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            X
            edizione Premio LetterarioCittà di Melegnano 2005
 
            
            
                La
               Giuria della decima edizione del Premio Letterario
               Città di Melegnano presieduta da Benedetto Di
               Pietro per la Sezione Poesia e da Alessandra Crabbia
               per la Sezione Narrativa, ha stabilito la seguente
               classifica finale:  
               
                  | 
                        SEZIONE
                        POESIA  
                           Opera
                           1^ classificata: Passeggeri
                           in
                           metrò
                           di Pietro
                           Catalano,
                           RomaQuesta
                           la motivazione: "Il poeta Pietro
                           Catalano nella lirica "Passeggeri in
                           metrò", partendo dall'affermazione
                           che gli occhi sono lo specchio dell'anima,
                           pone un'importante considerazione che
                           mette a confronto la ricchezza materiale
                           con quella spirituale. Nel viaggio della
                           vita terrena, il tempo ci rende tutti
                           precari, così la carità
                           chiesta da due suonatori ambulanti in
                           metrò diventa "disturbo" per chi
                           non ha il coraggio di guardarli negli
                           occhi e, nel confronto con i due
                           questuanti, gli anelli ostentati dai
                           passeggeri privi di sensibilità
                           diventano "pesanti come l'aria", quindi
                           senza alcun valore. Il peso pende
                           più dalla parte dei due suonatori,
                           che se da una parte possono dare per
                           scontato che saranno in pochi ad allungare
                           qualche spicciolo, dall'altra hanno la
                           certezza che tornati tra le loro famiglie
                           potranno trovare il calore che manca
                           proprio a chi non li vuole degnare neanche
                           di uno sguardo. Sulla sponda opposta si
                           trovano i viaggiatori del metrò che
                           sono degli alienati, perché non
                           guardano mai gli altri negli occhi in
                           quanto hanno paura di essere scoperti
                           nella loro nudità dell'anima.
                           Un'alzata di scudi contro il razzismo e
                           tutto ciò che è
                           diverso". Benedetto Di PietroVince la Pubblicazione di un libro di
                           32 pagine di cui gli verranno assegnate
                           100 copie gratuite - Targa di
                           riconoscimento - Attestato di merito -
                           Pubblicazione del testo premiato sulla
                           rivista Il Club degli autori -
                           Pubblicazione su Internet www.club.it
 
                        
                        
                           Opera
                           2^ classificata: "Una
                           volta"
                           di Giampaolo
                           Merciai,
                           San Marcello Pistoiese (PT). Questa la
                           motivazione: "Giampaolo Merciai in "Una
                           volta..." coglie l'occasione per rigettare
                           in faccia ai potenti il progresso dei
                           nostri tempi che ha portato disagi
                           materiali e psichici. Il poeta si sofferma
                           sugli eventi terroristici degli ultimi
                           anni che continuano a generare un senso di
                           precarietà che in particolare si
                           manifesta nell'autolimitazione della
                           propria libertà. Così i
                           versi "Una volta, / c'erano le favole a
                           chiudere gli occhi dei bambini", nella
                           circolarità della lirica assumono
                           valore di rimpianto per la perdita
                           dell'innocenza infantile, ma vogliono
                           ricondurre anche a quel mondo inventato,
                           che diventa migliore di quello in cui
                           viviamo dove i soprusi consumati a danno
                           della gente superano le favole più
                           sanguinarie; ma queste se non altro dalla
                           loro parte hanno l'attenuante di possedere
                           un fine educativo".  Benedetto Di
                           Pietro
Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Attestato di merito -
                           Pubblicazione del testo premiato sulla
                           rivista Il Club degli autori -
                           Pubblicazione su Internet www.club.it
                            
                        
                        
