- La Giuria della decima
edizione del Premio di Poesia I Poeti dell'Adda
2005, presieduta da Massimo
Barile, dopo
attenta valutazione delle opere pervenute ha decretato la
seguente classifica:
-
- 1° class.:
"Sensazioni"
di Emma
Mazzuca,
Latina. Vince targa Poeti dell'Adda - Pubblicazione di un
libro di 32 pagine con assegnazione di 100 copie gratuite
- Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato
sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet.
-
- 2° class.:
"Nudi
di stelle"
e
"Ti sento andar via"
di Federica
Bernardini,
Jesi AN. Vince
la pubblicazione di un libro di 32 pagine con
assegnazione di 50 copie gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet.
-
-
- 3° class.:
"
...di carne e terra"
di Tiziana De
Poli,
Cittadella (Pd). Vince la pubblicazione di un quaderno di
32 pagine con assegnazione di 50 copie gratuite -
Attestato di merito - Pubblicazione del testo premiato
sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet.
-
-
- 4° class.:
"I
100 Natali di Peter Pan"
di Roberto
Silleresi,
Baganzola (PR). Vince
la pubblicazione di un quaderno di 32 pagine con
assegnazione di 50 copie gratuite - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet.
-
- Vincono
Attestato di merito, pubblicazione dell'opera vincitrice
su Il Club degli autori e su Internet più 10 copie
in omaggio della rivista sulla quale viene pubblicata
l'opera premiata:
-
- 5° class.:
"Una
parvenza luminosa"
di Chris
Mao, Ormea (Cn)
-
- 6° class.:
"Il
dolore di ieri"
di Leonardo
Vitto,
Rivignano (UD)
-
- 7° class.:
"Nonostante
la notte" di
Paolo
Lazzarini,
Guarda Veneta (Ro)
-
- 8° class.:
"Sussulti"
di Fedel Franco
Quasimodo,
Milano
-
- 9° class.:
"China
salita 230705"
di Davide
Bono,
Torino
-
- 10° class.:
"Ad
ogni calar di giorno"
e "Lascia..."
di Liliana Paparini. Bresso (MI)
-
- Premio della critica a
"Io
che savia non sono"
di Adriana
Scarpa, Treviso
- Sono Segnalati dalla
Giuria con Attestato di merito le opere dei seguenti
autori:
- "Quattro elementi" di
Francesca
Muntoni,
Cagliari
- "La tua ombra" di
Sergio
Baldeschi,
Montecerboli (PI)
- "I.N.R.I" di
Federico
Fieri, Prato
(PO)
- "Labirinto" di
Piero
Imbrogno,
Bergamo
- "Il tramonto della
vita" di Itala Silvia
Spurio,
Acquaviva Picena (AP)
- "Vanità" di
Andrea De
Palma,
Biella
- "Vivere altrove" di
Giuseppina
Terranova,
Pontedera (PI)
- "Al figlio che non
ho" di Francesco
Sassetto,
Venezia
- "Sassi" di
Marco
Olivieri,
Roma
- "Il tossico e il
passero" di Simone
Bergamaschi,
Sillavengo (No)
- "Ai lettori di
poesie" di Adele Rossella
Saiano, Loano
(Sv)
- "Gatti randagi" di
Filippo Noto
Campanella,
Milano
- "Nel paese antico (a
Lucchio)" di Giampaolo
Merciai, San
Marcello (Pt)
- "Notte di luna"
di Giovanna
Faro, Desio
(Mi)
- "Nel vento" di
Danilo
Tabacchi, Carpi
(Mo)
- "Giorni settimane mesi
anni..." di Cinzia
Nuvoli,
Fucecchio (FI)
- "Il senso della vita"
e "Non moriar" di Maria
Gabriella Meloni,
Morena (RM)
- "Io Fritz e Frank" e
"Fame Nervosa" Meltea
Keller,
Sovigliana (FI)
- "Le bambine con le
rughe" e "La ribellione" di Barbara
Martiri,
Roma
- "Vita d'artista" e
"Ansia d'infinito" di Aura
Piccioni,
Morena (RM)
-
|
-
- Emma
Mazzuca
Opera 1^
classificata
-
- Sensazioni
-
- Vivo a margine
di sensazioni
- sull'orlo della
volontà
- che non concede
spazi a giochi del destino
- ho semplicemente
amato
- spiato angoli di
vento
- per librare il
cuore oltre cancelli di
perplessità
- senza voltar lo
sguardo
- seguendo
percezioni come volo d'uccelli...
