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               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
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               Antologia
               del premio letterarioIl Club dei Poeti 2005
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                Sommario
 Prefazione
               di Gianmario Lucini - Massimo Agnolet - Giuseppina
               Aiello - Lutfi Alia - Angela Aprile - Claudio
               AresuElena Auddino -
               Daniele Badesso - Sergio Baldeschi - Maria Rebecca
               Ballestra - Erik Baracani - Ranieri
               BarghigianiAlessandro Barison
               - Giuseppina Barzaghi - Miriam Giorgia Belluomini -
               Sara Biondi - Josephine Bonì - Don Pasquale
               Brizzi - Luigi Buonaiuto - Donato Carmine Buonfiglio
               Vincenzo
               Calò - Francesca Canaparo - Giuliano
               CardelliniCarlo Carrea -
               Orazio Castellaneta - Andrea Cavaliere Piera
               Maria Chessa
               - Sabrina Chianelli - Arnaldo ColomboMaria Costanza -
               Laura Cuboni - Edvige Cuccarese - Gaetano Cugno -
               Paola Curagi - Mario D'Alise - Davide
               D'Elia -
               Luca
               De Pieri -
               Giorgio Dei Rossi - Emilio DezaniValeria
               Di Felice -
               Paolo Dianin - Giuseppe Diotto - Giancarlo Dostuni -
               Stefano
               Ercolino -
               Gianni Fassina - Flavio
               FerraroGiacomo Flussi
               Cattani - Alessandra Fontana - Giacomo Fumarola -
               Susanna Galimberti - Gian Battista
               GallottiAndrea
               Garbin -
               Michela
               Garella -
               Giulio Gasperini - Benedetto
               Genovesi -
               Giuseppe Ghielmetti - Alessandro
               Ghionzoli -
               Maria Grazia Girola - Clara Grazioli - Marcello
               Guerrieri - Carlo
               Gugliotta -
               Annamaria Immesi Smorto -Pasqualino Latella
               - Pamela Lodato - Cesare Lorefice - Domenico Maccarana
               - Emma Mazzuca - Maria Gabriella Meloni -
               Annarita
               Migliaccio -
               Gianluca Mollo - Angelo Monaco - Walter
               Moretti -
               Riccardo Motti - Monica Nieri - Luigi Nosenzo -
               Gabriella Orgolesu - Palma Stefania PaganoValeria Palmieri -
               Massimo
               Pascale -
               Elisa
               Pasquarelli
               - Diego Pavan - Aura
               Piccioni - Annamaria Pieralisi Da Lio - Mara Pravettoni -
               Luca
               Previato -
               Antonio Principe - Sabrina
               Priolo -
               Ermano Raso - Fabio Riccardi - Marco Righetti -
               Joanne
               Romano -
               Valerio Romano - Iulia
               Rotaru -
               Daniela Rusconi - Giorgia Salicandro -
               Michela
               Salice -
               Giorgia Salvatelli - Domenica Sammaritano - Angelo San
               - IagoAnna
               Rita Scheri
               - Ombretta Suardi - Pasqua Teora - Giovanni
               Teresi -
               Giuseppina Terranova - Stefano
               Tonelli
               -Paola Tosato -
               Irina Turcanu - Marco Usai - Elisabetta Vatielli -
               Leonardo Vitto - Adelina Voltolina - Stefania Vuolo
               Michela
               Zanardi -
               Eta Cremiv - Leonardo Zanin     
               
               
 Antologia del Premio
               Il Club dei Poeti 2005 formato 14x20,5 - pagg. 124 -
               Euro 18,00 - ISBN 88-6037-051-5
 
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                 Come
               avere l'antologia | 
      