                           Opera
                           3^ classificata: Guida
                           i miei
                           passi
                           di Emma
                           Mazzuca,
                           Latina (Roma). Questa la motivazione:
                           "Emma Mazzuca in "Guida i miei
                           passi..." bene presenta, per metafore e
                           invenzioni, un costrutto poetico che
                           trascende il livello interpretativo di
                           episodi vissuti col padre, per assurgere a
                           momenti che, in maniera estensiva,
                           divengono la sua totale esistenza. Il
                           culmine, ma anche lo scioglimento, della
                           tensione poetica si trova nei versi
                           "...tra soffi di gelido tepore scivolai
                           lieve da chi / -pur se in vita - al mondo
                           tace", dove la contraddizione ossimorica
                           delle parole bene interpreta la situazione
                           di incertezza e di isolamento in cui oggi
                           l'uomo è costretto a vivere".
                            Benedetto Di Pietro
Vince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet
                           www.club.it  
                        
                        
                           Opera
                           4^ classificata: "Il
                           mare come una
                           stagione"
                           di Antonio
                           Capriotti,
                           San Benedetto del Tronto
                           (AP)Vince
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet
                           www.club.it - Buono valido per 50 copie
                           omaggio in caso di pubblicazione in volume
                           con la casa editrice
                           Montedit. 
                        
                        
                           Opera
                           5^ classificata: "Pensieri
                           orfani"
                           di Federico
                           Fieri,
                           PratoVince
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club degli
                           autori - Pubblicazione su Internet
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                           omaggio in caso di pubblicazione in volume
                           con la casa editrice
                           Montedit.  
                        
                        
                           Vincono
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club
                           degli autori - Pubblicazione su
                           Internet - Buono valido per 50 copie
                           omaggio in caso di pubblicazione in volume
                           con la casa editrice Montedit i seguenti
                           autori: Opera
                           6^ classificata: "Sunday
                           evening"
                           di Egidio
                           Belotti,
                           Fossano (CN) Opera
                           7^ classificata: "Non
                           era un
                           canto"
                           di Stefano
                           Leoni,
                           Forlì (FC) Opera
                           8^ classificata: "Dall'onda
                           di mezzo"
                           di Liliana
                           Paparini,
                           Bresso (MI) Opera
                           9^ classificata: "La
                           bouganvillea"
                           di Giuseppina
                           Terranova,
                           Pontedera (PI) Opera
                           10^ classificata: "Alma
                           madre"
                           di Vincenzo
                           Elefante,
                           Castellammare di Stabia
                           (NA) 
                        
                        
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                  | 
                           SEZIONE
                           NARRATIVA Opera
                           1^ classificata: "Morirò di
                           primavera" di Carlo
                           Mieli,
                           Modena.Questa
                           la motivazione: «L'autrice
                           descrive la fine della sua esistenza in un
                           racconto breve e intenso, quasi una
                           lirica, permeando le sue parole di
                           dolcezza, accettazione, amore mistico. Le
                           atmosfere sono rarefatte, quasi
                           impalpabili, ma incisive e
                           struggenti.In
                           un mondo in cui la morte è uno
                           spettro da occultare e rimuovere, e
                           latanatofobia
                           è imperante, possiamo qui
                           raccogliere una voce che dà
                           conforto e poesia pura all'ultimo attimo
                           fuggente». Alessandra
                           CrabbiaVince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 100 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club
                           degli autori e su Internet www.club.it
                           
                           
Opera
                           2^ classificata: "Marie" di
                           Pasquale
                           Iannucci,
                           Cremona.Questa
                           la motivazione: «Racconto
                           kafkiano, nel quale il narratore con
                           umorismo amaro rovescia gli archetipi
                           sociali che vorrebbero la donna angelo del
                           focolare, materna e passiva, e la investe
                           invece di una carica sottilmente ma anche
                           apertamente sadica. Donna che comanda, che
                           obbliga, che persino imprigiona
                           fisicamente il suo servile amante,
                           imponendogli di vivere dietro un
                           armadio.Originale,
                           tagliente e ironico riesce a far sorridere
                           e meditare». Alessandra
                           CrabbiaVince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui le verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Attestato di merito -
                           Pubblicazione del testo premiato sulla
                           rivista Il Club degli autori e su
                           Internet www.club.it
                           
