Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
- Antologia del premio letterario
Città di Monza
- INDICE
- Introduzione dell'Assessore alla Cultura - Prefazione a cura di Maria Organtini - Emilio Palaz - Ringraziamenti - Matteo Abbate - Laura Accerboni - Nicla Maria Agostoni - Fabio Aldrighetti - Mauro Anastasia - Paolo Angeri - Cinzia Antonelli- Marco Arisi - Stefano Arosio - Maurizio Balbiano - Eleonora Baldo - Monica Balestrero - Francesco Bandera - Alessandra Bareschino - Daniela Bargagna - Tamara Baru- Laura Basilico - Paola Bavera - Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò - Cristina Belloni - Massimiliano Bianchi - Elena Biazzi - Alberto Biella - Domenico Bisio - Franca Bossi - Maria Stella Brancatisano - José Enrique Briceño Berrú - Pierangela Brugola - Silvana Cadin - Clara Cafaro Caimi - Franco Calvi - Alessandro Angelo Calzati - Antonio Capriotti - Andrea Caputo- Simonetta Cariolato - Carlo Carrea - Lina Carrieri - Maura Cassanini - Alfonso Cataldi - Sonia Cazzaniga - Claudia Cefalì - Gabriella Celletti - Maria Pia Coda Forno - Ada Colombo - Francesca Colombo - Marco Conter - Manuela Corigliano - Livia Corona - Alessandra Crabbia - Stefania Crema - Elvis Crespi - Roberto Crippa - Giovanna De Capitani - Mariella De Franco - Maria De Luca Pistoresi - Patrizia Del Vecchio - Alessia Delcré - Nunzio Di Bernardo - Giovanna Di Giulio - Francesca Di Nola - Beatrice Di Tullio - Andrea Dini - Patrizia K. Dodino - Paola Donadelli - Simone Fagioli - Fabrizio Famularo - Paola Ferro - Anna Fiorentini - Teresa Formenti - Maria Gisella Fragapane - Chiara Fratar - Carlo Fumo - Maurizio Fusco - Grazia Maria Galeazzi - Francesco Galimberti - Paolo Galimbe- Marco Galli - Salvo Gallo - Giuseppina Garagnani - Ines Gastaldi Carretto - Gianna Gatti - Giovanna Gelmi - Stefano Gheller - Donato Giaffreda - Vanni Giovanardi - Carolina Girasole - Simonetta Gravina - Giulia Grechi - Alda Guadalupi - Giovanni Guglieri - Maria Gurreri Comici - Camilla Iannacci - Paola Ippolito - Carlo Luigi Kuhne - Elide La Vecchia - Carlo Leoni - Matteo Lolli - Andrea Longobardi - Letizia Lopreiato - Cristina Lorenzutti - Mariano Luccero- Roberto Lucia - Laura Lunardi - Emanuela Macrì - Livio Malusà - Marco Managò- Francesca Marchino - Giorgio Marconi - Manuel Mariella - Fiorenza Marino - Simona Marocco - Edgardo Marrese - Aurelio Marsili - Filippo Massari - Anna Matera - Elena Matta - Bernardino Mattioli - Giovanni Mazza Montanari - Pietro Luigi Mazzara - Serena Micozzi - Secondo Morino - Dino Valentino Moro - Alberto Mosca - Maurizio Nascimbene - Fernanda Nicolis - Rosario Norrito - Chiara Ortolani - Alessio Pacchini - Chiara Padula - Marco Palma - Rosanna Panico Coccin- Laura Panighel - Teresa Pascali - Carlo Pedretti - Susanna Pelizza di Palma - Maria Novella Perina - Gil Pezza - Maria Cristina Pianta - Tomaso Pieragnolo - Paolo Pietrobon - Francesco Piscitello - Rosanna Pisoni - Alessandra Pittini Monacelli - Giuseppe Pizzo - Simona Plebani - Luciano Postogna - Andrea Potestio - Pierluigi Prisco - Maria Racioppi - Ermano Raso - Alessandro Regazzoni - Paola Rivabene - Angela Riviello - Marina Rizzello - Federica Robustellini - Dalila Danila Roccetti - Don Maurizio Rolla - Salvatore Romeo - Brigitta Rossetti - Antonio Rossi - Veronica Rosso - Maria Russo - Vincenzo Saccomandi - Monique Sartor - Luciana Scaglia Grenna - Adriano Scandalitta - Giovanni Scribano - Ambrogina Sirtori - Rosa Spera - Carmine Spinali - Paolo Stefanini - Paola Surano - Adriana Sustersich - Marco Tabacco - Valter Tarabella - Nello Teodori - Rosa Maria Teresa - Massimiliano Testa - Paolo Nicola Torelli - Clelia Toso - Moreno Travagli - Sara Trofa - Antonio Turnu - Barbara Valente - Danko Vasovic - Carmine T.A. Verazzo - Alessandra Veronese - Flavia Villa - Matteo Zambrini - Giorgia Zampini - Giovanni Zappalà - Liliana Zinetti - Davide Zoccolan.
- «Parole mie che per lo mondo siete...» (Dante - sonetti)
- La più antica espressione letteraria dell'uomo fu la poesia. La poesia risponde ad un ritmo, ad un suono e, a differenza della prosa, è più facile da ricordare e da tramandare oralmente. I racconti poetici potevano esser musicati, come nelle opere dei trovatori, cantati in nenie e filastrocche, come nelle ballate popolari.
- L'estetica moderna ha puntualizzato che ogni espressione può essere poetica purché corrisponda ad un moto immediato dello spirito. La poesia, autentica il reale, ogni materia può esserle possibile, perché ogni racconto può diventare pensiero.
- Il fondamento poetico è la libertà; del sentire e dell'esprimere. Il poeta è colui che riesce a fare sua la capacità di tradurre in un messaggio la percezione del reale e l'intensità del sentimento.
- Nel messaggio poetico anche il fruitore è libero, può lasciarsi andare al suo sentire, ritrovandosi nel testo e navigandolo liberamente.
- Il Cenacolo dei Poeti ed Artisti di Monza e Brianza, con serietà ed esperienza ventennale, ha organizzato il secondo concorso internazionale di Poesia, che ha visto ancora più numerosi partecipanti della precedente edizione.
- Importante e ben svolta è l'attività dei suoi soci che si concretizza nel dare spazio e «voce» a quanti lo desiderano.
- Il Comune di Monza e l'Assessorato alla Cultura sono lieti di farsi sostenitori dell'iniziativa, nell'auspicio che questo appuntamento diventi una tradizione per la nostra città, consentendole di affermarsi come punto di riferimento e di distinzione culturale.
