Risultati di concorsi
- Addì 3 - 4 - 5 del mese di Luglio dell'anno 2002 alle ore 17.30, nei locali della sede del Premio Poesia a Chiaromonte (Pz) si sono riuniti i signori: Francesco T. Armenti (Presidente), Umberto Favoino (ass. alla Cultura) Maria Luigia Iannotti (Segret.) Giovanni Percoco (Filosofo e scrittore) Massimo Sassano (coordinatore del premio), quali membri della giuria del premio per leggere, valutare criticamente e selezionare collegialmente i componimenti poetici pervenuti entro il tempo previsto dal regolamento. Dopo un analisi approfondita di ciascuna lirica sia sul piano contenutistico sia su quello linguistico e stilistico, riservando particolare attenzione alla struttura compositiva, alle metafore, alle allegorie e a tutte le figure retoriche, i giurati all'unanimità hanno deciso di stabilire il seguente ordine di merito per ciascuna sezione:
Sezione A - Poesia in lingua italiana: - 1° class. "So che tu leggi le mie parole" di Sergio Barbieri, Voghera (PV). Vince Euro 154,94 (L. 300.000) - Pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui verranno consegnate 100 copie gratuite all'autore - Targa di riconoscimento - Attestato - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
- 2° class. "Nottambuli" di Benedetta Aleotti, Fiesole (FI). Vince pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui verranno consegnate 50 copie gratuite all'autore - Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
- 3° class. "Vite" di Eliana Perotti, Novara;
- 4° class. "Pace profonda" di Sergio Viglione, Venosa (PZ);
- 5° class. "Eterno morire" di Giuliana Gilli, Roncegno (TN);
- Dal 3° al 5° vincono attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno - 50 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un proprio libro con la casa editrice Montedit.
- 6° class. "Poeta d'inverno" di Andrea Innocenti, Vicenza;
- /° class. "Abbandoniamo i nostri pensieri..." di Sandra Giacobbi, Cortina d'Ampezzo (BL);
- 8° class. "Io ascolto" di Paola Barni, Chiusi Scalo (SI);
- 9° class. "Paese medievale" di Floriano Mangiantini, Firenze;
- 10° class. "Il ricordo" di Marilena Rimpatriato, Torino.
- Dal 6° al 10° vincono Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
Sez. B - Poesia in lingua lucana: - 1° class. "Viènte" di Francesco Antonio Arleo, San Chirico Raparo (PZ). Vince Euro 103,29 (L. 200.000) - Pubblicazione di un quaderno autocopertinato di 16 pagine di cui verranno consegnate 100 copie gratuite all'autore - Attestato di merito - Targa di riconoscimento - attestato - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
- 2° class. "Al mio paese" di Terry Viggiano, Torino. Vince Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
- 3° Class. "Dopp'tant'ann" di Italia D'Onofrio, Vaglio (PZ). Vince Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
Sez. C - Poesia giovane: - 1° class. "Puoi sentirmi?" di Elena Monti, Roma. Vince Euro 103,29 (L. 200.000) - Pubblicazione di un quaderno autocopertinato di 16 pagine di cui verranno consegnate 100 copie gratuite all'autore - Attestato di merito - Targa di riconoscimento - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
- 2° class. "Il piano" di Giulia Marcolin, San Giorgio in Bosco (PD);
- 3° class. "Verba vacua" di Cesare Sposetti, Rettorgole (VI);
- 4° class. "Sognatore invernale" di Paolo Fabbrizi, Anagni (Fr);
- 5° class. "Per te, che non sei più" di Maria Giovanna Napoletano, Cosenza;
- 6° class. "Se una sera d'inverno" di Alessandra Prete, Lecce;
- 7° class. "Nella valle buia" di Stefano Alberini, S. Benedetto Po (MN);
- 8° class. "Storia di un'anima in pena" di Davide Micieli, Chiaramonte (RG).
- Dal 2° all'8° vincono Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet per un anno.
- Le decisioni prese dai componenti della giuria rispecchiano in tutto e per tutto quanto previsto dal regolamento del concorso.
- Gli stessi decidono di incontrarsi per il giorno 29 di agosto presso il Centro Visite "Mons. A. Vozzi" Parco del Pollino di Chiaromonte (Pz) alle ore 15.00 per la proclamazione dei vincitori e la consegna dei rispettivi premi.
