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            antologie dei concorsi de Il Club degli autori
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               Antologia del
               premio letterarioIl Club dei Poeti 2000
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               INDICE Prefazione
               a cura di Gianmario
               Lucini,
               Francesca
               Airaghi,
               Cinzia Ambrosi, Massimiliano Badiali, Marco Baldin,
               Chiara
               Balena
               , Simone Barbato,Piero Bassu Paola Bavera, Maria Luisa
               Beck-Peccoz Spanò, Patrizia Berrini, Maria Rosa
               Bertellini, Carmen Bertozzi,, Massimiliano Bianchi,
               Oreste Bonvicini, Luca Bosco, Franca Bossi, Maria
               Bucciero, Simonetta
               Capponi,
               Carlo Carrea,
               Bruno Cavallari, Claudia Cefalì, Maria Maggio
               Cernigoi, Desi Chinellato, Roberto Cicero, Matteo
               Corghi, Alessandra Crabbia,, Antonella Crucitti,
               Giuseppe d'Onofrio, Nino
               de Totto,
               Alessandro
               Del Borrello,
               Fabrizio Del Re, Filippo Giuseppe Di Bennardo,
               Danilo
               Di Gangi,
               Emiliano Di Rosa, Marisa Elia, Marina
               (May)
               Fabi, Claudio Ferrante, Davide Ferrari, Gerardo
               Fornuto, Eugenia
               Forte,
               Marco
               Galli,
               Marco Gambuti, Arturo Giardinieri, Fabio Grelli,
               Nicola
               Iacono,
               Vincenzo Iannone, Stefania La Gioiosa, Bruna Luciani,
               Silvestro Luisi, Giuseppe Magenes, Maurizio
               Maglia,
               Livio
               Malusà,
               Elisabetta Marchetti, Anna Eleonora Marconato,
               Giuseppe Marra, Maurizio Mattioli, Daniela Modica,
               Matteo Molteni, Roxana Morsella, Maria Mosca, Fernanda
               Nicolis, Maria Luisa Orsi Sigari, David
               Ortolani,
               Marco Palma, TIziana Pannunzio, Claudio
               Perazzo,
               Maria Novella Perina,
               Amalia Perra D'Ambosio, Rossana Pesaro Giorgetti, Luca
               Petroni,
               Liliana Picchianti,
               Sonia Quintavalla, Ermano Raso, Antonio
               Rossi,
               Barbara Russo, Vincenzo Saccomandi, Christian
               Salandin, Silvio Sallei, Silvana
               Sarotti,
               Luciana Scaglia
               Grenna,
               Gea
               Scancarello,
               Adriano Scandalitta,
               Giovanni Scribano,
               Jolanda Serra,
               Elena Sideri,
               Roberto Silleresi, Giuseppe Spiotta, Carlo
               Tavani,
               Gianluca Testa, Anna Torre, Piero Trapani, Stefano
               Valeri, Daniela Viola, Carlo Vismara, Ivano Voinich,
               Antonio
               Zocchi,
               Alfredo Zona, Pietro
               Zovatto. | 
                Come
               avere l'antologia | 
      
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                     Prefazione
 
