| 
               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
 | 
      
         | 
               
               
               Antologia
               del premio letterarioPoeti dell'Adda 2006
 | 
      
         | 
                Indice  Presentazione
               a cura di Massimo
               Barile -
               Albo
               d'Oro del Premio Poeti
               dell'Adda -
               Ida Acerbo Rossi - Maria Cristina Aggio - Marianna
               Alicino - Sofia Anastasio - Davide Alpeggiani -
               Giacomo Andreini - Marco Angella - James
               Peter King Appiah
               - Carla
               Auxilia -
               Sergio Baldeschi - Ranieri
               Barghigiani
               - Maria Rosa Bertellini - Mario Berto -
               Roberta
               Bertoli -
               Nilo
               Biagini -
               Aurelia Vittoria Bogo - Rita Bonifazi - Emanuela
               Borghesi - Giuliana Bosusco - Argeta Brozi -
               Cinzio
               Cacaci -
               Alex
               Cangini -
               Antonino
               Causi - Sara
               Cazzaniga - Alma Chiment - Silvia Cipollina - Lina
               Cornia - Ioan Daniel Cuculiuc - Mario D'Alise - Andrea
               De Palma - Mario De Rosa - Alessandro De Vecchi -
               Bruno
               De Vito -
               Elisabetta Di Biaggio - Silvio Di Fabio - Filippo Di
               Giovanni - Luca Falchi - Silvana Ferrari - Emilia
               Fragomeni - Oliviero Angelo Fuina - Lucilla Galanti -
               Giuliana Galimberti - Franco Gollini - Francesco Gori
               - Simonetta Gravina - Elena
               Guidi -
               Biagia La Foresta - Anna
               Maria Li Mandri
               - Adolfo Mario Macciardi - Cinzia Mainini -
               Miriam
               Maniero -
               Alessio
               Manzo -
               Lucia Manzoni - Chris Mao - Silvia Marchesi -
               Pierangelo Marini - Chiara
               Marinoni -
               Valeria Mazzeo - Maria Gabriella Meloni -
               Alfonso
               Miglino -
               Elisabetta Miracca - Claudia Nanni - Amanda
               Nebiolo -
               Comasia Nitti - Maria Luisa Orsi Sigari -
               Assunta
               Ostinato -
               Principia Pace - Francesco
               Pagani -
               Liliana Paparini - Lorenzo
               Piantini -
               Maria Teresa Piccardo - Aura Piccioni - Andrea Polini
               - Luigi
               Polo Dimel -
               Sabrina Porfido - Luca Previato - Margherita Pruneri -
               Fra' Matteo Pugliares - Ermano Raso - Alessio Romano -
               Cesare
               Tullio Rossi
               - Piera Rossi Celant - Domenica Sammaritano - Antonio
               Sangervasio - Adriano Scandalitta - Laura
               Sciammarella
               - Federica Sciandivasci - Ida Scioscioli - Rita
               Claudia Scordino - Jolanda Serra - Lucy Simonato -
               Mario Sirotti - Riccardo
               Spreafico -
               Giorgio
               Stella -
               Maurizio Tantillo - Carla Tedde - Giovanni
               Teresi -
               Giuseppina Terranova - Giovanni Todisco - Stefano
               Tonelli - Gabriele Valore - Mario Vierucci - Giovanni
               Viscardi - Barbara Zone 
               
               
 Antologia del Premio
               letterario Poeti dell'Adda 2006 - 14x20,5 - pagg. 115
               - Euro 18,00 - ISBN 88-6037-392-1
 
 | 
               
                 Come
               avere l'antologia | 
      
         | 
               Prefazione  Nella presente
               antologia si può ritrovare quell'universo di
               emozioni che ha contrassegnato le poesie di alcuni
               degli autori che hanno partecipato al concorso I poeti
               dell'Adda 2007.È la
               testimonianza della vitalità di alcune poesie
               che possono aiutare a far ricordare i semplici segnali
               lanciati da alcuni di Voi, come a rendere
               libertà alle parole, a volte disperse
               nell'oceano delle speranze, altre volte celate nelle
               sotterranee negazioni.Non v'è la
               necessità d'una decretazione del proprio valore
               perchè tutte le poesie sono le "fedeli
               fotografie" delle emozioni vissute, dei momenti che
               hanno segnato il cammino di ognuno di Voi, dei sogni
               infranti, o solo d'una inquietudine che ha disvelato
               nuove prospettive o d'una inebriante rivelazione che
               ci ha avvicinati, anche solo per un attimo,
               all'estasi.Senza limitazioni
               di sorta, senza giudizi da parte di altri, senza la
               richiesta d'un illusorio riconoscimento, senza la
               necessità di un sogno da dover coronare a tutti
               i costi: non rimane allora che il desiderio vitale,
               l'energia d'un amore senza tornaconto, d'una passione
               per la "propria" poesia.Come a confidare
               nella forza autentica della visione lirica, quasi ad
               accertare che la poesia può sfiorare lievemente
               e può anche far bruciare il cuore...
               
