- Renata
Capria D'Aronco è udinese. Con innata
inclinazione per la ricerca-azione, in seguito a
sofferte vicende familiari, nel 1977 intraprende lo
studio "delle voci e delle immagini
dall'Aldilà", cominciando dalla Metafonia
(fenomenologia presunta paranormale sperimentale a
base elettronica), alla cui sperimentazione
tecnico-pratica viene alfabetizzata dagli antesignani
in Italia: Roberto Mangani e Gabriella Alvisi. Da
allora il suo indagare è un continuo
"crescendo", e la conduce dalla Metafonia alla
Metavisione, nello studio compiuto in costante
sinergia con Raffaella Gremese.
- R.
Gremese, torinese, abitante a Udine, dal 1978 - giunto
il padre nell'Altra Realtà - inizia a
sperimentare la Metafonia, dedicandovisi con
abnegazione.
- Nel
1983 R. Gremese e R. Capria D'Aronco istituiscono un
sodalizio che ottiene notevoli risultati sperimentali:
Il Circolo di Metafonia e di Metavisione
(Sperimentazione e Ricerca Operativa).
-
R. Capria D'Aronco, su tale ricerca-azione, ha
pubblicato, nell'aprile del 1999, con le Edizioni
Mediterranee (via Flaminia 109, Roma) un testo,
reperibile nelle librerie. "Questo libro è
un'opera di sofferenza, di amore e, anche, di molta
umiltà davanti ai misteri della vita, della
morte, dell'aldilà, della volontà di
Dio. Ma è anche un'opera bellissima, che
potrebbe aiutare molti a ritrovare il senso di tutto
nella luce di Dio".
- Le
righe finali della prefazione di Père
François Brune, teologo francese di fama
internazionale, sintetizzano adeguatamente il
contenuto del volume, fondato sull'esperienza, che R.
Capria D'Aronco ha vissuto in collaborazione con R.
Gremese. L'opera, attualmente la più importante
ed aggiornata in Italia, descrive con pàthos e
competenza la Metafonia e la Metavisione: le parole e
le immagini - giunte tramite registratore, radio,
TV... - di chi vivrebbe la "Vita oltre la
vita".
- Le
due studiose sono state fra le prime a dedicare la
riflessione teorico-pratica a tali fenomenologie,
documentando le indagini con registrazioni e foto. La
conoscenza della Transcomunicazione strumentale, gli
esperimenti condotti personalmente e la descrizione
delle tecniche usate - in ispecie per la ricezione
delle immagini - fanno del volume un'opera singolare.
I messaggi uditivi e visivi ricevuti (risultato
concreto di più di trent'anni di studi e di
sperimentazioni) sono a ipotizzare che chiunque
potrebbe essere in grado di stabilire un dialogo con
altre dimensioni: un'esperienza vissuta, che ha
suscitato l'attenzione di coloro che si dedicano a
queste ricerche e la considerazione degli esperti dei
cinque continenti. Presenti nel libro una trentina di
immagini dimostrative (Fonti fotografiche: R.
Gremese).
- R.
Capria D'Aronco, con R. Gremese, è disponibile
ad illustrare, alle persone interessate, i dati
oggettivi, testimonianza di studio e di
ricerca-azione.
-
- Metafonia
e metavisione
Quelle parole e quelle voci da sempre attese
Carlo
Sgorlon
- È
comparso da poco, nelle Edizioni Mediterranee di Roma,
specializzate in problemi esoterici, un libro di
Renata Capria D'Aronco, una signora udinese: Parole e
immagini dall'Infinito. Ella racconta, con
semplicità e sincerità assolute,
esperimenti di metafonia e di metavisione realizzati
da più di vent'anni a questa parte assieme a
un'amica, Raffaella Gremese. Si tratta di esperimenti
nuovi, anche se non nuovissimi; di registrazioni di
suoni, che spesso diventano parole intelligibili, e di
immagini mai trasmesse da nessuno. Di fronte a
fenomeni come questi l'atteggiamento degli uomini
è molto diverso, come è facile
prevedere. Vi è per esempio un'autorevole
commissione italiana per il controllo dei fenomeni
paranormali, la quale nega che fenomeni di quel genere
si siano mai verificati in qualunque luogo e tempo.
Nell'altra parte si collocano invece coloro che
credono che esistano altri piani o dimensioni della
realtà, oltre quelle dell'universo fisico. La
possibilità di esistenza di queste dimensioni
è confermata da illustri matematici e fisici,
dal napoletano Luigi Fantappiè, che io sentii
parlare di questi argomenti cinquant'anni fa alla
Scuola Normale Superiore di Pisa, e il siciliano
Antonino Zichichi. Il mondo, secondo costoro, non ha
soltanto le quattro dimensioni della relatività
einsteiniana, ma molte di più. Sedici, secondo
Fantappiè, e addirittura quarantatré
secondo Zichichi. Chi ha ragione? Da che parte
stare?