                   Se
                  il lettore cercherà in questo libro un'eco o
                  un'emulazione della grande poesia contemporanea
                  &endash; che, al di là dei luoghi è
                  viva e fiorente in Italia con nomi di maestri
                  illustri come quelli di Giudici, Luzi,
                  Zanzotto
 &endash; forse potrà rimanere
                  deluso da questa "minore", per così dire,
                  più alla mano, meno dotta. Ma non è
                  questo lo spirito adatto per leggere una raccolta
                  come questa. Direi invece che questo libro deve
                  essere letto come un documento, una testimonianza
                  di come, in un preciso momento storico, alcuni
                  uomini e alcune donne amanti della poesia abbiano
                  inteso quest'arte e di come l'abbiano concretamente
                  praticata.Se
                  l'abito mentale è questo, il lettore
                  potrà fare alcune interessanti
                  considerazioni che emergono dalla lettura di questi
                  testi.Una
                  prima considerazione potrebbe riguardare ad esempio
                  il cambiamento del linguaggio, ossia, ciò
                  che viene considerato da questi autori "minori"
                  come linguaggio degno di esprimere poesia. Si
                  può infatti agevolmente notare che, accanto
                  a linguaggi ancora imbevuti di suggestioni
                  crepuscolari e decadenti, anche l'autore emergente
                  cominci ad aspirare a un linguaggio più
                  moderno, più vicino alla sua
                  quotidianità linguistica, ma nello stesso
                  tempo rappresentativo di una idea di
                  "poeticità".Abbiamo
                  qui voluto inserire anche testi che, a rigore, non
                  sono rappresentativi di un gusto moderno e
                  aggiornato nello scrivere poesie (anzi, in alcuni
                  casi decisamente vetusto), proprio per far balzare
                  all'occhio questo passaggio che è di
                  notevole interesse, non solo sociologico. In
                  un'epoca infatti nella quale imperversa lo slogan,
                  la frase fatta, la banalità e la frivolezza
                  del linguaggio mass mediale, questa ricerca ha il
                  sapore di una rivolta intellettuale e perfino
                  morale.Una
                  seconda considerazione riguarda i temi che questi
                  poeti affrontano: alcuni (pochi in verità)
                  riconducibili a un sentire che potremmo considerare
                  non eccessivamente originale, forse un po' logoro e
                  in alcuni casi dall'esito scontato; ma in altri
                  casi si nota un deciso salto di qualità
                  nella ricerca di temi che siano rappresentativi di
                  una sensibilità contemporanea e nello stesso
                  tempo universale, al di là di un tempo
                  storico preciso. E questa osservazione è
                  riferita anche alla poesia che tratta di sentimenti
                  e di amore o relazioni interpersonali; a testi che
                  comunque, anche nei casi di più integrale
                  osservanza di una certa "tradizione" o a una poesia
                  di maniera, tendono a staccarsi da luoghi comuni e
                  frasi fatte, per cercare una originalità di
                  tono, evitando di cadere nella solita
                  banalizzazione "cuore, amore, dolore", e superando
                  il mero esternamento di un disagio o di una
                  esaltazione personali, logori ormai da molti
                  decenni.Questo
                  sia detto al di fuori di considerazioni sullo stile
                  di ogni autore, che in alcuni casi mostra una certa
                  conoscenza del "mestiere" o dell'armamentario
                  linguistico del poeta (e dunque uno studio sugli
                  autori e una lettura critica delle diverse forme
                  della poesia, un riferimento a modelli tradizionali
                  o contemporanei, uno sforzo stilistico rivolto alla
                  metrica, alla fonoprosodia, ecc.).Il
                  lettore quindi potrà fare un bilancio di
                  ciò che legge, e poter operare un confronto
                  con quanto viene offerto oggi dall'industria
                  editoriale nel settore della poesia e trarne le sue
                  conclusioni (e noi confidiamo che questa raccolta
                  esca a testa alta da questo confronto). E se
                  è egli stesso poeta, potrà giovarsi
                  di questa lettura anche per un confronto con la sua
                  stessa poesia, senza provare quell'angoscia e
                  l'annichilimento di cui spesso un poeta soffre dopo
                  il confronto con i testi dei maestri &endash; e se
                  da una parte questo è comprensibile e
                  perfino giusto, dall'altra, alla lunga, è
                  difficile da sostenere.L'edizione
                  che qui presentiamo di alcune delle poesie che
                  hanno partecipato al concorso letterario "Il Club
                  dei poeti 2000" vuole dunque essere uno strumento,
                  modesto ma dignitoso, di lavoro e di comunicazione,
                  con la convinzione che la poesia, nella sua
                  intenzione sorgiva, sia un modo per unire le menti
                  in un dialogo e in un confronto, su un "ulteriore"
                  che rappresenta l'unione vera degli esseri umani,
                  il solo territorio che essi possano condividere
                  senza sbranarsi, e dove, anzi, la condivisione
                  è proprio lo scopo e il premio di una
                  pacifica conquista.  
                  
