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               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
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               Antologia
               del premio letterarioIl Club dei Poeti 2006
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               Sommario Prefazione
            di Gianmario Lucini
            - Albo
            d'oro dell'edizione 2006
            - Maria Afa Tiranti - Cesare Airaldi - Angela
            Ambrosini -
            James Peter King Appiah - Milena Argento -
            Rita
            Argento -
            Giorgio Astolfi - Sergio Baldeschi - Roberta
            Bertoli -
            Annunziata
            Bertolone -
            Vincenzo Bolia - Maria
            Cristina Bressan
            - Alex
            Cangini -
            Alberto
            Caramella -
            Irene Catarella - Debora Cavallo - Elena
            Chiesa -
            Alma
            Chiment -
            Carmelo Chiofalo - Paolo Cocchia - Mario D'Alise -
            Carmine D'Angelo - Elena D'Arcangelo - Massimo
            D'Arcangelo - Leonardo
            D'Isidori -
            Angelo
            D'Onofrio -
            Cosimo
            De Micheli -
            Cinzia Degiovanni - Elisabetta Denti - Nicoletta Di Cecio
            - Silvio Di Fabio - Stefania Di Leo - Elio Di Nunzio -
            Giuseppe Di Taranto - Giuseppe Diotto - Vincenzo
            Ercole -
            Federica Fabbriciani - Marta Fadda - Chiara
            Ferrara -
            Emilia Fragomeni - Maria
            Franchella
            -
            Claudio Fulin -
            Giacomo Fumarola - Enza Galluccio - Giovanna Garzia -
            Riccardo Gasperina - Benedetto
            Genovesi -
            Pasquale Giannatempo - Rita Giurastante - Carlo Gugliotta
            - Pellegrino Iannaccone - Maria Antonia Jannantuoni -
            Giuseppe Laurora - Margherita
            Lo Russo
            -
            Alessia Lombardi -
            Federica
            Lorenzi - Luca
            Mainini - Marcella Valentina Mancuso - Emilio
            Manfrini -
            Chris Mao - Sándor
            Marazza -
            Carmela Marino Mannarino - Claudio
            Martini -
            Michele Martino - Ermelinda Maturanzio - Claudio
            Martini -
            Rita
            Mignani -
            Lidia
            Mileto - Katia
            Moi - Mario Napolitano - Alessio Nobili - Cinzia Nuvoli -
            Alessia Olivieri - Mirco Ongaro - Annetta Orsi -
            Fausta
            Lucia Pagnozza
            - Andrea Palazzo - Lorenzo Perego - Franca
            Petriccione -
            Maria Teresa Piccardo - Antonella
            Piludu - Fabio
            Pinna - Andrea Polini - Federico Prandi -
            Maria
            Prestia - Luca
            Previato - Fra' Matteo Pugliares - Marco Puleri - Ermano
            Raso - Michela Ravelli - Dario Roman - Licia
            Roveri Galli -
            Davide Ruggieri - Nino
            Russo - Dario
            Sabatini - Domenica Sammaritano - Orazio
            Sanfilippo -
            Antonio Sangervasio - Giacomo Sansoni - Rosaria Sgroia -
            Lucy
            Simonato -
            Ambrogina Sirtori - Simone
            Spinale -
            Romina Tamerici - Carla Tedde - Luisa
            Tedesco -
            Giacomo Teofilo - Stefano Tonelli - Paola Tosato - Mauro
            Trapasso - Simona Maria Grazia Trevisani - Claudia E.
            Turco - Walter
            Vai - David
            Valente - Gian Claudio Vassarotto - Mario Vecchione -
            Mario Vierucci - Manuela Vincenti - Nadia Zanini - Paola
            Zanoia - Vincenzo Zazzaro 
                 
               
               
 Antologia del Premio
               letterario Il Club dei Poeti 2006 - 14x20,5 - pagg.
               130 - Euro 18,00- ISBN 88-6037-258-5
 
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                 Come
               avere l'antologia | 
      
