- Nei tuoi
occhi
-
- Alla
vita
- vorrei
rinascere
- con occhi
nuovi
- spianare la
strada
- e
finalmente
- vedere...
- Nei tuoi
occhi
- la
luce,
- nei tuoi
occhi
- il mio
riflesso,
- nei tuoi
occhi
- Dio,
- nei tuoi
occhi
- noi
- in un sogno
eterno.
-
- "Sono
solo
perché
- nessuno
mi vuole.
- Accesa
è la
speranza
- anche
se non c'è
più
olio..."
-
- Neve di
marzo
-
- Toccami,
prendimi
- donna dai
sospiri perduti
- dimentica i
troppi affanni
- non
chiederti
- vivi l'attimo e
lasciami fuggire... lontano,
- perché
cingi l'anima smarrita?
- Soffoco.
- Non appartengo a
nessuno
- sono di cui mi
vuole.
- Non aspettarmi,
non cercarmi
- non illuderti,
non aggrapparti
- non
tormentarmi...
- lasciami vagare
in quest'infinito oceano,
- se non mi vedrai
tornare
- non cercare, non
tentare
- sarebbe
inutile
- sono neve di
marzo
- che si scioglie
al tepore
- d'un timido
raggio di sole.
- Divento rigido,
gelido, fragile
- anche se dentro
tenero
- sciolto vedresti
il pianto
- abbevera il
cuore
- lasciami
andare... ne morirei!
- Non piangere
vedendomi sparire
- tra le
scogliere
- d'un sentimento
rievocato
- dal vento
spartano.
- Non trattenermi,
non scalfire
- disimpegna il
cammino ameno
- inasprita lastra
non serve,
- se coinvolta
grondi di gioia
- nel bene
strepita
- d'un raggio di
sole brillato
- sulla neve di
marzo.
-
- È
l'alba
-
- Il bianco
gelsomino ormai dischiuso
- l'aria intorno
ha profumato.
- Il gallo col suo
canto cronometrato
- il parentado ha
risvegliato.
- Gli uccelli
battendo le ali
- svolazzano
incespicando sui rami.
-
- Pigra a
piè del colle una luce s'accende
- d'un tratto
l'aurora le tenebre cancella.
- È l'alba,
nasce un nuovo giorno.
- Pian piano la
città si risveglia,
- l'oscuro
silenzio notturno scompare,
- la luce trionfa
sulla notte,
- la vita trionfa
sulla morte.
-
- Timido il sole
si fa guardare,
- poi accecante si
fa intravedere,
- giù,
sotto il ponte torna a specchiare,
- sulla vasca
colora l'arcobaleno.
- Anche il cuore
è sereno,
- spera che
quest'oggi sia davvero migliore.
-
- Io vorrei almeno
credere
- che quest'alba
così splendida e radiosa
- sia quella d'un
interminabile giorno
- privo di
sofferenze, odio, paure;
- nel quale
nessuno ammazzi, tormenti.
- Forse è
solo un'illusione,
- già alla
radio leggono il giornale
- ed in tante
storie diverse
- ma egualmente
contorte
- non si parla che
di morte.
-
- Acquarelli
-
- Appena
scoccata
- l'alba
- stria di
nubi
- l'ultima
stella
- illuminata.
- Tenua
clicca
- freddi
acquarelli
- in bianco e
nero
- accentuati
contrasti.
- Ripetuti
fotogrammi
- nel succedersi
dei giorni
- raggranellati
all'infinito
- ergono
- la valle
sconvolta
- al primo
risveglio
- col profumo
sottile
- dell'aria
lacerata,
- tra assordanti
rumori
- riprende coi
drammi
- la quotidiana
battaglia.
- Con la morte nel
cuore
- solitaria
barca
- nel mare della
vita
- in balia delle
onde
- naufraga!
- Arrisa dal
sole
- in illusori
momenti
- trafitta
d'incomprensioni
- dissemina
lacrime
- nell'arduo
tentativo
- di varcare
l'eternità.
-
- Carmela
-
- "Carmela...
Carmela!"
- Dalla casa di
pietra
- da tre giorni e
tre notti
- ininterrotta
- s'ode la voce
d'un vecchio.
- A squarciagola
grida
- e l'eco risuona
da lontano
- congiunto.
- Nessuno accorre
al richiamo
- taluni
infastiditi dileggiano:
- "Smettila, va a
dormire!"
- Fa silenzio.
Riprende fiato. Disillude.
- "Carmela...
Carmela!"
- Invoca con
disperazione straziante.
- Esaurisce le
riserve
- prolunga la
pausa.
- "Ha smesso che
sollievo!"
- Asfittico grida
più ardito:
- "Carmela...
Carmela!!!"
- Ormai
stremato
- l'urlo
affievolito crolla.
- Adesso tace per
sempre
- nessun
fastidio
- arreca la voce
inudita.
- La porta
spalancata
- allo sguardo
curioso
- misero scenario
offre.
- Carmela è
morta da tre giorni.