               Massimo
               BarilePresidente
               della Giuria del Premio | 
      
         | 
                
               
               Albo d'oro
               dell'edizione 2006  La Giuria del
               Premio di Poesia I Poeti dell'Adda 2006, presieduta da
               Massimo Barile, dopo attenta valutazione delle opere
               pervenute ha decretato la seguente
               classifica:1° class.:
               «Il sogno di Parmenide» di Giuseppina
               Terranova, Pontedera (PI). Questa la motivazione della
               Giuria: «La trama del sogno, tra finzione e fuga
               nei misteri inesauribili, riconduce a splendori
               enigmatici e ad una tensione che supera i confini
               della soggettività. Il faticoso cammino fino
               alla "porta" che separa la Notte dal Giorno, davanti
               alla rivelazione ultima, alla Verità
               universale, non è che il percorso che conosce
               una sola direzione: il solo criterio della
               verità è la ragione. L'Essere è
               incatenato dal Destino, costretto al tutto intero,
               immobile, e Parmenide, misero mortale, nel momento
               dell'ultimo respiro non ha potuto far altro che
               sognare. Come tutti noi. Giuseppina Terranova sublima
               il suo volo lirico nel tempo che scorre e l'atto
               poetico coincide con la realtà, con una
               attualità totale della vita, in uno slancio che
               avvicina ad uno stato d'armonia». Massimo
               Barile2° class.:
               «Strade perdute» di Domenica Sammarit ano,
               Piacenza. Questa la motivazione della Giuria: «Le
               parole di Domenica Sammaritano, sembrano emergere da
               un "altrove", quasi un luogo senza tempo, pervaso da
               un'atmosfera magica, e il ricordo diventa un viaggio a
               ritroso, al punto di partenza: la più
               malinconica visione diventa ghibli che soffia sulla
               pelle. Il battito del cuore è la vita, le
               pulsioni sono i giorni trascorsi, le parole consuete
               diventano l'ultimo saluto e i sorrisi contagiosi hanno
               il sapore della genuinità. Come sempre. Le
               strade della vita, davanti allo stupore di essere
               "destinati alle meraviglie", riconducono al senso
               autentico del vivere, fissato con parole che fanno
               della loro incomparabile spontaneità il punto
               di forza d'una poesia che entra nel profondo
               dell'anima». Massimo Barile3° class.:
               «L'ultimo canto di Byron» di Aura Piccioni,
               Morena (RM). Questa la motivazione della Giuria:
               «La poesia di Aura Piccioni è costellata
               da recuperi classici e si muove su un piano di
               freschezza lirica come a sottolineare che non
               v'è emozione più inebriante d'un
               pomeriggio caldo d'estate quando tutto pare
               dissolversi, le ansie, le preoccupazioni, le
               inquietudini, quando il profumo della terra entra
               nella pelle e l'ardore dell'amore inietta nel nostro
               sangue la passione: quasi a sentirsi un essere divino
               assetato di assoluto, funambolo sul filo sottile
               dell'immortalità. La realtà costringe a
               fare "diecimila cose" ma, in fondo, sappiamo molto
               bene che "dobbiamo" comprenderne solo "una". "Fosse
               concesso non amare", si potrebbe dire addio agli
               struggimenti, salvare pochi ricordi, incastonati nelle
               parole d'una poesia, mentre l'anima "desidera il
               distacco dal fragile corpo". La vita è un folle
               volo e non vi sono vie d'uscita: o in preda ad una
               vertigine o purificati dal fuoco della passione».
               Massimo Barile4° class.:
               «Dolci effiuvi» di Emilia Fragomeni, Genova.
               Questa la motivazione della Giuria: «Nel profumo
               della vita, nello "specchio silente della ragione del
               tempo" si percepiscono i misteri, le inquietudini, i
               sussurri e i dolci pensieri. E, nella sua poesia,
               Emilia Fragomeni, raccoglie questo universo di
               emozioni e lo rivitalizza con il desiderio di un
               sentimento puro che porti con sè "fede e
               speranza". L'effiuvio è dolce, e giunge fino
               alle "crepe" più profonde della vita, fino ai
               più "segreti anfratti", con la saggia
               constatazione che chiude la visione... "ho vissuto
               l'incanto dei miei sogni/come sillabe scandite nel
               silenzio/ come gocce, tornate a dissetare».
               Massimo Barile5° class.:
               «Tracce di rosso» di Silvana Ferrari, Reggio
               Emilia. Questa la motivazione della Giuria:
               «Anche l'ultimo sogno è svanito, tra
               indecifrabili visioni e desiderio di energia vitale.
               Il tempo inesorabile batte il ritmo dell'esistenza e
               non rimane che qualche "traccia" di rosso. Ad esser
               sincero, non saprei quale preferire per Silvana
               Ferrari, nonostante le sue indicazioni siano
               chiaramente decodificabili: se uno dei sette colori
               dell'iride, l'impronta della bocca lasciata da un
               rossetto, il colore del sangue, del vino, del rubino,
               della muleta del toreador, del ferro incandescente. O
               il rosso fuoco della passione. Silvana Ferrari taglia
               la realtà con parole affilate come lame quasi
               sezionando pensieri nascosti e oggetti quotidiani,
               dissepellendoli da una condizione silente, da uno
               stato d'immobilità. E getta tutto nell'arena
               della vita». Massimo Barile6° class.:
               «Come col ghiaccio» di Antonio Sangervasio,
               Roma. Questa la motivazione della Giuria: «La
               vita come un continuo tentativo di divincolarsi dalla
               stretta dolorosa che assedia: le incomprensioni, la
               visione cinica, i miraggi. Ci si trova nella
               condizione di "non accettare nulla", e le parole non
               servono più a niente. Nella poesia "Come col
               ghiaccio", Domenico Sammaritano offre una serie di
               immagini immobili, fissate nella loro scabra essenza
               e, attraverso il suo sguardo che diventa vetroso,
               rende in modo perfetto lo stato d'animo che in quel
               determinato momento pare assediarlo nel
               profondo». Massimo Barile7° class.:
               «Leucade» di Maria Gabriella Meloni, Morena
               (RM). Questa la motivazione della Giuria: «La
               dispersione del pensiero, della parola, dell'esistenza
               mentre lo sguardo si spinge oltre l'orizzonte, il
               vento sul viso unisce il salmastro e la percezione di
               antichi riti: le ombre assediano il corpo, gelida
               è la solitudine, immane il silenzio e tutto
               pare dileguarsi.Le suggestioni
               catapultano nella vertigine, la vita pare legata ad un
               sottile filo e la mente cerca di uscire dalla morsa
               che incita a "gettarsi in mare per guarire
               dall'amore". Gabriella Meloni sprigiona scintille di
               spietata lucidita, di totale abbandono
               all'annientamento dell'ultima illusione e, attraverso
               la sua sensibilità poetica, conduce davanti
               alla drammaticità dell'infinito. Come a
               ricordare, a se stessa e a tutti noi, quel famoso
               "Rari nantes in gurgite vasto", di virgiliana
               memoria». Massimo Barile8° class.:
               «Dal terrazzo» di Silvia Marchesi, Milano.
               Questa la motivazione della Giuria: «L'unica
               richiesta è il desiderio di vivere il proprio
               silenzio, le semplici cose della vita, uno sguardo
               alla natura a l'aria frizzante d'un giorno come tutti
               gli altri, un buon libro che fa compagnia e "l'odore
               della cena sul fuoco". Silvia Marchesi riporta in
               questa poesia un"atmosfera che recupera l'essenza
               della vita, come a scavare alla ricerca d'un autentico
               senso del vivere, eliminando il superfiuo e tutto
               ciò che non conta niente. Nel momento
               dell'ultimo abbandono non v'è che una
               inevitabile e spietata selezione di ciò che
               è stato, delle passioni che realmente hanno
               contato, dei giorni che veramente hanno inciso tracce
               indelebili nel nostro faticoso cammino». Massimo
               Barile9° class.:
               «Io» di Ioan Daniel Cuculiuc, Sansepolcro
               (AR). Questa la motivazione della Giuria: «
               L'imperfezione della propria immagine, le incertezze
               nelle scelte, le fragilità nel momento in cui
               si cerca di "conoscersi": e, nei giorni della vita,
               sentirsi "l'abito di se stesso", la buccia che
               circonda una prevedibile polpa. Ecco allora quel
               faticoso percepire la propria presenza, la sostanza
               invisibile che mantiene in vita, e il pensiero di Joan
               Daniel Cuculiuc attraversa la sua poesia con l'unico
               scopo di porre in risalto il desideiro di effettuare
               una manovra salvifica». Massimo
               Barile10° class.:
               «Ritorno in Valtellina» di Margherita
               Pruneri, Besnate (VA) Questa la motivazione della
               Giuria: «Dolce è il ricordo di suggestive
               immagini in questa lirica di Margherita : le rive
               dell'Adda, la primavera che avanza, la luce il vento
               il sole d'un recupero memoriale struggente, e poi una
               vecchia casa dove ricercare i profumi di una volta
               forse per inebriarsi ancora delle visioni di quella
               terra. La sua parola come l'ultimo disperato tentativo
               di sconfiggere l'oblìo, di pervenire ad una
               dimensione oltre il tempo e lo spazio quasi in un
               luogo dell'anima che possa far dimenticare lo scorrere
               inesorabile del tempo che tutto consuma». Massimo
               Barile | 
      
