- Concorso
Letterario
- Premio
Poesia
- Age Bassi
- Città di Castiraga Vidardo
2001
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- La Giuria della sesta edizione del Premio di Poesia
Age Bassi - Città di Castiraga Vidardo 2001,
organizzato dal Circolo socio-culturale Incontro con la
collaborazione tecnica e letteraria de Il Club degli
autori, composta da Gianpiero Brunelli (presidente),
prof.ssa Loretta Pieri, prof.ssa Fiorella Morelli,
prof.ssa Emma Perfetti, dopo attenta analisi e
valutazione delle opere pervenute ha stabilito di
premiare le seguenti opere:
- CLASSIFICA
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- RISULTATI DEL CONCORSO Premio
di Poesia Age Bassi - Città di Castiraga
Vidardo 2001,:
- Per leggere i testi cliccare sul nome.
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- 1° classificata: Ho legato i miei sogni di
Diego Fantin, Thiene (Vi). Vince
Targa - pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui
verranno consegnate 100 copie all'autore - Attestato
di merito - pubblicazione dell'opera vincitrice su Il
Club degli autori e sul sito Internet per un
anno.
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- 2° classificata: Aironi di Silvestro
De Simone, Terracina (LT). Vince Targa -
pubblicazione di un quaderno di 32 pagine con
copertina di cui verranno consegnate 100 copie
all'autore - Attestato di merito - pubblicazione
dell'opera vincitrice su Il Club degli autori e sul
sito Internet per un anno.
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- 3° classificata: Nel prato di Monica
Balestrero, Roma. Vince Targa - pubblicazione di
un quaderno di 32 pagine autocopertinato di cui
verranno consegnate 100 copie all'autore - Attestato
di merito - pubblicazione dell'opera vincitrice su Il
Club degli autori e sul sito Internet per un
anno.
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- Vincono Attestato di merito - 50 copie in omaggio
in caso di
- pubblicazione di un proprio libro con la casa
editrice Montedit - pubblicazione dell'opera
vincitrice su Il Club degli autori e sul sito Internet
per un anno:
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- 4° classificata: La corsa quotidiana di
Jolanda Serra, San Mauro Forte
(MT);
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- 5° classificata: A mio padre di
Floriano Mangiantini, Firenze;
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- 6° classificata: Siamo tutti uguali di
Carlo Leoni, Cassano Valcuvio
(VA);
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- 7° classificata: L'Inverno adesso sale di
Adriana Scarpa, Treviso;
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- 8° classificata: Vetri opachi di Lorenzo
Rovere, Roma;
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- 9° classificata: Il tempo del dolore di
Antonio Amenta,
Caltanissetta;
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- 10° classificata: Memorie di Giuseppe
Carnabuci, Verona.
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- La cerimonia di premiazione avverrà in data
da stabilire. Tutti i premiati saranno tempestivamente
avvisati.
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- 1° classificato
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- Diego Fantin
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- Ho legato i miei sogni
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- Ho raggruppato i miei sogni
- affinché non si disperdessero,
- li ho uniti l'uno all'altro
- ben fissi
- e li ho guardati a lungo,
- scrutati, chiamati per nome.
- Poi mi sono alzato
- ed in punta di piedi
- sono sceso sul prato
- punteggiato di fiori.
- Ho guardato a lungo
- i colori del prato,
- ho guardato a lungo
- i miei sogni tremanti,
- con molta attenzione
- li ho poi legati alle ali
- di una farfalla che rapida
- è partita
- portandoli in volo con sé,
- lontano.
- Ho legato i miei sogni
- alle ali di una farfalla, poi
- ho chiuso gli occhi
- e li ho ascoltati volare.
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- 2° classificato
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- Silvestro De Simone
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- Aironi
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- Scende silenzioso
- un velo di bruma
- sullo stagno
- perduto fra i giunchi,
- planano aironi
- sulla sua trasparenza,
- un sonno
- di beatitudine
- si posa sulle cose.
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- Ora infinita e pura!
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- Sognano gli occhi
- tramonti di porpora,
- maree di luce,
- ali di cristallo
- e rose nell'ombra.
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- La dolce brezza
- si trastulla fra le foglie,
- sussurrando
- e sospirando,
- vaga farfalla
- di cielo e aria.
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- Piange già
- la sera,
- fra nuvole rosa,
- le sue lacrime d'oro.