- Con gli occhi
spalancati
- esanime giace il
vecchio
- vicino alla sua
giovane donna.
- Nel volto
affranto
- i segni del
dolore,
- nelle labbra
tumide
- scolpito per
sempre il nome
- invocato sino
alla morte.
-
- UNA SOLA PAROLA
-
- Quel treno
- carico di sogni
- desiderato,
atteso, rifiutato
- quel
treno...perduto
- non ferma
più.
- Vegetano
silenziose ninfee
- entro misteriosi
scafandri
- protette mura
insormontabili
- barricano
frontiere impaurite
- frammiste al
tedio
- si lasciano
andare
- nel quotidiano
purgatorio
- con quella
speranza...
- Sofferente
scorre il tempo
- tra paludi
d'orgoglio
- sconosciuti
granelli
- d'un rosario mai
recitato
- fantasmi
viventi, "diversi"
- incapaci,
rasentano
- assolute
indifferenze, calpestano
- risapute
verità, celate
- nel male
d'esistere, tacciono.
- Basterebbe una
sola parola...
- una buona parola
- frantuma
disperate certezze
- rigenera,
libera, unisce
- distrutte anime.
- Una sola parola
- per non restare
- infinitamente
legati
- all'unica
maledetta compagnia
- questa
attanagliante solitudine
- che toglie
financo il respiro.
-
- DAMMI LA MANO
-
- Farti leggere
vorrei
- nel mio cuore
- per farti capire
- il bene
- che ti voglio.
- Solo tu puoi
colmare
- il vuoto
- che c'è
dentro...
- Non è mai
tardi
- per trovare
quell'attimo
- parlare...
- incominciare.
- Nella tua
saggezza
- il primo passo
- dammi la mano
- ti amo...
- amore che non
delude
- la parte
migliore
- orizzonte di
passione
- l'unica cosa
- che mi fa
sentire
- sicuro.
-
-
- FONTANA ALPINA
-
- Genuflessa sul
muricciòlo
- della rustica
fontana
- abbevera
l'accaldato viso
- e pare una rosa.
- Limpida si
specchia
- nel terso
limaccioso fondale.
- Dal canale
appeso
- fresca sgorga
l'acqua
- scrosciando
s'infrange...
- nell'arcobaleno.
- Col tenero sole
di maggio
- intona il
venticello la melodia
- in siffatta
oasi, un tempo
- corollata d'orme
di animali
- è
sconcio, è pantano,
- è vetrina
di rifiuti...
- abbandonati alla
civiltà
- dell'uomo
- che fa scempio
- dell'affidato
territorio
- mai appartenuto.
- Scorcio d'un
pianeta contaminato
- tutto alla
deriva...
- pungolo profondo
nelle coscienze
- dei troppi
inerti e indifferenti.
- Senza inganno
- forse dal cielo,
una mano
- e... tante
insieme
- inculcano
- rispetto e
dignità
- per vivere in un
mondo pulito.
- HO CAMMINATO
-
- A piedi nudi
- su cocci di
vetro
- ho camminato,
- tante volte,
- sulla stessa
via,
- storta,
- ho sfiorato
l'incerto,
- pellegrino
- in cerca di
speranza
- ho invocato Te
- o Signore!
- A modo mio
- senza capire
- senza vedere
- il bene
- anche
nell'incertezza
- di quel giorno
- sofferto e
patito.
-
-
- ATTENDERTI
-
- Tu non sai
quant'è stancante attenderti
- apparire
inosservato tra la gente
- mimetizzarmi,
ben desto, nei volti dei passanti
- per non mostrare
la sembiante inquietudine.
- Attendere attimo
dopo attimo
- attendere e
fremere dopo la premeditata ora,
- non trovarti,
non vederti arrivare...
- mi fa trasalire.
- Quando
finalmente giungi
- non dici mai una
parola
- per le tue
perplessità e i tuoi silenzi evasivi
- mille pensieri
s'affollano nella mia mente.
- Rannicchiata poi
tra le mie braccia
- ti perdi e
t'abbandoni,
- col sottile filo
delle labbra m'incontri
- in uno strano
giuoco che trascina.
- Amore amore
amore continuo a sussurrare
- ma tu non ne
vuoi parlare,
- amore strano,
controverso, desiderato, inatteso;
- preludio d'un
cigolio che c'incatena.
- Nelle brevi
pause, nella quiete
- affannoso s'ode
rimbombar nel petto
- un mormorio
picchettante, come una campana
- s'attacca al mio
e risuona.
- Lontano corre
fisso il tuo sguardo
- pensosa appari
pronta a nascondere qualcosa,
- mai una giusta
risposta dai
- seppur centinaia
ne racchiudi in un generico "forse"
- Dove sei... dove
corri?
- perchè
insegui invano una fiducia
- che in me non ti
par di trovare,
- proprio non so
dartela?
- Mesta divaghi
nel tuo io per esplodere
- timorosa cerchi
l'attimo per fuggire,
- lasciarmi,
attenderti, all'infinito
- senza
bisbigliare una parola.
-
-
-
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