- La cerimonia di premiazione si terrà giovedì 29 AGOSTO alle ore 15 presso il centro visite «Monsignor A. Vozzi» - Parco del Pollino di Chiaromonte (Potenza)
Sergio Barbieri - So che tu leggi le mie parole scritte
- e le associ e le paragoni
- ai tanti fatti - ai tanti discorsi
- della tua infanzia:
- quelle parole dei paesi della purezza
- e della prima onesta povertà
- quando si cercava di cogliere il tempo
- rimasto appiccicato alle pareti
- e che potevamo strappare con le unghie
- per gustare il suo sapore di frutta negli armadi
- -nei fiori che portavamo a sperduti camposanti
- gialli e antichi - con il profumo di morte -
- di sogni gettati in stradine di erba-
- non inoltriamoci negli anni che riposano qui
- sotto le case di questa periferia:
- non proviamoci a riprendere nell'aria
- - con magia -
- le parole di chi invecchiò
- davanti a queste finestre
- e sino al loro ultimo giorno
- continuarono a scorgere e rivivere
- i loro sogni di bambole e giocattoli
- mai cresciuti.
Benedetta Aleotti
- Nottambuli
- Notte
- il nostro reame
- dove
- cadute le barriere
- sciolti i lacci dell'imposta ipocrisia
- con occhi fluorescenti
- ci aggiriamo liberi
- tra i sogni
- e i deliri
- inconfessati
- della gente
- noi stessi sogni e deliri
- - fino a che
- il mattino
- ci sorprende
- gatti tignosi
- scampati ai pneumatici stridenti
- del traffico dell'ora di punta
- - degli avanzi
- ci siamo abbuffati
- dei piatti
- troppo colmi
- dei soddisfatti
- annoiati
- conformi
- diurni
- - il mondo
- appartiene al giorno
- - i nostri palazzi incantati
- bidoni maleodoranti
- che la notte di velluto
- trasfigura
- per i suoi figli maledetti.
Eliana Perotti
Vite
Segreto profilo nel buio distendi le fredde membra antiche di pace e saggezza dal dimentico dipinte. Rugosa ed acre è la tua storia che chi ancor non nato anela invano il tuo ricordo, che chi ancor non morto dimentica e tace; rifugge velando di cemento la tua ombra ma paventa e sa, d'incontrarti ancor nel suo cammino. E già la rugiada ricopre il velo appassito della sposa che legge nell'iride dell'amato la sua stirpe che gonfia di stupore chiede d'esser assolta. Chiede in nome dell'amore di non essere mai nata, chiede in nome dell'amore di non esser mai morta:
Sergio Viglione
- Pace profonda
- (a Paoletto C.)
- e dovrei stare in un angolo senza parlare
- lasciarmi allo schianto della nave
- senza volgermi più indietro
- senza dire il pensiero che turba
- il buio pensiero che ammanta la casa
- dove il tuo corpo andava spegnendo
- quei tuoi giovani sospiri
- quegli anni così brevi così fuggitivi
- fronde recise da un dio che non ha nome
- la chiamano morte quell'oscura vallata
- che il fondo lo si conosce
- quando le dita congiunte son giunte alla fine?
- la chiamano morte... morte
- alla soglia - di cosa? di che?
- quasi ci fosse davvero una linea di confine?
- tu creatura muta nei gesti e nelle frasi
- tu che non sei e che sopravvivi
- come un'icona sul canterale della nostra anima
- tu che resti immerso nel ricordo
- per sempre il ricordo
- immagine riflessa
- sulle stentate righe d'una carta
Giuliana Gilli
Eterno morire La morte dentro rinchiude in spesso carapace un urlo rappreso e atterrito, certezza di un dolore antico. Forza greve ed esausta che tende ai consueti recinti d'abitudine e pianto, male che lacera in smanie di glicini azzurri che arrancano stanchi. Frenesia d'inferno che mai sarà cenere! Solo fuoco che adagio lambisce oscure pietraie, in metamorfosi eterna. Impossibile smettere di morire ... ... ... ...