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               Prefazione
 Spesso ci si chiede
               perché tanti fra coloro che scrivono poesie,
               partecipino anche a
               concorsi letterari e in qualche modo ci si risponde:
               per il premio in sé, per la pubblicazione, per
               farsi conoscere, per una gratificazione insomma.
               L'Italia è il Paese dei concorsi letterari,
               dice qualcuno, e probabilmente è vero. Ma non
               è soltanto per le gratificazioni che uno si
               avventura nel concorso letterario - e proprio di
               avventura si tratta, perché il giudizio del tuo
               lavoro è soggetto a una serie di variabili
               assolutamente imprevedibili, prima fra tutte come la
               pensano nel merito i giudici (e, si sa, in poesia non
               ci sono regole scientifiche ma soltanto punti di vista
               personali...). Ma poi c'entrano anche "variabili di
               contesto" come direbbero i sociologi, ossia fatti
               esterni al concorso, anche fatti di cronaca, che
               portano i giudici a preferire magari alcune ad altre
               (ad esempio: accade un fatto atroce di guerra e la
               sensibilità del giudice è più
               orientata verso poesie che trattano quell'argomento,
               anche se a rigore non dovrebbe essere così).
               Oppure sbagli l'impaginazione e la tua poesia non
               è valorizzata come sarebbe giusto: anche i
               caratteri tipografici "dicono" qualcosa di un testo, a
               livello inconscio, e provocano pertanto reazioni,
               seppure inconsce... Per questo il concorso letterario
               è un "salto nel buio" e non è detto che
               il vincitore, col senno di poi, sia il migliore - o
               che non lo sia. Nella mia pur modesta esperienza nel
               campo, ho visto concorsi letterari ai quali
               partecipavano nomi illustri, con testi a mio parere
               pregevoli, non ricevere il primo premio. Ed è
               fuori luogo scandalizzarsi: non avrebbe senso.
               Insomma, se uno lo facesse solo per la gratificazione,
               non rischierebbe la prova del concorso, perché
               troppo imprevedibile. Il concorso, da questo punto di
               vista, non ha né può avere i caratteri
               della "prova", o anche dell'esame - anche se, per
               dirla fino in fondo, quelli che non sanno scrivere non
               avranno buoni giudizi - si spera -, così come
               quelli che ci sanno fare li avranno comunque, anche se
               non è il "premio".Ma poi c'è
               un altro risvolto, più importante, ed è
               il risvolto della comunicazione. La poesia infatti
               è una particolare forma di comunicazione
               "immediata", da un "io" a un "tu" o un "noi" o un
               "voi", non vincolata a canoni, a logiche, a filosofie,
               a ideologie. Ed è quindi il desiderio di
               comunicare, anche per mezzo di un volume come questo,
               che spinge i partecipanti ad iscriversi a un concorso.
               L'ansia della comunicazione, dunque, il desiderio di
               scambio con il mondo, con gli altri è la molla
               che fa decidere al poeta di far conoscere i suoi
               versi, perché nei suoi versi fa conoscere se
               stesso, riceve una conferma della sua esistenza in
               quanto poeta, esiste "in quanto poeta" non soltanto
               per sua convinzione ma anche per riconoscimento
               sociale. La sofferenza maggiore per un artista
               infatti, è proprio la mancanza di feed-back
               comunicativo, e cioè la mancata conferma del
               suo ruolo, della sua identità artistica.
               È come se il poeta si domandasse: «Poeta
               sì, ma per che cosa, per quale scopo, per
               chi?».Ecco dunque il
               libro e la sua genesi, la ragione del libro. Tutto il
               contrario dell'idea romantica ma anche un po'
               inverosimile delle poesie nascoste nel cassetto. La
               poesia nel cassetto non serve a nessuno, è un
               autoerotismo cerebrale, un'auto-gratificazione del
               narciso, sottilmente perversa. La poesia invece deve
               essere conosciuta, deve andare nell'agorà o
               anche solo fra un gruppo di persone, deve svolgere il
               suo compito di connessione e tramite dall'irreale
               mondo della realtà, al mondo del possibile e
               dell'irrealtà, costruire nuovi scenari dove
               l'uomo si senta più uomo e più a casa
               sua. Non che con la poesia si possa cambiare il mondo,
               questo no - è questo un altro luogo comune che
               risente di una sensibilità idealistica e
               romantica. Ma con la poesia si possono costruire
               realtà prefigurate, si possono dire
               realtà indicibili, si possono sollecitare
               aspetti dell'umano che la razionalità non osa
               riconoscere e non è in grado neppure di
               sfiorare. La ragione arriva soltanto dopo, e non
               sempre, e spesso non opportunamente. Se infatti il
               mondo fosse della poesia, sarebbe una specie di
               paradiso terrestre, perché la tesi della poesia
               è la bellezza. Anche quando si descrive il
               dolore fisico, la sofferenza morale, l'ingiustizia,
               l'emarginazione, lo si fa per contrapposizione, per
               denuncia, per dire che il meglio è il contrario
               di quanto accade - e quanto accade è spesso,
               come nel caso della guerra, una razionalizzazione, una
               ragionevole conseguenza, un comportamento "razionale"
               o che in qualche modo si richiama alla
               razionalità, a proposito o a
               sproposito.Ecco dunque,
               insieme, anche il mistero della poesia, che,
               considerata "irrazionale", come tutte le arti, rivela
               in ultima analisi la sua verità più
               profonda, il suo destino Cassandra della
               ragione.In questo spirito,
               abbiamo letto questi testi e, al di là del loro
               pregio, abbiamo apprezzato lo spirito, l'intenzione,
               l'ansia di comunicazione e di verità, il segno
               della speranza. Gianmario
               LuciniPresidente della
               Sezione Poesia del concorso «Il Club dei Poeti
               2006»
               
