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            I
            edizione Premio di PoesiaRaffaele Burchi - Biblioteca di Tromello
                  
               
                  | 
                        Questi i
                        risultati della prima edizione del Premio di
                        Poesia organizzato dalla Biblioteca Comunale
                        di Tromello (PV) con il patrocinio del Comune
                        di Tromello e con la collaborazione tecnica
                        del Il Club degli autori La
                        Giuria della Sezione Poesia in lingua
                        italiana composta da Dott.ssa Anna Maria
                        Banderali Cuzzoni, Dott. Mario
                        Fabrizio Travali, Dott.ssa Maria Luisa
                        Torlasco Zerbi ha stabilito la seguente
                        graduatoria:
                           Opera
                           1^ class.: "Dolcezza"
                           di Cristiano Ravasi, Milano. Vince:
                           Euro 300,00 donati dall'Amministrazione
                           comunale di Tromello - Targa della
                           Biblioteca di Tromello - Pubblicazione di
                           un libro premio di 32 pp. di cui verranno
                           consegnate 50 copie all'autore - Attestato
                           di merito - Pubblicazione dell'opera
                           premiata sulla rivista Il Club degli
                           autori e sul sito Internet
                           www.club.it.Opera 2^ class.: "D'ogni
                           vita
                           madre"
                           di Raimondo Rocchetti, Biella.
                           Vince: Targa della Biblioteca di Tromello
                           - Pubblicazione di un quaderno premio di
                           16 pagine con copertina di cui verranno
                           consegnate 50 copie gratuite all'autore -
                           Attestato di merito - Pubblicazione
                           dell'opera premiata sulla rivista Il Club
                           degli autori e sul sito Internet
                           www.club.it
Opera 3^ class.: "Dove
                           le cicale
                           cantano"
                           di Alessandro Rivaroli, Parma.
                           Vince  Targa della Biblioteca di Tromello
                           - Pubblicazione di un quaderno premio di
                           16 pagine autocopertinato di cui verranno
                           consegnate 50 copie gratuite all'autore -
                           Attestato di merito - Pubblicazione
                           dell'opera premiata sulla rivista Il Club
                           degli autori e su Internet www.club.it.
 
 Vincono
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet per un
                           anno i seguenti autori:
 
 Opera 4^ class.: "L'ultima
                           spiaggia"
                           di Giorgio Rolfi,
                           Mondovì
Opera 5^ class.: "7
                           giugno
                           1991"
                           di Franco Porrera,
                           Genola
Opera 6^ class.: "Notte"
                           di Ivano Alessandro Ciardelli,
                           Borgo Trevi
Opera 7^ class.: "Questa
                           pianura"
                           di Adriano Scandalitta,
                           Mortara
Opera 8^ class.: "Elogio
                           del
                           contadino"
                           di Angelo Colucci,
                           Lodi
Opera 9^ class.: "Mi
                           volevi
                           azzurra"
                           di Maria Grazia Molinelli,
                           Piacenza
Opera 10^ class.: "Primo
                           vere"
                           di Diego Laurenti,
                           Pavia
 Opera
                           segnalata dalla Giuria con Attestato di
                           merito: "Scuola" di Roberto
                           Silleresi, Baganzola
                           (Parma)
  
