- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
|
-
Antologia
del premio letterario
Francesco Moro Sartirana Lomellina
2004
|
- Sommario
- Prefazione
- Silva Alba - Stefania Alba - Marco Angella - Elena
Auddino - Claudio Bellini - Paola Boffelli - Vincenzo
Bolia - Josephine Bonì - Maria Antonietta
Borgatelli - Marco Buzzetti - Anna Calossi -
Antonella
Carosini -
Carlo Carrea - Luisa
Casanova Stua
- Marco
Cassini -
Marta Celio- Gianluca Chiarini - Claudio
Cianchella -
Antonino
Cicero -
Carla
Cimaroli -
Cristiano Comelli - Carmelo Consoli - Emanuela
Corsello - Mario D'Alise - Antonio D'Amario - Maurizio
d'Armi - Giovanni
Dacò
- Daniele
Dalla Costa
- Maria
De Simone -
Debora De Virgilio - Anna De Zuani - Salvatore Di
Bella - Vanna
Dini D'Arezzo
- Valeria
Donno -
Marialba Fasolo - Gianni Fassina - Silla Fregona -
Michela Garella - Maria Rosa Gelli - Tina
Maria Lucia Ghitti
- Giacomo Giannone - Claudio
Giusti -
BandoleroNero - Pamela Lodato - Tiziana Marini -
Maria
Gabriella Meloni-
Giulia Menolascina - Giampaolo Merciai- Carlo
Molinaro - Emiliano Morganti- Simona Oggero - Tatiana
Peron - Francesco Perotta - Aura
Piccioni -
Loredana Pierotti - Lucia Pietrelli - Pietro Pisano -
Elisa Poletti - Daniele Pozzi - Carlotta Veronica
Puccetti - Ermano Raso- Cristiano Ravasi - Luciano
Recchiuti - Marilena Rimpatriato - Massimiliano
Romanello - Alessandro Sanscritto - Nadia
Santangelo -
Adriano Scandalitta - Stefano Scuderi - Daniela Sias
- Ombretta Suardi - Graziella
Taffuri Tinti
- Stefano
Tonelli -
Paola
Urso
-
-
- Antologia del Premio
Francesco Moro Sartirana Lomellina 2004 - formato
14x20,5 - pagg. 80 - Euro 18,00 - ISBN
88-8356-818-4
- Risultati
del Premio Sartirana Lomellina
2004
|
-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
-
- Il tema immenso
della vita e della natura ha catturato l'animo dei
giurati del concorso nazionale di poesia "Francesco
Moro", giunto alla settima edizione. «Un lieve
bagliore timidamente ritorna alla vita/È solo
l'alba che ci abbraccia senza sfiorarci»: sono il
primo e l'ultimo verso di "Alba", la poesia di
Emanuela Corsello, l'autrice proveniente da Roma che
ha preceduto la torinese Marilena Rimpatriato ("Il
sentiero delle acacie"), e Carlo Carrea di Stazzano,
in provincia di Alessandria ("Cane?"). Ancora una
volta la giuria aggregata dalla biblioteca civica
"Moro" ha esaminato più di cento liriche
provenienti da tutta Italia: un lavoro certosino,
dettagliato, a tratti appassionato che alla fine ha
consegnato agli amanti dei sentimenti poetici il
vincitore della settima edizione del concorso
nazionale. Al di là delle posizioni in
classifica, l'iniziativa culturale rappresenta un
momento di esaltazione del sentire più
profondo: gli autori affrontano i temi più
svariati, con la comune consapevolezza che la poesia
è il sollievo dell'anima.
- La cerimonia di
premiazione si è svolta sabato 5 giugno, alle
17, nella sala polifunzionale "Pina Rota Fo" di via
Cavour. Anche durante la lettura delle poesie dei
primi venti autori, il pubblico ha assaporato la gioia
di udire parole soavi, alte, dirette al cuore. Ecco i
concorrenti dal quarto al decimo classificato: Giacomo
Giannone (Mazara del Vallo), Elisa Poletti (Cameri),
Anna De Zuani (Pisano), Marco Cassini (Milano),
Claudio Bellini (Valenza), Gianluca Chiarini (Dosson
di Cassier) e Gianni Fassina (Costarainera). Fra i
segnalati dalla giuria, presieduta da Luisa Denari,
presidente della biblioteca civica "Francesco Moro",
rientrano anche tre autori espressione della provincia
di Pavia: Genesio Manera di Vigevano, Silva Alba di
Robbio e Massimiliano Romanello di
Godiasco.