                  
                     Gianmario
                     Lucini TORNA
                     ALL'INDICE
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                     FRANCESCA
                     AIRAGHI
 
                   solo
                  una strada dirittae
                  verde intornofino
                  all'orizzonteverde
                  e torba intorno è
                  così bello che fa paura la
                  mia anima sulla mia pellecento
                  farfalle ho nello stomacomi
                  voglio buttare da queste scogliereripide
                  immenso golfonell'orrido
                  sì senza
                  caderevolarelasciarmi
                  cullareè
                  come un orgasmoscossa
                  elettrica fino al midolloflauto
                  dolce nelle venealberi
                  che si chiudono ad arcoè
                  verde anche il mare danzare
                  con le manial
                  suono di tesoffici
                  come petalile
                  tue parole carezze sul mio viso solo
                  le stelle della mia anima ti voglio
                  dare guarisco
                  da questo male d'amoremi
                  esplode il soledentro
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                  CHIARA
                  BALENA Bambini Con
                  il sorriso a luna, a onde crespate del
                  marecon
                  gli occhi accesi, velluti indagantivi
                  ho preso per mano a cantarecorrendo
                  tra fiori dorati e pensieri volanti. I
                  vostri nomi profumano di sole, di lampoma
                  non sfuggono dall'ariatra
                  vetri colorati, legno basito; il furtivo
                  campospinge
                  in melodia varia. Splendido
                  quadro vibrantecolma
                  la rimembranzanell'adusto
                  deserto scrosciantedi
                  me, anacoreta in comune stanza.  
                  
                               
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  Carlo
                  Carrea Ricordo:lungo
                  via Balbiil
                  vento ridendosbatteva
                  maltrattavai
                  tuoi riccioli rossi.Strizzavi
                  a
                  voltegli
                  occhi offesinella
                  tempesta di capelli.Sul
                  volto un certo sorriso,(la
                  mia strana presenza?)le
                  tue corte paroleprese
                  nel turbinio,indistinte,i
                  tuoi no decisie
                  ancora quel sorriso.Camminavo
                  al tuo fiancovoltatoper
                  non perdere nulla,nemmeno
                  un refolo,di
                  tanta bellezza. 
                  