- Dr. Antonino Cusumano
- Assessore alla Cultura del Comune di Monza
- «La vera poesia è riconoscibile dal fatto che ha potere liberatorio. La vera poesia ha la capacità di liberarci, come un Vangelo laico, dai gravami terreni che ci opprimono donandoci serenità interiore e benessere esterno »
- È questa una delle massime di Goethe che mi sento di condividere e che mi permette d'introdurre il tema di questa seconda edizione del Premio Internazionale di Poesia «Città di Monza 2000».
- Quanti poeti, giunti da diverse regioni italiane riuniti nello scenario del Teatrino di Corte della Villa Reale che per una sera hanno fatto ascoltare i loro versi tra quelle mura ricche di storia!
- Tutte le poesie raccolte in quest'antologia avrebbero dovute essere ascoltate perché in ognuna di esse si cela l'esperienza dell'uomo, il suo grido ora di gioia, ma molto spesso di dolore. Quello che ci ha fatto molto piacere in questa edizione, è stata la partecipazione dei giovani che hanno saputo interpretare le loro aspettative con tematiche d'attualità rese con versi chiari e profondi
- La poesia è patrimonio di tutti e tutti possono esprimere attraverso di essa i propri sentimenti come ha fatto Don Maurizio Rolla vincitore del 1° premio con la poesia «Pietra viva» ispirata sì al Duomo di Monza, ma reale nell'esperienza di un sacerdote che sente come «Pietra viva» le sue mura e così quelle di ogni Chiesa dove gli uomini tutti, portano il loro fardello di vita vissuta. La storia, il contatto con la realtà, anche la materia inerte che troviamo nelle pietre come nella poesia di Ines Carretto «Voci di pietre» o «Memento» di Gil Pezza e tante altre ci portano a riflettere come questo terzo millennio che stiamo vivendo dia spunto ai poeti per riflessioni e meditazioni alle quali anche i giovani sanno rispondere con entusiasmo: vedi la poesia di Laura Accerboni «Il fiume» una bella immagine del poeta contemporaneo Mario Luzi. La poesia si nutre nell'esperienza dei grandi poeti e ogni nuovo poeta, aggiunge con i suoi versi, una goccia nel grande mare dello Spirito universale dell'amore che unisce tutti gli uomini.
- Maria Organtini
- Presidente del Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e Brianza
- Paolo Angeri
- Introduzione
- Un mattino d'estate, in quest'abbazia, ebbi ciò che credo fosse una chiara e potente rivelazione del divino, e che mi turbò fino alle lacrime. A distanza di un anno, tornai nel luogo di questa epifania, che rievocai con maggior consape&endash;volezza della sua non causalità, come di ogni più piccolo avvenire dell'esistenza. E, tuttavia, è grande la fragilità di tali, rare, intuizioni.
- Presso l'antica abbazia di Vertemate
- Ancora in me, sono
- e così ripasso &endash; pur, da stagioni
- velati &endash; gl'incavi al suolo
- che incisi, opera d'Artista
- a condurmi invisto, e superiore.
- Che quel giorno
- eran ceselli i passi, a tracciar
- d'alta Scienza brani terreni...
- e da occhi di pioggia come finestre,
- il Sole vidi del Mattino
- splendermi ed animarsi
- tutto.
- Ma più! non furon
- così limpidi, l'aria e il Vero
- Mauro Anastasia
- Opera 4° classi. sez. giovani
- Biancore
- Limpida la notte
- il cielo
- e non alito
- di vento muove
- ramo
- albero o foglia
- nel morbido buio
- che ci circonda:
- solitaria e malinconica
- riluce
- d'una diafana bellezza
- lontana
- quasi riflesso
- dei sentimenti nostri
- la luna.
- Tu l'osservi trasognante
- le labbra dischiuse
- simili a fiori
- sbocciati
- sotto quei candidi raggi:
- l'osservi e pensi
- infelice
- la vita,
- mentre io
- dall'ombra nera celato
- come chi fugge
- una terribile colpa
- colgo nei tuoi occhi
- il lucciolio eterno
- che da questo
- cielo infinito
- trae
- il suo primo
- divino
- splendore.
- Francesco Bandera
- Ti Amo
- Ti amo: come l'erba che al mattino bagnata
- dalla rugiada viene dolcemente cullata dal
- tiepido fruscio del vento.
- Ti amo: come l'acqua di una sorgente che a
- primavera sgorgando leggiadramente ridà la
- vita alla natura che sta intorno ad essa.
- Ti amo: come il seme di un frutto che germogliava
- e che diventa per me fonte di nutrimento vitale.
- Ti amo: come la meravigliosa melodia di
- una canzone che cattura la mente ed il cuore
- rendendoli spensierati e gioiosi
- e trasportandoli magicamente con la fantasia
- li libera da ogni tristezza.
- Ti amo: come uno scultore che plasmando
- ingegnosamente ed abilmente con le mani
- una scultura le da forma e sostanza.
- Ti amo: come i pennelli di un pittore
- che danzando magistralmente e graziosamente
- su una tela danno vita al più affascinante, imponente,
- sontuoso, ed incantano capolavoro artistico.
- Ti amo: come l'immensità del cosmo,
- che non ha neé orizzonti né confini né fine né principio e né
- dimensioni e proprio per questo è incalcolabile.
- Alberto Biella
- Opera 5° classi. sez. giovani
- Forze contrarie
- L'eccentrico sfaldarsi
- del mio iniquo contatto
- lieve, alle docili onde,
- è l'esser mio nascosto
- che si risveglia,
- perderà le mie nuove emozioni:
- forze contrarie al suo lieve
- ondeggio, si fingono incapaci
- di contemplare il lacerar dell'onde.
- Millenni persi in quell'attimo
- illimitato di speranza;
- ora alle ispide e forti tempeste
- viene rischiarato ciò che è rimanente:
- forze contrarie al baratro dell'oblio.
- Maria Stella Brancatisano
- Ad Anna Frank
- Nel tuo volto di bambina vedo
- La speranza, la vita che lotta, il sogno
- che non vuol morire, l'innocenza che
- non si deve calpestare... e la mano tesa
- che non puoi tagliare...!
- Nei tuoi occhi, vi era la fiducia, che
- L'uomo non fosse... solo un animale...!
- Bene&endash; Male... Vita &endash; Morte...
- Morte... Vita... Sogno... Speranza...
- Delusione... Speranza... il sogno,
- che mai muore...
- altalena di AUCHSWITZ
- NIDO DEGLI ORRORI...!
- I FIORI E LA SPERANZA sono stati...
- Violati... calpestati
- ma non sono tutti morti
- né hanno perso i loro bei
- COLORI...!
