- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
|
-
Antologia
del premio letterario
Città di Melegnano 2005
|
- Sommario
-
-
- Prefazione
di Benedetto Di
Pietro -
Maria Afa Tiranti - Abramo Agosti - Alfredo Agresti -
Marco Angella - Elena Auddino - Sergio Baldeschi -
Gianluca Battistel - Anna
Bellon -
Egidio Belotti - Valentina
Binelli -
Simone
Bobba -
Alberto
Bosis - Sara
Brillanti - Don Pasquale Brizzi - Sergio Brovelli -
Vincenzo Calò - Alessandro Angelo Calzati -
Lisetta Capozzi - Claudio Capponi - Antonio Capriotti
- Marco Cartillone - Pietro Catalano - Maria Rosaria
Cau - Sara
Cechet -
Alma
Chiment -
Carmelo Chiofalo - Sabrina
Cimò
- Silvia Cipollina - Ugo Colla - Marina
Concas -
Rosa Maria Corti - Mariangela D'Albenzio - Vincenzo De
Crecchio - Andrea De Palma - Valeria
Di Felice -
Filippo Di Giovanni - Vincenzo Elefante -
Gian
Luca Endemini
- Luca
Falchi -
Paolo Falcioni - Chiara
Ferrara -
Federico Fieri - Francesco Floresta - Maria Anna
Flumero - Giacomo Fumarola - Giuliana Galimberti -
Rosario Galipò - Giovanna Garzia - Marcello
Gatto - Amedeo Giordani - Pellegrino Iannaccone -
Maurizio Isernia - Stefano Leoni - Mariella Ligorio -
Stefano Lodi - Giuseppe Pietro Paolo Longo - Daniele
Lopriore - Elena Marchionno - Gianpaolo Marcucci -
Demo
Martelli -
Luciano
Martinelli -
Giuseppa Masilla - Emma Mazzuca - Valerio Mello -
Giampaolo Merciai - Marco Mezzetti - Domenico Mungo -
Michele Mutti - Carla Noro - Cinzia Nuvoli -
Maurizio
Orsi - Irma
Immacolata Palazzo - Liliana Paparini - Angelo Passera
- Franca
Petriccione
- Maurizio Pivatello - Ermano Raso - Gianpaolo
Ripamonti - Laura Concetta Rizzotto - Daniela Rusconi
- Nino
Russo -
Laila Scorcelletti - Marco Simeoli - Raffaele
Sinkovic -
Maurizio Tantillo - Francesco M. T. Tarantino -
Stefano Tavernelli - Carla Tedde - Luisa
Tedesco -
Giuseppina Terranova - Stefano Tonelli - Michele
Vaccaro - Paola Valle - Edio Vassalli - Mario Vierucci
- Leonardo Vitto - Giulio Volo
-
-
-
-
- Antologia del Premio
Città
di Melegnano 2005 -
formato 14x20,5 - pagg. 104 - Euro 18,00- ISBN
88-6037-193-7
- Risultati del
Premio
|
-
-
- Come
avere l'antologia
|
- Prefazione
È
cosa ormai risaputa che i momenti che stiamo
attraversando non sono dei migliori. Le notizie date
dai giornali di qualsiasi genere e tendenza sono
bollettini di guerra a getto continuo: cataclismi,
atti di terrorismo, incidenti stradali, omicidi con
tutte le varianti possibili. Ci si chiede dove si
andrà a finire di questo passo. Non c'è
da stare allegri; eppure i militanti della poesia sono
in continuo aumento. Può, questo fenomeno,
essere ritenuto un caso accidentale, una moda del
nostro tempo, e i poeti una razza di individui affetti
da vanagloria alla ricerca di un momento di
celebrità, come avviene in certe trasmissioni
della TV, oppure si tratta di qualcos'altro? Credo di
non sbagliare se affermo che il poeta è sempre
figlio di un disagio interiore e che la poesia
è una malattia che può contagiare
qualsiasi essere umano. Esiste una proporzione diretta
tra l'entità del disagio e la schiera dei
poeti. Ciò che varia è il movente che
dall'amore nei suoi molteplici aspetti passa
all'impegno sociale, alla dissociazione dalle storture
