- La Giuria dell'ottava
edizione del Premio di Poesia I Poeti dell'Adda
2003, presieduta da Massimo Barile, dopo attenta
valutazione delle opere pervenute ha decretato la
seguente classifica:
-
- 1° classificato:
Michele
Piacenza,
Venegono Sup. (VA) con Volo
di mezzanotte.
Vince targa Poeti dell'Adda - Pubblicazione di un libro
di 32 pagine con assegnazione di 100 copie gratuite -
Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato
sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet.
- Questa la motivazione
della giuria: «L'Autore è ispirato e violento
nel fotografare il proprio stato d'animo, la voglia
ossessiva di volare via dalla giostra beffarda della
vita, dal circo odierno dell'esistenza dove tutto
è apparenza, dove tutto è in bilico.
Entusiasmante tentazione poetica di filtrare un illusorio
elisir, goccia dopo goccia, quotidianamente mischiando le
carte, alzando la posta in gioco, rischiando tutto
perchè vincere o perdere a questo punto è
indifferente. Ciò che conta è ravvivare il
tempo restante.
- Impietoso e
disincantato passa sotto le forche caudine erette dalla
vita: eremi silenziosi, ombre di angeli, idee celestiali
e terrene, emozioni disperse dal vento. Dilata il tempo e
lo trasforma in una inaudita immane vertigine: non resta
allora che allontanarsi grazie ad un insistente,
allucinato, volo di mezzanotte» (Massimo
Barile).
-
- 2° classificato:
Valentina
Barbieri, Roma
con Disincanto.
Vince la pubblicazione di un libro di 32 pagine con
assegnazione di 50 copie gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet.
- Questa la motivazione
della giuria: «Le sue parole sono fendenti di
affilate lame che penetrano nella carne, aprono squarci
nel costato, dilaniano il corpo tra il sacro e il
profano: oltre i labirinti di ogni
convenzione.
- La sua poesia è
pervasa da acido fenico e odore d'aceto, le sue visioni
sono trapunte di spine tormentanti: ogni residuo
esistenziale giace nella polvere sporca di sangue
sedimentata nell'arena millenaria calcata dall'Uomo.
- Disincanto, eterno
disincanto» (Ma. Ba.).
-
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- 3° classificato:
Alessandro
Testa, Varese
con In
cima alla duna.
Questa la motivazione della giuria: «Tutto
ammutolisce davanti allo spettacolo della vita e nasce un
piacere folle al pensiero di perdersi in un angolo di
mondo. Gettarsi nel nulla dove non esistono i sensi, dove
non assedia la fame, dove non si beve dall'amaro calice
della vita: una separazione dal mondo e da tutte le cose
di cui ci circondiamo quasi a dover sottostare
all'esigenza di una estensione i cui confini siano
inafferrabili e che si fa improrogabile. E' un rapimento
davanti al fascino spontaneo dell'oblìo di
sé, per raggiungere la sensazione di
immaterialità, per non essere più niente,
per sfuggire alla coscienza: affinchè l'anima
possa appartenere/fosse solo per un istante/all'immenso
nulla costellato. Un vuoto oscuro che inghiotta in una
notte eterna» (Ma. Ba.).
- Vince la pubblicazione
di un quaderno di 32 pagine con assegnazione di 50 copie
gratuite - Attestato di merito - Pubblicazione del testo
premiato sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet.
-
- 4° classificato:
Vanessa
Cimiero,
Grumello del Monte (BG) con Freddi
raccolgo...
- Vince la pubblicazione
di un quaderno di 32 pagine con assegnazione di 50 copie
gratuite - Attestato di merito - Pubblicazione del testo
premiato sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet.
-
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- Vincono Attestato di
merito, pubblicazione dell'opera vincitrice su Il Club
degli autori e su Internet più 10 copie in omaggio
della rivista sulla quale viene pubblicata l'opera
premiata:
-
- 5° classificato:
Federico
Fieri, Prato
(PO) con Il
sale dolce della vita.
-
- 6° classificato:
Alessandra
Crabbia,
Caerano San Marco (TV) con Boulevard
Saint-Germain...