                        La
                        Giuria della Sezione Poesia in vernacolo
                        della provincia di Pavia composta da Dott.
                        Paolo Verlucca, Rag. Alfio
                        Castiglione, Sig. Pierangelo
                        Colombari ha stabilito la seguente
                        graduatoria:
Opera
                        1^ class.: "Trentacinc
                        àn
                        insama"
                        di Piera Zucchella, Pinarolo Po.
                        Vince: Cesta di prodotti tipici del luogo di
                        un'azienda locale - Targa di Arredamenti
                        Capra S.n.c. via Marconi - Tromello -
                        Attestato di merito - Pubblicazione
                        dell'opera premiata sulla rivista Il Club
                        degli autori e sul sito Internet
                        www.club.it. Opera
                        2^ class. ex-aequo: "San
                        Martèn"
                        di Angela Fullone, Alagna Lomellina.
                        Vince: Targa di Arredamenti Capra S.n.c. via
                        Marconi - Tromello - Attestato di merito -
                        Pubblicazione dell'opera premiata sulla
                        rivista Il Club degli autori e sul sito
                        Internet www.club.it  Opera
                        2^ class. ex-aequo: "Maria
                        la Bataion"
                        di Carlo Grigioni, Tromello. Vince:
                        Targa di Arredamenti Capra S.n.c. via Marconi
                        - Tromello - Attestato di merito -
                        Pubblicazione dell'opera premiata sulla
                        rivista Il Club degli autori e su Internet
                        www.club.it Opera
                        3^ class.:
                        "Âl mé
                        pâis"
                        di Rina Ravera, Voghera. Vince: Targa
                        di Arredamenti Capra S.n.c. via Marconi -
                        Tromello - Attestato di merito -
                        Pubblicazione dell'opera premiata sulla
                        rivista Il Club degli autori e su Internet
                        www.club.it Opera
                        4^ class.: "Guèra
                        e pàs"
                        di Piera Zucchella, Pinarolo Po.
                        Vince: Attestato di merito - Pubblicazione
                        dell'opera premiata sulla rivista Il Club
                        degli autori e su Internet
                        www.club.it Opera
                        5^ class.: "Vot
                        'd Mars"
                        di Angela Fullone, Alagna Lomellina.
                        Vince: Attestato di merito - Pubblicazione
                        dell'opera premiata sulla rivista Il Club
                        degli autori e su Internet
                        www.club.it
PREMIAZIONE
                        - Avverrà presso la Sala Nautilus
                        di Tromello (PV) nell'ambito dello spettacolo
                        musicale del 1° maggio 2004. I vincitori
                        saranno tempestivamente
                        avvisati.Per
                        informazioni Biblioteca di Tromello tel.
                        382/86.85.55 da martedì a
                        venerdì dalle 16 alle 18,30 oppure in
                        caso di necessità Il Club degli autori
                        tel. 02.98.23.31.00 oppure 02.98.23.31.05 da
                        lunedì a venerdì in orario
                        10-12,30 e 15-17. Si raccomanda vivamente di
                        non telefonare in altri giorni ed
                        orari.Tutti
                        i partecipanti riceveranno una copia della
                        rivista Il Club degli autori con i risultati
                        del concorso.
                             ANTOLOGIA
                        - E' stata precedentemente inviata la
                        comunicazione agli autori ammessi
                        all'antologia del premio su cui saranno
                        inserite le opere migliori scelte da una
                        Giuria tecnica. |  
                  | 
                        Torna
                        all'inizio |  
                  | SEZIONE
                     POESIA IN LINGUA ITALIANA |  
                  | 
                        Cristiano
                        Ravasi
                        1° classificato
 Dolcezza
                        
                        
                            E tu
                           attardaviA
                           discoprir luna nuovaChe
                           stancamente rischiaraIl
                           lucernario solenneCon
                           latte di luce e di cera; Raccolgo
                           le stelle nel lettoE le
                           sere stregateVanescenti
                           discinte cometeCipriate
                           di dolce chimera.
                           
                           
 | 
                        Raimondo
                        Rocchetti - 2°
                        classificato
 D'ogni
                        vita madre
                        
                        
                            Nella
                           pace del tramontoriposante
                           s'eleva dall'ondal'antica
                           melodia del mare. Nell'armonia
                           celeste,libera
                           e limpidascorre
                           l'acquaper
                           monti e valliaccompagnando
                           la danza,pacata
                           e calma,di
                           lucciole e libellule. Del
                           creato essenza,d'ogni
                           vita madre.Rigogliosa
                           e festante sorride,al tuo
                           abbraccio, la terra,mentre
                           invano ti cercatra
                           sabbia ed arsura:deserta! Anche
                           tu violentatadall'umana
                           incoscienzainquietante
                           e sinistra,travolgi
                           e distruggi,con
                           devastante furia,sospinta
                           dai venti,soffocando
                           e spegnendo......
                           innocenti lamenti. Poi....nel
                           terso mattino,più
                           calma e pacata,continui.......l'antico
                           cammino!
                           
                           
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                        Alessandro
                        Rivaroli3°
                        classificato
 Dove le
                        cicale cantano
                        
                        
                            Pesto
                           il suolo renoso,alle
                           spalle il bar conosciuto e la
                           genteebbra a
                           ballar;avanti
                           un calcare granoso,criptico
                           costrutto guardiano del sale; di
                           mezzo le foglie arse di mirto,nell'acqua
                           nera di notte, che Selene
                           cingedi
                           gocce d'argento,non
                           scorgo ninfe, non
                           Divinitàgiunte
                           ad un segreto convivio. Odore
                           salmastro e suoni di festa;tutto
                           è allineato per la vita,
                           lontano,lontano
                           da qui ov'è notte; finché
                           in un attimoscorgo
                           il canto lamentoso delle
                           cicale,e vi
                           sono immerso
                           irrimediabilmente. Dormire,
                           oggi,non
                           è possibile.Il geco
                           ancora è immotoed io,
                           non posso uscire da questosilenzio come
                           quando il vento spirava in riva al
                           maresulla
                           capanna di secchi arbusti,ed io
                           usavo dormire,ignaro
                           che la note, il cieloè
                           vuoto. 
                           