operate da chi è al potere, alla condanna del
terrorismo. È proprio su questi punti che si
differenziano le poesie e i poeti. Sono questi i
presupposti che fanno accettare meno volentieri i
versi dedicati ad un incontro amoroso oppure uno sfogo
per una delusione personale, e invece fanno accettare
con più benevolenza le poesie composte per
un'occasione di dolore collettivo, di qualunque
origine esso sia. Così troviamo chi mette a
confronto il tempo in cui i bambini si addormentavano
con una bella favola con quello attuale in cui l'uomo
si chiude nel suo guscio, come vuole Giampaolo Merciai
piangendo «giorni senza luce / sui mari dell'odio
e non bastano Torri che cadono / e i treni di Madrid e
i muri di Beslan / e il cielo di Londra e le strade di
Sharm...» (Una Volta...). Il tema della
solitudine che attanaglia l'uomo moderno nella grande
città è ripreso da Pietro Catalano che,
partendo dall'aspetto comportamentale dei viaggiatori
del metrò che «Non fissano mai o quasi
altri occhi, / il timore della nudità
dell'anima / è sempre in agguato»
(Passeggeri in metro), ne denuncia l'aspetto razzista
nei confronti di chi può essere considerato
diverso per il solo fatto di non poter essere
omologato secondo le categorie
convenzionali.
Il
senso di provvisorietà che ci impedisce di fare
progetti per il futuro, ci porta alla chiusura verso
qualsiasi sollecitazione esterna. È un vivere
alla giornata e ancora una volta la poesia diventa la
voce più immediata e sensibile del nostro
tempo.
Benedetto
Di Pietro
Presidente
della Giuria del Premio
|
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- ANNA
BELLON
-
-
- Goccia di
rugiada
-
- Rinascerò
in una goccia di rugiada,
- nella
cristallina brina dell'aurora,
- nel sapore di
sambuco che ha l'inverno.
- La memoria della
vita mi lascerà,
- in un velo
nostalgico e senza tempo
- si
conserverà l'impronta di me...
- ...Ma io
sarò una goccia di rugiada
- e da qualche
parte, nella mia bellezza,
- sentirò
arrivare il sorgere del Sole
- ed il ritorno
delle rondini a primavera.
- Nessuno
piangerà per la mia partenza
- quando
saprò, nella mia bellezza,
- che è
giunta l'ora, l'ora di andare,
- quando appare il
Sole nel cielo chiaro.
-
-
-
- Relitti
-
- Onda d'un
mare
- che non rammento
d'essere
- navigo tra acque
e nebbie,
- cercando terre
ormai sommerse
- dal
tempo.
- Canto d'una
sirena
- che non conosce
il cielo,
- melodia
salmastra
- che nel riflesso
si perde
- per sognare la
fiamma,
- cercando fuochi
ormai sommersi
- dal
vento.
- La storia si
spoglia,
- il mito diviene
favola
- e ciò che
rimane è cenere,
- da soffiare al
vento:
- sublime
costruttore d'ombre
- è il
tempo.
-
-
|
-
- VALENTINA
BINELLI
-
-
-
-
-
-
-
- Angelo
-
- occhi sempre al
limite della tristezza...
- ma cosa penserai
mai dolce mamma...
- mani ruvide
della vita così poco generosa
- ma tu lo sei
sempre stata molto
- come i tuoi
fianchi, i tuoi grandi seni,
- i tuoi grandi
sorrisi, la tua pelle profumata...
- quali segreti e
quanti ha dovuto sopportare
- e quante volte
far male il tuo cuore
- per ogni spillo
che, senza senno qualcuno
- spingeva nel tuo
petto...
- come hai potuto
perdonare tutto a tutti...
- come puoi
giudicarti felice
- come puoi amare
senza mai ricevere...