- L'evento culturale
promosso dalla biblioteca civica "Francesco Moro"
è ormai entrato nel calendario annuale della
programmazione culturale di Sartirana Lomellina, un
paese che si stringe orgoglioso attorno al trecentesco
castello e alla sua storia secolare. Sartirana
Lomellina: un borgo immerso nella fertile pianura fra
Po, Ticino e Sesia che guarda al suo passato contadino
con fierezza, ma anche all'immediato futuro con la
chiara consapevolezza di innalzare il livello
culturale dei suoi abitanti. All'interno del variegato
mosaico messo in campo dall'amministrazione comunale e
dalla biblioteca civica "Francesco Moro", il concorso
nazionale di poesia costituisce un tassello
fondamentale, utile anche a far conoscere il borgo
lomellino in tutta Italia.
-
- Umberto
De Agostino
- Segretario
del Premio Francesco Moro - Biblioteca di Sartirana
Lomellina
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- ANTONELLA
CAROSINI
-
- Vecchiaia
-
- A ogni nuova
luna
- nuovi capelli
bianchi
- spuntano
- nuove rughe si
affacciano
- come finestre
spalancate
- sul
viso
- nuovi
solchi
- sempre
più profondi
- si
aprono
- le spalle si
incurvano
- lo stomaco si fa
prominente
- le gambe, le
braccia
- diventano
flaccide
- l'anima resta
giovane.
- È grande
sofferenza
- essere
contenuta
- in un
corpo
- destinato alla
decadenza
-
-
-
- Mare
-
- Distesa
smisurata
- dai colori
fosforescenti
- grigio, blu
cobalto
- verde,
giallo
- dopo il
temporale.
- Ora l'acqua
bassissima
- con le meduse
viola
- ora altissima
con la spuma
- che arriva sulla
strada
- ma sempre
aperta
- grande utero
materno
- che inghiotte le
preoccupazioni
- e dove si
inabissano gli ostacoli.
- Sconfinata
apertura mentale
-
-
|
- LUISA
CASANOVA STUA
-
-
-
-
-
- Cielo
-
- Nell'eterea
volta celeste,
- come pezzi di un
puzzle
- di cui è
impossibile vedere il disegno finale,
- nuvole
candide
- vengono
avvicinate,
- sparse,
frammentate
- e poi ancora
accostate,
- dalle diafane
mani del vento.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MARCO
CASSINI
-
-
- OPERA 7A
CLASSIFICATA
-
- In...canto
-
- Sotto quel
telo attende paziente,
- in silenzio
domanda con fare discreto,
- d'esser
destato da sonno latente,
- sembrando
che voglia svelarmi un segreto.
-
- Un nuovo
sussulto in me sta nascendo,
- con lauto
stupore accetto il suo invito,
- ché
ancora una volta sto riscoprendo
- di ora
l'antico piacere infinito.
-
- Mi siedo,
ci siamo, un istante soltanto,
- un piccolo
brivido, un lungo respiro,
- poi
finalmente, lenìto il suo
pianto,
- comincio di
"do" un dolcissimo giro.
-
- Sfiorano i
tasti le dita leggere,
- i bassi si
fanno penosi e struggenti,
- inquiete
voci che non sanno tacere
- diventano
cupi ed eterni lamenti.
-
- Le note
più alte son fili di seta,
- tantissime
gocce di fresca rugiada,
- sospese
come una stella cometa
- sembran
sottili lame di spada.
-
- Tutto il
Creato così rifiorisce,
- dal mare
più calmo, alle altissime
cime,
- dentro la
musica la vita rinasce
- e in questo
frangente è resa sublime.
-
- Come un
artista che la creta modella,
- o la tela
dipinta con sommo talento,
- mai fu
creata cosa più bella
- di questo
prezioso e divino strumento.
-
-
|
- CLAUDIO
CIANCHELLA
-
-
- La ragazza della
Coop
-
- Una farfalla
s'è posata
- fra enormi steli
della distribuzione,
- è volata
nei tempi
- su alcuni petali
della vita.