                           
 | 
                        Giorgio
                        Rolfi4° classificato
 L'ultima
                        spiaggia
                        
                        
                            Non
                           più mareaccarezza
                           i tuoi fianchisostenendo
                           il tuo agile andare.Non
                           più ondabattente,
                           spumosail tuo
                           moto di culla asseconda.Non
                           più retirigonfie
                           d'argento,non
                           più voci di uomini
                           inquieti.Non
                           più donneche
                           aspettano a rivain un
                           lieve frusciare di gonne.Ti han
                           lasciato da sola nel solesulla
                           rena sottile adagiata:un
                           rottame che il mare non reggeper le
                           falle nel vecchio fasciame.Quand'è
                           giorno le grida dei bimbiche nel
                           gioco ti corrono attornoe
                           anelanti alla sera i sospirinell'abbraccio
                           di giovani amanti. 
                           
                           
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                        Franco
                        Porrera5° classificato
 7 giugno
                        1991
                        
                        
                            Sei
                           uscito dalla mia vita
                           
                           
                              		senza
                              parlare Hai
                           cancellato le tue abitudinidalla
                           mia quotidianità
                           
                           
                              	che
                              non ti aveva ascoltato Sei
                           uscito chiudendo la porta
                           
                           
                              	come
                              fa un ospite modesto	come
                              una comparsa
                              
                              
                                 		conscia
                                 del proprio ruolo Come
                           un'amante fedele
                           
                           
                              	non
                              mi hai tradito	non
                              mi hai soffocato
                              
                              
                                 			con
                                 le tue idee Non hai
                           preteso
                           
                           
                              	ciò
                              che ti spettava	ciò
                              che avrei dovuto lasciarti
                              
                              
                                 		alla
                                 tua partenza Non hai
                           alzato il capo
                           
                           
                              	quando
                              mi sono sentito superiore Non mi
                           hai guardato negli occhi
                           
                           
                              	per
                              non impaurirmi	per
                              non umiliarmi Sei
                           uscito dalla mia vita
                           
                           
                              	per
                              non tornarci mai più Sei
                           uscito dalla mia vita
                           
                           
                              	come
                              un maestro dall'aula senza
                           sapere se la lezione
                           
                           
                              	l'avevo
                              imparata davvero. 				(a
                           mio padre) 
                           
                           
 | 
                        Ivano
                        Alessandro Ciardelli 6° classificato
 Notte
                        
                        
                            È
                           notte. RiposanoGli
                           alberi piantati sulle radici
                           nodoseLe case
                           appoggiate ai calcoli
                           dell'architettoI
                           credenti ancorati al vangeloI
                           lampioni ancorati al cemento Senza
                           presa, smarrito uomotu solo
                           volteggi nel vuotoPensiero
                           di un petalo squassato dal
                           vento  
                           
                           
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                  | 
                        Adriano
                        Scandalitta7° classificato
 Questa
                        pianura
                        
                        
                            Questa
                           pianurati
                           proietta oltreNon
                           è estatica,rarefatta
                           immagine,ma
                           dipanarsi di vita È
                           slancio di un cuoreoltre
                           gli ostacoli,a volte
                           anche insidiosidi
                           vita Questa
                           pianuraè
                           rigogliosa,ha il
                           cuore gonfiodi
                           turgide spighe,ha la
                           mano leggeradel
                           vento che pettinale alte
                           chiome dei pioppi,ha il
                           gorgoglio tiepidodelle
                           risorgive,ha la
                           mano dura, callosadei
                           contadini,ha il
                           volto tenero di mia madree
                           quello paziente di mio padre Questa
                           pianuraè
                           la mia splendida Lomellina. 
                           