- Sono
convinto che vi siano infiniti fenomeni del reale che
non hanno spiegazione scientifica. Affermare che non
esistono è troppo sbrigativo e troppo semplice.
È come dire che non sono mai esistiti i medium,
o i taumaturghi, o medium-taumaturghi e santi, a
cominciare da Padre Pio, che hanno prodotto infiniti
fenomeni paranormali. Tutto il reale, anche quello
fenomenico, indagato dalla scienza, è
sostanzialmente misterioso e inesplicabile; e cosa
siano nella loro essenza le particelle (elettroni,
protoni e neutroni) e le forze (gravitazionale,
elettromagnetica debole ed elettromagnetica forte),
ossia le componenti dell'universo fisico, non lo
sappiamo minimamente.
- Noi
uomini siamo sempre, per destino, pellegrini del
mistero. Perciò non stento a credere che vi
siano altre dimensioni dell'universo, anche se
talvolta ricevo dagli scienziati razionalisti e
increduli, che parlano dell'altra schiera come fosse
composta soltanto di Calandrini creduloni e
superstiziosi, strigliate graffianti. Senza dubbio il
campo del paranormale è pieno di imbroglioni,
di millantatori, di gente che sfrutta il profondo
bisogno degli uomini di credere almeno alla
possibilità di ricevere un segnale rivelatore
dal mondo del mistero. È bene perciò
stare in guardia ed essere diffidenti al massimo. Ma
della signora Capria D'Aronco mi rendo garante presso
i lettori, perché la conosco molto bene. E la
mia certezza che nel suo libro non riferisca se non
cose vere e accadute è assolutamente totale.
Come molti altri che si sono interessati dei medesimi
problemi, Renata Capria D'Aronco cominciò a
occuparsi di metafonia e di metavisione dopo tragiche
esperienze personali, ossia dopo aver perduto figli
appena nati o non ancora venuti alla luce. In lei
è scattata la solita, eterna domanda: qualcosa
di loro esiste ancora? Li rivedrò, o li ho
perduti per sempre?
- Si
rifugiò in montagna, in Carnia, alla ricerca
delle proprie radici, come generalmente accade a
coloro che non accettano più di vivere
all'interno della logica futile e inconsistente, priva
di anima e di qualsiasi spessore, che caratterizza
quasi tutta la cultura moderna.
- Prima
di entrare nelle loro sperimentazioni, la signora
Capria D'Aronco e la sua amica Raffaella Gremese si
sono convinte, sulla base della loro elementare
conoscenza della fisica moderna, che la realtà
non è che un tessuto di fenomeni vibratorii,
elettrici, di campi elettromagnetici di ogni
dimensione, di attrazioni e repulsioni, di flussi di
particelle (la luce, l'elettricità) piuttosto
che di materia vera e propria, come la si intendeva
uno o due secoli fa. Con questa concezione di partenza
le due signore si sono convinte che era possibile che
voci e figure dell'Aldilà potessero essere
registrate con le tecniche della radiofonia e della
televisione; e che, "esseri di luce", o "passeggeri
dell'eternità", con le loro strane frasi,
registrate sui nastri dei loro esperimenti, o con le
loro forme, apparse sugli schermi televisivi o sulle
lastre fotografiche, si siano rivelati
misteriosamente.
- Fenomeni
simili ormai sono noti da molti anni. Ma in queste
cose ogni sperimentazione riuscita è come fosse
la prima. Renata Capria D'Aronco sentì in
sé, fin da giovanissima, un forte impulso a
cercare l'infinito, il soprannaturale, l'eterno. In
lei v'erano dunque le componenti sia del "medium" sia
del mistico. Ma quando, dopo anni di sperimentazioni,
cominciò a sentire le prime parole, le prime
frasi, e magari riconobbe la voce di persone
scomparse, la sua emozione fu enorme. Fu quella di chi
si ritrova il messaggio di verità aspettato per
tutta la vita, dentro una bottiglia o un medium
qualsiasi. Ma che cosa sono, queste voci e queste
forme? Di dove vengono? A chi appartengono? Secondo
gli scienziati increduli si tratta di registrazioni
casuali di parole, frasi o immagini che circolano in
numero esorbitante nel vuoto, trasportate da infinite
onde di ogni tipo. Ma se si analizzano le parole e le
frasi registrate con infinita pazienza dalle due
signore udinesi, non pare proprio che si tratti di
questo. Le voci spesso rispondono a domande che sono
state poste. Sono un fenomeno medianico? Provengono
forse dall'inconscio delle due signore, capaci di
impressionare i nastri e di materializzare delle voci
e delle forme luminose, come certi medium producono
ectoplasmi di materia simulata? O vengono
dall'Aldilà? O esiste qualche altra
spiegazione? Le nostre sperimentatrici non sono
dogmatiche e non ci impongono una spiegazione, anche
se è evidente che l'ago della loro bussola
tende verso la trascendenza. Ma almeno una cosa
è chiara, in questo libro emozionante e
fascinoso: che il mondo è infinitamente
più complesso e misterioso di quanto ritengano
le nostre povere filosofie.