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               Prefazione  Perché una
               poesia "sia", si distingua da altre forme espressive
               (in particolare la tentazione più frequente
               è quella di ridurla a una modalità
               espressiva di "buoni propositi" - o cattivi, ma
               è la stessa cosa), è necessario che la
               poesia ritorni a se stessa, alla sua ragion d'essere,
               alla sua "verità", che a volte - ma solo a
               volte - può anche coincidere con la
               "verità" di altre discipline (come la
               filosofia, le scienze umane, ad esempio), ma che
               sempre viene trovata in modo diverso. In questa
               "diversità" sta la peculiarità della
               poesia, la sua ontologia, la sua sola giustificazione
               per continuare ad essere. Ora, questa
               "verità" non sarà mai inconfutabile
               (siamo nei tempi del relativismo imperante, capace di
               conciliare tutto con il contrario di tutto...) e
               dunque - per fortuna - non avremo mai una poesia
               perfetta, una poesia che, una volta scritta, ci
               impedisca di scrivere altro - perché la
               perfezione sarebbe ormai raggiunta e tutto quello che
               si scrive poi, non sarebbe che uno scadimento di
               fronte a ciò che è perfetto. Quello che
               conta, dunque, è il senso di questa
               verità che ogni poeta trova nella sua
               interpretazione del mondo, nel suo orizzonte
               culturale, nella sua esperienza. Una verità
               soggettiva e imperfetta, sempre, ma che unita ad altre
               verità soggettive e imperfette amplia e
               consolida questo orizzonte culturale e indica altre
               modi di "essere nel mondo", o meglio, di sentirci
               "Essere nel mondo". Modi che non attingono alla logica
               e ai suoi strumenti di analisi che non di rado portano
               ad esiti - questi sì - irrazionali e dannosi
               (le guerre ad esempio, o le assurde "regole"
               dell'economia globale), ma che attingono invece alla
               parte irrazionale di noi stessi, al nostro im-mediato
               attribuire senso all'esperienza che viviamo
               (im-mediato, proprio perché non-mediato dalla
               ragione). Questa im-mediatezza è nient'altro
               che la voce dell'inconscio che vuole farsi conoscere,
               al poeta stesso prima di tutto, ossia la voce dei
               sentimenti, delle emozioni, delle sensazioni, della
               psicologia umana, ossia della metà dell'Essere
               che la razionalità tecnologica e scientifica
               nega nei fatti, che considera dannosa al "progresso"
               perché non controllabile e non inquadrabile in
               un disegno più o meno razionale di
               organizzazione sociale. Tant'è che la
               psicologia come scienza, per quasi tutto il '900,
               è stata largamente asservita a questa assurda
               idea del controllo sociale. La poesia dunque
               è una vera e propria forma di "devianza": chi
               scrive poesie è uno che de-via da una logica di
               controllo e di iper-razionalizzazione e cerca
               significati, segni, modi di essere e di stare nel
               mondo, che il "pensiero dominante" considera
               rémore, sentimentalismi, arcaicismi che
               sopravvivono nell'essere umano e che in qualche modo
               l'uomo del futuro supererà, illuminato dalla
               scienza (e allora vien da chiedersi perché
               così tanti poeti siano anche scienziati,
               studiosi, tecnici, informatici...). È difficile
               trovare una riflessione che possa cogliere il senso di
               una "raccolta" di poesie molto diverse fra loro, ma
               penso che quanto ho detto scritto possa in qualche
               modo essere un "cappello" alla raccolta che
               seguirà in queste pagine, nelle quali sono
               inserite opere di poeti che hanno partecipato alla
               edizione 2005 del premio letterario "Il club dei
               poeti". Trovo infatti questa "tensione alla
               verità", alla lettura del mondo in termini
               intellettualmente onesti (anche se, per forza di cose
               come sopra si diceva, con esiti certo non assoluti), a
               cercare un senso nell'esperienza di vita e poterlo
               esprimere nella im-mediatezza di un linguaggio che non
               si cura di "dimostrare" ma solo di con-vincere (non
               dunque di vincere l'altro col ragionamento, ma di
               vincere insieme, trovando un significato che consenta
               una com-unicazione, ossia l'unione di due o più
               persone in uno scambio di senso).è superfluo
               perciò chiedersi, a questo punto,
               "perché poesia"? A che cosa "serve" (verbo,
               questo, molto sospetto...) la poesia? La poesia non
               "serve" infatti a nulla: così deve essere,
               proprio perché la poesia è l'uomo
               stesso, ed è retorico chiedersi a che cosa
               l'uomo debba "servire". Ha senso invece l'affermazione
               "la poesia è necessaria", perché
               è l'uomo stesso, è nella sua natura,
               nella sua ontologia, ma anche nella sua integrazione
               razionalità/irrazionalità (logica e
               sentimenti) che scambia significati e senso per capire
               non soltanto il "mondo" al di fuori di sé, ma
               proprio il mondo a partire da se stesso, perché
               anch'egli è parte del mondo. E se la poesia
               è necessaria, allora abbiamo già trovato
               la risposta a una domanda in sospeso: "perché
               questa raccolta di poesie"?  
               