-
- 7° classificato:
Nicoletta
Scano, Broni
(PV) con La
casa delle bambole.
-
- 8° classificato:
Cristiano
Comelli,
Legnano (MI) con Cammini.
-
- 9° classificato:
Francesca Di
Cesare, Aosta
con Chiodi
e miele.
-
- 10° classificato:
Egidio
Belotti,
Fossano (CN) con Anche
oggi questo giorno
quieto.
-
- Sono Segnalati dalla
Giuria con Attestato di merito i seguenti
autori:
-
- Sergio
Barbieri,
Voghera (PV) con L'aria arde quando
respiriamo;
- Manuela
Conti,
Barzanò (LC) con Cuore
immobile...;
- Claudio
Fichera, Genova
con Nera;
- Marco
Galvagni,
Milano con Germoglio vergine;
- Simonetta
Gravina, Roma
con L'ultimo scacco;
- G. Battista
Leone, Salerno
con Fior di pervinca;
- Danila
Olivieri, Riva
Trigoso (GE) con D'azzurro ravvolta;
- Anna
Rizzardi,
Brescia con Farfalla cieca;
- Francesco
Sassetto,
Venezia con Incontro;
- Adriana
Scarpa, TREVISO
tv con Ogni mattina;
- Roberto
Silleresi,
Baganzola (PR) con Lui & Lei;
- Danilo
Tabacchi, Carpi
con L'Addio;
- Anna Maria
Tettamanzi,
Malnate VA con Straniero.
-
|
-
- MICHELE
PIACENZA
-
- Opera 1
classificata
-
- Volo di
mezzanotte
-
- Gocce di pioggia
galleggiano
- tra gli spazi
del vento insistente,
- patine nascoste
come ombre di angeli,
- eremi silenziosi
nel deserto di Giuda,
- lasciti ad
eterne imprese ci tentano
- vicino ad un
ricordo distinto e silenzioso
- dove ognuno
rinuncia al suo premio
- guardando sui
fogli caduti dal paradiso,
- complimenti ed
idee tra cielo e terra.
- Accanto al
proprio cuore c'è chi inoltra
messaggi
- allucinanti
sapienze ed isole improponibili,
- chi organizza il
circo di storie in bilico su tutto,
- chi cambia la
gente annunciando un nuovo indirizzo,
- ognuno animando
spietatamente il proprio tempo
- ognuno
mischiando quotidianamente le carte sul
tavolo
- mentre anch'io
mi rincorro velocemente
- tentando di
allontanarmi dalle ore e dalla
pietà
- attraverso
circostanze luci e rintocchi
- attraverso una
sfera inconsistente e perseverante
- attraverso un
insistente, allucinato, volo di
mezzanotte.
TORNA
ALL'INIZIO
VALENTINA
BARBIERI
Opera 2^
classificata
-
- Disincanto
Hai trascorso
notti intere
a lambiccarti il
cuore,
a pescare
astragali sibillini
nel bussolotto
dei pensieri
di chi milita
codardo
nei labirinti
della convenzione,
e numero
qualunque ti pone
fra i suoi
discalcoli.
Verrà
anche per te
il giorno, e
sarà tormento
ricambiato,
sacramento
d'amore
bastardo,
squarcio nel
costato
senza bruciore
d'aceto,
corona
sconsacrata
trapunta di
esili spine
disperse a
terra
e danzanti nella
polvere
dell'arena di
Cupido.
TORNA
ALL'INIZIO
ALESSANDRO
TESTA
Opera 3^
classificata
-
- In cima alla
duna
Vorrei vivere
là, dove la vita
sia solo una
questione
di primitiva
sopravvivenza.
Dove i miei
sensi
possano
disperdersi nel nulla,
dove la
fame
non venga a
confondersi con l'appetito.
Vorrei vivere
là, dove conoscere
non sia una
questione di culto,
dove
l'orizzonte
non venga
oltraggiato
dall'abominevole
costruzione dell'arrivismo.
Vorrei vivere
là, dove i miei passi
conducano nella
rena
ad un cammino
senza meta,
dove i tetti
bruciati
rappresentino
occasione
di riscoprire le
stelle.