- lo sai, mi sono
data una risposta,
- non ci avevo mai
riflettuto prima d'ora
- ero intenta a
trovare la mia vita...
- sei un
angelo...sei bella come nessun'altra
donna
- potrà mai
essere...sei bella anche stanca
- sei bella anche
triste...sei bella anche arrabbiata
- sei il tesoro
che ogni figlio dovrebbe avere in
eredità...
- sei una creatura
del cielo...prima ancora di essere
- moglie e madre
sei un angelo...
- quello con le
ali più grandi
- quello con la
tunica più candida...
- il mio unico
rimpianto è quello di non
- aver apprezzato
e amato tutto quello
- che mi hai
regalato in cambio di nulla...
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- SIMONE
BOBBA
-
- Profumi portati dal
vento
-
- Ho scavato tra
gli occhi della gente
- ed ho incontrato
il tuo viso,
- ragazza vestita
di nuvole
- che
dell'umiltà ne hai fatto pregio
- senza di essa
ammantarti.
-
- Il vento con
sé portò
- il tuo
inebriante profumo;
- incontrai fra la
brezza
- le tue soavi
mani
- in cui si
cullava la tenerezza dell'essere.
-
- Quella notte in
cui la Luna ci osservava
- ed i grilli e le
rane cantavano al trascorrer del tempo,
- quasi a stento
ci uscivano le parole
- e proprio allora
mi accorsi che il mio nome
- pronunciato
dalle tue labbra di una diversa cadenza
risuonava.
-
- E nella stessa
nottata
- quel raggio di
Luna
- che aveva perso
la madre,
- è giunto
ad illuminare il tuo viso
- e silente in te
è rimasto.
-
- Velato nei tuoi
occhi lo intravidi nel risveglio del
mattino,
- quello stesso
mattino in cui il cinguettio dei
uccellini
- creavano un
ancestrale sottofondo
- simile ad un
soffice materasso di fiori bianchi e
lillà
- sospeso
nell'aria di un viaggio antico
- fra libellule e
farfalle che sin lontano indicavano la
via.
-
- Socchiudendo gli
occhi per osservarti
- avrei voluto
cessassero gli altri rumori
- tranne quello
del silenzio.
-
-
-
|
-
- ALBERTO
BOSIS
-
-
- A Mies.
-
- Eccoti...
- Davanti a
me...
- Con le tue
straordinarie linee...
- Il travertino
levigato,
- le lastre di
onice,
- i riflessi
dell'acqua,
- la luce che
filtra dai vetri.
- Sei anche
mia,
- meravigliosa
struttura...senza tempo...
- Sei anche
mia,
- perché
l'opera di un uomo.
- Un uomo come
me...
- Che si asciuga
lacrime di gioia,
- di fronte a un
capolavoro di pace.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
-
- SARA
CECHET
-
-
- Cipride
-
- non ho mai
chiesto nulla
- ad una dea; ad
una donna.
- dal mio
millennio al tuo
- senza portare a
terra la fronte
- ti prego,
insegnami ciò che sai
- di baci e
sorrisi,
- di carezze e
sussurri.
- mostrami come
non piangere
- la sua
indifferenza di uomo,
- quando il mio
calore non basta
- a trasformare in
desiderio la freddezza,
- e il nodo alla
gola stringe
- e stringe fino a
serrarne il respiro.
- regalami uno dei
tuoi incantesimi
- per allacciarlo
a me d'amore,
- fa che mi guardi
come un tempo
- i mortali ti
adorarono,
- se per un attimo
è stato mio
- che sia per
sempre prigioniero.
- se puoi, antica
dea,
- che non mi
sfugga.
-
-
-
- Anton
-
- Vorrei regalarti
la mia pelle
- chiara
- come una
metà di terzo atto
- di
gabbiano.
-
-
-
|
-
- ALMA
CHIMENT
-
-
- Nonna
-
- Non c'è
più la tua mano
- ad
accarezzare
- i miei riccioli
bruni
-
- né la tua
voce
- a
rassicurare
- il mio piccolo
cuore.
