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            IV
            edizione Premio di PoesiaCittà di Monza 2002
 Risultati
            Sezione Poesia adultiRisultati Sezione Poesia giovani
 
                Il
               comitato promotore dela quarta edizione del Premio
               Intenazionale di Poesia Città di Monza 2002,
               indetto dal Cenacolo dei Poeti e Artisti di Monza e
               Brianza con la collaborazione dell'associazione Il
               Club degli autori, ha stilato la seguente classifica
               finale:  
               
                  | 
                        SEZIONE
                        POESIA ADULTI
                        
                        
                            1°
                           class.: Danila
                           Olivieri
                           di Riva Trigoso (GE) con Accosto
                           il volto alla tua
                           scorza.Questa
                           la motivazione: "La vaga
                           indeterminatezza di un ricordo infantile
                           lascia trasparire nel prisma delle
                           immagini rinvenute l'intensità di
                           un rapporto famigliare come elemento
                           vitale essenziale".Vince Euro 780,00 - Pubblicazione di un
                           libro di 32 pagine di cui le verranno
                           assegnate 100 copie gratuite - Targa di
                           riconoscimento - Attestato di merito -
                           Pubblicazione del testo premiato sulla
                           rivista Il Club degli autori -
                           Pubblicazione su Internet per un anno.
 
 2°
                           class.: Omar
                           Miccoli
                           di Marnate (VA) con ...a
                           Zeshan N..Questa
                           la motivazione: "Versi sofferti in
                           bagliori di vita Pakistana che attestano
                           il valore di un'amicizia che valica il
                           confine tra i popoli".Vince Euro 510,00 - Pubblicazione di un
                           quaderno di 32 pagine di cui gli verranno
                           assegnate 100 copie gratuite - Targa di
                           riconoscimento - Attestato di merito -
                           Pubblicazione del testo premiato sulla
                           rivista Il Club degli autori -
                           Pubblicazione su Internet per un anno.
 
3°
                           class.: Antonio
                           Capriotti
                           di San Benedetto del Tronto (AP) con
                           Paese
                           nativo.Questa
                           la motivazione: "Intensa rievocazione
                           del luogo natale con nostalgia e
                           considerato di un più universale e
                           trascendente ritorno".Vince Euro 260,00 - Pubblicazione di un
                           quaderno autocopertinato di 32 pagine di
                           cui gli verranno assegnate 100 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno.
 
4°
                           class.: Umberto
                           Vicaretti
                           di Luco dei Marsi (AQ) con
                           Segretamente
                           i giorni.Vince
                           la pubblicazione di un quaderno
                           autocopertinato di 16 pagine di cui gli
                           verranno assegnate 100 copie gratuite -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno.
5°
                           class.: Lorenzo
                           Carnevali
                           di Cremona con Per
                           il suo più fondo
                           sguardo....Vince la pubblicazione di un quaderno
                           autocopertinato di 16 pagine di cui le
                           verranno assegnate 100 copie gratuite -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno.
 
                           
                           
Vincono
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno i seguenti autori:
6°
                           class.: Michela
                           Torcellan
                           di Siena con Astragali. 7°
                           class.: Bianca
                           Festino
                           di Marcianise (CE) con E
                           sussurrava il
                           mare. 8°
                           class.: Marilena
                           Rimpatriato
                           di Torino con Sussurri. 9°
                           class.: Giulia
                           Occorsio
                           di Monza (MI) con La
                           montagna
                           incantata. 10°
                           class.: Massimiliano
                           Floriani
                           di Trento con Ritratto
                           a
                           vent'anni.
 Premio
                           Speciale della Giuria a
                           Clelia
                           Brambilla
                           di
                           Vimercate (MI) con Attesa.
Questa
                           la motivazione: "Il senso dell'attesa
                           si colora in un 
ventaglio di
                           colori
 e mitiga la sofferenza degli
                           abbandoni che la vita pone ogni giorno sul
                           nostro cammino. Il ricordo, la memoria,
                           sono incise nel cuore del poeta, come per
                           la famiglia Robiati il ricordo di augusto
                           a ci è dedicato questo Premio
                           Speciale".   |  
                  | 
                           SEZIONE
                           GIOVANI 1°
                           class.: Giulia
                           Marcolin
                           di San Giorgio in Bosco (PD) con
                           I
                           colpevoli.Questa
                           la motivazione: "L'atmosfera allucinata
                           e malinconica di un notturno carcerario e
                           resa con l'azzardo di immagini conturbanti
                           e con una intensa pietà che
                           rivelano una maturità umana e
                           artistica non comune."Vince Euro 260,00 - Pubblicazione di
                           quaderno autocopertinato di 16 pagine di
                           cui le verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno.
 2°
                           class.: Marina
                           Mastrangelo
                           di
                           Guardiagrele (Chieti) con Naufragio
                           della
                           vita.Questa
                           la motivazione: "La meditazione sui
                           mali del presente è anche un invito
                           a recuperare i valori del passato e a
                           sperare nel futuro: il messaggio è
                           espresso con intensità di
                           sentimento e calore umano."Vince Euro 155,00 - Pubblicazione di
                           quaderno autocopertinato di 16 pagine di
                           cui le verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno.
 3°
                           class.: Guido
                           Pedroni
                           di Vignola (MO) Mandato con
                           Il
                           Mulino.Questa la motivazione: "Breve idillio
                           reso con nitide immagini ed intima
                           nostalgia per un passato da
                           conservare".
 Vince Euro 105,00 - Pubblicazione di
                           quaderno autocopertinato di 16 pagine di
                           cui le verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno.
                           