Vorrei vivere
là, dove la morte
riviva sua
natura
e la vita non
rappresenti altro
che un gradevole
intermezzo.
Vorrei vivere
là...
La
comodità del mio velluto
esistenziale
m'imprigiona,
rendendo
reali
artificiose
costruzioni di vacuo valore.
Mio pensiero
lacrima
e nient'altro
rimane
che ripiegarmi
in un angolo di mondo
dove la mia
anima possa appartenere
fosse solo per
un istante
all'immenso
nulla costellato.
TORNA
ALL'INIZIO
VANESSA
CIMIERO
Opera 4^
classificata
-
- Freddi, raccolgo
i pomeriggi uggiolanti,
- Intirizziti si
stringono a me.
- Rifugio cercano
da notti impotenti
- Insonni
ricettacoli di speranze rivoltose.
- Tra le vitree
volte d'ocra e di malta lotta
- Un lungo respiro
che
- Questi pomeriggi
raggruma nel silenzio della preghiera.
- Gelidi sorrisi
che si perdono vocianti
- In questo angolo
d'epoche.
- Tra le parole
dimenticate e l'amore arido della
modernità
- Appare un po'
estraneo il viso di un uomo inerme
- Che quelle
parole ha tramandato.
- Ha il volto
sereno delle fanciulle innamorate dei
padri.
- Si allontana
sotto queste volte austere
- Lampi d'ocra si
gettano sulle spalle scarne.
- Rimango qui
mentre il gelo concede pace
- All'inquietudine
del tempo che scava i corpi uggiolanti
- Pomeriggi
incerti sotto la ruota ironica della
caducità.
-
- Tu morte, sei
sparita dal buio degli animi
- Ti vendi per la
giovinezza, le tue danze son proibite
- E quel che
rimane è l'angoscia di non poterti
superare.
- La vecchiaia non
è più saggezza,
soavità
- Inconsumabile!
- L'uomo dal volto
pietoso non l'ascoltano che i morti
- Lo vendono e lo
usano e le sue parole rimangono mute.
-
- Gelidi pomeriggi
uggiolate ancora
- Perché io
mi ricordi della dolcezza della vita
- Anche tu Vita
canterai il tuo madrigale e dopo un pasto
frugale
- Ti addormenterai
accanto a me.
-
- In quel momento
quell'uomo tanto sfruttato mi
accarezzerà
- E io
verrò via con te.
TORNA
ALL'INIZIO
FEDERICO
FIERI
Opera 5^
classificata
-
- Il sale dolce della
vita
Si mantiene al
caldo il futuro
in un percorso
di spezie profumato
quale alimento
arrendevole o duro
a volte con
sapor di bruciato;
- nel cuore a
vapore scottato
- una macchia
di sangue fluente.
- L'odore su un
piatto assai elaborato,
- e intorno,
l'aroma di tutto o di niente.
Nel tiepido
ristoro si rifocilla
l'animo che
già forma il callo
su carne fresca
seppure scondita.
- In succo
l'amor si distilla.
- Si fa polvere
di cristallo
- il sale dolce
della vita.
TORNA
ALL'INIZIO
ALESSANDRA
CRABBIA
Opera 6^
classificata
-
- Boulevard
Saint-Germain e Chopin nelle orecchie
(Per
Diego)
Dalle stanche
vetrine notturne di un caffè traslucido e
grigio,
Chopin nelle
orecchie,
lo specchio di
pioggia nervosa sulla strada lucidata da mille e
più sogni:
e guardavo con
l'anima i tuoi occhi assenti,
occhi
così furiosi, e fastosi, e tristi, e
lontani,
occhi di mille
anni prima.
Al tuo solito
posto, una sedia verde vuota.
E io, assetata
d'inferno, arruffata, malfamata,
malnutrita,
col mio vestito
sfatto del mese prima, i capelli sugli occhi
vuoti,
un pugno di
cenere nel cuore.
E nessuno
sapeva, mio dio, no,
nessuno sapeva
del tuo corpo d'ambra diventato lapide e
terra.