-
- L'animo è
diverso
- ma eguale nei
colori che indossa,
- avvolta dai
freddi e muti prodotti.
-
- L'amore, le
ansie, la tristezza,
- parcate nella
soglia
- antistante il
complesso.
-
- La sua immagine
spesso sorride
- a volte nasconde
meravigliosamente
- la
condizione.
-
- Gli avventori la
immergono
- nei prodotti,
senza curar
- quello ch'Ella
assorbe.
-
- Il turno svolge
al tramonto
- e la ragazza
della Coop
- oltrepassa
nuovamente quella soglia
- col cuore fra le
mani
-
- ora può
finalmente
- sciogliere i
capelli
- per farli
accarezzare
- dalla
natura.
-
(30
settembre 2003)
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- ANTONINO
CICERO
-
-
- I
riflessi
-
- Nei volti dei
bambini
- vedere i loro
padri;
-
- il ritmo lento
del tempo
- usucapione di
affetti.
-
- Tradire il
disegno
- e lineamenti
confusi
-
- e tracce e
profili
- agitare
nell'aria;
-
- e il tempo
consegna
- sé stesso
a chi non ha tempo.
-
- Randagi tra
emozioni
- accavallate in
un bicchiere
-
- d'osteria; negli
occhi fissi
- d'una bevitrice
d'assenzio;
-
- nel cuore morto
di chi ama.
-
- In quei volti
ripetere
- se stessi e
sperare
-
- ciò che
non si è più.
-
-
-
|
- CARLA
CIMAROLI
-
- Al tuo
ritorno
-
- Vita
dentro
- dietro una
finestra
- chiusa e
aperta,
- solo lacrime di
vento.
- Sarà
possedere
- battiti di
cuore
- in un corpo
nudo.
- Una
barca
- contro uno
scoglio
- monotona e
sinistra.
- Poi un tonfo
secco
- un alito di
vento,
- ed il
silenzio
- al tuo
ritorno.
-
-
-
- Melodramma
-
- Ascoltare un
urlo,
- un canto, un
gemito
- di
ferita.
-
- Modularlo fino
ad un acuto
- che ti trafigga
il cuore
- e poi dolce ti
restituisca la pace.
-
- Su una musica
molle
- come superficie
d'acqua.
- Su suoni
leggeri
- come macigni nel
vuoto vento.
-
-
-
- Strapparsi
vesti
- in un
tribale
- ballo
d'amore.
- A
sopravvivere
- passioni di
giovani
- amanti.
- Uragano.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- GIOVANNI
DACÒ
-
- OPERA SEGNALATA
DALLA GIURIA
-
- Niente
più rose
- fra i
riflessi
- del cielo
dolente.
- Il suono
sgomento
- dei molti
abitanti
- spauriti
- ricorda
l'ultimo
- sguardo
- dal colle dei
sogni.
- Niente
rose
- nel prato
dimesso
- fra rovi e
giacinti
- solo altre
spine
- mai
sazie
- di
sangue.
-
(8
luglio 2000)
-
-
-
- Vi perdete mai
con il pensiero
- su valli che
avete visto
- solo in
sogno?
- Mi domando in
quale realtà
- sarebbe meglio
dimorare
- con quali
ragioni
- con quali
misteri
- non esistono che
deliri
- nella strenue
ipocrisia di massa
- io continuo a
fumare
- e bere e vivere
e estorcere
- al mondo qualche
brandello
- di
felicità di amore di innocenza
- di purezza di
tranquillità di follia
- eppure alla fine
del giorno
- trovo solo un
lungo sibilo
- come quando il
cuore
- non batte
più
(10
febbraio 2003)
-
-
-
|
- DANIELE
DALLA COSTA
-
- Dea
dell'Amore
-
- Come il vento,
le foglie in autunno
- gli alberi
importuna e sveste
- di te, il mio
pensiero brama.
- Come l'acqua il
sale,
- il mare
possiede, indiscreto
- di te, il mio
pensiero brama.
- E vorrei, dei
tuoi capelli
- sciogliere il
nero colore
- e
immergermi.
-
- Sii Orfeo, o
sconosciuta
- e dal profondo
del mio Ade,
- che al Cocito
infernale
- la mia anima,
qualcuno
- infame
congela,
- ergimi!