- Ho assimilato
virtù ed egoismo
- alla ricerca
d'un fluttuante mondo
- un'oasi dove
regole e intemperanze
- all'unìsono
non lacerassero un corpo
- abbandonato a
complice piacere...
- Nudo
dolore
- da perdere
decenza d'umana sofferenza!
- - non celebro la
morte -
- dallo sfatto
sudario personifico assenze
- l'oscuro interno
esplode di violento azzurro
- - silenzio
vigilante -
- poco a poco il
mare ingoia grumi
- caldo sangue si
scioglie
- ...il seducente
odore ...è un giorno di vita.
-
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
-
- Federica
Bernardini
Opera 2^
classificata
-
- Nudi di
stelle
-
- Nudi di
stelle
- sfrontata
timidezza sulla lingua umida di sabbia
- gocce di
sale
- nettare spalmato
sopra corpi che lenti si distruggono
- Sarà
odio
- che stupisce
come un amore tenero
- e parole
strappate al ritmo del silenzio
- che scorre
dentro coltelli
- mani aperte che
si contendono il fremere del vento
- Sarà
pelle che trema
- bruciando gemiti
di rancore
- e sulle labbra
frivole dell'alba
- la luna
furtivamente sfuma veli di carta
- per non
svegliare il sole
-
-
- Ti sento andar
via
-
- Ti sento andar
via
- nell'acqua
gelida che mi cammina addosso.
- Graffio muri con
mani innocenti
- Ho riposto
scatole colme di colori
- nelle stanze
della mia memoria.
- Cigolano cardini
consumati
- di porte senza
ritorno
- negli oceani
delle preghiere
- dove vaga la
mente
- cercando di
morire dentro lacrime
- alla
deriva.
-
-
TORNA
ALL'INIZIO
- Tiziana
De Poli
Opera 3^ classificata
-
- ... di carne e
terra
-
- Mi rivedo
spesso
- percorrere con
calma una strada bianca
- dalla quale
attingo avida,
- la
serenità da un orizzonte
pastello.
-
- D'un
tratto
- è rapita
con scortesia la mia attenzione
- .. da una
campagna nuda
- e vestita a gelo
di nebbia grigia.
- Cenere lieve
copre a manto le vite
- che fievoli si
abbandonano al riposo
- senza temere una
prematura dipartita.
-
- Io
estranea,
- vengo protetta
da questa veste perlata
- che sebbene
lieve, mi ricopre le spalle
- risparmiandomi
il torpore del gelo.
- Nuda di
vesti,
- mi sento senza
sangue
- rotolare tra
fili d'erba di mortale apparenza
- e annuso dalla
terra quel sapore che da sempre
- ho sentito
fratello.
-
- Stesa e
disperata,
- esaspero le
braccia e ricopro di carne la terra
- che amica e
madre
- mi rincuora e mi
accoglie come parte mancante
- che finalmente
ritorna,
- mi respira e
capisce,
- ma mai chiede il
perché della mia disidratata
volontà
- che ora assimilo
nuovamente
- cibandomi come
da una lupa
- di ardore
materno.
-
TORNA
ALL'INIZIO
- Roberto
Silleresi
Opera 4^ classificata
-
-
- I 100 natali di
Peter Pan
Di questo secolo
compiuto
senza crescere
mai
Conservo le
forcine
Cadute dalla
chioma
al seno azzurro
delle fate.
S'alzavano a
Natale
in volo
radente
Rapinando i
malati sogni
Dagli occhi
verdi
d'un parente
bambino
Anche stamani i
mercanti di neve
hanno sparso
trappole di pane
Per assistere al
tumulto dei passeri.
Ripiego in
braccio a Barrie
a soffrire
l'eclisse delle luminarie
E di pudica
indigenza
addobberò
il mio arbusto
Con le fibbie di
fata.