                           
Opera
                           3^ classificata: "Bella e il rosso"
                           di Matteo
                           Favali,
                           Felina (RE)Questa
                           la motivazione: «Un giallo
                           perfetto in una cornice decadente:
                           l'autore descrive un personaggio degradato
                           ma dolce e rassegnato. Tutto si muove sul
                           filo di un triste erotismo e del candore
                           sconfortante di una storia maledetta. E
                           sullo sfondo di questa storia dura,
                           c'è il rosso, rosso dell'abito e
                           dei capelli dell'amante assassina, rosso
                           delle lenzuola di seta, rosso del sangue
                           del protagonista, arreso e vinto da un
                           amore nero». Alessandra
                           CrabbiaVince
                           la Pubblicazione di un libro di 32 pagine
                           di cui gli verranno assegnate 50 copie
                           gratuite - Targa di riconoscimento -
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club
                           degli autori - Pubblicazione su
                           Internet www.club.it
 
                           
                           
 Vincono
                           Attestato di merito - Pubblicazione del
                           testo premiato sulla rivista Il Club
                           degli autori e su Internet www.club.it
                           - Buono valido per 50 copie omaggio in
                           caso di pubblicazione in volume con la
                           casa editrice Montedit i seguenti
                           autori: Opera
                           4^ classificata: "La falce del destino" di
                           Valentina
                           Pascarella,
                           Vignola (MO). Questa la motivazione:
                           «La sorte è in vendita:
                           l'autore in quest'opera surreale descrive
                           la mercificazione dei destini umani, la
                           vendita del "ciò che
                           accadrà":Ma
                           l'acquirente, lugubre e di nero vestita ha
                           in mano la falce.Con
                           umorismo noir si assiste al dialogo tra
                           venditore e cliente, nel quale la
                           burocrazia e gli apparati logistici sono
                           presi in campo, ma la nera signora il
                           destino non lo cambia. E' la falce il suo
                           strumento. E' la morte il suo
                           lavoro». Alessandra
                           Crabbia
 Opera
                           5^ classificata: "L'agave" di
                           Sara
                           Iommi,
                           Fornovo di Taro (PR). Questa la
                           motivazione: «Può vivere
                           cent'anni l'agave. Ma la sua triste
                           bellezza è che quando fiorisce
                           è destinata a morire. E' su questo
                           filo conduttore che si svolge la vita di
                           questa vecchia donna. Il simbolo arcano
                           della sua esistenza dalla vita alla morte
                           è legato a questa pianta,
                           all'attesa quieta della sua fioritura.
                           Perché anche la fine è una
                           rivelazione e un salto nella
                           lucedella
                           consapevolezza spirituale».
                           Alessandra Crabbia  Opera
                           6^ classificata: "Alka Seltzer" di
                           Francesco
                           Troccoli,
                           Roma. Questa la motivazione: «Il
                           tempo non esiste, dice l'autore. E nei
                           suoi improvvisi e allucinanti salti negli
                           anni passati e a venire, si ritrova
                           inconsapevolmente sempre in posizioni
                           esistenziali diverse, fino all'ultimo
                           gradino, diventare un clochard. Solo
                           l'Alka Seltzer è sempre presente,
                           muta testimone dei suoi viaggi temporali.
                           L'impermanenza domina tutte le fasi della
                           vita.
                           Nessun attaccamento, per quanto grande
                           è destinato a durare».
                           Alessandra
                           Crabbia
 Opera
                           7^ classificata: "Il Pepeu" di
                           Marco
                           Antonelli,
                           Bovisio Masciago (MI). Questa la
                           motivazione: «Il pepeu è il
                           personaggio out-sider del paese. E' un
                           diverso, perché ritardato e
                           solitario. La sua solitudine è
                           quasi disumana, e solo raccogliere rottami
                           e alluminio lo aiuta a sopravvivere. Ma
                           quale la sorpresa quando alla sua morte si
                           scopre un artista! Nella sua casa una
                           scultura erotica fatta di ciò che
                           raccoglieva per le strade è
                           scoperta e subito distrutta dai suoi
                           compaesani
                           benpensanti.L'amore
                           e l'erotismo che non potevano essere
                           vissuti vengono concretizzati in
                           quest'opera di tutta una vita raminga in
                           una catarsi splendida e
                           azzardata». Alessandra
                           Crabbia
 Opera
                           8^ classificata: Pensieri da un
                           cornicione" di Graziella
                           Ceccarelli,
                           Cervinara (AV). Questa la motivazione:
                           «Gli ultimi attimi di vita di un
                           alcolista uxoricida vengono qua narrati
                           con una lucidità sorprendente.
                           Pensieri puri e liberatori e quasi un
                           conforto e un sollievo rispetto una vita
                           disastrata dalla dipendenza. Tutto
                           è stato distrutto da questa
                           malattia dell'anima e del cuore, tutto
                           è perduto. Ma la passante che lo
                           vede, nulla sa della serenità con
                           cui quest'angelo nero si butta nel vuoto
                           per ritrovare la sua anima
                           perduta». Alessandra
                           Crabbia
 Opera
                           9^ classificata: "Enigma" di
                           Luciano
                           Recchiuti,
                           Teramo. Questa la motivazione: «E'
                           qui descritta un'esperienza pre-morte,
                           dopo un incidente che porterà il
                           protagonista sulla sedia a rotelle. Magia,
                           terrore, oscurità, realtà
                           parallele, s'intrecciano in un racconto
                           che trova il suo epilogo felice nella
                           raggiunta comprensione dei valori
                           autentici di una vita che raggiunge
                           spiritualità attraverso il
                           dolore». Alessandra
                           Crabbia
 Opera
                           10^ classificata: "Due parole" di
                           Elisa
                           Nunziatini
                           Salhi,
                           Domodossola (VB). Questa la
                           motivazione: «In un lungo
                           soliloquio attraverso una manciata di
                           anni, in un diario, si snoda la decadenza
                           mentale della protagonista, che assiste
                           impotente al suo declino psico-fisico, e
                           che resta consapevole della devastazione
                           finale di una malattia definita con due
                           terribili parole: morbo e Alzheimer.
                           Toccante e drammatico».
                           Alessandra
                           Crabbia
                           
