LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Nando Giangregorio
Ha pubblicato il libro

Nando Giangregorio - Fantasia nella realtà




 

 

 

 

 

 

 

Collana I gigli (poesia)

 

14x20,5 - pp. 64 - Euro 6,00

 

ISBN 88-8356-956-3

Prefazione
Poesie


Prefazione
 
Non v'è dubbio che Nando Giangregorio ha in sè una forte passione per la poesia e, con tenacia e perseveranza, cerca di riscoprire l'anima poetica d'un uomo, d'un "viaggiatore che cerca di mitigare i drammi della vita mai sopiti": tutto scorre, lento e inesorabile, la vita pare una commedia e l'imperativo è recitare bene la propria parte.
Come le foglie al vento siamo scaraventati da una parte all'altra, a volte non ci accorgiamo neanche di essere in balìa del vento, di non essere padroni nel seguire la direzione voluta, eppure nell'illusorio momento in cui ci adagiamo, anche solo per un attimo, crediamo di aver capito tutto. Purtroppo non è così.
Cerchiamo in tutti i modi lo strumento che ci permetta un'adeguata soluzione, la chiave che apra la serratura del tesoro custodito gelosamente. Ecco allora che per alcuni scrivere diventa un'esigenza, un disperato tentativo di preservare ancora un briciolo di umanità attraverso la parola che si fa "magia d'incanti", suggestione per un nuovo entusiasmo, sutura per le ferite ancora sanguinanti, medicina per lo spirito: un gratuito elisir che la vita ci offre e spetta solo a noi dosarlo e utilizzarlo nel modo giusto.
Il nostro tempo vive d'indifferenza, di comportamenti scaltri, di mancanza di valori, e tutto pare inabissarsi nella melma d'un vivere squallido, senza punti di riferimento, senza un autentico gesto d'amore e il vocabolo "sacrificio" è stato ormai cancellato dal dizionario.
Non abbiamo che le nostre speranze da coltivare con onestà e professione d'Uomo e di Donna, senza badare a coloro che stendono il banchetto delle loro chincaglierie, reputate "gemme preziose", alle feste di piazza come alle nozze e sono pronti a spacciare le parole in senso proprio e in senso contrario pur di fare i loro interessi.
La "morsa infernale" può stritolare anche l'uomo più forte, sbriciolare le nostre povere convinzioni, ridurre il più bel castello in macerie, e la sabbia della clessidra che scorre imperterrita può diventare una lenta agonia: solo noi possiamo agire per il meglio, ricercare coraggiosamente quell'ultimo spiraglio vitale che non sia solo un miraggio ma il reale itinerario da seguire. La nostra "via crucis" è lì a dimostrare che la vita comporta fatica e dolore, a volte i sogni svaniscono alla luce del mattino, le memorie si dissolvono, poche tracce rimangono del nostro passaggio eppure durature.
I giorni vissuti con passione non scorrono mai sterili, le nostre parole possono sconfiggere immense solitudini e riportare in superficie amori che credevamo svaniti: continuare per la propria strada è l'imperativo.
Vivere e cercare un senso alla vita è cosa ardua: è come dibattersi in un acquario, prigionieri d'un vetro che permette di vedere ma non di toccare: una tremenda "iattura".
Nando Giangregorio è capace di osservare tutto ciò e di riportarlo con parole che sono fulminee intuizioni, lampi di riflessioni, guizzi di saggezza, fotogrammi di memorie, echi dolorosi di remote illusioni: tutto si plasma, mai cede all'assedio della falsità odierna, al "malefico abbaglio" d'una vita dove prevale l'egoismo, dove domina il motto "voglio posso comando", e non si lascia affascinare dal "maliardo" canto d'una moderna sirena che conduce "per illusori sentieri".
Tutto si consuma, così l'amore come l'odio, e il tributo da pagare alla vita è alto eppure si deve alimentarla di "nuovo vigore" e non arrendersi davanti alle prime difficoltà perché quando il vento soffia forte solo i deboli chinano la testa. Il coraggio sta nel continuare il proprio viaggio. Con dignità e orgoglio.
 