                           
Vincono
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno i seguenti autori:  4°
                           class.: Daniela
                           Lefoer di
                           Roseto degli Abruzzi (TE) con
                           Ritornare. 5°
                           class.: Giorgia
                           Serena
                           Cipelli
                           di Pieve d'Olmi (CR) con Elegiaco
                           e
                           struggente. 6°
                           class.: Silvia
                           Angeli
                           di Verona con Mi
                           muovo entro i confini... 7°
                           class.: Elena
                           Lipari
                           di Arona (NO) con A
                           mia madre. 8°
                           class.: Maria
                           Giovanna
                           Napoletano
                           di Cosenza con A
                           mio padre... 9°
                           class.: Ketty
                           Amadio
                           di Arcade (TV) con Frutti
                           amari. 10°
                           class.: Paolo
                           Comella
                           di Novara con Solo.
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                        all'inizio |  
                  | SEZIONE
                     POESIA ADULTI |  
                  | 
                        1°
                        classificataDanila
                        Olivieri
                            
                              Accosto
                              il volto alla tua
                              scorza  Eco
                           di risa spensieratee
                           pollini di tenerezzasfuggono
                           al giardino di sole. Tu
                           fiorisci nella memoriae
                           rechi pensieri di viole: 
                                 sono
                                 per me
come
                           le tue ultime parole.Soavemente
                           sorridi,mi
                           porgi la mano e mi guidinell'incantato
                           silenzio del bosco,dove
                           nell'azzurro del cielo,tra
                           le farfalle e l'usignolo,la
                           filosofia del semplice vivere 
                                 m'insegnavi.
E
                           nell'effluvio dello spigoe
                           della mimosa,eri
                           radiosa come luce 
                                 tra
                                 le foglie,
mentre
                           il vento aleggiavatra
                           il ciliegio e l'ulivo e
                           l'agave morivadonandosi
                           al suo unico fiore
Mai
                           più tenere dita
                           d'ederas'arricceranno
                           intorno alle tue dita 
                                 di
                                 quercia.
Mai
                           più pettinerò con
                           mani 
                                 fanciulle,
irrigate
                           da impetuosi ruscellidi
                           liquida linfa,il
                           manto lucente dei tuoi
                           capelli,ravvolto
                           di quiete e forza  
                                 infinita.
E
                           io, germoglio della tua
                           essenzaaccosto
                           il volto alla tua
                           scorza
 
                           
                            
 | 
                        2°
                        classificato Omar
                        Miccoli
                        
                        
                            
                              
a
                              Zeshan N.  Pupille
                           abbacinate
 