Udine, 18 Luglio 1999
-
- 1.
Metafonia e metavisione
-
- D'ora
in avanti spazio e tempo, come
concetti distinti, sono destinati a svanire
come ombre.
Hermann Minkowski (1908)
Vi è un segno matematico, oo, che è il
simbolo dell'infinito, ossia di ciò che
è senza principio e senza confine. Il concetto
di infinito è forse la massima conquista del
pensiero logico e matematico. La dimensione in cui
l'infinito non trova collocazione, se non come
problema da rimuovere in qualche modo, e possibilmente
da evitare, è quella del mondo materiale. Ma il
sentimento dell'infinito appartiene ad ognuno di noi,
e ciascuno si sforza di appagarlo come può.
L'ho fatto anch'io, e questo libro è la
testimonianza, rigorosamente esatta, delle mie
esperienze in questo campo.
- L'otto
agosto del 1988 presi la decisione di raccontare le
mie esperienze. In questa data vi sono quattro 8. Se
la cifra otto viene adagiata sul fianco, oo , ci
troviamo di fronte a ben quattro simboli
dell'infinito. Una singolare coincidenza. All'alba di
quel giorno partii da Udine, la città in cui
abito fin da neonata. Mi recai nel nord del Friuli a
cercare le mie radici. Mi rifugiai tra i monti di
Forni di Sopra, nella casa paterna di pietra e di
legno, con i gerani alle finestre, nascosta nel
tranquillo villaggio Tintai. Lontana dai rumori del
mondo moderno, totalmente immersa nel presente,
avvertii me stessa come un'oasi silenziosa, fuori del
tempo e dello spazio. Tintai è un luogo
incantevole, un paesaggio di sogno, adagiato in una
quieta vallata, fedele custode della mia vita
tempestosa, carica di lacerazioni, ma ritmata anche da
momenti di tranquillità e di intensa
spiritualità.
- La
sofferenza era entrata spesso nella mia vita e aveva
provocato l'affioramento di zone del mio sentire che
non sapevo neppure di possedere. Quando tutto mi
sembrava perduto, a causa di traumi subiti, il mio
desiderio di vivere rifiorì attraverso una
lenta ma entusiasmante riconquista di ciò che
la sorte mi aveva sottratto. Amavo quella valle
attraversata dal Tagliamento, che nasce al Passo della
Mauria, al confine tra le Alpi carniche e le Dolomiti
orientali. Amavo le sue acque antiche, eppure sempre
nuove. Per me erano il simbolo dell'eterno fluire del
tempo nello spazio. Le pietre del fiume che docilmente
si lasciano levigare dallo scorrere eterno dell'acqua,
mi parvero una metafora di me stessa, che sono
continuamente modellata dal passare del
tempo.
- Raccolta
nella solitudine dei boschi intricati e dei pascoli
aperti, ebbi la sensazione profonda e raccolta di me
stessa, anima e corpo, pneuma e soma. Riflettei a come
negli ultimi anni io avessi faticosamente cercato di
conoscere e governare energie sconosciute, le quali
con forza mi avevano spinta nelle direzioni che hanno
tracciato la strada maestra della mia
vita.
- Avevo
avvertito e seguito le voci dell'intuizione,
dell'ispirazione, della vocazione e, quando mi era
stato possibile, le avevo ascoltate con diligenza,
assecondando le mie disposizioni naturali. Avevo
imparato a guardarmi dentro, a decifrare me stessa, a
leggermi e a rileggermi in profondità. In tal
modo scoprii via via il mio mondo più intimo,
misterioso e sconosciuto a me stessa.
- Vincendo
l'ignavia accomodante, pronta ad accettare i piani
più banali e insignificanti dell'esistenza,
salii alla individuazione dei valori essenziali, dei
problemi della sofferenza e della morte, e ai dilemmi
che riguardavano le grandi problematiche della vita e
dell'Essere.