Andrea Innocenti
- Poeta d'Inverno
- ..e sfuma la pallida luna tra le anime consunte
- e grida la civetta in su la vetta spoglia
- e tutto è avvolto, coperto, arreso, sonante
- ed è l'antico cantico del marcire di una foglia
- i colori son stati graffiati via ...uno ...ad uno
- e come lacrime del giorno cadono in su la terra melmosa
- Eccoti felina!
- Ora anche nei miei occhi brilla la tua figura
- Ti miro, t'osservo... ed eccoti ripetere il tuo macabro soliloquio:
- tremante e avida deambuli spargendo ovunque il tuo sudore
- ed in queste luride gocce avvolgi, meschina, i nostri corpi
- su cui il nulla vai soffiando gelido e assoluto
- Statue di vetro, sedicenti trofei... il silenzio attorno a Te!
- ... poi il tuo tocco.. ed è lo spaccarsi, il frantumarsi, e vita non v'è più.
- Cenere, nubi di cenere vai sollevando
- Ed il tuo volto ne è interamente avvolto
- ed è la tua vanità!
- Nessun labbro ridente t'è mai appartenuto
- A te sol cucito e digrignato
- Ma nella fossa è vittoria tua
- Avida di respiri, bramosa di gridati abbracci
- Costruisci il tuo uomo
- Affinché nutra egli la tua ombra:
- Occhi di vetro, agitate falangi, cervella battute.
- Ma l'uomo tuo non v'ò essere...
- Quand'io un giorno, non troppo lontano
- Non porterò più dignitosa la mia ombra
- Mi troverai lì ad aspettarti Poeta d'Inverno, in su levato con gli occhi spalancati sui Tuoi.
Sandra Giacobbi
- Abbandoniamo
- i nostri pensieri
- al vento,
- muti,
- senza nulla da dire,
- per non scoprirci
- a parlare due lingue diverse.
- Inerti
- seduti nel portico
- di questa nostra casa
- a fissare
- i nostri desideri
- volare verso opposti orizzonti,
- oltre quelle nubi
- scolpite dal sole
- del tramonto.
- Nell'anima
- scorrono impetuosi
- fiumi di lacrime
- senza che ne trabocchi
- una sola goccia.
- Troppo è l'orgoglio
- per confessare
- le nostre debolezze,
- e gli ultimi raggi di sole
- lambiscono le cime dei monti.
- Cala il silenzio,
- lentamente,
- tutto d'intorno,
- anche dentro di noi.
- Fragili
- temiamo la verità
- che ogni attimo
- si imprime sempre più
- nei nostri sguardi,
- sguardi vuoti
- persi in altri mondi
- lontani,
- ed il cuore
- impara l'inganno
- per non morire
- ogni istante di più,
- nel buio che ci avvolge.
Paola Barni
Io ascolto Io ascolto questa voce Anima fra le dita Scorre nel tempo Sofferta visione di un dì. nel vento. azzurro cielo di sole vestito nelle tenebre più brume della luna argentea diffondi sogni più segreti. cospira il tempo trama linee oscure muta scene di vita passi. dopo passi. scalfito un 'anàglifo di pietra dura cesellata erosa dalle mani più piccole che vivono Io ascolto questa voce Anima fra le dita Danza famelica Lo scorrere del tempo della vita.
TORNA ALL'INIZIO
Floriano Mangiantini
- Paese medievale
- Vecchie lastre corrose dal passato
- guidano sulle pietre i passi incerti
- del turista che compra sul mercato
- ninnoli e souvenir che sono offerti
- da banchetti e negozi del paese
- tra mura sgretolate da mille anni
- mentre più su i portoni delle chiese
- invitano al riparo dagli affanni.
- D'intorno soffocate e fioche voci
- come per non voler quasi turbare
- il volo delle rondini veloci
- del misterioso luogo a rispettare.
- Su ripidi sentieri tutti roccia
- cammino verso boschi fitti e neri
- dove il frusciar dell'acqua goccia a goccia
- ci ricorda gloriosi cavalieri
- che lungamente in largo li han percorsi
- in amore e in battaglia al suon di spade
- mentre il vento ricorda fra i rimorsi
- quanti ignoti varcaron l'uscio all'ade
- e di loro né traccia né memoria
- resta sui libri logori di storia.