- Non indugiare a
rivoltarti
- conducimi per
l'irto sentiero
- oh
Persefone!*
- Non badare al
mio cuore
- che di lei
ancora sanguina.
- Fa che io passa
in te
- per un
attimo
- rimirare le
stelle.
-
- Come il fuoco
avvolge
- chi lo alimenta
e da lui divampa
- e in lui si
consuma,
- oh Pandemia Dea
Afrodite *
- di te il mio
pensiero brama.
- Lascia che
l'impeto antico del mio vento
- arda generoso,
nobile cavaliere,
- e il seme del
mio desiderio
- penetri in te,
terra beata
- d'Eros
feconda.
-
-
-
-
- *
Persefone Dea degli Inferi, compagna di Ade e
figlia di Zeus, tracciò per prima il
sentiero che collega il mondo dei vivi con il regno
dei morti. Secondo la tradizione, lo stesso
sentiero percorso da Dante, da Enea e Paolo di
Tarso prima di lui.
-
- *
Afrodite Pandemia Dea dell'Amore volgare o terreno,
in contrapposizione con Afrodite Urania Dea
dell'Amore puro, secondo una interpretazione
filosofica di Platone. Afrodite sposa di Efesto, lo
tradì con Ares il Dio guerriero, dalla loro
unione nacque Eros Dio dell'Amore.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- MARIA
DE SIMONE
-
-
- Una fanciulla al
fiume
-
- C'è
- una
fanciulla
- giù al
fiume.
-
- Ha negli
occhi
- l'infinito
- nei
capelli
- ghirlande
- nello
sguardo
- la
felicità.
-
- C'è
- una
fanciulla
- giù al
fiume.
-
- Si
toglie
- le
vesti
- nell'acqua
- s'immerge
- e
mostra
- tutta la sua
beltà.
-
- Il
fiume
- scorre
- fa già
sera
- e la
fanciulla
- se ne
va.
-
- Così
- vecchio
mio
- è
fuggita
- la tua
vita
- con la sua bella
età.
-
-
|
- VANNA
DINI D'AREZZO
-
-
- Luce
-
- Un cielo
arcuato,
- attraversato da
nuvole spinte dai soffi di vento,
- vele
galleggianti all'infinito
- dove il
mare,
- cucito al
cielo,
- scende rotondo
nell'altro umano.
- Tutto è
conosciuto eppure nuovo
- di colori,
aromi, rumori
- come
se,
- dopo tanti
anni,
- nascesse
dall'ombra della luna,
- dal chiaro del
raggio di sole.
- Pace, silenzio
nel rumore del mondo.
- Accendo la luce
e vorrei
- che fosse per
tutti.
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- VALERIA
DONNO
-
-
- Presunzione
-
- Sguardo dritto
negli occhi...
- cuore a tutti,
"padrone nessuno"!
- spirito
ribelle... nomade nell'essere
- e, nel ricercare
il tuo sentire...
- concetti
astratti gli spazi
- i percorsi,
l'infinito ed il confine...
- cavalchi il
vento...
- disarmi il
mare...
- fermi la
pioggia, accendi il sole...
- vivi di sfide
non di belle parole...
- ami la vita ma
non l'amore...
-
-
-
- Potere
-
- Ho visto
inginocchiarti davanti al successo...
- strisciare per
denaro...
- calpestare i
sentimenti come vecchi fogli di
giornale
- sgualciti da
mille mani
- hai costruito un
cuore su un calcolo...
- e, l'anima...
una probabilità...
- hai comprato il
rispetto...
- foderato il tuo
aspetto!...
- hai barattato
l'essere con l'avere...
- goditelo pure il
tuo potere...
-
-
-
|
- MARIA
LUCIA GHITTI
-
-
- Sensazioni
-
- Sei
- come l'amore
immaginato,
- ciò che
di un uomo avrei voluto.
- Madre e
fratello
- sorella e
padre
- amico e
compagna
- d'emozioni
bambine
- e giochi
adolescenti.
- Anima
riflessa
- Senza paura
sulla pelle
- fuoco
acqua
- terra
aria.
- Complice
amante
- figlio.
- Equilibrio di
forze.
- Siamo alberi le
cui radici
- nascono e si
nutrono
- nella stessa
terra.
- Intrecciandosi.
-
-
- Senza
te
-
- Cala,
- nel buio della
stanza,
- il
silenzio.