                           
 | 
                        Angelo
                        Colucci8° classificato
 Elogio
                        del contadino
                        
                        
                            Mi
                           sorprendono i tuoi occhi
                           limpidiinchiodati
                           ad orizzonti che non immaginoquasi a
                           linee eteree d'infinito;non sei
                           il rozzo uomolegato
                           al suo pampino, al suo vitignoalla
                           secca, alla molle zolla.Conosci
                           i segni del cielo:i
                           crucci della lunala
                           rabbia di una nuvolail
                           vagabondare degli astri. Mi
                           sorprende la tua calma
                           sornionasai
                           della saggezza veradai
                           tuoi silenzi solennidalle
                           tue parche paroleapprendo
                           la poesia della vita.Vecchio
                           contadinoprofeta
                           del seme e del fruttohai
                           nell'animola
                           sincerità del vino
                           buonoe
                           conosci la giustizia delle
                           tempesteche
                           falciano querce centenariee
                           risparmiano pietosemagri
                           fili d'erba. 
                        
                        
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                        Maria
                        Grazia Molinelli9° classificata
 Mi volevi
                        azzurra
                        
                        
                            Lo so,
                           papà,è
                           inutile negarlo,tu mi
                           volevi azzurra,potente
                           e indomabile presenzaerede
                           di un dissennato mare.Io sono
                           il disaccordo,deludente,
                           estiva figliadi
                           un'alba sensibile e profonda,che mi
                           ha donato il suo colore rosa.Per
                           teho
                           indossato-è
                           stata scelta crudele e vana-celesti
                           e colpevoli pensieridivorati
                           dalle digiune ombre della
                           notte.Per
                           teho
                           esplorato-è
                           stata nefasta e incauta
                           decisione-giorni
                           esitanti e falsidisciolti
                           nella depressa luce dei
                           tramonti.Per
                           teho
                           armato-è
                           stata sterile, errata
                           soluzione-l'anima
                           di povere passionipietrificate
                           negli affanni e nei dolori.Per
                           teinvanoson
                           diventata zingara straccionamendica
                           di sorrisi, di plausi, di
                           illusioni.Invano,
                           sì, invanoho
                           conosciuto crudeli sofferenze e
                           delusioni.Son
                           giunta, papà,infine,a
                           disarmare,non a
                           uccidere,un
                           indomabile rancore.
                           
                           
 | 
                        Diego
                        Laurenti10°
                        classificato
 Primo
                        vere
                        
                        
                            Di
                           nuovoil sole
                           di primaverabatte
                           le cortiin
                           cercadi
                           schiamazzi di giochi e le
                           nutrite erbedei
                           fossibradodileggia
                           il vento... Quante
                           memorie mossenell'intentodi
                           sedar vecchi rancorisordi
                           d'inedia,agri di
                           sapore... La
                           terragiace
                           crudain
                           solitaria attesad'un
                           dio che la fecondie la
                           rinnovi. E in
                           una sacca di ventosi
                           ridesta l'animascoprendol'alba
                           dischiusadi un
                           ciliegio in fiore.
                           
                           
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                        SEZIONE
                        POESIA IN VERNACOLO
 |  
                  | 
                        Piera
                        Zucchella1° classificata
 Trentacinc
                        àn insama
                        
                        
                            Dasiandm
                           i sta matena a rent a
                           tì,al me
                           pensier l'è curs a cal dì
                           là,quant
                           suma incuntrà in Cesa par di 'd
                           si,pe
                           d'entusiasmo e tüt
                           emusiunà.
                           
                           
                              		Me
                              co 'l me vestì
                              bianc,		ti
                              co la müda scüra		e
                              tüt i nos parent		ch'im
                              fevan da curona. Hö
                           mis in ti to man i me vent'an,parchè
                           am pareva c'at j'eva
                           meritàe ti,
                           pasanda in mes aj intemperi,t'jè
                           tgnü tant me un tesor e t'am
                           jè cunservà.
                           
                           
                              		Sum
                              dài da man in ti mument
                              dificil,		um
                              vivü insama i mument
                              püsè bèi		e
                              in tal nos cör, dop trentacinc
                              àn,		suma
                              rastà ummò me quant
                              gh'evan vent'àn.   
                           
                           
 | 
                        Angela
                        Fullone2° classificata
                        ex-aequo
 San
                        Martèn
                        
                        
                            La ca
                           voia,l'üs
                           spalancà,mort 'l
                           fög...e
                           fräg i vers.Un
                           caratèn pär
                           män,du
                           säc da scartöspär
                           ripusà iòs.Una
                           cadrega spaià,un
                           fagutèn da sträs,un
                           taül
                           sgängäsà.La
                           müsaröla a la
                           buca...guarda
                           mi vàn!Quätär
                           fiö pär män,pe
                           pär tëra e visti
                           mal,un toc
                           'd pända
                           pudè rusià.Custa
                           l'er la vita...di
                           nös salarià,al
                           Sän Martèndi me
                           an pasà.
                           
