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               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
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               Antologia
               del premio letterarioIl CLUB dei Poeti 2002
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               Nota introduttiva
               di Gianmario
               Lucini -
               Rocco Angelo Accoto - Benedetta Aleotti - Paola
               Ambrosio - Antonio Amenta - Michele
               Ammirati -
               Emanuela Ballotta - Michele Battaglia -
               Maria
               Luisa Beck-Peccoz
               Spanò
               - Andrea Bellini - Mauro Bertozzi - Giorgio
               Bolla - Alba
               Filomena Bove - Marta Brunetti - Emiliano
               Bruzzese -
               Valentina Bufano - Giuliana Buratti - Marco
               Buzzetti -
               Massimo
               Caddeo -
               Enrico Calenda - Carlo
               Campeti -
               Eugenio
               Cancedda -
               Danilo Canepa - Giuseppe
               Carnabuci -
               Marzia Carocci - Carlo Carrea - Daniela Ceccon -
               Antonella Cigliana - Marco
               Colombini -
               Francesca Colombo - Cristiano
               Comelli -
               Wilmer Comin - Alessandra Crabbia - Franca
               Cravino -
               Giovanni
               David -
               Antonio De Lucia - Florinda Del Bianco -
               Roberto
               Del Duce -
               Ester Deplano - Paola
               Donadelli -
               Francesca
               Fazio -
               Alessandro
               Fiordi -
               Barbara Fleres - Davide
               Forgione -
               Riccardo
               Fumagalli -
               Simone Galurchi - Gian Battista Gallotti -
               Marimilia
               Gastone -
               Matteo Ghirardi - Luigi Gonano - Milena Grelli
               Chiocchetti - Paolo Guido - Maria Gurreri -
               Generoso
               Iorio -
               Matteo Kettmaier - Leonardo
               Lastilla -
               Maria Cristina Latorre - Carlo Leoni  -
               Valentina
               Lipari -
               Annalucia Lorizio - Mariano Luccero - Alessandro Lugli
               - Enrico Magrini - Valeria Maiorano - Ezio Marinoni -
               Giorgio
               Mereu -
               Ruggero
               Monti - Lia
               Navarotto - Gabrio
               Neri -
               Martino Orecchioni - Massimo Orsi - Fernando
               Ariel Palacios
               - Ilaria
               Palmosi -
               Alberto Pegoraro - Antonio Piana - Francesca
               Piazzolla Vitobello
               - Speranza
               Porcheddu -
               Natalia
               Proietti Refrigeri
               - Antonio
               Pucciarelli
               - Laura Ranzi - Emilio Ranzoni - Ermano Raso -
               Giancarlo Remorini - Katia
               Paola Elena Righini
               - Marilena Rimpatriato - Luciana Riva - Maurizio Rizzo
               - Nicoletta
               Rolla -
               Giovanni Roma - Edoardo
               Roncatti -
               Roberto
               Roveda -
               Fausto Sala  - Silvio
               Sangiorgi -
               Alessandra Santini - Mariano Saturno - Adriano
               Scandalitta - Andrea
               Scano -
               Francesco Schiavon - Linda Scuizzato - Simone Secci -
               Gabriele Serpe - Matteo Tabacchini - Alessandro Toni -
               Federico
               Topa - Nadia
               Trotta - Daniele
               Vaira -
               Mario Vecchione - Zilli Willer - Maria
               Zabban -
               Tiziana Zago | 
               
