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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di
Sandra Guadagnin Marinelli
 
"Improvviso ricordo
quasi assopito nello
scorrere del tempo e
riposto nuovamente nel
passato per poter vivere
nella realtà del presente"
 
 
Amore contrastato
 
Un piccolo fiore essiccato,
pegno di un amor del passato,
d'incanto nelle mie mani è tornato.
 
Sfogliando quel diario or ora scovato
tra vecchi libri in soffitta,
ricompare l'antica scottante sconfitta.
Intenso come allor il languor
e tormentoso sussulto del cor,
non ne ha colpa chi raggiungo di sotto,
penso ciò scendendo le scale di botto.
Ricompongo all'istante il mio viso
atteggiandovi un lieve sorriso.
 
 
 
 
"Interrogazione su misteri e
traguardi dell'essere uomo,
creatura del mondo."
 
Mistero
 
Chi sono io
se non umil creatura
facente parte
di un creato immenso?
 
Chi sono?
Una foglia che svolazza
al vento
o fragile farfalla
o che cos'altro?
 
Risposta non so darmi
e sono triste,
non so chi sono,
ne dove andrò
e perché.
 
Tutto è un grande mistero,
incomprensibile per me.
 
 
 
 
Rimpianti
 
Come un dì,
allegra, rumorosa...
Frugo
posando in te lo sguardo,
piccola casa
ove fui giovane sposa.
Come un dì...
Ripete l'occhio mio vegliardo,
come un dì
ti vorrei radiosa.
E una lacrima brilla,
stella, stendardo
di un viso
or maschera sì tanto dolorosa.
 
 
 
 
Burrascoso e gelido come vento
 
Logorante pensier, sai di pianto.
Rabbioso attimo turbolento,
sferzante, amaro disincanto,
impietoso il palesarsi del tradimento.
 
 
 
 
Spirito d'adattamento
 
Un solitario fiore
sbucato fra sabbia e sassi,
pare insegnare al mondo
che tutto si può fare,
basta amare la vita
e sapersi adattare.
 
 
 
 
"Immaginaria scena di un
profugo ferito in fuga".
 
Mimetismo
 
Controvento fatico,
annaspo,
cammino con prudenza.
Nulla più voglio udir
se non il mio respiro
flebile e sottile.
 
Lo sguardo è lento,
guardingo,
da lepre ferita
fuggente,
col dolor d'una piaga
si estesa,
cerco rifugio
dove nessuno mi veda
e là, o morire o vivere,
come il destino vorrà!
 
Usando artigli
non sempre
si canta vittoria.
La lotta per la vita
tregue non dà.
Non perdona errori.
A volte è fatalità.
 
Ed io,
preda perduta,
nascosta, rintanata,
soffro e sorrido.
Rinasco speranzosa
a nuova vita.
 
Vita d'esule.
 
 
 
 
"La sofferenza di una figlia
nel constatare quanto è difficile
aiutare il padre anziano, timoroso di essere di peso".
 
Negazione
 
Fili di luce argentea
i bianchi suoi capelli.
Sul viso risplendeva
esperienza di vita.
 
Avrei desiderato
guidare la sua mano.
Neanche l'aveo pensato,
egli era lontano.
 
 
 
 
Nel prato della vita
 
Felicità ho nell'anima,
già nota, conosciuta.
Guardo fra l'erba verde
tante volte veduta
i fiori e i bocciòli in fior.
 
È tanto bello il vivere
donando e avendo amor!
 
I fiorellini in boccio
son come i nipotini,
quelli un po' sbiaditelli
i loro bei nonnini.
I più turgidi e forti
dai vividi colori,
sembran gli amati miei figli
di quei bocciòli i genitori.
 
Ci sono anch'io con loro,
gioiosa d'esser là,
adesso sono nonna
e provo grande felicità.
 
 
 
 
Capitoli chiusi
Capitoli aperti
 
Era il più bello,
il più desiderabile.
Era tutto.
L'unico affidatario
della mia gioventù
fiore di pesco,
goccia di rugiada.
Fra le sue mani
deposi trepidante l'amor
e le speranze di sposa.
 
Non siamo più insieme.
 
Ha un'altra
che non conosco,
non ho mai voluto conoscere.
La incontrai
ma non fermai su di lei
lo sguardo.
 
Riposi i miei sogni d'allora
in un angolo
della mia anima,
decisa a riprendere
il cammino nella vita.
 
Al mio orizzonte
c'è un nuovo amore,
serena speranza
nella maturità d'entrambi,
nella ragionevolezza.
 
 
 
 
"Il passato emerge con
prepotenza e si fa strada
attraverso i ricordi, il
presente scorre veloce e
il futuro si trasforma in
preghiera".
 
Per un tratto di strada
 
Il mio passato è qui
lontano eppur presente,
perduto, irraggiungibile
ma impresso nella mente.
 
Tanta è la nostalgia
pensando a ciò che fu,
a quel che un dì è stato
ed ora non è più.
 
Dov'è quella famiglia
dov'ero amata figlia?
Ne ho il ricordo nel cuore
miscelato a gioia e dolore.
 
Ricordo la mia mamma,
l'invoco, la rivorrei
e lacrime di rimpianto
sgorgan dagli occhi miei.
 
Arrivò presto il tempo
d'aver dei figli e anch'io,
con un immensa gioia,
li strinsi al seno mio.
 
Veloci son cresciuti,
per la lor strada andati,
in genitori in gamba
si sono trasformati.
 
Odo un rumore, piccoli passi,
dolce, una chiamata
di voci cherubine...
Stringendo le manine
protese verso me, una sorta di pace
mista a rassegnazione
è la dominazione
di tutto quel pensar.
 
Ritorno al mio presente
e a chi mi sta a guardare,
con loro devo andare...
è tempo di giocare!
Una muta preghiera
m'accingo a recitare:
"Che il treno della vita
ritardi ad arrivare,
per un tratto di strada
fammeli accompagnare!"
 
"Con gli occhi dei miei
quindici anni ed ora
nel vortice degli anta".
 
Borgo adorato
 
Non t'ho mai scordato
paese natio
sei qui nel cor mio.
Ogni cosa d'allor,
quell'acqua passata,
è or sinfonia,
un dì era stonata.
 

 

 

 

 

 

E le annoiate comari,

in cerchio, là in piazza,
con aria furtiva,
attaccabrighe di razza,
se la spassavano,
a cucir sulla gente,
allargando e allungando
di tutto, per niente.
 

Gli occhi sgranavo,
sorpresa e stranita
captando stravolti
i racconti di vita.
Le vorrei riveder, riascoltar,
col senno di poi, come allor,
non potrei giudicar.
 

 

 

Eran donne di casa,

senza onori né glorie,
ai paesani ravvivavan,
a lor modo le storie.
 

Oggi il mondo cammina
con più frenesia,
è pur sempre rotondo
ma c'è meno poesia.
I bambini ora giocano
con dei giochi giostrati
e gli adulti, fra loro,
sono più isolati.
 

 

 

 

Il progresso, avanzando,

ha stravolto anche te,
paesello adorato,
sei come allora per me.

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