               
                                          Gianmario
                                          Lucini
Presidente della
               Sezione Poesia del Premio Il Club dei
               Poeti  
            
            
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               Ranieri
               Barghigiani  
               
               
                  Ore di
                  festa  Passanoed i tuoi
               momentiricordi nel
               tempo;ecco i sorrisi
               d'ora,lacrime del
               cuorecelate da finta
               giovinezza.Sono a te i giorni
               futuri,peccaminoso
               abbracciod'utopistico
               amoreche in sé
               ignoratristezza
               presente.   | 
               Piera
               Maria Chessa  
               
               
                  Pattada  Dall'alto del
               collela verde
               vallatadove rocce e
               cespuglis'intrecciano in
               armonia. Il lago,
               incastonatotra i
               prati,rimandal'azzurro
               pallidodelle sue
               acque. Al centro del
               paese,fra i tetti delle
               case,lo squadrato
               campaniledella
               chiesa. Protesa verso la
               valle,sento
               penetrare,sotto gli abiti
               leggeri,il fresco
               pungentedell'infanzia.    | 
      
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               Davide
               D'Elia  
               
               
                  Al
                  Cielo  Deiscente il Cielo
               Eternorapisce al mortale
               l'irides'unisce in
               rapsodie di colli e di pianori.Al fondo s'osserva
               l'acqua fino al gretoIgneo nel giorno
               vola ed incensa i rupi. Germina ove
               nell'ire l'occhio par fievole ancor ciò
               che si figge altisonante All'Espero si snoda
               dal Levantesu tabule sciantose
               che paion levitare.L'animo sitibondo e
               lì che si rincoraal luogo ove gli
               alati tesano nell'empireo.Il suo declivio
               è l'orlo benché apparented'un orizzonte
               oriundo al mondo e ai sensi.Camuso è il
               suo profilo al clivo e al maree quando il Sole
               è folgorefronzuto d'in
               frotte nubi si decora. Ognuno al seme
               pasce in gratitudinema è al
               Cielo che agli occhi sprona tutto il
               Gaudio.   | 
               Luca
               De Pieri  
               
               
                  Raggio di
                  sole  E, cammini, uomo,
               lungo il sentiero della vita,finché un
               giorno, la tua strada non è più in
               salitaperché un
               raggio di sole ti ha fatto battere il
               cuorecosì forte,
               che se stai in silenzio, ne puoi sentire il
               rumoresimile a quello
               delle onde del mareche lente ma
               inesorabili contro gli scogli vanno a
               naufragare:Ma è
               l'amore... Uomo... che ci puoi fare?È l'unica
               onda che non potrai mai dominare,perché,
               anche tu, uomo, ogni volta che vedi un raggio di
               sole,lento ma
               inesorabile inizi a naufragare   | 
      
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               Valeria
               Di Felice  Serata di
               maggio Penetra nel
               mio sguardoun senso di
               profonda pace,le luci
               sotto il cielo stellatodei
               spaziosi vialisembrano
               lucciole in festa,nelle
               membra del mio cuorenasce un
               crepuscolo di gioia:è un
               albore di serenità.L'ultimo
               canto degli uccelliè
               dolce al mio sentirein questa
               atmosfera celestialedurante il
               risveglio primaverile.Attimi di
               estasi vitalee di
               piaceri genuiniin una
               tranquilla serata di Maggiomentre
               osservo dal balcone un lieto
               poggio.   | 
               Stefano
               Ercolino  
               
               
                  Giardino
                  d'inverno   Il ciliegio
               stecchitocontro il tramonto
               di gennaio,solo una
               fogliarimane:  vive il silenzio
               del vento,la vertigine verde
               dell'erba.  Giardino
               d'inverno.Tremanoi tralci della
               vitestridel'altalena.  Leggermente.  Il tuo
               profumomi porta
               l'inverno.Di
               fiori.Il tuo respiro
               vibranell'aria.Sul tavolo di
               pietrasaltella uno
               scricciolo  Ti
               sento.    Come la
               fogliache non
               temel'inverno.  | 
      
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               Flavio
               Ferraro  
               
