Autori contemporanei
affermati, emergenti ed esordienti
Racconto di 
Stefania Sabrina Rifici

Caro Lorenzo,
non so se questa lettera finirà mai nelle tue mani o sarà trascinata anch'essa dal freddo vento che soffia sui nostri cuori e incatena i nostri sogni e uccide le speranze che ci danno la forza di risvegliarci ogni mattino e pensare a quant'eravamo felici su quel prato verde pieno di fiori.
Guardo fuori dalla finestra e vedo solo desolazione e le tracce di una pace ormai svanita e dimenticata da tutti.
Non c'è più quel prato, non ci sono fiori, non c'è erba, ma solo fumo nero e puzza di bruciato ed è allora che riemergono i ricordi dei giorni felici e allora capisco che quei giorni non torneranno più.
Solo allora ho la certezza di essere sola e di non avere null'altro che la felicità passata e l'amarezza futura. E mi chiedo se rivedrò ancora i tuoi occhi e se accarezzerò di nuovo i tuoi capelli e se mi perderò un'altra volta nelle tue labbra per affogare in esse tutto il mio dolore ed essere conquistata dall'amore presente in ogni tuo bacio.
Quante cose mi chiedo quando tramonta il Sole e cala la notte e sembra che il mondo dorma e che non ci siano distanze che ci separano e vorrei correre senza fiato su quel prato morto per recuperare te che sei ancora vivo, nei miei pensieri.
Come vorrei ritornare bambina e sorridere ingenuamente alla domande che non troveranno risposte, senza preoccuparmi di ciò che verrà, senza piangere per ciò che non verrà.
Come vorrei scorgere la terra dopo il mio lungo viaggio fra le onde del mare e trovare una luce a rischiarare i miei passi persi nel buio, che cercano la pace.
Come vorrei guardare le stelle nel cielo senza pensare che dentro ognuna di essa riposa un uomo, e senza giudicarlo amico o nemico. Come vorrei essere libera come un gabbiano, che vola alto sui pregiudizi dell'uomo e sfida le certezze che abbiamo senza paura di cadere giù, fra le nuvole.
Come vorrei vivere e morire di ogni tuo respiro, di ogni tuo bacio, di ogni tua carezza.
Chiudo gli occhi e per un attimo ti vedo accanto a me pronto a sorreggermi se cado e ad asciugare le mie lacrime con i tuoi sorrisi e sei per me il Sole che scioglie l'inverno e fa sbocciare la primavera. Chiudo gli occhi e per un attimo sento il calore del tuo abbraccio e sei per me il risveglio dopo il lungo letargo dell'Amore. Chiudo gli occhi e per un attimo incrocio il tuo sguardo e sei per me la luce che illumina il buio della mia anima.
Apro gli occhi e non vedo niente, nè mare, nè monti, nè cielo ma solo la fine dei sogni e la perdita delle speranze, ma se li chiudo vedo te e sei per me l'infinito in cui viaggiano sospesi tutti i miei sogni e le speranze diventano realtà.
Cerco invano nella solitudine della notte la tua voce tranquilla ma trovo le urla delle madri che si disperano sui corpi dei figli che hanno scoperto la morte prima di scoprire la vita.
E capisco che non c'è tempo per vivere ma c'è tempo per morire e rimpiango l'attimo in cui ti lasciai partire e sogno il giorno in cui ti vedrò tornare per fare insieme l'ultimo viaggio.
Non te l'ho mai detto Lorenzo, ma ti amo tanto e ti regalerei la mia anima se ciò bastasse a farti sorridere nello stesso modo in cui tu hai fatto sorridere me e se ciò mi desse la sicurezza che tu stai e starai sempre bene e che quando si spegne la luce del giorno non hai paura per me quanto io ho paura per te. Mio Lorenzo, non dimenticherò mai le giornate trascorse ad ascoltare il rumore della neve che cadendo ci copriva di una coltre bianca come se voleva proteggerci da un male non ancora arrivato o da un dolore troppo grande da sopportare.
Da quando te ne sei andato la pioggia non smette di battere sui tetti e a volte mi pare di sentire bussare alla porta ma quando la apro c'è solo il vento ad aspettarmi e a sussurrarmi chissà cosa. Forse un giorno sarà la tua mano a bussare e uscendo fuori troverò te ad aspettarmi e il vento sussurrerà parole d'amore mentre la neve coprirà le sofferenze passate.
E ti scrivo, adesso, in questo attimo di solitudine per sfuggire alla voce del nulla e perdermi ancora una volta nell'infinità dei tuoi occhi, e continuare ad illudermi che non c'è fine tra la vita e la morte, e per gridare al vento che il nostro Amore è eterno e non può morire. Per illudermi che "noi" sia per sempre.
Affido all'inchiostro queste parole che non posso dirti a voce ma solo col cuore:
Ti amo, Lorenzo,

ti amerò sempre


 
 
 
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Ins. 09-12-2005