- VIII
edizione Premio di Poesia
Città di Monza 2006
-
- Risultati
Sezione Poesia
adulti
Risultati Sezione Poesia
giovani
La
Giuria della VIII Edizione del Premio Internazionale di
Poesia "CITTÀ DI MONZA 2006", composta da:
Presidente Onorario Vincenzo Consolo (romanziere
saggista), Presidente effettivo Beppe Colombo (già
Direttore della Biblioteca Civica di Monza), Maria
Organtini (poetessa e Presidente del Cenacolo P.A.M.B.),
Mario Biscaldi (poeta e pittore), arch. Elisabetta
Bosisio (pittrice), prof. Sergio Gandini (poeta e
pittore), Antonello Sanvito giornalista, (caposervizio de
"il Cittadino"), Maria Grazia Crespi (musicologa),
Rita Corigliano Nobili (segretaria, con diritto di voto).
Hanno partecipato n° 392 autori di cui n° 40
della Sezione Giovani per un totale di n° 541 testi;
provenienti oltre che da tutta Italia anche dalla
Svizzera, Germania e Austria. Dopo attenta valutazione
sono risultati vincitori:
- SEZIONE
POESIA ADULTI
1^
classificata Danila Olivieri di Riva
Trigoso (GE) con la poesia "Il
tempo".
Motivazione: La splendida natura^ della
riviera ligure è scenario, dipinto in
versi armoniosi, della nostalgica
rievocazione della fanciullezza e del
desiderio pungente di fermare il tempo.
Vince Euro 600,00 - Pubblicazione di un libro
di 32 pagine di cui verranno assegnate 100
copie gratuite - Targa di riconoscimento -
Attestato di merito - Pubblicazione del testo
premiato sulla rivista Il Club degli autori e
su Internet www.club.it
2° classificato Franco
Fiorini di Veroli (FR) con la poesia
"Figli
del vento".
Motivazione: Endecasillabi sciolti di
pregevole fattura che ricordano l'ebrezza
della giovinezza e invitano ad amare la
vita.
Vince Euro 400,00 - Pubblicazione di un
quaderno di 32 pagine di cui verranno
assegnate 100 copie gratuite - Targa di
riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su Internet
www.club.it
3° classificato Alberto
Averini di Roma con la poesia
"Odissea
(trittico)".
Motivazione: Tre quadretti ispirati al
classico Omero, arricchiti dal senso di un
moderno disincanto di gusto ungarettiano.
Vince Euro 200,00 - Pubblicazione di un
quaderno autocopertinato di 32 pagine di cui
verranno assegnate 100 copie gratuite - Targa
di riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su Internet
www.club.it
4° classificato Enrico Calenda di
Venezia con la poesia "Granchio
sorpreso"
Vince la pubblicazione di un quaderno
autocopertinato di 16 pagine di cui verranno
assegnate 100 copie gratuite - Attestato di
merito - Pubblicazione del testo premiato
sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet www.club.it
5^ classificata Silvana
Ferrario di Merate (LC) con la
poesia "Terra
di Brianza".
Vince la pubblicazione di un quaderno
autocopertinato di 16 pagine di cui verranno
assegnate 100 copie gratuite - Attestato di
merito - Pubblicazione del testo premiato
sulla rivista Il Club degli autori e su
Internet www.club.it
Vincono Attestato di merito - Pubblicazione
del testo premiato sulla rivista Il Club
degli autori e su Internet i seguenti
autori:
6° classificato Giulio Redaelli
di Albiate (MI) con la poesia
"Sabato
sera".
7° classificato Sergio
Baldeschi di Montecerboli (PI) con la
poesia "Il
profilo nero
dell'Africa"
8° classificato Giovanni
Caso di Mercato San Severino (SA) con la
poesia "E
già s'abbruna
l'ora"
9^ classificata Bianca Candiano
di Acicastello (CT) con la poesia
"Sud".
10° classificato Marco Bin di
Milano con la poesia "Mia
Madre".
Premio speciale in memoria di Augusto Robiati
ad Ambrogina Sirtori di Carate Brianza
(MI) con la poesia "La
pace"
Motivazione: Il desiderio della pace è
espresso con sentimento universale di unione
fra i popoli nella speranza di un domani in
cui i bimbi possano tornare a
sorridere.
|
- SEZIONE
GIOVANI
-
-
-
- 1°
classificato Fabio Riccardi di San
Martino Siccomario (PV) con la poesia
"A
mia madre".
Motivazione: Commosso ricordo della madre tra
rimpianti e confessione di amore filiale
espresso a cuore aperto.
Vince
Euro 200,00 - Pubblicazione di un quaderno
autocopertinato di 16 pagine di cui le
verranno assegnate 50 copie gratuite - Targa
di riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su
Internet.
-
2^ classificata Jessica Malfatto
di Paderno Dugnano (MI) con la poesia
"Vivi"
Vince
Euro 150,00 - Pubblicazione di un quaderno
autocopertinato di 16 pagine di cui le
verranno assegnate 50 copie gratuite - Targa
di riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su Internet
per un anno.
