-
- Scomparso
- (la perdita di un amico)
-
- Ho cercato con le mani
- di spostare queste foglie secche.
- In cambio non ho avuto nulla.
- Chiedevo così poco.
- Solo un sorriso.
- Quello che non mi ha salutato,
- quello che non mi ha neppure cercato.
- La porta è stata chiusa,
- la chiave gettata per sempre.
- Mi sforzo di dire che è il gioco,
- ma la gola chiama.
- Troppo prezioso per me ciò che ho
perso.
- Troppo chiaro questo giorno pieno di
pioggia.
- Tra le mie dita ricordi
- la vita è un fiume,
- trascina via petali di rosa,
- alcuni appassiti,
- altri ancora germogli.
- Un oceano senza pietà.
- Vorrei salutare colui che non c'è.
- Chiamarlo ancora per nome.
- Vorrei solo una risposta.
- Una risposta.
-
- "Scomparso" è la poesia vincitrice
del III Concorso Letterario Nazionale di poesia,
saggistica e di teatro - "S. Bernardo 2001" di S.
Giovanni in Fiore (CS)
-
-
-
- Fiore offeso
-
- Nettare d'infanzia
- dimentica quel sorriso sbagliato
- che t'ha rubato il sogno,
- quella carezza
- che t'ha regalato il buio.
- Dimentica quel fiore nero
- che cresce dentro te,
- come macchia enorme che divora vita.
- Muto è l'urlo a causa di questo
inganno
- che in te cresce... che te appassisce.
- Parla solo il silenzio
- dentro questa bocca che morde lo stomaco.
- Pigra di vita, ma mai sazia.
- Parla solo il silenzio
- con questa stanca agonia di morte.
- Non permettere fiore offeso
- che il tuo profumo sia dimenticato,
- cerca il sole dentro questa piaga.
- Nessuno più di te ha diritto di
vivere
- splendido fiore offeso.
-
- Questa poesia, insieme ad altri quattro
scritti, è rientrata a far parte
dell'antologia "Ti racconto la mia età",
edita da Morlacchi Editore, Perugia, novembre 2001,
antologia rivolta agli scrittori
emergenti.
-
-
-
- Il mio Gatto
-
- Occhi lucenti come lampioni.
- Cerco di capire
- il mondo che puoi vedere
- con i tuoi verdi vetri puri.
- Affacciarmi per scrutare attraverso il tuo bel
corpo
- i fiumi di foglie di lino e seta
- che vegliano i tuoi sogni e i tuoi
risvegli.
- La notte ha le mani della veglia
- e le dita inamidate dei cuscini.
- Strano mio gatto,
- ramo oscuro della tenebra.
- Non sai che fartene della freschezza del
mattino,
- della rugiada dell'indecisione.
- Ma, ti amo proprio per questo,
- perché hai sicurezza solo
- dell'incerto che sa di mistero,
- il tuo, il mio mistero.
- Quello che trepida dentro la luce
- di un occhio bersagliato
- da boschi di idee.
- Sfinge malinconica
- che vede l'anima matura della nostalgia.
- Raggomitolato sopra un cuore
- occulto e commosso
- che ha voce solo
- dentro l'odore del sogno profondo.
-
-
-
- L'Istituzione del folle
-
- L'istituzione del folle dice:
- l'uomo e l'ombra fanno il dolore,
- voi solo solitudine.
- Date un nome al fiore,
- ma poi non sapete coglierlo.
- Voi chiamate idee tutto ciò che scorre
nella mente,
- noi solo rumore.
- L'istituzione del folle dice:
- le pagine più belle sono scritte con
l'inchiostro della vita,
- voi con quello del tormento.
- Ci insegnate a camminare in riga
- quando voi lo fate in cerchio.
- Fissi a guardare il buio
- vediamo la luce, perché raggiungiamo i
luoghi
- con il cuore e non con la ragione.
- Avete paura del sonno e non del sogno,
- del ragno e non della tela.
- Avete dato un nome a tutto.