                                 E
                                 screpolano
dietro
                           un vetro-quasi un unghiasul
                           marmo, sulle bocche lucide
                           dell'asfalto:
                           vapori d'una nottecosì
                           lontana da quelle che s'incontrano
                           sotto
                           gl'architravi di tufo e le
                           ampiecupole
                           calcinose d'Islamabad.S'arrampicavano,
                           così, arrendevolitiepidi
                           di brina e di spaventomolli
                           larve di cortecciarisalire
                           verso gl'astri e i lunghi
                           minaretidelle
                           moschee che popolano le tue
                           terreil
                           Pakistan, diceva, ha
                           strappatol'ultima
                           parola dal suo cuore: e grida alto
                           sulle
                           alture il nome d'ogni volto, che da
                           semprescava
                           covi di miseria più profondi
                           che
                           le spele d'argilla fra le sue
                           montagne,i
                           morti seppelliti sotto il fango
                           nelle
                           pozze fradice della
                           cancrenao
                           di quelli che partirono
                           ammassandofocomelici
                           silenzi, sotto spaghi gualciti
                           e
                           stoffe di vesti pellegrine 
                                 Ti
                                 mozza
il
                           labbro anche un respiro,uno
                           sforzo di sillabe che un
                           giorno,forse
                           sapranno amarti
e
                           più nulla ricorda questo cuore
                           anch'esso
                           vagabondo, straniero nella
                           sua nazione, se non d'un
                           forte gelo quella sera,dalle
                           torri lamentare il Muezzine
                           il vento che di colpo si
                           sollevadalle
                           buie gole del Palmir. |  
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                        3°
                        classificato Antonio
                        Capriotti
                        
                        
                            
                           
                           
                              Paese
                              nativo  Case
                           aggruppate e torri, vicoli d'ombra
                           e intorno baratridi
                           luce, latitudini marine:
                           
                           
                                 paese
                                 nativo
e pur
                           effimeri si torna, tratticome in
                           sortilegionoi che
                           partimmo affabulati ora
                           tristi figli in
                           parabole di prodighi.
                           
                           
                                 Si
                                 torna
mutati
                           ai sentieri inizialidal
                           tempo, a luoghi e cose che
                           hanno volti e nomi di
                           memoria, vene e respiro di
                           terra, di patria: fuggitanostra
                           Itaca che chiama-limitee meta,
                           enigma arenario di voli
                           e radici.
                           
                           
                                 E
                                 un giorno infine
caduti
                           a noi per semprei gesti
                           e le paroleapproderemo
                           stabiliall'altura,
                           ombre mansuetelassù
                           dove nacque l'ansia oggi
                           conversa in dolcezza di
                           abili ritorni: gli echi del
                           tempo, i passi e la memoria senza
                           più suono né ragioni
                           
                           
                                 -dissolti
saliremo
                           nel vento, da ogni dove a
                           cercare lassù, nel grembo
                           di mura
                           remote, le nostre libere strade
                           della Terra.  
                        
                        
 | 
                        4°
                        classificato Umberto
                        Vicaretti
                        
                        
                            
                           
                           
                              Segretamente
                              i giorni  (A
                           mia madre) Segretamente
                           i giornisfogliano
                           memorie Madre.Tenaci
                           risposte nostalgiesostano
                           alle porte sgrovigliano
                           ricordidissolte
                           riannodano stagioni:scorrono
                           certezze luminosecieli
                           splendenti azzurri cieli.Finito
                           il tempo degl'ingannie dei
                           fatui arcobaleniMadre
                           dei sospiri ora
                           alla notte invano grido di
                           sogni creditore e di promesse.Più
                           non m'illude ormaila
                           malia delle sirene né
                           più mi confonde la
                           perfetta geometria del
                           girasole.Soltanto
                           a questa trepida parete arreso
                           tornostremato
                           dalla luce dei tuoi occhie
                           dall'inconsumato tuo sorriso.Madre
                           dei silenzi e delle attesealtre
                           memorie diradano le nebbiescoprono
                           il bambino che io fuiconfusa
                           dolce fibra naufragatanegli
                           abbracci tuoi di seta.Madre
                           dei rosari e di dolcezze porto
                           sicuro approdo a un altro
                           Temposegui
                           ti prego l'ultima mia rottaché
                           spaurito alla derivapiù
                           non si sperda il cuore.Mi
                           tenderai (lo so) le mani a
                           scioglierela
                           tacita promessa del commiato:consumata
                           la mia fetta di dolore riconsegnarmi
                           a te per sempre. |  
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                        5°
                        classificato  Lorenzo
                        Carnevali
                        