- Locri 16-3-2000
- Clara Cafaro Caimi
- Opera 7° classificata
- Normandia
- Al grigio del cielo e a te,
- che hai risalito la sabbia a fatica
- - sbarco senza approdi - tra fili spinati
- intrecciati al cardo selvatico.
- È stata pioggia di respiri interrotti,
- voli spezzati, coraggio e paure;
- ora è profumo di terra bagnata,
- nomi di croci e stelle,
- anime di pietra e geometrie,
- in un vento che sradica le voci
- e àncora i ricordi all'ombra calma del leccio,
- per nascondersi da un sole violento
- che non ha saputo illuminare.
- José Enrique Briceño Berrú
- Lontananza
- Ancora una volta senza l'esaltazione
- della tua presenza,
- ancora una volta l'amara sensazione
- della tua assenza.
- Non i tuoi occhi mansueti,
- lagune di amore,
- non le tue mani sensibili,
- balsami del dolore.
- Né la tenerezza del tuo sguardo
- né dalla tua voce il calore,
- né la tua bocca madreperla
- né le tue labbra colore.
- Nemmeno il mulinello
- dei tuoi capelli,
- nemmeno il cammino
- della tua chimera.
- Perché sei un'ala rotta
- nei profondi spazi della mia vita,
- perché sei un passero sconosciuto
- il cui becco mi causò una ferita.
- Cinigia
- Un mendicante marcato con il
- distintivo dell'incognita,
- sospendendo la sua mano microbica
- sul respiro dell'uomo,
- alza i suoi occhi secchi
- e distingue nel cielo nero
- una fosforescenza moribonda,
- cenericcia come la tempesta
- dei suoi capelli sporchi,
- rossastra come il coagulo
- millenario del suo sangue
- centomila volte morto,
- e vede l'amore: &endash; cinigia del passato &endash;
- che fugge timoroso e
- con voce vergognata gli dice:
- addio... fratello crude.
- Silvia Cadin
Donna
- Vita, energia, mistero:
- passione sincera,
- malinconia profonda,
- slanci di gioia e
- infinito dolore.
- Dolore di esserci per lottare
- e lottare per esserci.
- Conchiglia
- Vorrei fossi tu lo scoglio
- a cui aggrapparmi,
- l'onda da cui
- lasciarmi prendere,
- il mare da cui
- farmi cullare,
- la spiaggia su cui
- lasciare la mia impronta.
- Notti
- Vorrei dividerle tutte con te
- le poche notti che mi restano.
- Sentire ancora le mie gambe
- intrecciate, nel sonno, alle tue.
- Sentire ancora il peso, e il calore,
- del tuo braccio sul mio seno.
- Svegliarmi ancora
- per un vuoto accanto a me,
- mentre il profumo del caffè
- mi raggiunge con il tuo passo lieve.
- Franco Calvi
- Aliti frementi
- Con la grazia di quelle ninfe
- che l'occhio furtivo del satiro stupefatto
- nelle notti di luna orfane
- squarciano d'infinita, imprevedibile radiosità
- tu, mia fresca, ambrosiaca donna
- t'involi serena nelle mie notti,
- consapevole e grata della lasciva passione
- che negli sguardi miei avvampa,
- deponendovi estasiata
- le gemme della tua giovinezza.
- Mai in fantasia sognar osai
- queste voluttuose dolcezze
- che tu, con fare d'angelica strega,
- nell'animo mio lieta spandi.
- Lontano, molto lontano
- dal cupo orrore degli eventi
- s'annida il cuor tuo
- fra rose maliziose ed aliti frementi.
- Vieni anima mia, mio voluttuoso dono,
- inebriami col tuo calore e il sonno mio preserva
- dal sogno senza colore.
- Lina Carrieri
- Vita in carrozzella
- Avanza la vita
- sulle ruote di una carrozzella,
- a ritmo lento...
- Troppi ostacoli sulla strada
- per quella fissa immobilità,
- difficile il vivere quotidiano
- per chi deve spostare con l'unico mezzo di cui dispone,
- le sue statiche gambe.
- Eppure quell'uomo
- un giorno ha corso, saltato, riso
- della pazza, incosciente gioventù!
- Poi un tremendo botto...,
- e tutto è lacerato, infranto, cambiato!
- Ma il cuore ribelle alla sorte, continuando il suo battito,
- ha scelto ancora la vita,
- e ora seduto su quella carrozzella,
- il ragazzo ha vestito il coraggio
- di una dura, ma più umana realtà!
- Maura Cassanini
- Malinconia
- Le mani
- rannicchiate
- in grembo,
- mia madre
- dietro la tendina
- guarda
- coi grandi occhi grigi
- quasi ciechi
- sfumi di rondini
- sparire
- insieme alle ore
- della sera
- e contro
- il vecchio rame
- del camino
- infuoca ancora
- l'ultima ombra
- dell'estate
- e il suo inquieto
- lento
- finire
- E nella stanza
- è più
- che malinconia
- Francesca Colombo
- Foto ricordo
Le montagne lariane,
- sagome grigie disegnate
- su sfondo amaranto,
- salutano il sole
- alle loro spalle nascosto.
- Costellazioni di lucciole,
- figlie dell'oscurità,
- accendono la notte
- con le loro conversazioni luminose.
- Piccoli sorsi di rugiada,
- lacrime della terra,
- silenziosi scivolano
- sopra fili d'erba
- e boccioli di fiori assetati.
- La brezza leggera,
- respiro della sera,
- spande dei gelsomini
- il dolce e corposo profumo,
- mentre un grillo solitario
- compone fruscianti serenate
- per noi visitatori della notte.
- L'attesa
- Una pioggerella stanca cade
- su un prato di velluto e smeraldo,
- sul mio cuore caldo.
- Afferro come posso
- brevi sorsi di luce,
- come un seme piantato
- nel terreno sbagliato,
- come un fiore
- in una prigione di rovi,
- che foglia dopo foglia
- di crescere aspetta.
- Giovanna De Capitani
- Premio Speciale Monza
- Venezia
- Merletti sorgenti dall'acqua,
- Regina del mare,
- realtà di un sogno, musica e passione;
- un tango risuona nell'ampia piazza,
- volute di pizzo svettano al sole.
- Il leone alato e glorioso, impera dall'alto,
- tra voli di colombi, stendardi e campanili;
- tra calli tortuose, come vene al cuore,
- campielli solitari e case antiche
- dai portoni austeri.
- Palazzi superbi, dove dame e cavalieri
- sfilano regali in velluti e morbide sete.
- Sotto ponti e canali stupiti,
- gondole nere, eleganti, trastullano il cuore.
- Maschere d'oro e d'argento, sole e luna riflettono,
- canti e follie, in mostra messaggi d'autore.
- Bifore e trifore occhieggiano sulla laguna,
- cristalli sinuosi, perle e rubini, smeraldi di luce.
