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01° classificato
            con "Mare
            tempestoso",
            Vincenzo Bolia di Albenga (SV)Vince Targa del Comune di Ferrera Erbognone -
            Pubblicazione di un libro di 32 pagine di cui gli
            verranno assegnate 100 copie gratuite - Attestato -
            Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
            degli autori - Pubblicazione su Internet.
            
            02° classificato con "Credevo",
            Sara Capizzi di Lazzate (MI)
 Vince Targa del Comune di Ferrera Erbognone -
            Pubblicazione di un quaderno di 32 pagine di cui gli
            verranno assegnate 100 copie gratuite - Attestato -
            Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
            degli autori.
            
            03° classificato con "Rivivono",
            Maria Rosa Corti di Lenno (CO)
 Vince medaglia del Comune di Ferrera Erbognone -
            Pubblicazione di un quaderno di 16 pagine di cui gli
            verranno assegnate 100 copie gratuite - Attestato -
            Pubblicazione del testo premiato sulla rivista Il Club
            degli autori.
            
            
 
Vincono Attestato
            di merito - Pubblicazione del testo premiato sulla
            rivista Il Club degli autori - Pubblicazione su Internet
            - 50 copie in omaggio in caso di pubblicazione di un
            proprio libro con l'editrice Montedit, i seguenti
            autori:
 
             Opere
            segnalate dalla Giuria con Attestato di merito:
               
            "Ad impossibilia",
            Lorenzo Rutolo di Ferrara"Cercando l'anima",
            Antonio Zannino di Riva Ligure (IM)"Come avvolge la
            notte", Anna Maria Cardillo di Roma"Diverso", Deanna
            Mannaioli di Marciano (PG)"Ed il Tempo...", Luca
            Previato di Legnano (MI)"Finirà questo
            amore", Cinzio Cacaci di San Benedetto del Tronto
            (AP)"Lentamente si
            dirada...", Carlo Monteleone di Palmi (RC)"Porterò con
            me", Vincenzo De Crecchio di Chieti"Una frase non detta",
            Fulvia Marconi di Ancona"Utopia", Amedea
            Mantovan Regazzo di Vicenza 
             
            
            
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            Vincenzo
            Bolia
 
 Opera 1^ classificata
Mare tempestoso
Onde violente
s'infrangonocontro la
            scoglierae il vento di
            libeccionon
            risparmiauna bandiera
            dimenticata.Barche a
            velaal
            largosembrano in
            difficoltà,più
            vicinigabbiani
            affamativolano
            rabbiosialla ricerca
            di qualcosada
            mangiare.E nel mare
            tempestosodella
            vital'Uomo ha
            famedi
            Verità. 
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            
Sara
            Capizzi
 Opera 2^ classificata
Credevo
In un antico borgo si accomodano i miei
            pensieri.
I tuoi, li
            vedo,sono rimasti
            appesi al filo sottile dell'esito di una partita di
            calcio. Credevo che
            gli uomini veri piangessero,invece
            parole di fuoco
promesse di
            paglia. Continuo a
            cercare,illusa o
            disillusa,attesa o
            disattesa. Insomma
come quando
            ciò che vorresti è ancora
            lontanoe non hai
            più molto tempo. Esplodo
            silenziosa
Lo
            so,sono frutti
            fuori stagione le mie idee. Ma lo cerco
            ancora quel campo fiorito,quel
            sorriso,dono naturale
            che ho imparato dall'onesta terra. Ormai
            cavalchiamo il
            cavallo magro dell'indifferenza,dietro ogni
            bellezza la sua miseria
 Un uomo
            vero,piangendo,
            piangendo, dice."ci vuole
            coraggio". 
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            
Rosa
            Maria Corti
 Opera 3^ classificata
Rivivono
Là nell'aprica e ariosa culla del
            tempo
assorbono il
            sole covoni doratidimentichi
            ormai d'essere stationde d'erba
            verde carezzate dal vento.Ma nella
            dorata luce dell'estatesale dalla
            risaia l'eco d'antiche ballate,di feste
            sull'aia, di veglie passate.Rivivono le
            voci ormai dimenticatedei camminati,
            del "passator cortese",rivivono le
            storie di tutto un paese.Volti d'ombra,
            a notte, la luna rischiara,raccontano che
            la vita è spesso amara,che la
            felicità è una perla
            rara,raccontano dei
            campi la faticadi chi restava
            a penare la vita,mentre la
            vaporiera portava viaocchi
            smarriti, lacrime e così sia.Raccontano di
            vociar festoso di gioventù,di danze e
            canti che salivano fin lassùa cieli
            d'argento dov'eran accese solo le
            stellea illuminare
            sguardi schivi di fanciulle.Rivivono
            giochi fatti di niente,semplici
            rimedi di povera gente.Rivivono per
            noi collere e amori,rivivono per
            noi gioie e dolori:ciò che
            la vita allora non ha concessorestituisce
            oggi all'ombra di un cipresso. 
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            
Elena
            D'Arcangelo
 Opera 4^ classificata
Oltre l'amore
Oltre l'amore
il
            silenzio!Imprigionati
            dall'orgoglio.feriti
            dall'oblio,i cuori
            smarriscononel
            nullala dolcezza
            dei ricordie il brivido
            delle emozioni.Con piccole
            gocce d'amoreriesci a
            volarenel mondo dei
            sogni,ti senti
            viva,mentre le
            mani,strette al
            petto,cercano il
            caloredi un
            abbraccionella
            speranzadi
            un'esistenzaancora
            utile;ma, quando i
            sognisvaniscono,oltre
            l'amore
nulla rimane
            se nonil tramonto di
            una vitasconfitta dal
            troppo affetto. 
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            
 Jolanda
            Sierra
 Opera 5^ classificata
Sierra leone
Sul volto di Miriama Kallom
la morte si
            chiama "keloid"le tinte
            fosche del cancrohanno scavato
            pendiiove
            assordanteil dolore che
            spazza la carnescorre furioso
            più del ventoN'tago vive
            nella boscagliala vergogna
            per l'elefantiteche gli
            deforma gli artigli nega il
            contatto con la genteE'
            l'isolamento il dolore più
            straziante!James
            Banguraha per casa
            una sedia a rotelle di legnola poliomelite
            gli ha rubatole corse nel
            fango con gli amiciva a scuola e
            a messa la domenicaguarda gli
            altri, sogna
 crede d'esser
            felice!A N'Mah la
            lebbra ha morso le maninon può
            mangiare, vestirsi o cucinarenessuno la
            vuole a casa suanon può
            entrare nei negozi e negli ufficial mercato ci
            va quando non c'è nessunola sua vita
            è un gridoche in
            silenzio le muore negli occhiAlimamy
            sognava d'essere portierenella squadra
            di calcioUna mina
            s'è portata via la sua gamba
            destraOra sogna
            ancora d'esser portierema i suoi
            occhi si stancanoin un sogno
            che mai verrà.SIERRA LEONE
            non è utopiaè
            devastante, disumana realtà!
            
