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               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
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               Antologia
               del premio letterarioMarguerite Yourcenar 2003
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               SommarioPrefazione
               a cura di Maria Organtini - Albo
               d'oro -
               Elena Addis - Valeria Albano - Antonino Alioto -
               Guendalina
               Armenti -
               Paul Bacosca - Maria
               Rebecca Ballestra
               - Alessandro Barbato - Elisa
               Barone -
               Giorgio
               Bolla -
               Marco Buzzetti - Maurizio Cafaggi - Claudio
               Capponi -
               Nadia Chiaverini - Alessandra Crabbia -
               Ioan
               Daniel Cuculiuc
               - Alessandro D'Oscini - Luigi De Arcangelis - Mary Del
               Cane - Loredana Del Tosto - Ludovico Di Lavacchielli -
               Roberto
               Distefano -
               Dino Dorsi - Gianni Fassina - Antonella
               Fattori -
               Federico Fieri - Giulio
               Dario Ghezzo
               - Giacomo Giannone- Marco Gottardi - Simonetta
               Gravina -
               Elena
               Guidi -
               Eleonora Guzzo - Renato Iacomino- Fernando Iannozzi -
               Jessica Labrini- Clotilde Lampignano - Gianmario
               Lazzaroni - Carmela Lillo - Elena Lipari - Alessandro
               Maffei- Giovanni Mangano - Giorgio
               Mereu -
               Donatella Merlin - Elisa Molinaro - Laura Morelli -
               Mauro
               Moretti -
               Tommaso Nardini- Cesare Ossicini - Marco Palagi-
               Sefora Papagna - Luca
               Petricone -
               Gustavo
               Petti -
               Cosimo Pirisi - Nicola Pragliola - Manuela Pugliese -
               Gianluca Puzzo - Ermano Raso- Gianpaolo Ripamonti -
               Gabriella Rolli Fantini- Alessandra Romano -
               Marina
               Salvatore -
               Roberto Sannino - Manuel Santini - Francesco Sassetto
               - Adriano Scandalitta - Andrea Scano - Roberto
               Scomparin - Agata Serranò - Maurizio Tantillo -
               Silva
               Tenenti Giorgi
               - Costanza Trotti - Claudia Turco - Daniele Uboldi -
               Marco
               Usai -
               Adriana
               Valenti -
               Luigi Vento - Linda Verginella - Cristian Vescovo
               
               
 Antologia del Premio
               Marguerite Yourcenar 2003 - formato 14x20.5 - pagg. 88
               - Euro 18,00 - ISBN 88-8356-625-4
 
Risultati
               del Premio Marguerite Yourcenar
               2003 | 
               
                 Come
               avere l'antologia | 
      
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               Prefazione
               
               
               