                  
 Se
                  cerchi troveraiqui
                  dentroqualcosa
                  di pulito,di
                  chiaro, sincero.Se
                  frughi ancorae
                  getti qualche bugiasotto,
                  sta certa,si
                  aprirà tuttaalle
                  tue piccole ditala
                  mia anima intera.
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                  SIMONETTA
                  CAPPONI Un
                  angelo Un
                  volo d'angelo.Un
                  volo libero dai pensieri.Precipitare
                  giù nel vuoto,nel
                  nulla di una menteche
                  più non possedevi:Distratta,
                  assente, sfigurata.Un
                  segno su quel voltoche
                  prima sorrideva.Risate
                  contagiose, cara Laura,che
                  lasciavi dietro tee
                  dietro noi.Nebbiose
                  e tormentatele
                  tue maniee
                  senza via di scamposei
                  sfuggita alle manidi
                  un banditoche
                  t'ha rovistato l'anima.T'ha
                  mangiucchiato il cuoreE
                  senza ali sei volata giù
Un
                  angelo sei,che
                  già conosce il paradiso.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  MARINA
                  (MAY) FABI Estate Splende
                  nel cielo infocatoil
                  sole dorato.Riscalda
                  il mio corpo bruciatoe
                  la pelle che vibraal
                  richiamo ribelledei
                  sensi.Mi
                  bruciala
                  carne la sabbia roventee
                  la sfiora tremanteun
                  tiepido soffio eccitanteche
                  scende, mi accende, fa
                  fremer le fibre che prendeaderenti
                  la sabbia.E
                  la rabbia di stare impotentemi
                  preme nel petto.Si
                  mescealla
                  smania e al diletto che cresceed
                  esplode nel corpo frementebruciato
                  dal raggio cocentedel
                  sole.L'odore
                  del mare e del salemi
                  pizzica il naso.La
                  voglia di amare ha invasoil
                  mio corpo che scotta.La
                  lottacol
                  brivido che mi divoraè
                  strenuante, eccitante,mi
                  sembra aderire all'amantenel
                  manto di sabbiache
                  il corpo accarezza.E
                  la brezzami
                  sfiora con dolce carezzasul
                  collo, sul seno,sul
                  ventre che piano dimenonel
                  letto infocatodi
                  sabbia.
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                  ALESSANDRO
                  DEL BORRELLO Il
                  Pagliaccio Nel
                  suo buio camerinoDi
                  un sobborgo di cittàTruccandosi
                  da vitaAlla
                  sua altra metà.Un
                  gran sorriso rossoEd
                  una faccia bianca,Ma
                  negli occhi s'intravedeLa
                  sua anima stanca.E
                  ha inizio lo spettacoloIn
                  quel grosso tendone,Luci,
                  salti e balziLa
                  sua unica ragione.La
                  folla sugli spaltiIgnora
                  di chi siaQuella
                  buffa faccia biancaE
                  quella lucida follia.Ma
                  poi finisce tuttoE
                  si spengono le luci,Si
                  spengono le gridaE
                  si spengono le voci.Si
                  torna al camerino,Un
                  mondo di balocchi,Ma
                  un inferno impossibileDavanti
                  a quei suoi occhi.Si
                  siede e si strucca,Adesso
                  non lavoraE
                  sotto una mascheraUna
                  maschera ancora.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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               DANILO
               DI GANGI  Falce
               di Luna Falce
               di lunacanti
               la vita o la mortedi
               questo azzurro angolo di cielotrafitto
               dalla guglia graniticache
               immola,per
               la notte avanzante,l'antico
               sacrificio alle forze dell'aria.Finestra
               sul mondo&endash;
               mutevole opera che segui il viaggiare del
               sole &endash;richiami
               la bellezza della deanei
               sacri solstizi dai fuochi velati. 
               