                 Come
               avere l'antologia | 
      
         | 
               Nota
               introduttiva La Giuria del
               Premio Il Club dei Poeti 2002 è lieta di
               presentare una scelta di testi che, nell'edizione di
               quest'anno, mostra una progressione qualitativa degna
               di rilievo. Non si sta certo affermando che nelle
               edizioni passate i testi siano stati di qualità
               scadente (è sempre bene precisare...), ma
               soltanto che in questa edizione gli elementi positivi,
               il numero delle poesie che  ci hanno convinto, sono
               state di un buon numero superiori, tanto che si
               è avuta una qualche difficoltà a
               scegliere il terzetto dei premiati e la classifica
               delle prime dieci. Purtroppo, la regola vuole che si
               faccia una scelta, e in coscienza abbiamo cercato di
               premiare le poesie che - ovviamente a parere
               soggettivo - ci sono sembrate migliori. Ma, per
               seguire il ragionamento iniziale, la qualità
               dei testi meritava in più occasioni un
               riconoscimento che non si è potuto dare e
               cerchiamo pertanto, anche per mezzo di questa
               raccolta, di ovviare all'inconveniente.I poeti
               dell'edizione 2002 hanno inoltre dimostrato
               sensibilità non soltanto ai temi più
               frequentemente affrontati nella poesia emergente
               (l'amore, il sentimento filiale o paterno o materno,
               l'inquietudine esistenziale, il sentimento religioso,
               ecc.) ma non poche composizioni si sono soffermate
               anche sugli avvenimenti sociali e politici, come ad
               esempio la vicenda dell'11 settembre 2001 - che,
               credo, molti artisti hanno ripreso, in ogni cultura e
               in ogni campo dell'arte.La poesia di questa
               edizione insomma, così almeno ci pare, sembra
               anche più decisamente proiettata in una
               dimensione sociale, con non rari cenni di poesia
               civile. Scema la vena intimistica piegata sul proprio
               "io" e si fa sempre più corposa una ricerca di
               sentimenti condivisi, un  "noi" più corale,
               come a ricercare, anche in questo comportamento, di
               stringersi in una solidarietà sociale
               più profonda e più matura.Eppure, dirà
               qualcuno, il terzetto dei premiati non ha scritto
               poesie sociali, ma poesie d'amore. E questo è
               vero. Ma, a ben vedere, il pregio di quelle poesie non
               sta nel tema trattato, ma nel come è stato
               trattato, alludendo e mai dicendo esplicitamente, con
               spontaneità e bandendo la retorica, attingendo
               a un'ispirazione sentita e non a costruzioni
               artefatte. Paradossalmente (ma non tanto) in tutte e
               tre le poesie d'amore, non è mai scritta la
               parola "amore" o il verbo "amare" o sinonimi, ma
               è chiaro che non si può scrivere poesie
               del genere senza essere innamorati.Abbiamo accennato
               alle poesie vincitrici - per arrivare al dunque - per
               significare che quanto abbiamo trovato nelle poesie
               premiate, e cioè quella prerogativa
               dell'allusione, questa attenzione alla
               genuinità dell'ispirazione, questa maggiore
               attenzione per la lingua e la prosodia, sono la nota
               generalizzata nei testi di tutti i partecipanti  che
               giustifica la nostra affermazione di essere di fronte
               a testi di buon livello, che non lasceranno deluso il
               lettore. Gianmario
               LuciniPresidente
               della Sezione Poesia del Premio Il Club dei
               Poeti
               
               
                  
                | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Michele
               Ammirati
               
               
                      Silenzio  Ad ogni
                  rintocconel
                  silenziodue
                  parolea fior di
                  labbranel
                  singultodell'assenza.Le urlerò
                  al ritorno.Le urlai in
                  altre vitesu prati
                  fioriti,tra cespugli di
                  rosenell'alone
                  rosaranciodelle albe e dei
                  tramonti.Nell'immemore
                  viveredi
                  allorafummo fiori
                  dell'anima,polline
                  traslatoal chiar di
                  lunanel segreto
                  dell'oggi.Violo il
                  silenziocon linguaggio
                  nuovoinusitatolungo bianche
                  corsieverso tende di
                  rasolànel folto del
                  roseto.E se la voce
                  infurianella vertigine
                  del ventoritrovo poi il
                  silenzionel sorriso di
                  una rosa.
               
               
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               Maria
               Luisa Beck-Peccoz Spanò
               
               
                   
                  
                  
                     Segnalibro di
                     vita  Quella strada
                  buiarischiarataappenada quattro
                  lampioninella
                  notte.Qui,forse solo
                  quifreme
                  ancora,incosciente,una cenere di
                  stelle,un'occhiata di
                  luna.Ala
                  d'angelosegnalibro di
                  vitaorma di
                  solitudinevinte. 
               
               
                    | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                  Giorgio
                  Bolla Bianca roggia
                  della tua
                  acqua,e paese di
                  temporali Ancora
                  vederTi,gocce della tua
                  pelle,sulle strade
                  nascostedi un
                  pensiero; per averTi nel
                  sogno,come bianca rosa
                  di perla.
 
               
               
               
 | 
               Emiliano
               Bruzzese
               
               
                      Pelle  si
                  arrampicapassi di
                  danzasi muovono i
                  suoniodori;il sorriso della
                  tua lacrimabolle di
                  gioiarespiroosservo le tue
                  labbraaccolgo i tuoi
                  bacicarezzeparoleinfinite
                  frasi...pianta
                  oscuragrido di
                  guerrainno
                  all'armoniavento di rose
                  cadentiti
                  toccocome fossi la
                  mia pellecome fossi la
                  mia vitacome fossi
                  rugiada di pianta cereagrano
                  come il mio
                  respirointimoil mio pianto
                  felicemio dolore
                  perennesogno di
                  moriremuoio dalla
                  voglia di pulsarevivo di
                  sognodella tua
                  pellevivo.
               
               
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
               Marco
               Buzzetti
               
               
                    Vento
                  che sospingea striscio
                  lentosulla curva di
                  una schienail prodigio che
                  sospendee rende inerme
                  volontà Controvento
                  che frustaa raffica e a
                  sferzatache asciuga
                  occhi e piantoal tempo che
                  sorprendee regala breve
                  fragilità Contrasto e
                  romboin cui appare
                  tenacedisperso un
                  bagliore...
                  