               
                  Il Dolore Cosmico
                  e l'Egoismo
                  dell'Uomo  Quali terribili
               despoti siamo per chiascolta le nostre
               pienezze, per le montagne,che eternamente
               accolgono il muto canto! Ah le rose, queste
               palpebre del silenzio,conoscono il mio
               cuore come il ventopeccatore le
               spelonche in cuiper un istante
               s'acquieta il maledettoerrare, come il
               Sole i passeri che accolgonoil suo Verbo, e
               spensierati ed eretici sacerdotilo sussurrano
               all'avida quercia! Molte betulle,
               vinte da pienezza, morironoa causa del nostro
               donare. Non ascoltiamo mail'inerme silenzio
               del mare, celebriamo solo le nostretensioni, le nostre
               colme vastità... Eppure quali
               perdute sorgenti potrebberorivelarci gli amari
               laghi, quanti profumi sconosciutipotrebbero narrare
               i saggi prati... Ma noi, troppo
               fragili per ascoltare, celebriamoe basta. Se solo
               l'insaziabile dolore tacesse,ah come potremmo
               ascoltare il tenue gorgheggio deltorrente smarrito,
               e capire che il suo palloreè uguale al
               nostro canto...   | 
               Andrea
               Garbin  
               
               
                  Notturno
                  invernale  Nel mio pensiero
               ulula il ventoTraditomi dal sonno
               dei sensiE come fradici
               mandorli immensiMi perdo in pallidi
               voli d'intento. Smarrito in codesto
               omeopatico cantoAcuto apparire d'un
               delirio mai mortoEd il corpo da
               madidi tremuli attortoMi snervo tra i
               rami d'un salice infranto. Scenda la notte.
               M'allieto e mi pentoM'affranco, annaspo
               nel sonnoE scivola in me il
               cupo disagio del tempo.    | 
      
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               Michela
               Garella    
               
               
                  Inverno  Tacita è
               l'intesa tra il cielo terso e la terra
               invernaleNulla di loro
               procrea, se non mere illusioniQuando la foschia
               detta un magico votoE la notte,
               promiscua, comprende le più ardite
               effusioni.    | 
               Benedetto
               Genovesi    
               
               
                  Il tuo ultimo
                  sguardo  Il mio ultimo
               sguardo, i tuoi occhi dentro i mieiuna goccia lenta e
               inesorabilenella tempesta
               della tua assenza, nel mio mare di niente,e negli occhi il
               silenzio di un ricordo ormai impossibile.Ed io rimango qui
               ad aspettarti ancora,ed io rimango qui
               senza capire perché,mentre l'immagine
               del tuo sorriso si riprende la vitae può
               finalmente scorrere dentro la mia.Ti porterò
               con me immergendomi nel mare della tua
               anima,per vedere ancora
               una volta i tuoi occhi,per sempre... oltre
               i confini dell'infinito.    | 
      
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               Alessandro
               Ghionzoli  
               
               
                  Ninfee  Siamo come
               ninfee:galleggiamo sul
               mondosenza origine
               né finesolo il tempo di
               vivere e poi...l'eternità
               dietro di noie davanti
               l'infinito (Casoli, 6 maggio
               2003)    | 
               Carlo
               Gugliotta   
               
               
                  Occhi blu
                  dell'Ontario  Occhi blu
               dell'Ontario, vi sto pensando:il vostro colore
               è la bellezzache in me diventa
               tanta purezza,ora, che nel mio
               cuore vi sto portando. La mia mente di voi
               sta ricordandoe diventate la mia
               contentezza,e non rimane in
               bocca l'amarezzaanche se del
               passato sto parlando. E come il sole su
               voi sta splendendo,mostrando il vostro
               gradito splendore,così l'animo
               mio che sta vedendo, che sente nascere
               un nuovo cuoree splendidamente
               sta risorgendoancora con la forza
               dell'amore.   | 
      
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               Annarita
               Migliaccio  
               
               
                  Dolore  Sono con te, con
               loro, sono nel dolore io.L'impotenza mi
               rende cieca, sorda e muta.Urlo dentro di me,
               nel silenzio sordo,con niente che non
               torna più indietro,e con le sole
               preghiere sgranate una ad unasul tavolo della
               mia vita.   | 
               Walter
               Moretti  Gravità
               terrestre Se non
               fossi tanto gelosa,o
               Terra!Polverosa
               ferrignagravida
               gravitantesulfureo
               pallonemal
               riuscita sferainsaziabile
               d'acque,girotondo
               d'uccellie di
               velieri. Se della
               mortecui ci
               condannifosse a te
               bastante il dono,lasceresti
               le nostre polverilevitarea guadagnar
               le stelle.   | 
      
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               Massimo
               Pascale  
               
