Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
 "Parole e immagini dell'infinito"
di Renata Capria D'Aronco

160 pagg.
24 foto
4 ill.ni
Ed. Mediterranee
ISBN 88-272-1266-3
Euro 12,91


Renata Capria D'Aronco
Parole e Immagini dall'Infinito
Psicofonia e Transcomunicazione

Con gli esperimenti di RAFFAELLA GREMESE
Prefazioni: P. François Brune
P. Ulderico Pasquale Magni

"Questo libro è un'opera di sofferenza, di amore e, anche, di molta umiltà davanti ai misteri della vita, della morte, dell'aldilà, della volontà di Dio. Ma è anche un'opera bellissima, che potrebbe aiutare molti a ritrovare il senso di tutto nella luce di Dio".
Queste righe finali della prefazione di Padre François Brune, teologo di fama internazionale, ben sintetizzano il contenuto del volume, basato sull'esperienza e sulla ricerca che Renata Capria D'Aronco ha vissuto in stretta collaborazione con Raffaella Gremese.
L'opera, sicuramente la più importante e aggiornata nel suo genere in Italia, si addentra nel mondo del paranormale, descrivendo con entusiasmo ed emozione il fenomeno delle "voci dell'Aldilà" e della Metavisione, ossia delle immagini dal mondo dei «viventi nella "Vita oltre la vita"» che appaiono sullo schermo TV. Un cammino denso di incertezze, intuizioni e timori, che danno luogo a profonde riflessioni, nel tentativo di trovare un punto di contatto con la fede.
La Capria D'Aronco e la Gremese sono state tra le prime ad occuparsi di Metafonia e di Metavisione, documentando il fenomeno con fotografie.
La scoperta di una realtà straordinaria, gli esperimenti condotti in prima persona e la descrizione di tutte le tecniche utilizzate per la captazione delle immagini, spiegata nel libro nei minimi particolari, fanno del volume un'opera veramente unica. I messaggi ricevuti dalle entità, i risultati di anni di studi e di esperimenti, con voci e immagini di un' "Altra Realtà" dimostrano che è possibile stabilire tale contatto: un'esperienza autenticamente vissuta, che ha meritato l'interesse di coloro che si dedicano a queste ricerche e l'apprezzamento dei maggiori esperti e studiosi del mondo.
Renata Capria D'Aronco è udinese. Con innata inclinazione per la ricerca-azione, in seguito a sofferte vicende familiari, nel 1977 intraprende lo studio "delle voci e delle immagini dall'Aldilà", cominciando dalla Metafonia (fenomenologia presunta paranormale sperimentale a base elettronica), alla cui sperimentazione tecnico-pratica viene alfabetizzata dagli antesignani in Italia: Roberto Mangani e Gabriella Alvisi. Da allora il suo indagare è un continuo "crescendo", e la conduce dalla Metafonia alla Metavisione, nello studio compiuto in costante sinergia con Raffaella Gremese.
R. Gremese, torinese, abitante a Udine, dal 1978 - giunto il padre nell'Altra Realtà - inizia a sperimentare la Metafonia, dedicandovisi con abnegazione.
Nel 1983 R. Gremese e R. Capria D'Aronco istituiscono un sodalizio che ottiene notevoli risultati sperimentali: Il Circolo di Metafonia e di Metavisione (Sperimentazione e Ricerca Operativa).