Massimo Barile


Fantasia nella realtà


 
PROLOGO
 
 
Cari amici, mi accingo a pubblicare una seconda silloge poetica dal titolo:«Fantasia nella realtà», e mi chiedo: « a cosa serve ?». Oggi la poesia incontra tanta diffidenza ed è ritenuta da molti denigratori «oscura, noiosa e socialmente inutile». Per fortuna, non tutti la pensano così, ma la considerano nobile arte di un mondo irrazionale, in cui il poeta si rifugia per ascoltare il suo inconscio e tradurre in versi la sua visione della vita. Orientarsi in questo mondo può dare a chiunque sappia ascoltare e ascoltarsi punti di riferimento e suggestioni essenziali, per vivere meglio. Quindi, il nettare di Calliope ci porta a capire noi stessi e gli altri attraverso le parole . Pubblicare un testo di poesia per dilettanti, come me, non ha assolutamente uno scopo commerciale. In genere questo concetto non va applicato alla poesia, se non per casi rari, cioè per quei poeti molto conosciuti e molto propagandati. Scrivere poesia, la sento come un'esigenza interiore, che non si può lasciare appassire negli archivi della memoria, come «rimembranza di remota scienza morta». La poesia è come un fiore, che germoglia nell'animo del poeta, e va coltivata e divulgata, per far sentire agli altri il profumo delle nostre emozioni. Pertanto, il poeta si spoglia del suo abito sociale di operatore sanitario, di impiegato e di qualsiasi altra professione e, come rapito, vola sulle ali della fantasia in un mondo irreale e umilmente lancia i suoi messaggi di amore o di dolore, di gioia o di solitudine, trasportando il lettore da un'epoca materialista e indifferente ai nobili ideali, in una dimensione spirituale, fatta di emozioni e sensazioni, che sublimano l'animo.
 

 
A CALLIOPE
 
O Calliope, della Poesia musa e
dell'umile mio canto ispiratrice,
ciba di nuova linfa la mia mente,
ch'è sempre in attesa di lumi, per
colmare la teca dei pensieri miei.
O Musa, fa' che io possa sempre
esternare sensazioni ed emozioni,
che di stupore i cuori riempiono,
e altri avvicinare a questo mondo
di magico incanto e di spiritualità,
ben lungi dalle brutture della vita.
 


 
 
A UN DETENUTO
 
Chissà fino a quando
raccoglieremo ancora
recisi fiori indifesi!
Folle uomo, pentiti!
Hai spento sorrisi,
hai divelto speranze
e ora langui nel buio,
gelido come un iceberg ,
in un oceano di incubi.
La tua mente ora danza
in una palude di nebbia,
coatto lager senza tempo...
Amico mio, pentiti ora,
se vuoi ancora uscire
dalla spirale di tormenti
che oscura gli orizzonti!
Sei in una morsa infernale,
senza più albe né tramonti
e alla mercè dei rimpianti.
Fratello mio, pentiti e
affidati al Padre nostro,
se vuoi tornare a vivere!

 
 
ACROSTICO A
 
Nel nostro iter cristiano
Aleggiano ancora gli echi
Tragici degli infausti eventi.
Aspettiamo, o Bambin Gesù,
La Tua prossima Venuta,
Eterna Luce di noi viandanti.

 
 
ACROSTICO B
 
Padre nostro, che tanto ci ami,
Ancora il FiglioTuo soffre
Sulla croce per noi peccatori.
Questa fragile e blasfema
Umanità non ha trovato
Ancora Pace e Amore.


 
 
ANGELI RAPITI
 
All'improvviso ribelli forze della natura
scuotono povere strutture di sasso fluviale,
che si sbriciolano sotto la furia del sisma,
e una nuvola di polvere annebbia la luce.
Dai detriti, flebili gemiti di voci bianche
toccano il cuore dei solerti soccorritori,
che scavano senza tregua tra le macerie,
per aiutare le speranze di molte mamme.
Ma la natura è inquieta e non si placa ...
In un clima di panico, dolore e sconforto
si consuma un dì funesto a San Giuliano,
che, incredulo, piange la sorte dei suoi cari.
All'imbrunire le vie sono vuote di parole
e nel buio si disperde l'inascoltato pianto
d'una anziana donna senza più speranza.
Che un giorno il sorriso possa ritornare
sul viso di tante mamme esauste di dolore,
per placare l'immane dramma, mai sopito,
per i loro angeli, rapiti in un dì autunnale.

 
 
AUTUNNO, EPILOGO DELLA VITA
 
Un sole, smarrito solo a sprazzi, sorride
alla rorida terra.
Il tremulo vegliardo mira il pallido cielo
ed erompe poi in nostalgici singulti:
rimpiange forse la sua ultima estate.
La natura ostenta ora ipnotiche sembianze,
che saziano le anemiche arsure dei viandanti
e mitigano dell'animo drammi mai sopiti.
Ma presto Meteo oblitera l'effimera parvenza
e avide fauci d'oppressiva angoscia mordono
solitari cuori già prossimi al collasso.
Poi il tempo seguita il suo mordace corso...
Le fragili foglie si staccano dai rami
e meste danzano tra le braccia del vento,
prima di dileguarsi nelle gole dei monti.
Così, come le foglie, anche l'essere umano
danza tra le braccia della sua clessidra,
e quando le danze di amore e di dolore,
di estasi e di sgomento, repentine, cessano,
anch'esso, gelido, si eclissa in un arcano mondo,
in cerca di quella inesausta Luce,
etereo miraggio d'ogni uomo credente.

