Risultati
di concorsi
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- III
Edizione Premio di Poesia
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- «G.
L. Byron»
- Festa
delle Acque 2005
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- Organizzato
dall'Associazione «I 2Colli» con il patrocinio
dell'Assessorato al Turimo del Comune di Terni e VI
Circoscrizione «Valnerina» e con il patrocinio
dell'Associazione Culturale Il Club degli autori
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- Opera 1^ classificata:
"I giardini
dell'anima" di Gilda
Mele, Foggia. Vince Euro 700,00 - Attestato di merito -
pubblicazione della Poesia sulla rivista Il Club degli
autori e su internet www.club.it
- Opera 2^ classificato:
"Siamo ore
sparse" di Luiso
Domenico, Bitonto (BA)
Vince Euro 500,00 - Attestato di merito - pubblicazione
della Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
internet www.club.it
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- Opera 3^ classificato:
"Orme
dell'anima" di Ugo De
Francesco, San Pietro Maida (CZ)
Vince Euro 300,00 - Attestato di merito - pubblicazione
della Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
internet www.club.it
- Premio Speciale - Per la
migliore Poesia avente a tema «L' Acqua»:
"Navigatori"
di Daniele Rossi, Sant'Arcangelo di Romagna (RM).
Vince Euro 350,00 - Attestato di merito - pubblicazione
della Poesia sulla rivista Il Club degli autori e su
internet www.club.it
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PREMIAZIONE
- La premiazione si è svolta il giorno 3 luglio
2005 presso la chiesa di Santa Maria Assunta a Torre
Orsina (Terni).
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- Opera
1^ classificata: "I giardini dell'anima" di Gilda
Mele
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- I giardini
dell'anima
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- Nemmeno il mare mi
volle morta,
- s'accostò
alle vergini aquile e mi fece cielo.
- Indietreggiai,
tutto mi sembrò irreale!
- E Dio a
ringraziarmi,
- per non aver
violato la sua ira.
- Restai silente, col
respiro dei morti,
- dipinsi, di
riflessi, il cielo,
- con il veleno di
serpente.
- Lessi il mio
nome,
- rividi il passato,
il presente, il futuro.
- L'ennesima ombra
scheletrica mi adulò,
- come fece per
incantar serpente:
- mi uccise! Eppur
scappai.
- S'udirono voci
confuse
- dagl'inferi della
terra a tremare
- e, il mio cuore
divenne farfalla
- si ribellò
alle burrasche, alle tempeste.
- Ora, le stelle,
sembrano tante piccole lucciole,
- figure geometriche
che danzano
- attorno agli
estremi del tempo,
- a seguire il volo
degli angeli
- come perle
d'azzurro
- per distinguere il
fiore giallo sulla terra.
- A rallegrar le
anime, la vita,
- per soleggiare il
temporale del destino.
- Solo poi...la
saggezza,
- sempre dopo la
morte, quando si è soli
- e le tenebre
prendono il sopravvento.
- Sono felice di
ritornar su questa terra,
- sotto il mio
tetto,
- per sognar spazi
tranquilli,
- germogliar di
petali rosa
- e condividere
l'estro esuberante della serra,
- a benedire
l'efflorescente esistenza
- tra i colori
dell'arcobaleno.
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- Opera
1^ classificata "Premio acqua": "Navigatori" di
Daniele Rossi
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- Navigatori
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- Lacrime di cielo e
mare
- bagnano i nostri
piedi,
- cancellano dalla
sabbia
- segni d'ogni
passare,
- mentre la risacca,
mormorio sommesso
- ma ineludibile,
racconta storie;
- le riecheggia il
vento, vento
- che scuote, che
scompiglia:
- incessante
spasimo,
- fremito vitale, per
chi ha il coraggio
- di lasciarsi
andare...
-
- gonfiano le
vele
- all'impetuoso
alitare,
- risvegliano gli
spiriti
- nelle
profondità marine,
- mentre la prua apre
il solco,
- traccia la via,
uomini
- col marchio
d'infamia, semidei,
- navigatori
d'occidente,
- si specchiano nel
proprio destino
- guardando ben oltre
quell'immensità...
-
- e contro il legno e
tra il sartiame
- s'incontrano,
s'agitano e ribollono,
- ciele e
mare...
-
- vostra è la
gloria, vostro il vanto,
- vostra la
sofferenza estrema
- che conduce a
tanto,
- vostra e di chi,
come voi,
- sa affidarsi al
vento,
- come a un
ideale,
- e non ha
paura
- di lasciarsi
andare.
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- Opera
2^ classificata: "Siamo ore sparse" di Luiso
Domenico
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- Siamo ore
sparse
-
- Siamo ore sparse,
attimi in subbuglio
- col petto nudo e un
rosario in bocca
- anagrammiamo ombre
sui computer
- e ci inventiamo
somme senza addendi.
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- Sui palchi
conficcati nella nebbia
- legati al cappio
delle avemarie
- gridiamo solo
acerbe geometrie
- parafrasando
stanche filastrocche.
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- E siamo damerini
scalzi siamo
- occhi rapaci
infissi dentro il buio
- bruciamo torce tra
i mattoni sparsi
- dell'ultima rovina
dei pensieri.
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- Nel cielo lacerato
siamo tutto,
- un bricco dorato e
un'anfora di gesso
- un'astronave e
carta di barchette
- un quadro
cartesiano e un amuleto.
-
- Siamo cervelli con
le porte arse
- siamo finestre
cigolanti siamo
- storie già
raccontate e messe a nuovo.
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- Magri di sangue ci
leviamo sazi
- di improbabili
venti e di illusioni.
-
- E siamo forse solo
un asterisco
- posto fra due
parentesi e un richiamo
- che ci rimanda a
nota "troppo tardi"'.
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- Opera
3^ classificata: "Orme dell'anima" di Ugo De
Francesco
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- Orme
dell'anima
-
- Ho veduto cristalli
di luce,
- attraversare
l'anima mia.
- Infiniti dardi
conficcati,
- nel muscolo
vitale
- albergato nel mio
petto.
-
- Ho attraversato il
buio,
- titubante ,
insicuro, errante,
- oppresso dalla
nebbia
- che le insidie
cela,
- e verità
nasconde.
-
- Ho consumato i
pensieri
- per inseguire
orgasmi di felicità
- nel tentativo
estremo
- di riveder
l'aurora,
- albori di tenue
luce.
-
- Ho camminato di
rado,
- sui colori allegri
di un arcobaleno,
- apparso maestoso al
termine
- della tempesta, che
l'anima
- devasta e il
respiro angustia.
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- Ho ascoltato voce
senza volto,
- nenie senza
suoni.
- Ho barattato
amore,
- non l'ho pesato ne
centellinato,
- spesso l'ho
solamente regalato.
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