-
- Più non
ho
- la tua
dolcezza,
- il tuo
amore,
-
- i tuoi
ricordi,
- i tuoi
consigli,
- i tuoi
sorrisi...
-
- e il caro volto
tuo
- - ormai
-
- solo nei sogni
miei riappare.
-
- Ah, vedessi
d'agosto
- cadere una
stella
- per chiederle di
farti tornare!
-
- ...e poi vederne
un'altra
- e
desiderare
- - per Te -
l'eternità.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- SABRINA
CIMÒ
-
-
- Arma la
poesia
-
- Arma la
poesia
- d'amore e
tenerezza
- musicalità
e tempesta
- vola
nell'ala
- dell'essere
umano
- perso nell'anima
più nascosta
- del meandro
più buio della terra
- nuota
nell'oceano infinito
- leggero.
- Batte un
cuoricino
- tenero ed inerme
scalpita
- dove la frenesia
della vita
- ti
prende.
- Ma tu
arma
- arma sempre la
tua poesia
- di pennelli e
acquarelli delicati
- per dipingere
quadri
- d'amore e
tenerezza.
-
-
-
|
-
- MARINA
CONCAS
-
-
- La strada
sbagliata
-
- Amica cara
perché percorri
- quella strada
che ti porta
- dritta dentro un
tunnel
- senza
uscita?
-
- La vita troppo
spesso
- ti ha messo a
dura prova,
- ma non è
motivo valido
- per distruggerti
con quella roba.
-
- Hai perso ogni
speranza,
- sei precipitata
nel baratro,
- non reagisci
più,
- brancoli
nell'oscurità
- senza uno
scopo
- e non ti rendi
conto
- che hai la
scimmia in corpo.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- VALERIA
DI FELICE
-
-
- I veli
dell'anima
-
- Ho osservato
la tua mano
- disegnare i
contorni
- della mia
nudità
- su un
foglio
- bianco.
- Ho sentito le
mie sensazioni
- scivolare
- sul telo che
avvolge
- la mia
ingenuità
- in una
nuvola
- di
seta.
- Mi sono
spogliata
- della
pesantezza
- dei miei
veli
- e ho sentito
la mia ombra
- riflettere
- sulla
pelle.
- Mi specchio
lentamente
- sulla
carta
- e vedo
l'immagine
- di una
ragazza
- che ad occhi
chiusi
- respira il
profumo
- di una
luce
- nuova.
-
-
|
-
- GIAN
LUCA ENDEMINI
-
-
-
-
-
-
-
-
-
- Migrazioni
-
- Sono il nome di
mille frontiere
- e indosso il
loro odore come un vestito consunto
- Sono lo specchio
del mio vagare tra cielo e terra
- oltre il confine
incerto dello spazio e del tempo
- Ho lasciato
cadere parole di pietra
- nel mare
profondo della menzogna
- senza udirne
l'eco
- Ho sepolto i
miei anni sotto la cenere del tempo
- e li ho confusi
col rumore dei miei passi
- Ed ancora
incessante il mio vagare,
- il mio cercare
il respiro del vento
- che vola oltre
il limite tremulo dell'incertezza
- Non si placa la
mia voglia d'essere pioggia
- che lenta bagna
gli aridi sentieri della solitudine
- Un'altra alba si
leva su di un giorno che non vedrà
luce,
- il giorno d'un
calendario dai numeri sbiaditi
dall'indifferenza
- Mi fermo un
unico eterno istante all'ombra di un
rintocco
- ad osservare,
con gli occhi del viandante, la faccia segreta
della luna.
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- LUCA
FALCHI
-
- Cielo stellato
sopra noi,
- volo basso di
pipistrelli,
- versi lugubri di
civette,
- gatti selvatici
s'azzuffano
- occhi brillanti
nella notte.
-
- Camminiamo per
ore,
- la luna ci
segue,
- scompare tra i
pini, ricompare,
- l'orologio segna
il tempo
- assieme ai
nostri passi,
- aspettiamo
l'alba, non da soli,
- dietro la pineta
c'è già il sole.
