Risultati
di concorsi
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- XI
Premio letterario internazionale
"Jacquès Prèvert"
2005
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- Le motivazioni delle
assegnazioni dei premi per la sezione
poesia.
- Opera
prima classificata:
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- 1° classificato: "Spine a
difesa" di Sergio Brovelli, Milano. Vince Targa -
Pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui gli
verranno assegnate 100 copie gratuite - Attestato.
- Già nel titolo
della raccolta Spine a difesa, Sergio Brovelli ci
dà il senso della sua chiusura ad un certo tipo di
società, quella egocentrica e negata alla
solidarietà. Un recinto spinoso a protezione dei
beni morali e della propria libertà di pensiero.
Tra le prime liriche della raccolta ci propone una
irriverente riscrittura della nota favola di Esopo delle
rane che chiesero un re, a suo tempo addolcita dal Giusti
col titolo di Re Travicello. Per Brovelli i ranocchi, e
fuor di metafora il popolo, sono costretti alla fine a
subire l'imposizione di un giullare che si arroga il
diritto di porre domande e dare risposte a profusione. Al
popolo "senza luce negli occhi, / certo, / perché
troppa ne entra senza discrezione", tocca subire quel
buffone che continuamente assume le sembianze "dei
filosofi dell'ultim'ora / dei sessuologi / degli
opinionisti tracotanti. /
/ Di chi vende fantasie
irrealizzabili, / di chi fa commercio del proprio nulla."
(Spero soddisferete l'aspettativa), e anche "Uomini per
cui non vale una riga / e senza coraggio né
talento ne ricevono / e ne fanno un merito" (Tacete
nuovamente). All'intellettuale, e al poeta in
particolare, è demandata una funzione educativa
che deve esplicarsi nell'ammonire ed esortare: "Non
guardarmi spaventato, / ma vola ancora alto, amico mio, /
e leggi tra le righe, / finché puoi" (Spero
soddisferete l'aspettativa).
- La risoluzione dello
stato di paranoia in cui viviamo è indicato nel
vivere con semplicità, come la genuina figura
femminile di Fiona che nella sua diversità ha "il
potere di condensare nuvole in parole, / parole / in
infantili stregonerie" (Fiona mi accompagna saltellando).
L'isolamento dell'uomo è manifestato con un
termine ricorrente: la solitudine. Non importa se per una
chiusura voluta o subita. È comunque necessario
che nel suo percorso esistenziale l'uomo debba avere
prima di tutto fiducia in se stesso al fine di
convogliare positivamente tale isolamento. Uno strumento
importante può essere il silenzio, che facilita la
riflessione, indispensabile per accedere al proprio
riscatto morale &endash; attraverso la meditazione e la
conoscenza &endash; ed avere un comportamento del quale
non ci si debba pentire: ÅgResurrezione / silenzio
come cibo / e rumore di passi, / guardare indietro e non
soffrireÅh (Questa nuova consapevolezza mi
sostiene).
- Il poeta, pur nella
confusione imposta dalla sua Milano, in cui l'alienazione
si nasconde dietro la facciata del saper vivere
"aperitivi di apparenze", è costretto ad
autosegregarsi, a chiudersi nel suo guscio. Questo mondo,
che altrove ho definito "Colosseo", un luogo negato alla
pietà, e la lotta per la sopravvivenza &endash;
sia fisica che psichica &endash;, obbliga tutti a badare
solo ai propri interessi, poco importa se leciti o meno,
ed è frutto di tale isolamento. La
fragilità umana è portata al massimo
dell'esasperazione: "seduti in terra nudi / quasi senza
pelle."
- Una poesia questa di
Sergio Brovelli in cui l'io raziocinante prevale e trova
la soluzione, necessaria per la salute della psiche, nel
vivere senza abitudine e lontano dalla mediocrità,
ma anche nell'accettazione del vivere convenzionale
nonostante sia fatto "di luoghi familiari, / di facce
sempre uguali, / la tranquillità e la sicurezza /
che forse avvelenano l'ambizione. / Se tutto si
accompagna / il primo è il tempo / e coraggioso
è vivere senza sincronia,
"(È passato
un secolo da ieri). Ne traspare un messaggio positivo, in
base al quale ogni individuo deve farsi carico di agire
per il proprio interesse, ma anche tenere conto della
presenza del prossimo, la cui esistenza non può
essere ignorata, pena un isolamento peggiore di quello
fisico: tale è l'alienazione mentale che affligge
il nostro tempo.