- Le sfingi, dal Lido, scrutano all'orizzonte
- il mistero del giorno che muore,
- poi rinasce col sole una nuova Venezia,
- più calda e preziosa, ma ahimé, più antica.
- Non affondare mia bella Signora
- sotto il peso degli anni, ti prego,
- il mondo ti cerca, il mondo ti vuole.
- Patrizia Del Vecchio
- Nostalgia
- Nasce nella mente,
- ma va subito al cuore,
- è lì che lei dilaga, si può fermar per ore,
- ti stringe in due lo stomaco,
- uscir vorrebbe ora,
- ma l'emozione è forte non trovi una parola,
- e allora stringi i denti e lei,
- ti muore in gola.
- Ma se tu chiudi gli occhi e piano poi respiri
- risenti quei profumi,
- ricordi quei sorrisi,
- ricordi tu quei giorni di cieli colorati,
- di monti e di tramonti dal cuore mai scordati.
- Ricordi quelle voci di amici ormai perduti,
- respiri ancor quell'aria di gusti e di profumi.
- Fra tutte l'emozioni non è più dolorosa,
- anzi è il tuo passato, la cosa più preziosa,
- ciò che ieri era normale,
- quel che era normale vita al ripensarci oggi
- è nostalgia infinita.
- Tu vivilo il tuo vivere,
- tu cantalo il tuo canto,
- perché domani sia nostalgia perché non sia rimpianto.
- Patrizia K. Dodino
- Promessa
- Potrei scriverlo col sangue,
- ma nessun sacrificio è dovuto.
- Un sorriso.
- Mostri il tuo volto universale
- e ciò che sento ti basta.
- Ora posso vedere la fine di questo tormentoso cammino.
- La strada può essere scivolosa,
- ma sarà anche più facile.
- Risate
- e birra sugli ombrelli.
- Musica tutt'intorno,
- colpi contro i muri,
- canzoni nelle orecchie
- e gli occhi si riempiono della luce che verrà.
- Non più bestemmie contro il cielo;
- sorrisi saliranno da questo dolore.
- Non più grida contro quell'azzurro.
- Un lungo svolazzare nel vento
- e gabbiani sul mare.
- Giù nel profondo,
- non molto lontano,
- cavalcare dolci onde.
- Le tue parole passeranno dentro me.
- Una promessa.
TORNA ALL'INDICE
- Paola Donadelli
- Absolutum
- Lungo questo strade corse da suoni
- tesi sempre oltre la prossima curva,
- ebbre dell'accavallarsi e fluire
- d'istante su istante metro su metro,
- il pensiero possibile
- dell'impossibile
- - mia sola libertà -
- respira.
- E lungo queste tenui altre strade,
- che lo spazio col tempo dilatano
- fino a rarefare e sfinire il suono
- tranne il mio passo tra le stagioni
- assorto, solo il mio corpo avverto
- e l'addentrarsi nell'integro lungo
- di un'emozione che non può essere
- se non qui, e ovunque sia sospeso
- tutto ciò che non sono.
- Perché lì ogni volta
- un qualcosa o qualcuno
- riconduce chi errava da tempo
- alla deriva del proprio sogno
- e ne raccoglie la vita al centro,
- da cui - riscopri commosso,
- ed è forse la gioia -
- ti é impossibile
- uscire.
- Passa, ancor passa
- è un'alba, un giorno, un tramonto.
- Così è il tempo:
- imperterrito, cinico, quasi spavaldo
- corre,
- i giorni, gli anni si succedono
- sembrano attimi e ti ritrovi
- già vecchio.
- Giri lo sguardo
- dinanzi ai tuoi occhi
- passano e ripassano
- care visioni, dolci ricordi,
- tutto ciò che fu
- di una giovinezza che non c'è più.
- Sembra ieri quando i vent'anni
- brillavan negli occhi
- quando tutti i sogni erano nel cuor.
- Son volati i vent'anni
- dileguati gli amori, le speranze
- di una vita intessuta di rose e fior.
- Pian piano è cominciato
- il tramonto,
- quando gli anni il loro peso
- han fatto sentire
- e ti sei accorto che tutto è svanito
- tutto è passato
- e ti ritrovi tanta stanchezza nel cuor.
- Ma dall'alto una voce ci parla,
- ci addita:
- un altro mondo ci aspetta
- il mio mondo
- il tuo mondo
- quel mondo
- dove per sempre felicità sarà.
TORNA ALL'INDICE
- Maria Gisella Fragapane
- Piazza San Michele
- Si sbuca dall'ombra nella piazza di sole,
- abbagliati dal bianco dei marmi.
- Come nel passato, dai bordi,
- ci si ferma a guardare,
- verso il sagrato,
- palcoscenico del tempo.
- Il vecchio danzatore biondo
- ripete, tra una capriola e l'altra,
- la sua dritta candela,
- asta di meridiana,
- lancetta di un grande orologio,
- che procede a scatti.
- Sedute in fila sui loro seggiolini pieghevoli
- le signore inglesi,
- su fogli di acquerelli stinti,
- continuano a riprodurre le trifore
- dell'antica facciata.
- Dall'alto l'Arcangelo Michele
- dal bracciale gemmato
- osserva con sguardo immobile
- il gioco del tempo.
- Al bar dei girasoli tardivi
- (a Platone)
- Chiuse in rugosi bozzoli
- guardiamo l'adolescente
- dal corpo di saltatrice,
- aspettando di liberarci,
- e, finalmente farfalle,
- riprendere il volo.
- Maurizio Fusco
- Ti cercavo
- Ti cercavo tra le frasi di un libro... Ti cercavo,
- in un'alba piena di speranze,
- in un tramonto colmo di amarezze.
- Ti cercavo in notti infestate da fantasmi di ricordi trascorsi,
- lacrime di piccole angustie,
- di istanti non vissuti,
- celati rimorsi.
- Ti ho trovato quando non ti cercavo,
- mi trovasti tu, dentro di me,
- eri lì a spezzare mura di silenzi.
- Mi tenevi la mano,
- la stessa mano che guidi sulla tela,
- donando ai miei occhi la gioia di vederti,
- a questi miei poveri versi,
- quella di parlarti.
TORNA ALL'INDICE
- Giuseppina Garagnani
- La casa del Sole
- La casa del Sole
- è posta ad Est
- e il sole la illumina di giorno.
- Essa brilla però di luce propria,
- ché dentro ci sta gente felice.
- Nella casa del Sole, di giorno,
- echeggiano rumori di vita, sempre
- e le porte restano,
- come le imposte,
- aperte;
- tutti vi possono entrare,
- ma solo quelli
- che sanno ridere e amare
- restano.
