- CORINNA
Guardai l'orologio per l'ennesima volta; Roberta non
era mai in ritardo. Il mio sguardo si posò sul
quadro di donna che mi stava fissando da oltre
mezz'ora; sembrava ricambiare il mio.
- Scossi
la testa, liberandomi dai fumi dell'alcool che il
cocktail mi aveva già regalato.
- Il
cameriere mi adocchiò, e cedetti, prendendo un
altro margarita. Ormai il calcolo delle calorie
quotidiane era lievitato, tanto valeva approfittarne.
Stavo cominciando a preoccuparmi quando la vidi
attraversare il salone del ristorante. L'espressione
accigliata, e lo sguardo cupo, mi fecero presagire il
peggio.
- "Merda
- esordì rabbiosa - scusa il
ritardo".
- La
perdonai con un lieve cenno del capo e rimasi in
attesa.
- Sapevo
che non dovevo interromperla; la conoscevo da
anni.
- "Me
l'ha bocciata, di nuovo; ti rendi conto?".
- "Ti
ha spiegato il perché?"
- "Dice
che la tesi non è una ricerca. Non basta solo
questo; ma chi me la fatto fare di scegliere proprio
quella?" chiuse con una smorfia.
- La
guardai cercare le sue sigarette per poi frustrarsi
alla vista dell'elegante cartello che ne indicava il
divieto.
- "Forse
perché qui a Torino in lettere antiche è
la migliore?".
- "Come
lo sai?".
- "Perché
me l'hai detto un migliaio di volte" replicai con il
mio sorriso migliore sperando di contagiarla.
- Ci
riuscii.
- "E
tu, come stai?" mi chiese, cambiando
espressione.
- "Al
solito. Giornataccia tra numeri, spunte e
quadrature".
- Il
cameriere ci raggiunse e riuscimmo ad
ordinare.
- "E
adesso, che farai?".
- "Ricomincio
da capo. Da Lisistrata".
- Il
mio sguardo ritornò al quadro. Sentivo in
sottofondo la voce della mia amica che raccontava la
trama della sua tesi e, d'un tratto vidi la scena che
stava descrivendo: la piazza dove la donna cercava
accolite per il suo progetto, il profumo del mare che
si mischiava all'odore del vento.
- Sole,
sabbia, caldo mi penetrarono le ossa facendomi
rabbrividire.
- "Ehi,
stai bene?" si sorprese Roberta,
notandomi.
- "Si"
le risposi, riprendendomi dallo smarrimento, e
concentrandomi sulla pietanza che il cameriere
diligentemente aveva appena servito.
- Roberta
cominciò a gustare la sua grigliata mista con
insalata.
- Assaggiai
la mia tagliata zola e radicchio, ed il mio sguardo
tornò al quadro.
- "Tutto
qui?" chiesi con noncuranza.
- "No,
Corinna. Non è tutto qui - sbottò
Roberta, spalancando i grandi occhi grigi - sono circa
500 pagine di storia, descrizioni minuziose di luoghi
date e persone. Cosa vuole ancora da me quella
stronza, io non lo so!".
- "Ci
hai messo qualcosa di tuo?"
- Roberta
appoggiò la forchetta sul piatto e mi
guardò.
- "Ma
che ti prende oggi?".
- Invece
di risponderle, le indicai il quadro.
- "E'
Saffo - mi disse sorridendo - strana scelta di quadri
per un ristorante" concluse lasciando vagare lo
sguardo per il locale.
- Per
la prima volta abbracciai per intero l'ambiente
dell'Imperador.
- "Sei
stata carina ad ordinare qui. E' in tema con la mia
tesi. Volevi ispirarmi?" mi chiese Roberta, ormai di
buon umore.
- "Lo
sai che di arte non ci capisco nulla. Volevo solo
provarlo" bofonchiai, tornando al cibo squisito che
avevo ordinato.
- "Beh,
è di classe. E finora il cibo gli fa
onore".
- Il
mio sguardo ritornò al quadro.
- "Da
quando nutri una passione per Saffo? - riprese Roberta
prendendomi in giro - mi devo preoccupare?" chiuse,
ridendo.
- "Non
sei affatto spiritosa. Continua a catturare la mia
attenzione. Non so spiegarti il
perché".
- "Un
altro volo della tua indomita fantasia?".
- L'ignorai,
riprendendo la cena. Continuammo in silenzio per
alcuni minuti.
- "Dovresti
vivere l'ambiente più che
descriverlo".
- Appena
lo dissi, guardai Roberta con espressione incredula,
la stessa che vedevo dipinta sul volto della mia
amica.
- "Continua".
- Ora
fui io a sorprendermi, ma non smisi. Mi sentivo un
torrente in piena.
- "Dovresti
immaginarla e sentirla. Vederla mentre cerca di
reclutare donne. Capire e descrivere i suoi
sentimenti. E gestire i suoi dialoghi" conclusi
serafica, ritornando alla mia insalata.
- Roberta
mi guardava, sorridendo.
- "Quanti
ne hai bevuti, Corinna?"
- Alzai
le spalle con noncuranza. La mia amica continuò
a fissarmi stranamente per il resto della cena.
Passando vicino al quadro l'immagine di Saffo mi
sorrise.
- Presi
nota mentalmente: niente più margarita nella
mia dieta.
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