R. Capria D'Aronco, su tale ricerca-azione, ha pubblicato, nell'aprile del 1999, con le Edizioni Mediterranee (via Flaminia 109, Roma) un testo, reperibile nelle librerie. "Questo libro è un'opera di sofferenza, di amore e, anche, di molta umiltà davanti ai misteri della vita, della morte, dell'aldilà, della volontà di Dio. Ma è anche un'opera bellissima, che potrebbe aiutare molti a ritrovare il senso di tutto nella luce di Dio".
Le righe finali della prefazione di Père François Brune, teologo francese di fama internazionale, sintetizzano adeguatamente il contenuto del volume, fondato sull'esperienza, che R. Capria D'Aronco ha vissuto in collaborazione con R. Gremese. L'opera, attualmente la più importante ed aggiornata in Italia, descrive con pàthos e competenza la Metafonia e la Metavisione: le parole e le immagini - giunte tramite registratore, radio, TV... - di chi vivrebbe la "Vita oltre la vita".
Le due studiose sono state fra le prime a dedicare la riflessione teorico-pratica a tali fenomenologie, documentando le indagini con registrazioni e foto. La conoscenza della Transcomunicazione strumentale, gli esperimenti condotti personalmente e la descrizione delle tecniche usate - in ispecie per la ricezione delle immagini - fanno del volume un'opera singolare. I messaggi uditivi e visivi ricevuti (risultato concreto di più di trent'anni di studi e di sperimentazioni) sono a ipotizzare che chiunque potrebbe essere in grado di stabilire un dialogo con altre dimensioni: un'esperienza vissuta, che ha suscitato l'attenzione di coloro che si dedicano a queste ricerche e la considerazione degli esperti dei cinque continenti. Presenti nel libro una trentina di immagini dimostrative (Fonti fotografiche: R. Gremese).
R. Capria D'Aronco, con R. Gremese, è disponibile ad illustrare, alle persone interessate, i dati oggettivi, testimonianza di studio e di ricerca-azione.