E io a chiudere
i pugni nell'ombra,
io a rotolarmi
nel delirio di un bicchiere all'anice,
io a fissare
tutti quei visi pacati e sereni e
surreali
che
sorseggiavano noia e dolcezza,
e io a chiedermi
se mai, in qualche sfolgorante mondo
parallelo
avrei potuto
rivedere la tua anima anche per un solo attimo di
pietà siderale.
Ma a che vale?
La morte è stupida.
Mai più
il tuo petto, amore, il tuo petto di gigli e
tamarindi,
mai più
le tue mani, le tue mani fragili, audaci,
abbandonate al fato,
mai più
il tuo abbraccio, il tuo abbraccio di rose calde,
aquiloni e mandorle carnali.
Ma usciva la
gente, entrava la gente nel
caffè,
cadeva la
pioggia impassibile,
Parigi correva
allegra euforica esausta,
mentre
io,
in silenzio
d'ombra e assenzio,
morivo
d'amore
e di
te.
TORNA
ALL'INIZIO
NICOLETTA
SCANO
Opera 7^
classificata
-
- La casa delle
bambole
Dipingendo su
pareti di cartapesta
I colori delle
mie sicurezze
Piantando chiodi
nel polistirolo
Delle mie
fondamenta
Così
aspetto
Che si
addormenti il vento
Carta
velina
Come un soffio
fra le dita
A misura delle
stelle
La distanza dai
sogni
Una porta di
piume
Che lenta e
lieve
Nasconde il
passato
E lascia il
tempo in attesa.
Come un battito
d'ali
La paura del
dolore
La diffidenza
dell'incontrarsi
Così
lontani in un vicolo cieco.
TORNA
ALL'INIZIO
CRISTIANO
COMELLI
Opera 8^
classificata
-
- Cammini
- con lacerante
indifferenza
- su quelle
emozioni timide e soffici
- che decisi di
darti in dono
- per ridestare
gli annoiati respiri
- della tua vita
chiamata abitudine.
- Con il sorriso
beffardo
- di chi ai suoi
piedi il mondo prostra
- svergogni i miei
pensieri
- agli occhi
dell'universo
- e ne fai
coriandoli
- vanamente
sparsi
- su una distesa
di fiori appassiti.
- Non posseggo la
forza per maledirti
- solo il dolore
di un'impotenza
- che mi divora le
viscere
- mai
riuscirò a impedire alla tua
anima
- di condurmi come
un'auto impazzita,
- verso un'eterna,
infrangibile abulia.
TORNA
ALL'INIZIO
FRANCESCA
DI CESARE
Opera 9^
classificata
-
- Chiodi e
miele
Mi piace
inventare favole,
ombre di cose
passate
scheletri
d'eternità
chiodi e miele
come in un canto.
Le mie favole
vivono di notte
hanno occhi di
gatto
-che sono i miei
occhi
e il pallore
della luna
-che è il
mio pallore.
Non hanno motivo
né respiro
sono solo
qualcosa che mi spinge dentro
e stride contro
le mie ossa
come un richiamo
di vecchie cicale.
Così il
mio sangue si apre
si fa sonno,
sogno
e poi
voce
come un canto di
chiodi e miele.
Così
gli istanti si
espandono
la vita diventa
oblio
e io sono solo
favola.
TORNA
ALL'INIZIO
EGIDIO
BELOTTI
Opera 10^
classificata
-
- Anche oggi questo
giorno quieto
Anche oggi
questo giorno quieto
si allarga lento
nell'aria che si
ricolora
affacciata agli ultimi cancelli
e pagine di
foglie a scorgere
labbra accese
sul viso costretto
al pungere
dell'aria imbalsamata
di settembre:
quasi come nel tempo
tenace e antico
della noncuranza
dove le sere
tremavano su gonne
adolescenti a
sorseggiare assorte
quel fresco
antico di vespri
e davanzali, le
dita strette a un filo
che le tiene e
le discosta inermi,
quasi
infastidite al secco
crepitare di
frasi d'amore
e di sgomento
appese al sottile
sguardo riflesso
nel respiro
a consumare
voglia e tenerezza,
e intanto blu
oltremare all'orizzonte.
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