         | 
                   
                  
                  JAMES
                  PETER KING APPIAH 
                  
                  
                     Ancora lontano da
                     casa(per il piccolo
                     Tommaso)  Sei ancora
                  lontano da casaIl mio fiore
                  prezioso torna subitoPerché ti
                  aspettoHo sognato
                  questa notteIn quel sogno ho
                  visto un'imbarcazione[sul
                  mareIl nostro
                  popoloDel Venezuela,
                  Argentina, Stati Uniti e BrasileVengono per
                  abbracciare la loro terra, Italia.La nostalgia di
                  ritornare era forte, irresistibile.Loro vivono
                  lontani da casa, ma sono contenti e
                  stabiliVivono nelle
                  loro culture diverse,Ma i loro cuori
                  battono con i cuori di quel popoloChe tutti
                  assieme vivono per sempre.
 
Sei ancora
                  lontano da casaIl mio fiore
                  prezioso torna subitoTi
                  aspetto.Non voglio
                  vedere il sogno bruttoPerché
                  non vorrei che ti succedesse il maleTi voglio bene,
                  mio piccolo fiore.
 
Purtroppo non
                  è andata cosìUn malvivente ti
                  ha assassinatoBimbo innocente,
                  così fragileIl cielo ci
                  abbraccierà, ma la storia non ci
                  dimenticherà. 
                  
                  
 | 
                    CARLA
                  AUXILIA
 
                     Lo
                     specchio Nello specchio, rifiessa,
un'immagine
                  nuova.Viso così
                  noto,eppure
                  sconosciuto, il mio.Mi
                  guardoEd è un
                  estraneoil mio
                  io.Chi
                  sono?Chi
                  ero?Sono io pur non
                  essendo io.Gli occhi, la
                  bocca,sempre
                  quelli,ma così
                  diversi.Forse
                  perchéi miei occhi ti
                  hanno guardato,forse
                  perchéla mia bocca ti
                  ha baciato.La gioia ha
                  modellatocome creta il
                  mio viso.Nello specchio,
                  rifiessa,un'immagine
                  nuova.Felice.
                  