            
                       
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            
 Lenio
            Vallati
 Opera 6° classificato
 
 Sogni infranti
Ali di gabbiani
i nostri
            pensieriplanavano sul
            mare. La
            serali accese di
            desiderioe la notte li
            avvolsenel suo manto
            di stellee li
            portò lontano. Sulla
            sabbiaal
            mattinorimasero
            solofremiti di
            sogni infrantial mormorio
            dell'alba.
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
 
                      
            
            Ambra
            Librizzi
 
 Opera 7^ classificata
La tessitrice
Dolore.
Penetra
            silenzioso nella penombra di una
            stanza,il camino
            acceso di chiaro bagliore,una sedia a
            dondolo scricchiola. Lunghe dita
            sottili si accendono di luce.Vene livide
            sulle mani piangentiraggomitolano
            sapientifili di
            malinconia. Nella stanza
            solo il veloce sferruzzareche frantuma
            come vetro il silenzio.Altro suono
            è perito da tempo,nella mente
            tante cose da dire. Sulle spalle
            gracili capelli argentoimprigionano i
            bagliori del camino,incorniciano
            una figura senza voltoperché
            è da tutti ormai scordato. Ma
            d'improvviso il cigolio di una
            porta,il viso si
            volta, appare un sorriso:il calore di
            una esile figura,sulla sua
            gamba stanca la manina di un
            bambino.  
            
            
                      
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            Gerardo
            Melchionda
 
 Opera 8^ classificata
Il ritorno degli emigranti
Vi ho visto partire
con i
            pantaloncini corti.Vi ho visto
            riempirele valigie di
            tutto il vostro passato.Vi ho visto
            piangerecome un
            bambino che perde la mamma.Vi ho visto
            andare viaspaventati da
            un'ombra.Vi ho visto
            guardarei comignoli
            delle case impregnati di dolci
            nenie.Vi ho visto
            scompariredietro
            l'ultima curva alla fine del paese.Ho creduto di
            avervi perso!Ho creduto di
            essermi dimenticato di voi!Ho creduto di
            non sentire più le vostre
            voci!Ho creduto di
            morire solo!Scusatemi!Poi, una notte
            di gennaio, sotto una pioggerellina
            insistente,solo, nella
            piazza del paese, dagli stessi comignoli
            ristrutturati,un profumo
            antico inebriò i miei sensi:siete tornati
            tutticon il nostro
            dialetto,con le nostre
            bestemmie,con le nostre
            passioni,con i nostri
            difetti,con le nostre
            canzoni,con i nostri
            giochi.Questa terra
            non dimentica i figli! 
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            
Adriano
            Scandalitta
 Opera  9^ classificata
Ombre di vita
(A mio
            Padre)Non sei vuoto d'aria,
piuma che
            fluttua leggeranel
            vento,non sei
            lontano ecodi un
            sogno Sei presenza
            che fa vibrareil mio
            cuorequando il tuo
            nome affioraalle
            labbra,sei compagno
            silenziosoquando
            passeggio su marciapiedidi strade
            deserte Sei luce
            interioreche dissipa le
            mie incertezze,sei un Angelo
            Custode discreto,un attore che
            recita la sua partesottovoce, con
            un sussurro d'amore.
            
            
                       
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            Ivan
            Ruccione
 
 Opera 10^ classificata
Il bosco
Il vento dell'angoscia mi prese per
            mano,
per condurmi
            in sentieri di boschi ingialliti,vidi foglie
            cadere in un forte abbandonoe i fiori
            piangevano vagheggi sopiti. Mi fece
            specchiare in una pozza infangataSi aprivan
            ferite di candidi dolori,La mia faccia
            sfuocata pareva assolata,sgocciolii in
            superficie echeggiavano sonori. Una voce
            innanzi a me iniziò a
            parlare:- "osservai il
            cielo in un giorno di bufera,foste due
            fulmini dello stesso temporale" -. Gl'occhi fissi
            della luna, in quella sera,Si riempiron
            di fresca malinconia.Sottovoce: -
            "anche per te arriverò la
            primavera"-.
            
            
                      
            
            TORNA
            ALL'INIZIO
            
            
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