Le antologie
dei concorsi de Il Club degli autori
- Antologia del premio letterario
Città di Melegnano 2001
- Prefazione, Matteo Abbate, Andrea Aliotto, Gioia Aloisi, Paola Ambrosio, Rosaria Anedda, David Antola, Antonia Astarita, Maurizio Balbiano, Monia B. Balsamello, Sergio Barbieri, Michel Baù, Giovanna Belardi, Fausto Beretta, Carmen Bertozzi, Lisa Bicego, Lucia Bolis, Anna Bor, Sandra Brogis, Ted Lee, Simonetta capponi, Giuseppe Carnabuci, Carlo Carrea, Antonio Cau, Francesca Cazzella, Chiara Cimmino, Angelo Colucci, Luca Corte Rappis, Angelo coscia, Anna Costa, Alessandra Crabbia, Romina Cristallo, Pietro De Rose, Filippo Giuseppe Di Bennardo, Paola di Gravina, Luigi Di Miceli, Aldo Renzo Duranti, Davide Famularo, antonio ferrari, Rino Ferretti, Saul Filippi, Anna Sara Frasca, Matteo Ghirardi, Sandra Giacobbi, Gian Piero Grasso, Leonardo Lastilla, Teresa Latini, Milvia Lauro, Carlo Leoni, Mara Lorenzini, eliana Manca, Giovanni Mangano, Ludovica Mazzuccato, alessandro Morelli, Roberto Mori, Antonio Nardoni, Fernanda Nicolis, Rossella Noviello, Rosario Paesano, Luigina Panetta, Umberto Parentini, Rino Passigato, Fiorello Pavoni, Fiorenza Perotto, Speranza Porcheddu, Nicola Pragliola, Guido Procino, Marco Proietti, Gianantonio Purgato, Laura Ranzi, Ermano raso, Donato Rescio, Paola Rivabene, Raimondo Rocchetti, Annunziata Romeo, Irene Rossetti, Antonio Rossi, Silvia Rotondi, Alessandro Russo, Micaela Sansevero, Marco Saya, Adriano Scandalitta, Ida Scioscioli, Valentina Sepe, Paolo Solinas, Bruno sparaglione, Danielo Tabacchi, Matteo Travagli, Silvana Varotti, Matteo Zambrini, Elois Zavstes, Liliana Zinetti, Antonio Zocchi, Marco Zoncu.
Prefazione - Purtroppo! Mi si lasci passare l'esclamazione in apertura di questa nota, perché il contesto mondiale della fine del 2001 ci fa rimpiangere gli anni di quest'ultimo passato decennio, nonostante tutti i problemi venuti alla ribalta. Non è questa la sede di analisi, più o meno oggettive, sui pro e contro degli anni passati, ma il momento attuale vuole che alcuni paesi del mondo siano sotto le bombe, e fuori di metafora ciò significa che c'è guerra. E la guerra, ovunque si verifichi, comporta un numero imprecisato, e comunque grande, di innocenti che perderanno la vita o resteranno mutilati per tutto il resto dei loro giorni. Uno degli osservatori privilegiati, per oggettività e sincerità, è quello della poesia. È dunque giusto pensare al poeta come una sorta di barometro che segna gli umori del mondo. Un rivelatore speciale che si orienta verso i segnali di dolore del mondo e li amplifica condannando le dittature e ogni sorta di azione che porti alla sottomissione di altri esseri umani. Lo sappiamo per certo: i poeti non sono mai piaciuti ai dittatori, perché sono stati degli irriducibili sempre pronti ad accusare ogni sopruso.