               
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         | 
                   Angela
                  Ambrosini      
                  
                  
                     Inverno  Pioggiascendesfregiandoil
                  palloredei
                  cuori.Non
                  mormora.Nei
                  focolaicrepitail
                  grigiodi un
                  giornoassente.  
                  
                  
 | 
                   Rita
                  Argento 
                  
                  
                     Pomeriggio
                     d'autunno  ... Era un
                  pomeriggio d'autunno quando ti accingevi a chiudere
                  quella finestra,che per il forte
                  vento continuava a sbattere...fuori dalle mura
                  della tua casa, la pioggia cadeva
                  impavida,il cielo si era
                  fatto cupo;Le persone nella
                  strada correvano per tornare nelle proprie
                  case,i meno fortunati
                  abitanti delle strade, cercavano protezione sotto
                  le tettoie dei palazzi.E il vento...
                  continuava a sbattere quella finestra.Quando riuscisti
                  finalmente a chiuderla,... il tuo
                  sguardo finì su una foto caduta per
                  terrache vi ritraeva
                  abbracciati.Quando vi siete
                  conosciuti eravate sorridenti,era l'estate del
                  2004.Le tue mani
                  raccolsero quella foto: era umida la pioggia
                  l'aveva bagnata.I tuoi occhi si
                  riempirono di una gioia particolare, e così
                  sdraiata sul lettocominciasti a
                  ricordare.Quando tempo
                  passavate insieme a parlare,quante volte vi
                  siete rincorsi lungo le strade per farvi
                  dispetti...amici
                  inseparabili, forse vi siete amati ma non ve lo
                  siete mai detti.Ti viene da
                  sorridere nel guardare quella foto,ricordi
                  perfettamente di averla scattataprima di
                  partire...prima di
                  separarvi...Tu ragazza
                  prendesti quel treno che ti riporto' a
                  Roma,Lui tornò
                  nel suo paese vicino a Caserta.Dopo quella
                  volta ogni tanto lui ti richiama,ma, non vi siete
                  più rivisti...ed io che
                  scrivo, altro non sono CHE il cuore di quella
                  ragazzache ora ripone
                  le foto dentro il suo diario, tra i
                  ricordi,commossa ma
                  felice di non aver mai dimenticato quella
                  persona,che le aveva
                  fatto battere forte il cuore.Come quella
                  finestra che continuava a sbattere, per colpa del
                  vento...... in quel
                  pomeriggio d'autunno. 
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                   Roberta
                  Bertoli    
                  
                  
                     Tutto rimane dietro
                     la collina  Mare....Vento....E una scogliera
                  nei tuoi occhi vivi.Voli...Canti....E le fughe dei
                  miei sognimi
                  portavanodentro al
                  mare.Ma dietro
                  l'angolodi un onda senza
                  amore,mi sono
                  persasulla crespa del
                  mio male.Tutto rimane,
                  là...Dietro la
                  collina.L'unico
                  voloìl
                  pensiero di te,che non mi abbandona.Un grido di
                  gabbianoconta il
                  palloredi un altro
                  giorno che nasceper
                  sottolinearel'intercapedine
                  del nulla.  
                  
                  
 | 
                   Annunziata
                  Bertolone   
                  
                  
                     Ancora  Ho salutato il
                  maretra lenti
                  merletti di spumae delle sirene
                  il canto. È
                  autunnoi sassi
                  più belli adornanoil mio
                  giardino. D'oro rosso le
                  foglieintessono
                  tappetisposano il
                  vento. Nastri d'argento
                  s'intrecciano ai miei
                  capelliripongo nelle
                  conchiglie i sogni:aspetto l'estate
                  ancora. 
                  