                   
                  
                  
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   RANIERI
                  BARGHIGIANI
 
                     In uno scuro manto
                     di lutto E così
l'ho
                  vistacamminaretra le
                  stradeamiche o
                  sconosciutelàdove era il
                  sangueche
                  sgorgavadalle umane
                  feritee dalle
                  lacerazionidel
                  confiitto.
L'ho
                  vistacamminareavvoltain uno
                  scuromanto di
                  luttoper
                  raccogliereil
                  respiro,un
                  segnodell'ultimosuo figlio.
L'ho
                  vista,infinecome quel
                  giornofeceper
                  testimoniarefedele
                  presenzadi
                  madrequando gli
                  occhidolenti del
                  Cristosi
                  abbandonaronotra le
                  bracciaingenerosedella
                  morte. 
                  
                  
 | 
                   
                  
                  ROBERTA
                  BERTOLI
 
Brandelli di
                  sogniCon gl'occhi annegati
ripiegoricordi lungo
                  gl'argini.Uno sguardo
                  verso la collina....Cosa
                  rimane?L'odore del
                  grano in una sera d'estategiochi
                  incartati,un paio d'ali
                  sfoggiateper aloni
                  d'amori, senza eco.Mentre
                  scoloroi margini di un
                  cielobrandelli di
                  sognovolteggianodoveil grido di un
                  gabbiano ancora rotola.Sulla tela
                  dipintal'inutile
                  voloIndelibili ombre
                  di illusionee gocce di amaro
                  sulla bocca.   
                  
                  
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   
                  
                  NILO
                  BIAGINI
 
                     L'attimo  Nel mormorio
                  d'unMonotono
                  lagoSpecchio largo e
                  crespoScopro di me
                  l'immagoScolpitaIn mobile
                  affrescoE scote e
                  s'affiosciaS'espande in
                  archiPer stornar a
                  suaPrimigenia
                  formaD'acquerello e
                  nube    
                  
                  
 
                  
                  
                     Dimenticanze  Scompari nel
                  bluMarinoCome una
                  cannaVuota
                  s'affondaE
                  tace,Nel monotono
                  lago 
                  
                  
 | 
                   CINZIO
                  CACACI
 
                     Immagine nel mare
                     d'inverno  Il mare
                  d'inverno cambia colorecol passar delle
                  ore.Creste di
                  spruzzivelano
                  l'ariae
                  spezzanola linea
                  d'orizzonte.Onda su
                  onda,una corsa
                  incessanteverso la
                  riva.Ognuna
                  arrivacon
                  rabbiacontro la
                  sabbia,si
                  infrange,sfinisce,la schiuma
                  disegnadelicati
                  merlettiche non ti
                  aspetti.E mentre tu
                  guardiun'altra vi
                  giunge,la prima
                  congiunge,e cambia la
                  tramadelle trine di
                  schiuma.Il gioco
                  incessantedi notte quasi
                  si perde.Il buio
                  confondele
                  onde,ma un raggio di
                  lunataglia le
                  ombre,si
                  posa,un momento
                  riposasu quelle
                  trame,che disegnano
                  improvvisoun
                  viso:il
                  tuo.  
                  
                  
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   ALEX
                  CANGINI
 
                     Carriera Lente ma
                  ineluttabiliperché
                  notabilie ben
                  condottesono le idee
                  corrotte,avanzano a
                  fiotte!
 
Le mani della
                  speranza dipananoperdendosi in
                  nugoli di vano,mi riparo in
                  gelide grotteove lontana
                  è la bramosiadi tracciare
                  nuove rotte...
 
Assurda è
                  questa sistematica armonia:canto di una
                  sirena incantatricel'anima danza
                  meretrice!
 
Tace il mio
                  cuore solo,il fango
                  ostruisce ogni scoloe il mio buio
                  sorvolo.Nel silenzio
                  della nottemi dimeno, sono
                  botte,ma nemmeno una
                  lacrimadal mio ego
                  sconfina!Intrappolata
                  nella melma di primainizia a puzzare
                  di latrina!Inutile anche
                  farla scendere in rima...
 
Il capo è
                  chinosul mio
                  presenteche come
                  serpente,nel progettato
                  declino,strisciaove vergognoso
                  il giorno lavorativosi volta e
                  piscia...No! Sono ancora
                  vivo!Sconquasserò
                  il sistema dal festivo.  
                  
                  
 
               
             | 
                   ANTONINO
                  CAUSI
 
                     Una nuova
                     vita  Seme che nasce
                  dalla terrasperanza del
                  domanifrutto di un
                  desiderio... cercato... volutoe aspirato.
 
Felicità
                  e gioia incontenibile di madreemozione e
                  premure di padre.Sapore nuovo
                  dolce respirolanguide carezze
                  tenere passioni.
 
Calore radioso
                  brezza marinaimmenso piacere
                  stella del firmamento.Dolce innocenza
                  nota melodiosapiacere nascosto
                  colore candidoimmagine
                  feconda.
 