- Questo è il sasso,
- questa la pietra,
- questo lo specchio,
- ma dentro a questo chi c'è?
-
-
-
- L'aquila
-
- Vibra l'aria dentro la tua ala,
- sguardo che morde il cuore.
- Reale immagine d'ombra,
- fuoco che brucia il cielo.
- Mi arrendo di fronte
- a questo artiglio
- che ghermisce l'anima.
- Nido senza baia del cuore.
- Sovrasti il sole,
- carichi di luce il tuo dorso,
- in silenzio rubi vita.
- Entri nell'oscurità senza la mia
paura.
- Mobile peccato che rapisce attenzione.
- Parli senza frase,
- affascini senza carezza.
-
-
-
- Deserto
-
- Deserto,
- fatto di polvere d'angelo,
- segnato da mille dita di vento.
- Sopra il tuo manto
- creature avvolte da tessuti,
- solcano dorsi di fuoco.
- Deserto,
- veste d'aria e d'ocra
- coperto dal cammino febbrile del sole.
- Con le labbra che gemono
- sognando cavalli d'acqua
- e aurore di giorno.
- Con soli che crescono
- senza monti e rocce.
- Siamo scuri gitani di notte,
- e uomini ammutoliti di giorno
- quando le pupille gialle del tuo impero
- tendono fiumi d'inganno.
- Deserto volto di luce
- fatto di rami bollenti di sabbia.
-
-
-
- Tra l'ombra delle foglie
-
- È buio e la notte
- è sensazione
- di oscuri fiumi,
- dove la riva del tempo
- è vita
- morsa e rubata al giorno del mondo.
- Invisibile sole
- che giochi tra l'ombra delle foglie
- ti accorgi quanto dorma bene la terra
- che non brucia,
- perché accarezzata da venti
profondi
- che in penombre silenti
- trasformano in fiori azzurro d'aria il
destino.
-
-
-
- Cerco le onde
-
- Cerco le onde nelle persone,
- lungo le finestre, sopra gli scogli aguzzi del
mare.
- Dentro i morsi della bugia,
- attraverso le pene
- che sgorgano da un ventaglio di risate.
- Oltre le vetrate di un regno che brucia
- lo scuro e antico volto del piombo freddo che
uccide.
- Cerco le onde dentro gli occhi della morte
- di chi mi ha lasciato con un occhio solo.
- Cerco le onde sulla croce che si staglia
- sopra quella pianura serena,
- o dentro il cielo d'orizzonte,
- attraverso il vento morto e sepolto dalla
neve.
- Cerco le onde per custodire
- queste lacrime che altro non sono
- se non lo specchio dell'acqua del mio
mare.
-
-
-
- L'antico nido
-
- Muoio umida valle
- quando sento il grido
- del sangue del monte,
- quello fatto dalla pietra che ha voce.
- Oscuri tagli di luce
- mostrano la superbia
- al ramo su cui si adagia l'antico nido.
- Quello dove avevo riposto
- le foglie verdi e i cedri d'oro,
- quello che in cui veniva protetto il sogno
- che non muore di un bambino.
- Ma cade il muschio anche dalla roccia
- e nulla è più forte di ciò
che si spezza da solo.
- La polvere si addormenta
- anche sopra il ramo dell'antico nido,
- quello che la terra un giorno
- brucerà senza neppure vedere.
-
-
-
- La strada per Berlino
-
- Bocche fredde di morte,
- vetri svuotati di vita,
- numeri cuciti sulla pelle
- per vittime simili a legno da bruciare.
- Guerra fatta da soldati di pietra,
- un buco al posto del cuore.
- Oceano di occhi verdi di marmo,
- labbra brucianti di sale amaro.
- Vittime d'odio divorate
- da farfalle nere di morte
- dentro una notte di ombre.
- Crudo sogno, immolato
- con stendardi di pelle
- per un olimpo che profuma sangue.
- Fregio di morte
- per gloria d'inferno
- verso un'unica marcia
- che conduce
- ad un calice di morte.
-
|