Marilena Rimpatriato
Il ricordo Il mio cuore arde nella quiete della via, al fuoco caldo di nostalgie ancestrali. Mentre il sole esplode all'orizzonte, cedo all'invito del vento di dispiegar le mie ali e fendere l'atmosfera di cieli passati. Scevra d'ogni ferita distinguo appena il ricordo di chi pur amato non m'amava. La vedo ora: l'ombra di colui che un tempo rischiarava come apatica luna le mie notti, ch'esplodeva nel pianto dei miei sogni, destando dolorosa l'amarezza per l'indifferenza a quel sentimenti vivo accolto con odio. Via della Libertà, via verso la mia casa, via verso il mio giardino, verso lo sbocciare delle rose di maggio, via mesta del ritorno da scuola. Sola, con il mio zaino zeppo di sogni perduti. Torna tutto alla memoria, e mentre rinnovo il senso del mio migrare verso lidi lontani, ora dopo tanti anni mi domando che tratti possa avere il tuo volto. Non li rammento. Tu che hai colmato tante notti dell'amarezza del non essermi stato nemmeno amico, ora rimani una memoria che a poco a poco si disgrega dietro il velo d'ombra di questa sera. Sei un rimpianto antico che si spegne nel profondo del mio sguardo. Il mio zaino è vuoto, il passo più leggero.
Francesco A. Arleo
- Vièntë
- Cò mènë nd'ò sacchèttë
- o notte nd'ù vièrnë:
- "Crìstë cumë fischë u tièmbë, nd'à stë murë
- cumë n'do manchë sciùllètë, u vièndë".
- A dù ma muccë?
- A dënnë scrijë?
- po' më dicënë: së giovënë!
- Ma ij certë votë masséttë miènzë u lìèttë
- E penzë a nu bèllë fattë
- E Po' iastèmë:
- da nësciùnë bannë pozzë tùrnè.
- Vento
- Con le mani nelle tasche/le notti in inverno//"Cristo come fischia il tempo, tra le mura/come nelle mie coste diroccate il vento"//Dove mi nascondo?/Dove scappo?//Poi mi dicono: sei giovane!//Ma io mi siedo in mezzo al letto/e certe volte penso a un bel fatto/e poi bestemmio://che da nessuna parte posso tornare.
- 2° class. Sezione B
Terry Viggiano
- Al mio paese
- Tagg scòrdot
- paieis meii
- pcché nan t
- vesc da tant'ann.
- Agg scòrdot
- quann scquov
- e m'accntontav
- d nint.
- Agg scòrdot lu
- prfueim d la
- teua fresch arii
- d mntagn.
- Agg scòrdot
- chidd leuc pzznenn
- d l veii, cha m
- dinn com nò
- suenz d pac.
- Ma to' mo'
- s'è tòrnot
- nda l pnzir mii
- p m fa' rrcòrdo'
- cha dò so' nat.
- Iè ch l rcurd tui
- cha engh
- l nutt mii
- iè l pnzuir teu
- ca mall'ietei lòcor
- Traduzione: Ti ho scordato/paese mio,/perché non ti/vedo da tanti anni.//Ho scordato/quando, giocavo/e mi accontentavo/di niente.//Ho scordato il/profumo, della/tua fresca aria/di montagna.//Ho scordato/quelle luci fioche/delle vie, che mi/davano come un/senso di pace.//Ma tu ora/sei tornato/nei pensieri miei/per farmi ricordare/che lì son nata//È con i tuoi ricordi/che riempio/le mie notti/è il pensiero tuo/che mi allieta il cuore.
Italia D'Onofrio
- Dopp' tant'ann'
- Pac nun pigliava maie,
- si ancuor' criatur' assaie
- ind' a la cuna mi turcia
- e l'llucc' er'n spurciedde
- p' farm' accucciulià na nzenga
- ind' a li bracc soie.
- Senza fiat' m'arracav'
- p' na giurnara sana sana
- e nisciun' la uardava nfaccia,
- si nun gn la fascia chiù,
- ca tropp'era la fatia.
- Quann p' Mondreal
- a man' a man' m' purtav'
- nun m facia giucà cu dati' piccieninn'
- ca s'appaurava ca po' mi facienn mal'.
- Par ca mo la vegg'
- quann s'abbndava
- sova lu scalon' d' naz' ngasa
- a ciuculià cu la cummara soia!
