- Le
antologie
dei concorsi de Il Club degli
autori
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Antologia
del premio letterario
La montagna Valle Spluga 2005
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- Sommario
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- Prefazione di Guido
Scaramellini - Albo d'Oro dell'edizione 2005 -
Ringraziamenti - Carlo
Albertario -
Pieralda Albonico - Emanuela Ballotta - Giuseppina
Barzaghi - Gioconda Bellinaso - Rina Eugenia -
Bonanomi - Marco Buzzetti - Franco Callegaro - Ann
Calossi - Luciano Cammaroto - Piera
Maria Chessa
- Rosa Maria Corti - Massimo Costa - Fabrizio Costanzo
- Amleto Del Giorgio - Irene Della Morte - Claudio
Fazzino - Emilia Fragomeni - Giulio
Gasperini -
Barbara Gazzi - Milena Ghelfi - Maria Grazia Girola -
Simonetta Gravina - Marisa Landini - Rosalba Leveratto
- Domenico Maccarana - Aldo Maesani - Chris Mao -
Emanuele Mazzoni - Giampaolo Merciai -
Claudio
Monachesi -
Roberto Morpurgo - Maria Concetta Naro -
Sara
Nonini -
Sergio Pedretti - Maria Teresa Piccardo - Annamaria
Pieralisi Da Lio - Wanda Anna Rasero - Ermano Raso -
Cristiano Ravasi - Giulio Redaelli - Dario Roman -
Licia
Roveri Galli
- Aldo Sangalli - Laura Scaramellini -
Cristiana
Scoppetta -
Jolanda Serra - Angela Sias - Daniela Sias - Mario
Sirotti - Carla Tedde - Ezio Testa - Serena Trentin -
Anna Zanon
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- Antologia del Premio
La montagna Valle Spluga 2005 - formato 14x20,5 -
pagg. 64 - Euro 10,00 - ISBN 88-6037-104-X
Risultati
del Premio La montagna Valle Spluga
2005
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- Come
avere l'antologia
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- Prefazione
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- Anche se, secondo
Franco Fortini, la poesia non nasce al meridiano di
Sondrio, Chiavenna ha avuto il suo poeta in Giovanni
Bertacchi che, a cavallo tra Otto e Novecento, si
è meritato un posto nella letteratura italiana
come cantore delle Alpi e nei decenni prefascisti
vantò tirature da 30.000 copie a raccolta
presso la Baldini e Castoldi di Milano. In barba a
chi, come Giovanni Papini, lo volle stroncare, insieme
ad altri illustri poeti e scrittori del
tempo.
-
- E certamente la
Valchiavenna, in particolare la valle Spluga, ha
ispirato e attratto pittori, scrittori e poeti nel
corso dei secoli. Per limitarci a queste due ultime
categorie, in tema con la presente raccolta,
ricorderò Goethe, che, tornando in Germania, si
imbarcò a Como, arrivando il 29 maggio 1786
alla Riva di Mezzola, da cui proseguì
attraverso la valle Spluga con il corriere di Lindau.
Nell'Ottocento passarono Adam Mickiewicz, il maggior
poeta romantico polacco, Hans Christian Andersen,
scrittore di fiabe, di romanzi e poesie. Fu ospite non
occasionale Giosue Carducci, che scelse Madesimo per
le sue ferie estive tra il 1888 e il 1905 e alla valle
dedicò "A una bottiglia di Valtellina del
1848", pubblicata in "Odi barbare", "Elegia del monte
Spluga" e il sonetto "Sant'Abbondio", inseriti nella
raccolta "Rime e ritmi". Più vicino a noi vanno
ricordati Giovanni Guareschi, Dino Buzzatti e
Salvatore Quasimodo, il quale fu più volte in
valle Spluga fra il 1935 e il '36, quand'era a Sondrio
come impiegato alla sezione Acque del Genio
civile.
-
- Ma veniamo alla
nostra raccolta, frutto del sesto concorso, indetto
dalla Pro Campodolcino su "La montagna: Valle Spluga".
Solo qualche cenno alle prime dieci poesie
classificate, esimendomi ovviamente dal fare
altrettanto per la sezione prosa. La pretesa è
di trarre fior da fiore, tanto per invogliare &endash;
spero &endash; a leggere quanto è contenuto
nella presente pubblicazione.