                           
Risultano
                           segnalati dalla Giuria con Attestato di
                           merito i seguenti Autori:
                                "Il
                           dopocena di Phuket" di Giovanni
                           Carullo,
                           Avellino. Questa la motivazione:
                           «Una donna sconosciuta, bella come
                           una bambola di porcellana resterà
                           nella memoria del protagonista per sempre.
                           Lo tzunami falcerà quella giovane
                           vita. Il mare inghiottirà la sua
                           bellezza». Alessandra
                           Crabbia
"Il
                           futuro è nei tuoi sogni" di
                           Fabio
                           Favento,
                           Mediglia (MI). Questa la motivazione:
                           «Premonizioni oniriche e magia della
                           preveggenza femminile.Questo
                           racconto entra nel vivo del paranormale e
                           svela una precisa connessione tra
                           sensazioni e avvenimenti. Nulla sfugge
                           alla mente sottile, né il bene
                           né il male». Alessandra
                           Crabbia "Il
                           tempo sospeso" di Maddalena
                           Lonati,
                           Rho (MI). Questa la motivazione:
                           «Il distacco, il lutto e un amore
                           troppo grande fanno precipitare
                           Il
                           protagonista del racconto in una
                           prostrazione che nessun medico riesce a
                           guarire. Il tempo si è fermato. Non
                           esiste un ritorno. Una non-vita è
                           preferibile all'accettazione della perdita
                           irrevocabile dell'amore».
                           Alessandra
                           Crabbia
"L'angelo
                           di Samira" di Giovanni
                           Fabbri,
                           Firenze. Questa la motivazione:
                           «La guerra conduce ad ogni orrore, ad
                           ogni forma di mostruosità. La
                           protagonista entra in questa spirale con
                           l'uccisione di un soldato. L'angelo che
                           doveva salvarla o farla morire viene da
                           lei pugnalato alle spalle. Fuggire dal suo
                           inferno interiore non sarà
                           più possibile. La guerra la
                           inseguirà per tutta la
                           vita». Alessandra
                           Crabbia
"L'ombrello
                           giallo" di Gabriele
                           Leone,
                           Sant'Apollinare (FR). Questa la
                           motivazione: «Un incontro casuale
                           in un bar tra una ragazza giovane e
                           sbandata e un vecchio dalla vita
                           torturata. Un incontro tra due generazioni
                           che sfocia nella comprensione profonda
                           della giovane e la fa mutare. Solo
                           l'ombrello giallo che rotolerà tra
                           i binari in una giornata di pioggia,
                           farà capire la fine dell'esistenza
                           del vecchio». Alessandra
                           Crabbia
 
