LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti

 

Poesie di

Sania Chiereghin


L'Ultimo Treno
In memoria delle vittime dell'attentato terrorista a Madrid dell'11 Marzo 2004.
 
Come un soffio di vento
200 anime sono state
Catapultate lontano da questo loro mondo.
 
Grida di coloro
Che ora e per sempre ricorderanno
Un massacro
Di civili innocenti di questa battaglia ignorante
DI un semplice animale
Che si vuol far chiamare Uomo.
 
Sorrisi tramutati in lacrime d'odio.
Paura per la sicurezza della propria esistenza
Ci troviamo ora a provare.
 
Non più morte incontriamo per natura
Ma una morte scelta da coloro
Che pensano di scegliere sulla nostra esistenza.
 
Terminò così
La storia della loro vita
Per un treno preso
In una fredda mattina d'inverno.
Non una sola parola, sorriso
Hanno potuto donare
A coloro che ora lacrime verseranno
Per la loro invisibile presenza.
 
E ora,
 
Resteranno solo silenzi di politici e economisti
Senza dar risposta
A chi vorrebbe solo un po' di pace.
 
La loro vita
Sarà così dimenticata,
Trasportata dalle onde
Di un mare in tempesta
Per dar spazio ad un'altra storia
di un nuovo massacro.
 
Una semplice memoria di Marzo
Voglio ora dedicarvi
Per il ricordo di queste loro anime.
 
Una semplice memoria di questo Treno
Voglio ora dedicarvi
Per le menti di coloro
Che ora
Si troveranno a convivere con tormenti
Di paura, rabbia, dolore
Per chi, solo ora, reputati Eroi,
Sono rimaste vittime di guerra.
 
La vera guerra sarà questa,
 
La nostra sopravvivenza.
 

Violenza
 
Inarrestabile debolezza di coloro
Che parola non conoscono.
 

Ricchezza di un Vagabondo
 
Quel Vicolo,
Nella sua nudità d'accoglienza
Di freddezza e lordura
Di trepidazione nella sua cornice.
 
Eppur...
 
Quella è la mia Reggia,
Quel trono dove
Di notte m'accascio
Scrutando le stelle
Che m'avvolgono nel loro sogno,
Sino a quell'aurora
Che ogni dì mi ridesta.
 
Poi...
 
Al di là del Vicolo
La sveltezza di coloro
Che di ricchezza sono alla ricerca
Tra lussuria e dignità,
Così,
Sino al tramonto
La medesima satira
Di questa loro storia
Che termine non avrà.
 
Sicché
Solo Chi - di concretezza non parlerà -
La vera ricchezza coglierà.
 
In quella freddezza e lordura
Faccio il mio ritorno,
In quella che è la mia magnificenza,
Quell'aderenza col creato
Che pochi san esplorar!
 
 

 
A nostro figlio
 
Di grazie a paure abbian condiviso
Sino al dì di un nuovo risveglio
Quando
Tu piccolo bocciolo
Della vita hai fatto conoscenza.
Di pianti hai foggiato ed io timida di un nuovo incontro.
Poi la prima stretta di mano,
Lo scambio di sguardi
E il primo sorriso.
 
Tu
fisso nello sguardo
Di chi ha voglia di conoscere,
Io
incredula di questo miracolo
Di questa magica lotta!
 
Poi tuo padre che
Di grandezza e forza amava gloriarsi
Per poi lacrime esibire nel vostro primo incontro
Tra sguardi timidi e fuggiaschi
Incoronati dal ticchettio di un cuor
Che ritmo non conosceva.
 
Una gioia immensa
Ci hai donato
Per quella presenza
Tanto desiderata e ancor più amata.
Ora che
Si rinnova il giorno della tua nascita.
Di quella magica notte
Governata dall'amore e vinta dalla vita.
 
Con amore
Buon compleanno
Mamma e Papà.
 
 

 
Vivere
 
Nel mondo c'è chi vive!
E chi si lascia vivere.
 
C'è chi vive
Trasportato dagli eventi,
Dalla contrapposizione
Di sentimenti
D'amor e d'odio
Divenendo lo specchio naturale
Del litorale dell'incertezza.
Assiste
Il ticchettio del tempo
In attesa
Dell'ultimo rintocco
Senza alcuna esplorazione,
Senza alcuna opposizione
Allo svanire del proprio racconto.
Giunge all'inevitabile riposo
scortato da rimpianti
di prati voluti
e mai coltivati.
Divenendo protagonista
Di una vita trascorsa
Ma non vissuta.
 
C'è chi vive
trafugando la notte al giorno
dalla brama di scoperta
di terre solitarie
di piaceri creati
nella miriade dei propri sogni.
Di lotte ha sfoggiato
tra vinto e vincitore.
Non si dedica alla quiete
per la coscienza del suo termine.
Di ragione e fantasia
Si favoreggia
E di pianti e risa ha sfoggiato
Per poi far ritorno
Al suo campo
Con ancor più passione e virtù.
Ama la vita
Non per virtù di bellezza
Ma
Per la sua semplice trasparenza
Di quella limpidità di cui si è tanto alla ricerca.
Del dichiarato riposo non teme
Perché sarà la prima tregua
Di una vita intera.
 
 
 

 
Le mine anti-uomo
 
Prati fioriti
Di ghirlande e margherite
Ridipinte di rosso
Dopo un semplice scoppio.
 
Giocattoli abbandonati
Da "bambini" sbadati
Per gentilezza,
Un uomo
e poi il vuoto.
 
Un dono dato
E poi il botto
Quel boato che un eco
è ormai diventato.
 
Grida di coloro
Che perduto hanno
Quel loro sguardo
Che tanto hanno amato.
 
Né d'ignoranza e crudeltà
Si può parlare
Per chi umanità non riuscirà mai a trovare.
 

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Agg. 19-01-2005