               
Aria Respira&endash;
               nel cuore di un salice piangente &endash;l'aria
               tiepidasmossa
               dall'incontro notturnodi
               due astri cinerei.In
               fondo agli occhi,dietro
               la facciata della vita,insegue
               l'irrealizzabile volo di un Pegaso alatoin
               un deserto primitivo di nebbie e
               risonanze.Sul
               limitare di un cielo iridatoapre
               con le sue carezzefonti
               di gigli bagnati d'amoree
               libera parole
               d'inchiostrodietro
               la volta notturna. | 
                  EUGENIA
                  FORTE La
                  farfalla prende il volo Lì
                  sola davanti a quel buio murotra
                  la realtà e la fantasia,non
                  so che farel'anima,
                  come l'invisibile velo di leggerezzae
                  quell'odore di primavera, come suono di
                  rondinie
                  quella tempesta di emozioni, silenziosacome
                  un piffero di magia.Io
                  un giorno volerò per la mia
                  stradae
                  mi butterò nel mare in tempestacome
                  un marinaio con la sua barca.E
                  lì che il coraggio dell'uomo si
                  scontraFaccia
                  a faccia con il signore di tutti i
                  tempiIl
                  mare
Ondeggiare
                  di farfalle e di rondinie
                  la barca con le sue vele spingeil
                  nostro destino.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  Opera
                  10° classificata   MARCO
                  GALLI Eos Una
                  piccola ombra, impalpabile.Così
                  si rende al suolo la foglia del
                  cortile. Cigola
                  lenta la carriola, le spentefoglie
                  traghettando al di là del muro. Poi
                  giunse la nottedi
                  cobalto,poi
                  giunse la nottee
                  sorrise. E
                  nell'ora di Ecateil
                  vento notturno, diafana Selene,spazzò
                  lontano con impetuoso vigorele
                  nostre bieche meschinità,il
                  decadente male,il
                  tetro grigiore che paralizza
                  insensibili. Eos
                  dita rosate mi ritrovò supinonel
                  sacro quadrato a rimirar dei ed eroi.
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                  NICOLA
                  IACONO Quando
                  arriverai E
                  non siamo mai distantisempre
                  nei nostri bei rimpiantipieni
                  di nei e dolorinelle
                  nostre deboli sofferenzeperché
                  a guardare il marea
                  sognare cullati tra le stellea
                  godere nei rossi orizzontisappiamo
                  d'esser uominisenza
                  dover scappare viae
                  lasciare una sciada
                  far svanireo
                  da seguire fino in fondocorrendo
                  in mio amoresegui
                  i tuoi passie
                  vai verso il tuo cuoreper
                  rallegrare e gioiretra
                  carezze di ondeche
                  non sbattono fortima
                  s'adagiano sulle guancedel
                  tuo splendido visovalle
                  di mille lacrimeche
                  colano nel gran lagoda
                  cui io mi bagnoda
                  cui io mi nutroda
                  cui io mi amoamando
                  te, nel sorriso di
                  un amore già decisoche
                  deve solo nuotaresenza
                  tornare.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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                  MAURIZIO
                  MAGLIA Un
                  sottile, tenerolegame
                  ombelicale.che
                  non lascia.che
                  non sembra mollare.Ciò
                  che temonon
                  mi sembracosì
                  terribile,perversoUna
                  serie di storievogliono
                  lasciarsi essere.le
                  lascio scorrerecon
                  calma e pazienza.Sono
                  un vero saggioe
                  negherò sempre di esserlo.Sono
                  un amantema
                  non voglio sapere.Un
                  uccello cattivofalso
                  e traditore.Sono
                  uno scrittore.e
                  ciò che scrivomuore
                  scrivendosi.
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                  LIVIO
                  MALUSÀ Rovigno Ricalco
                  sassi e polverosi sentieriche
                  giovin mi vider felice. Rivedo
                  l'intenso verde degli ombrosi pinied
                  il maestoso svettar degli aulenti
                  cipressi,che
                  spesso cornice m'han fatto in amore. Rivedo
                  quell'albo montesalito
                  più volte col cuore in tumulto,tenendo
                  per mano i verdi miei anni. Rivedo
                  quei luoghi di vecchie emozionicalcati
                  da nuove, più fresche
                  intenzioni,ed
                  acuta mestizia d'un canto m'invade:invidia
                  provo per quel mondo felicedal
                  qual or lontano mi sento. Sol
                  il fresco abbraccio del maresembra
                  ridare al mio spirto provatol'illusione
                  d'esser rinato. E
                  torno a sperare.
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                  DAVID
                  ORTOLANI Geometria SedutoIn
                  riva di quel laghetto,in
                  acqua il rumoredei
                  miei sassi scagliati,unoduemillecerchi
                  concentrici,unoduemillericordi,memoriedi
                  gioie perdutetaglientipenetrano
                  la mia mente;rugiada
                  che scendedai
                  miei occhi,uno
                  duemillecerchi
                  concentriciin
                  acqua. 
                  
                  
 In
                  anima Se
                  ne valontanal'ultima
                  oscurità,emerge
                  in cielouna
                  stella,fascio
                  di luceche
                  abbattel'estrema
                  barriera:leggere
                  l'anima altruiun
                  limpido riflessoin
                  uno specchio,un
                  atto semplice e sincerocome
                  un fiocco di neve.
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                  MARIA
                  NOVELLA PERINA Aridità Addio
                  amico mio,perché
                  non vuoiche
                  io frantumile
                  lastre di ghiacciosul
                  tuo cuore,che
                  io aprauno
                  spiraglionella
                  rigida corazzaerta
                  a difesadel
                  tuo male antico. Addio
                  amico mio,perché
                  ho scambiatoalle
                  origini dell'amoreper
                  magico poterel'onda
                  impetuosadella
                  mia tenerezza. Addio
                  amico mio,perché
                  ho sentitoche,
                  nella guerra senza resa,si
                  allargava anche su di meil
                  tuo ghiaccio livido.E
                  svaporavaLa
                  vita mia. Addio
                  amico mio,perché
                  non cerco piùla
                  forza se
                  figlia dell'ARIDITA'. 
                  