                        
                        
                        
                           
                              | 
                                    La
                                    cerimonia di premiazione si
                                    è tenuta sabato 21 gennaio
                                    2006 alle ore 15,30 a Melegnano
                                    (Milano) presso il Salone
                                    Predabissi in via Frassi, 2
                                    angolo via Predabissi. Gli autori
                                    premiati riceveranno
                                    comunicazione a mezzo
                                    lettera. |  |  
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                            Pietro
                           Catalano - 1°
                           classificato  Passeggeri in
                           metro Gli
                           occhi parlano di noi,nella
                           metro fissano depliantd'inutile
                           merce,o
                           leggono, o guardanol'orizzonte
                           allontanarsie
                           ritornare lungo binari
                           infiniti.Non
                           fissano mai o quasi altri
                           occhi,il
                           timore della nudità
                           dell'animaè
                           sempre in agguato,paura
                           di svelare sentimentiantichi,
                           pane quotidianoche non
                           si compra nei freddi forni.Passano
                           venditori di canzonisuonando
                           una fisarmonica scordata,o
                           battendo tamburi di terre
                           lontane;i loro
                           occhi guardano le manidei
                           passeggeri precari del tempo,imbottiti
                           d'anelli pesanti come l'aria,immobili
                           nella carità.Ma i
                           bimbi dei venditorid'emozioni
                           parlano con gli occhi,ringraziano
                           con un batter di ciglia:anime
                           nudesenza
                           paura del buio,verrà
                           poi lo sguardo altrove,a
                           cercare altri occhiche
                           parlano d'amore. 
 