- Anche questa edizione del Premio «Città di Melegnano», organizzato dal Club degli Autori, ha risentito fortemente dei fatti di cronaca. Il disagio degli atti terroristici contro le «Torri gemelle» di New York ha moralmente obbligato i poeti a condannare non solo il terrorismo, ma anche ogni controffensiva che sia un atto di guerra incondizionato e che faccia altre vittime innocenti. I fatti dell'11 settembre, hanno cambiato il mondo e ben otto liriche in concorso sono state ispirate da tali disastri. E non occorre essere profeti per affermare che se gli altri concorrenti non avessero già inviato le loro poesie, prima di quella data, sull'argomento ne avremmo avute ancora tante. Ma poesia vuol dire anche estraniamento dai fatti contingenti e anche in questo Premio, per fortuna, molte liriche rispecchiano realmente questa peculiarità: portare il lettore in un campo, fuori della realtà quotidiana, dov'è più facile ritrovare se stessi. Anche questa volta non mancano le poesie consolatorie, è vero, ma c'è una buona parte di liriche che parlano di sentimenti e fatti universali. Tale, ad esempio, è la poesia «Albano» di Monia Balsanello, vincitrice di questa edizione del concorso, dove il discorso senza trascendere si scioglie in maniera lieve e opportuna:
- «...Forse non sapremo mai intonare
- la ghiaia e l'alghe, le vele
- e il mormorare
- dei bimbi, madri e amanti
- a passeggiare
- nell'ora che si disfa a sera,
- ma avremo note a volgere
- il grido in melodia
- e sguardi incatenati al sole
- a tremolare....»
- Una necessità dunque, per la sopravvivenza dello spirito, quella di rivolgere la mente al di fuori dei fatti degli uomini. Perché se è vero che l'uomo fa la Storia, è anche vero che poi la subisce. E quel sole che brilla immutato, come sempre, può esserci di aiuto a comprendere meglio anche le debolezze umane.
Benedetto Di Pietro Presidente della Giuria del Premio
- amarmi è affinità
- il calore che mi avvolge
- quando rimango con loro
- non lo cerco né lo spero né lo compro
- mi spetta di diritto
- perché vivo di più
- e non è abbondanza che si spreca
- o che sceglie strade visibili a malapena
- è un continuo attendere
- stare attardarsi
- rischiare il braccio
- perché altri non trascurino altri
- sapendo che uno sbaglio non è condanna
- io ospite a lungo
- nelle galere dei puri
- nascita
- partorirsi
- da un ventre più profondo non di donna
- con fattezze non familiari agli altri
- un nome autentico
- tengo in grembo mia madre
- TORNA ALL'INDICE
- Acqua che sgorghi da impervi dirupi,
- nuda zampilli e divieni ruscello;
- gli anfratti sinuosi non ti fermeranno,
- arduo è tenerti lontana dal mare.
- Miri a un azzurro più vivido e grande,
- rincorri più vasti scarlatti orizzonti:
- come roccia nella terra, come stella nella notte,
- senti che dentro sei parte di un tutto
- e aneli a vivere in un grande assoluto.
- Mi trovo qui anch'io, ruscello che scorre,
- impaurito tra sassi e improvvise scarpate;
- poco m'importa: anch'io voglio il mare.
- Imploro il buon Dio che ci faccia incontrare,
- ancora un bel tratto mi separa dal mare;
- come bello sarebbe arrivarci con te,
- abbracciarti, fondersi, scorrere
- e insieme... sfociare nel blu.
- Di quell'attimo
- Non chiederti sai
- se è giunto il momento,
- se lo sarà mai.
- Lasciati andare,
- fa un bel respiro
- e più non parlare...
- Basta soltanto
- un lieve sorriso,
- un timido sguardo,
- quel bagliore sul viso;
- poi chiudere gli occhi
- e, nel nudo silenzio
- di teneri baci,
- coprirsi di sogni.
- TORNA ALL'INDICE
- Fruttuosità
- di ricordi
- ammessi
- a sopravvivere
- da uno sperpero
- di memorie
- in eccesso,
- reidentificate,
- analizzate,
- ricollocate
- in gradini
- d'importanza
- quasi assoluta,
- sortiscono
- d'improvviso
- come pioggia
- di farfalle
- da una fessura
- aperta della mente.