-
- Benedetto
Di Pietro
-
- Presidente
del Concorso Jacques
Prévert
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- Opera
seconda classificata:
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- 2° classificato:"Il senso e
la forma" di Paolo Balestri, Siena. Vince
Pubblicazione di un quaderno autocopertinato di 32 pagine
di cui gli verranno assegnate 100 copie gratuite -
Attestato
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Paolo Balestri
enuncia il suo credo poetico nella lirica "Poesia (I)"
della presente raccolta, che ne include ben quattro con
lo stesso titolo. Sogna una "poesia del mondo che sa /
d'umano", nella quale vede qualcosa di trascendentale e
non una facoltà espressiva dell'uomo. In una
visione cavalleresca che idealizza la donna amata con la
poesia, il poeta è chiamato a difenderla nella
strenua lotta contro mostri come la "ragione" e il
"baratro della coscienza", sconfitti i quali la vita
comincerà a "cantare". La poesia trova consistenza
in uno stato di sogno, nella perdita di vincoli come la
ragione e la coscienza: "la vida es suegno" come la
voleva Calderon. E la paura diventa inibizione verso
qualsiasi cambiamento, anzi inibisce qualsiasi
sentimento, portando alla paradossale affermazione "la
paura d'aver paura". Le stesse tematiche che nel "mare
magnum" della poesia assumono spesso carattere
consolatorio, nelle liriche di Balestri hanno valenza di
originalità all'interno di un personale codice
linguistico. Il poeta si dimostra conoscitore attento
degli stilemi e delle opzioni sintagmatiche,
nonché delle figure retoriche di cui la sua poesia
ne è ricca e all'interno della quale il
sovvertimento semantico trova giustificazione.
L'accostamento di sostantivi concreti a quelli astratti
("
ora posso salire il baratro / della coscienza,
vagare il deserto / dell'indifferenza
") conferisce
al verso una particolare forza espressiva, la cui
musicalità è affidata alle opposizioni,
alle allitterazioni e alle assonanze, che regolano
l'andamento del ritmo. Una poesia, che diviene spesso
corale, "Legno pietoso di bosco piangente / padre che
ascolti in silenzio / emerso dall'anima incolta / il
felice lamento portato dal vento / della vita
"
(Albero antico di terra silente), fatta con decise
pennellate espressioniste.
- Benedetto
Di Pietro
-
- Presidente
del Concorso Jacques Prévert
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- Opera
terza classificata:
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- 3° classificata: "Floema"
di Maria Perrella, Capodrise (CE).
- Vince Pubblicazione di un
quaderno di 32 pagine di cui gli verranno assegnate 100
copie gratuite - Attestato.
- Poesia a volte
intimistica e a volte socialmente impegnata, questa di
Maria Perrella. Al poeta è demandato l'impegno
morale di denuncia delle storture del mondo ancor prima
di parlare del proprio disagio. L'urlo di chi chiede
aiuto e l'indifferenza di chi dovrebbe accoglierlo sono
contenuti nella lirica dal titolo ossimorico "Grido muto"
della presente raccolta. La lista di quanti chiedono
aiuto è lunga e ci riguarda: paesi distrutti dalla
guerra, profughi disperati annegati nel nostro Canale
d'Otranto , ragazzi morti sulle strade. Un panorama di
disperazione del quale il poeta diviene cronista e nel
contempo alfiere di uno sparuto manipolo che si dissocia
dalla massa intenta a pensare come e dove passare le
vacanze. Otturarsi le orecchie, per non sentire la voce
della necessità, nulla potrà contro la voce
della propria coscienza.
- Il poeta, per fortuna
sua, ha la possibilità di rifugiarsi nella propria
isola mentale e, nonostante venga sottoposto a dolorose
sensazioni dalla vita quotidiana, ha la capacità
di intuire che "l'eco del fiume vitale" gli trasmette
percezioni salvifiche, anche se basate sull'onda dei
ricordi. Si tratta proprio di quel fiume che la poetessa
Perrella, con l'uso dell'allitterazione e
dell'onomatopeia, fa snodare per "contrade altre oltre /
il limite dell'orizzonte"; è il simbolo stesso
della vita che scorre, il «panta rhêi»
eracliteo, nonostante abbia un comportamento illusorio
tra cielo e terra che "moinano di cortesia".
- In Floema, la lirica
che dà il nome alla raccolta, la poetessa affida
un messaggio di speranza, proprio nel momento che in cui
il sonno tenderà a seppellire gli affanni del
giorno. È necessario appuntare tutte le ansie su
un diario "da leggere / in un tempo migliore." È
questo il senso stesso della poesia: parlare, prima di
tutto, a se stessi. Una confessione freudiana liberatoria
per affrontare "lidi altri con sapore / d'aurora."
È un privilegio del poeta essere testimonianza dei
disagi dell'uomo di ogni epoca, anche se poco
potrà influire sul suo comportamento. Già
lo sappiamo: da una parte Cassandra e dall'altro chi se
ne prende gioco. Da quando esiste l'uomo.
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- Benedetto
Di Pietro
-
- Presidente
del Concorso Jacques
Prévert
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Prévert 2005
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