                        
                      | 
                        Giampaolo
                        Merciai - 2°
                        classificato  Una
                        volta... Una
                        volta,c'erano le
                        favole a chiudere gli occhi dei
                        bambini.Emozionante
                        cammino su nuvole spolverate di
                        stelle.Montagne
                        di parole portate via dal fiume del
                        tempo.Ricordi
                        che scompaiono.Apro le
                        finestre, piove. Piovono brandelli di
                        vitasui
                        giardini di Luglio e farfalle azzurre si
                        fermanoe i
                        silenzi si riempiono di doloree rose
                        bianche diventano rosse di
                        sangue.Chiudo le
                        finestre, piango. Piango giorni senza
                        lucesui mari
                        dell'odio e no bastano Torri che
                        cadonoe i treni
                        di Madrid e i muri di Beslane il cielo
                        di Londra e le strade di Sharm...Strategia
                        della paura.Una
                        volta,c'erano le
                        favole a chiudere gli occhi dei
                        bambini.La luna
                        giocava a nascondino sul crinalee alla
                        sera, oltre i monti, le città
                        dormivano notti di pace.Perdo la
                        parola.E non si
                        ferma il mio pianto. Lacrimeper la
                        musica di una chitarra che ci
                        univae per i
                        rimpianti di un paese da visitaree per il
                        profumo di gelsomino che bagnava gli
                        oceani.Lacrime
                        che cadono sull'Amore per la
                        vita.Una
                        volta,c'erano le
                        favole a chiudere gli occhi dei bambini...
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                            Emma
                           Mazzuca - 3°
                           classificata  Guida
                           i miei passi... Guida
                           i miei passi - ti chiesi
                           -fino
                           a che piegare io possa, con
                           l'animalibera
                           da rimpianti e vili
                           supplichele
                           lunghe ali d'ombra, i contorni
                           perdernenella
                           dissolvenza dell'albaPresto
                           - ti chiesi - fai
                           prestole
                           lame del cancello
                           taglianoil
                           mare d'erba e il suo possente
                           smaltoche
                           legati ci tenne, sì da
                           impoverirela
                           lista della sorteTravasa
                           il tuo respiro che l'aria
                           crudainfuria,
                           fá che dal lungo
                           torporeun
                           grumo di calore o la fiamma d'un
                           ceroravvivi
                           il bosco inquietoI
                           portatori trattenni con le mie mille
                           mani-
                           è tardi - mi
                           dissero(fradicio
                           giorno!)di
                           là del vano indugio, oltre il
                           passivo freddo,sopra
                           cunicoli e sull'ingorda
                           terra,(suprema
                           contraddizione)con
                           luccicanti scuse, si gloriò alto il
                           soleCol
                           viso nella polvere, passo su
                           passo,m'allontanaitra
                           soffi di gelido tepore scivolai lieve da
                           chi-
                           pur se in vita - al mondo
                           taceAl
                           tuo sguardo-
                           padre -che
                           l'infinita aurora
                           sfiorapromisi...alcun
                           verme si nutrirà del bulbo di
                           asfodèlo 
 
                        
                      | 
                            
 
                        Antonio
                        Capriotti - 4°
                        classificato  Il mare
                        come una stagione Tempo
                        di mare ritornaa
                        me negli anni perduta stagione: il lido
                        rifiorito, l'ondabattente
                        leggera - solcata, guizzata risacca - e il
                        ventosalso
                        che s'invena; azzurrità e la curva
                        ascendenteradiosa,
                        trasfusa in fitto brunire, oblivioso sulla
                        pellecanora
                        di sirene; blandizie all'ombra - parole rade
                        - e accesopalpitare
                        di narici: oh felicità
                        dell'orache
                        irretiva ai trionfi iridati di
                        riviere-
                        vita nudata d'ansie se non
                        d'amoreche
                        al limite oscillante di spume sulla
                        sabbiaera
                        innocenza, abbandono a
                        edenicagrazia
                        ritrovata.Declinò
                        per me - lentamentesvaniva
                        in transumanze di sogni, di nuvole e gabbiani
                        -la
                        terracquea avventura, ed ora invano
                        riattendovoce
                        che lieta mi chiami ai convegni di sole,
                        all'arcodi
                        luce e di brezze ormeggianti su effuso
                        lambire d'acquee
                        pulsioni. Tornano i giorni solstizii,
                        l'ansiasalmastra
                        che sale, che invade, e mi
                        vinceancora,
                        ma ebbrezza alle sabbie
                        dorateè
                        inganno, facile gioco del cuore - lietezza
                        altruia
                        me sguardo, vena
                        riaccesadi
                        nulla, memoria. A me, che in meriggi
                        gloriositardo
                        riaccedo alla riva, ora
                        d'ombres'effigia
                        lontane e d'echi profondi
                        risuonadolente
                        il mare, conclusocome
                        una stagione. |  
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                            Federico
                           Fieri - 5°
                           classificato  Pensieri
                           orfani Seduto,sotto
                           il grande albero della mia
                           vitai
                           rami alti osservo...le foglie
                           numerose...La
                           brezza pungente di questa società
                           le schiaffeggia senza
                           tregua.È
                           il fruscio dei miei
                           pensieri,è
                           il sottofondo che svuota ogni
                           sussultoe
                           riempie una malinconia latente di musica
                           che nessuno ascolta,è
                           il destino mio che prilla viziato dalla
                           pena di esistere.Quante
                           instancabili vibrazioni può
                           partorire il vento della
                           vitanel
                           cuore di un seme che diviene
                           frutto...Resterò
                           qui,poco
                           sopra le mie tumide
                           radici,ad
                           attenuare i desideri più
                           ribelli,ad
                           ammansire le loro creste
                           ingombranti.Se
                           i miei pensieri volano a bassa
                           quotaforse
                           potrò raggiungerli con piccoli
                           balzi.Resterò
                           qui,a
                           far da sfondo al panorama di questa
                           uggiosa età,in
                           cui la forza dei pensieri potrebbe fermare
                           il vento, il sole, il
                           tempo.........resterò
                           qui, solo,a
                           pensare a ogni
                           perché,e
                           scusate se questa fessura a forma di
                           boccacustodisce
                           suoni a forma di
                           parole.Io
                           non farò altro
                           rumorese
                           non coi battiti del mio
                           cuore.Quando
                           un orfano diventa
                           adultola
                           vita bisbiglia verità
                           assordanti,e
                           fra i rami maturano frutti più
                           succosi...ma
                           più pesanti.  
 