                                    «Sono
                                    venuto per vivere nella gloria
                                    dell'amore e
                                    sotto la luce della
                                    bellezza...»
                                    (da
                                    "L'amore e l'anima" di Khalil
                                    Gibran).
 Quanto amore vive
               nell'anima dei poeti che da sempre esprimono questi
               sentimenti! Il Premio Marguerite Yourcenar 2003 ne ha
               celebrato degnamente l'apoteosi a cominciare dalla
               vincitrice, la poetessa Valeria Albano che nella sua
               poesia "Ancora una stagione" ben evidenzia le emozioni
               che accompagnano la nascita del sentimento:
               «...l'anima si riempie/di polline e sospiri...
               mozza il respiro/e fa vibrare il
               cuore».Sentire e
               passeggiare metaforicamente tra i versi dei poeti ci
               fa comprendere la bellezza celata nelle parole che si
               alternano nella vicenda umana ne determinano l'essenza
               e a volte ne segnano profondamente il cammino. Non a
               caso ho scelto le parole di Gibran, un poeta letto e
               compreso da differenti generazioni che ha saputo
               vivere l'amore in tutte le sue molteplici
               eccezioni.Ma, l'amore vive in
               diverse sfaccettature e come un prisma multicolore
               segna i percorsi della vita e ne illumina le tensioni
               che altrimenti non riusciremo a vedere come nella
               poesia di Alessandra Crabbia "Afghanistan" «...ma
               io sto dalla parte degli stracci, dei giorni senza
               pane, degli uomini semplici e fieri e
               polverosi...» e l'amore si moltiplica quando
               incontra l'umanità desiderata, infelice,
               bisognosa d'amore.L'urlo di chi
               soffre dilata la parola "amore" fino a divenire
               partecipazione, sostegno, «Vento di scirocco sul
               mio volto,/pioggia di sabbia/sulle mie labbra...»
               sono i versi di Giacomo Giannone.Arabeschi
               d'impressioni si susseguono in altri versi come nella
               poesia "Il mare che non c'è" di Gianmario
               Lazzaroni fino a formare quadri (giostre e suoni di
               cornamuse lontane, e poi nuvole veloci sputate da
               treni a vapore, sciami di mani, toccatemi ora!
               Proverete solo amore).E allora viene
               spontaneo interrogarsi: dove inizia e dove termina
               l'amore?Le impressioni e le
               espressioni del poeta s'intersecano a volte, altre
               sembrano allontanarsi , ma poi tornano perché
               l'uomo non può vivere senza l'amore che da
               senso alla vita e crea i ricordi.La memoria del
               tempo si nutre di ricordi e questo i poeti lo sanno
               molto bene.Tutte le poesie che
               troverete su quest'Antologia rispondono a queste
               caratteristiche peculiari. In esse troverete la
               testimonianza di un emergere incalzante delle
               impressioni, flash di vita quotidiana di cui tutti noi
               siamo protagonisti.Il poeta Khalil
               Gibran termina la sua poesia: «...E se anche mi
               isolassero dall'aria, vivrei con la mia anima,
               poiché l'anima è figlia dell'amore e
               della bellezza». Maria
               OrgantiniPresidente
               della Giuria Sezione Poesia | 
      
         | TORNA
            ALL'INDICE
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               Guendalina
               Armenti
               
               
                   
                  
                  
                     Sul
                     treno  Due ore da
                  te.Pensieri senza
                  verboIncompiuti,perciò
                  veri.In corsa sul
                  tetto. E sotto
                  donne che si
                  annusano con gli occhi. Gli uomini
                  cercano invanorapidi cambi di
                  binario a sfiorare
                  corpi:speranze perdute
                  intorno a un dito. Due ore da
                  te,Certezze di
                  ferrovie stridenti,depositi di
                  attese. Passaggio di
                  umori acidi e veloci. Le regole
                  affliggono,ma conducono
                  alla santità.(o alla follia,
                  poco importa). Due ore da
                  te. Questo treno
                  rilucedi aureole
                  tratteggiate. Io rimango sul
                  tettoa guardare la
                  mia,volare
                  leggera,fra culle
                  azzurrine di cielo,verdi giacigli
                  di sonni bambini,rossi labirinti
                  di desiderio.
                  
                  
                     Sospesa...  Luce trafitta
                  dal grammatico
                  bludi fetidi
                  vocabolari. 
                  
                  
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               Maria
               Rebecca Ballestra
               
               
                    
                  
                  
                     A mio
                     padre  Le parole di mio
                  padre nell'eco delle vallirisuonano come
                  bisbigli amorosi per amanti
                  sconosciute,deliri
                  d'infiammante passioneinnalzate al
                  cielo come ostie benedette. Deliranti
                  sussurrisi nascondono
                  tra le note del tuo canto,il sigillo
                  segreto che da sempre mi accompagna. La tua presenza
                  è un'ombra tra le montagne,uno spettro
                  errantevestito delle
                  colpe come una donna a lutto,che barcolla tra
                  le tombe in fiore di quelli che furono. I tuoi occhi
                  verso l'orizzonte cercano una
                  conferma come il luminoso
                  astro per i marinai,che li guidava
                  negli infiniti oceani,negli abissi e
                  le tempeste,verso la meta
                  ultima,il destino
                  finale. Le tue lacrime
                  sono la brina dell'alba,un velo di sposa
                  coperto di petali di rosa,sono lacrime
                  antiche nate con i gemiti della
                  creazione,flussi di fumo e
                  di nebbia,con le stive
                  ricolme di ignoti destini. Le campane
                  suonano a festamentre io ti
                  guardo ed il tempo ci separa.La tua voce
                  è un eco sempre più lontano nelle
                  vallate. 
                  
