Risultati di
concorsi
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Il Club dei poeti
2000
CLASSIFICA SEZIONE
POESIA
Per leggere i testi premiati clicca sul nome
- 1° classificato Oreste Bonvicini di Casal
Cermelli (Al) con Lezioni
d'anatomia
- 2° classificato Giuseppe d'Onofrio di Roma
con I morti,
Gina
- 3° classificato di Luca Petroni di Roma
con II
- 4° classificato: Luca Bosco di Gassino
Torinese (To) con senza titolo
- 5° classificato: Emiliano Di Rosa di
Modica (Rg) con La crociera
degli amanti
- 6° classificata: Anna Torre di Catania con
26/10/99
- 7° classificata: Alessandra Crabbia di
Montebelluna (Tv) con Buenos
Aires
- 8° classificato: Pietro Zovatto di Trieste
con Caritas
- 9° classificato: Massimiliano Badiali di
Arezzo con Piccolo
testamento
- 10° classificato: Marco Galli di Oggiono
(Lc) con Eos
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
- 1° classificato
- Oreste
bonvicini
- Lezioni
d'anatomia
-
- "Dì, ci pensi mai a noi
già vissuti?"
- (G. D'Elia)
-
- Trattenevo l'impeto delle parole,
- nell'aula nuova lezione
- a parlar di corpi, vivi e morti
- di sezioni e organi recisi.
-
- Cuore fegato e polmoni
- ecco i reni, nudi e tumefatti,
- scoperti all'ossido dell'aria
- e alla luce dei riflettori.
-
- Un unguento sulle mani rosse,
- dalla milza sangue a grumi
- rappreso nelle arterie conduttrici
- e sugli occhi sbarrati e grigi.
-
- Occhi che avranno gioito
- al tocco delle dita, la mano
- inquieta nella breve vita,
- tesa ora sul tavolo d'acciaio.
-
- Dimmi, ricordi quali mondi
- hai veduto in vita?
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
- 2° classificato
- Giuseppe
d'Onofrio
-
- I morti, Gina
-
- Venissero davvero nelle notti
- coi loro volti lacrimosi e bianchi
- i morti, Gina, a darci una speranza
- una sopravvivenza.
-
- Gli occhi velati e rotti, senza voci,
- brulicassero stanchi tra i viventi
- agitassero i sensi addormentati
- d'un tempo non più loro.
-
- Fossero fumi opachi alle fessure
- filtrati inermi incubi del giorno
- sorrisi tristi e ghigni disperati.
-
- Liberassero nodi alle paure,
- Gina, d'inesistenza e non ritorno,
- di anni mai più venuti o appena
nati.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
- 3° classificato
- Luca Petroni
-
- II
-
- A cantilena ripete i gorgheggi del
tenore.
- Mentre si fa grande
- il ragazzino cade seduto
- davanti al centro commerciale
- con la porta che gira
- e gira,
- da lì esce il profumo di limone
- e del sale di Sicilia
- incinta di terra di vento e di mare,
- è nato il Signore
- è vivo il bambino
- il bambino lo guarda
- gorgheggia più forte
- e ricade indietro.
- Ora il Signore va via
- su una nuvola scura
- e il bambino lo maledice
- crescendo di una spanna
- di due spanne, di tre
- è un uomo ormai,
- ha perso la voce e aspetta solo
- aspetta solo
- che il miracolo si compia,
- ancora una volta
- una volta sola,
- e volare via
- sul tetto del centro commerciale
- e più su
- sulle antenne del centro commerciale
- per vedere il mondo
- tutto il suo Mondo
- di lassù.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
- 4° classificato
- Luca Bosco
-
- Amico,
- l'alba ha i tuoi occhi e ti somiglia
- se le foglie sono cadute e il tuo
merito
- è starmi accanto; mi si presenta
innanzi
- ubriaca, con l'odore dei forni, in
pianto.
- Ma non sei senza tempo e ho pietà per le
tue mani.
- Ancora pochi passi e poi ci
perderanno
-
-
-
- Il grigio delle mura è vivo
- nonostante svenga ai nostri piedi,
- silenziosi come fiori schiusi,
- così soli, nel bacino della
luce
- che una chiesa rinchiuse nel suo
inverno.
- Poiché la notte trema, sui
baveri,
- o immersa nei pugni serrati delle
tasche,
- quando chiunque è colui che
cerchi,
- colui che aspetti sul limitare della
pioggia
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
-
- 5° classificato
- Emiliano Di
Rosa
-
- La crociera degli
amanti
-
- Partiremo in sordina
- su appetibili scialuppe clandestine;
- lei vaneggia un'avventura Americana
- ma il suo uomo non ci sente
- o non le crede addirittura.
- Siamo pronti già da prima,
- invisibili da troppe settimane;
- lui dileggia quella cedola d'Oriente,
- poi il nostromo in una scheggia
- vira al vecchio continente.