                           
 San
                        Martino
                        
                        
                            La casa
                           vuota,l'uscio
                           spalancato,spento
                           il fuoco...fredde
                           le verze.Un
                           carretto per mano,due
                           sacchi di bratteeper
                           riposar le ossa.Una
                           sedia spagliata,un
                           fagotto di stracci,un
                           tavolo sgangherato.La
                           museruola alla bocca...guarda
                           come vanno!Quattro
                           figli per mano,a piedi
                           scalzi e mal vestiti,un
                           pezzo di paneda
                           rosicchiare.Questa
                           era la vita...dei
                           nostri salariati,il San
                           Martinodegli
                           anni miei passati. 
                           
                           
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                        Carlo
                        Grigioni2° classificato
                        ex-aequo
 Märiä
                        lä Bätäion
                        
                        
                        
                            L'erä
                           unä mätinäd'ägust
                           däl
                           sesäntäquatär,Märiä
                           lä Bätäionl'ivä
                           fai che finì 'd fa
                           culäsion.Un
                           bucunin dä strächin
                           fort,unä
                           tumaticä pucià 'n't'l
                           sal......Cärläta,
                           äm fa mal chì,sbutegliä
                           unä butegliä 'd
                           vìn.La no
                           fai temp ändal'ä
                           pià,che
                           l'ivä giamò
                           spirà...."Oh
                           Signur, oh Mädonä 'd'lä
                           Duslinäche
                           disgrasiä ch'ma
                           culpì,vöi
                           murì 'n'cä mi".Dop un
                           quäi dì, äl povär
                           umìl'ha
                           cumincià ä
                           deperì.Al
                           mängivä propi pu...."Dutur
                           Ruländ m'äc'ä
                           sta?"Al ga
                           un brut mal, ghè pù gnenta
                           dä fa".I'ultim
                           pärol rivol ä lä so
                           fiölaj'en
                           stai custi chì......"Ad
                           lasä lä ca induä t'è
                           näsù tì". 
                           
                           
 | 
                        Rina
                        Ravera3°
                        classificata
 Âl
                        mé pâis
                        
                        
                            Quâtordass
                           càmiss in
                           filâ mé tânti
                           suldâtéi:vönâ
                           gialdâ, vönâ verdâ,
                           vönâ rosâperò
                           lâ magiur part i son
                           pitürà 'd grismâ...
                           i son tüt bèi... i
                           son i cà dâl mé
                           pâis. Â
                           lâ maténâi gal i
                           tacân prâst âl so
                           cuncert,i
                           smiân un'urchestrâ un po'
                           scurdà,i
                           portân l'âlegriâ
                           dren'int âl cöre di
                           volt i t tirân féna
                           lisma...
                           anchesì lur i fân part
                           dâl mé
                           pâis. I
                           dontüt
                           i matén i vân â fa
                           lâ spesâ,megari
                           u servâ niént, l'è
                           âlmà unâ scüsa
                           pâr surtì...l'è
                           insì bèl â
                           ciciârà dâl pü e
                           dâl meno:Rusinâ
                           va â tö 'l lat, Marietâ
                           âl câfé, Tirisina
                           lâ crompâ âl
                           risInt
                           l'ültimâ bütegâ
                           ch'l'è restà int âl
                           mé pâis. Se
                           nassa un fjöche
                           felicità, che festa, che
                           bâldoriâ...tüti
                           i portân un regal, un fiur, un
                           pensieréi,i
                           câmpân i sònân
                           â festâe 'l
                           pâpà u fa ribotâ
                           cuntént cui so
                           âmisindè?
                           Mâ lì, int l'usteriâ
                           dâl mé
                           pâis. Quând
                           â ghè un
                           spusâlissi,uh
                           Mâdonâ che
                           dâfà... â s
                           câpissâ pü
                           niént...l'è
                           un ciapâ-ciapâ
                           general:"Sentâ,
                           vardâ, dam dâ trà!",
                           "Mâ no, spétâ,
                           l'è méi fa
                           insì!".Insumâ,
                           sücedâ un grân
                           pâstiss.Però
                           che festâ, cul dì li,
                           âl mé
                           pâis... Pö
                           impruvisâméntUnâ
                           câmpânâ lâ
                           sònâ âl
                           sâgn..."Oh
                           Signur, sârà lâ
                           Câtârénâ...
                           lâ stavâ insì
                           mal..."e
                           grând e picul i pregân cun
                           devussiòne i s
                           sentân püssè che mai
                           unâ brâncà
                           d'âmisInt
                           l'urâ püssè
                           tristâ			...Âd
                           tüt âl mé
                           pâis.
                           