Metafonia e metavisione
Quelle parole e quelle voci da sempre attese

Carlo Sgorlon



È comparso da poco, nelle Edizioni Mediterranee di Roma, specializzate in problemi esoterici, un libro di Renata Capria D'Aronco, una signora udinese: Parole e immagini dall'Infinito. Ella racconta, con semplicità e sincerità assolute, esperimenti di metafonia e di metavisione realizzati da più di vent'anni a questa parte assieme a un'amica, Raffaella Gremese. Si tratta di esperimenti nuovi, anche se non nuovissimi; di registrazioni di suoni, che spesso diventano parole intelligibili, e di immagini mai trasmesse da nessuno. Di fronte a fenomeni come questi l'atteggiamento degli uomini è molto diverso, come è facile prevedere. Vi è per esempio un'autorevole commissione italiana per il controllo dei fenomeni paranormali, la quale nega che fenomeni di quel genere si siano mai verificati in qualunque luogo e tempo. Nell'altra parte si collocano invece coloro che credono che esistano altri piani o dimensioni della realtà, oltre quelle dell'universo fisico. La possibilità di esistenza di queste dimensioni è confermata da illustri matematici e fisici, dal napoletano Luigi Fantappiè, che io sentii parlare di questi argomenti cinquant'anni fa alla Scuola Normale Superiore di Pisa, e il siciliano Antonino Zichichi. Il mondo, secondo costoro, non ha soltanto le quattro dimensioni della relatività einsteiniana, ma molte di più. Sedici, secondo Fantappiè, e addirittura quarantatré secondo Zichichi. Chi ha ragione? Da che parte stare?
Sono convinto che vi siano infiniti fenomeni del reale che non hanno spiegazione scientifica. Affermare che non esistono è troppo sbrigativo e troppo semplice. È come dire che non sono mai esistiti i medium, o i taumaturghi, o medium-taumaturghi e santi, a cominciare da Padre Pio, che hanno prodotto infiniti fenomeni paranormali. Tutto il reale, anche quello fenomenico, indagato dalla scienza, è sostanzialmente misterioso e inesplicabile; e cosa siano nella loro essenza le particelle (elettroni, protoni e neutroni) e le forze (gravitazionale, elettromagnetica debole ed elettromagnetica forte), ossia le componenti dell'universo fisico, non lo sappiamo minimamente.
Noi uomini siamo sempre, per destino, pellegrini del mistero. Perciò non stento a credere che vi siano altre dimensioni dell'universo, anche se talvolta ricevo dagli scienziati razionalisti e increduli, che parlano dell'altra schiera come fosse composta soltanto di Calandrini creduloni e superstiziosi, strigliate graffianti. Senza dubbio il campo del paranormale è pieno di imbroglioni, di millantatori, di gente che sfrutta il profondo bisogno degli uomini di credere almeno alla possibilità di ricevere un segnale rivelatore dal mondo del mistero. È bene perciò stare in guardia ed essere diffidenti al massimo. Ma della signora Capria D'Aronco mi rendo garante presso i lettori, perché la conosco molto bene. E la mia certezza che nel suo libro non riferisca se non cose vere e accadute è assolutamente totale. Come molti altri che si sono interessati dei medesimi problemi, Renata Capria D'Aronco cominciò a occuparsi di metafonia e di metavisione dopo tragiche esperienze personali, ossia dopo aver perduto figli appena nati o non ancora venuti alla luce. In lei è scattata la solita, eterna domanda: qualcosa di loro esiste ancora? Li rivedrò, o li ho perduti per sempre?
Si rifugiò in montagna, in Carnia, alla ricerca delle proprie radici, come generalmente accade a coloro che non accettano più di vivere all'interno della logica futile e inconsistente, priva di anima e di qualsiasi spessore, che caratterizza quasi tutta la cultura moderna.
Prima di entrare nelle loro sperimentazioni, la signora Capria D'Aronco e la sua amica Raffaella Gremese si sono convinte, sulla base della loro elementare conoscenza della fisica moderna, che la realtà non è che un tessuto di fenomeni vibratorii, elettrici, di campi elettromagnetici di ogni dimensione, di attrazioni e repulsioni, di flussi di particelle (la luce, l'elettricità) piuttosto che di materia vera e propria, come la si intendeva uno o due secoli fa. Con questa concezione di partenza le due signore si sono convinte che era possibile che voci e figure dell'Aldilà potessero essere registrate con le tecniche della radiofonia e della televisione; e che, "esseri di luce", o "passeggeri dell'eternità", con le loro strane frasi, registrate sui nastri dei loro esperimenti, o con le loro forme, apparse sugli schermi televisivi o sulle lastre fotografiche, si siano rivelati misteriosamente.
Fenomeni simili ormai sono noti da molti anni. Ma in queste cose ogni sperimentazione riuscita è come fosse la prima. Renata Capria D'Aronco sentì in sé, fin da giovanissima, un forte impulso a cercare l'infinito, il soprannaturale, l'eterno. In lei v'erano dunque le componenti sia del "medium" sia del mistico. Ma quando, dopo anni di sperimentazioni, cominciò a sentire le prime parole, le prime frasi, e magari riconobbe la voce di persone scomparse, la sua emozione fu enorme. Fu quella di chi si ritrova il messaggio di verità aspettato per tutta la vita, dentro una bottiglia o un medium qualsiasi. Ma che cosa sono, queste voci e queste forme? Di dove vengono? A chi appartengono? Secondo gli scienziati increduli si tratta di registrazioni casuali di parole, frasi o immagini che circolano in numero esorbitante nel vuoto, trasportate da infinite onde di ogni tipo. Ma se si analizzano le parole e le frasi registrate con infinita pazienza dalle due signore udinesi, non pare proprio che si tratti di questo. Le voci spesso rispondono a domande che sono state poste. Sono un fenomeno medianico? Provengono forse dall'inconscio delle due signore, capaci di impressionare i nastri e di materializzare delle voci e delle forme luminose, come certi medium producono ectoplasmi di materia simulata? O vengono dall'Aldilà? O esiste qualche altra spiegazione? Le nostre sperimentatrici non sono dogmatiche e non ci impongono una spiegazione, anche se è evidente che l'ago della loro bussola tende verso la trascendenza. Ma almeno una cosa è chiara, in questo libro emozionante e fascinoso: che il mondo è infinitamente più complesso e misterioso di quanto ritengano le nostre povere filosofie.

Udine, 18 Luglio 1999

1. Metafonia e metavisione

 
D'ora in avanti spazio e tempo, come
concetti distinti, sono destinati a svanire
come ombre.


