Concorso
Letterario
Città di Candia
Lomellina 2001
CLASSIFICA
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- Sezione Poesia in lingua
italiana:
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- RISULTATI DEL CONCORSO CANDIA
LOMELLINA:
- Per leggere i testi cliccare sul nome.
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- 1°
classificato Stefano
Corona di Robbio (PV) con "Bambini sulla
luna"
- 2°
classificata
Anna Bor di
Carcare (SV) con "Lettera al figlio"
- 3°
classificata Loriana
Capecchi di Quarrata (PT) con "Questa mia
terra che libera voli"
- 4°
classificata Silvestro
De Simone di Terracina (LT) con
"Aironi"
- 5°
classificato Maria
Luisa Cozzidi Candia Lomellina (PV) con "A
Riccardo nel giorno del suo primo giorno"
- 6°
classificato Marco
Galvagni di Milano con "Il
contadino"
- 7°
classificato Dino
Moro Valentino di Borgo Hermada (LT) con
"Ti scrivo oggi, festa del patrono"
- 8°
classificato Marisa
Colavita di Capo d'Orlando (ME) con "Sereno
tramonto"
- 9°
classificata Adriano
Scandalitta di Mortara (PV) con "Pane e
silenzio"
- 10°
classificata Giuseppe
Marotta di Milano con "A mia
madre"
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- Segnalati dalla giuria con
Attestato di merito
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- Preghiera di Walter D'Angelo, Pescara;
- Tramonto invernale di Maria Luigia Iannotti,
Trecchina (PZ);
- Quando verrà a cercarmi di Daniela
Raimondi, Saltrio (VA);
- S'è fatta sera di Maria Palchetti,
Treviglio (BG);
- Lettera per un figlio morto di Roberto
Reggiani, Modena;
- Amore di Giovanni Rosa, Modica (RG);
- L'Angioletto Andrea di Tiziana Zago,
Gambolò (PV);
- Solo così di Sara Capizzi, Cesano
Maderno (MI);
- Faded Chrysalis (Crisalide appassita) di Lara
Fiorillo, Pisa;
- Papà di Thomas Girardi, Malosco
(TN).
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- 1°
classificato
- Stefano Corona
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- Bambini sulla luna
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- Mi risveglio...
- ...e sulla mia pelle, sento l'aria del mattino che
mi
- abbraccia...
- ...ma vedo anche il tuo dolce viso
- mi sorridi e mi saluti da una foto...
- ...allora, oscuro il mondo
- e tu ci sei...
- Con gli occhi chiusi ti rivedo correre,
- saltare, gioire e non fermarti mai...
- Ma perché?
- Cosa è stato delle tue ingenue
fantasie,
- dove sono i tuoi giochi e le tue smorfie?
- Ti bastavano soltanto pochi sassi
- e la bambina era già una
principessa...
- poi volavi, salivi sopra le nuvole e ancora
più su
- forse sino alla luna...
- Com'era gialla e tonda la tua luna
- com'era bella quando la guardavi
- E sognando, pensavi di raccoglierne la
sabbia...
- Ma dove,
- dov'è fuggita la canzone che sempre
canticchiavi?
- Inventando le parole e quelle strane rime
- dove il gatto andava a spasso con il cane
- e il sole non tramontava mai...
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- ...ma quelle carezze...
- ...di quei maledetti demoni mascherati...
- ...ti han portato via pure i sogni
- non parlavi più e non dormivi
- sino al giorno in cui sei diventata un angelo
- e, finalmente, la tua luna dai toccato
- e noi tutti quaggiù a sprofondare
- supplicando Dio per un ultimo regalo:
- vedere per un momento, un attimo solamente le tue
ali
- e sentirne ai nostri occhi il dolce vento...
- ...e poterci così riaddormentare...
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 2°
classificata
- Anna Bor
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- Lettera al figlio
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- Febbraio 2001
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- Sono qui... dove...
- bene e male... amore...
- e indifferenza... più
- ...non mi appartengono
- Mi rincorre soltanto
- ...un grande rimpianto
- per non aver intuito in tempo...
- non aver posseduto la magia
- di trasformare i silenzi... in parole
- ...l'ostilità... in ascolto
- Muta... e veloce... la tua mano
- mi ha colpito... a ripetizione...
- Se... io... avessi guardato
- più a lungo i tuoi occhi... bassi
- avrei tolto... il disturbo... in questo mondo
- con un... solo... colpo... sicuro e...