- Giochi di luce
- Antichità di giochi di luce
- ricordati tra vecchi vicoli
- in case di tanti anni fa:
- memorie lontane di visi scomparsi,
- figure dissolte in una folata di vento,
- mentre un mondo diverso segnava
- altri spazi, altri confini da scoprire,
- in paesaggi ormai dilatati,
- rivestiti d'ombra e di linee incerte,
- tratteggiate di memoria,
- con margini ridisegnati dal ricordo,
- e dalla nebbia che costruisce
- ogni cosa dissolvendola.
- TORNA ALL'INDICE
- E saranno mille
- le bolle del mondo marino senza forma
- e ancora mille
- le bolle del fondo marino senza colore.
- Fatti il bagno stanotte,
- un tuffo all'indietro e uno nel passato
- Nuota fin che puoi
- e gioca fin che vuoi
- ma mille non basteranno
- le bracciate per arrivare fino in fondo,
- mille non basteranno
- le nuotate per riabbracciare tuo padre!
- E mille ancora saranno le bugie...
- per non farti vedere il colore degli occhi
- e mille ancora
- saranno le menzogne...
- per nasconderti ancora le braccia!
- Grida... fin che puoi,
- urla... fin che vuoi,
- fino al mare...
- ... fino all'infinito
- perché più di mille
- sono i giorni passati senza verità
- più di mille...
- sono i mesi passati senza un assassino!
- Allora urla
- per conoscere il colore degli occhi
- urla
- per riuscire a guardare in fondo al mare
- perché più di mille
- sono i metri dell'acqua marina
- dove a Ustica...
- dorme tuo padre!!!
- TORNA ALL'INDICE
- La mia stella è troppo lontana
- e profonde le radici della mia tenerezza.
- Il mio pensiero sfiora la bellezza dei tuoi occhi,
- la mia barca scivola sulle notturne acque dei sogni,
- trascina orme di luce,
- libera profumi e intanto cerca il tuo faro acceso.
- Amo ritrovarti nel mio regno,
- udire il suono del tuo cuore
- e creare la tua effige più pura.
- Vedo il tuo sguardo che interroga il mio silenzio
- e carezzevole, scopre la pienezza della mia anima.
- La tua mano sparge miele alle mie speranze
- e nell'abisso del mio destino getta i suoi tesori.
- Il mare si fa silente per ascoltare le tue parole,
- il calore del mio cuore circonda i tuoi orizzonti
- in una nube d'oro,
- il mio tempo scorre impaziente,
- immisurabile fluisce la mia gioia che irrora le tue vene,
- la mia musica nutre la notte,
- ma in lacrime, davanti all'aurora, guardo te,
- mio sole,
- trafiggere il mio cuore
- con il tuo pugnale di diamanti.
- TORNA ALL'INDICE
- Un fiore è appassito.
- Non è stato annaffiato,
- l'hai abbandonato.
- In un campo di girasoli
- l'ho raccolto
- e a te l'ho donato.
- L'ho visto piangere
- e quelle lacrime
- l'hanno tenuto in vita,
- poi si sono esaurite.
- Si è inaridito.
- Desiderio
- Nel volo esprimevi il meglio.
- Il cielo schiarito da un inverno malato
- accoglieva illusioni e piaceri.
- Aprivi le ali dei desideri
- richiamando antichi e nuovi sentieri.
- Lontano appariva ormai il canto dell'uragano
- e sulla pelle rinnovata
- la voce vibrante dei sentimenti.
- Dai tuoi pori dilatati
- trasudava
- il profumo di quella sensualità
- che nascondevi fino a ieri.
- Simbiosi
- La simbiosi di un amore
- per sentirsi al sicuro,
- la forza di quell'unione
- per non essere sola,
- l'egoismo per paura,
- l'ossessione di un abbandono.
- Perdona la mia fragilità,
- la fragilità della mia anima.