-
-
-
- Come un flutto
che su uno scoglio s'infrange,
- come uno
stormire d'uccelli,
- questa
età di mezzo così
và,
- alle volte
rumorosa, alle volte leggera.
-
- Passa rapida,
veloce come la risacca,
- che si porta via
la sabbia dal bagnasciuga,
- lentamente,
quasi senza accorgersene,
- così
passano questi anni!
-
-
-
- Voglio andare
via,
- aprire quella
porta
- per riprendere
la strada
- della mia
vita.
-
- Chiuso dentro
una gabbia
- non riesco
più a volare,
- la mia
libertà è mia
- questo lo so
bene.
-
- Ma rimango
qui,
- l'Amore vale
più della Libertà?
-
-
-
|
-
- CHIARA
FERRARA
-
-
- Nata
nell'eternità.
- Chissà
quanto tempo.
- In una
cattedrale
- nel mondo
disperso.
- La tua aurora
non è troppo chiara,
- non è
troppo scura.
- Ti liberi da
mille chiavistelli.
- Vai nel pallido
azzurro sotto il tempo.
- Fai i tuoi
miracoli.
- Le montagne nel
cielo,
- che solo i tuoi
occhi sanno vedere,
- la marea che
è di ogni cosa,
- il vento che non
conosce nulla
- fai
fiorire.
- Giungi nella
grande piazza,
- dopo aver fatto
il fuoco,
- dopo aver dato
la vita a ciò che era immortale,
- dopo aver
regalato l'indeterminato alla folla,
- dopo aver
rinunciato alla parola.
- Ed ora devi
conoscere la solitudine.
- Uno sguardo che
perde equilibrio.
- L'immanenza
delle mura.
- Non si
sprecheranno tutti i colori degli
uccelli
- nell'universo
della terra.
- La rondine
finita va per l'illimitato.
-
-
-
- Arriva.
- Volto di
ragazzina.
- Passo da
uomo.
- Svagata musa che
ha perso la via.
- Malinconico
soldato di ventura che ritorna a casa.
- Nugoli di
pensieri senza radici rotolano nel
cielo.
- Davanti a lei
nel quotidiano sopravvive lo
straordinario.
- La fata povera,
nell'implosione dell'infinito, prega
indigente.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- DEMO
MARTELLI
-
- Eri niente eri un
poco
-
- Eri niente eri
un poco
- eri tanto sei
tutto.
-
- Forte come una
quercia
- abbarbicata
nelle mie carni
- succhi
l'indifferenza costruita
- per
sopravvivere,
- e io mi
nutro
- di qualche
sguardo nel silenzio.
-
- Tingi di verde
il tuo seno giallo:
- avremo la luna
nuda,
- che galleggia su
la musica dei grilli
- di terra
povera,
- nelle prime
ore
- del mattino
notturno.
-
- Eri niente eri
un poco
- eri tanto sei
tutto.
-
-
-
- Festa
-
- Il cielo sta
cantando
- con tutti i
negri di New Orleans
- un bleus a luci
azzurre
- quando l'arancia
accesa
- con fiamma di
cera
- torna al giorno
corto.
-
- Coppie di stelle
danzano,
- bagnate di
champagne
- dell'Orsa
Maggiore.
- Ascolta amore
mio,
- il brivido del
tempo.
-
- Torneranno a
cantare
- i negri di New
Orleans?
-
-
|
-
- LUCIANO
MARTINELLI
-
-
-
-
-
- La
mamma
-
- La mamma, che
persona meravigliosa
- Ti da la vita e
ogni altra cosa,
- da quando eri
piccolino
- che ti cambiava
il pannolino
- fino a che
grande sei diventato
- e un bel giorno
ti sei sposato.
- Sempre presente
con amore
- nella gioia e
nel dolore,
- attutisce ogni
sofferenza
- anche con la
sola sua presenza.
- Punto fermo e
fonte d'amore
- che ogni bambino
porta nel cuore.