Splendida
                  promessa orizzonte mistico.Come acqua di
                  sorgente nascinel torrente dei
                  giorni scorri eti
                  abbandoni.  
                  
                  
 | 
      
         | 
                  
                  
                  TORNA
                  ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                    BRUNO
                  DE VITO
 
                     Solo per
                     caso  Solo per
                  casos'odono, a
                  volte,grida
                  d'entusiasmonel vortice
                  dellaconvulsa
                  esistenza,solo per
                  casola vanità
                  del Fatomette, a
                  volte,alla
                  berlinaogni sofisma
                  umano,ideato a
                  priorida intere
                  generazioni,e il
                  divenires'inceppa
                  innanziall'imponderabile:basta un volo
                  d'aereo,semmai solo per
                  caso,e scopri qual
                  èil senso della
                  tuae dell'altrui
                  vita,il cui valore,
                  che pureti ostini a
                  cercare,è celato
                  in unadimensione
                  universaledelle cose
                  che,solo per
                  caso,cogli in un
                  giornoo in
                  cent'anni. 
                  
                  
 | 
                   
                  
                  ELENA
                  GUIDI
 
                     È lì,
                     avvolgente  È
                  lì, avvinghiata dentro al mio cuore questa
                  lacerante passione per te.
 
Fra nove giorni
                  ti rivedrò, ma trepido al pensiero
                  dell'incontro,del volermi
                  immergere nelle tue ampie braccia...che tante volte
                  in passato m'hanno trattenuto a
                  sé,di desiderare
                  spasmodicamente di perdermitra le tue
                  labbra carnose e sapienti...che di me tutto
                  han conosciuto.
 
Ma il tempo
                  è sfuggito e tu più non
                  m'appartieni...
 
Eppure in me
                  serbo ancora la voglia di te,di rincorrere il
                  tuo amore impossibile e legarti indissolubilmente a
                  me...anche se
                  più non ti possiedo, anche se ormai tutto
                  mio non ti avrò...
 
Ma al solo udire
                  la tua voce sento la mente vagare nel
                  Walhallae la perfezione
                  di questo amore abbracciare il mio
                  spiritocon
                  un'impalpabile garza trasparente,
 
troppo velata
                  per legarti a me,troppo
                  avvolgente per liberarmi di te...
 
come a fuggire
                  nell'oblio oscuro dell'universoche nel sogno mi
                  ricollega sempre ed ancora al tuo Io.
 
Già
                  t'appartenevo in una vita precedentee questo legame
                  invisibile mi fa vibrarein sintonia col
                  tuo spirito...
 
Ed una goccia
                  d'acqua piovanadivertendosi ad
                  inzuppare il mio visoscandisce il
                  tempo che ci separae riapre ferite
                  sanguinolentediluendo per un
                  attimo il dolore
 
... ti
                  rivedrò... e mi sento disperatamente
                  sola...  
                  
                  
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   ANNA
                  MARIA LI MANDRI
 
                     Un bisogno di
                     te In un giorno di
                  pioggia sei arrivato,scaturito da una
                  tempesta, eti sei
                  posato,come un angelo
                  fulmineo,sulla mia spalla
                  bisognosa tanto diconforto.Quasi non ci
                  credevo!Dopo aver tanto
                  pregato.Quasi non ci
                  credevo!Dopo aver tanto
                  invocato.E t'ho chiamato:
                  amico mio.Tu che per me
                  non eri niente ancora.E ho lasciato
                  che parlasse al posto mioil
                  cuore.- Occuparmi di
                  te - mi hai detto,non mi costa
                  affatto... anzi!...... Nei tuoi
                  disagi che adessoson tanti,
                  prometto che io farò per te,molto e ancor di
                  più.Non avevo
                  più fiducia in quelli intornoa me, con la
                  ragione chec'è
                  l'avevano con me, easpettavo una
                  persone come te,che mettesse a
                  posto le cose per me.Come un angelo
                  desideratoti sei
                  soffermato,in un giorno di
                  pioggia, e mi hai consolata,ero all'estremo
                  e mia hai trasformata,in una splendida
                  rosa odorosadi
                  primavera.  
                  
                  
 | 
                   MIRYAM
                  MANIERO
 
                     Stirpe e
                     serpi  Urtica pelle
                  d'orticanel campo
                  disteso di maleparoleerba infestante
                  nel fossorevolo rosso
                  scorrebagna la carne
                  di famiglia e stirpe.
 
Parentele
                  avvinghiateprigioniere, di
                  parole e male.
 
A che serve
                  parlarese tanto
                  ravvicinan le paroletanto separano
                  le maleparole:giudicandodenigrandoequivocandoodiando.
 
Così
                  striscian le serpitra famiglie e
                  stirpe.
 
Oh maledette
                  paroleche voi dite,
                  che io dicomaledico, questo
                  male parlare.
 
Zitti! Ora
                  tutti... bisbiglioe con il dito un
                  gestosul cesto del
                  paneposare lo
                  sguardo, indulgentestruggente patir
                  di maleparole.
 
Ssst ... parlano
                  gli occhi, ora........................ascoltare.
 
