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Prefazione
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- Non v'è
dubbio che Nando Giangregorio ha in sè una
forte passione per la poesia e, con tenacia e
perseveranza, cerca di riscoprire l'anima poetica d'un
uomo, d'un "viaggiatore che cerca di mitigare i drammi
della vita mai sopiti": tutto scorre, lento e
inesorabile, la vita pare una commedia e l'imperativo
è recitare bene la propria parte.
- Come le foglie al
vento siamo scaraventati da una parte all'altra, a
volte non ci accorgiamo neanche di essere in
balìa del vento, di non essere padroni nel
seguire la direzione voluta, eppure nell'illusorio
momento in cui ci adagiamo, anche solo per un attimo,
crediamo di aver capito tutto. Purtroppo non è
così.
- Cerchiamo in tutti
i modi lo strumento che ci permetta un'adeguata
soluzione, la chiave che apra la serratura del tesoro
custodito gelosamente. Ecco allora che per alcuni
scrivere diventa un'esigenza, un disperato tentativo
di preservare ancora un briciolo di umanità
attraverso la parola che si fa "magia d'incanti",
suggestione per un nuovo entusiasmo, sutura per le
ferite ancora sanguinanti, medicina per lo spirito: un
gratuito elisir che la vita ci offre e spetta solo a
noi dosarlo e utilizzarlo nel modo giusto.
- Il nostro tempo
vive d'indifferenza, di comportamenti scaltri, di
mancanza di valori, e tutto pare inabissarsi nella
melma d'un vivere squallido, senza punti di
riferimento, senza un autentico gesto d'amore e il
vocabolo "sacrificio" è stato ormai cancellato
dal dizionario.
- Non abbiamo che le
nostre speranze da coltivare con onestà e
professione d'Uomo e di Donna, senza badare a coloro
che stendono il banchetto delle loro chincaglierie,
reputate "gemme preziose", alle feste di piazza come
alle nozze e sono pronti a spacciare le parole in
senso proprio e in senso contrario pur di fare i loro
interessi.
- La "morsa
infernale" può stritolare anche l'uomo
più forte, sbriciolare le nostre povere
convinzioni, ridurre il più bel castello in
macerie, e la sabbia della clessidra che scorre
imperterrita può diventare una lenta agonia:
solo noi possiamo agire per il meglio, ricercare
coraggiosamente quell'ultimo spiraglio vitale che non
sia solo un miraggio ma il reale itinerario da
seguire. La nostra "via crucis" è lì a
dimostrare che la vita comporta fatica e dolore, a
volte i sogni svaniscono alla luce del mattino, le
memorie si dissolvono, poche tracce rimangono del
nostro passaggio eppure durature.
- I giorni vissuti
con passione non scorrono mai sterili, le nostre
parole possono sconfiggere immense solitudini e
riportare in superficie amori che credevamo svaniti:
continuare per la propria strada è
l'imperativo.
- Vivere e cercare un
senso alla vita è cosa ardua: è come
dibattersi in un acquario, prigionieri d'un vetro che
permette di vedere ma non di toccare: una tremenda
"iattura".
- Nando Giangregorio
è capace di osservare tutto ciò e di
riportarlo con parole che sono fulminee intuizioni,
lampi di riflessioni, guizzi di saggezza, fotogrammi
di memorie, echi dolorosi di remote illusioni: tutto
si plasma, mai cede all'assedio della falsità
odierna, al "malefico abbaglio" d'una vita dove
prevale l'egoismo, dove domina il motto "voglio posso
comando", e non si lascia affascinare dal "maliardo"
canto d'una moderna sirena che conduce "per illusori
sentieri".
- Tutto si consuma,
così l'amore come l'odio, e il tributo da
pagare alla vita è alto eppure si deve
alimentarla di "nuovo vigore" e non arrendersi davanti
alle prime difficoltà perché quando il
vento soffia forte solo i deboli chinano la testa. Il
coraggio sta nel continuare il proprio viaggio. Con
dignità e orgoglio.
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Massimo
Barile
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Fantasia
nella realtà
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- PROLOGO
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- Cari amici, mi
accingo a pubblicare una seconda silloge poetica
dal titolo:«Fantasia nella
realtà», e mi chiedo: « a cosa
serve ?». Oggi la poesia incontra tanta
diffidenza ed è ritenuta da molti
denigratori «oscura, noiosa e socialmente
inutile». Per fortuna, non tutti la pensano
così, ma la considerano nobile arte di un
mondo irrazionale, in cui il poeta si rifugia per
ascoltare il suo inconscio e tradurre in versi la
sua visione della vita. Orientarsi in questo mondo
può dare a chiunque sappia ascoltare e
ascoltarsi punti di riferimento e suggestioni
essenziali, per vivere meglio. Quindi, il nettare
di Calliope ci porta a capire noi stessi e gli
altri attraverso le parole . Pubblicare un testo di
poesia per dilettanti, come me, non ha
assolutamente uno scopo commerciale. In genere
questo concetto non va applicato alla poesia, se
non per casi rari, cioè per quei poeti molto
conosciuti e molto propagandati. Scrivere poesia,
la sento come un'esigenza interiore, che non si
può lasciare appassire negli archivi della
memoria, come «rimembranza di remota scienza
morta». La poesia è come un fiore, che
germoglia nell'animo del poeta, e va coltivata e
divulgata, per far sentire agli altri il profumo
delle nostre emozioni. Pertanto, il poeta si
spoglia del suo abito sociale di operatore
sanitario, di impiegato e di qualsiasi altra
professione e, come rapito, vola sulle ali della
fantasia in un mondo irreale e umilmente lancia i
suoi messaggi di amore o di dolore, di gioia o di
solitudine, trasportando il lettore da un'epoca
materialista e indifferente ai nobili ideali, in
una dimensione spirituale, fatta di emozioni e
sensazioni, che sublimano l'animo.
