Risultati di
concorsi
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Il Club dei poeti
2000
CLASSIFICA SEZIONE
NARRATIVA
- Per leggere i testi vincitori cliccare sul nome
dell'autore
-
- 1° classificata Tiziana Pannunzio di
Artena (Rm)con Ritorno in 1° A
- 2° classificato Bruno Cavallari di Roma
- 3° classificato Maria Luisa Brazzabeni,
Casalecchio di Reno (Bo).
- 4° classificato Bruna Boschin, Zelarino
(Ve).
- 5° classificato Patrizia Ferrante,
Cinisello Balsamo (Mi).
- 6° classificata Vilma Porro, Plodio
(Sv).
- 7° classificata Osvaldo Galli, Santa
Cristina e Bissone (Pv).
- 8° classificato Francesca Piazzolla,
Barletta (Ba).
- 9° classificato Elena Capello,
Sampierdarena (Ge).
- 10° classificato Daniela Fagni, Massa e
Cozzile (Pt).
-
- Segnalati dalla Giuria con
attestato di merito:
- Maria Carmela Forlenza, Torre de' Roveri (Bg);
Giuseppe Spiotta, Casatenovo (Lc).
-
-
CLASSIFICA SEZIONE
POESIA
- 1° classificato Oreste Bonvicini di Casal
Cermelli (Al)
- Questa la motivazione della Giuria: "Non
abbiamo avuto nessuna esitazione a riconoscere
nella poesia Lezioni di anatomia, di Oreste
Bonvicini, le caratteristiche di una ispirazione
fulminea, uno sguardo poetico che vede anche nella
realtà più asettica, come nel
contesto scenico di una autopsia, la storia e il
segno dell'uomo, il suo gesto. La lirica di
Bonvicini ha il significato di una ribellione
culturale verso lo sguardo dell'uomo moderno - uno
sguardo freddo e disincantato, cinico, che spia dal
buco della serratura, che indaga con presunzione
scientista anche negli aspetti più intimi
della persona, quali il corpo. Il poeta sembra
urlare che quel corpo messo lì, sul tavolo
di acciaio, inondato dalla luce impietosa dei
riflettori, esposto alle considerazioni di un
argomentare che sembra non parlare di lui ma dei
suoi "pezzi" disorganizzati e quindi cosificati, ha
ancora la dignità che gli viene dalla sua
storia, dal suo "esserci stato", nel mondo,
dall'avere in tale mondo agito, amato, pensato,
dall'essere stato ricambiato nei sentimenti e negli
affetti.
- La semplicità, ma insieme la
profondità e l'immediatezza di questa
considerazione, non sono però soltanto la
conseguenza di questo "sguardo poetico" capace di
dare, per così dire, la vita e ri-creare un
gesto e un segno che lo sguardo cosificante della
scienza sprofonda nella dimensione del fenomeno
astratto e senza nesso di senso con la storia dei
vivi. Leggiamo in questi versi anche una decisa
presa di posizione contro la dissociazione
mente-corpo che è frutto di una concezione
filosofica bi-millenaria dell'occidente: lo sguardo
del poeta infatti restituisce dignità al
corpo, riconoscendogli una funzione comunicativa
(cioè la capacità di comunicare
senso) laddove la ragione astratta e il calcolo
vedono soltanto materia inerte, un meccanismo
rotto, una macchina. E questa funzione comunicativa
si rende esplicita dal modo con cui il poeta
presenta le sua lirica: quattro quartine centrali
racchiuse da due versi, uno all'inizio e uno alla
fine. Il primo, una citazione da Gianni D'Elia,
recita: "Dì, ci pensi mai a noi già
vissuti?" e l'ultimo, "Dimmi, ricordi quali mondi /
hai veduto in vita?". Queste due interrogazioni,
che poi sono il corrispondente linguistico di
questo "sguardo" di cui si diceva sopra, ridanno
dunque vita al corpo straziato sul tavolo della
vivisezione, riconoscendogli dignità di
interlocutore, e quindi dignità di persona
inserita alla pari in un evento comunicativo. Una
chiara polemica dunque, una ribellione esplicita
(sottolineata anche dalla ripresa di quel verso di
D'Elia, tratto da un'opera che affronta il tema
della trasformazione del linguaggio e del senso dei
gesti più quotidiani), un incitamento a
mutare il nostro sguardo e a saper vedere, di
là delle cose strumentalizzate e
mortificate, un simbolo, un senso.
- Ma se il poeta riconosce questo ruolo di
comunicazione a un cadavere, significa anche che la
sua è una poesia che intende rivedere il
senso della morte, in un tempo nel quale l'idea
della morte o di ciò che ad essa ci conduce
(malattie, vecchiaia, precarietà e
fragilità dell'essere) è ferocemente
messa al bando dal trionfalismo dei Mass Media,
compresi quelli scientifici. Sembra che l'uomo, mai
sazio di tempo, inconsciamente voglia puntare a
questo traguardo: abolire la morte, con la scienza,
non più con la magia o l'alchimia. Ed in
questo tentativo esprime un atto di fede: la
scienza prima o poi ci darà la vita eterna.
Ecco allora che il poeta, con queste poche righe,
mostra l'inutilità di una tale ambizione,
perché la morte e la vita sono eventi che
non possono ostacolare la comunicazione; e che
è appunto il corpo il luogo di questa storia
e di questa comunicazione che, una volta avvenute,
superano la temporaneità e diventano tempo
psicologico e non più cronologico. Questi ed
altri contenuti ci suggerisce l'immediatezza della
poesia di Bonvicini, ma ciò che ci ha
indotto a riconoscerlo vincitore di questo premio
è stata anche la proprietà nell'uso
del linguaggio poetico, e la capacità di
trasformare in poesia la descrizione di un evento
che di per sé non ha certamente particolari
suggestioni poetiche. Bonvicini usa un verso libero
e molto sobrio, alieno da estetismi, e con
sottolineature fonoprosodiche misurate, laddove
sono davvero utili per dare più
profondità al messaggio. Per questi motivi
riteniamo che egli sia il degno vincitore di questa
edizione dell'anno 2000 del premio "Il Club dei
Poeti".
-
- Gianmario Lucini
-
- 2° classificato Giuseppe d'Onofrio di
Roma
- 3° classificato di Luca Petroni di
Roma
- 4° classificato: Luca Bosco di Gassino
Torinese (To);
- 5° classificato: Emiliano Di Rosa di
Modica (Rg).
- 6° classificata: Anna Torre di Catania
.
- 7° classificata: Alessandra Crabbia di
Montebelluna (Tv).
- 8° classificato: Pietro Zovatto di
Trieste.
- 9° classificato: Massimiliano Badiali di
Arezzo.
- 10° classificato: Marco Galli di Oggiono
(Lc).
-
- Per
leggere i testi vincitori
-
Segnalati dalla Giuria con
attestato di merito:
- Alessandro Del Borrello, Borgomanero
(No);
- Fabrizio Del Re, Roma;
- Franco Fiorini, Sant'Angelo in Villa
(Fr);
- Giovanni Scribano, Padova;
- Giuseppe Spiotta, Casatenovo (Lc);
- Stefano Traviglia, Genova.
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