                  
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                    Maria
                  Cristina Bressan   Opera
                  Segnalata dalla Giuria 
                  
                  
                     Piccola
                     vita  Camminando
                  impercettibilmentesulla sabbia
                  dorataho lasciato una
                  piccola impronta. Subito il mare
                  zelante e pignoloha voluto
                  cancellare il mìo passarecon uno sbuffo
                  di schiuma candida. La sera sono
                  ritornata con il ventoper cercare quel
                  che è rimastodel mio lento e
                  faticoso avanzare. Ed ecco che - o
                  sorte dei miti -là dove
                  il mare aveva infieritoun'orma è
                  diventatapozzache rispecchia
                  lo splendoredel
                  cielo. 
                  
                  
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                  Alex
                  Cangini   
                  
                  
                     Nessun
                     Perdono  Nel cuore della
                  notteimmersa nel
                  sangue delle tenebre,l'Angoscia si
                  detergeda pallidi
                  rimasugli di speranze. Odo il mio
                  palpitoviolentarmi il
                  petto,è un
                  ritmo sconosciutoè vita
                  che non mi appartiene,sono
                  stordito! Mai più
                  scorgerò il tenuema luminoso
                  colore del Perdonomai più
                  udirò la sua serena
                  musicalitàin una calda
                  lacrima di anima.
                  
                  
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                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                   Alberto
                  Caramella           Nubi pioggia
                  neve vento. Nel paese di Ire-Landla più
                  nobile, poesia verdi prati di poesiaaffondati nella
                  torba prati verdi copre il cielo. Il deposito
                  sontuoso pigramente accarezzatoè
                  spogliato dallo scavo che disvela di
                  sorpresasvegli luci
                  cesellate vive voci della vita. Da finestre
                  semichiuse come pagine segreteun vascello
                  titubante remigante barca d'orosale sparso
                  sulla terra coglie sillabe e parolegrembo pregno da
                  ritorcere valva chiusa dalle nuvole. Disseccato nel
                  museo uno scheletro esoftalmicocontemplano tre
                  volti scolpiti in pietra unica:l'umano
                  sacrifizio nostro padre fantastico? 
                  
                  
 
               
             | 
                   Elena
                  Chiesa  Opera 8a
                  classificata  
                  
                  
                     Sulla punta della
                     sedia  Sulla punta
                  della sediadondolo
                  pianoin una vertigine
                  che sfiorala fine di
                  tuttoUna sfida
                  sottilecon la
                  gravità del fatoun gioco
                  raffinatoda
                  equilibrista. Presente alla
                  catastrofeMa completamente
                  assenteaspetto
                  pazientedi vedere dove
                  cadequesto
                  niente.  
                  
                  
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         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
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         | 
                   Alma
                  Chiment    
                  
                  
                     Nascerò  Ho vagabondo il
                  cuorecolmi di sogni
                  gli occhiassetate di baci
                  le labbrae prodighe di
                  carezze le mani.Partirò
                  all'albain cerca del tuo
                  amoree non mi
                  fermerannoalte
                  montagne,burrascosi
                  oceanio aride
                  pianure.Raggiungerò- un giorno
                  -l'eremo
                  tuoe nel dolce
                  rifugiodelle tue
                  bracciasboccerò
                  alla vita. 
                  
                  
 | 
                  Leonardo
                  D'Isidori      
                  
                  
                     Soli  Ci saranno
                  giorni migliori per entrambianima
                  mia,stanne
                  certae quei giorni
                  saranno solo nostrite lo
                  assicurogiocheremo a
                  rincorrere le nostreimmagini
                  preferitee il
                  temponon ci
                  sarà tiranno.I doveri
                  morirannoinsieme ai
                  dolorinon ci saranno
                  personea illudere la
                  solitudinenon ci saranno
                  cose a riempirei
                  vuoti.Solo
                  noia confonderci le
                  facceesplorando
                  silenzie a
                  vivereun'altra
                  volta.
                  
                  
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                   Angelo
                  D'Onofrio  
                  
                  
                     Il
                     sole  Eccolo
                  spuntaresopra le cime
                  delle verdi colline. Il paese si
                  desta ai primi albori,già si
                  odono i primi cinguettii,la rugiada si
                  veste di brillanticon i suoi
                  luccichii. Un gatto mi fa
                  le fusadinanzi l'uscio
                  di casa mia. Il
                  solerisplende in
                  ogni parte. È
                  mattino,comincia un
                  nuovo giorno. Pargoli
                  chiassosicon zaini
                  coloratipaiono virgulti
                  delicati,appena
                  sbocciati. Scorre linfa
                  profumatasulla nuova
                  strada della vita. 
                  
                  
 | 
                    Cosimo
                  De Micheli  
                  
                  
                     Poesia  Ho tanta
                  vogliadi comporre una
                  poesia,ma temo di non
                  averne il talento.Ci
                  provo.Se non sono in
                  sintoniaignorate la mia
                  follia.A volte la
                  presunzionedi creare
                  qualcosaè
                  più persistentedell'inetto.Ma se in un
                  momentodi
                  tranquillitàe con un pizzico
                  di fantasiariesca a
                  comporreuna buona
                  poesia,vuoi dire che
                  non erauna
                  follia. 
                  