                  
                     			...felicità  
                  
                  
 | 
               Massimo
               Caddeo Opera Segnalata
               dalla Giuria
               
               
                      Maturità  Maturità,
                  stagione calda di giorni uguali,mai estremi, mai
                  violenti,dolce ripetersi,
                  senza stanchezza, di consuetudini;la intravedo nei
                  tuoi occhi, nel tuo viso,nelle ferite che
                  il sole ha inciso,come bianche
                  ragnatele,sulle tue
                  tempie.La sento nella
                  tua voce ora lenta,alba senza
                  rumore,pace per le mie
                  inquietudini,sereno messaggio
                  che torna ogni giornocome un nuovo
                  miracolodi tenerissima
                  continuità.Sei svanita
                  giovinezza,tempo di
                  illusioni, di ardore, di fede,regno
                  dell'assoluto senza errore;come un bene
                  perduto,una carta
                  già giocata,dovrei
                  rimpiangerla per te,se obbedissi
                  alle leggi non scritteche rendono
                  obbligo il rimpianto,la litania dei
                  "se" e dei "sarebbe stato".Non sarà
                  così.le tue sicure,
                  pure idealità giovanilisono ramo
                  seccoche ha
                  già seminato per terrail poco frutto
                  prodotto.Ora è
                  giusto non chiedere più.Viviamo la
                  nostra maturità:è
                  così breve, rapido il nostro
                  camminoper interrogarci
                  sulla nostra sorte.Insieme
                  avviamoci verso l'autunnodella vendemmia
                  e dei colori che incantano,lungo un
                  dolcissimo declivioda cui è
                  scomparsa ogni asperità.
 
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
               Carlo
               Campeti I.Del
               17/12/02 Ti ho dato
               le perleDato le
               perleDato le
               perleDato le
               perleFerma la
               sabbia il vento viaAfferrerei
               quest'istanteColla
               pioggia che cadeLa pioggia
               che cadeLa pioggia
               che cadeCosì
               quando ti dovrò dire ciaoPerché
               non sei più dentro a quegli
               occhiRicorderò
               ogni istante in cui ti avrei dovuto
               amareMarcisco ad
               ogni respiroSvanisco
               come polvereMuoio ad
               ogni attoStrappo
               morsi di vita per non sentire la
               disperazioneFinisco,
               cedo, cadoScusami se
               chiedoPerché?(Tutto il
               bene che non ti ho dato)Perché?(Le volte
               che mi hai perdonato)Perché?(Non
               abbiamo appena cominciato)
 
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               Eugenio
               Cancedda
               
               
                       Morti selettive
                       Incombono forme
                  di sentenze.Decoriamo con
                  ghirlandedi petali di
                  smeraldointerpreti
                  teatrali nostranianche se offrono
                  scialbe performances.E trascriviamo i
                  loro poemi su lapidi di
                  diamante.Altre sono le
                  taverne ove gli insetti
                  si inebriano di nefandezzee il diluvio
                  della Nemesili muta in
                  detriti. 
               
               
                  
                | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
               Giuseppe
               Carnabuci Opera Segnalata
               dalla Giuria
               
               
                      Abissi  Accessi di
                  salvezzatra combustioni
                  avvenutedove sono
                  bruciati respiri,sospiri, idee di
                  grandezza,ansie
                  d'eterno. Dio è
                  grande:vede indulgente
                  crogiolidove s'azzerano
                  miti,minuscoli dei
                  crepitanonelle fiamme
                  dell'infinito,si
                  ridimensionanoassurde
                  battaglie,in un'equazione
                  chimicacon risultati
                  scontati. Piccoli aliti di
                  eternitàprendono la via
                  degli abissi,entrano nei
                  frammenti del tempo,sormontano
                  vagitiche hanno
                  credutodi conquistarsi
                  uno spaziotra regni
                  smisuratilontanissimamente
                  perfetti,che non hanno
                  bisogno di niente. Dio tutto
                  osserva,nulla
                  distoglie.Ogni palpito
                  consumato aspetta,nella
                  sintoniadel suo
                  immenso. (A
                  mio padre, 26.11.2001)
                  
                  
 | 
               Marco
               Colombini
               
               
                    Non ti
                  vedoma ti sento
                  nello stomaco,come una
                  calamitache attira la
                  mia anima...verso di
                  te.È duro
                  resistertisento il tuo
                  respiro che passaaccarezza il mio
                  viso...triste...per non sapere
                  che farepieno di
                  desiderio.Non te ne
                  andare. 
                  
                  
    | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Cristiano
               Comelli
               
               
                    Mano di
                  soldato,rosso di sangue
                  raccoltodalle
                  labbradi uno
                  sconosciuto nemico.Mano
                  intintain un barattolo
                  di vernice,per
                  rimuovere,impronte
                  d'indicibile vergogna. Ma il rosso
                  sangue,già
                  colonizza le vene,germi di
                  inimicizia,si insinuano per
                  sempre nei respiri. Aprire la
                  finestra,e restare
                  accecati,dal bagliore di
                  una stella.La vita del
                  nemico ucciso,bagliore di
                  perdono,su una terra che
                  ha scelto di graffiarsi.
 
 | 
               Franca
               Cravino Paese
               Calabro Aria
               immobile,immutabile
               tutto.Sbrecciate
               case di pietra,ripide
               viuzzed'acciottolati
               fangosi.Qualche
               gallinaa chiocciar
               nella via.Poche donne
               vestite di nero.Curve le
               schiene,raggrinzite
               le mani,rugose
               d'anni e fatica,piantonan
               le sogliesedute su
               logore sedieun tempo
               impagliate.Raglio
               d'asini intorno,legati a
               tronchi riarsi,dimenticati
               nel torrido sole.Vita
               gramadi uomini e
               bestiein un
               paradiso terrestre.
               