- Anche vi entrano
- quelli che cercano di dimenticare
- e lì,
- nell'intenso profumo del domestico,
- vi riescono.
- La notte,
- la casa del Sole dorme
- e i sogni suoi restano azzurri.
- Ines Gastaldi Carretto
- Opera 2a classificata
- Voci di pietre
- "Voci di pietre" oggi ho udito
- dalle labbra d'una fanciulla bruna.
- Pietre grandi, pietre possenti
- ai piedi della torre antica
- di quel di Torba il monastero,
- di rosso scarlatto, di fievoli lamenti,
- di giovani soldati potete raccontare,
- di voci sommesse
- di monache in preghiera.
- Pietre di fiume:
- di furia delle acque in piena
- che scava, travolge e trascina via,
- del dolce accarezzare
- di un tranquillo mulinello,
- di un fresco e limpido ruscello.
- Pietre di mare:
- d'onde spumeggianti,
- della risacca il lento levigare,
- di nenia che all'infinito si protrae,
- del suo paziente rotolare.
- Pietre di rupe:
- di caldo sole, di fredda neve,
- di vento gelido lo sgretolare,
- di zoccoli arrancanti per brucare
- un filo d'erba rinsecchito.
- Pietre di strada lucide e consunte:
- di passi, di fatiche immani,
- d'uomini stanchi,
- della vita d'un antico borgo.
- E voi pietre tombali
- che raccontate voi?
- Di dolore, di pianto,
- dell'asciugar di lacrime
- di madri, di spose e di sorelle.
TORNA ALL'INDICE
- Gianna Gatti
- Inno alla vita
- Questa vita così bella, dolce crudele...
- Questa vita che da gioia, amore, amicizia
- poi li toglie per paura della tua felicità.
- E ancora questa vita di dolore, sofferenza,
- accompagnata dalla morte...
- Ma questa vita così tormentata, crudele, viva
- è meravigliosa:
- perché creata dall'amore!
- Ricordando mia madre
- (9 aprile '99)
- Delle tue membra è la mia carne
- O Madre sublime!
- Da anni giaci nell'Ade,
- il tuo corpo fu logorato dalla fatica
- il tuo viso segnato dal tempo...
- Ma il ricordo della tua bontà,
- il limpido sguardo azzurro dei tuoi occhi,
- rimarranno sempre in me sino alla fine.
- Simonetta Gravina
- La maschera nera
- Brindiamo festosi, al destino funesto.
- Carnevale è arrivato,
- con la gioia nel cuore.
- Travestite l'immagine, agghindate il dolore.
- Si accendano i lumi, levate i bicchieri.
- Brindiamo felici, alla nuova finzione.
- Aprite le danze, simuliamo l'amore!
- Per tutta la vita, ho celato il mio cuore.
- Una maschera nera vestì il mio pudore.
- E recitai, bleffando il destino.
- Irridevo l'amore, ma ingannavo il mio cuore.
- E mi travestii.
- In un dominio nero nascosi le lacrime,
- celai il mio pensiero.
- La maschera antica oggi getto srezzante.
- Ti accetto e ti sfido, destino arrogante!
- Della mia vita, racimolo i cocci,
- mi assumo gli errori, ripongo i balocchi.
- Non ho più timore, ora sono sincera,
- La verità rischiara la sera.
- Sola nel sole riemergo più fiera.
- Addio per sempre, maschera nera!
TORNA ALL'INDICE
- Letizia Lopreiato
- Statue di sogni
- Ornati di vita
- decoriamo il tempo che scorre,
- luci e ombre
- di un cristallo purissimo,
- figure di pietra
- che rubano
- spazio alla
- realtà,
- otteniamo le nostre anime
- in cambio della vita,
- dando forma
- al nulla,
- risorgendo da quello stesso
- cielo,
- spettatore silenzioso,
- unico cibo
- per le nostre menti.
- Voci
- Siamo perle
- di tempo e aria,
- scivoliamo nello spazio
- fingendo di appartenervi
- saziati dalla luce,
- sfiorati dai tramonti,
- ascoltiamo il futuro
- ponendoci a sigillo
- di un'onda senza fine,
- conservando tra le labbra
- il sapore delle stelle,
- unico ricordo
- di un mondo abbandonato.
TORNA ALL'INDICE
- Cristina Lorenzutti
- A mio figlio
- Ancora non conosco il volto,
- Angioletto, che avrai,
- quando sarai mio.
- Ma conto i giorni che mi separano da te,
- all'incanto del tuo pianto.
- Allora, la gioia sarà tutto!
- Insieme varcheremo i confini del Mistero;
- piangeremo e rideremo insieme.
- Sarò madre di una Creatura Celeste
- e in quell'attimo avrò il mondo
- nel mio ventre.
- Ti lascerò me in questo scritto
- dopo averti lasciato, prima,
- la vita.
- Laura Lunardi
- Opera 3a class. sez. giovani
- Oreventitreecinquantadue
- L'anima indietreggia
- Sbuffa
- Di questo kontinuo morire
- Dentro
- Ormai kantilena
- Senza fiato.
- Ho parlato al deserto
- Del mio vivere
- Per non rimanere
- Senza lakrime.
- ...e dopo l'ennesima battaglia persa
- il sangue mi si ritira
- dalle vene...
- Il tempo ha partorito
- Un secolo
- Già stufo di invecchiare,
- rughe profonde porta
- sulla pelle skottata
- da lancette stanke della monotonia
- e dell'impossibilità di kambiare
- kammino...
- Non ha dimora
- la mia immaginazione
- e koccirinkollatiassiememiliardidivolte
- calpestano senza pietà
- le sue morbide ali...
TORNA ALL'INDICE
- Fiorenza Marino
- Il mio corpo
- Mi sveglio aprendo gli occhi piano piano
- è tutto buio, non riesco a vedere il mio corpo
- ma posso immaginare dove l'han conservato con tanta cura
- chi l'ha amato, chi l'ha desiderato, chi l'ha ammirato,
- chi l'ha accarezzato, chi l'ha odiato o invidiato,
- chi l'ha preso e poi buttato,
- chi l'ha curato e chi l'ha visto crescere,
- ora è qui, ne sento l'odore inconfondibile della putrefazione
- e posso solo immaginare quanto godranno
- e si sazieranno tutti quei vermi che vi entreranno
- e ne usciranno ingrassati, moltiplicati e sazi
- come io non sono mai stata.
- È qui che han conservato il mio corpo
- finalmente liberati
- è qui e solo qui che riesco ad immaginare
- questo corpo consumato
- è qui e solo qui che riesco a sentire
- la mia anima ancora viva
- che si allontana nonostante tutto
- lasciando che questi vermi si sazino a volontà
- ora esisto più forte e rigenerata
- senza il mio corpo la mia anima sarà finalmente libera
- ed altri occhi guarderanno la vita che va.
