LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA
Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
Poesie di Sara Bellingeri
- Vaghezza
- Fatemi uno scherzo,
- ve ne prego,
- dolcemente inconsapevole:
- capovolgete ora
- la folle clessidra in cui vivo,
- mischiando
- le comete con le strade
- il cielo con il mare,
- ma senza altezze a cui tendere le mani,
- né voragini abissali da cui salvare il cuore.
- E poi, indefinito, nell'arabesco sfuocato
- lasciatemi cadere
- illuso di volare,
- vagabondo di vaghezza
- tra città di lanterne
- che le stelle laggiù
- chiameranno firmamento.
- Penombre
- Sfuggenti
- sono stasera gli istanti
- che non avrò mai,
- così bisbiglio la loro fuga su carta
- per paura che corrano più veloci
- senza averli nell'essenza scrutati,
- come volti oscurati dalle tende
- dentro carrozze sempre troppo lontane.
- È una tortura l'eco di questa fuga
- i passi che emigrano sono le note
- del suono vuoto tra le mie stanze,
- dei cunicoli girovaghi, sperduti dentro l'anima
- su cui mi affaccio esile
- dal balcone dei pensieri.
- E scorgo lividi di umbratili destrieri
- fluenti sulle lande interiori
- da cui sgorgano lembi di firmamento
- che il rintocco del Tempo non è riuscito a sgualcire.
- Senza posa mormorano ancora pergolati di stelle
- morbide tra le mani in ciocche di luce,
- dall'ombra gocciano nello scrigno del cuore
- vibrando bagliori come vivide candele.
- Troppo fragili per bruciare
- troppo calde da soffocare.
- Pegaso
- Liberi, nella grotta dei segreti
- smorziamo i rumori
- per cogliere il cuore
- che plana silente
- su vigneti di stelle,
- e parliamo di sogni
- all'ombra di muri antichi
- con le dita intrecciate
- a scaldare la foschia
- vibrante attorno a noi.
- Poi, nel grembo abissale
- assaggiamo la polpa della notte
- succosa di chimere
- intrisa di candele,
- nel silenzio flebili
- sinuose dentro l'anima,
- ora illuminano crateri onirici
- di cui la terra è ferita.
- Ma sono per noi orme di linfa
- caldo rifugio
- scrigno di vita,
- grappoli di luci
- lungo la dolce scala
- dove collassa la ragione
- che fragile s'immola,
- inerte
- sotto le grandi ali
- dei nostri fatati voli.
Luci d'ombra
- Non è un sogno,
- vivo?
- Bevo un infuso di albe e tramonti
- per carpire
- le luci in divenire
- tra le onde stagnanti
- nel gelido lago invernale,
- lacrima di cristallo
- su cui lievi pattinano i sogni
- dipingendo sinuosi geroglifici d'argento.
- Abbraccio l'aurora
- per irrigare di miele
- il turchese prosciugato dell'infanzia,
- trascorsa e lontana tra spirali di voci
- ancora sussurra pezze d'ombra
- confuse tra i fondali
- di un'immensa oscurità.
- Fotografo il cielo
- per illuminare la mia notte,
- inondandomi di sole
- che sempre profuma di luna,
- dolce oro argentato
- complice delle stelle
- nel narrarmi questa leggenda:
- Vivo.
- Tepore blu
Mi scaldo nel velo umbratile della mia malinconia, dolce candela dal cuore cobalto, fluente luce notturna, cangiante come la voce del vento sottile tra le lacrime dei salici, tremante nel riflesso lunare sul lago morbido di buio, discreta fra la polvere argentata delle comete, fragile tra gli scricchiolii di un piccolo dondolo, intensa nel profumo del distacco
- nella stretta di un tenero laccio
- che scuote forte le gocce dell'anima
- - ora sospesa -
nell'anelito trapuntato di stelle.
- Assenza
Mi aggroviglio nel gomitolo di sole che sfiocca all'orizzonte, nutrendo l'aria di arcobaleni evanescenti... E senti nel cuore, vibrazioni dolenti, illuminate da luce oscura, è il profumo caldo dell'Assente, tangibile, oceanico presente, che acceca l'aurora, struggente, nel calice dei miei sogni.
- Nell'attesa
Sorge nel grembo della notte l'aurora dell'anima risvegliata dalle carezze del buio, irrigata da intrecci d'indaco dove il crepuscolo si smorza lento, spargendo fra le coltri oscure i suoi roseti di nettare purpureo adagiato su cuori di pesca e teneri veli d'alba, alba attesa ma non ora mentre stringo tra le braccia
- l'Essenza
tangibile nel crepitare notturno della fiamma poetica che si esala.
- Altalena (ricordo d'infanzia)
Frammenti di luce su questo legno intarsiato di voci, come le nuvole cangianti sulle mie iridi
- in volo,
stringendo tra le mani ciocche ruvide legate al ramo... Mi ferì quel giorno
- nel palmo
non l'increspatura scarlatta ma quel tratto di linea
- della vita
che dovevo salutare.
- Voce notturna
Finalmente nel buio l'anima si apre, fresca corolla d'ebano raccoglie l'oscurità, ascolta le fiabe delle stelle, si nutre di luce abissale, spia le orme blu del cielo... Si è persa, la mia anima, tra le spume silenti del cuore, un diadema di lacrime sul capo, nelle tasche frammenti d'eternità incastonati nel tempo, domanda asilo alla Notte ricamata d'ascolto, cerca
- il proprio eco
- i suoi richiami muti
tra le fragili maree, e chiede donando simboli all'altrove il faro segreto a svelare il Naufragio.
- Custode dell'anima
È calore la parola semplice dalle tue labbra in questo stralcio di buio, mi stendo nella tua mano
- - è un nido -
- l'anima
la custodisci tra le dita, la tua voce è uno scrigno per i miei colori, il silenzio nel fragore, la risposta nell'assenza, è bello deporre la mia fragilità nel tuo palmo, lasciarla correre libera tra i suoi recinti per non farla svanire ma vivere della sua luce della forza che plasma piano piano nel sostegno.
- Dove
Dove respira l'esistenza vera? Nel pensiero su cui mi soffermo spesso, stesa sull'amaca della fantasia dove la Natura si fonde con l'Anima e dipingo sogni... Nei gesti così naturali: lo sguardo che emigra la mano che plasma una reticenza braccia legate a nascondere l'anima... Nelle parole alte per impressionare, basse per donare un segreto, scritte per incastonare il Fiume su carta... Dov'è la vita? Forse in quel rettangolo oltre il vetro dove il cielo si adagia sulle case i muri sulle grondaie le grondaie sulle lacrime donate alla terra... lacrime dal cielo.
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