- Odo,
- più forte
che mai,
- l'agonia
dell'anima.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- CLAUDIO
GIUSTI
-
- Sognando il
sonetto
-
- Tu che ridi e
poi piangi
- Tu che sei
distante
- Tu che non pensi
mai a niente
- Tu che al
prossimo ti attingi
- Tu che impavido
giungi
- Tu che non sei
nessuno e niente
- Tu che hai la
lingua biforcuta di serpente
- Giostri ogni tua
svolta
- solo
perché non si ripeta un'altra
volta
- Quindi sai quale
errore è... e
- non lo ripeti no
signore!
- Ma vegli
distante al
- sogno
circostante
- peso come un
elefante
-
-
-
- Tetra la mia
mente
-
- Giorno di
sole
- mi sento
come
- quando fuori
piove.
- Tetro e sinistro
echeggio
- versi
strampalati.
- Il blues lo
sento e la mia mente lo vede blu
- destreggio
agonizzante
- il pezzo
musicale che ascolto
- come il basso
interviene
- come per
puntualizzare.
- L'offusco
agonizzante nel crepuscolo
- mio
mentale.
-
|
- MARIA
GABRIELLA MELONI
-
- Morte e
rinascita
-
- Sottrarsi al
riverbero
- di luce
diurna
- che i vigili
sensi,
- avvinti con nodi
inestricabili
- alla
vita,
- assorbono
- senza poter
trovare refrigerio...
- Lasciarsi
scivolare
- nell'onda lunare
del divenire,
- morire
- senza
sperimentare
- l'annullamento
totale,
- discendere
- nel
preformale,
- acquisire
- l'autentica
condizione creaturale,
- una nuova
dimensione spaziale.
- Infrangere
- i recinti del
tempo storico secolare,
- un tempo nuovo
aritmico
- reintegrare.
-
-
-
- Itinerarium
mentis
-
- Sommersa
- dal rombo roco
del silenzio,
- un tremore mi
pervade.
- Il mio essere si
espande
- oltre ogni umano
limite.
- Il centro
gravitazionale si perde.
- L'onda del
microcosmo
- confluisce
- nell'oceano del
macrocosmo,
- vengono
infrante
- le barriere
fenomeniche,
- è
sgombrato l'accesso
- ad intuizioni
superiori.
- Oltre quel
varco
- si
consuma
- la dissoluzione
finale...
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- AURA
PICCIONI
-
- Nostalgia
d'argento
-
- La luna mi segue
nel
- mio andare
monotono,
- perduta fra
le
- nebbie oscure
di
- questo mare
cosparso
- di brina, che
appare
- cangiante per
miriadi
- di iridescenze
opache,
- piccole lacrime
che, scivolando,
- s'aggirano tra
gli spazi
- infiniti della
notte.
- Ella mi
segue.
- Il cielo
è fascio di veli,
- manciata di
polvere grigia
- in un disco di
perla.
-
-
-
- L'attimo
fuggente
-
- Silenzio.
- Vuoto e nulla
scolpiscono
- rami di marmo
dell'istante
- che agonizza tra
le dita.
- Il sentire
gelido d'un brivido,
- un unico spettro
danzante
- tra ruvida
scorza di vento assassino.
- L'attimo! Egli
fugge.
- Il piede posato
sulla nube di Zefiro.
- L'animo
rinchiuso tra le sbarre delle onde.
- Silenzio.
- Cosa ne rimane?
Solo vuoto, ed ombra.
- Ombra... attimo
fuggente...
- Tra i sogni
confusi di fanciullo,
- ghiaccio di lava
incandescente.
- Si vive? Vuoto
ed ombra...
- Sul viso cala
Morfeo dalle dolci braccia.
- Sul cuore...
vuoto ed ombra.
- L'attimo
fuggente.
-
-
-
|
- NADIA
SANTANGELO
-
-
- Litanie
notturne
-
- Litanie
notturne
- magie delle
ombre
- profumi che il
giorno nasconde.
- Danzo con
Dioniso una sensuale
- e strisciante
danza macabra.
- Voci antiche
diventano canto.
- Il sangue
diventa vino.
- Alchimia
maledetta.
- Lo specchio non
mi rispecchia.
- Il mio io
è finalmente fuggito
- dalla sua cassa
funebre.