- Edgardo Marrese
- L'amore, i tuoi occhi e il mio cuore
- Cantano ancora i tuoi occhi
- canzoni dolci d'amore e di gioia
- o la nube che a me li ha spenti
- di grigio colora sempre il tuo
- sguardo di cerbiatta?
- Vorrei avere in me il fuoco
- del mondo intero per scaldare
- quel tuo piccolo grande cuore
- dove trovi spazio per tutti
- ma non per la tua gioia.
- Sono grande e vecchio e stanco
- ma non abbastanza saggio
- né forte né bello per darti quello
- di cui hai più bisogno:
- Amore per te, per il tuo bello sguardo.
- Ricorda, il tuo potere è nell'amore
- chi vuoi, quando vuoi ma solo
- se veramente e tu solamente vuoi.
- Tu sai essere regina, non temere
- un re, ma respingi sempre il buffone.
- Devono i tuoi occhi cantare canzoni
- ed il tuo sguardo parlare d'amore;
- sempre ogni tuo bacio deve portare
- la gioia infinita della tua voglia di vita.
TORNA ALL'INDICE
- Anna Matera
- Sogno 2000 + 1
- Sogno di sognare:
- voglia di casa,
- di fare,
- di non fare.
- Sfumature di contorni:
- ci sono, ora non più.
- Il solo brilla
- sopra la neve:
- il pupazzo perde,
- lentamente, le sue forme,
- così come il mio sogno.
- Evento vita
- Anche un fiore
- sboccia e appassisce.
- Ma quando è fiore?
- Quando sboccia.
- Quando appassisce.
- O insieme gli eventi?
- Fruscio
- Un fruscio
- di foglie.
- Un fruscio
- di nulla.
- È la mia anima.
TORNA ALL'INDICE
- Bernardino Mattioli
- Malattie notturne
- Ai bordi della strada
- si vende finto sentimento,
- buttato via dal vento
- di chi passa di lì.
- Il rischio dà vigore
- e l'orgasmo da provare
- fa tacere la più grande umiliazione.
- Stupore fra i passanti:
- felici testimoni di un eros da scoprire,
- ma poi di corsa a casa
- a dipinger lavandini,
- per non distorcere la regola del vero amore.
- Lo sfogo compiuto rende razionali.
- Si continua a parlare di primi piatti e lampadari.
- È ai bordi della strada l'epicentro della mente:
- cittadini ansiosi di girare il marciapiede,
- mogli schifate dalla borsetta penzolante.
- Una sirena raffredda gli entusiasmi,
- fa cadere gli scettri.
- Torna, silenziosa, la monotonia di essere normali,
- la noia di chi ha tutto e vuole eccedere,
- la disperazione di una solitudine nascosta al sole.
- Su un bordo della strada,
- un uomo consuma e si fa consumare.
- Un uomo gracile e indifeso, forte e muscoloso
- rende visita alla donna dei suoi sogni.
- Paga sesso e si sente violentato dai suoi eterni problemi,
- che non in quel modo svaniranno.
- Non è questo che s'aspetta, non può soffrire così colui disposto
- a fingersi amante e a retribuire la sua partner occasionale.
- Va curato e coccolato perché egli è un uomo malato.
- Pietro Luigi Mazzara
- La vostra unione
- Vi ho scorto passeggiare
- per le vie del centro,
- mano nella mano.
- Vi ho scorto passeggiare
- fra gli ulivi del campo,
- insieme uno a ciò che l'altro desidera.
- Vi ho scorto alla ricerca della vostra via
- ed allora vi dirò ciò che volete sentire...
- ...Siate sponde del fiume della vita e
- fate scorrere fra di voi il vostro sapere.
- Siate gentili scambi per accrescere
- le conoscenze dell'altro.
- Siate due occhi che la stessa cosa vedono
- ma siate due menti con pensieri differenti.
- Siate amorevoli consultazioni
- per far si che esistano sempre risposte
- alle vostre domande.
- Siate infiniti recipienti per colmare
- e gustare il nettare altrui.
- Siate passione e figli di voi stessi.
- Siate miti e gentili e capaci di volare
- come ali di uno splendido uccello.
- Siate pace interiore dopo guerre d'amore.
- Siate cibo per la vostra fame.
- Siate stupende dita per
- suonare melodiose musiche.
- Siate uno la migliore scelta dell'altro,
- perché l'amore è riversare se stessi
- nel cuore dell'amato.
- Alla fine quando vedrò l'unione
- che andavate cercando vi dirò...
- ...Io miei cari vi starò sempre accanto
- a seguire le vostre ombre unirsi
- fino alle ultime albe.
TORNA ALL'INDICE
- Secondo Morino
- Falene
- Simboli d'inconsistenti realtà
- fredde esteriorità
- come muti monoliti
- attraggono nel buio
- l'incosciente folla
- al nuovo amaro verbo
- della cieca superficialità.
- Non così per me
- è il cammino.
- Mi conquistò
- una falena nella notte
- ne eseguii il magico
- vibrante danzare
- e nell'indicarmi la meta
- il sonoro frullare
- delle trasparenti ali
- sussurrò il suo nome
- Poesia.
- Forse, poi
- per lunghi tempi
- ne persi la scia
- ma mai scordai la via.
- Chiara Padula
- Vento
- Mettiti nudo in piedi nel vento
- e sonda l'approssimatività del tuo corpo,
- allarga le braccia ad afferrare
- il sole che ti bacia,
- possiedi l'immensità del cielo
- con l'audacia del pensiero,
- infilza le radici
- sino al centro della terra,
- assapora l'anelito feroce
- di ciò che non basta a se stesso.
- China il capo ed innalza la preghiera.
- Filosofia
- Superbia o rigore?
- Vanità o intransigenza del pensiero?
- Dall'immensità del mistero
- piovono domande,
- sangue evapora in quesiti piangenti.
- Abbandonata in un parco di doni
- levo gratitudine al buio,
- alle nuvole, spione discrete,
- ed il sublime ciglio sorride.
- Noi
- Il tuo ottimismo
- lambisce con onde solerti
- i miei scogli ritrosi,
- io, con ironia,
- schiumeggio sugli spigoli
- del tuo orgoglio.
- Dietro di noi riviera vivace,
- innanzi
- l'immensità dell'amare.
TORNA ALL'INDICE
- Teresa Pascali
- I merli gialli
- D'inverno le strade vuote fan parlare
- il silenzio.
- I chiarori dell'alba annunciano il giorno:
- solo i merli del becco ornato di giallo
- salutano il mio congedo mattutino.