               
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                     Giovanni
                     David Schegge di
                     vita
 
                   Schegge di legno
                  sulla terravolavano con il
                  vento,era
                  spazzatura,avanzi del tempo
                  che fuggivano.Il rumore fece
                  un inchinoprostrandosi ora
                  disponibile,lì
                  attendeva al gelo. I loro visi
                  capirono il segnale,era fantasia
                  nella realtà,lo sentivano
                  parlare:sì,
                  dialogava con il vento. Si
                  ammutolironosorpresi si
                  guardarono,quella scatola
                  faceva rumore,chiusero gli
                  occhie capirono che
                  la loro corsaera
                  finita.Quei visi
                  avevano corso,corso, solo
                  corsosenza
                  tregue,senza capire lo
                  spirito di ogni esistenza,ed ora per la
                  prima voltasi trovavano di
                  fronte alla follia,privi di
                  coscienza e conoscenza,privi di senso
                  del dovere,immobili davanti
                  al loro destino.
                  
                  
 | 
                     Roberto
                     Del Duce Opera 3a
                     classificata
 
                   Se in punto di
                  morteti avessi
                  accantosoffierei la mia
                  settima vitasui tuoi lunghi
                  baffidi
                  gatta poi chiuderei
                  gli occhisui tuoi
                  luminescenti 
                  
                  
 | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Paola
               Donadelli
               
               
                      Come
                     d'autunno  Esile sussurrare
                  di pallidae fragile foglia
                  nel vento,non potrai tu
                  scordareil bagliore di
                  vivere,che l'umana
                  naturanon poté
                  accoglierema appena
                  sfiorare... Efu come correre,
                  obliandola fine
                  opprimente del fiato;o essere in
                  volo, ignorandol'imminente buia
                  caduta...Fu il semplice
                  vivere,scordando quello
                  che siamo. Liberi d'una
                  libertà minorein queste nuove
                  spoglie- dove, per
                  apparire,la Parola deve
                  farsi l'ecoche sfinisce se
                  stessa,e il Gesto
                  mascherarsiin vacui
                  arabeschi,e ogni Intero
                  smembrarsiin avulsi
                  frammenti -,qui, in questo
                  nostro sembianteforse troppo
                  mutato,snaturato e
                  stravolto,non più
                  familiare a noi stessi,osiamo, talora,
                  sognare il Ritorno.Ma noi, quanto
                  abbiamo perduto,non so né
                  posso immaginare- sospira una
                  foglia cadendo. 
                  
                  
 
 | 
               Francesca
               Fazio
               
               
                      Amore  Cos'è la
                  paura,di non avere
                  più confini?Tu arrivi
                  profondamente in me,nel corpo e
                  nell'anima,ti lasci andare,
                  mi lascio andare,e mi sento
                  persa...Sono in mare
                  aperto,cullata dal
                  dolce fragore delle ondetenui ed
                  esuberanti,accudita dal
                  caldo tepore che mi avvolgee mi manda in
                  estasi.Dov'è il
                  cielo, la terra, i fiumi e i laghi?Dove sono le
                  spiagge assolate, gli alberi
                  schiamazzantidi vento giocoso
                  tra le foglie?Dove sono i miei
                  pensieri, le mie certezze,i miei desideri,
                  i miei rifugi?Tremo di gioia e
                  di sperdimentoa questo
                  dilagare di emozioniche mi porta in
                  terre sconosciute,affascinanti e
                  segrete.Quanta forza e
                  dolcezza chiedo per conoscerle!Quanta gioia
                  pura e fiduciosa avvicino a meper progredire
                  nel cammino!Ho bisogno di
                  giorni, di tramonti,di notti di
                  stelle cullate dalla luna,di ore che mi
                  diano confortonel loro
                  ripetersi.Ho bisogno di
                  una piccola casa intorno a me,costruita di
                  fiducia, affetto,e vita che
                  scorre.Così le
                  mie emozioni avranno un posto dove
                  riposare,così,
                  dolcemente,imparerò,
                  ogni giorno, a conviverecon il mio
                  immensoamore.
                  
                  
 | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Alessandro
               Fiordi
               
               
                    Venatura
                  purpureasolca il cuore
                  del marmo,va da destra a
                  sinistracon riflessi
                  d'argento.Quante ore a
                  fissarequei disegni
                  sgualciti,modellati con
                  curadai riflessi del
                  tempo.Ogni giorno che
                  passail ricordo
                  sbiadisce,sensazioni
                  confuse,frasi perse nel
                  vento.Riflessioni
                  nervose,solo tempo
                  buttato,ma una cosa
                  rimane:il tuo volto nel
                  marmo(sembra quasi
                  scolpito). 
                  