 
 
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   ALESSIO
                  MANZO
 
                     Imitazione(da Dante
                     Alighieri)
 Tanto scortese e
                  tanto ingiusta parela gran dama
                  quand'ella altri saluta,ch'escluso mi
                  mordo la lingua, mutae li occhi
                  piangono lagrime amare.Ella si va,
                  lasciandosi attorniarebenignamente dai
                  suoi, dissolutae par che sia
                  strega non venutada cielo ma da
                  inferno a farmi dannare.Mostrasi
                  sì mostruosa, accesa d'irache causa a
                  l'amoroso un dolore,che dir nol
                  può chi felice nol prova:e par che invada
                  la sua faccia novaun spirito
                  maligno, iettatoreche va augurando
                  a l'anima: Spira. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Imitazione(da Cecco
                     Angiolieri)
 S'i' fossi foco,
                  monderei 'l mondo;s'i' fossi
                  vento, lo rinfrescherei;s'i' fossi
                  acqua, lo disseterei;s'i' fossi Dio,
                  ne porterei 'l pondo;s'i' fossi papa,
                  avrei animo giocondo,ché la
                  città celeste riempirei;s'i' fossi
                  imperator, giusto sarei:a ognuno darei
                  'l suo in fondo.S'i' fossi
                  morte, risparmierei mi' padre;s'i' fossi vita,
                  allungherei i giorni suoi:similmente
                  eternerei mi' madre.S'i' fossi
                  Alessio, qual provano ambedui,le carte
                  innumeri e di amici squadre,torrei ogni
                  signora cogli ossequi.
 
                
               
               
                  
                | 
                   
                  
                  CHIARA
                  MARINONI
 
                     Rosa di
                     Maggio  Rosso
                  vermiglio.Ti stendi sopra
                  il pergolato,e lo avvolgi
                  come la seta accarezzata dal vento.
 
È intrisa
                  l'aria dalla fragranzadel magenco
                  appena tagliato,e tu ti
                  pavoneggi nell'indaco.
 
Bella per un
                  dono d'amore.
 
Adorna di
                  spinePiccolo è
                  il dolore, ma intenso.Goccia di sangue
                  che nutre la terra.
 
Trofeo del
                  cavaliere.
 
Di porpora
                  è vestito l'altare.Tra mille colori
                  s'innalzaun coro di
                  celestiale preghierae nel silenzio
                  il cuore palpita d'amore. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Stelle
 Nelle notti
                  d'estate, quando i sogni s'avverano,ci appaiono
                  luminose e belle, come luci filanti,sono gli occhi
                  del cielo e guidano i destini.
 
Sono false
                  illusioni che abbagliano,anche se il
                  pescatore le cerca per trovare la via.
 
Sotto il cielo
                  caldo, in paesi lontani,brillano falsi
                  astri, usciti come per magia,da vesti di
                  uomini ancora bambini ecome coriandoli
                  volano in cielo.
 
Nel cuore del
                  giusto appare quella più bella,è la
                  speranza.
 
La speranza di
                  tornare bambini,felici per un
                  pezzo di pane che pare una stella. 
   
            
            
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   ALFONSO
                  MIGLINO
 
Nel giorno del
                  dì fui turbatoe mai più
                  abbandonato,da colei che
                  seduta stava su quella grata.La stagione
                  autunnale già prevaleva sul
                  panorama,anche se solo da
                  due giorni, aveva bussatoalla porta
                  primaverile, per spodestarla.Con cuore nelle
                  mani e lacrime di pianto se n' era
                  andata.Il paesaggio
                  ormai si mostrava di un freddo
                  pungente.Mentre la vista
                  era offuscatadalla nebbia del
                  primo mattino,il cielo
                  dichiarava gocce di rabbia.Il mio capotto
                  lungo e caldo mi avvolgeva,perche io non
                  mostravo segni di resa.Nel momento in
                  cui la trovai al mio cospetto,lei non
                  parlava,ma
                  scrutava.Cosa dir non
                  so...ma chiaro fu lo sguardo suo.Penetrante e
                  ammaliante per chiunque lo notasse,raramente
                  accadeva ma eppure vi era, a chi vi
                  sfuggiva.Mostrai un
                  sorriso e la scansai,dal fianco
                  destro suo.Lei volse parole
                  di rincuore,ma io non gli
                  mostrai resa.Lei testarda e
                  disubbidiente decise di attender il mio
                  ritorno,per la
                  restituzione di ciò che avevo preso
                  io,non avendo
                  ceduto il mio.Ma questa volta
                  l'amaro in bocca gli avrei lasciato,poichè
                  non possedevo alcun 'intenzione,di ceder alla
                  compagnia del rimpianto,e del dolore che
                  ne seguiva.Avrei affrontato
                  ritto e col sorriso il mio destino!   
 
            
            
 | 
                   
                  
                  AMANDA
                  NEBIOLO
 
                     Boati di
                     silenzio  "In nomine
                  Patris ed Filii ed SpiritusSancti"
 
e sono di nuovo
                  davanti allo specchiodi un altro
                  giorno che m'attendeal di là
                  di una solida porta.
 
"Manda, Deus,
                  virtuti tuae; confirma,confirma hoc,
                  Domine, quod operatusest in
                  nobis".
 
Mente nel vuoto,
                  confusa nel solitosogno che adesso
                  non so ricordare,distante come le
                  tue labbra, che daallora mi rubano
                  amore.
 
Sono pronta.
 