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- 3° classificata
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- Monica Balestrero
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- Nel prato
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- «Lasciami cantare»
- sembra dire il grillo
- «Che il tempo dei sogni
- non può finire
- con la prima pioggia dell'autunno».
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- «Non è più il tuo
tempo»
- gli risponde la nuvola
- «Riparati sotto le ultime foglie
- e pensa al tempo che viene,
- pensa al freddo e al prato che resterà
vuoto».
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- «Lasciami cantare»
- dice ancora il grillo
- «Che col mio canto
- scalderò il mio cuore
- e la vita del prato non
appassirà».
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- «Non puoi vincere»
- gli risponde la nuvola
- «Con i sogni e le canzoni
- non si fermano le stagioni,
- corri a nasconderti».
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- Sul prato ormai silenzioso
- piove e tira vento.
- Perché grillo sognatore
- hai dato retta alla nuvola?
- Il tuo canto non poteva scaldarla
- come ha riscaldato il mio cuore in estate?
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- 4° classificata
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- Jolanda Serra
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- La corsa quotidiana
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- Ritrovo nei volti del mondo intorno a me
- note di malinconie,
- musiche di sogni passati,
- solitudini cantate e amori perduti
- Raccolgo sui miei giorni stanchi
- vuoti silenzi che crescono
- come gaggìe nei boschi
- La confusione amplifica le corse
- e il ritmo sfugge alla fuga di tutti;
- i ricordi sfiorano appena
- le corde del Tempo
- che più non ci abita se non nel
Presente
- Tutti si cercano senza mai aspettarsi
- Tutti vorrebbero conoscersi, toccarsi,
- sentire se la pelle è ancora calda di
vita
- Tutti vorrebbero incanutirsi
- al suono dolce di un violino
- che culla le proprie rughe
- insieme al sonno del nipotino;
- ma nella Corsa che ognuno vive e sfida
- i sentimenti muoiono
- tra le erbacce che invadono l'anima
- ed ognuno esilia la propria vita
- come isola eterna, solitaria e nuda
- e piangente s'attarda
- sul far della sera
- a raccogliere sassi da mettere sul cuore
- mentre, terribile, il Desiderio... muore!
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- 5° classificato
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- Floriano Mangiantini
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- A mio padre
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- Ti ho cercato su pendii di montagne scoscese,
- Ti ho cercato nel profondo silenzio del mare
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- Ti cerco nelle parti più nascoste
dell'anima
- Ti cerco negli affetti mai sopiti del mio
cuore
-
- Ti troverò un giorno fra le stelle.
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- 6° classificato
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- Carlo Leoni
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- Siamo tutti uguali
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- Nel cielo il tuo sguardo cerca il confine,
- tra quello che vedi e quello che provi.
- Ti perdi, ti confondi, ti senti così
niente,
- dal cielo guardi il mondo e vedi tanta gente,
- sei uno di loro, uno dei tanti,
- ma quale tra tutti quanti
- Siamo tutti uguali visti da lontano.
- Siamo tutti uguali dietro una maschera.
- Siamo tutti uguali nei nostri discorsi.
- Siamo tutti uguali nei nostri sogni.
- Diversi ci scopriamo solo quando amiamo,
- la maschera cade, i discorsi son fatti,
- i sogni son vivi e non siam più come
tanti.
- Ora siamo diversi, unici e rari,
- per chi ci accompagna nei nostri passi,
- per chi ha trovato nel suo cuore
- il posto migliore per il nostro amore.
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- 7° classificata
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- Adriana Scarpa
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- L'inverno adesso sale
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- È quando
- ti grava addosso il peso del tempo
- quando
- sopra le pagine del diario
- più non sai cosa scrivere
- che le speranze scivolano di mano
- e il gelo ti entra nelle ossa.
- Giacciono insieme
- sulla terra secca le cicatrici
- e il grillo morto
- e la storia consumata.
- Ogni passo costa fatica
- il respiro è diventato sibilo.
- Ti accorgi
- che sei rimasto con le mani vuote
- e la pelle è rigida corteccia.
- Si sono perduti i messaggi
- ora ti trovi solo
- col tuo tempo tramutato in cenere.
- Non importa che inventavi favole
- e hai scontato la vita
- guidando il girasole con le mani.
- Ormai più non brillano gemme
- nei tuoi occhi.
- L'inverno adesso sale
- col suo ritmo quieto di pendolo
- e voleranno via - come foglie -
- le pagine rimaste intatte
- del tuo diario.