                  
                     Vicenza,
                     20.01.1999
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                  LILIANA
                  PICCHIANTI Non
                  è mia la vita Uscii
                  dal grembomaterno,
                  piccolaignara
                  di esserenel
                  ristretto spaziodi
                  tempo assegnatomida
                  millenni di avi.La
                  mia sola possibilitàper
                  tutti i secoli avveniredi
                  passeggiare viveregioire
                  soffriresul
                  bellissimo pianetaazzurro
                  dorato dal sole.Non
                  ho chiesto iodi
                  arrivare nel tempodi
                  tante scopertee
                  innovazionidove
                  l'uomo presodal
                  suo grande progressonon
                  si accorge dei valoriin
                  lento continuo regresso.Non
                  sento mia la vitache
                  mi è stata donatagratuitamente
                  con amore.Vengo
                  dall'infinitoe
                  cammino rapidaverso
                  il traguardo,la
                  morte sorelladella
                  vita mi seguespesso
                  devia giocandoilludendomi
                  di dimenticarmi.Ma
                  altri continuano ad arrivareda
                  molto lontano:Bisogna
                  andare
Non
                  sento mia la vita.
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         | 
            
            TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
                  ANTONIO
                  ROSSI Biancaluna Lunghi
                  cavalli stanchi sono andati verso il
                  mare,con
                  grappoli di uva legati alla carotide,stanotte
                  trotteranno nelle anfore del suonoe
                  poi berranno l'anima dei mitili
                  giocondi. Dolci
                  carezze d'oro sono salite sopra i tetticon
                  teneri gattini dal pelo delizioso,stanotte
                  dormiranno nel fiume dei ricordie
                  poi si ciberanno di mele claudicanti. Ma
                  tu non hai capito il mio pensiero,
                  Biancaluna,sei
                  figlia di una favola di nichel,sei
                  candida se il cielo si fa triste,sei
                  aquila se l'alba si fa rossa. Sei
                  aquila in un vento di meduse,sei
                  upupa incarnita dentro il sole,sei
                  l'acqua di un petalo di rosa,sei
                  sposa di un angelo di vetro. Lunghe
                  cipolle ragno hanno vinto i biancospinicon
                  armi di corallo legate alla mascella,stanotte
                  arriveranno nel ventre dell'amoree
                  poi cadranno pigre nel vuoto della
                  mente. Lunghe
                  cicale foche hanno invaso l'universocon
                  stelle di carbone vegetale damascato,stanotte
                  danzeranno con i fiori di cristalloe
                  poi si specchieranno nel fegato dei
                  cigni. Ma
                  tu non hai capito il mio pensiero,
                  Biancaluna.
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                  LUCIANA
                  SCAGLIA GRENNA 
Gioia
                  e Dolore
 Gioia
                  è poter fare colazione,insieme,seduti
                  ad un piccolo tavolo,con
                  al centro una splendida rosa rossa
                  profumata,bighellonare
                  insiemela
                  domenicaper
                  la città desertasenza
                  metatenendosi
                  per manocome
                  due ragazzini,ammirare
                  le verdi siepi ornamentali,gli
                  alberi con il nuovo vestito di giovani
                  foglie,dolore
                  è sapere che qualcuno non sta
                  bene,dolore
                  è andare dal dentista,dolore
                  sovrumano èsapere
                  che un'amiciziache
                  tu speravi di averenon
                  esiste più,è
                  sotterrata come vecchie cartacceche
                  non servono più. 
                  