                        
                            Per il
                           suo più fondo sguardosui
                           miei giochi, in tanta timidezza
                           sparpagliato,
                           ho ricreduto d'essererapito.
                           Nel suo più fondo sguardo
                           nell'incavo
                           pulito delle palpebre sentivo
                           la memoria e la coscienza del
                           futuro evaporare - e le sue
                           cigliasoggiogate
                           all'afflizione dell'incanto. Amore
                           lei si fece qui, rifecein me
                           più bello amore suo di quanto
                           la vita
                           promettesse. Con le maniricavò
                           la mia figura accantoallo
                           scorrere degli anni, dei motivi
                           silenziosi
                           che serena interpretava-in una
                           Monza sempre più lontana
                           dalla
                           sinfonia della sua voce. Madre,
                           il tuo precoce accorreread ogni
                           accenno di richiamo, il fiato mai
                           cresciuto in me traspira come io ne
                           fossi inconsapevole, io fossi l'idea
                           stessa del bene. Tu nel tuo ruotare
                           gravitandomi d'attorno in
                           leggerezza accogli il giogo
                           umanoe
                           siderale dell'amore adulto disadorno.
                           
                           
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                        6°
                        classificata Michela
                        Torcellan Astragali Di
                        fronte al mare falciato dal
                        vento,in
                        una grigia sera di
                        settembre,gettava
                        i suoi astragali
                        d'avoriola
                        rugosa Sibilla
                        millenaria.Ne
                        buio antro dalle voci
                        sparsea
                        bisbigliar pronostici funesti,
                        continuando
                        il suo lavoro eternovedeva
                        le onde frangersi sul
                        lido.Più
                        non scriveva sulle foglie
                        errantiil
                        bizzarro verdetto del
                        destino,ma
                        ripeteva di continuo il lancio
                        di
                        pochi sassi dai graffiti
                        incisi. L'osservai
                        a lungo, accanto a lei
                        seduta,annotando
                        il ripetersi dei segni.Nonna-le
                        chiesi- a che mai ci
                        servebuttare
                        questi astragali
                        intagliatise
                        la scelta è già scarsa e
                        limitata solo
                        a ciò che vi è scritto in
                        precedenza?Rise
                        e rispose: poche son le scelte
                        ma
                        ancor di meno ciò che ne
                        risulta.la
                        vita è breve e non ti lascia
                        avereche
                        due o tre magre
                        possibilità,però
                        ti prende sempre più di quanto
                        con
                        parsimonia ti vorrà
                        donare.Ma
                        allora-dissi- la nostra libertà
                        l'amore,
                        l'avventura, l'arte, il
                        sogno,ciò
                        per cui vivo, dove mai si
                        trovain
                        questa burla già
                        determinata? Non
                        disse niente la vegliarda
                        arcanaavvolta
                        dal suo velo misterioso,solo
                        indicò l'ingresso del suo
                        antroda
                        dove si scorgeva il cielo e il
                        mare.Inarrestabile
                        poi riprese il giocogettando
                        astragali con adunche
                        dita. |  
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                        7°
                        classificata Bianca
                        Festino
                        
                        
                            
                           
                           
                              E
                              sussurrava il mare  Tagliano
                           il cielo raggi disperati,graffi
                           di rosso sugli occhi del
                           mondo,a
                           fatica tra ore accartocciate-s'apre
                           sconnesso il solco del
                           ricordo.Ai
                           piedi di rugiada arsi di ventocorreva
                           incontro il prato risvegliato,quando
                           all'alba ci si librava in voloa gara
                           con i passeri e il frumento.Dalla
                           ripa scoscesa alla radura era
                           tutto un rincorrersi di vocitra
                           centenari olivi e vecchi nocie sulla
                           pelle la cocente arsuradegli
                           anni che hanno fretta di bruciare
                           poi
                           cercavamo il mare!Bagliori
                           luccicanti alle pupillequando
                           l'onda s'offriva al nostro
                           abbracciotra
                           abissi misteriosi di cristalli
                           e
                           stelle vive perse sulle rocce.A gara
                           pescavamo l'ippocampo,trofeo
                           crudele nelle nostre mani,erano
                           streghe i ricci e le meduse con
                           fate dispettose eran confuse.Ancora
                           lì, levata verso il
                           cielo,la
                           melodia struggente di sirene come
                           allora si fa sogno e misterospezzando
                           inesorabili catene.E
                           ancora muore dentro l'acqua il giorno
                           come
                           quando la sera cantavamola
                           scusa per scordarci del
                           ritorno.Finestre
                           illuminate ad aspettare e
sussurrava
                           il mare! | 
                        8°
                        classificata Marilena
                        Rimpatriato Sussurri Chiome
                        frastagliate inneggiano
                        al sole il loro sussurro di
                        vento.Ventagli
                        dorati rastrellano il
                        sottobosco. Un
                        ragno ordisce la sua
                        telatra
                        le pervinche e l'erba freme intrisa di
                        rugiada.Presto
                        trafitta da spilli di
                        pioggiaarrossirà
                        di gioia la terrae
                        l'erba sarà imperlata da gocciole
                        algideche
                        scorreranno in rivoli inquieti tra ciottoli
                        rotolanti. Cerco
                        le mie radici qui in questa campagna
                        friulana,arresa
                        alle onde dorate del
                        granoe
                        le memorie riecheggiano nella mia
                        mente. Formicai
                        di domande brulicanti attendono
                        risposte di vento sul
                        domanie
                        ampolle di utopie frementi mi tormentano
                        come
                        le speranze sommerse dalla polvere degli
                        anni. Trovo
                        i miei sogni qui tra le
                        viole,tra
                        gerbide giunchiglie che annunciano nell'ombra
                        l'incedere
                        delle stagioni della
                        vita.
                        