- Saltellano vicino alla mia macchina,
- mangiando briciole di pane
- e levando il loro piccolo capo,
- mi ringraziano con il loro occhietto nero
- e birichino.
- Narcisi
- La solitudine vaga in una stanza vuota:
- sul balcone profumati narcisi sfilano a primavera.
- La lontananza
- I giorni sono lunghi quando si è soli e lontano dal luogo natio.
- Lontano dai volti noti e cari, dai paesaggi conosciuti.
- Lo squillo di un telefono è l'abbraccio che non c'è,
- una voce, persona nel ricordo del pensiero.
- Una compagnia è la musica che si ripete identica, ma non dà risposte,
- e non riempie il vuoto di giorni soli.
- Maria Novella Perina
- Scarpette rosa
- Nel letto
- un batuffolo nuovo;
- ieri non c'era
- o si celava in qualche nascondiglio
- a me nascosto?
- Festa intorno
- alla signora
- che dona scarpette rosa.
- Io più grande, ma piccina ancora
- e per cuore un batuffolo ancora.
- 1988 (1951)
- Azzurro
- Imprigionata nella stanza grigia
- dove si è fermato il ritmo della vita.
- Ma nel mondo riquadrato
- di questa mia finestra
- batte ancora il cuore:
- sfuma il nero della notte
- in azzurro acqua di mare,
- oscillano le foglie
- di quattro rami ignudi,
- frulla una creatura
- (in cerca di compagni?),
- dalla vecchia strada sale
- la voce del primo tram.
- E batte anche il mio cuore.
- Ora so: son viva anch'io.
- Vicenza, dicembre 1998
- Inverno 1967 - Bianco
- Abbracciati nel mare bianco
- di silenzi senza fine.
- Fischia solo il vento
- sui nostri visi uniti.
- Brilla la perla rara
- dell'ostrica
- per la prima volta
- schiusa.
- Vicenza, giugno 1998
TORNA ALL'INDICE
- Maria Cristina Pianta
- La stazione di Monza
- Un confine ideale
- divide la linea
- gialla di carri merci
- e case senza storia.
- Qui si nasconde il giorno,
- un metallico suono
- di intricati scambi.
- Anna
- I tuoi occhi non conosco
- e i lunghi capelli.
- Tace ogni sguardo
- nel silenzio di una
- notte, senza motivo.
- S'adagia l'estate
- tra i soliti colori
- e brusca s'interrompe
- l'ombra del tuo nome.
- Maria di Canale
- Col grembiule azzurro
- seguiva il colore
- dei giochi tra le ombre
- di villa San Maurizio.
- Nulla esisteva,
- solo il parco addormentato.
- E saliva l'aroma
- intenso di caffè
- nelle lunghe giornate
- piovose di settembre.
- Prigionieri, quegli anni,
- di una muta clessidra.
- Francesco Piscitello
- Indifferenza
- Tramonto purpureo:
- respiro estremo,
- maestoso e regale,
- di un sole morente.
- Branchi di piccole stelle
- imperturbabili
- già invadono il cielo.
- Il Poeta e la Morte
- Morte &endash; disse il Poeta &endash;
- quando verrai, pronuncia le parole
- dell'amore che il tempo della vita
- consumava veloce,
- ma che nel luogo dolce e senza tempo
- dove mi porterai
- suoneranno in eterno.
- Morte, quando verrai
- &endash; disse ancora il Poeta &endash;
- fa' che i miei occhi possano vedere
- il volto dell'amore
- per un tempo più lungo dell'istante,
- del solo breve istante
- che mi ha concesso il tempo della vita.
- Dove ti porterò &endash; disse la Morte &endash;
- nel luogo senza tempo, non è dato
- un tempo alle parole dell'amore,
- non un tempo al suo volto.
- Là dove tu verrai
- tutto sarà silenzio. E buio. E nulla.
- Inverno
- Disegna il ghiaccio
- i suoi fiori sul vetro
- del mio dolore.
TORNA ALL'INDICE
- Rosanna Pisoni
- Una nuvola
- passeggera che passava
- bagnando di pioggia
- i raggi del sole
- limoni distesi
- sul piano e un albero
- esile distendeva i suoi
- rami, quanti frutti
- colore giallo intenso.
- E ancora i fiori della
- Primavera il ritorno
- distesi come a abbronzare
- le folte chiome.
- Mai passa il tempo eterno
- se non nell'ora che traduce
- il silenzio, acre sentire
- dove dolce è morire agli occhi
- di chi ti guarda e chiama
- per le stagioni che percorrerai
- sentieri intensi
- E i limoni bagneranno
- gocce di rugiada
- dolce come il momento
- in cui potrò parlarti.
TORNA ALL'INDICE
- Maria Racioppi
- Donna &endash; Gabbiano
- No! non
- l'airone imperioso nel volo
- su scenario da origine del mondo
- fra vergini sponde
- di Danubio alla foce nebbiosa
- nell'intimo mistero di sottobosco
- sotto velario di alberi giganti
- piuttosto tu il gabbiano-volo-radente
- prima d'innamorarti dell'azzurro
- Non bruciarti nel sole
- con impennata vibrante
- il cuore arresta fremente di spazi
- di libertà assetato
- ma asservito alla terra!
- Riposati sull'onda guizzante
- di pesci portatori di vita
- Credi alla sponda risonante
- nel vento dove le ali vibrano
- come aquiloni di sanguigni colori
- No! Donna-gabbiano tu non ami
- la superbia dell'airone regale
- ed umilmente chiedi voli
- in picchiata a catturare il cibo
- nelle limpide acque rifluenti
- mentre gli occhi invaghiti d'orizzonte
- si perdono all'al di là del sole
- accecati di essenza d'infinito.
- Alessandro Regazzoni
- Pellegrinaggio
- Ovunque
- gente vociante
- e nicchie
- di fede
- e mistero.
- Sottovoce
- accenno una preghiera
- retaggio
- di una fede che fu.
- Menestrello
- Racconto storie
- di scarso interesse
- venite
- venite gente.
- Gridava il menestrello
- che non aveva voce.
- Vi narro le gesta
- d'ignoti
- e reietti senza arte ne parte.
- Ascoltatemi senza sentirmi
- guardatemi senza vedermi
- gridava...
- Dispensando rime stentate
- e noiose cantilene.
TORNA ALL'INDICE
- Paola Rivabene
- Bambini
- Piccoli tesori di ombre
- Grandi tele immacolate
- Pronte a colori indelebili.
- Piccoli regali perfetti
- Su cui l'imperfezione incombe
- Come possibile strada da scegliere.
- Piccole farfalle della Vita
- Su cui la magia attende
- E il destino decide.
- Piccole lunghe storie
- Senza storia
- Dove la Realtà segna
- I suoi appunti.