Ali che
battono
al tempo della
giovinezza
Il cielo
spariglia un'altra sera
su questa pausa
di mondi
Ricuciti
all'isola che non c'è.
Meravigliosa
avventura forbire
quanto resta del
destino
Con sapone di
cenere.
TORNA
ALL'INIZIO
- Chris
Mao
Opera 5^ classificata
- Una parvenza
luminosa
Al
giorno,
il tribuno della
notte concede,
una parvenza
luminosa
che rende al
popolo delle vene
le forme di una
vita,
originata sulle
pendici
di una piramide
primordiale.
Conoscersi nelle
viscere
di un estasi
inquieta,
ai margini del
turbine
delle anime
elette,
l'unica speranza
di salvezza.
Decimate dal
veleno
del pane
quotidiano,
le molecole dei
pensieri
s'accampano in
una prateria,
densa di un fumo
acre,
ultimo disperato
residuo
del rogo dei
nostri sogni.
-
TORNA
ALL'INIZIO
Leonardo
Vitto
Opera 6^ classificata
- Il dolore di
ieri
Guardiamo il
dolore di ieri con occhi
velati da una
coscienza ormai sazia
e infreddolita.
Lontani,
sempre
più lontani i giorni disuguali
in cui maledimmo
l'usura
dei nostri anni
migliori.
Un'acqua color
dell'ambra spiana oggi
le distese di
grano vermiglio.
In questo
liquido che non fa rumore
un masso amorfo
è posato con cura
da un dio forse
in vena di garbo.
Vento di terre
calde spira
affaticato dal
lungo cammino
e, spossato, fa
giacere fresche nubi
sulle vette di
monti impassibili.
Il disordine ha
rintuzzato
ogni logica; il
fiore ha partorito
la semenza che a
sua volta custodisce
l'enorme pianta
nel suo minuscolo ventre;
una bieca
ferocia traspare
dall'occhio
luminoso del creato.
Così un
arco a pieno centro
è
incastonato in un gotico fatiscente,
un germe
cittadino alimentato
da una cultura
afrodisiaca...
La terra
agghindata d'un vivido rosso
nulla può
contro i nostri volti di gesso
in equilibrio su
busti di pietra.
Fu appena ieri
che noi sputammo
contro il
cielo
tenendo gli
occhi aperti per orgoglio.
TORNA
ALL'INIZIO
Paolo
Lazarin
- Opera 7^
classificata
- Nonostante la
notte
Camminavo
sottile nel solco delle stagioni,
lontano da
ciò che conviene pensare,
e senza rancore
sentivo la vita sfuggire,
oscillare senza
mai cadere,
ridere alle
spalle del tempo.
Sfinivo i minuti
di bestemmie e vino,
sconfitto dai
sogni, schiavo del mio passato,
spezzavo la
corsa della coscienza
sotto i colpi
dei rimorsi,
sotto il peso
degli anni.
In quel tratto
di vita ho raccolto gli ultimi affanni
e sono fuggito,
senza una ragione.
L'asfalto
incollava i ricordi alla strada
e restavano solo
quindici lire
da bruciare in
fondo alle tasche.
È
l'orgoglio di esistere nonostante la
notte,
scorgere ancora
un senso di fierezza mai sopito.
Lascio solo
lettere di commiato appese alle lacrime
e un enigma in
fondo agli occhi,
senza
soluzione.
Cosa ti
aspettavi da un onesto sognatore?
Ho nascosto
parole di gesso,
ho chiuso la
realtà dentro la mia follia
che oggi spegne
questa lama.
Tra lo stupore
delle mie ragioni
ho sciolto i
voti con il mondo.
-
TORNA
ALL'INIZIO
Fedel
Franco Quasimodo
Opera 8^ classificata
-
- Sussulti
Cercherò,
senza fortuna,
di
tutelare
una falsa
onorabilità.
Quel documento
compromettente
adagerò
in un
cassetto.
Nessun altro
loco
appare
atto
a
mimetizzare
quella palude
vergognosa.
Densa
melma
si
appiccica
sul mio
volto.