                        
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                        9°
                        classificata Giulia
                        Occorsio 
                        
                        
                            
                           
                           
                              La montagna
                              incantata  Valchiria
                           solitaria,le tue
                           possenti bracciacircondano
                           la valle d'abbracci
                           silenziosi.Lungo i
                           tuoi fianchi dai tracciati
                           impervipugnali
                           di cristallo feriscono lo
                           sguardo.Esseri
                           audaci, tentando
                           l'impossibile,s'appigliano
                           a tuoi puntuti seni di profido
                           azzurrato.Ma tu,
                           resisti e taci.Emersa
                           dalle acque come Veneremille
                           respiri spingi nel
                           lucido pulviscolo di ceneri
                           esalate.Massi
                           assonnati sospirano adagiatisu
                           millenari pensieri pacati,conche
                           di pietra doratebattute
                           dal sole più antico del
                           mondo.Al Tuo
                           cospetto l'uomo si fa
                           granello!Difficile
                           diviene la preghiera dinanzi
                           alla magnificenza del Tuo
                           trono.Disarmi
                           il più agguerrito combattente
                           e
                           l'urlo della sua pochezza cupo zittisce
                           nelle
                           profonde viscere del tuo prezioso
                           scrigno.Diadema
                           della terra,curioso
                           copricapo di nuvole bizzarre,argine
                           invalicabile di mistero,fantasma
                           inafferrabile di pietra,fata
                           caritatevole e nemica ostile nessuno
                           ti possiede.Tu non
                           concedi e quando cedicon
                           riso leggero rimandi a valle lacrime
                           vanagloriose di smarrita
                           superbia.Sei la
                           montagna incantata e nel Tuo tempio
                           l'uomo
                           sosta il tempo di un sogno.Tu hai
                           il sapore
                           dell'eternità,noi
                           invece, fragili passeggeri, andiamo
                           via
 | 
                        10°
                        classificato Massimiliano
                        Floriani
                        
                        
                            
                           
                           
                              Ritratto a
                              vent'anni  Distorto
                           e severo, poetadalle
                           indiscusse opinionidalle
                           molteplici scelteabbandonate
                           a volte-nel
                           dubbio aerei dirottati-ai tuoi
                           sensialle
                           tue intime sensazioni,
                           
                           
                                 poeta
                                 entro il vetro 
d'una
                           finestra socchiusa.Ragazzo
                           carico di vita-che
                           bene Pier Paolo ti
                           disegnò-assoluto
                           bacio d'amante indeciso lascivo
                           ad ogni perpetuo pulsare.Per una
                           breve e veritiera scusaparola
                           dettata dalle stanze internedistendi
                           la tua forza in un foglio,assomigli
                           al tempo che tremulo le
                           scolpisce eterne.I tuoi
                           vent'anni, quelli sì,che
                           vicini alle terre della pacegiostrano
                           i membri nascostirelitti
                           da coscienza e letteraturas'innamorano
                           del mondo sommerso,
                           
                           
                                 poeta
                                 entro il vetro
d'una
                           finestra socchiusa.Comprendi
                           poche voltel'audace
                           credere, il sepolto volereche in
                           noi vive e persuade,lo
                           comprendi poche volte e ne fai
                           pensiero mortale.Distorto
                           e severo, poeta -molti
                           lo dicono-fitto
                           di stranezze e capogiriavvolto
                           da labbra di speranza da
                           occhi d'impazienza sei
                           solo ventenne innamorato. 
                        