- ti avrei risparmiato... l'inferno... della
colpa!
- Ma ormai... tutto questo
- è già nel nostro passato...
- Per quando avverrà il tuo passaggio...
- non temere... ti aspetterò comunque...
- oltre il rancore e... il perdono... sono sicuro
che
- anche tu... allora lo vorrai...
- per avviarci... in silenzio... verso...
- il nulla... che... "insieme"... ci attende
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 3°
classificata
- Loriana Capecchi
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- Questa mia terra che libera voli
-
- Amo
- questa mi terra che libera voli
- d'uccelli
- fanciulli
- fogliame
- là dove trema più verde il
trifoglio
- dove lo spigo diventa una strada
- ed il ranuncolo ozioso di sole
- torna a riempire lenzuola di prato.
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- Dove di un padre le sere d'inverno
- erano grandi
- le mani alla fiamma.
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- Dentro ci stava il papavero e il grano
- onde di fieni insertati col vento
- silenzi di stanze
- l'odore del pane
- la vita e la morte a varcare la soglia.
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- Madre
- pur oggi il torrente rimane
- dove a lavare scendevi
- le sponde
- in primavera assalite dai fiori.
- "Acqua corrente - ci beve il serpente..."
- ricordo, m'insegnavi a recitare.
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- Ma non s'increspa adesso l'onda piana
- al tocco di libellula incostante
- e dentro alcove d'erba non ritrovo
- la saponaria dalle carni rosa
- se non nell'immanenza di una conta
- tornata certo a caso sulle labbra
- passando eterna l'acqua sotto i ponti.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 4°
classificata
- Silvestro De
Simone
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- Aironi
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- Scende silenzioso
- un velo di bruma
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- sullo stagno
- perduto fra i giunchi,
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- planano aironi
- sulla sua trasparenza,
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- un sonno
- di beatitudine
- si posa sulle cose.
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- Ora infinita e pura!
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- Sognano gli occhi
- tramonti di porpora,
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- maree di luce,
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- ali di cristallo
- e rose nell'ombra.
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- La dolce brezza
- si trastulla frale foglie,
-
- sussurrando
- e sospirando,
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- vaga farfalla
- di cielo e aria.
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- Piange già
- la notte
- le sue lacrime d'oro.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 5°
classificato
- Maria Luisa Cozzi
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- Riccardo nel giorno del suo primo
giorno
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- Dovrà tenere conto anche di te
- l'alba rosata del 19 febbraio
- e tutti i tramonti e le albe e
- i paesaggi padani che verranno,
- del mistero del tuo nascere,
- disceso da un cosmo segreto a noi ignoto.
- Due nuovi meravigliosi occhi tra di noi
- qui, a rivolgersi ai nostri occhi
- increduli come una creatura possa
- sorgerà così
- dal nulla e dal tutto di un amore,
- pronti a essere parte delle tue sensazioni,
- dei tuoi quesiti, dei tuoi enigmi.
- Basterà il raggio del tuo sorriso,
- il tuo esserci
- per sentirci più saggi e più
felici
- per te.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 6°
classificato
- Marco Galvagni
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- Il contadino
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- Trascinandosi penosamente
- sul selciato e cercando a tentoni la luce,
- riuscendo a stento a togliersi
- vecchi scarponi da lavoro,
- avanza a fatica il contadino nella sua casa.
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- Si tuffa con la memoria nel passato
- ed intravede un giovane arare con fiducia la
terra
- ed attenderne con impazienza i virgulti.
- Ora tutto è meccanico e si risolve
- in gesti meramente automatici.
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- Urla una voce dal paese squarciandole
tenebre:
- "Lascia perdere il contadino!"
- Ma io vedo ch'egli si contorce nel suo letto
- ricordando una vita leggendaria e dissipata,
- lambita da echi di fiabe perdute nel tempo.
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- Sogna l'uomo giovane che rimodellava
- la terra coi suoi attrezzi nuovi:
- ora tutto è arrugginito, consunto
- e sbiadito dall'implacabile incedere degli
anni
- che ha solcato di rughe anche la sua amata.
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- E presto ricomincerà una nuova
giornata
- per lo stanco contadino che ormai,
- nella sua vita di sofferenza intrisa,
- non ambisce altro che riguardare il suo
passato
- e, con un groppo alla gola, rimirare il flusso
degli eventi.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 7°
classificato
- Dino Moro
Valentino
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- Ti scrivo oggi, festa del patrono,
- giorno in cui nessuno va nei campi
- perché - dicono i vecchi - porta male.