-
- La retorica di Giuda, o mia diletta,
- tesse i fili della trama;
- fa la spola per la nave maledetta:
- una trave nuda e cruda s'intravede
- di vedetta dentro l'occhio coniugale
- dei serpenti di gomena
- di memoria corta.
- Ci pilota la premura di un'Europa
- infetta di lebbra e di storia:
- la crociera degli amanti,
- o mia signora, l'è appena
cominciata
- con un secchio di candele accese
- per l'ultima cena
- della morta innamorata.
-
- Rimestiamo sulla prora
- la condotta senza febbre e senza sale,
- ché un incendio di pretese ci
divora;
- una magica corrente di vermiglio
- ci veleggia alla deriva.
- Le tue labbra il mio giaciglio
- ed una nube di compendio:
- al di sopra della plebe
- ti risveglio: dormi bene?
- Tradiremo a gonfie vele!
-
-
- TORNA ALL'INIZIO
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- 6° classificata
- Anna Torre
-
- 26/10/99
-
- Respiro del tramonto
- Loquacità cialtrona degli
uccelli
- Sibilo molle della terra
- Quando la luce del giorno non è
offesa
- e il buio non occulta ogni rumore
-
- È ai confini
- In taluni passaggi della vita
- Che il dolore
- Assume la dolcezza di una culla
-
- Resisto come bimba
- Al suo sopirsi
-
- La pena
- mi pare universale,
- possiede il suono
- del moto dei pianeti
- e come il sole transita.
-
- TORNA ALL'INIZIO
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- 7° classificata
- Alessandra
Crabbia
-
- Buenos Aires
-
- Buenos Aires è l'amore intero,
- che affonda con la sua nave
- come un capitano ardito,
- tra i flutti e le sirene ingannatrici
- al largo di una mare di lacrime.
- Buenos Aires è il brusio
sommesso
- di certe preghiere verdi
- biascicate da vecchi indios
- nel silenzio d'incenso delle chiese.
- Buenos Aires è un tango
estremo,
- tra fiori avvizziti e zucchero filato.
- Là, i grandi spazi mi
escludono,
- le foreste opprimono il mio male di
vivere.
- Amo solo il sussurrare lieve
- della vita assolata che fugge
- in un lampo di donne buie, caffè e gomma
crepitante.
- Amo la vita persa nelle strade gialle di san
Rafael,
- nelle chitarre d'ombra ed ocra agli
angoli,
- baciate dall'ultimo sole
- Buenos Aires ti torce,
- Buenos Aires ti brucia,
- Buenos Aires ti ama,
- e il suo riso triste e assente
- diventa polvere delle tue ossa
- e rimpianto infinito.
-
- TORNA ALL'INIZIO
-
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- 8° classificato
- Piero
Zovatto
-
- Caritas
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- Volesse il cielo
- che un singolo ancora
- levasse incanto nuovo
- alla eccelsa "caritas".
-
- La carità è ignuda
- e pia, vive di speranza;
- riposo nella fede.
- È casta e splendente
- come matrona
- d'antica classe;
- è generosa e vigilante
- come buona popolana.
- Ha la bocca d'oro
- e dolce, sopporta
- e piange in silenzio.
-
- Un grido percuote
- il Terzo Millennio:
- Le prostitute
- vi precederanno
- nel regno dei cieli,
- o nuovo sinedrio, assiduo
- ai precetti ingombranti.
- Un Dio gentile
- è per ogni uomo
- di buona volontà
- libera grazia.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 9° classificato
- Massimiliano
Badiali
-
- Piccolo
testamento
-
- Quando non ti riempie
- Che maschera e canto
- Fiori di cartapesta
-
- Tra lune e soli di lamiera
- Sfiorando
- Nascoste sfere d'orbite
- Stanche
- Tra miraggi di serpi e
- Echi di merli
-
- Ti affido qualcosa di me
- O di già tuo
-
- Questa stimata alata
- che sanguina pane di pace
- di scaglie di farina lunare
- nei prati sapidi di lacrime.
-
- TORNA ALL'INIZIO
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- 10° classificato
- Marco Galli
-
- Eos
-
- Una piccola ombra, impalpabile.
- Così si rende al suolo la foglia del
cortile.
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- Cigola lenta la carriola, le spente
- foglie traghettando al di là del
muro.
-
- Poi giunse la notte
- di cobalto,
- poi giunse la notte
- e sorrise.
-
- E nell'ora di Ecare
- il vento notturno, diafana Selene,
- spazzò lontano con impetuoso
vigore
- le nostre bieche meschinità,
- il decadente male,
- il tetro grigiore che paralizza
insensibili.
-
- Eos dita rosate mi ritrovò
supino
- nel sacro quadrato a rimirar dei ed
eroi.
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