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- A
CALLIOPE
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- O
Calliope, della Poesia musa e
- dell'umile
mio canto ispiratrice,
- ciba di
nuova linfa la mia mente,
- ch'è
sempre in attesa di lumi, per
- colmare la
teca dei pensieri miei.
- O Musa,
fa' che io possa sempre
- esternare
sensazioni ed emozioni,
- che di
stupore i cuori riempiono,
- e altri
avvicinare a questo mondo
- di magico
incanto e di spiritualità,
- ben lungi
dalle brutture della vita.
-
-
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- A UN
DETENUTO
-
- Chissà
fino a quando
- raccoglieremo
ancora
- recisi
fiori indifesi!
- Folle
uomo, pentiti!
- Hai spento
sorrisi,
- hai
divelto speranze
- e ora
langui nel buio,
- gelido
come un iceberg ,
- in un
oceano di incubi.
- La tua
mente ora danza
- in una
palude di nebbia,
- coatto
lager senza tempo...
- Amico mio,
pentiti ora,
- se vuoi
ancora uscire
- dalla
spirale di tormenti
- che oscura
gli orizzonti!
- Sei in una
morsa infernale,
- senza
più albe né
tramonti
- e alla
mercè dei rimpianti.
- Fratello
mio, pentiti e
- affidati
al Padre nostro,
- se vuoi
tornare a vivere!
-
-
- ACROSTICO
A
-
- Nel nostro
iter cristiano
- Aleggiano
ancora gli echi
- Tragici
degli infausti eventi.
- Aspettiamo,
o Bambin Gesù,
- La Tua
prossima Venuta,
- Eterna
Luce di noi viandanti.
-
-
- ACROSTICO
B
-
- Padre
nostro, che tanto ci ami,
- Ancora il
FiglioTuo soffre
- Sulla
croce per noi peccatori.
- Questa
fragile e blasfema
- Umanità
non ha trovato
- Ancora
Pace e Amore.
-
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- ANGELI
RAPITI
-
- All'improvviso
ribelli forze della natura
- scuotono
povere strutture di sasso
fluviale,
- che si
sbriciolano sotto la furia del
sisma,
- e una
nuvola di polvere annebbia la
luce.
- Dai
detriti, flebili gemiti di voci
bianche
- toccano il
cuore dei solerti soccorritori,
- che
scavano senza tregua tra le
macerie,
- per
aiutare le speranze di molte
mamme.
- Ma la
natura è inquieta e non si placa
...
- In un
clima di panico, dolore e
sconforto
- si consuma
un dì funesto a San
Giuliano,
- che,
incredulo, piange la sorte dei suoi
cari.
- All'imbrunire
le vie sono vuote di parole
- e nel buio
si disperde l'inascoltato pianto
- d'una
anziana donna senza più
speranza.
- Che un
giorno il sorriso possa ritornare
- sul viso
di tante mamme esauste di dolore,
- per
placare l'immane dramma, mai
sopito,
- per i loro
angeli, rapiti in un dì autunnale.
-
-
- AUTUNNO,
EPILOGO DELLA VITA
-
- Un sole,
smarrito solo a sprazzi, sorride
- alla
rorida terra.
- Il tremulo
vegliardo mira il pallido cielo
- ed erompe
poi in nostalgici singulti:
- rimpiange
forse la sua ultima estate.
- La natura
ostenta ora ipnotiche sembianze,
- che
saziano le anemiche arsure dei
viandanti
- e mitigano
dell'animo drammi mai sopiti.
- Ma presto
Meteo oblitera l'effimera
parvenza
- e avide
fauci d'oppressiva angoscia
mordono
- solitari
cuori già prossimi al
collasso.
- Poi il
tempo seguita il suo mordace
corso...
- Le fragili
foglie si staccano dai rami
- e meste
danzano tra le braccia del vento,
- prima di
dileguarsi nelle gole dei monti.
- Così,
come le foglie, anche l'essere
umano
- danza tra
le braccia della sua clessidra,
- e quando
le danze di amore e di dolore,
- di estasi
e di sgomento, repentine,
cessano,
- anch'esso,
gelido, si eclissa in un arcano
mondo,
- in cerca
di quella inesausta Luce,
- etereo
miraggio d'ogni uomo credente.
