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LA PIÚ GRANDE
ANTOLOGIA VIRTUALE
DELLA POESIA ITALIANA

Poeti contemporanei affermati, emergenti ed esordienti
  Poesie di
Silvia Buzi
 
Scomparso
(la perdita di un amico)
 
Ho cercato con le mani
di spostare queste foglie secche.
In cambio non ho avuto nulla.
Chiedevo così poco.
Solo un sorriso.
Quello che non mi ha salutato,
quello che non mi ha neppure cercato.
La porta è stata chiusa,
la chiave gettata per sempre.
Mi sforzo di dire che è il gioco,
ma la gola chiama.
Troppo prezioso per me ciò che ho perso.
Troppo chiaro questo giorno pieno di pioggia.
Tra le mie dita ricordi
la vita è un fiume,
trascina via petali di rosa,
alcuni appassiti,
altri ancora germogli.
Un oceano senza pietà.
Vorrei salutare colui che non c'è.
Chiamarlo ancora per nome.
Vorrei solo una risposta.
Una risposta.
 
"Scomparso" è la poesia vincitrice del III Concorso Letterario Nazionale di poesia, saggistica e di teatro - "S. Bernardo 2001" di S. Giovanni in Fiore (CS)
 
 
 
Fiore offeso
 
Nettare d'infanzia
dimentica quel sorriso sbagliato
che t'ha rubato il sogno,
quella carezza
che t'ha regalato il buio.
Dimentica quel fiore nero
che cresce dentro te,
come macchia enorme che divora vita.
Muto è l'urlo a causa di questo inganno
che in te cresce... che te appassisce.
Parla solo il silenzio
dentro questa bocca che morde lo stomaco.
Pigra di vita, ma mai sazia.
Parla solo il silenzio
con questa stanca agonia di morte.
Non permettere fiore offeso
che il tuo profumo sia dimenticato,
cerca il sole dentro questa piaga.
Nessuno più di te ha diritto di vivere
splendido fiore offeso.
 
Questa poesia, insieme ad altri quattro scritti, è rientrata a far parte dell'antologia "Ti racconto la mia età", edita da Morlacchi Editore, Perugia, novembre 2001, antologia rivolta agli scrittori emergenti.
 
 
 
Il mio Gatto
 
Occhi lucenti come lampioni.
Cerco di capire
il mondo che puoi vedere
con i tuoi verdi vetri puri.
Affacciarmi per scrutare attraverso il tuo bel corpo
i fiumi di foglie di lino e seta
che vegliano i tuoi sogni e i tuoi risvegli.
La notte ha le mani della veglia
e le dita inamidate dei cuscini.
Strano mio gatto,
ramo oscuro della tenebra.
Non sai che fartene della freschezza del mattino,
della rugiada dell'indecisione.
Ma, ti amo proprio per questo,
perché hai sicurezza solo
dell'incerto che sa di mistero,
il tuo, il mio mistero.
Quello che trepida dentro la luce
di un occhio bersagliato
da boschi di idee.
Sfinge malinconica
che vede l'anima matura della nostalgia.
Raggomitolato sopra un cuore
occulto e commosso
che ha voce solo
dentro l'odore del sogno profondo.
 
 
 
L'Istituzione del folle
 
L'istituzione del folle dice:
l'uomo e l'ombra fanno il dolore,
voi solo solitudine.
Date un nome al fiore,
ma poi non sapete coglierlo.
Voi chiamate idee tutto ciò che scorre nella mente,
noi solo rumore.
L'istituzione del folle dice:
le pagine più belle sono scritte con l'inchiostro della vita,
voi con quello del tormento.
Ci insegnate a camminare in riga
quando voi lo fate in cerchio.
Fissi a guardare il buio
vediamo la luce, perché raggiungiamo i luoghi
con il cuore e non con la ragione.
Avete paura del sonno e non del sogno,
del ragno e non della tela.
Avete dato un nome a tutto.
Questo è il sasso,
questa la pietra,
questo lo specchio,
ma dentro a questo chi c'è?
 
 
 
L'aquila
 
Vibra l'aria dentro la tua ala,
sguardo che morde il cuore.
Reale immagine d'ombra,
fuoco che brucia il cielo.
Mi arrendo di fronte
a questo artiglio
che ghermisce l'anima.
Nido senza baia del cuore.
Sovrasti il sole,
carichi di luce il tuo dorso,
in silenzio rubi vita.
Entri nell'oscurità senza la mia paura.
Mobile peccato che rapisce attenzione.
Parli senza frase,
affascini senza carezza.
 
 
 
Deserto
 
Deserto,
fatto di polvere d'angelo,
segnato da mille dita di vento.
Sopra il tuo manto
creature avvolte da tessuti,
solcano dorsi di fuoco.
Deserto,
veste d'aria e d'ocra
coperto dal cammino febbrile del sole.
Con le labbra che gemono
sognando cavalli d'acqua
e aurore di giorno.
Con soli che crescono
senza monti e rocce.
Siamo scuri gitani di notte,
e uomini ammutoliti di giorno
quando le pupille gialle del tuo impero
tendono fiumi d'inganno.
Deserto volto di luce
fatto di rami bollenti di sabbia.
 
 
 
Tra l'ombra delle foglie
 
È buio e la notte
è sensazione
di oscuri fiumi,
dove la riva del tempo
è vita
morsa e rubata al giorno del mondo.
Invisibile sole
che giochi tra l'ombra delle foglie
ti accorgi quanto dorma bene la terra
che non brucia,
perché accarezzata da venti profondi
che in penombre silenti
trasformano in fiori azzurro d'aria il destino.
 
 
 
Cerco le onde
 
Cerco le onde nelle persone,
lungo le finestre, sopra gli scogli aguzzi del mare.
Dentro i morsi della bugia,
attraverso le pene
che sgorgano da un ventaglio di risate.
Oltre le vetrate di un regno che brucia
lo scuro e antico volto del piombo freddo che uccide.
Cerco le onde dentro gli occhi della morte
di chi mi ha lasciato con un occhio solo.
Cerco le onde sulla croce che si staglia
sopra quella pianura serena,
o dentro il cielo d'orizzonte,
attraverso il vento morto e sepolto dalla neve.
Cerco le onde per custodire
queste lacrime che altro non sono
se non lo specchio dell'acqua del mio mare.
 
 
 
L'antico nido
 
Muoio umida valle
quando sento il grido
del sangue del monte,
quello fatto dalla pietra che ha voce.
Oscuri tagli di luce
mostrano la superbia
al ramo su cui si adagia l'antico nido.
Quello dove avevo riposto
le foglie verdi e i cedri d'oro,
quello che in cui veniva protetto il sogno
che non muore di un bambino.
Ma cade il muschio anche dalla roccia
e nulla è più forte di ciò che si spezza da solo.
La polvere si addormenta
anche sopra il ramo dell'antico nido,
quello che la terra un giorno
brucerà senza neppure vedere.
 
 
 
La strada per Berlino
 
Bocche fredde di morte,
vetri svuotati di vita,
numeri cuciti sulla pelle
per vittime simili a legno da bruciare.
Guerra fatta da soldati di pietra,
un buco al posto del cuore.
Oceano di occhi verdi di marmo,
labbra brucianti di sale amaro.
Vittime d'odio divorate
da farfalle nere di morte
dentro una notte di ombre.
Crudo sogno, immolato
con stendardi di pelle
per un olimpo che profuma sangue.
Fregio di morte
per gloria d'inferno
verso un'unica marcia
che conduce
ad un calice di morte.
 
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ins. 09 marzo 2002