                  
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
               Elisa
               Barone
               
               
                    Opera 6a
               classificata
               
               
                    
                  
                  
                     Bambini in Iraq
                     (20.03.03)  Luci e
                  rumorinella notte
                  sola,né l'uno
                  né l'altro Dioè vicino
                  a loro.Porta via il
                  vento di primaveraparole
                  sussurrate di preghiera;piccole mani
                  nascondono i visi,coprono gli
                  occhi,difendono le
                  orecchie.Non ci sono le
                  stellenella notte
                  sola,ma al posto di
                  ogni stellac'è un
                  mostro che sorvola.Cos'è la
                  guerraalcuni lo
                  sapranno.Cos'è la
                  guerraaltri non
                  dirannoperché
                  dal sonno acerbonon si
                  risveglieranno. 
                  
                  
                     
                     
                     
 | 
                  Giorgio
                  Bolla  
                  
                  
                     Mi
                     perdi  Mi
                  perdi.Bizantini rossi
                  porpora,né adesso
                  ti posso vederesu rocce di
                  pietraie inascoltate alle basi di
                  torri... Azzurro di notte
                  invia le tue
                  lascive missive al lume
                  dimenticato,prezioso di
                  porporali abbandoni Orione ascolta
                  il
                  giuocodei perduti
                  passi;perderti,
                  scavare e arrendersial ridicolo e
                  misterioso coraggiodell'alba.  
                  
                  
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
               Claudio
               Capponi
               
               
                    
                  
                  
                     Da sempre
                     contro  Operaio,
                  poetae
                  rivoluzionario:questa è
                  del viver mio la mera essenza!Quale infausta
                  presenzas'isinua tra le
                  pieghe della vitarendendomi un
                  cammino travagliatoe un equilibrio
                  labile e precario?Non so che dir,
                  poiché dal fato avversoa questo mondo
                  alcuno é risparmiato,e non col
                  piagnisteoesprimo la mia
                  rabbia ed il mio sfogo.Da sempre
                  contro, incautamente ammirole streghe che
                  bruciavano sul rogo;e il pensier mio
                  s'incunea in un diversoanfratto, un
                  tunnel con la luce in fondoche vede nella
                  teppa e nel borghese la cuspide
                  propaggine del mostro.Guerriero eppur
                  giocondo la predica del
                  bove filisteonon mi scompone;
                  rattodi lingua il
                  futile parlar perisce,le
                  amenità rintuzzo e controbatto.E tu, presenza
                  ostile che mi affliggi rivolgi altrove
                  il tuo aleggiar crudele:corri da chi
                  t'invoca che possa
                  crogiolarsi in lamentele!Ma se il cuor
                  mio gradito t'è bersaglio,ed al mio invito
                  opponi il tuo diniegosappi che mai mi
                  piego allo sconforto:neppur se sono
                  triste mi genufletto a
                  un Dio che non esiste.   
               
               
                  
                | 
               Ioan
               Daniel Cuculiuc
               
               
                    
                  
                  
                     Miraggio  Il silenzio
                  urlaatterrito
                  tra i mille
                  voltidell'oscurità.L'immaginazionee le
                  tenebrecomplottano
                  assieme,germogliandoterrificanti
                  presenze;risvegliandoalla vita
                  le creature
                  più profonde della
                  fantasia. Ma le nomadi
                  vele del
                  cielosalpano
                  per nuova
                  rottae le luminose
                  ragnateledella
                  Lunasostengono la
                  Terra,traendolada dubbi e
                  paure.  
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                  Roberto
                  Distefano  
                  