Hermann Minkowski (1908)


Vi è un segno matematico, oo, che è il simbolo dell'infinito, ossia di ciò che è senza principio e senza confine. Il concetto di infinito è forse la massima conquista del pensiero logico e matematico. La dimensione in cui l'infinito non trova collocazione, se non come problema da rimuovere in qualche modo, e possibilmente da evitare, è quella del mondo materiale. Ma il sentimento dell'infinito appartiene ad ognuno di noi, e ciascuno si sforza di appagarlo come può. L'ho fatto anch'io, e questo libro è la testimonianza, rigorosamente esatta, delle mie esperienze in questo campo.
L'otto agosto del 1988 presi la decisione di raccontare le mie esperienze. In questa data vi sono quattro 8. Se la cifra otto viene adagiata sul fianco, oo , ci troviamo di fronte a ben quattro simboli dell'infinito. Una singolare coincidenza. All'alba di quel giorno partii da Udine, la città in cui abito fin da neonata. Mi recai nel nord del Friuli a cercare le mie radici. Mi rifugiai tra i monti di Forni di Sopra, nella casa paterna di pietra e di legno, con i gerani alle finestre, nascosta nel tranquillo villaggio Tintai. Lontana dai rumori del mondo moderno, totalmente immersa nel presente, avvertii me stessa come un'oasi silenziosa, fuori del tempo e dello spazio. Tintai è un luogo incantevole, un paesaggio di sogno, adagiato in una quieta vallata, fedele custode della mia vita tempestosa, carica di lacerazioni, ma ritmata anche da momenti di tranquillità e di intensa spiritualità.
La sofferenza era entrata spesso nella mia vita e aveva provocato l'affioramento di zone del mio sentire che non sapevo neppure di possedere. Quando tutto mi sembrava perduto, a causa di traumi subiti, il mio desiderio di vivere rifiorì attraverso una lenta ma entusiasmante riconquista di ciò che la sorte mi aveva sottratto. Amavo quella valle attraversata dal Tagliamento, che nasce al Passo della Mauria, al confine tra le Alpi carniche e le Dolomiti orientali. Amavo le sue acque antiche, eppure sempre nuove. Per me erano il simbolo dell'eterno fluire del tempo nello spazio. Le pietre del fiume che docilmente si lasciano levigare dallo scorrere eterno dell'acqua, mi parvero una metafora di me stessa, che sono continuamente modellata dal passare del tempo.
Raccolta nella solitudine dei boschi intricati e dei pascoli aperti, ebbi la sensazione profonda e raccolta di me stessa, anima e corpo, pneuma e soma. Riflettei a come negli ultimi anni io avessi faticosamente cercato di conoscere e governare energie sconosciute, le quali con forza mi avevano spinta nelle direzioni che hanno tracciato la strada maestra della mia vita.
Avevo avvertito e seguito le voci dell'intuizione, dell'ispirazione, della vocazione e, quando mi era stato possibile, le avevo ascoltate con diligenza, assecondando le mie disposizioni naturali. Avevo imparato a guardarmi dentro, a decifrare me stessa, a leggermi e a rileggermi in profondità. In tal modo scoprii via via il mio mondo più intimo, misterioso e sconosciuto a me stessa.
Vincendo l'ignavia accomodante, pronta ad accettare i piani più banali e insignificanti dell'esistenza, salii alla individuazione dei valori essenziali, dei problemi della sofferenza e della morte, e ai dilemmi che riguardavano le grandi problematiche della vita e dell'Essere.
Il problema sovrano era ovviamente quello di Dio. Con emozione sempre rinnovata ripercorrevo avanti e indietro tanti momenti importanti e anzi nodali della mia esistenza, giù giù fino alla giovinezza e quasi alle origini di me stessa. Ogni volta mi sembrava di riuscire a cogliere l'eternità e l'infinito. Ero alla ricerca della mia identità più profonda. Cercavo di abbattere i muri dell'oscurità, aspirando a quanto vi è di più alto. Guidata da una bussola invisibile, ho cercato di raggiungere i moti dell'anima più inafferrabili e i piani della creatività più ardua.