- Piccoli bambini
- Dell'Universo
- Abbiate pietà del mondo
- Che vi ha visti!
- Angela Riviello
- Le carezze del cielo
- Sento il tuo profumo,
- mi carezza mi sfiora.
- Sento la tua presenza
- come un lieve soffio,
- mi carezza mi sfiora.
- Sento i tuoi desideri
- penetrarmi con dolcezza,
- il tuo sguardo intrigante
- mi carezza mi sfiora.
- Sento il tuo amore
- avvolgermi teneramente
- confortarmi premuroso,
- come un batter d'ali
- mi carezza mi sfiora.
- Sento i tuoi pensieri
- fondersi coi miei,
- mi guidano per mano
- nel parco della pace,
- entro in un una nuvola,
- mi carezza mi sfiora.
- Chiudo gli occhi, ti vedo,
- protendo le mie mani,
- tutti i miei sensi vibrano
- ti pretendono ti bramano,
- mi scaldo al tuo sorriso,
- la mia mente ti raggiunge
- ti carezza ti sfiora ti ama
TORNA ALL'INDICE
- Salvatore Romeo
- Il Vecchio
- Seduto davanti la porta.
- Passo le giornate in attesa della morte,
- appena, appena reggo il bastone,
- fra le mani stanche, quasi fredde
- rattrappite senza forza.
- Ma che furono un giorno,
- mani forti per lavorare pronte ad abbracciare,
- calde per accarezzare.
- Quanta gente passa, mentre qui son seduto,
- ma non odo una voce, non un saluto.
- Le gambe più non reggono il peso,
- di questo mio corpo schernito.
- Gli occhi ancora aperti,
- ma lo sguardo ormai appannato.
- Strofino le mie palpebre cercando di schiarire
- la luce che per me, è sempre all'imbrunire.
- La mente ancora lucida,
- scava impietosa nel passato,
- passando sul mio cuore come fosse un aratro affilato.
- Quando sento alla sera, dell'orologio i rintocchi.
- A stento, mi alzo con il pianto negli occhi.
- Del bastone e del muro, ne faccio sostegno,
- e pian piano, mi adagio su un letto di legno.
- E con gli occhi chiusi e il pensiero lassù.
- Comincio a pregare il buon Gesù.
- «Signore, fa che nella cadente notte.
- Ti giunga all'orecchio,
- la preghiera di questo povero vecchio.
- Apri anche a me la porta lassù,
- e non farmi soffrire più».
- Brigitta Rossetti
- I tuoi occhi
- Quei tuoi occhi verdi
- io li ho visti aperti
- in una stretta strana di silenzio
- tra la gente.
- Ma tu avevi il vetro, sopra;
- li ho visti cementati dall'aria.
- Tu eri già
- freddo come una lucertola.
- Non potevi vedermi; non saprò mai.
- Sopra di te, tutti sopra di te;
- dopo venticinque minuti struggenti
- sul cemento scottante.
- Era bassa la sirena.
- D'improvviso ometti in camice
- arancione, sopra di te;
- e io che non volevo toccarti!
- Via il casco e cercano
- di ridarti il battito, a colpi, sopra di te.
- Ti vedo, e una nuvola nera cade
- dalla tua bocca piccola.
- Con le mani bianche, tra le ginocchia prego
- che ti faccia respirare, grido il Suo nome.
- Loro, sopra di te.
- Mi portano via, nella smorfia
- paralizzata del viso.
- Ma ho i tuoi occhi.
- Mi si sono aperti ora
- dentro. Li avevo lasciati là,
- su quel cemento che ti assorbiva,
- senza un alito di vento,
- a far andare il tempo, lì.
TORNA ALL'INDICE
- Adriana Sustersich
- Soli, siamo rimasti soli
- Sei silenzioso, cupo e assente
- il tuo cuore è pari al mio: doloroso.
- Siamo stati traditi: siamo rimasti soli,
- ti prego, mi basta un sorriso per farmi coraggio.
- Toccami il cuore, ma non frustarmi
- il petto, anche se la nostra malinconia
- agli altri non fa nulla, neanche tenerezza.
- Forse arriverà, anche per noi qualche,
- qualsiasi gioia che ci farà rivivere,
- dimenticare forse, questa tristezza.
- Il cuore nero della nostra terra
- L'artiglio della miseria e della fame
- sopra quei miseri e poveri
- corpicini neri, pieni solo di cicatrici.
- In quei cuori, i cuori delle madri
- abitano immensi dolori nel vedere
- i loro figli soli: tremanti
- dalla fame e dalla sete, senza
- poter nulla fare per aiutarli.
- Perché Signore, Dio della giustizia e
- dell'amore non alzi la Tua mano,
- una mano pietosa sopra queste
- povere creature, che solo al vederle
- annegano l'anima, straziano il cuore.
- Ma Tu forse nulla puoi fare, siamo noi
- solo e soltanto noi i veri colpevoli.
- Massimiliano Testa
- Alba sul mare
- A piedi nudi,
- sulla bionda rena della spiaggia
- ho visto sorgere il sole.
- Ho visto gabbiani librarsi
- nel sereno orizzonte
- di una limpida alba di Luglio.
- Ho visto pescatori partire
- a bordo di silenti barche.
- Ho sentito la brezza marina
- narrare storie di luoghi lontani.
- Ho sentito il mormorio dell'onde
- infrangersi sulla riva,
- inno all'umana solitudine!
- Davide Zoccolan
- Pea e Renato
- (Immaginando un amore)
- E sarà stato un lento riaffiorare
- della luce, un fluire di profumo
- di donna dalle nari alle pareti
- del cuore, un palpitare di pupille
- nello sfiorarle la mano, per caso.
- Lui, l'ufficiale ferrarese, i fianchi
- piagati dalle torture naziste
- e lei, la piccola crocerossina
- di Torino, che asciuga la sue lacrime
- di fango e sangue, che ne sfoglia l'anima
- fragile fradicia, in punta di dita.
- Due vite prese nel vortice della
- guerra, mischiate in una massa immensa
- d'anime, che il pulsare pazzo della
- Storia espande, disperde come atomi
- sul continente &endash; una massa che torna
- poi a contrarsi, fredda, dolorosa
- uomini come un grumo di detriti
- che ricalpestano le loro impronte
- con gli occhi vuoti e stravolti del reduce,
- del superstite incredulo di vivere.
- E sarà stato un bisbigliare fitto
- di sguardi, di carezze, un sussurrarsi
- la vita, i sogni, un confidarsi d'anime.
TORNA ALL'INDICE
RISULTATI DEI CONCORSI- RITORNA ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei mesi)
RITORNA ALLA PRIMA PAGINA DEL CLUB
E-Mail: concorsi@club.itins. 16 giugno 2001