                           
  Il mio
                        paese
                        
                        
                            Quattordici
                           casemesse
                           in fila come tanti soldatini:una
                           gialla, una verde, una rosaperò
                           la maggior parte sono dipinte di
                           grigioma...
                           son tutte belle...sono
                           le case del mio paese. Alla
                           mattinai galli
                           cominciano presto il loro
                           concerto,sembrano
                           un'orchestra un po' scordata,portano
                           l'allegria dentro al cuoree delle
                           volte ti fanno innervosirema...
                           anche loro fanno parte del mio
                           paese. Le
                           donnetutte
                           le mattine vanno a far la
                           spesa,magari
                           non serve niente, è solo una scusa
                           per uscire...è
                           così bello chiacchierare del
                           più e del meno:Rosina
                           va a prendere il latte, Marietta il
                           caffè, Teresina compra il
                           risonell'ultima
                           bottega... che è rimasta nel mio
                           paese. Ne
                           nasce un bambinoche
                           felicità, che festa, che
                           baldoria...tutti
                           portano un regalo, un fiore, un
                           pensierole
                           campane suonano a festail
                           papà brinda contento coi suoi
                           amici...dove?
                           Ma lì, nell'osteria del mio
                           paese. Quando
                           c'è uno sposalizioo
                           Madonna, che da fare... non si capisce
                           più niente...è
                           un ciapa ciapa generale:"Senti,
                           guarda, dammi retta!", "Ma no, aspetta,
                           è meglio fare
                           così!"Insomma,
                           succede un gran pasticcio...però
                           che festa quel giorno lì, al mio
                           paese. Poi,
                           improvvisamenteuna
                           campana suona il segno.."o
                           Signore... sarà la Caterina...
                           stava tanto male..."e
                           grandi e piccoli pregano con
                           devozionee si
                           sentono più che mai un gruppo di
                           amicinell'ora
                           più triste			...di
                           tutto il mio paese. 
                           
                           
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                        Piera
                        Zucchella4° classificata
 Guèra
                        e pàs
                        
                        
                            Guèra
                           e pàs, parol fort sensa temp e
                           sensa culur,ch'is
                           incrucian un àtim par cedas al
                           post,dastinà
                           par natüra a truàs mài
                           insama,parchè
                           indè ac riva jüna
                           l'àltra as ni và.
                           
                           
                              		Tentuma
                              no da dàg un culur ala
                              guèra,		guèra
                              vö di distrüsion
                              pruvucà dal'egoismo e
                              bàsta.		Tentuma
                              no da dàg un culur ala
                              pàs,		pàs
                              vö di armunia creà dala
                              bona armunia e
                              bàsta.    
                        
                        
 | 
                        Angela
                        Fullone5° class. sez.
                        vernacolo
 Vot 'd
                        Mars
                        
                        
                            In
                           t'äl cör di don...äl
                           ghè prüfüm e
                           puisia.In
                           t'äl cör di don...ghè
                           un mond 'd fantasia.Al fiur
                           dla mimusaa
                           ricurdà cüi donbrusà
                           tra i fiàm...in tla
                           fabrica di àn
                           pasàquand
                           la donasensa
                           vüs,a testa
                           bäsä,i
                           lavàr cusìla
                           disiva sempar 'd sì.Vöt
                           äd Märsin
                           t'äl cör di don...sleva
                           una fiamain
                           ricord di cumpagn'd...
                           Chicago...dal
                           milanövcentvöt.
                           
                           
 Otto
                        Marzo
                        
                        
                            Nel
                           cuore delle donne...c'è
                           profumo e poesia.Nel
                           cuore delle donne...c'è
                           un mondo di fantasia.Il
                           fiore della mimosaa
                           ricordare quelle donnearse
                           tra le fiamme...nella
                           fabbrica degli anni passatiquando
                           la donnasenza
                           voce,a testa
                           bassa,le
                           labbra cucitediceva
                           sempre di sì.Otto
                           Marzonel
                           cuore della donna...si leva
                           una fiammain
                           ricordo delle compagnedi...
                           Chicago...del
                           millenovecentootto.
                           
                           
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         19-04-2004
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