- Comincio,
doverosamente, con la prima classificata, Maria Grazia
Girola, che ripercorre la strada dello Spluga &endash;
e della vita &endash; "che s'inerpicava come stelo di
rosa, / con mille spine di case e chiesette", mentre
con Rosa Maria Corti le fate "attendono che sorga la
luna / per intrecciare danze al ritmo del vento".
Licia Roveri Galli ci porta in alto, verso il valico:
"Ho camminato io il Cardinello / con vicino per mano
lei per farmi un regalo / per farmi scoprire un mondo
di sorprese / bambina curiosa che ha voglia di
andare".
-
- A Madesimo Carlo
Albertario rivive il ricordo di Carducci che vi
passò quindici estati: "Ho il privilegio di
posar lo sguardo / dove lo posò lui. Il vecchio
bardo" e, tra quelle montagne, Emanuela Ballotta
invoca: "Fa' che possa volare sul lago azzurro, / bere
la neve di mezza estate, / contemplare l'infinito nei
fiori della valle". È ancora la memoria ad
emergere "nel vespro del silenzio" di Carlo Redaelli:
"e mi assale il ricordo / delle limpide vene dei tuoi
torrenti / dell'intenso profumo dell'erba appena
falciata / di quei verdi pascoli ondeggianti / come
mani protese all'azzurro saluto dell'orizzonte /
mentre un soffio di favonio dagli Andossi / scende ad
accarezzare l'ardesia dei tetti".
-
- Per Rosalba
Leveratto è l' "ebbrezza di montagna / che
risveglia i sensi e / accende in te la voglia / di
vivere", mentre in riva al lago di Montespluga
è "un farsi e disfarsi / mutevole come le
nuvole nuove / nate all'azzurro". Milena Ghelfi coglie
la storia e la fatica del vivere a Campodolcino,
"villaggio come tanti, di emigranti, / partiti per
sfidare la disoccupazione". Infine è alla
ricerca di sé Piera Maria Chessa. "E infine
entrare, / in punta di piedi, / in una piccola chiesa,
/ e sostare un istante / ad ascoltare in noi / una
voce tenue che dice: / ritrovati".
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- Guido
Scaramellini
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- CARLO
ALBERTARIO
-
- OPERA 4A
CLASSIFICATA
- Premio Speciale per la
Poesia
- a tema La Montagna
Valle Spluga
-
- Il vecchio
bardo
-
- È qui
Madesimo sito importante
- per le sue montagne
e l'aria fina
- che dona l'ampio
respir sin da mattina
- al pastor e a ogni
villeggiante.
-
- Cerco dove Carducci
professore,
- grande tra i poeti
del passato,
- veniva a riposar ed
estasiato
- creava canti per la
cima e il fiore.
-
- Poco rimane qui del
suo passaggio
- e il ricordo
è oggi sbiadito
- dei giorni di quel
tempo ormai finito.
-
- Guardo lassù
la vetta e il paesaggio.
- Ho il privilegio di
posar lo sguardo
- dove lo posò
lui. Il vecchio bardo.
-
-
-
- Sognando il
violino
-
- Passando dalla casa
del Bertacchi,
- illustre poeta di
Chiavenna,
- mi sovvien
l'omaggio che lui fece
- a un pari poeta di
Milano (*):
- un cosciotto di
monton che s'accompagna
- al pan di segale e
al bicchier di vino,
- in questa terra
chiamato violino.
- Lo cerco anch'io da
poter gustare
- come allora fece
quel poeta,
- ma non lo trovo.
Non lo posso fare
- e la bresaola
è nel mio destino.
- A fette me la
gusto, piano piano,
- ma resta il sogno
di quel violino.
-
- (*) Il poeta Luigi
Medici (Milano, 1884 - 1956) che
- per ringraziare
Giovanni Bertacchi scrisse il sonetto
- in dialetto
milanese "On viorin de Ciavenna"
- (Un violino di
Chiavenna)
|
- PIERA
MARIA CHESSA
-
-
- OPERA 10A
CLASSIFICATA
-
- Insieme
-
- Vorrei correre con
te,
- come un
tempo,
- nelle verdi valli
alpine.