- Il
problema sovrano era ovviamente quello di Dio. Con
emozione sempre rinnovata ripercorrevo avanti e
indietro tanti momenti importanti e anzi nodali della
mia esistenza, giù giù fino alla
giovinezza e quasi alle origini di me stessa. Ogni
volta mi sembrava di riuscire a cogliere
l'eternità e l'infinito. Ero alla ricerca della
mia identità più profonda. Cercavo di
abbattere i muri dell'oscurità, aspirando a
quanto vi è di più alto. Guidata da una
bussola invisibile, ho cercato di raggiungere i moti
dell'anima più inafferrabili e i piani della
creatività più ardua.
- In
questo modo arrivai a una scoperta fantastica.
Compresi che la mia unica luce, sul piano della
conoscenza e quello dell'inconscio, era Dio, e il
messaggio profondo e silenzioso della natura, che mi
parlava dell'Artefice dell'universo.
- Ripensavo
spesso anche ad una mia cara amica, Jolanda Raffaella
Gremese Fusario, nata a Torino, ma diventava cittadina
udinese da molti anni. Raffaella, ammirevole per
coraggio e tenacia, dotata di una volontà di
ferro, è un'esperta ricercatrice in un'area
estrema, di confine del conoscere, ossia nella
metafonia e metavisione: la comunicazione strumentale
tra il mondo umano e quello, presumibilmente,
dell'Aldilà (foto 2). Strumentale significa
attuata con apparecchi elettronici come il
magnetofono, la radio, il videoregistratore, il
televisore (usato come semplice monitor), la
telecamera, la macchina fotografica.
- Ho
accompagnato Raffaella in una serie eccezionale di
esperimenti e poi, ad un certo punto, ho avvertito
l'esigenza di annotare quanto venivo vivendo, e di
fondere le mie note in un libro. Ho vissuto, in
qualità di assistente, un'affascinante
avventura, che va oltre le possibilità
dell'umana comprensione.
- Attraverso
i mezzi elettronici che ho ricordato, l'inudibile si
è fatto ascoltare e l'invisibile si è
rivelato alla vista. Ho ascoltato voci presunte
paranormali ed ho osservato immagini al di fuori di
ogni esperienza visiva. Certo si trattava di indizi,
basati su misure, più che prove, ossia
audizioni e visioni di ardua ma possibile
interpretazione. Gli esperimenti di Raffaella sono
probabilmente gli elementi di una scienza che sta
nascendo, che non è ancora formata e completa,
ed alla quale perciò molti negano ogni
validità. Tra costoro va citata la "Commissione
di controllo per i fenomeni paranormali", che ha
sempre negato l'esistenza dei fatti che escono dalle
dimensioni della scienza ufficiale.
- A
questo punto mi sembra necessario sottolineare alcune
cose, che sono applicabili alla conoscenza universale.
La prima è che ogni scienza, avanti di
diventare tale, consiste in una serie di esperimenti,
cui si cerca di dare un fondamento generale mediante
teorie e ipotesi di lavoro. Viene dato cioè il
nome solenne di scienza ad un complesso di conoscenze
che si è venuto arricchendo nel tempo, e a cui
si è cercato di dare una spiegazione di genere
razionale e universale, che viene accettata in un
determinato periodo storico, ma che non vale
più, spesso nel periodo successivo. Così
scienza cosmica furono considerate prima le dottrine
di Claudio Tolomeo, poi quelle di Galileo Galilei, poi
quelle di Newton, poi quelle di Kant e Laplace,
successivamente quelle di Einstein.
- Le
conoscenze sulla materia furono ritenute scienza dai
materialisti del secolo Diciottesimo e Diciannovesimo,
finché, con le successive scoperte sulla
struttura della materia e dell'atomo, a cominciare dai
coniugi Curie fino ai nostri giorni, la materia
è diventata un concetto in crisi, ed oggi viene
ritenuta, scientificamente, energia potenziale. Si
noti poi che la scienza conosce sempre il "come" dei
fenomeni, e mai il "perché", l'ultima sostanza,
l'ultima spiegazione, che rimangono sempre un mistero
sepolto nei territori di Dio. Infatti cos'è
l'energia, nella sua essenza? È materiale o
spirituale? Si noti inoltre (come ricorda padre
Ulderico Pasquale Magni nella Presentazione) che i
mezzi tecnologici più perfezionati offerti
dalla scienza rendono oggi osservabili molti fenomeni
prima invisibili, o comunque non percepibili. Oggi ad
esempio possediamo i mezzi per rilevare gli
ultrasuoni, o i raggi ultravioletti ed infrarossi, o i
raggi cosmici...
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