               
                  Cuore di
                  tenebra  Io vivo nella
               Notte.Vagando alla
               deriva,come quei vecchi
               relittipensionati dalla
               vitaprodighi di
               consigli non richiestiper giovani braccia
               operaiementre altri hanno
               già costruito per loroavevano già
               deciso la rottaper vele strappate
               dal ventoe funi corrose dal
               sale.Io amo la
               Tenebra.Che nasconde agli
               occhi amantila forza e la
               passione del mio sentimentomisterioso,
               terribile;sconosciuto a me
               stessoche non voglio
               indagarlo;che vive di me,
               schifoso parassitae mi lacera l'anima
               a morsi.Nessuno con cui
               condividere il dolore,cupo, assoluto,
               gelido -fiamma di cristallo
               -schegge che
               implodono taglienti;malato d'un male
               oscurosenza spine da
               staccare:così succhio
               la vita dai petti ansimantie nella notte non
               cerco la luce,non cerco una
               strada per dove.Non riesco a capire
               il motivoper cui il silenzio
               che amovenga spezzato di
               notte soltantoda lacrime che
               scorronosu un cuore di
               tenebra.    | 
               Elisa
               Pasquarelli  
               
               
                  Opera 2a
                  classificata   
               
               
                  Una sua
                  fotografia  Per uno stupore
               della vista,neanche la
               brevità degli anniha soccorso i
               ricordi - - già allora
               ne intuivoil lento degrado
               dei bordi,il risalto
               flavescente, il brunodegli angoli, la
               patina falba. Eppure, non furono
               che attimidi attimi fa -
               impressioniimpressionate
               succubidei nostri venturi
               passi? O le miopi
               rifrangenze,dell'occhio
               intenzionatoa non
               vedere?    | 
      
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         | 
               Luca
               Previato Nata,quattro piccole
               lettereinnocuema ne ho già
               il cuore gonfio.E da ora in
               avantirespirerò
               ogni tua sensazionee ascolterò
               ogni tuo pensiero.Attesa,sì, ti ho
               attesa a lungoma è solo un
               secondodi fronte
               all'eternità che mi regali.Il tuo
               papà. 
               
               
 Il vento ha
               giocatocon le
               fogliecome
               coriandoli.Il freddo ha
               chiusoridendotutte le
               porte.La notte ha
               celatobeffarda i loro
               scherzi.Ansimando si
               guardanosospesi.È un
               attimotorna il
               giorno:e tutto
               ricomincia. 
               
               
 Non ricordo
               più la datanon è
               importante.È accaduto
               là,in mezzo alle
               nebbie del tempoche ora lo
               proteggono.Come un
               faroora appare, ora si
               celaper riapparire
               ancorain una eterna
               alternanza,che orienta ogni
               miopensiero.È un piccolo
               gestoleggeroa metà
               strada trail sorriso e lo
               stupore:quel primo bacio
               che mi hai dato.  | 
               Sabrina
               Priolo  
               
               
                  Opera 1a
                  classificata  
               
               
                   Ricordo
                  cipria  Mammasono stata troppo
               indaffarataa restare
               vivache non mi sono
               accortache tu
               tremi.Perché non
               mi hai detto che anche tu devi
               invecchiare?Per sentirmi ancora
               riderenella placenta alla
               cipria e cappuccino?Oppure
               perché anche tueviti come me di
               contarti le rughequando allo
               specchio un riflesso familiareti guarda senza
               assomigliarti più?Adesso però
               vieni,ti porto al
               mare,una volta ancora
               sciogli i capellie metti il vestito
               biancoche oggi è
               sabatoe arriva il
               papà.   | 
      
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               Joanne
               Romano  
               
               
                  Nebbia  Tale un velo la
               nebbia, nel ramo denudato,si perde o si
               strappa a rugosi gironicome dolente sposa
               d'autunno giù spogliatoche percorre la via
               di vane illusioni. La natura si offre
               al lindo sposaliziod'una volta
               promessa a nevose aurore,il freddo ermellino
               d'un niveo supplizioinveste già
               le vette da gelidi albori. Sui monti velati
               dalle nubi dispersesi dissolvono ombre
               in erranze inversenel diafano
               bagliore di fugaci dimore. E la brezza divelta
               verginale tremored'altari fluttuanti
               d'arcana nebulosain questa
               cattedrale ove svanisce sposa.   | 
               Iulia
               Rotaru  
               