                        
                             |  
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                        Premio
                        Speciale della
                        Giuria Clelia
                        Brambilla
                        
                        
                            
                           
                           
                                 Attesa
 Sospesa
                           e remota si leva l'aria
                           limpida del mattinoche
                           intreccia lo sguardo del sole. È
                           qui che rinasce il mio giornoe
                           s'accende il mio cuore nel
                           ventaglio di colorinel
                           profumo di violeche
                           sbocciano sul mio balcone condensato
                           nel sapore di casa. Amore
                           mio sei
                           fugace come il tempo:la tua
                           viva carezzaacquieta
                           l'anima mi
                           scioglie le veneche
                           lenisce ferite e attese. Mi
                           abbandono nel tuo
                           fremito di cigliache fa
                           battere il mio cuorenell'incanto
                           che espandeun
                           lampo di luce e la
                           primavera si effonde alla
                           luna accesa sospesa
                           tra noi. |  
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                  | SEZIONE
                     POESIA GIOVANI |  
                  | 
                        1°
                        classificata Giulia
                        Marcolin
                        
                        
                            
                           
                           
                              I
                              Colpevoli  La
                           nostalgia, come una barca dimenticata dal
                           sonno, trema nell'ombra;occhi
                           sbarrati -da dietro il buio coperto di
                           tende d'acciaio- si perdono nella distanza
                           che li lega alla finestra.Nello
                           spazio notturno interrogato dall'attesa,
                           anime cieche vaganotra i
                           bicchieri colmi di palpebre recise, e
                           cercano -sotto il sale del vino- il fondo
                           alla loro sete verticale.Le
                           notti sono madri che, nei mari e nelle
                           guerre intestinedel
                           rancore, si vestono con coda e voce di
                           sirene.I
                           carcerati nutrono il buio con le parole ed
                           i nomi d'immagini orfane,appese
                           alle finestre nere e vuote -vestite a
                           lutto per l'onomastico degli
                           assenti.La
                           fredda ombra porta il colore dei loro
                           occhi, e si scalda con un silenzio senza
                           profondità, assopito nelle bocche
                           sanguinanti degli orologi, e nelle
                           invisibili spine di
                           stelle come chitarre nude, piene di
                           canzoni soffocate,mentre
                           vegliano il sonno che pettina i
                           ricordi.La rosa
                           fiorita sull'orlo dei loro occhi -in
                           contatto con lo sguardo e con la materia
                           dell'attesa- rischia di cadere e ferirsi
                           con le sue stesse catene,che si
                           nascondono nel buio e nella
                           distanza,forse
                           dimenticate tra le luci dietro la
                           finestra, dove risuona l'ecodi
                           rumori ciechi, e ogni tanto, come un
                           tamburo suonato timidamente,di
                           passi che percorrono la notte deserta.
                           Bambini e donne addormentate mordono
                           l'ombra coi sorrisi, dalle fotografie
                           dalle crepe dei murie dagli
                           angoli colmi di sonori
                           dettagli;e come
                           ricordi spezzati vagano tra i bicchieri e
                           le carte e le spine di
                           questa stratta geografia d'acciaio.
                           È
                           questo lo spago, il legame, il
                           senso,questi
                           simboli, questi fuochi che si consumano
                           senza altare.L'umidità
                           è una clessidra che
                           battela sua
                           sabbia intestina e sotterranea
                           contro
                           le palpebre assetate di una notte che
                           continua ad attendere.Il
                           tempo si sottrae a se stesso. Orologi si
                           formano dietro ai murie
                           sopravvivono agli istanti, scardinando le
                           lancette che sono la misteriosa
                           congiunzione tra
                           passato e passato, (le stagioni della
                           memoria che si susseguono
                           sovrapponendosi).Ma
                           fotografie e specchi dimenticano senza
                           rancore. I carcerati sono uomini esiliati
                           nel paese dell'attesa,
                           dove ci sono cuori e cronometri che
                           misurano la vita e la colpa-il
                           mistero di essere vivi, e di non essere
                           innocenti. Questo è il destino
                           compreso tra le sbarre ed i fogli dove sta
                           scritta la legge troppo umanadella
                           paura. | 
                        2°
                        classificata Marina
                        Mastrangelo Naufragio
                        della vita Tu
                        superstite del naufragio della
                        vita,che
                        guardi dal monte
                        Salvezzacon
                        occhi stracolmi di dolore
                        la
                        parentesi infinita del mondo
                        e
                        la profonda ferita dell'anima di questo nuovo
                        secoloche
                        sopravanza all'alba di una nuova
                        era, che
                        ascolti con orecchie tremanti
                        il
                        duro clamore dei secolie
                        le oscure grida delle nuove
                        generazioni; conosci
                        i figli del presente,spaventati
                        dai loro sentimenti e
                        dall'amore,conosci
                        i loro sogni spenti dalla gelida
                        paurae
                        il sonno che seduce i loro
                        occhi. Loro,
                        inesperti della Vita e giocolieri del
                        Mondo,cercano
                        di cancellare, annoiati, le parole del
                        Passatoe
                        stracciare i fogli su cui il Tempo ha
                        impresso la Storia. I
                        loro Ricordi ormai sepolti nella
                        Mentee
                        morti nel Cuore, arrugginiti e resi
                        spazzatura dal
                        Presente, restano imprigionati
                        tra
                        le sbarre infuocate del
                        "prima". In
                        questo mondo pieno di
                        stoltezza,sono
                        molti, tra i figli del
                        presente,i
                        pensatori, gli idealisti, i
                        poeti,che
                        vogliono almeno rievocare
                        dal
                        passato ormai bruciato,il
                        re di tutti i sentimenti,
                        l'Amore. Ma
                        quanto sono fragili i loro Sogni
                        impregnati
                        dalla porpora color
                        Paura! Di
                        tanto in tanto possiate
                        voichiudere
                        gli occhie
                        liberarvi sulle ali eterne della
                        Fantasia.
                        