                        
                      | 
                        Egidio
                        Belotti - 6°
                        classificato  Sunday
                        evening Il
                        vento non precipita più in questa
                        domenicasospesa
                        sul mare di catrame dove anche le
                        fogliefaticano
                        a respirare il sapore calmo
                        dell'autunnoimmaginato
                        - sommerse - e rondini zittite dalla
                        seraseguono
                        mute i nostri silenzi sui
                        petaliche
                        pretendono l'aurora, così
                        indifesicome
                        palpebre di bambino ferito:
                        improvvisacerca
                        di emergere l'anima
                        assediatastrappata
                        a questi segreti di salea
                        gole annegate nella ruggine dei
                        ricordimai
                        sopiti, mentre il tuo sorriso
                        fierorisuona
                        ancora nelle sorde crisi di
                        coscienzacome
                        fiore avvizzito nelle macchie
                        addormentate,quasi
                        un fuoco lento fissato per
                        orenelle
                        brevi sere di primavera
                        taciutasenza
                        risposta immediata: e continuo a
                        cercartial
                        di là del ponte oltre l'orizzonte
                        amaroche
                        odora di brace dove la tua
                        presenza/assenzadelicata
                        accompagna ancòra questa
                        solitudineinesplorata
                        e rara: è cielo aspro
                        d'ottobre,e
                        ora non voglio più incidere il mio
                        tempo inquietoma
                        coltivare questi silenzi carichi d'ocra e di
                        lavanda. |  
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                            Stefano
                           Leoni - 7°
                           classificato  Non
                           era un canto,
                           capisco,l'abbraccio
                           che mi
                           rovesciò,sorridendo,
                           l'anima. Adessocuro
                           ancora questi graffi,
                           ioche
                           non volsi altrove
                           l'occhioe
                           risposi, agguantando
                           l'orache
                           parve rivelarsi. Non
                           era.Piccoli
                           frammenti e un tuono.Come
                           tanti. Anch'io
                           raggelato,stupimmo
                           dell'estremo vanto,e
                           mi scorse sul petto la
                           lama,ancora
                           e ancora più
                           fonda.Io
                           che non c'ero, tradito,
                           spesiogni
                           riflesso di me su tali
                           ondee
                           morimmo. Allora netta
                           apparve.L'anima
                           vera e nuova,
                           urlando. 
 