                  
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                   Vincenzo
                  Ercole     
                  
                  
                     Fiocco di
                     cotone  Capita a volte
                  assaporando il male,di scoprir
                  celata una ferita.Il dolore, come
                  al sole il salesi scioglie...
                  Di sanguinar mai è finita. Cade ogni
                  stilla, suono banale,quando la paura
                  pare ammansitadietro uno
                  sguardo a tratti normale,a tratti, quello
                  di un parassita. Larvato dentro
                  sorrisi innocenti,ricordi soffochi
                  come un buffonea rider in un
                  covo di serpenti. Puoi arrestare
                  il sangue con un'ustione,o sperare,
                  stringendo forte i denti,si sciolga
                  presto un fiocco di cotone. 
                  
                  
 | 
                   Chiara
                  Ferrara  
                  
                  
                      Opera 5a
                     classificata   Gelsomino,biancospino,erba
                  matta,case come torri
                  di fasto di mistero,mura che
                  respiranoverso un pescoso
                  cielo;si ripete un
                  ritornello,non so se
                  saprò mitigarlocome i
                  marinaiin una nuvola di
                  fumo biancoche stempera il
                  colore del cielo;cingere con
                  queste braccia la luna,assopirmifacendomi
                  feconda per i profumidi queste isole
                  di attesa.Tutto deve
                  ancora accadere,ed io
                  fremoper questa
                  città che trascina nel cielo. 
                  
                  
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
                   Maria
                  Franchella  
                  
                  
                     Sensazione  Aurore
                  rosseriempiono di
                  graffiil
                  cielocome spine di
                  rosemorteconficcate nella
                  carne Deliri
                  d'uraganos'abbattono
                  ferocisu stanche
                  rovined'anime
                  folli Tramonti in
                  fiammecullano
                  dolenti
                  illusionicome giunchiglie
                  addormentatetra le
                  onde... Stanotte le urla
                  della lunadissolveranno il
                  buioatrocedel
                  cieloforse... io volo di
                  nottetra stelle
                  spente nel fango e cieli capovoltisognano
                  l'alba.  
                  
                  
 | 
                    Claudio
                  Fulin  
                  
                  
                      Speranze  Vorrei riuscire
                  a prendere una stellaperché
                  brilli solo nel nostro cielo,mentre giochiamo
                  a cantare l'allegriae tiriamo i
                  sassi al sole. Vorrei intonare
                  le più belle canzonicosì
                  forte da aggirare la lunae farle tornare
                  indietro sincereper far sognare
                  tutti i bambini. Vorrei disegnare
                  il più bel paesaggiocon i colori
                  intensi dell'amoree tuffarmi
                  dentro il dipintoper trovare un
                  mondo di illusione. Vorrei scalare
                  la più alta montagnaper scoprire chi
                  abita le nuvolee librarmi
                  nell'aria frizzanteper vedere la
                  Terra che gira. Se scorgete gli
                  anni passarementre salite le
                  scale della vita,non disperate di
                  ritrovare in Voiil segreto di
                  tornare indietro,basta voltarsi e
                  scenderle.Io Vi
                  aspetto. 
                  
                  
 
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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         | 
                    Benedetto
                  Genovesi  
                  
                  
                      Successivamente  Ho imparato a
                  navigare nella pioggiamuovendomi nel
                  buioosservano
                  momenti tristigià
                  vistipercorsi
                  solitari nel deserto,l'oceano
                  è già svanitoho sentito quel
                  che è statoraccontato.Ho guardato
                  ancora una voltaun periodo
                  anticoche forse non
                  è mai statoe che non
                  sarà mai più,ti ho parlato
                  con linguaggio stranoti ho mostrato
                  un sorriso.Ti ho insegnato
                  a navigare nella pioggiamuovendoti nel
                  buiocamminandotra gli
                  alberio nel
                  desertoseguendo il tuo
                  canecome
                  un'ombraaccanto al tuo
                  percorso. 
                  
