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- STELI DI
SETA
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- Sembriamo
retroproiezioni
- di un futuro
incerto,
- ombre
allungatesi che
- presto
diverranno luce.
- Conosco il
tempo e ne
- patisco
l'insano chiacchierio,
- rivedo i miei
limiti e
- ne subisco il
triste accasciarsi
- su steli di
seta lacerata.
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- DELIRIUM
TREMENS
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- Alcool
etilico
- che bevi
tu,
- falla nei miei
pensieri.
- Io rido come
iena
- impazzita e
dorati
- sono i tuoi
denti.
- Ubriacati di
deficienza
- e sarò
da te gratificato.
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- HOMO
SAPIENS
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- Il fiato
barcollò
- su quel filo
di spazio,
- poi s'illuse
di aver trovato
- una linea per
correre,
- la lingua lo
plasmò,
- liquido come
sperma.
- Un boato lo
frastornò,
- l'acqua si
miscelò alla saliva,
- la vagina si
accasciò
- e il mare li
prese violento con sé.
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- BAMBOLE
SPETTINATE
-
- Che
importa
- se ti senti
stanca,
- sai
stringermi
- ancora
come
- un
bambino
- accarezzerebbe
- la sua
palla,
- hai ancora
tante
- giornate
- di
vitalità da spendere:
- le
bambole
- sono lì
sdraiate,
- goccia rossa
sul viso,
- ancora
- tutte da
pettinare.
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- UNIVERSO
MUTO
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- Sgretoliamoci
in questo
- tremolante
silenzio,
- lasciando
che
- le parole
restino fra noi
- come mosche
sul muro
- inumidito
dell'estate.
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- ACQUA DI
LAGO
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- Un raggio
più tenue
- che
costante
- saltella
limpido
- sul dolce
adagiarsi
- del manto
acquoso,
- fra cime e
radure calve.
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- In una terra
avida
- di rime e
piuttosto cieca
- a diventare
oro
- è il
respiro caldo e
- confortevole
di contorni
- incatenati
alla memoria,
- che saltellano
sull'iride
- celando limiti
ancora timidi.
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- Respiri bui
come gole
- senza
ritorno
- mi donano
felicità
- breve come il
brusio
- dell'ultima
orma alle spalle,
- e guardo alla
mia atlantide
- come abbraccio
di madre in porcellana.
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- GIUDA E'
NUDO
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- Restiamo
immobili
- correndo l'uno
sulle spalle
- dell'altro,
- inebriandoci
d'allegoria
- e porgendo sul
tavolo
- sigarette e
voglia di spegnerci.
- Io mi
vestirò del malcostume
- per essere
arcobaleno
- lungo strade
nate in porfido,
- senza dire
nulla
- cospargerò
il corpo di bestemmia
- per assaporare
il tuo pane
- e sarò
fratello murato in porfido,
- senza dirti
nulla.
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- A volte basta
un tuo respiro,
- un sospiro o
una ruvida carezza
- per
accarezzare la menzogna, nuda,
- che
ineluttabile ustiona le mie mani.
-
- DECOLLO
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- Svendo i miei
sorrisi
- a hostess
ubriache di sesso
- e litigo con
ali
- che non
decollano.
-
- La pressione
sarà tale
- da non
riuscire più
- a pisciare,
ahimé,
- senza sentire
i ragni in testa.
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- PIANGE IL
MIO STATO
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- Piange
- il mio
stato,
- desiderio di
ninfee,
- sogni di oro
ghiacciato
- e penne da
ledere.
- Qualunque cosa
io tocchi
- s'inchina alla
voglia di te.
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- MI
RADERO'
-
- Mi
raderò e uscirò,
- sono le
cinque.
- Mi
pettinerò e fumerò
- una
sigaretta,
- sono le cinque
e mezza.
- Uno squillo e
chiamo
- gli amici, eh
già,
- le sei della
sera.
- Mi
raderò l'indomani,
- dico a me
stesso,
- sono le sette
e
- giaccio privo
di enfasi
- sul letto in
camera.
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- MORTE
DOLCE
-
- Un
lungo
- e
interminabile
- set-up
prima
- di rendersi
conto
- della
forma
- dei
tuoi
- globuli
rossi,
- e poi
morire.
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- L'IMPORTANZA
DEL CALAMAIO
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- Il
terminale
- si
spense
- proprio
mentre
- un verso
mi
- penetrava
- da tempia a
tempia,
- inclinandosi
- sullo
zigomo.
- S'era
stortato,
- danno
irreparabile,
- e io
strillai.
- Diedi un
calcio
- al
terminale,
- i vetri
coprirono
- la
fiammata.
- A volte
penso
- sono un
malato
- terminale,
io.
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- LIMPIDO
COME IL COTONE
-
- Limpido come
il cotone,
- Caldo godere
di lenzuola
- Mai bagnate
dal sangue.
- Donne che
ridono del tempo
- E la sveglia
suona, ridicola,
- Scoprendo le
feci della notte
- Che ha portato
chiasso e fortuna.
-
- OSCURITA'
GLOBALE
-
- Quando la
linea del tempo
- Si sofferma
sullo splendore del fuoco,
- Lento è
il declino dell'uomo.
- Tornare a
scrutare il cielo è
- Solo
- Lieve
percezione nell'oscurità
globale.
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- IL PIANTO
DEL MATTINO
-
- È solo
voglia
- Di evadere,
sai?
- Questa che mi
lega
- Le mani al
torace,
- iniezione
dolorosa
- ma
insignificante.
- Di contro, le
mie
- Paradossali
visioni
- Di
luminosità, in
- Questa nebbia
densa
- E pastosa che
nulla
- Vietano e
tutto ledono.
- È solo
voglia
- Di evadere, la
mia,
- Che non trova
mai
- Illusioni
con
- Cui soffocare
il pianto
- Dirotto del
mattino.
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- MAREE
-
- Giustificare
- Il folto
veleggiare
- Delle maree
quiete,
- Silenzio
interno ove
- Troneggia
l'affanno
- Ricurvo sul
rimpianto,
- Nauseante
ricordo
- Che gocciola
di te.
- Odora di
redenzione
- Il mio folle
ardore:
- Placami, ti
supplico,
- Placami le
maree dentro.
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- FUORI DALLA
MIA ORBITA
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- Il prato
sfiorisce,
- Lento,
- Le primule
grigie
- Diventano
e
- Il buio
avanza.
- Le mie paure
nuotano
- Nell'apnea
- Attraverso la
quale
- Nuoto in
questi giorni
- Di mestizia e
ilarità.
- Il manto
inaridisce,
- Squadrato,
- Il fiato
s'accascia
- A un colpo di
tosse che
- Mi
sfibra.
- Il viaggio mi
stancherà,
- E penso di non
farcela,
- Rivolgo
sguardi difensivi
- A persone che
ruotano
- Fuori dalla
mia orbita.
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