                        
                      | 
                        Liliana
                        Paparini - 8°
                        classificato  Dall'onda
                        di mezzo Questa
                        notte...dall'onda
                        di mezzo fatti rapire!Da
                        quella dei sogni caparbiche
                        non cedono alle lusinghe del
                        giornoqualunque.Ti
                        aspetto qui,alle
                        porte di un'alba
                        nascente,dove
                        il tempoche
                        ha fretta d'arrivarenon
                        è mai nato.Qui!
                        Dove fiorisce il
                        pensierocome
                        l'occhio di un cielo
                        chiarosgombro
                        da nuvole,e
                        si confondono stormidi
                        uccellinell'oro
                        fuso dei tramonti.Dove
                        lo scrigno dell'animaè
                        sempre aperto in ogni sua
                        fibraallo
                        stupore della terrache
                        semina la vita.Terra
                        sulla quale posano passi
                        leggeri,e
                        sottovoce ci si parlaper
                        non tradire un suono
                        d'aria,un
                        sospiro,un
                        battito d'ala,la
                        scheggia di un'eco
                        lontana. |  
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                     all'inizio |  
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                           Giuseppina
                           Terranova - 9°
                           classificato  La
                           bouganvillea Petali
                           di pergamena antica edi
                           porpora accesi,flessuosi
                           rami intrecciatidalle
                           verdi dita,giovani
                           e arditiincroci
                           di voluteseguo
                           indolentesul
                           muro di rosa
                           sbiadito,che
                           al tempo non si
                           arrendee
                           agli ultimi bagliori
                           d'aranciovoluttuoso
                           si protende.Il
                           lento piacere dello
                           sguardobruscamente
                           si arresta
                           lassù,dove
                           invano brilla il tuovermiglio
                           richiamo,ai
                           piedi di una piccola
                           finestrachiusa.Invano
                           intrecciasti la tua
                           chiomaper
                           uno sguardo ignaroche
                           a te si nega...Al
                           tramonto hai
                           catturatouna
                           fiaba del mio
                           pensieroe
                           in pochi istanti mi hai
                           raccontatoil
                           tuo semplice mistero,quel
                           piccolo dolore che ti
                           pungequando
                           si fa sera...Nel
                           riflesso del mio umile
                           sguardodi
                           porpora e d'oro
                           t'incorono,mia
                           regina,e
                           solo per te voglio
                           rubarelo
                           smeraldo di uno spicchio di
                           mare.
 | 
                        Vincenzo
                        Elefante - 10°
                        classificato   Alma
                        madre Ho
                        raccolto una manciata di
                        terrae
                        l'ho chiamata madre. L'ho
                        baciata.Mi
                        ha detto: "Figlio, io ero
                        addormentatain
                        questo oscuro angolo di
                        terra,camminavo,
                        viaggiavo nella guerradelle
                        quattro stagioni. Mi hai
                        svegliatatu
                        - con un bacio! Come una
                        ventatadi
                        marzo si addormenta nella
                        serradel
                        giardino dei giusti questa vita
                        -si
                        riempie, si svuota e
                        ricomincia:lascia
                        e prende la piena delle
                        rive."Guardai
                        il fiume, le acque
                        fuggitive.Sciolsi
                        il Nodo nel verso di una
                        cincia.Vidi
                        la madre mia
                        ringiovanita.
                        
                        
 Canto
                        indiano Ascolta,
                        figlio, comeun
                        galoppo di indocili
                        cavallise
                        ne andarono gli anni,
                        dileguarono,sui
                        sentieri di guerra.E
                        questi sono i segni degli
                        zoccolinella
                        carne violata,
                        devastata.Adesso,
                        il Grande Spirito de
                        fiumiaccende
                        i primi fuochi del
                        tramontosopra
                        i monti dei padri,dove
                        ardono le cime della
                        sera.Non
                        ascoltare il grido di
                        battagliache
                        sale dal deserto!...Bisogna
                        seppellire, ora, l'ascia di
                        guerra.Questa
                        è l'ora che tacciono i tamburi
                        -l'ora
                        di ripartiresulle
                        tracce del vento. |  
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         Agg.
         28-11-2005
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