                  
                     Quattro pietre
                       Quattro pietre
                  segnano le stagioni della mia vita:uno zaffiro, un
                  rubino, uno smeraldo e un diamante.La prima mi
                  è stata regalata alla nascita,ha il colore del
                  cielo o degli occhi di mia madre come io li
                  vedevoe sulle sue
                  facce, che allora riflettevano i miei possibili
                  futuri,oggi splendono
                  bagliori irraggiungibili.Il nome che ho
                  sentito darle è innocenza.Un'altra l'ho
                  trovata alla fine di una lunga ricerca che mai ho
                  cominciato,al suo interno
                  brucia una fiamma che si può combattere ma
                  non sconfiggeree il suo calore
                  è la falce che non mi permise di avere
                  solide radici.Il nome che le
                  hanno dato tutti i suoi amanti è
                  avventura.Nella terza ho
                  inciampato ma non per caso perché
                  è sorella maggiore della
                  seconda,guardandola ho
                  desiderato le eterne foreste e i prati
                  tranquillidove trovare la
                  speranza di un significato nelle mie esperienze
                  passate.Il nome che non
                  tutti riusciamo a darle è riflessione
                  L'ultima l'ho
                  raccolta tra la cenere di un camino ormai
                  spentoalla fine di una
                  fredda e malinconica giornata d'inverno
                  ma forse
                  è la più preziosa perché
                  dà valore a tutte le altre,attira la luce
                  ma non restituisce nessun'immagine,sembra vetro ma
                  non esiste niente di più duro.Il suo nome non
                  viene mai pronunciato. 
                  
                  
 | 
               Antonella
               Fattori
               
               
                   
                  
                  
                     Ad una nonna senza
                     tempo  Ti ho visto
                  ancora l'ultima volta seduta china al
                  lavoro, mentreti sentivo
                  scherzare con i tuoi nipoti
                  prediletti, che dopo ifigli hai tanto
                  amato, ma non di
                  meno. Stavi là
                  sorridente, tra coloro che su di te hanno
                  sempre contato, aprodigarti per
                  chi la tua dedizioneha benevolmente
                  ricambiato e per quelli che il
                  tuo slancio ed affettonon sempre hanno
                  apprezzato. Ora che il tempo
                  è passato e ognitraccia terrena
                  ha cancellato, nientedell'ancestrale
                  vigore è andato perduto e nel
                  mio cuore vissutoresta tutta la
                  forza antica con cui prova hai
                  dato di saper donare, insegnandomi al
                  bene della famiglia a non dovere mai
                  rinunciare.  
                  
                  
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                  Giulio
                  Dario Ghezzo  
                  
                  
                     Le pietre
                     bisbigliano  Una fila di
                  formiche che
                  faticosamente risaledalle
                  profondità del Tempo cercando di
                  trovare i minuscoli
                  frammentidi un messaggio
                  spezzato,una
                  costellazione disseminata di frammenti che si annodano
                  e si stringonooltre la soglia
                  in cui muore lentamentela luce di
                  tramonti dileguatiin un volo di
                  farfalle.Una pioggia di
                  schegge dalla pietraun labirinto di
                  crepe, ogni sorta d'ombra in un pezzo di
                  solitudine intagliato nel
                  nulla.Strani venti
                  sospirano come voci di
                  cose a venire,le pietre
                  bisbigliano di cose vecchie
                  di secoli come un lamento
                  di mille falenealla rincorsa
                  della luna.Prigioniero del
                  Tempo...ieri, domani qualunque ieri,
                  qualunque domani,creatura
                  senz'ali, incatenato al paesaggio
                  della mia vita il cuore
                  sbriciolato a mietere l'aria. 
                  
                  
 | 
               Simonetta
               Gravina Opera 12a
               classificata
               
               
                   
                  
                  
                     Supplica di
                     Natale  La Morte ulula,
                  abbracciata a Caino.Orde di
                  sciacalli, sazi delle loro metastasi,ammorbano
                  l'umanità, che in preda alla
                  fame,divora se
                  stessa.Rantola l'uomo,
                  lambendo la sua ferita.Nel sangue,
                  lava, la sua mano omicida.Stravolta la
                  Terra, è in guerra col cielo.Ma oggi,
                  è Natale.E festoso, uno
                  slogan ripete:È nato il
                  Signore! È nato il Signore!Farcite il
                  tacchino. Imbandite il cenone.Senza canditi
                  è il pandoro Cannone.Brindate in
                  letizia, è festa d'Amore.Amore! Amore? Ma
                  dove è andato l'Amore?Che fine hanno
                  fatto, i Tuoi figli, Signore?Perché
                  l'odio, ha ingravidato la terra?Perché i
                  Tuoi fiori, ora, grondano sangue?E per quel
                  Bambino che è nato,quel Tuo Figlio
                  Divino, che morì, per Amore,non voltarci le
                  spalle, disgustato, Signore!Rendi il suo
                  rango, a quella culla imbrattata.Dì, che
                  Tuo Figlio, non morì invano, per
                  noi.Perdonaci tutti,
                  perché noi siamo soli,e non sappiamo
                  ritornare da Te.Stendi una mano,
                  su questa terra in cancrena,e cospargi di
                  pace, chi crede e non crede.Spoglia
                  quell'abete, dalla morte agghindato,e rendi
                  all'Amore, il suo significato.Perché
                  oggi è Natale, perché è la
                  festa del cuore,perché
                  l'albero splende e fuori c'è il sole.
                  