                  
  | 
               Davide
               Forgione
               
               
                      Le ombre di
                     Damasco  È
                  ritornato lo spirito danzante! Con il suo carro
                  d'avorio dipinto nel cieloe l'eco della
                  speranza nelle mute valli.Mai ho visto
                  polvere di stellesfamare le
                  nostre bocche,ne anime
                  bruciate sulle sponde d'un lago.Il grande freddo
                  ha baciato la terraprima di
                  coprirla con un bianco mantello,solo il vento
                  può nascondere le lacrime sulla
                  spiaggia,sulla collina
                  degli olivi pendono le mascherelegate alle
                  croci,le mura di
                  Damasco colano d'oro nelle coppe
                  d'argilla.È
                  ritornato il cavaliere che alza il
                  vessillodella nostra
                  coscienza,quell'ombra
                  fuggente che cammina con gli uomini,colui che
                  accende il fuoco evi arde
                  dentro,il grande albero
                  dove noi ritorniamo a essere fiori...
                  
                  
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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               Riccardo
               Fumagalli
               
               
                      Paesaggio  Guardo le grandi
                  collinecoperte da una
                  bianca foschiacon varie
                  tonalità di grigio. Una bianca e
                  caparbia nuvolagiace tra le
                  braccia imponentidell'impassibile
                  montagna. Una bambina
                  gioca con una fontanaFeliceNoncurante dei
                  dolori che l'attendonodietro le porte
                  del tempo:quale mente
                  malata può aiutarla? La maschera nera
                  di un cignofissa per un
                  attimo la miapoi torna a
                  tuffarsi nelle acque plumbeelievemente
                  increspate. Invisibili gocce
                  d'acquami accarezzano
                  guidateda un freddo
                  vento mentrespengo
                  un'inutile sigaretta. Sembra
                  Poesia. 
                  
                  
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               Marimilia
               Gastone 
               
               
                      
Bella
               quest'aria... Bellaquest'ariache
               soffiatra
               le
               insenaturedel
               miocuore.Soffioche
               filtratragomitoliegrumid'amore.Brezzatimidaelucente.Vitadistesa.L'animaancoraoltre.
               
               
                    
               
               
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Generoso
               Iorio
               
               
                      Schegge di
                     pensieri  Sghegge di
                  pensieriimpazzitiin mente in
                  baliadi malefiche
                  ondebugiarde
                  ingannevoli rabbiose.Una pietra di
                  ghiacciot'ha sepolto il
                  cuore.Tua madre con
                  gli occhisbarrati,
                  incredulied ancora
                  innamoratiha cercato di
                  fermareun coltello che
                  le ha tolto la vistaed il
                  respiro.Sangue
                  innocentesu mani
                  assassinee sul deserto
                  dei tuoi occhi annebbiati.Ragazza tra le
                  sbarreun giorno
                  piangeraie perderai per
                  sempreil tuo
                  sorriso.Nelle notti
                  turbolentivedrai il tuo
                  angelo cadutoe chiederai
                  perdonosbattendo i
                  pugni sul muro. Ritrova la
                  coscienzasmarrita
                  nell'odioe forse capirai
                  il sensodella tua
                  giovane vita. 
                  
                  
 | 
               Leonardo
               Lastilla Opera Segnalata
               dalla Giuria
               
               
                       Zwischen Himmel und
                     Erde  Solo tu resterai
                  a testimoniarela violenza di
                  un voloche ha portato
                  via tutti.E cosa potrai
                  direse sei soltanto
                  una voce anonimamessa lì
                  tra altre immagini fredde e lontane?Dicono che ti
                  attaccherai di più alla vitama come, se essa
                  si è staccata da tetrascinando
                  corpi come lampi di cielo?Hai vissuto
                  cento anni ma ne
                  racconterai sempre soltanto unodi come cercasti
                  di rimanere aggrappata a qualcosaanche solo a un
                  capello;ma nei capelli
                  abita il ventoe se non sai
                  volaretutto diventa
                  nostalgia. Solo voi
                  resterete a testimoniareil massacro
                  umano votato all'abitudinespensierato
                  accenno di fraternità,nella morte
                  l'unione,nel tempo
                  l'inganno,piccoli corpi
                  addolorati che non guarderanno
                  piùoppure
                  cercheranno l'assoluto della
                  distruzioneche porta al di
                  là, troppo lontano.Anche noi
                  abbiamo un dovere,essere quel viso
                  straziato,stringere quella
                  mano maciullata.Siamo forse
                  diventati scaglie di sapone? 
                  
                  
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Valentina
               Lipari
               
               
                      Equoreo  Elise le
                  insidieDei mari,
                  restaSpoglio il
                  sentieroCruento.L'alga
                  bluastraS'insinua fra le
                  ditaCingendo le
                  spire diMedusa ed in
                  pettoUna rosa dal
                  fiocoCromo si erge
                  aiPrimi
                  splendoriDell'alba
                  nuova.In verni
                  remotiCome
                  galassieLe lune si
                  celanoDietro
                  noumenicheIsole ma il
                  pescatoreDi pensieri,
                  abile trapezista,Valica la
                  transennaE di era in era
                  portaSeco gli anni
                  rubati. 
                  