                        
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                        3°
                        classificato  Guido
                        Pedroni
                        
                        
                            
                           
                           
                              Al
                              mulino  Sui
                           colli cosparsi di nuvolee
                           alcuni raggi di solec'è
                           ancora un qualche mulinodei
                           paesi antichi,e i
                           sassi pesanti dove nell'oscura
                           alba si dimenaval'irrequieta
                           farina.Con le
                           mani unte di grasso un
                           mugnaio tirava la sobria
                           catena e libera la
                           ruota ballava nell'acqua.Oggi
                           una vecchia raccontava agli
                           animali della siepeil
                           sermone della gioventùguardandosi
                           allo specchio del
                           cielo, una tortora fuggiva
                           nel bosco stanca di
                           giorni accaldati e un
                           cane infame attendeval'usignolo
                           cantaiolo.Vorrei
                           ricordarmi per sempre questi
                           colli cosparsi di nuvole e
                           sentieri nascosti nelle erbe. 
                        
                        
 | 
                        4°
                        classificata  Daniela
                        Lefoer
                        
                        
                            
                           
                           
                              Ritornare  Ritornare
                           è
                           stringerti di nuovonella
                           morsa del mio cuore,per non
                           piangere al ricordo di un tuo
                           sorriso,per
                           aver amato ogni tua carezza che
                           immaginavo ricevere.Ritornare
                           è
                           un giorno nuovo,nostalgico
                           frutto d'assaporare,sbiadita
                           parola da ricalcare.Ritornare
                           per
                           finire tutto ciò che avevo
                           iniziato,per
                           ricordare ciò che avevo
                           dimenticato,per
                           cercare me stessa smarrita in una
                           stanzatra
                           piccolezze indispensabili
                           e sopravvissute,per
                           ritrovarela mia
                           coscienza sul comò,quel
                           po' di umiltà nel
                           cassetto,una
                           foto di Denise;l'amicizia,granelli
                           di polvere,dispersiva;la
                           musica in uno scrigno,la
                           fantasia abdicata in una scatola
                           d'orecchini.Ritornare
                           per
                           sapere quale bambina ho lasciato tra bambole e trecce,
per non
                           sentire l'affanno che
                           s'allontana,per
                           scoprire che
                           tutto ciò che
                           desideravoè
                           averti accanto. |  
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                        5°
                        classificata  Giorgia
                        Serena Cipelli  Elegiaco
                        e struggente Oranel
                        simposio di stellee
                        d'acqua di piantocade
                        il giorno e
                        si rompe in mille diverse
                        bricioleconvertite
                        dal cieloin
                        schegge di silenzi. Non
                        muta l'anima né
                        la voce che strugge delusioni
                        immutabili schiudendo
                        le maniin
                        cerca di una sera dalla
                        fresca carezza. E
                        sgocciola fierala
                        vita dalla pergola di
                        fiori appassiticadendo
                        su un altrotappeto
                        verdedi
                        nuove parole. Elegiaco
                        e struggente codesto
                        mioparadigmatico
                        pensiero che
                        si perde come altri negli
                        atomi tersi del
                        nulla. | 
                        6°
                        classificata Silvia
                        Angeli
                        