                  
                     Perché
                     oggi è Natale,
                     
                     
                        e a
                        Betlemme si muore!  
                  
                  
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Elena
               Guidi
               
               
                   
                  
                  
                     Echi di
                     guerra  Il vento
                  lontanoporta echi di
                  guerra,trepidanti
                  bambini invocanti pietàs'accalcano alle
                  gambe nerborute del soldato
                  sperduto.Lo sguardo
                  assente,la mente
                  distrutta dal fragore
                  delle bombe,il cuore
                  affranto...dagli occhi
                  profondi e disperatidei fanciulli
                  nudi e piangenti che arrancano
                  nel bagliore
                  notturno dei fuochi,alla ricerca di
                  un oscuro rifugio.L'inarrestabile
                  pazzia improvvisa,l'inutilità
                  degli scoppi funesti delle armi...Uomo!quando riuscirai
                  finalmente ad amare il
                  fratello invece
                  d'ucciderlo?Uomo!quando mai il
                  tuo arido cuoreinasprito dal
                  terrore della diversitàimparerà
                  ad accettare lo sconosciuto?Forse solamente
                  quando non sarete che
                  tu e luidi fronte ad un
                  mondo distrutto ed
                  inospitale,quando ormai
                  l'inutile odio profondo incuneato nei
                  meandri dei cuori avrà
                  creato solitudine e desolazione,avrà
                  azzerato la terra... e voi solinghi ed
                  ancora diversivi guarderete
                  negli occhi e
                  piangerete...per un'unica
                  ultima volta insieme. 
                  
                  
 | 
               Giorgio
               Mereu  Ho trovato due
               pietre  Ho trovato
               due pietre in fondo al
               cassetto.Due
               nerepietre di
               Lerici bucate dal
               mare ritorte,
               crinatecome due
               figure d'anima
               umana che non
               è in loro.Il fluire
               del mare l'ha rubata
               al loro
               posto son rimasti
               due buchi.
               
               
                   
                  
                  
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                  Mauro
                  Moretti Opera 3a
                  classificata  
                  
                  
                     Onde in corsa con la
                     vita  Creste
                  d'ondabianche,
                  spumeggiantisi rincorrono
                  senza posa,distinguonella
                  spumapiccoli
                  passidi una danza
                  ritmata,cosparsa di
                  piccoli salti,più volte
                  provatanelle immense
                  distesedell'oceano.La dove si rompe
                  l'equilibriodi un
                  qualcosache viene da
                  lontano,che ha il gusto
                  di monti lontani,di albe
                  inaccessibili,una cosa che fa
                  parte della nostrastoria di uomini
                  che vanno,là dove
                  nasce la differenza,cresce una
                  risposta diversache va ad
                  infrangersisopra
                  contorniche cambiano
                  costantemente eimmancabilmente.Il vento
                  sembrail pensiero
                  dell'uomoche spinge in
                  ogni direzionecercando...
                  
                  
 | 
               Luca
               Petricone
               
               
                    
                  
                  
                     Letargia  Un terreno
                  sontuoso ha ospitato i miei semi
                  ansimanti,Ora incapaci di
                  rendere frutto.Il pallore del
                  sole,Il silenzio
                  della flora vicina,Il sibilo del
                  vento, E i miei occhi
                  cedono al sonno che cancella.  
            