In questo modo arrivai a una scoperta fantastica. Compresi che la mia unica luce, sul piano della conoscenza e quello dell'inconscio, era Dio, e il messaggio profondo e silenzioso della natura, che mi parlava dell'Artefice dell'universo.
Ripensavo spesso anche ad una mia cara amica, Jolanda Raffaella Gremese Fusario, nata a Torino, ma diventava cittadina udinese da molti anni. Raffaella, ammirevole per coraggio e tenacia, dotata di una volontà di ferro, è un'esperta ricercatrice in un'area estrema, di confine del conoscere, ossia nella metafonia e metavisione: la comunicazione strumentale tra il mondo umano e quello, presumibilmente, dell'Aldilà (foto 2). Strumentale significa attuata con apparecchi elettronici come il magnetofono, la radio, il videoregistratore, il televisore (usato come semplice monitor), la telecamera, la macchina fotografica.
Ho accompagnato Raffaella in una serie eccezionale di esperimenti e poi, ad un certo punto, ho avvertito l'esigenza di annotare quanto venivo vivendo, e di fondere le mie note in un libro. Ho vissuto, in qualità di assistente, un'affascinante avventura, che va oltre le possibilità dell'umana comprensione.
Attraverso i mezzi elettronici che ho ricordato, l'inudibile si è fatto ascoltare e l'invisibile si è rivelato alla vista. Ho ascoltato voci presunte paranormali ed ho osservato immagini al di fuori di ogni esperienza visiva. Certo si trattava di indizi, basati su misure, più che prove, ossia audizioni e visioni di ardua ma possibile interpretazione. Gli esperimenti di Raffaella sono probabilmente gli elementi di una scienza che sta nascendo, che non è ancora formata e completa, ed alla quale perciò molti negano ogni validità. Tra costoro va citata la "Commissione di controllo per i fenomeni paranormali", che ha sempre negato l'esistenza dei fatti che escono dalle dimensioni della scienza ufficiale.
A questo punto mi sembra necessario sottolineare alcune cose, che sono applicabili alla conoscenza universale. La prima è che ogni scienza, avanti di diventare tale, consiste in una serie di esperimenti, cui si cerca di dare un fondamento generale mediante teorie e ipotesi di lavoro. Viene dato cioè il nome solenne di scienza ad un complesso di conoscenze che si è venuto arricchendo nel tempo, e a cui si è cercato di dare una spiegazione di genere razionale e universale, che viene accettata in un determinato periodo storico, ma che non vale più, spesso nel periodo successivo. Così scienza cosmica furono considerate prima le dottrine di Claudio Tolomeo, poi quelle di Galileo Galilei, poi quelle di Newton, poi quelle di Kant e Laplace, successivamente quelle di Einstein.
Le conoscenze sulla materia furono ritenute scienza dai materialisti del secolo Diciottesimo e Diciannovesimo, finché, con le successive scoperte sulla struttura della materia e dell'atomo, a cominciare dai coniugi Curie fino ai nostri giorni, la materia è diventata un concetto in crisi, ed oggi viene ritenuta, scientificamente, energia potenziale. Si noti poi che la scienza conosce sempre il "come" dei fenomeni, e mai il "perché", l'ultima sostanza, l'ultima spiegazione, che rimangono sempre un mistero sepolto nei territori di Dio. Infatti cos'è l'energia, nella sua essenza? È materiale o spirituale? Si noti inoltre (come ricorda padre Ulderico Pasquale Magni nella Presentazione) che i mezzi tecnologici più perfezionati offerti dalla scienza rendono oggi osservabili molti fenomeni prima invisibili, o comunque non percepibili. Oggi ad esempio possediamo i mezzi per rilevare gli ultrasuoni, o i raggi ultravioletti ed infrarossi, o i raggi cosmici...

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Agg. 09-09-2008