- Gli idioti
vedono
- ciò che
fa loro comodo.
- Microbi
striscianti
- di realtà
apparenti.
- La dimensione
vera
- risiede
nell'attimo effimero
- che ci fa
sentire vivi.
- Stadio
dell'inconoscibile
- gnoseologia del
nulla
- ex nihlo
nihil
- dall'io
l'oblio
- dall'oblio il
desio
- il desiderio
conduce all'ignota porta
- al confine che
divide superficialità
- e
spessore
- Un vortice
interiore di
- Estetica
- Vibrazione
- Intelligenza
- Ardore
- Penetrazione
- Buco
dell'anima
- Dispersione
dell'io
- Narcisismo e
Oblio.
-
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- GRAZIELLA
TAFFURI TINTI
-
- Alba
d'inverno
-
- Luccicano d'un
cristallino baglior
- i rami degli
alberi in giardino
- pesanti di gocce
d'acqua trasformate in brina
- dal prodigioso
transitar di "Mastro Gelo"...
-
- È
passato silente stendendo un gran
candor
- per poi fuggir
sfiorando il suolo piano piano
- allo spuntar del
nuovo dì che svelto s'avvicina
- ma ben felice
d'aver coperto tutto col suo "velo"...
-
- ... momento
magico è quello che ci fa viver
l'alba
- quando la notte
lascia posto al giorno
- dandoci modo di
sognar, pur se ritarda,
- d'un sole che
s'oggi non verrà, prima o poi farà
ritorno...
-
-
|
- STEFANO
TONELLI
-
-
- A Maria
Callas
-
- Divina
Incantatrice,
- m'hai appreso la
malizia di Rosina,
- lo schiudersi
all'amore di Mimì,
- l'intimo tenero
ottimismo di Amina
- e di Lauretta le
leggiadre ansie del cuore.
-
- Mi hai elevato
alla Luna cristallina
- e alle profonde
passioni di Norma,
- ho vissuto la
febbrile consunzione
- di amore e morte
della tua Violetta
- e l'augusto
dolore di Anna Bolena.
-
- Negli ultimi
anni una registrazione
- ti ha colta
provare e riprovare,
- accompagnandoti
al piano
- la famosa aria
di Beethoven.
- Piangevi, su
parole di Metastasio:
- "...tu lo sai
bell'idol mio
- di te priva che
farò...
- io d'affanno
morirò!
- Dite voi se in
tanto affanno
- non son degna di
pietà"
-
- Declamavi il tuo
prossimo futuro:
- la morte ha
spento il tuo canto terreno.
- Sei spirata -
sola -
- in un giorno di
settembre a Parigi.
-
- Certo, ora
starai cantando - come dubitarne? -
- anche
lassù, mai paga di te stessa,
- insegnando la
tua arte ai cori angelici,
- maestra severa
nel servire la musica.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
- PAOLA
URSO
-
-
- Volta
celeste
-
- Cosa celi
sotto l'immortal tuo mantello,
- quale oscuro
eppur beato conforto lo spirito mio
- inganna, che
dinanzi all'eterno sonno
- di cotal
mistero commuove in silente
abbaglio.
-
- E prigioniero
al tuo incanto, ciascuno
- nell'intimo
pellegrinare dell'animo suo,
allorché
- percosso di
terreno dolore, rovescia il capo
- nel tuo
segreto grembo vinto da eterno
amore.
-
- Qual mistero
spinge d'incessante impeto
- l'anima, che
sorta dal più profondo
interiore
- dinanzi al
gracile mortal esala, e come fumo
- disperdendosi
tale involi e a te congiungi.
-
- Oh Tu che
volesti eccellesse di tutti i pregi,
- di perle
adornata e di angeliche creature
gremita,
- quando
avvolta in oscura melodia l'umana
- dimora, i
mortali gratifica di celestiale
ebbrezza;
-
- e divino il
tuo soffio aulica e solenne la fece,
- devota
custode dell'arcano segreto di qual
- essenza
l'anima sia, e dell'animo la sublime
- natura che
irraggiante l'umana veste infonde.
-
- E quando
profonda ed incantata, nel sacro
- sonno sepolti
ogni mortal richiamo in te assorbi,
- e di cotali
inni gocce d'interminabili pianti
- dinanzi a Dio
eterea accompagni.
-
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07-03-2005
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