- TORNA ALL'INDICE
- sulla spiaggia
- solitaria
- i raggi del sole
- ti attraversano la pelle
- la brezza del mare
- ti accarezza
- le labbra
- son piene
- dei sapori dell'aria
- rimani disteso
- con gli occhi chiusi
- pensando a tutto quello
- che ti fa vivere felice
- il cuore
- batte più forte
- per chi ti è lontano
- ma che senti lì
- vicino a te
- perché solo così
- sei felice
- guarda
- i riflessi del sole
- sull'acqua
- risplendono come
- i suoi occhi
- come li ricordo
- tra i riflessi d'oro
- dei suoi capelli
- al sole
- lì
- nella scala di ferro
- tra le colline.
- TORNA ALL'INDICE
- Non era un video games
- né un film fantascientifico.
- Ed attonita all'immagini
- e notizie, scorrevoli sul video.
- Mentre fuori tutto era uguale
- c'era anche un raggio di sole.
- Dentro, un filo si è spezzato
- mentre lacrime sul mio viso
- scorrevano.
- L'incredibile vulnerabilità
- ora è certezza!
- TORNA ALL'INDICE
- "Fumo d'incenso
- così irrealmente sostanzioso nel suo scorrere,
- sciolto solo dagli aliti
- di spiriti inconsistenti
- che sanno attorniarlo come fosse
- danza tribale
- accanto ad ardori di brace.
- Il suo profumo di spezie
- odora di passato.
- E se pur di ricordi tanto cupi
- il mio animo vive,
- scopro come tale passato
- possa rivelare le screziature
- di un mondo tanto affascinante
- per il suo essere profondamente mio.
- Tanto cosciente di quanto codeste parole
- possano silenziosamente scorrere
- senza destare l'incuriosito occhio dell'animo altrui,
- così come fumo d'incenso scivola
- sul mio sospeso palmo,
- tanto con certezza so
- quanto nel mio cuore tali parole
- possano incidere,
- come un carro sa incidere
- il proprio cammino nel tempo,
- me stessa e oltre,
- nel ricordo di un passato
- che ha saputo creare
- le abbondanti conoscenze per
- nuovi sogni e
- irreali certezze."
- TORNA ALL'INDICE
- Introverso
- attraverso
- l'Universo
- e son perso;
- in compenso
- dispenso
- incenso
- quando penso
- e quando scrivo
- mi sento vivo
- per ciò cui ambivo
- e che non capivo.
- Or lo capisco,
- lo concepisco
- ed arguisco
- che mi rapisco:
- che la mia mente
- vaga incosciente
- continuamente
- negando il niente;
- tutto cercando,
- fantasticando
- nel poetando
- che io sto amando.
- TORNA ALL'INDICE
- L'odore è pietra bagnata dolce - forte
- E quei sospiri, rompono il silenzio...
- Ora silenzi di disperati baci
- Nell'alcova sia nostra dolce sorte,
- specchio di luna narciso silenzio
- amo la mia ombra parete di baci
- e le dita dell'amore sono i lacci...
- vulva d'arbusto, pianta del sesso
- Nel petto si gonfia di sogni una luna
- e muto, di parole non ne suono una
- e si spande nostra aria d'incenso spesso;
- la luna sa i segreti delle ombre
- della vita la notte ha le forme
- amplesso di cuscini di carne arda
- fino alla tarda mattina calda.
- TORNA ALL'INDICE
- Sto fermo
- ed il sole discende
- lungo il cielo
- in dorato splendore.
- Attendo,
- guardando l'ultimo bagliore,
- le volte stellate
- tra il declino dei monti
- e la linea di sabbia.
- Aspetto mille pensieri
- liberi nello spazio,
- o trascinati dalle maree
- come alghe sepolte
- sotto le acque specchianti.
- Cerco sorrisi
- e teneri occhi,
- racchiusi nei volti dei bambini
- acquietati dal pianto innocente.
- Aspetto te,
- che varchi la porta dell'inquietudine
- e bruci la mia solitudine
- nell'attimo stesso,
- in cui il respiro
- rompe il silenzio
- tra l'odore dei fiori.
- TORNA ALL'INDICE
- E non ho più la forza di parlare
- E non ho più la forza di parlare.