               
                  Piombo  Le palpebre di
               piomboM'impediscono di
               continuareA riconoscere
               queste farfalle nereSul cielo bianco
               puro.E mi fisso, ma
               cadoIn un profondo e
               buio abisso.Nessun filo di
               seta,Nessuna
               ragnatela!Mi vorrei soltanto
               fermare!Ho sete di
               luceE voglia di
               frenareIl tempo con uno
               stecchino da dentiInfilzandoglielo
               nelle sue ruote!Ho sete di
               sole,Di sabbia
               asciutta,Paura del
               buioChe c'è
               dentro me!    | 
      
         | 
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         | 
               Michela
               Salice  Il
               naufragio Il tuo
               amore non ha urgenzanon ha
               necessitànon ha
               bisogno di un respiro profondoné
               di una lunga apneaperché
               galleggia leggero in superficiecome una
               piccola barca legata alla rivatranquilla
               nel suo porto improvvisato.Io chiedo
               l'estremo l'esagerazionenon voglio
               il controllo su tuttoma la
               deriva, la tempestail cuore
               spezzato dalla fatica dei bacila marea
               che trascina disorienta...La quiete
               è di chi dormedi chi non
               sa goderedi chi non
               si affeziona.Io ho
               mollato la cima e ho seppellito i
               remiper salpare
               nell'oceano del tuo mondoho visto un
               lampo nei tuoi occhie ti ho
               creduto diversoho sperato
               in una storia non ancora scritta
               ma...mi
               sbagliavo!Pagine
               già lette e già strappate le
               tue.La
               delusione più grande?Scoprirti
               uguale agli altrie per
               questo non poterti amare.    | 
               Anna
               Rita Scheri  
               
               
                  Segni  Parole come
               alinell'aria
               spargonoprofumi di
               petaliscolpiti nel
               vento.Suoni
               d'immaginiversi
               d'armoniacome segni
               profondidi oasi senza
               tempo.Parole di
               pietrascolpite nel
               ventoa formare
               l'eternodel fuggevole
               istante.Turesterai
               dentroali diprofonda
               memoria.   | 
      
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               Giovanni
               Teresi  
               
               
                  Il vento del
                  sud  Nell'ora che
               s'apprestaa
               sera...quando tra gli
               ulivile pietre sulla
               terras'adombranoe tra le rustiche
               casei colorati
               pannimostrano gli intimi
               usi,il vento
               leggeroe tiepido
               accarezzadegli abeti le
               chiome;culla le
               foglie,le nuvole e le
               onde...tutto sa
               d'incantonei colori
               dipintidal tramonto sui
               sassi,sui muri, sulle
               cimedei lontani
               monti.Anche le
               isolesembrano ad un
               tratto,come le piccole
               barche,allontanarsie riflettersi
               nell'azzurroall'ammaliantevento del
               sud.Quando gli ultimi
               raggidi porpora tingono
               il cielo,il vento
               cambia...quasi furente
               scrolla i rami,le chiome, i
               pannicome a salutare il
               dì.Poi...dai vicoli, dai
               tettifischia sottile e
               serenonell'assopimentola sua antica
               melodia.  | 
               Stefano
               Tonelli 
               
               
                   Maestro
                  ascolta  Ascolta, o mio
               Maestro,Tu hai affidato
               questa vita a me,perché io
               imparassi e crescessiin luce di
               conoscenza e di amore.Ho accettato il
               patto- potevo fare
               altrimenti? -e sono sceso fin
               quaggiù.Ho avuto, come
               tutti, la mia razionedi gioie e
               fortune,di pene e
               sofferenza,ma mi è
               sempre stato compagnoil male di
               vivere. Comprendimi, o
               Maestro.Tu mi esorti ad
               andare nel mondoe a scoprire nuovi
               sentieri:"Vai! Nelle tue
               bisacce haitutto il
               necessario! Osa! Va!"Ma a me, o Maestro,
               cedono le gambe,la gioia e la
               speranza scivola dalle braccia,la bocca si fa
               amara e sputa veleno. Perdonami o
               Maestro.Lo so, la vita
               è una scuola che spessoImpartisce dure
               lezioni etu hai ragione: non
               bisognabuttarla in vano
               cincischiare.Ma io rimango
               chiuso nel mio bunkervoltando le spalle
               al mondo,e conto i giorni
               lenti di questa preziosafin troppo lunga
               esistenza. 
               
               
                           (8
                           maggio 2004)
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               Michela
               Zanardi  
               
               
                   La confusa
                  dolcezza del tuo sguardo oltremareFonte
                  d'ispirazione per i miei occhi -Le mie mani ti
                  urlano il doloreanelano il
                  perdono del tuo passato sconosciuto --Con voce
                  sfacciata sviscero il mio cuoree ballo la mia
                  danza senza velisulla spiaggia
                  dorata del tuo sguardo oltremare -    | 
      
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                  Agg.
                  08-01-2006   |