- Prima che le porte si chiudano frusciando
- e si dissolva, dietro, ogni miraggio
- l'ultimo atto sarà il tentativo
- di catturare nello sguardo
- anche una scheggia soltanto
- di sole.
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- 8° classificato
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- Lorenzo Rovere
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- Vetri opachi
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- Ero nell'attesa di vedere
- oltre il vetro della finestra
- sorgere un sole diverso:
- non più pallidi lumi tra rami
intrecciati
- ma raggi dorati e calore vivo
- a sciogliere la nebbia
- che lentamente osava velare
- l'aria fresca del mattino.
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- Volevo guardare l'aureola luminosa
- che circonda quella fiammella tremolante
- che sembra spegnersi
- dopo ogni folata di vento,
- ma che è invece sempre lì
- vivace e brillante
- capace di illuminare il mio spazio
- ove il pensiero sembra svanire lontano
- tra vele gonfiate
- dal vento del nord che freddo spira
- per spingermi tra rocce acute e taglienti.
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- Ed il lieve alone si è fatto fiamma
- e la fiamma è divenuta falò
- che divampa nel campo
- popolato delle parole
- pensate e non scritte
- e delle note
- suonate e non udite
- ma lasciate libere di scivolare
- nella corrente ascensionale della sera
- che quel falò esprime
- per ritornare ad appannare
- quel vetro della finestra
- che il mio sguardo
- non riesce ad oltrepassare
-
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- 9° classificato
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- Antonio Amenta
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- Il tempo del dolore
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- L'inverno era buio, fitto e gelido,
- sentivo dentro me l'incedere del freddo, lasciarmi
senza respiro,
- non avevo mezzi per contrastare l'arrivo del
gelo.
- Provai a chiudere porte e finestre,
- la tempesta arrivò egualmente a
squarciare le deboli
- difese della mia casa senza tempo.
- Le porte si spalancarono e l'inquietudine
assalì mente e cuore,
- come resistervi, dicevo tra me, come spiegare il
perché di ciò.
- Presto sopraggiunse l'estate,
- mi colpì con la stessa forza
dell'inverno,
- il calore insopportabile mi dilaniava, ed io
soffocavo.
- Recava con sé gli amari frutti di
solitudine e ricordi lontani.
- Rammento ancora oggi il dolore
dell'esperienza.
- Come pianta senz'acqua sentivo appassirmi
dentro,
- ed in tutto questo non trovare ragioni.
- Perché tristi stagioni dell'anima mia,
recate così tadolore?
- Le mani coprivano il mio volto,
- le lacrime rigavano il viso,
- la schiena curva sotto il peso della
sofferenza,
- il dolore sordo ed inesprimibile avvolgeva tutto
il mio essere.
- Lo sguardo sempre più triste,
- ciò che era forza divenne debolezza.
- Con un gesto disperato spalancai le porte
all'autunno
- ed egli venne in mio soccorso spogliandomi di ogni
cosa,
- come albero senza più foglie, rimasi
nudo.
- Il vento soffiò recando con sé un
nuovo spirito,
- ebbi paura, ripensai al gelido inverno, ma non fu
così,
- sentii dentro di me spazzare via ogni
resistenza.
- Come preludio ad un'altra stagione, venne il tempo
nuovo,
- e la mia mente fu docile ad assecondare la
direzione del vento.
- Egli mi condusse fuori dalle amene stanze della
mia
- prigionia,
- mi portò con sé a vedere orizzonti
nuovi mai solcati prima,
- mi posò dolcemente su di un campo.
- Il profumo dei fiori, il colore del cielo, il
tepore del sole,
- il rumore di corsi d'acqua.
- Tutto sembrava annunciare l'arrivo della
primavera.
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- 10° classificato
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- Giuseppe Carnabuci
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- Memorie
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- S'attardano
- le ore della memoria
- in un ridestar
- vigile
- di mille
- rimpianti.
- Nella quiete
- che ristora
- di silenzio,
- pensieri
- relegati
- tornano
- a raccolta.
- Tempo
- è passato,
- tra luci
- ed ombre,
- in una giornata
- senza fine:
- orpelli
- caduti
- in disuso,
- spariscono
- alla rinfusa.
- Sono rimasti
- solo gli schemi
- di disegni
- perduti,
- mai raccolti,
- mai approfonditi,
- tracce
- d'un passato
- scomparso
- che ritorna
- a chiedere
- chi sono.
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