 
 
BAGLIORI DI SPERANZA
 
Stive d'angosce veleggiano in un mare ostile,
per approdare illese sui lidi della speranza.
È l'odierna odissea di quella sciatta risma,
vittima ribelle dell'endemico sociale degrado.
Vite, già succubi d'un fazioso regime capestro,
sciamano a frotte, a scrutare nuovi orizzonti.
La vita per loro pesa molto più della morte.
Ma vanno incontro, chissà, a quale sorte!
Son come gitani che vagano da Sud a Nord,
accecati da bagliori di lungimirante utopia.
L'estenuante via crucis termina solo quando
i sogni s'infrangono contro un iceberg di gelo,
ed esausti crollano nei bassifondi malavitosi:
coatta manovalanza per droga e prostituzione.
Così, copia di batteri s'annida su quella piaga,
che da tempo corrode il nostro sociale tessuto.
Intanto l'esodo selvaggio continua clandestino.

 
 
COME LE FOGLIE
 
Un policromo paesaggio,
come dipinto ad acquerelli,
si staglia sotto un cielo bigio,
e lo sguardo attonito rapisce
in un nostalgico incanto.
Di vetuste chiome
impietriti arbusti
il vento sfronda.
Come le foglie inerti, lungi
si dipartono a mulinello,
così gomene di pensieri
da spente memorie si dileguano
inesorabili.
I sogni svaniscono d'acchito,
e repentini incombono i rimpianti.
Il cuore rimpiange remote emozioni.
Il fragile Essere il capo reclina,
come in segno di coatta resa,
per abbracciare inusitate realtà,
che la vita sovente in grembo cela.

 
 
COMPLICITA'
 
Giorni sterili scorrono monotoni
in un palese divario relazionale.
Arcani silenzi occultano drammi,
che certo da tempo si stemperano
in un'isterica assurda complicità.
Forse verità da sempre non dette,
forse incomprensioni inespresse
hanno infranto instabili equilibri.
Ma è tardi ormai, per recuperare
un'identità già da tempo perduta.
Non resta che un ultimo tributo
da pagare all'amore, per salvare
un'immagine negli anni sbiadita,
continuando a vivere in antitesi,
un precario nesso, grave dileggio
per una prole innocente e indifesa.
Ma l'occhio indiscreto, in sordina
osserva...e poi irride compiaciuto.

 
 
CONTINUO A SOGNARTI
 
Il desiderio di te mi libra
in un'estasi d'inesplicabile follia,
che solo a sprazzi si attenua
in fugaci amplessi d'intesa.
Negli infiniti silenzi
che dominano la notte
soffro immense solitudini,
e l'eco della tua voce
mi culla l'anima,
sitibonda di peregrine carezze.
Penso ad un pianoforte che piange
note d'una musica mai scritta,
e lentamente m'assopisco sul tuo seno,
somigliante a bianche conchiglie,
e continuo a sognarti tra le mie braccia.

 
 
CONTINUO AD AMARE
 
Il cuore mi parla di amori svaniti
e poi ... di quelli appena sbocciati
e, sotto l'impulso che spinge ad amare,
non sento il sordo richiamo del tempo,
che, subdolo, nel suo perpetuo fluire,
rende sterile ogni forza vitale.
Ma io, libero dalle cosmiche leggi,
sereno, continuo a giocare col tempo
e, inesausto, seguito ancora ad amare,
senza mai intuire ch'è illusorio
l'effimero amplesso che ammalia.

 
 
COS'È L'AMORE
 
L'amore non è soltanto un sogno,
ma per tutti noi un gran bisogno.
Fatale attrazione è sempre l'amore,
che la realtà e i pensieri occupa,
nella speranza di un'esistenza migliore.
È un sentimento puro ed emozionante,
che il cuor trafigge con invisibile strale.
Non conosce né tempo, né età
e l'animo solleva dai quotidiani affanni,
obliando dalla mente remote illusioni.
È come una sirena che ammalia
e trasporta in un magico incanto,
per vivere in simbiosi l'estasi del sogno.
Come una medusa, ghermisce, e poi
stringe forte tra i suoi tentacoli,
per inebriare i sensi di folle passione.
Medicina meravigliosa è l'amore,
ma non la si può prendere a iosa.
 

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Ins. 15-09-2005