            
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               Gustavo
               Petti
               
               
                    
                  
                  
                     Una morte
                     inutile  Televisione,
                  
                  
                  
                     pubblicità. Sempre belle
                  case,
                  
                  
                     belle
                     cose,belle
                     persone. Persone
                  ricche,
                  
                  
                     sane,senza
                     problemi.  Una finestra
                  aperta. Un volo nel
                  vuoto.
                  
                  
                     Sangue sul
                     marciapiede. Un giovane,
                  immobile,col corpo in una
                  posa
                  
                  
                        grottesca,
da marionetta.
                   Non ha retto alla
               realtà.
               
               
                  Quotidiana
                  realtà. 
                  
                  
                     Cruda
                     realtà. Non era preparato
               per 
               
               
                  la
                  vita. una tragica
               morte,
               
               
                  inutile. Televisione,
               
               
                  pubblicità.
                  
                  
                     Assenza di
                     valori. Assenza di
                  Ideali. Assenza di
               famiglia.Televisione,
               
               
                  pubblicità. Una povera
               morte,inutile.
                
               
               
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               Marina
               Salvatore  Essenze Vulnerabili
               essenze deinostri
               pensierisvaniscono
               dentro silenzisegnati dal
               pianto;Si annidano
               trarisvolti
               dell'animo,in una
               luce"macchiata"di
               ombre. 
               
               
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               Silva
               Tenenti Giorgi  Assenza Le urla mi
               fanno impazzirela loro eco
               crea una vertigine,forte.Losanghe di
               filo di ferrosi formano
               nella vistache si
               annebbia;si
               deformano perdendo i
               contorni;si
               riformano riassumendo
               il motivo della
               ringhiera che mi sovrasta;si
               riformano riassumendo
               il motivodella
               ringhiera che mi sovrasta;mi cadono
               addosso,spicchi
               metallicidi uno
               spaccato di arancia.Mi
               colpiscono,forte,sulla testa
               sulla bocca sul petto
               sul
               ventre.Tutto
               è sangue.Le urla
               scémano.Pèrdono
               il tono.Tutto
               è a posto,di
               nuovo,ma qualcosa
               non c'è più. 
            
            
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                  Marco
                  Usai 
                  
                  
                     Amira  Volano
                  Le macchine
                  della morte Guidate
                  Da un occhio di
                  fame di morte Io persa
                  Nell'arsura
                  della mia paura Aspetto un'altra
                  notte Sperando di
                  sognare Di poter volare
                  Per arrivare
                  là Dove risplende
                  sereno L'arcobaleno.
                  
                  
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
                     
                      Adriana Valenti
                        
                     
                     
                        Donna
                        è...  Donna
                     è...lasciarsi andare ad un gioiello
                     vistoso Per apparire
                     e farsi apprezzare, è lei che si scioglie
                     Davanti ad un
                     abito estroso ed ama inebriarsi Di profumi
                     potenti Si riempie le
                     mani di anelli Ama farsi
                     notare Queste
                     piccolezze Le riempiono
                     il cuore Deve osare se
                     donna è Mostrare quel
                     fisico atletico Grazie ad una
                     minigonna Che la fa
                     star bene Ma donna non
                     è superficialitàTutto per
                     sfuggire alla noia Riempie la
                     giornata dedicandosi a se stessa E a quelle
                     materiali finzioni Che la
                     pongono al centro dell'attenzione Perché
                     ama esserloPerché
                     donna è...Per piacere
                     ha bisogno di un ritocco Sulle
                     unghie,di smalto
                     che ha sempre
                     curato e mantenuto lunghe per tutto
                     ciò ci vuole
                     tempo attirata
                     verso l'eccesso del proprio io per sentirsi
                     importante e sicura di sé a costo di
                     avere di più riduce il
                     pensiero razionale abbandonandosi
                     a simili incantesimi che
                     l'affascinano perché
                     donna è...
                     
                     
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               non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
               direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
               al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
               numero 0298233100 | 
      
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                  RISULTATI
                  DEI CONCORSI
RITORNA
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                  mesi)RITORNA
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                  CLUB
 E-Mail: concorsi@club.it
 Ins.
                  09-12-2003  
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