                  
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                   Margherita
                  Lo Russo      
                  
                  
                     Così
                     sia  Si nasce per
                  caso per un atto d'amore,il nostro cuore
                  comincia a pompare.Primo vagito
                  alla vita, il nostro respiro.si muore per
                  casola nostra mano
                  tesa una smorfia di dolorestrascicato
                  grido...No!!! Non
                  vogliamo lasciare il tepore del sole.Non vogliamo
                  lasciareil desiderio che
                  ci brucia dentro."L'amore"La tesa mano
                  stanca si posa sul petto rigidoil battito del
                  cuore si ferma.ed il ciclo
                  ricomincia! 
                  
                  
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                   Alessia
                  Lombardi        
                  
                  
                     Fra sogno e
                     realtà  Non so se sia un
                  sognoO se sia
                  realtà,si dice che i
                  sogni servono per vivere,se non sogni sei
                  già un uomo morto.I tuoi occhi
                  riflettono una dolcezza infinitaMescolata al
                  mistero della vita.La tua voce
                  così soave riesce a penetrareIl mio animo
                  nella parte più profonda.Le tue labbra
                  trasmettono un calore indescrivibile.Le tue mani che
                  sfiorano il mio volto, i miei capelliSembrano quasi
                  impercettibili,ma meravigliose
                  allo stesso tempo.La tua anima
                  cattura la mia anima.E' il tuo cuore
                  che ancora non conosco,ma ti posso
                  dire, caro dolce ragazzo,che il mio cuore
                  sta già scrivendola più
                  bella pagina del suo libroscritta per
                  te. 
                  
                  
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                   Federica
                  Lorenzi          
                  
                  
                     Niente  Dentro un angolo
                  profondo della nostra animaogni persona
                  nasconde un sentimentooscuro,
                  controverso, bello o brutto,ogni persona
                  è,ogni persona
                  vive,ogni persona
                  muore. Ogni persona
                  ha.Niente...
                  è l'assoluto che nessuno ha diritto di
                  avere. Ma forse il
                  niente è un universo immensoe come
                  l'universo non ha rispostese non solo per
                  chi crede. 
                  
                  
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                   Emilio
                  Manfrini        
                  
                  
                      Capita a
                     Massi  in fondo il
                  mondo è meravigliosamente
                  struggenteamatelo voi,
                  giacché ve l'hanno concessoche diavolo ci
                  faccio qui?lacrime di luci
                  a diradarsi nelle tenebrenon serbano
                  alcun consigliomi stropiccio il
                  viso, temo la pelle d'ocail coltello non
                  si spiega, lo reggo anche se m'amatema non vedo
                  nulla allo specchio, parvenze di formeal cospetto
                  dell'esistenza solo gli errori emergono capita a volte
                  di provare ad avere ma non avere,di provare ad
                  essere ma non essere ...
                  perché non capisco nulla e non capirete
                  nulla capita di non
                  bastarsi gocce di limone
                  bruciano le guancesono
                  perfettamente solo ed abissalenel seno della
                  vitaeppure potete
                  amarmi capita di essere
                  disarcionati dall'ombra di sécapita una volta
                  di volersi maleeppoi
                  basta.  
                  
                  
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                    Sándor
                  Marazza   
                  
                  
                     Il viale dei
                     pioppi  Nel viale dei
                  pioppi mi sovvengola condanna
                  dell'uomo, può esser
                  così: e allora le
                  curiose grigie tracce,delle foglie per
                  terra, grigio danno; quel tipico
                  profumo, buono e strano,risveglia
                  l'attenzione su quel che c'è; il tronco intero
                  così pollonatopar di mostrare
                  il non arrendersi mai, la chioma
                  settembrina, già si radal'inevitabil
                  debolezza scopre; l'apparente
                  altezza insormontabileaccentua ancor
                  più la sagoma fine; la scorza,
                  ch'è così rugosa al
                  tatto,contrasta la
                  sottigliezza dei rami; i due lunghi
                  filari, regolari,non fanno che
                  celare i mille mali. Questa è
                  l'insolvibile dialettica:l'impraticabile
                  vita dell'uomo. Non esiste
                  sintesi, e impossibileè
                  percorrer le due (troppo) estreme vie. 
                  