- Tra tutt'e ddoi' nun sacc'
- chi dicia chiù parol'.
- Dopp' tant'ann', chi la ver',
- nun s'arr'corda chiù d'edda.
- Sol'i'la vegg' semb tal' e qual'
- pcché sta' vecchia è mamma mia.
Elena Monti
Puoi sentirmi? Ho rincorso sfinita l'arabesco del giorno riflettere nelle tue mani intagli di argentea pioggia tra labbra screpolate da risate di vita bambina. Sto cercando stelle in pozzi di pensieri cadenti- e sono solo sospiri sconnessi che le parole non possono... Puoi sentirmi? S'infrange l'onda delle parole sullo scoglio dell'oblio. Ti ho visto solitario disegnare in ogni mio respiro una scaglia del tuo piacere.
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Giulia Marcolin
- Il Piano
- Ho conosciuto il pianoforte
- Che tutti suonano prima d'addormentarsi, che tutti suonano
- Con le proprie dimenticanze;
- Ho visto le pantofole di chi cammina in punta dei piedi per non distruggere
- I suoi castelli di polvere.
- Ho visto il mio volto ritratto dall'ultimo sogno
- Del pittore bambino
- Che poi è cresciuto. Ho conosciuto le veglie dei contrabbandieri
- Che cercano nella vita le scommesse
- Di chi vende e compra la propria libertà.
- Ho visto i prati e la neve dove il cielo giocava,
- E le nuvole si sdoppiavano nell'immediatezza remota dello sguardo.
- Ho visto l'espressione
- Di chi guarda il suo vestito, la sua
- Faccia, cadere e disfarsi
- Sotto i tentativi del futuro
- Di riconoscersi. Ho sentito la tosse di chi vuole vomitare
- La malattia attraverso parole
- Che non coincidono con il proprio significato. E ancora
- Ho scritto il mio nome in ogni angolo in cui ho cercato
- La mia vita senza trovarla, e l'ho letto nel vento e negli aquiloni
- Che come lettere mai aperte
- Lo portavano. Ho visto i sogni di un silenzio senza testimoni
- Aggrapparsi alle sei cicatrici di una chitarra, dove il suono
- Sta in equilibrio, colorato dai riflessi
- Del tempo che se ne va, lasciando una scia fosforescente. Ho visto, aspettato... detto, ma poi
- Mi sono seduta nell'ultimo treno senza ricordi,
- E sarò la ragione che da un vagone illuminato a luci elettriche
- Farà muovere, andare, credere, il destino, e poi lo farà fuggire
- Misurando, con il suo annerito passato,
- La fortuna, l'imperscrutabilità di qualche sguardo
- O addio-il punto angolare da cui partiranno le conseguenze, le leggi
- Che faranno rispettare a tutti i propri assurdi e minuziosi sbagli.
- Ma tu conoscerai come nessuno
- Il nodo tra le corde del silenzio, che ti sarà stato dettato anonimamente
- Dalla vita che occulta le sue fonti.
- E tu conoscerai l'invisibile pianoforte
- Della luna, quello pudico del mistero,
- Quello egoista della fortuna, quello
- Ammalato del destino.
- E le mie dita non potranno raggiungere i suoni
- Di questi pianoforti che solo tu potrai insegnarmi
- Ad ascoltare.
- Ti prego, aspettami e dammi la mano.
Cesare Sposetti
- Verba vacua
- Tante vuote parole
- ho lasciato sfuggire
- povero mio Signore
- dal cuore mio
- arido
- Cammino solo
- per le varie strade
- del mondo
- Così mi sembra
- Maledetta illusione,
- quand'è che lascerò
- le tue orribili
- catene?
- Sempre vuote parole
- a fare compagnia
- alla mia blasfema
- disperazione
- Se potessi, poesia
- farei a meno di te
- amerei finalmente
- come un cane
- il suo Padrone.
TORNA ALL'INIZIO
Paolo Fabbrizi
Sognatore invernale Chiudendo gli occhi una nube nera mi avvolge, vedo il bianco di figure sconosciute risaltare sullo sfondo. Alberi spogli trafiggono montagne invernali, notti gelide riscaldano menti di scrittori inconsapevoli del loro destino. Animali storditi si svegliano e divorandosi, sazi, tornano a dormire. Un sognatore invernale passeggia per luoghi a lui sconosciuti tutto gl'è nuovo e misterioso i suoi perché non hanno risposta non crede alla natura dei suoi pensieri. Sognando si sveglia.