-
-
- BAGLIORI DI
SPERANZA
-
- Stive
d'angosce veleggiano in un mare
ostile,
- per
approdare illese sui lidi della
speranza.
- È
l'odierna odissea di quella sciatta
risma,
- vittima
ribelle dell'endemico sociale
degrado.
- Vite,
già succubi d'un fazioso regime
capestro,
- sciamano a
frotte, a scrutare nuovi
orizzonti.
- La vita
per loro pesa molto più della
morte.
- Ma vanno
incontro, chissà, a quale
sorte!
- Son come
gitani che vagano da Sud a Nord,
- accecati
da bagliori di lungimirante
utopia.
- L'estenuante
via crucis termina solo quando
- i sogni
s'infrangono contro un iceberg di
gelo,
- ed esausti
crollano nei bassifondi
malavitosi:
- coatta
manovalanza per droga e
prostituzione.
- Così,
copia di batteri s'annida su quella
piaga,
- che da
tempo corrode il nostro sociale
tessuto.
- Intanto
l'esodo selvaggio continua clandestino.
-
-
- COME LE
FOGLIE
-
- Un
policromo paesaggio,
- come
dipinto ad acquerelli,
- si staglia
sotto un cielo bigio,
- e lo
sguardo attonito rapisce
- in un
nostalgico incanto.
- Di vetuste
chiome
- impietriti
arbusti
- il vento
sfronda.
- Come le
foglie inerti, lungi
- si
dipartono a mulinello,
- così
gomene di pensieri
- da spente
memorie si dileguano
- inesorabili.
- I sogni
svaniscono d'acchito,
- e
repentini incombono i rimpianti.
- Il cuore
rimpiange remote emozioni.
- Il fragile
Essere il capo reclina,
- come in
segno di coatta resa,
- per
abbracciare inusitate
realtà,
- che la
vita sovente in grembo cela.
-
-
- COMPLICITA'
-
- Giorni
sterili scorrono monotoni
- in un
palese divario relazionale.
- Arcani
silenzi occultano drammi,
- che certo
da tempo si stemperano
- in
un'isterica assurda
complicità.
- Forse
verità da sempre non
dette,
- forse
incomprensioni inespresse
- hanno
infranto instabili equilibri.
- Ma
è tardi ormai, per
recuperare
- un'identità
già da tempo perduta.
- Non resta
che un ultimo tributo
- da pagare
all'amore, per salvare
- un'immagine
negli anni sbiadita,
- continuando
a vivere in antitesi,
- un
precario nesso, grave dileggio
- per una
prole innocente e indifesa.
- Ma
l'occhio indiscreto, in sordina
- osserva...e
poi irride compiaciuto.
-
-
- CONTINUO A
SOGNARTI
-
- Il
desiderio di te mi libra
- in
un'estasi d'inesplicabile follia,
- che solo a
sprazzi si attenua
- in fugaci
amplessi d'intesa.
- Negli
infiniti silenzi
- che
dominano la notte
- soffro
immense solitudini,
- e l'eco
della tua voce
- mi culla
l'anima,
- sitibonda
di peregrine carezze.
- Penso ad
un pianoforte che piange
- note d'una
musica mai scritta,
- e
lentamente m'assopisco sul tuo
seno,
- somigliante
a bianche conchiglie,
- e continuo
a sognarti tra le mie braccia.
-
-
- CONTINUO AD
AMARE
-
- Il cuore
mi parla di amori svaniti
- e poi ...
di quelli appena sbocciati
- e, sotto
l'impulso che spinge ad amare,
- non sento
il sordo richiamo del tempo,
- che,
subdolo, nel suo perpetuo fluire,
- rende
sterile ogni forza vitale.
- Ma io,
libero dalle cosmiche leggi,
- sereno,
continuo a giocare col tempo
- e,
inesausto, seguito ancora ad
amare,
- senza mai
intuire ch'è illusorio
- l'effimero
amplesso che ammalia.
-
-
- COS'È
L'AMORE
-
- L'amore
non è soltanto un sogno,
- ma per
tutti noi un gran bisogno.
- Fatale
attrazione è sempre
l'amore,
- che la
realtà e i pensieri
occupa,
- nella
speranza di un'esistenza
migliore.
- È
un sentimento puro ed
emozionante,
- che il
cuor trafigge con invisibile
strale.
- Non
conosce né tempo, né
età
- e l'animo
solleva dai quotidiani affanni,
- obliando
dalla mente remote illusioni.
- È
come una sirena che ammalia
- e
trasporta in un magico incanto,
- per vivere
in simbiosi l'estasi del sogno.
- Come una
medusa, ghermisce, e poi
- stringe
forte tra i suoi tentacoli,
- per
inebriare i sensi di folle
passione.
- Medicina
meravigliosa è l'amore,
- ma non la
si può prendere a iosa.
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