                  
 
 | 
               Giorgio
               Mereu  Vieni con me,
               dolce colomba... Vieni con
               me, dolce colombaVieni a
               tubare sui tetti di tufoSopra le
               case addormentateSopra la
               gente comuneLiberi come
               le nuvoleAscolta il
               canto del vento,Ed insieme
               voliamoSulla
               campagna riarsaFino al
               nostro ruscelloDi fresca
               acqua di montagnaBeviamone
               la trasparenzaSemplici
               nel nostro candoreNon
               ritorniamo al nidoTi prego,
               non torniamo al nidoDiventiamo
               gabbiani, albatrosSu tutti i
               mari, e sulla naturaPortiamo la
               nostra gioiaNon
               stancarti di volareUccellino
               mio, compagna di viaggio...Sarò
               io la tua casaPer quando
               vorrai riposareIn volo.
               Torneremo sulla terraSolo dopo
               la morte.
               
               
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Ruggero
               Monti
               
               
                      Chiudi la
                     porta  Chiudi la
                  portaquando uscirai
                  di qui,quando anche le
                  ultime paroleavranno fatto
                  breccia nel dolore,nel dolore del
                  distacco.Chiudi la
                  portanon fermarti a
                  pensareogni piccolo
                  pensiero allora sarà vano,i sentimenti
                  sono foglie al vento,ed il vento
                  soffia forte oggi.Chiudi la
                  portacosì la
                  luce starà fuori,mi
                  aspetterà forse,ma ora resta
                  fuori.Chiudi la
                  portae non voltarti
                  indietronon si vive di
                  ricordinon si muore per
                  amore.Chiudi la
                  portae non sentirai
                  il mio sospiroche
                  accompagnerà i tuoi passi.Vola verso il
                  tuo domanicorri verso la
                  tua chimera,ma chiudi la
                  porta,pensami ancora
                  un poco,non voltarti non
                  merito tanto,non voglio occhi
                  solo per me,non illusioni
                  del momento,esci piano, non
                  ti fermare,ma, per
                  favorechiudi quella
                  porta. 
                  
                  
 | 
               Gabrio
               Neri
               
               
                       Il
                     poeta  In poche parole
                  riuscire ad esprimerei suoni, i
                  colori, i paesaggi meravigliosiche ci
                  circondano e i molteplici paesaggidell'umore
                  umano.Tristezza,
                  gioia, dolore, amore. 
                  
                  
  
 | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Fernando
               Ariel Palacios Opera Segnalata
               dalla Giuria Danza in
               punte Danza,
               ballerina, danzaleggermente
               che i tuoi piedi leggerivolano
               sollevati in punte. Ballerina
               sogna sempreche la tua
               danza ti portae ti
               mantiene sospesanelle punte
               della vita. Respira
               l'aria ballerinadove si
               è fusa la musicaed il tuo
               corpo parlacome
               parlano le manicon
               romantica dolcezza. E danza,
               respira e sogna,leggera,
               che i tuoi piedi leggerivolano
               sollevati in puntee la vita
               leggermenteti mantiene
               già sospesanelle sue
               punte danzanti. 
               
               
 | 
                     Ilaria
                     Palmosi  Piccolo
                     uomo
 
                   Piccolo uomo
                  dalla corazza lucentesolo ti avvicini
                  a passi lenti.Ti trovai nel
                  tuo camminonella notte dal
                  sole splendente. Indugiavi,
                  soloun viso grigio
                  era offuscatodai raggi
                  lunghitu guardavi
                  sofferente. O Piccolo uomo
                  dalla corazza lucente,ricordi quando
                  ti domandai la tua direzione?Tu rispondesti
                  senza parole, alzasti lo sguardolo sguardo verso
                  il sole. Un brivido
                  sentivi che attraversava il tuo metalloun brivido
                  grigio senza audacia e senza fallo.E quando vedesti
                  rispecchiata la tua espressionelentamente,ti
                  voltastiper andartene
                  senza ragione. O Piccolo uomo
                  dalla corazza lucentese nella strada
                  dovessi rincontrarti per chiederti la
                  via,in un giorno con
                  le stelle che lanterne ridono
                  lassù,non
                  temerenon
                  indugiaresegui la tua, io
                  andrò per la mia. 
                  
                  
 | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Francesca
               Piazzolla Vitobello
               
               
                      
                  
                  
                     A mio
                     padre  Ti
                  cerco,padre,nel
                  silenzioinfinito
                  della tua
                  assenza. Pienele
                  oredi
                  lunghimuticolloqui,di
                  interminabiliossessioniche
                  affuscanoil mio
                  io. E
                  lievepassa
                  il
                  tempoche
                  piùnon
                  torna. Come
                  la tua
                  vita,padre. 
                  