- Tagliare il velluto
dei prati,
- rubare i
profumi
- ai larici e agli
abeti
- e ammirare
insieme
- le cime bianche e i
cieli tersi
- delle
montagne.
-
- Vorrei ridere con
te
- delle piccole
cose,
- apprezzare e
godere
- di quella
semplicità presente
- nell'arduo impegno
dei montanari.
-
- Sedere con
te
- sulle sponde di un
torrente,
- lavare le nostre
mani
- e i nostri
visi
- e rinnovare
insieme
- la mente e il
cuore.
-
- E infine
entrare,
- in punta di
piedi,
- in una piccola
chiesa,
- e sostare un
istante
- ad ascoltare in
noi
- una voce tenue che
dice:
- ritrovati.
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- GIULIO
GASPERINI
-
-
- Montagne
-
- Le guardo dal
basso,
- da questa strada
ruvida,
- e mi sembrano senza
fine,
- con le loro cime
innevate
- che toccano il
cielo,
- lo accarezzano
dolcemente,
- senza
violenza,
- senza intenzione di
far male.
-
- La sensazione che
mi prende
- è strana, da
vertigine.
- Ho realizzato che
queste montagne
- resisteranno a
tutto,
- al tempo e alla
violenza.
-
- Esistono da molto
prima di me,
- e continueranno ad
esistere
- anche dopo che io
diventerò
- un fiore isolato
nel prato.
-
- Non sono stato il
primo a vederle
- e non sarò
certamente l'ultimo,
- cercando di
catturare il segreto
- della loro
immortalità consumata.
- Le
montagne,
- per me,
- sono le cose sulla
terra
- che più si
avvicinano a Dio.
-
-
-
|
- CLAUDIO
MONACHESI
-
- Ascesa
-
- Con la
tecnica degli equilibri
- ho saltato
di sasso in sasso
- per salire
sempre più su:
- cardi viola
e blu cobalto
- mi indicano
il percorso:
- i fiori
rosa della malva
- s'innalzano
come rose:
- seguo
tracce di certezza
- sul
sentiero che porta in alto
- più
in alto ancora.
-
-
-
- Ascesa,
ancora
-
- M'inerpico
nella luce
- dell'alba
tra gli odori
- della
saponaria:
- ho estinto
ogni grigio
- di
città per allinearmi
- di
verde-giallo
- delle
altezze.
-
-
-
- Rifugio
-
- Sono
riuscito a salir a trasalir
- fin in
vetta della base del Gran
- Corno: tra
tanto vento
- col passo
ritmico della salita
- con il
dolce romore dell'acciottolato
- ho toccato
con le mani ignude
- l'azzurro
ultravioletto del cielo
- ho fatto
caso - poi - prima
- di
riprendere la discesa
- e ritornar
ove mi dipartii
- che potevo
auscultare
- nell'intimo
silenzio del rifugio
- il mio
cuore pulsare.
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|
- SARA
NONINI
-
-
-
-
- Pizzo
Stella
-
- Dal letto
odo un cigolio continuo dopo una notte
insonne
- Il cancello
è mosso dal freddo e intenso vento
estivo
- Tutt'intorno
è ancora buio, presto la sala si
anima
- Rumori di
tazze, cucchiai e qualche
chiacchiera
- Tra gli
avventori addormentati regna un desiderio
voglioso
- Infiliamo
gli scarponi, le giacche e gli zaini
colorati
- Pieni di
cibo, vestiti caldi e tante
speranze
- Usciamo ed
ammiriamo il candido laghetto
dell'Angeloga
- C'incamminiamo
verso il Pizzo Stella
- A tratti
sentiamo il pungente vento
- Ma la
voglia della salita presto ci
conquista
- Il panorama
che ci attende sulla cima è
lunare
- Nuvole
tutto attorno, ma col nostro arrivo anche il sole
curioso si affaccia
- Scorgiamo
la cara Pizza e il Cengalo che spunta tra le nubi
grigie
- Posiamo la
piastra direzionale ed ascoltiamo commossi il discorso
del Presidente
- Quassù
ci sentiamo più vicini a Dio e più
sinceri con noi stesi
- Sembra
dicano le sue parole al mio cuore
- Presto
però siamo già davanti alla
Capanna
- Le
celebrazioni del nostro compleanno
continuano
- Davanti
alla tavola imbandita e ad un bel bicchiere di
vino
- Poi ognuno
di noi torna a casa con il ricordo nel cuore e nella
mente
- Di questa
giornata che segna un passo storico per il nostro
Cai
- Arrivederci
Pizzo, certo è che ci attenderai ancora con
ansia
- Un bel
gruppo di camminatori ancora salirà le tue
pendici rocciose
- Portando
con sé il proprio bagaglio d'esperienze, gioie
ed anche dolori.