- Tra le sue
braccia ti senti protetto
- stretto al suo
caloroso petto.
- I figli
crescendo, a volte la fanno arrabbiare
- ma guidata
dall'amore non tarda mai a perdonare;
- lei gli
dà sempre tutto, senza mai chiedere
niente
- al contrario di
come fa nel mondo tutta l'altra gente.
- Tutto questo
crea nei figli, un amore tanto forte
- che supera ogni
ostacolo, perfino la morte.
- Perciò la
parola «mamma», piena il cuore ad ogni
persona
- ed ognuna vede
la propria, come la più bella e la
più buona.
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
-
- MAURIZIO
ORSI
-
-
- Albeggiare di
Sole...
- Sciabordare di
Mare...
-
- Albeggiare di
Sole...
- Sciabordare di
Mare...
- Da quali
mattini
- a quali
tempeste,
- scialuppa di
Sole
- ancorata a quel
Mare.
- Da quale
partire
- a quale
tornare,
- dopo essere
stato
- prima di
essere.
- Per poi
ritornare...
- Per poi
ripartire...
-
- Albeggiare di
Sole
- dietro persiane
serrate,
- frantumando
finestre
- ad
osservare,
- lo stesso Sole
lievitare
- su nuovi
mattini...
- Sciabordare di
Mare
- dietro porte
blindate,
- scardinando
stipiti
- ad
ascoltare,
- lo stesso Mare
urlare
- su nuove
tempeste...
-
- Albeggiare di
Sole...
- per poi
ritornare
- su nuovi
mattini...
- Sciabordare di
Mare...
- per poi
ripartire
- su nuove
tempeste...
-
- Per nuovi
mattini!
- Per nuove
tempeste!
-
-
-
|
-
- FRANCA
PETRICCIONE
-
-
- L'ora del
tramonto
-
- È giunto
il tempo in cui la verità
prevale
- agli occhi
dell'anima.
- Tanto
camminammo,
- faticose erano
le mie strade;
- prima valli poi
impervie rocce.
- Scalando piano
piano,
- tempo dopo
tempo,
- attivai sulla
cima che mi condusse
- ad un lungo
viale assolato,
- dove
deviò anche la tua strada.
- Vicini,
più vicini,
- mano nella mano
andammo lungo il viale.
- Là dove
si perde il sole.
- Più volte
di sfuggimmo dalle mani,
- intraprendendo
così, diverse strade
- scoscese e senza
fine.
- Ci vedemmo
all'orizzonte,,
- tempo al tempo
affrontammo un vastissimo labirinto,
- quando
finalmente raggiungemmo l'univoca
strada,
- per
riprenderci.
- Di nuovo mano
nella mano,
- andammo avanti,
ma poco a poco
- quel sole che un
dì stava davanti a noi,
sparì.
- Gradatamente
venne il buio,
- un turbine
svelse le profonde radici,
- che
s'intersecavano tra le nostre mani,
- Obbligata
così è la strada mia, opposta alla
tua.
- Forse un giorno
queste strade,
- ricondurranno al
lungo viale, ma
- nessuno si
vedrà da lontano,
- il sole non
sarà più alto nel cielo,
- solo nebbia
apparirà;
- foglie secche
cadranno dia rami,
- dagli stessi
rami verdeggianti,
- che videro due
mani congiungersi.
-
-
-
|
TORNA
ALL'INDICE
|
-
-
- NINO
RUSSO
-
-
- Flash di remota
memoria
-
- I
-
- Bello
com'è un bene mai goduto,
- riaffiora alla
memoria il dolce volto
- - raro baleno,
un battito di ciglia -
- da un'antica -
confusa - lontananza.
-
-
- II
-
- Cespi e canneti
che la brezza estiva
- fa palpitare
sussurrando lieve;
- il cielo - in
alto - terso, senza tempo;
- il mare in
fronte. E lei: sospesa, immota,
- lo sguardo anelo
fitto nell'azzurro.