Non trovo gli
occhi
per
stropicciarmeli;
si
arresta
lo slancio
vitale degli arti.
Un attacco
oltraggioso
bersaglierà
la immacolata
vena.
Ho
perso
il
tramonto
coi suoi toni
scarlatti.
TORNA
ALL'INIZIO
Davide
Bono
Opera 9^ classificata
- China salita
230705
Risalgo ermetico
tra file tese di pensieri
stanno come
mollette su panni sporchi
vergognosi di
sfilare nudi al vento.
Li percuoto con
raucedine d'animo
sperando che si
dispongano a disegnare
una risposta a
quattro anni di follia apnoica.
Ora che sono
riemerso, boccheggiante di squame
m'adagio sul
bordo sdrucciolevole del Lete
con sguardo
torpido li vedo uno ad uno nettarsi
ed il dolore mi
fa crepe nel cuore.
Escono torbidi,
d'ebano macchiati
fiotti di vita a
riprendere la solita
erma china
salita.
TORNA
ALL'INIZIO
Liliana
Paparini
Opera 10^ classificata
-
- ad ogni calar di
giorno
Cristalli di
seta in coppe d'avorio:
acini
preziosi
per dissetare i
semplici cuori.
Noi seme, albero
e radice,
petali
nell'anima del mandorlo:
sale
chiacchierato della vita.
Noi, dai colori
variopinti
e
vagabondi
che la terra
marciamo senza tregua,
inseminiamo
pulviscolo di sogni
nei solchi delle
muse,
ad ogni calar di
giorno.
- lascia...
Grida!
Grida
all'ingiuria,
grida dai vicoli
ciechi
esangui
d'amore
il tuo libero
canto.
Lascia che
filtri la luce
anche se
l'occhio
ti
fionda.
Lunga
sarà la notte
dopo il
congedo
e tacita di
carezze
nell'oscura
landa
senza
eco.
Lascia...
lascia che ti
arrivi la luce
fino all'ultima
goccia,
anche se
l'occhio
ti
fionda.
TORNA
ALL'INIZIO
Liliana
Paparini
Opera 10^ classificata
-
- ad ogni calar di
giorno
Cristalli di
seta in coppe d'avorio:
acini
preziosi
per dissetare i
semplici cuori.
Noi seme, albero
e radice,
petali
nell'anima del mandorlo:
sale
chiacchierato della vita.
Noi, dai colori
variopinti
e
vagabondi
che la terra
marciamo senza tregua,
inseminiamo
pulviscolo di sogni
nei solchi delle
muse,
ad ogni calar di
giorno.
- lascia...
Grida!
Grida
all'ingiuria,
grida dai vicoli
ciechi
esangui
d'amore
il tuo libero
canto.
Lascia che
filtri la luce
anche se
l'occhio
ti
fionda.
Lunga
sarà la notte
dopo il
congedo
e tacita di
carezze
nell'oscura
landa
senza
eco.
Lascia...
lascia che ti
arrivi la luce
fino all'ultima
goccia,
anche se
l'occhio
ti
fionda.
TORNA
ALL'INIZIO
Adriana
Scarpa
Premio Speciale della Critica
-
- Io che savia non
sono
Chi è
saggio
ha appeso al
muro gli entusiasmi
rinunziato ai
germogli della vita
sotto campana di
vetro
ha rifugiato
l'anima.
Dall'alto della
torre dove vive
emette in
solitudine i giudizi.
Io che savia non
sono
sto
inginocchiata sopra pietre aguzze
e se i rovi
graffiano la carne
rido delle
piccole ferite.
Ogni volta che
si abbatte la tempesta
ricostruisco le
pareti del mio cuore
e riassetto
l'ordine precario.
Ai rami del
giardino
ho appeso gli
spartiti del mio canto
mai monocorde.
Modulo
le note del mio
flauto
a volte lieto, a
volte disperato
e brucio al
fuoco di passioni
o m'incanto
affascinata d'albe.
Niente briglie
per l'audacia delle fughe
mi tingo di
vento e mordo le ore
tempeste nello
sguardo e meraviglie.
Non è
saggezza, lo so,
però io
vivo.
TORNA
ALL'INIZIO
|