Maria Giovanna Napoletano Per te, che non sei più... Quei giorni...
- e lunghi giorni
- e lunghe notti
- ho aspettato,
- perché non pareva vero
- né reale, il fatto
- che potesse tramontare così
- il sole dei miei ricordi.
- Come quando un incubo
- invade di prepotenza il tuo sonno pacato,
- così sono stata catapultata
- nel vortice del dolore...
- perché quando si ha un timore,
- il timore che tutto possa finire,
- la tua mente
- come un'autodifesa para lo scudo
- dinanzi a ciò che viene assieme al terrore.
- Saranno, ora, i giorni...
- e lunghi giorni
- e lunghe notti
- che tutto parrà un'eco,
- l'eco della vita
- che nasce
- e che muore
- con un sospiro.
TORNA ALL'INIZIO
Alessandra Prete
- Se una sera d'inverno...
- Le sere d'inverno guiderò,
- a fari spenti, fino al mare.
- Salirò sugli scogli,
- e siederò su una pietra.
- E lascerò
- che lo scirocco caldo
- m'increspi i capelli,
- o che la tramontana
- mi sferzi il viso,
- e il freddo pungente
- mi arrossi le guance.
- Non penserò più a niente,
- ma lascerò il mio sguardo
- volare lontano, oltre l'orizzonte,
- fino al cielo stellato.
- Mi perderò,
- correndo dietro a sogni lontani,
- chimere impossibili,
- mondi nascosti,
- un'isola che non c'è.
- E schiuderò le porte del tempo e dei segreti.
- Ma la luce del faro mi riporterà alla vita.
- E mi guarderò, stupìta,
- e sarà per me com'essermi destata
- da un lungo sonno.
- E guarderò di nuovo il mare,
- al di là del quale
- c'è qualcuno che mi aspetta.
- E guarderò la luna,
- terribile incostante,
- e poi sorriderò,
- perché sarà, in fondo,
- come aver guardato,
- in due, la stessa stella.
Stefano Alberini
- Nella valle buia
- Solo, solo
- perso, perso
- perché?
- Lasciare che tutto
- passi, chiudendo gli occhi
- e la bocca, o cercare una
- spiegazione a tutto ciò?
- Non riesco a capire cosa
- stia succedendo
- non riesco a realizzare
- un equilibrio dentro me.
- Continua ricerca in una valle buia,
- continua sofferenza
- continuo odio e indifferenza.
- Là nel baratro notturno
- una voce suona parole
- magiche... è la voce
- dell'indifferenza che tutto fa passare
- illudendoci che sia così veramente,
- che tutto sia volato via col
- freddo vento che sibila tra i boschi.
- Anche qui non so se ascoltarla
- o meno, perché qualcun altro
- urla nella notte stellata, è la Verità
- cruda, buia, fredda, ma Vera.
- Voce, voci nel deserto
- della vita ove l'aridità
- dei sentimenti rende
- tutto freddo e perso.
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- Davide Micieli
- Storia di un'anima in pena.
- Una ragazza in pena cercava redenzione,
- per il suo spirito voleva la purificazione.
- Dall'ade risalì:
- sopportò i dolori pungenti e i venti furibondi.
- Arrivò sulla terra:
- trovò un ragazzo, un ragazzo la trovò.
- Il tempo passò, la purificazione cercava
- ma l'amore trovò.
- Il tempo passò, aveva trovato l'amore,
- voleva l'amore e la purificazione arrivò.
- Nel regno eterno era attesa
- ma lei in terra rimase.
- Il tempo passò, messaggeri dal regno giungevano,
- ma i due non si lasciarono.
- Nel regno la decisione fu presa:
- o lei dichiarava la resa
- o lui tra le fiamme sarebbe sceso,
- lei scelse.
- Aveva lottato per la redenzione,
- contro le fiamme eterne aveva lottato,
- aveva raggiunto il suo scopo,
- ma per l'amore
- ritornò al suo dolore.
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