                  
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                    Claudio
                  Martini   
                  
                  
                     Opera 3a
                     classificata   Accade che
                  incontro il ventola mattina
                  scendendo le scalelo attraverso
                  tra il fuggi fuggi dei gattisvoltato
                  l'angolo la quiete ritornaal riparo dei
                  roviun tempo
                  grondante di fioriora quieto
                  nascondiglio dei corvi 
                  
                  
 | 
                    Rita
                  Mignani  
                  
                  
                      Pensieri di
                     notte  Tristi pensieri
                  di notteLuci e tenebre
                  di ricordi lontaniDi piaceri
                  d'amoreO dolori di
                  morteScuri o
                  luminosiLampi
                  accecantiO balzi di cuore
                  e di mentePer rincorrere
                  il sonnoChe fugge via
                  semprePer un'anima che
                  non riposa maiE che ascolta il
                  rumore delle ore che passanoNel silenzio
                  della notteFino
                  all'albaChe non è
                  più ierima è
                  già domani... 
                  
                  
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                   Lidia
                  Mileto  
                  
                  
                      Al genio della
                     lampada  Vorrei che tutto
                  il Malesi consumasse
                  là, dove il caloreliquefa il
                  minerale. Vorrei alle
                  Malattienon fosse
                  concessodel corpo
                  altruiprenderne il
                  possesso. Vorrei Miseria e
                  Fameinghiottite per
                  sempredai miasmi del
                  liquame. Ecco, ho
                  terminato e hostrofinato
                  strofinato.Ma tu
                  perché ti ostinia rimanermi
                  muto? Forse di
                  verginianche tu hai
                  vagheggiatoe indossata la
                  cinturatra una folla
                  ignara,in globuli e
                  branidissolto ti sei
                  nell'aria?  
                  
                  
 | 
                   Fausta
                  Lucia Pagnozza   
                  
                  
                     Presenza  Udii, qualcosa
                  da lontano,una notte velata
                  di pioggia,non erano
                  voci,non erano parole
                  né silenzi,ma
                  qualcunomi
                  chiamavada una strada,
                  da un bosco,da un sentiero
                  infinitofra i rami di un
                  albero in fiore,fra la violenza
                  di vortici inquieti. Qualcuno era
                  lì,percepivo la sua
                  presenza,senza essere
                  toccata o sfiorata;la mia bocca era
                  muta,i miei occhi
                  erano ciechi,il mio cuore
                  batteva tanto forteda confondersi
                  con i rumori della città,la mia fronte
                  era bollente di febbre,ma io non
                  capivo,Creatura
                  mortale,quale gran
                  mistero fosse,mi sentii parte
                  di essoe precipitai in
                  quell'abissodi spazi, di
                  silenzi, d'amore. 
                  
                  
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                   Franca
                  Petriccione    
                  
                  
                     Gocce di
                     vita  Gocce di
                  rugiada,gocce di pioggia
                  si posanosulle
                  sempreverdi foglie elemmi lemmi
                  cadonosu quella terra
                  che le attende.Così come
                  la vitasi posa sulla
                  pelle e lieve scende,scende fino
                  all'agra ed arcana terra.  
                  
                  
 | 
                    Antonella
                  Piludu      
                  
                  
                     Sponde  Lascia
                  andare...Lascia che
                  sia...Lascia
                  scorrere...Tutto passa...
                  ! Il dolore
                  persiste... non muore...È l'ira
                  che nutre! Sponde
                  parallele, aspettano, sperano, amano...Laggiù,
                  lontano, sfociano insieme,ricongiungendosi
                  nell'immenso blu!  
                  
                  
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
                    Maria
                  Prestia     A mio
                  padre Vedi
                  cosa ho fattovedi il
                  mio impegnoe la
                  lotta di ogni giorno. Cerco di
                  soddisfartimentre
                  il cuore si comprimenel
                  doloree le
                  lacrime sgorganoper la
                  tua mancanza.Chissà
                  che mi diresti... Ancora
                  cerco la tua approvazioneancora
                  cerco il tuo affettoti
                  ritrovo nei luoghidove da
                  bambina mi portavi. 
                  
                  
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                    Licia
                  Roveri Galli  
                  
                  
                     Hai sconfitto il
                     silenzio  Hai sconfitto il
                  silenzioquello che
                  imbavaglia il cuore.Così il
                  velo dal cielo che nascondeva il soleè caduto
                  libero in allegria di parlare. La tua voce mi
                  si è affacciata dentroe ha rivoltato
                  lo scorrere saputo della vita.Ogni senso
                  è acuito:uno spillo
                  è un palouna stella il
                  firmamento... Sono persa senza
                  i confini del silenziocalamitata verso
                  le tue bracciache hanno
                  già capito la voglia di
                  toccarti. Le ore diventano
                  leggereperché tu
                  le riempi di sospiri impazientidi parole
                  ammiccanti.Tutto prende
                  sapore salato e pepatodi miele e
                  sorpresealla tua voce,
                  fantasia d'Agosto. 
                  