-
-
- III
-
- Nel limpido
mattino
- di un giorno che
fu,
- scorre tra il
verde, musicale e terso,
- l'antico
fiume.
-
- Nel suo grazioso
errare
- l'accompagna
rapito
- lo sguardo
dell'antico
- bimbo che
fu.
-
-
-
|
-
- RAFFAELE
SINKOVIC
-
-
- Delizia di
Catullo
-
- Ora tu sei
questo vento ghiacciato,
- disincanto del
giorno
- in cui i miei
traguardi ho disilluso.
- Sei fuoco sulla
pelle
- che da lungi fin
ai miei orecchi fischia.
- Tormentosa
tormenta impassibile
- sei del mondo di
mezzo.
-
- Tu, passatempo
d'un fato crudele,
- tu, fredda
colpevole,
- quel passero
felice,
- compagno a calme
nubi,
- lui, l'amante di
fronde mutevoli,
- l'essere di
zucchero
- sempre ridente
nei soli ridenti,
-
- tu di tenebre
immobile l'hai ucciso,
- dal suo trono
etereo precipitato,
- disteso sulla
strada;
- e poi più
ancor percosso
- da onde di
schiaffi una volta carezze.
- Ora è un
corpo solo senza nome.
- Ora ce l'ha la
terra.
-
- Oh,
dimenticatemi Amori e Brame
- che tanta
gentilezza malvagità
- voraci spingono
verso l'eterno
- esilio,
scordandosi del pianto.
-
- Ora sei della
terra,
- delizia di
Catullo.
-
-
-
- L'eterno si fa
una coppa di panna
- e fragole al
tramonto.
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- LUISA
TEDESCO
-
- La donna
acqua
-
- Fiori di loto
sbocciano in superficie, sull'oceano
dell'umanità
- nell'azzurro
colore della storia d'amore della vita
- insieme al
divenire infinito di corpi senza nome
- immersi
nell'unicità di un mondo ch'è di
tutti ma è solo di ognuno
- nel vortice
incommensurabile d'una purezza senza
tempo
- ove esplode il
volto di un sorriso e lo sguardo
dell'esistenza
- che squarcia le
acque fino a separare la terra dal
cielo
- e lì, nel
nulla infinito del tutto senza parole,
- in un momento si
celebrano le nozze dell'amore,
- ove la pace cede
l'anello al cuore e la gioia pone il suo
sigillo
- nell'interiorità
dell'invisibile
- insieme al
sangue di una parto che cono consoce
fine,
- poiché
incessantemente genera un nuovo essere
- nell'oceano
della vita.
-
-
- La donna
albero
-
- Nasci dalle
radici della terra, immersa in infiniti
colori
- che
costituiscono la strada del tuo corpo, del tuo
viso.
- Lo sguardo
è fermo e rivolto verso l'eternità
della vita,
- laddove non
c'è spazio per l'ingannevole falsità
di un silenzio senza cuore;
- e sorridi soave
dinanzi alla meraviglia del creato.
- La folta chioma
si issa verso il cielo ed è
ramificata
- da folti
labirinti erbosi sui quali dolcemente riposa
Gorhil, l'elfo bambino.
- La tua presenza
è senza tempo
- e la tua essenza
emana il profumo della quiete,
- ove dilaga il
sangue dell'orrore e si bagna il mare della
sera
- coi suoi
infiniti colori, mentre naviga
- in cerca di
nuove rive su cui piantare le tue
radici;
- affinché
nuove terre assaporino l'eternità della tua
presenza
- e possano
così scoprire l'amore della vita: un
miracolo senza confini!
-
-
|
-
-
-
|
-
TORNA
ALL'INDICE
|
- Se
non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
numero 0298233100 oppure
ordina
questo libro on line a Internet Bookshop
iBS
|
-
-
RISULTATI
DEI CONCORSI
- RITORNA
ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
mesi)
RITORNA
ALLA PRIMA PAGINA DEL
CLUB
E-Mail: concorsi@club.it
-
- Agg.
02-10-2006
|