                        
                            Mi
                           muovo entro i confinispazio-temporali
                           che dischiudono le immagini ingiallite
e
                           sorridono della dolce penadi
                           quello che è stato.Mi
                           muovo a destra e a sinistra nel mio
                           vasto presente asciutto,e
                           sorrido di quello che vedo e di quello che
                           sentoperché
                           sarà il mio passato:ogni
                           secondo veloce diventa un
                           immobile trascorrere.Mi
                           muovo piegata dall'attesa verso
                           il mio futuro illimitato e
                           sorrido mentre mi apro all'eventuale
                           a al
                           possibile,curvata
                           sotto il peso di una risata che,
                           fragorosa,esploderà
                           in ritardo. 
                        
                        
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                        7°
                        classificata Elena
                        Lipari 
                        
                        
                            
                           
                           
                              A mia
                              madre  Una
                           così fragile forza Negli
                           occhi spenti di viva luceE
                           quell'aspetto consumato di giovane
                           donnaNei
                           consigli ingenui e maturi di un'amica
                           Ed il
                           mondo ti ha voltato le spalleTu,
                           punita per una colpa mai commessa
                           Tra le
                           lacrime accetti il tuo destino
                           Con la
                           speranza espressa dalla luce dei tuoi
                           occhiDi
                           veder crescere belle le tue
                           roseVorrei
                           darti, regalarti la cosa più
                           preziosaMa oh
                           madre!Il
                           cuore mio già ti appartiene
                           Affido
                           al vento caldo queste paroleE
                           quando poseranno lievi sul tuo petto
                           Ascoltale
                           in silenzio,È
                           la mia voce che le sussurra. 
                        
                        
 | 
                           8°
                           classificata  Maria
                           Giovanna Napoletano 
                           
                           
                                  A mio
                                 padre
 Sembra
                           una reggiaquesta
                           casa.Rido,ci sono
                           ormai troppi fantasmi
Scrissi
                           poesiaper
                           dare un corpo all'eco
                           di quell'ondache
                           porta quelle vocie le
                           rimangia.E non
                           ricordo più
Mi ribello ai pensieri degli altri
 -che non cercano più il tuo
                           sguardo
Mi
                           ribello a quella compassione,si
                           dice,ma
                           è gente che non sa che
                           dire
E
                           quindi ioQuicon
                           questo foglioche
                           grida il mio dolore,mi alzo
                           precipitando
                           nell'abisso di una illusioneche
                           ancora mi fa speraredi
                           trovarti sedutoLì
                           su
                           quella poltrona rossa, nel giardino dei miei
                           ricordi
 |  
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                        9°
                        classificata Ketty
                        Amadio  Frutti
                        Amari Nel
                        crepuscolo si scorge odor di
                        frutta,maturata
                        dopo i fiori,dell'amara
                        primavera.quei
                        frutti del dolorehanno
                        un aspro sapore di
                        passato,di
                        un fiore mai sbocciato,ma,ucciso
                        dal vento,dal
                        tormento mai cessato,dentro il corpo
                        inanimato
La
                        morte sovrasta la vita,come
                        la notte nasconde il
                        giorno,come
                        il tormento fa ritorno,dopo
                        il finire della pioggia,non
                        lasciando scorgermail'atteso
                        arcobaleno
E
                        mentre il corpo muore,il
                        sole non può rischiarare
                        il
                        buio nella mente,dopo
                        una lotta vanacon
                        l'ignoto finire che
                        l'uomo non può
                        capiree
                        non
                        può fermare
 | 
                        10°
                        classificato Paolo
                        Comella 
                        
                        
                            
                           
                           
                              Solo  Solo,posto a
                           disturbar la percezione di
                           un'alternativa dimensione,stavi,in
                           piedi fra i due immobili
                           specchiad
                           osservar di quanto invecchi.Solo,verticale,
                           nel tuo silenzio perso,scrutando
                           ostinato il vetro tersorimani,perso
                           nella monotona immagine di spazio assurdo a mille
                           pagine,
per
                           sempre. 
                        
                        
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         clubaut@club.it
         
         ins.
         15-11-2002
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