                  
 
Noia
 Girellare
                  per casacome
                  un'ubriaca,passare
                  da una camera all'altra,cercare,
                  avidamente, qualcosache
                  non riesci a concretizzare,osservare
                  dalla finestrala
                  gente che passeggiae
                  decidere,senza
                  pensarci troppo,di
                  uscire di casa,scendere
                  le scale,andare
                  via,lontano,dove
                  non so.
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            TORNA
            ALL'INDICE
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                  GEA
                  SCANCARELLO L'incubo
                  ricorrentedi
                  un'afasia irreversibilemi
                  spinge a vaneggiareil
                  bagno nel Lete.Gli
                  spettri che mi rincorronocontribuiscono
                  alla consapevolezzadi
                  ciò che è compiuto,dell'aver
                  liberato,persotutto.Ed
                  ora, come un uccello senz'ali,il
                  peso della realtàincombe
                  ed opprimee
                  la ricercaè
                  ormaisolo
                  quelladell'oblio. 
                  
                  
 Il
                  mio disagio esistenzialebarricato
                  in un muro di silenziomascherato
                  da un amaro sorriso;l'apice
                  del dolore,l'impossibilità
                  di comunicare:sola,la
                  Tristezza come unica compagna,il
                  gelo che mi trafiggementre
                  vagabondo per le strade&endash;
                  per alcuni sorridenti,per
                  me,drogata
                  dal veleno sorseggiato,informi
                  mostri incapaci di inghiottirmi
                  &endash;delle
                  infinite possibilità. Nostalgia
                  e rammarico,insensatezza,un'unica
                  tormentata,incessante,domanda. Nessuna
                  risposta.
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                  GIOVANNI
                  SCRIBANO Notte
                  in città Della
                  città colsi l'essenza: luci sgranate, fredde
                  insegne, dedalidi
                  vie, inutili catene sotto le stelle.L'arte
                  nasce fredda come farfalle su fogli, ma tende alla
                  passione.All'alba
                  si lustrano gli ori della metropoli e gli smalti
                  famigliari;intanto
                  le ore canute addolciscono il viaggio.Colgo
                  il carico acerbo della notte che tutto compenetra,
                  coltivole
                  chiavi della luna, basteranno a cancellare il
                  silenzio.Oppio
                  d'amore; trattengo un grido.Domani
                  un freddo sole lontano sorgerà sul nostro
                  futuro. 
                  
                  
 Deliquio Nel
                  vuoto sguardo traspare l'asciutto tramonto,
                  ologramma d'unframmento
                  di terra;in
                  penombra, spirale allungata prede
                  fuoco;lentamente
                  ardon le stelle,strie
                  nella caligine;un
                  profilo di luce s'allunga nel vuoto come spigolo
                  nella notte,come
                  aperto brandello di nuvola.Nella
                  rotazione delle sfere, il cielo si riflette e
                  fuliggine edAcqua
                  spruzza sui tronchi; lentamente ritornano
                  l'ombre.
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            TORNA
            ALL'INDICE
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                  ELENA
                  SIDERI Pensieri
                  di madre Guardo
                  i miei figlie
                  mi chiedo come sarai con loro.Li
                  osservo e mi domandoquanto
                  a fondograffierai
                  il loro cuoree
                  con quale emozionigli
                  curerai le ferite.Quanti
                  sogni gli farai viveree
                  morire in un solo giorno,e
                  quanto a lungo li premieraicon
                  affetti e amoriche
                  li seguiranno lungo la via.Quanto
                  scaverai nella loro animae
                  per questo li renderai fortie
                  capaci di ricevere e dare.Quante
                  volte ti chiederannoe
                  risposte non gliene daraiper
                  poi farlo a sorpresaed
                  avranno il cuore colmoe
                  il fiato spezzato dalla meraviglia.Quanto
                  amore riporranno in tein
                  quello che farannonelle
                  persone che incontrerannoe
                  quanta forza avrannoper
                  non cedere alle lusinghe dell'egoismo.Li
                  ho guardatied
                  una cosa ho chiesto a Dioche
                  non smarriscano maiil
                  desiderio di viverti fino in fondocon
                  nel cuore la certezzadi
                  avere in te il tesoro più
                  prezioso.
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                  ANTONIO
                  ZOCCHI Specchio
                  della memoria. 31/1/99 Nell'inutile
                  susseguirsi d'attimisi
                  snoda questo tempo,che
                  accozzaglie d'istanticreano
                  momenti incomprensibili.Ed
                  allora penso,ed
                  immagino la calma,riordino
                  il castello di cartache
                  cedette sotto il pesodi
                  una brezza leggera.E
                  cerco nuovi incastri,tentativi
                  che ridoninoun'immagine
                  normalea
                  quei troppi buchi neriche
                  risucchiano l'immoto.Ed
                  allora provo a scrivere,riportando
                  alcuni sibili,che
                  miraggi avevano suppostostrani
                  mondi oltre l'invisibile.Ed
                  alla fine,immagini
                  s'affaccianoallo
                  specchio della memoria,che
                  ammoniscono che le guarda,e
                  cercano di ridere sapendo d'esser
                  vive...
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            TORNA
            ALL'INDICE
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                  PIETRO
                  ZOVATTO Caritas Volesse
                  il cieloche
                  un singolo ancoralevasse
                  un canto nuovoalla
                  eccelsa "caritas". La
                  carità è ignudae
                  pia, vive di speranza,riposa
                  nella fede.È
                  casta e splendentecome
                  matronad'antica
                  classe;è
                  generosa e vigilantecome
                  buona popolana.Ha
                  la bocca d'oroe
                  dolce, sopportae
                  piange in silenzio. Un
                  grido percuoteil
                  Terzo Millennio:Le
                  prostitutevi
                  precederannonel
                  regno dei cieli,o
                  nuovo sinedrio, assiduoai
                  precetti ingombranti.Un
                  Dio gentileè
                  per ogni uomodi
                  buona volontàlibera
                  grazia. 
                  