-
-
|
- DARIO
ROMAN
-
-
- In
vetta
-
- E salendo
su
- Ci si
alza
- Lontano, in
alto...
-
- Non più
rumore e fragore...
- Non più
gente saccente...
-
- E salendo
su
- Ci si
alza
- Lontano, in
alto...
-
- Non più
chiasso, fracasso...
- Non più
menti e lamenti...
-
- Salendo
su
- Fatica
intensa
- Nobile sforzo,
spirito eterno...
- Aria rude, aria
leggera
- Aria pura, nuova
frontiera...
-
- E infine in cima,
in vetta!
- Trionfo leggero,
nuovo destino...
- E in quota una
nota:
- nuova frontiera,
nuova leggenda,
- purezza e incanto,
natura e vanto,
- pace e
canto,
- luce e
Dio!
-
-
-
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- LICIA
ROVERI GALLI
-
-
- OPERA 3A
CLASSIFICATA
-
- Il
Cardinello
-
- Io ho camminato il
Cardinello.
- Io proprio io,
un'avventura un regalo
- un mondo di
sorpresa scoperchiato
- bambina curiosa che
ha voglia di andare.
-
- In una giornata
perfetta volavano in alto
- l'azzurro cobalto
schilento
- le rocce
striate
- i gradini scavati
consumati dal tempo
- levigati dai passi
che fanno scultura.
-
- Sul sentiero il
dirupo vicino
- creazione il
burrone come opera immensa
- (e il Liro scavato
pomposo
- cantante sfrenato
esaltante
- continua
l'impresa...)
-
- Ce l'ho fatta io
che credevo dopo un momento
- di dire
torniamo
- con le ginocchia
stanche
- la paura del
vuoto
- la paura della
paura che non ti fa fare
- la paura di
provare.
-
- No, io ho camminato
il Cardinello
- come proprio se
fossi stata nel passato
- di quelli con la
gerla che portavano sale
- le scarpe grosse ai
piedi per farmi sicura
- il bastone come
nelle stampe stampate.
-
- Ho camminato io il
Cardinello
- con vicino per mano
lei per farmi un regalo
- per farmi scoprire
un mondo di sorpresa
- bambina curiosa che
ha voglia di andare.
-
-
|
- CRISTIANA
SCOPPETTA
-
-
- Rifugio al
velo
-
- La vita è
come una montagna:
- la strada è
sempre in salita,
- prima bosco, poi
ghiaione...
- a volte
parete.
- Fai molta
attenzione a percorrerla,
- unico modo per
fartela amica.
- La vetta ti chiama,
ti perdi nel bosco,
- ti fermi ad
osservare il cielo
- quasi
irraggiungibile,
- guardi in
basso:
- solo ghiaia tanta
ghiaia...
- e non ti accorgi
dell'inebriante paesaggio che ti circonda.
- Ti areni ai piedi
della parete;
- non hai il
coraggio.
- Permetti ai
briganti di bloccarti la strada,
- ti arrabbi con la
montagna
- ti
chiedi:
- che senso ha?
È solo un grosso macigno!
- Ma... ogni tanto
fermati
- Guarda in
alto...
- Osserva le
imponenti aquile
- Lasciati
trasportare
- Ti sentirai il
padrone del mondo!
- Volerai più
in alto... delle aquile.
- Sarai più
leggero d'un fiocco di neve.
- Più limpido
del cielo infinito.
- Più solare
d'un raggio di sole.
- E troverai il
coraggio di unirti solo a chi, come te,
- È in cerca
di VITA.
-
-
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- Ins.
13-04-2006
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