                  
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               TORNA
               ALL'INDICE
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                    Nino
                  Russo    Opera
                  6a classificata  Il
                  mare s'alza
                  ripiega piombas'alza
                  ancora ripiombaed
                  è sempretonanteed
                  è semprefrementecon
                  furiarabbiosache
                  schiumademente. Ma poco
                  nel profondoatarassico
                  giacein una
                  buia pacesilente. Ha di
                  queste ironienascoste
                  l'ineffabilenatura
                  vivente  
                  
                  
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                    Orazio
                  Sanfilippo   
                  
                  
                     Onde  Corrono la
                  pianura delle piccole stelleDiafani
                  destrieri, criniere di spuma traNuvole di sale,
                  stormi di gabbianid'ali frizzanti,
                  a volte d'irideSe luce obliqua
                  vuole.  
                  
                  
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               TORNA
               ALL'INDICE
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                   Lucy
                  Simonato
                  
                  
                      Cantando dietro i
                     veli  Sul volto da
                  rughe essenzialisarchiatos'avvitan
                  furiosi capelli,cullanti
                  svogliati edimmemori
                  occhidi latte e una
                  bocca appassitada lampi
                  d'amore.Son capelli
                  danzanti,capelli
                  ondeggianti su fortuiti giaciglidi braccia, ove
                  dormeuna gemma di
                  ventrerovente,
                  gonfiato e sgonfiatoda fiotti
                  riflussi di vita vermiglia.Sfiorare ancor
                  puoipreziosi
                  arabeschi su pelle calzatidi sposa matura,
                  madi sogni ancor
                  pregna, quale brezzaalbeggiante di
                  ritrose passioni,ricolme di
                  nuvole e d'onde dall'animascioltein un canto
                  ancoratoai bordi
                  assonnatidel
                  tempo. Fara
                  30/09/05 
                  
                  
   
 | 
                    Simone
                  Spinale  
                  
                  
                     Le
                     lacrime  In una notte
                  cosìle parole di un
                  uomosono il ghetto
                  dei pensieri.Inquietesull'infinito di
                  sensosi
                  distendonoqueste eliche di
                  terroresu di
                  me.Fragili nei
                  colorii fiori della
                  Tua crocedanzano nel mio
                  pianto.S'aggredisce
                  dolceil cuore
                  incredulosul letto
                  paterno.Inanime si
                  spegneil
                  respiro.Con questo
                  bagaglio pesantebruciano
                  sparsele
                  parolenella polvere
                  azzurradi un cielo
                  chiuso.  
                  
                  
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               TORNA
               ALL'INDICE
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                  Luisa
                  Tedesco  
                  
                  
                     Guardami negli
                     occhi  Guardami negli
                  occhi.Non aspettare
                  che la lunariempia il suo
                  cerchio,o che le stelle
                  illuminino il cielo.Ma guardami
                  negli occhi.Impara a
                  guardareal di là
                  dell'orizzonte evedrai che la
                  strada più lontanapuò
                  diventare la più vicina.Se fuggi la
                  veritàti nascondi alla
                  realtà stessa.Io vorrei che tu
                  ti accorgessidi ciò
                  che riempie il nulla,della cosa che
                  riempie lo spazio.Non aspettare le
                  mie parole,non cercare di
                  comprenderei movimenti
                  delle mani.Cerca invece di
                  trafiggermi la mente,penetrami
                  nell'intimo dello spirito.Non badare ai
                  fatti. Piuttostoguardami negli
                  occhi.Ascolta le
                  lacrime, che sgorgano anche quando non le
                  vedi.Guarda la luce
                  che filtra dallo sguardo.Leggine la
                  sofferenza.Questo sguardo
                  racchiude un passatocosì
                  tortuoso che nessuna suturapotrà
                  chiudere la ferita.Ma tanto sangue
                  ha costruito una vita.Non ti chiedo di
                  caricare il mio dolore sulla tua
                  carriola,né di
                  posizionarmi sul tuo portavalori.Non voglio
                  essere una dei tuoi gioielli.Non voglio
                  essere neanche la tua bambola
                  preferita.Smettila di
                  guardarti intorno.Basta correre
                  soli e senza meta.Girati, presto,
                  e guardami negli occhi.
                  
                  
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                  Walter
                  Vai  
                  
                  
                     Vita  CuoriS'ammancanoIn vuoti
                  possedutiCorpi.Sospinge
                  membraIneterno
                  sibillanteRespiroChe subitaneo
                  sognoRaccoglie:Madre
                  terraGià
                  richiama.
 
            
            
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                  Ins.
                  09-01-2007   |