Soggetti
                  confezionati in ruoli decisi dadati di
                  fatto,da camici verdi
                  e perizomi di promesse,tra i miei
                  fantasmi sospesi ed i tuoidoveri senza
                  tempo.Invece, per una
                  volta ancora dissimulo,fingendo di
                  volare con ali ormai spezzatein una vita che
                  non sento più mia,urlando senza
                  pace il desiderio di spaziotra i vostri
                  occhi che non sannoguardare,tra i tuoi
                  capelli che strinsi nelle miemani,
                  amandoti,quando di te non
                  restava un ricordo,ma tu eri il
                  corpo da cui era l'estasie su cui
                  scivolava impalpabilela mia voglia di
                  dare piacere.Tra noi, boati
                  di silenzio e di ritorni.
   
                  
                  
                  
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                    ASSUNTA
                  OSTINATO
 
                     Sonno
                     Eterno  Il 'Sonno
                  Eterno' èun
                  lasciardi
                  pensieri,un
                  lasciardi vita
                  terrenaper
                  intraprendereuna vita...
                  'Arcana'.Fatta
                  disolo anime...
                  senza corpo.Una vita
                  discorrere senza
                  correredi affanni
                  terrenibensì...una vita...
                  'Arcana'del
                  'L'aldilà'fatta
                  di'Sonno
                  Eterno'.  
   
            
            
 | 
                   
                  
                  FRANCESCO
                  PAGANI
 
                     Penserai alla
                     sera...  O scrittura, mia
                  amante,mi addormento
                  con te...o scrittura, mia
                  bellissima consorte,che voli con le
                  ali dell'immaginazione nel mio letto...o scrittura,
                  regina del mio cuore...o scrittura, con
                  te, ogni notte, penso all'amore...Amami per quel
                  che sono,mediatore di te
                  con la realtà...
 
O scrittura,
                  ispira il mio amore,ispira il mio
                  cuore,apri le mie ali,
                  quelle dei sogni...
 
O scrittura, con
                  te volerò sopra le stelle,sopra il
                  paradiso,sopra il mio io,
                  sopra di me...
 
O scrittura,
                  resta qua, non andare via,non andare da un
                  altro come me...o scrittura, tu
                  sei me, io sono te
 
O scrittura,
                  portami, tramite i tuoi sogni,dalla seconda
                  figlia di tua madre,non
                  abbandonarmi,o scrittura,
                  stasera, non abbandonarmiNo!!! No!! No!
                  No...
 
O scrittura, ti
                  ricorderai di me?La tua
                  immortalità sarà così stupida
                  da voler bene a me,da pensare a
                  me?O scrittura, tu
                  sei tutto per me,se non
                  riuscirò a riportare su un foglio i tuoi
                  sentimenti,tradiscimi,
                  uccidimi, fa di me un attore... 
 
            
            
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                    LORENZO
                  PIANTINI
 
                     Miracoli  In
                  piazzapensieri
                  perdutida impulsi
                  emotivi.
 
Ma non mi
                  affannoa cercarli, nel
                  paradiso ramarro,avvolto da tanta
                  bellezza,
 
e mi sento
                  piccolo.
 
Il campanile sta
                  nevicando di luce propria. 
                  
                  
                      Proprio quando ci
                     addormentiamo
 Proprio quando
                  ci addormentiamoabbiamo risvegli
                  e respiri che ci rendono uguali.
 
Gli stessi
                  attimi di smarrimento del senso,la stessa paura
                  della luce di stelle che filtra da
                  fuori.  
   
                  
                  
                  
 | 
                   
                  
                  LUIGI
                  POLO DIMEL
 
                     Onde al
                     tramonto  Docile il
                  solesi addormenta
                  lasciandoun profumo
                  d'aranciosopra il
                  mare,vellutato
                  specchiomosso da
                  ondeschiumosedi sogni e
                  paure
 
Mi
                  fermoad
                  ascoltarequeste
                  elegantisignore,
                  animateda antichi
                  disegni,messaggere
                  misteriosedi un non so
                  che
 
Ma si
                  spengonosulla
                  sabbiadavanti ai miei
                  piedi,lasciandosolo le
                  ombredi
                  quelloche vorrebbero
                  dire
 
Il loro
                  infinitomormorio
                  accompagnail
                  pensieroverso i luoghi
                  lontanidi momenti
                  vissutiche
                  orasento
                  vicino,tra le
                  onde. 
   
            
            
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   CESARE
                  TULLIO ROSSI
 
                     Scendere a
                     Fondo  Ciò che
                  guardi ogginon l'hai visto
                  ieriné
                  apparirà domaniè
                  meraviglioso vivereconvinti di
                  questa realtàcercare in ogni
                  giornoin ogni
                  passoin ogni
                  cosaquel
                  particolareche lo rende il
                  solol'unicaaccettarne la
                  realtàapprezzarne ed
                  amarnela
                  veritàd'ogni
                  esistenzascoprirne
                  un'unica identitàesser capace
                  d'osservarela luna tutta
                  interanon
                  metàdare un valore a
                  tuttoe tutto il
                  valore ad unoperché
                  ogni cosaha l'importanza
                  della primadell'ultima e
                  dell'unicaCome la
                  vitache è la
                  sola che c'ècome
                  teche un'altra non
                  c'è.  
   