                  
 | 
               Speranza
               Porcheddu
               
               
                       Dietro il
                     velo  Voi, povere
                  ombre perse e poi rinate,come segreti
                  amatirendete il
                  vostro palpitomassimo di
                  quelle perle che restano,adesso in
                  tempestadi fronte al
                  mare,incantate dai
                  vostri stessi giochia gara
                  malinconiche reliquie,quando la luna
                  assottiglia il marginedel suo condurre
                  alla terrail primo suono
                  di sole.E restate
                  molteplicicome conchiglie
                  densedella
                  marginalità del poco essere,per amare al
                  voltotutto ciò
                  che rendepoco restie alla
                  veglia del cielo.E percorrete le
                  vie di Kandahar,con il viso
                  rivolto all'aurora,scoprendo
                  l'incontro di stradepervenute alla
                  stessa innocenzadi cambiare
                  dentro e fuorila mutevole
                  realtà degli specchi,riflessi dal
                  bisogno di essere liberenei volti, nei
                  cuorie
                  libertà,purezza di
                  vittoria di spiritocome un vento
                  assolutoche respira il
                  suo volo,di una leggera
                  brezzae una ferma
                  volontà di crescereche ricostruisce
                  il tuttoe riafferma che
                  i veli nei visinon esistono
                  più. 
                  
                  
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Natalia
               Proietti Refrigeri
               
               
                      Terra  Dentro la terra
                  calda,nell'acqua
                  fresca di torrenteche sgorga dalle
                  rocce,dal centro della
                  terrascoppia nel
                  vulcano in eruzione,e i lapilli e le
                  scintillee il rosso magma
                  arroventatoilluminano la
                  notte. Bevo quell'acqua
                  di sorgentefresca di roccia
                  di montagnama bollente dal
                  centro della terra. Scende la notte
                  dal giornola mattina dal
                  meriggio...la primavera si
                  frappone all'invernoe l'estate cala
                  nell'autunnoschiacciando le
                  foglie secche per terrama verdi sugli
                  alberi ancora,il cielo si
                  tinge e si scolora. Discendo tutte
                  le vallate e le stradine sterratecolme di sassi
                  rotondisgattaiolando
                  come un'indianache danza
                  leggera sul tuo cuore.
                  
                  
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               Antonio
               Pucciarelli Opera 7a
               classificata
               
               
                      Invettiva  Che
                  giova ne le fata dar di cozzo?Dante
                  Alighieri(Inf.
                  IX, 97) O fato,
                  mostruosa imperitura potenza ineluttabile e
                  beffarda,tu che da
                  chissà dove noi inermi, candidi e miseri
                  mortali,marionette
                  imperfette, ma superbe ed illuse di scegliere la
                  via,qual salami
                  appesi in bella mostra ai ganci d'una
                  drogheriatieni mani e
                  piedi legati ai tuoi ben saldi e invisibili
                  fili,che dall'alto -
                  si dice - muovi e manovri come meglio ti
                  garba, tu, alma forza
                  divina, implorata energia arcana ed
                  invincibile,che
                  sull'universo domini e impietoso governi uomini e
                  cose,ed in questa
                  imperscrutabile farsa tragica che è l'umana
                  vita,nella quale, ahi
                  noi!, in poche ore ci giochiamo la
                  partita,decidi se il
                  cammin nostro cosparso sia di spine o di rose
                  e stabilisci
                  perfino ciò che a noi deve restare
                  inconoscibile; tu che per noi
                  fissi e decidi la parte che sulla terra ci tocca
                  recitaree di ciascuno
                  fai un eroe o un buffone, un peccatore o un
                  santo,e non solo
                  pretendi d'indirizzar le nostre più
                  recondite intenzioni,ma ti diletti
                  financo a rovesciare beate e già consolidate
                  situazioni,senza poi
                  considerare che a un dài poco o nulla e a un
                  altro tanto,uno lo colmi
                  d'amore e consumi un altro dalla voglia
                  d'amare; io mi ribello al
                  modo iniquo e arbitrario con cui gestisci il tuo
                  potere,e con tutto me
                  stesso ti maledico e con odio contro di te covo
                  vendette.Sì, so
                  bene che per tua natura sei così potente che
                  le puoi schivare,anzi che sei
                  così malvagio ed empio che ti potresti a tua
                  volta vendicare,raddoppiando la
                  mia dose di sciagure o tagliandomi addirittura a
                  fette...Ma,
                  finché campo, dallo scagliarmi contro di te
                  non mi puoi rattenere!
                  
                  
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Katia
               Paola Elena Righini Opera 9a
               classificata
               
               
                      Gli
                     aquiloni  Vola alto e nero
                  il mantello che portiamoa fare ombra al
                  nostro camminoa oscurarci la
                  vista del cielo edegli aquiloni
                  in aria librati.La corrente del
                  fiume trascina con sé le nostre
                  canzonimentre dalla
                  sponda, in elegante grigio vestiti,stiamo a
                  guardare.In file ordinate
                  siamo pronti a marciareil futuro in
                  tasca in una bibbia già scrittae nessuna
                  incertezza sulla via da seguire. Vola alto il
                  mantello e nerosul cerchio
                  delle nostre viteormai
                  spezzatosulle nostre
                  intenzioniabbandonate al
                  ventocome un
                  palloncinosfuggito in un
                  balenodalle mani di un
                  bambino.
               
