietare
- non sai
chiedere nulla
- ed io
torno sempre da te
- che
ragione una c'è
- io sono il
bimbo e tu la mia culla.
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-
- Felicità.
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- Immaginando
il mare
- su una
terrazza affacciata,
- respirare
la luce del mattino
- e stupirmi
di nuovo,
- ancora.
-
- Alle
spalle la felicità
- distesa su
un letto
- di piume
d'angeli
- ed
illudermi ancora,
- di
nuovo.
-
- Potrei
morire adesso
- e neanche
accorgermene,
- potrei
morire domani
- e non
avere niente
- da
rimproverare alla vita.
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- Ah canta
ardor
-
-
- Ah canta
ardor
- che in
questo cuor si strugge
- e il mio
bel fior
- di questo
amor ti fugge,
- sulla
pelle
- ti sento
come pioggia,
- ovunque ti
trovo
- e ti
ritrovo ovunque,
- così
perfetto a questo gioco
- mi
ritrovo
- e mi
riperdo all'infinito.
-
-
-
- Parlando alla
vita
-
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-
- Ma sarai
proprio vera tu
- che la
pelle scuoti a brividi più
- del
gelo?
-
- E non so
credere al tuo mistero,
- e non so
dire,
- e ai miei
sospiri più mentire.
-
- Che si fa
per averti meritata,
- tu, fra
tutte le emozioni sembri
- l'unica
degna d'esser vissuta
- tutta
quanta.
-
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[segnalazione
di merito Premio Città di
Giussano]
-
Anima dannata
(strofe
asclepiadee in accenti piani con rime sparse+
alessandrino finale)
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- Fosca la
luna in cielo
- e par che
mi conosca, sorride
- coperta da
quel velo
- di fumi
densi e vaporosi.
- Gemma di
madre perla
- innamorò
la tua luce a chi la vide
- ed io che
per averla
- dentro una
lacrima la riposi.
- Mia
bellissima perché
- compiaciuta
distante m'osservi?
- Sei forse
felice che
- non
rilassi più i miei nervi?
- Misericordia,
taci!
- Non
gettare altra discordia e pena
- che senza
de' tuoi baci
- questa
vita piano s'avvelena.
- Di che mai
mi macchiai
- per aver
perso quei favori
- che
allontanavan guai
- e dei
fastidi tutti i dolori?
- Luna mia,
luna bella
- che sopra
me te ne stai beata
- ruba ora
una stella
- e donala a
quest'anima dannata,
- ma forse
t'ho perduta
- e non
c'è niente che possa fare,
- forse non
l'hai mai avuta
- quest'anima
inquieta che si continua a
dannare.
-
- A un nuovo
nato
-
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- Ora che
all'alba non concedi alcun colore
- lascia
andare il cuore
- ed
emoziona.
- Lo sguardo
posa là
- dove si
ferma perché oltre non
può,
- non
perché oltre non sa,
- particella
di cosa se non d'infinito?
- Vola
- che nulla
ti tiene,
- vibra
- che
così si conviene
- ad un
grammo di vita.
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- In memoria di
mia madre
-
- E quando
mi faccio domande su di te,
- su di
me,
- su di
noi,
- disegno
tratti dai contorni incerti,
- scorgo
punti luminosi
- soffocati
dalla notte
- implorare
forza
- alla luce
di un'altra galassia.
-
- Il tempo
non concede distrazioni,
- solo
ricordi.
-
- Perdonami
madre tradita
- per sempre
ferita,
- gettata
- nell'abisso
della memoria.
-
- In
volo
-
- Sfiorami
ancora con le tue dita innocenti,
- regalami
momenti di eterea tenerezza
- e infiniti
palpiti d'ebbrezza,
- dammi la
ragione che tu sai d'esistere
- e non
desistere, non avere pietà di
me
- che il mio
debito mai tutto pagherò.
-
- Tu mi
attendi
- ma io non
muovo che verso il nulla,
- vagheggio
e mi perdo
- in una
strada qualsiasi
- di una
fantasia senza uscita.
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