            
            
 | 
                   LAURA
                  SCIAMMARELLA
 
                     Maschera
                     d'argento  Torni chiaro e
                  sicuro dal tormentato passatouno straniero
                  "maschera d'argento"hai ritrovato tu
                  la tua strada.Sull'altara sei
                  salitoil tuo calore
                  nell'aria si è espansodolcissimo l'ho
                  sentito scendere in me.Tutto intorno a
                  noi è silenzio,si leva
                  emozionato e compliceun coro d'amore
                  che libero vaoltre le nuvole
                  più alte del cielo è
                  arrivatoe nel
                  ritornoimponenti come
                  le montagne i nostri sentimenti.Il ricordo ha
                  rafforzato i pensieri del presenteguarda cosa
                  succederà se lascerai dietro i
                  sogni.'La vita
                  è un abisso profondoche non ci ha
                  mai insegnato come proteggerla,domanicostruiremo un
                  palazzoper una persona
                  che non resterà'.Ma del contesto
                  si stancava la mia mente,il nulla in me
                  già realizzava su di noi- non partire
                  -sconfinando in
                  un destino oramai senza. 
 
            
            
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                   
                  
                  RICCARDO
                  SPREAFICO
 
                     Desiderio  Tanto gentile e
                  tanto onesta, quandoIo ti vedo per
                  la via solitariaCamminar estiva
                  come il tuo cuore;Quando pari
                  d'ogni cosa che giraEsser il centro,
                  e dei cieli e dei fioriAncora
                  più fine; quando odorareVorrei i fuochi
                  bruniti che annottanoSopra il tuo
                  seno fautore del giornoE consumare le
                  cere celestiDelle tue cosce
                  al tenebroso apice,Allora intreccio
                  carezze di setaIn abiti bianchi
                  per i tuoi sensiSoavi, avvolgo
                  le linee convesse,Lunghe ed
                  essenziali delle tue gambeIn interminabili
                  composizioniFloreali. Quando
                  versa la sua coppaIl Sonno,
                  così oscurando la maliaNei tuoi occhi
                  d'abisso, e lentamenteLe Naiadi
                  giungono per libareAl tuo grembo;
                  quando sei immensa e splendiCome pure acque
                  notturne baciateDa labbra
                  seleniche; quando sogniSogni ancor
                  più preziosi dell'argento,oh! Musa mia
                  indefinita ed arcana,Allora sdraiarti
                  vorrei su lettiImperiali, nel
                  mio palmo congiungerI tuoi fianchi,
                  sempre averti nel petto,Ahimè!
                  Così grande per il tuo cuore!Fossi solo un
                  uomo senza timore!Davvero allora
                  seguendo il tuo passoVivrei
                  eternamente di te chiedendoLa pelle, lo
                  sguardo, le labbra ambrate:Nichts ist
                  gewiß als deine hohen
                  Brüste,Die mein
                  Gefühl in Shwindeln
                  überstiegen.  
   
            
            
 | 
                   GIORGIO
                  STELLA
 
                     Rosa di
                     ieri  Un giorno
                  resusciterònelle macerie
                  dellamia storia
                  -- I drappi
                  bianchisulle vesti
                  nereancora
                  rassoderannoi canti avanti
                  allarosa di ieri
                  -- Fieri i rossi
                  neineri, petali
                  morti -- In bilico sul
                  fiancodella
                  rocciala torcia
                  elettricamimerà
                  l'ombranel vuoto della
                  tomba.Petali rossi,
                  rosa diIeri,le tue membra
                  velatela finestra per
                  sbagliostaccatadal volo della
                  cosa.Icaro e
                  Dedalo,stemma di bello
                  stile,nel campo
                  diconcime
                  sparsonon ha
                  confine.
 
(A mia madre
                  in attesadella
                  polveredi
                  clessidra...)
   
            
            
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
                    
                  
                  GIOVANNI
                  TERESI
 
                     Dove volano le
                     cicogne  Ad oriente
                  è diretto il volodall'africana
                  arida terraalla Striscia di
                  Gazanell'aria ancora
                  scurae traspirante
                  dell'alba.Ignare del
                  sangue chetinge le
                  zolle,delle piriche
                  polverisotto le candide
                  nuvole,del triste
                  povero voltodella
                  quotidianità,con le grandi
                  ali bianchebordate di
                  nerovolano le
                  cicogne.Trovano
                  alloggiotra tralicci di
                  guerra,nidificano la
                  speranzadella
                  vita...Dei giovani
                  giocanoall'eterna
                  lotta,lanciano
                  pietre,insorgono
                  all'assenzad'una Patria
                  sognata,al soffocato
                  dolore einseguono il
                  nulla.Lì
                  nidificanole poche
                  cicognetra arrugginiti
                  silos,non curanti
                  dell'odio,accanto le
                  povere case.Anche lì
                  sorge l'albasulle
                  mediterranee onde,sul polveroso
                  suolo d'oriente.
   
            
            
 | 
                   
 | 
      
         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               Se
               non la trovi nella tua libreria puoi ordinarla
               direttamente alla casa editrice. Telefonando da lunedi
               al venerdi dalle ore 10.00 - 12.30 15.00- 17.00 al
               numero 0298233100 oppure
               ordina
               questo libro on line a Internet Bookshop
               iBS  | 
      
         | 
                
               
               RISULTATI
               DEI CONCORSI
RITORNA
               ALLA PRIMA PAGINA CONCORSI (elenco dei
               mesi)RITORNA
               ALLA PRIMA PAGINA DEL
               CLUB
 E-Mail: concorsi@club.it
 Ins.
               17-07-2007   |