               
 | 
               Nicoletta
               Rolla
               
               
                      Se...  Se il dio del
                  cielo smettesse di parlareSe dai suoi
                  occhi smettessero di sgorgareLacrime di
                  sangueVedrei il giorno
                  e la sua luceE la feroce
                  paura del buio resterebbe senza voceE non più
                  lacrime insanguinateCadrebbero sulla
                  terra senza paceResterebbe
                  nell'aria una rosea atmosferaLeggeraCoprirebbe con
                  il manto della seraI nostri
                  occhiPer calarci in
                  un mondo che non si può toccareIl mondo del
                  SognareE avremo di
                  fronte i nostri desideri,le nostre
                  fantasie le nostre perversioni in un turbinio di
                  emozionie riapriremo gli
                  occhi scaldati dal sole...Se il dio del
                  cielo smettesse di parlareSe dai suoi
                  occhi smettessero di sgorgareLacrime di
                  sangueVedrei il giorno
                  e la sua luceE nel risveglio
                  sottovoceSentiremo la sua
                  voceMartire incapace
                  di tradirePronto a
                  soffrireE tornerebbe
                  già sera prima di capireSeildiodelcielosmettessediparlaresedaisuoiocchismettessedisgorgarelacrimedisanguelacrimedisangue
                  lacrime di sangue
               
               
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
               Edoardo
               Roncatti Dea di
               Luce La Dea
               coloratadanzò
               nudasulla
               polvere. La sua
               pelle,vivida
               luce,divenne
               emozione. Segnoche invase
               l'Universo.Cantoche pervase
               l'Immenso. Sguardi
               liberati,spazi
               illuminati. Lucesull'infinito,oltre il
               tramonto. Luce
               propriadi
               vita,matura
               messe. La
               Deadonò
               lacrime eterne,incantato
               sorriso.
               
               
 | 
               Roberto
               Roveda     Il mio
               amore è acqua...Purifica,
               allaga, annega.Inumidisce
               e fa germogliarepoi
               sommerge fino a soffocare.È
               acqua, linfa vitalepoi
               naufragio mortale.Il mio
               amore è come sono,punto e
               riferimentounico
               istante in tutto il tempo.È
               solitudine e compagniaSussurro,
               fremito, pianto, allegria.È
               continuità di due estremipoi gli
               estremi stessi...Ha volto,
               colore, odoreil mio
               amore...mi avvolge
               pianoe non sono
               solo. 
               
               
 
               
               
                  
                | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Silvio
               Sangiorgi
               
               
                       E
                     ricordo  
                  
                  
                         Ogni
                     tanto,
ritrovo allo
                  specchio,un vecchio segno
                  fatto con il dito....E
                  ricordo. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Senza
                     titolo  
                  
                  
                         Apro il
                     giorno nell'uguale
                  mattinodi traballanti
                  certezzedi gesti
                  rituali. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Cuore E
                  pur,lì...Silenzioso
                  batte,incrollabile
                  l'amore. 
                  
                  
  | 
               Andrea
               Scano
               
               
                       Ricordi
                     lontani  Vecchio ti sei
                  coricatochiudi i tuoi
                  occhipensi ai tempi
                  andatitorni indietro
                  con i ricorditi rivedi
                  correre in quel prato ormai scomparsopensi ai
                  fruttetia quando eri
                  bimbo allegro e felicepensi agli
                  amici, al mare azzurro, al soleche riscaldava
                  il tuo cuore. Tutto è
                  scomparsoi tuoi occhi
                  vorrebbero aprirsi mahai paura di
                  vedere ciò che è rimastoe così ti
                  lasci andare nei ricordivolando verso
                  l'aldilà. 
                  
                  
   
 | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Federico
               Topa
               
               
                       Twin
                     Towers  Il sogno ed il
                  giocodi un bambino
                  del mondo,colpito,vacillasotto le
                  sferzate
                  
                  
                     		di un
                     vento maligno.
Volti di
                  vetrosi
                  sbriciolano
                  
                  
                     		nel
                     cielo, tra gioie e
                  tristezze
                  
                  
                     		di
                     calcestruzzo e ferro. È
                  statostravoltoil volto
                  innocentenella quiete di
                  un mattino 
                  
                  
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               Daniele
               Vaira
               
               
                      Mattina umida a
                     Torino  La pioggia unge
                  di grigio le stradei freni
                  friniscono tra il fumola gente si
                  schiava e si spostacome secchi
                  impazzitiin un mare
                  senz'acquala mia stanza
                  profuma di burromentre io sul
                  letto friggo paroleparole croccanti
                  con echi lontanicome uno chef
                  tra i più bravie senza pentola
                  né fuocointingo il mio
                  dolce nell'inchiostro. 
                  
                  
   
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                      Pluto
 
                   Ti guardo
                  dormire al sole,ma tu
                  sogni?Dentro di te
                  c'è mai un sorrisoche noi non
                  riusciamo a capire?Sei felice,
                  guardi noi e sei felice!Ci ami
                  tanto!Perché?Tu non chiedi
                  niente in cambiodel tuo amore ed
                  ogni nostra carezzati colma di
                  gioia.Lo sai? l'amore
                  è anche egoismo,il tuo amore
                  è solo amore.
                  
                  
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                  02-12-2002  
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