                  
 Elevazione Bella
                  è la carezzadivina
                  nella infinitatavolozza
                  dei frantumidella
                  fede. Nel ritola
                  parola esaltail
                  vino in sanguenelle
                  mani che vibranodi
                  parola onnipotente.Sento
                  nel pettofremere
                  la tunicadi
                  fuoco e l'occhiotramutarsi
                  in pianto.e ammoniscono che le guarda,e
                  cercano di ridere sapendo d'esser
                  vive
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                  CARLO
                  TAVANI Ciocche
                  di capelli Son
                  cresciutipianin
                  pianinocome
                  sei cresciuto tu.Han
                  posatosu
                  morbidi guancialicome
                  hai dormito tu.Han
                  volato nell'aria,insieme
                  a te che hai corso,che
                  hai saltato,con
                  la tuavoglia
                  di vivere. Oggi
                  li
                  ho visti spezzarsi,cadere
                  e fermarsisul
                  freddo pavimento.Li
                  ho visti mischiarsi ad altri,di
                  un anziano signoregià
                  stanco.Li
                  ho visti confondersinella
                  polveredi
                  una vecchia bottega. E
                  più li vedròquelli,intrecciarsi
                  alla mia manonelle
                  carezze d'amorepaterno.
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            TORNA
            ALL'INDICE
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                  NINO
                  DE TOTTO Chissà Io
                  vivo in te.Ogni
                  gioiaogni
                  piacereè
                  un dono che tu coglisenza
                  neppure chiederti il perché. Serenitàdi
                  una magica intesa. Un
                  alito di brezzasfiora
                  le nostre maniscompone
                  i tuoi capellisolleva
                  il tenue lembodella
                  tua veste. La
                  tua bocca non saaltro
                  contatto che il tremore lievedelle
                  mie labbra,non
                  sanno il seno e il gremboche
                  ora tu mi schiudise
                  non la mia carezza. Eppure
                  già domani,chissà,
                  noi forse ci diremo addio. O
                  sarò iodestandomi
                  all'auroracon
                  un pensiero insolito e discordea
                  non sentir la trepida certezzala
                  smania di voler vederti ancora. O
                  sarai tu a svegliarti domattinanella
                  torbida ebbrezzadi
                  un tuo sogno stregatosconvolta
                  da una voglia dissolutadi
                  malsane e viziose novità. È
                  fugace la sorteed
                  è effimero il moto d'ogni cuore. Fedeltà,
                  fedeltà,patetica
                  virtù che si conquistasoltanto
                  appienocon
                  il tacito avvento della morte.
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