- E lascio scorrere inconsapevole
- la mia mano
- guidando l'inchiostro
- su una pagina muta.
- Come la mia anima.
- E scrivendo
- il cuore sembra palpitare
- e offrirmi
- perle lucenti di felicità.
- E amo questo foglio
- e questo inchiostro:
- con loro incido la mia anima
- e ritrovo la chiave
- di emozioni lontane
- che il passato scolora.
- TORNA ALL'INDICE
- La vita accade
- Il tempo dissolve la fretta di dimenticarti
- Nuovi attimi
- Embrioni di attese emozioni
- Sbocciano improvvisi
- Petali dai misteriosi colori
- Di te mi rimarrà l'odore
- Sapore di antiche guerre in terre lontane
- Oblio per un paesaggio d'amore
- L'illusione di un languido blues ritrovato
- in una vecchia soffitta
- Ed intanto...
- la vita accade
- Scena muta di parole sole
- Un palcoscenico sordo illuminato dalla cecità di
- Pensieri posticci
- Sempre uguali
- Sempre gli stessi
- Sempre Noi
- Incompiuta
- Scampoli di un tempo tiranno che dopo una lunga corsa sta per
- raggiungere la gelida meta.
- Brandelli infetti e contaminati di antica memoria ripercorrono immagini
- di finto ordine mondriano.
- Luci e ombre del varietà, un palcoscenico della vita mai vissuta.
- Fragilità dei nostri corpi acquosi
- Un lui, una lei, due rette all'infinito, castelli di carta pronti a sgretolarsi
- al primo leggero soffio di una piuma.
- Rabbia, lontana compagna di viaggio, ora sopita in dicotomiche visioni.
- Allucinazioni per un sogno mai digerito e psichedelici risvegli da un
- sonno mai consumato.
- Morte Sovrana, ti aspetto, pescivendola di un mercatino di copri
- putrefatti
- Impotenza per non poter essere ma sentirsi eterni
- TORNA ALL'INDICE
- Mi sono lavato di Te.
- Sei stata la mia acqua,
- limpida,
- e ti ho bevuto.
- Sei stata il mio pane,
- e ti ho mangiato.
- Mi hai camminato sulla pelle
- e ho tremato.
- Sono andato lontano,
- e tu,
- trasformata,
- in granellini di sabbia,
- insidiati nelle mie unghie sporche,
- di polvere di deserto,
- mi hai seguito.
- Quando sono tornato,
- una folata di vento cattivo,
- ti ha portato via,
- non so, se prima o dopo
- la metamorfosi.
- Ho cominciato allora,
- a tremare,
- e la mia voce anche...
- è rimasta qui... morta con me.
- Evoluzioni
- Sussulti che riaprono argini ritrattisi.
- Guizzi leali accompagnati da vitali combutte.
- Fluidi magici snodanti lungo vie non più arcane.
- Slanci generosi e schietti ricordano pubertà senza clamori.
- Balzi impetuosi e arditi bandiscono gioie celesti.
- Movimenti ammaliatori... che vorrei...,
- ...fossero davvero immortali.
- TORNA ALL'INDICE
- Se credi 14/9/01
- Se credi che giustizia
- Sia altra violenza,
- se credi che la morte
- si distrugga con altra morte,
- allora non ascoltare,
- non dare orecchio al mio pianto.
- Se credi necessaria
- L'unione per la pace,
- se pensi sia facile
- vivere con l'onore,
- allora non pretendere
- il consenso del mio cuore.
- È solo in un attimo
- il remoto equilibrio
- che barcolla tra fantasmi
- di bene e male.
- E nessuno si accorge
- del dolore quotidiano
- e d'istanti nascosti
- nella povera gente.
- La guerra non è solo massa,
- ma si combatte anche in pace;
- il bene non è solo quello che vedi,
- ma è quello che costruisci con umiltà.
- E se piangi per i morti,
- piangi anche i vivi.
- Sono i vivi che restano,
- sono i morti che insegnano,
- ma sono i vivi che amano.
- TORNA ALL'INDICE