- Male a chi? Come se esistesse
- male più grande di questa miseria,
- di questa terra arsa, delle pietraie.
- Non piove e se lo fa è sempre troppo.
- Maria mi chiede di te e dice a tutti
- che sei partito per far esperienze
- e soldi per costruire una casa,
- che sei, in quel nero buco di miniera,
- a rischiare i polmoni per amore.
- Non sa di mietiture andate male,
- che se non prendevano uno di noi
- ci obbligavano a vendere la terra
- e poi tu ora mangi tutti i giorni.
- Mi fa ridere quando sento dire
- che siamo il paese del bengodi,
- quando ti guardi intorno e t'accorgi
- che è duro da matti andare avanti.
- Mamma e papà hanno i soliti acciacchi,
- ma non si lamentano, li conosci!
- Questa volta rispondi al più presto,
- anche se, lo so, la penna ti pesa
- forse più del piccone, ti abbraccio.
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- Se mi fosse dato,
- per istruirmi su amore fraterno
- il tempo, il luogo ed il motivo,
- berrei, per la gran sete,
- di ogni dotta parola un sorso
- nello spazio che ha scorto
- nel movimento piano del pendolo
- tra un tic e un tac.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 8°
classificato
- Marisa Colavita
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- Sereno tramonto
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- Rubare un sorriso alla vita
- mentre la falce
- recide i passi affannati
- anelanti di vivido ardore.
- Ridere ancora
- di tutto e di niente
- quando il dolore
- ti squarcia le membra.
- Con tenerezza guardare il passato
- ed enumerarne le gioie
- vissute e perdute.
- Con dolore percorrere
- i dolorosi meandri dell'essere stato
- e considerare pochi i momenti felici
- ma sublimi nell'ora fatale.
- Rispondere a stento a un sorriso,
- godere d'una mano affettuosa
- e rivangare un dolce ricordo
- mentre il dolore
- si maschera in viso.
- Dire addio e sorridere ancora alla vita
- nello sforzo estremo di tenerla per mano.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 9°
classificata
- Adriano
Scandalitta
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- Pane e silenzio
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- Domani non aspettatemi a pranzo.
- Non verrò con il solito tram
- ma scivolerò lesto
- con la metropolitana
- verso i confini del mondo
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- E vedrò prati sconfinati
- e correrò a piedi nudi
- verso orizzonti di fuoco
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- Questa metropoli afosa
- mi schiaccia i polmoni
- e mi stordisce
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- Voglio evadere
- e per un giorno
- mangiare pane e silenzio.
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- Mia madre
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- Sono nato in una casa
- con il balcone a ringhiera
- e sempre dolce era l'attesa
- di mia madre
- che aspettavo quasi in preghiera
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- Ora la sua luce si è spenta
- da un pezzo
- ma ancora ha riflessi
- sul mio cuore che comincia
- a sentire il peso degli anni
- anche se affronta gli affanni
- con la gioia che sempre ritrova
- al sorgere di un nuovo sole.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- 10°
classificata
- Giuseppe Marotta
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- A mia madre
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- E ora che osservo questa terra che ti consuma
- vorrei dirti ancora parola di figlio
- perché non so se tutto il bene che ti ho
dato fu abbastanza.
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- Ora che sei al di là del tempo e dello
spazio
- e conosci le mie domande, aiutami nel cercarne le
risposte.
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- Perché io ti sia vicino, incontrarmi nei
sogni
- e saprò parlarti ancora come un tempo.
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- Un tempo lo ricordi?
- Ero io a partire e tu a rimanere
- ma oggi che sei partita tu, in fretta e senza
bagaglio,
- sono io che resto pur sapendo che non torni.
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- Che questo viaggio ti sia dolce, allora,
- così come fu quello che insegnasti a
me
- e quando una mano calda di donna mi
accarezzerà il volto
- sono certo che in quel caldo ce ne sarà
anche un po' del tuo.
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- Ora che osservo questa terra che ti consuma
- i ricordi mi tempestano la mente
- e piango come un bimbo disperato.
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- Ora che so che sarai sempre al mio fianco
- cercherò nei miei futuri giorni i segni
della tua presenza
- e per accontentarti sorriderò a dirotto,
come un uomo certo,
- perché è nel tuo sorriso il mio
più dolce ricordo di te.
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- TORNA ALL'INIZIO
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