-
3^ classificata Chiara Paoloni
di Tolentino (MC) con la poesia
"Naufraghi"
Vince
Euro 100,00 - Pubblicazione di un quaderno
autocopertinato di 16 pagine di cui le
verranno assegnate 50 copie gratuite - Targa
di riconoscimento - Attestato di merito -
Pubblicazione del testo premiato sulla
rivista Il Club degli autori e su Internet.
Vincono
Attestato di merito - Pubblicazione del testo
premiato sulla rivista Il Club degli autori e
su Internet i seguenti autori:
-
4° classificato Claudio Crippa di
Monza (MI) con la poesia "Ti
ho cercato"
-
5° classificato Massimiliano Mario
Canale di Enna con la poesia
"Dichiarazione
di pace"
-
6^ classificata Giovanna Garzia
di Venosa (PZ) con la poesia "L'angelo
geloso"
-
7^ classificata Marta Fumi di
Oggiono (LC) con la poesia "Ricordando
un 31
ottobre"
-
8^ classificata Jessica Imolesi
di Cesena (FO) con la poesia
"Razionalità"
-
9^ classificata Aura Piccioni di
Morena (RM) con la poesia "L'ultimo
canto di
Byron"
-
10° classificato Giovanni Chesi
di Milano con la poesia "Petali
di rosa"
-
- La Giuria si
è dichiarata soddisfatta per l'elevato
numero di partecipanti e del buon livello
qualitativo dei testi proposti.
-
La
Cerimonia di Premiazione del Premio si
terrà sabato 2 dicembre 2006 alle ore
21
- presso
il Teatrino di Corte della Villa Reale del
Parco di Monza
|
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|
- Sezione
adulti
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|
- 1°
Classificata Sezione
Adulti
-
Danila Olivieri
-
Il tempo
-
Guizzo di brezza alita
argento
- tra
nuvoli ariosi d'ulivi e lecci
-
- la
luce di mia madre, che chiara
danza
- nell'aria
e ride tra il fogliame,
- mi
conduce per mano
- sulla
salita scalza
- tra
vigne e campi roridi
d'infanzia.
-
Vorrei far lento il
tempo
- che
scava dentro l'ombra della
sera
- fondi
recessi di silenzio
- e
risalire all'ilare
sorgente
- della
rosata aurora.
-
Tra nidi di malinconia,
intrecciati
- come
dita nelle sere di
bufera,
- m'avvivo
di ricordi
- prima
che la quiete di neve
- trafughi
l'aroma di resine
- e
copra l'eco lieve
- di
risa e di nenie lontane.
-
Ma il tempo è un giunco d'aria
-
- come
onda sinuosa fluttua e
s'inarca
- e
anche questa scheggia di
terra
- cullata
dal lamento dei
gabbiani,
- vibra
al vento delle stagioni
- e
respira i sogni del cosmo
-
- con
il sole che a sera
- sempre
rosseggia e si inabissa
- dietro
Punta Manara.
|
- 2°
Classificato Sezione
Adulti
-
Franco Fiorini
-
Figli del vento
-
Inesauste tornano
memorie
- di
una terra fatta sangue nelle
venerdì
- verdi
gli anni come l'erba sopra i
fossi
- ali
donava ai piedi
l'avventura.
- Si
partiva all'alba contro la
calura
- a
caccia di cicale sopra i
pioppi
- a
tentare segreti tra le
fronde
- i
piedi nudi ad arrossar le
stoppie.
- Non
ci fermava il fuoco
dell'estate
- a
sciogliere l'infanzia sulla
pelle
- ci
soccorreva l'acqua del
torrente
- a
regalare tuffi arditi alle parate.
(1)
- La
danza era di lucciole la
sera
- presto
sorprese a un passo dalle
stelle.
- Aquiloni
eravamo in braccio al
vento
- a
liberare voli senza
tempo.
- E
noi che del vento fummo
figli
- l'anima
lasciammo alle colline
- agli
specchi di cielo nelle
fosse
- allo
stupore delle lune alle
ginestre.
- Lasciammo
il cuore al calore di un
camino
- all'odore
del pane dentro al forno
- ai
ritorni di un padre senza
eguali
- a
un soffio di carezza sul
cuscino...
- Ma
il tempo non si ferma a
ricordare
- e
liberi solcammo le
stagioni
- ancora
aquilini sulle rotte del
destino
- fili
di memoria a sostenerne il
volo.
- Agrodolce
venne il giorno
dell'approdo
- quando
il vento si fa stanco e lento il
volo
- ma
noi che respirammo fieno e
grano
- mai
consegnammo l'anima ai
rimpianti.
- Anche
l'autunno ha bisogno di
canzoni
- a
cullare grappoli di vigne sopra i
colli
- dolci
come le more su labbra di
fanciulli
- figli
del vento stregati dalla
luna.
- 1- Piccole
dighe naturali a volte anche pericolosamente
profonde.
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|
- 3°
Classificato Sezione
Adulti
-
Alberto Averini
-
Odissea (Trittico)
Deriva...
-
In questa oscurità senza la
notte
- arduo
il percorso
- e
desolato, verso
- l'irraggiunta
mia terra.
-
Se solo conoscessi
- l'Itaca
mia qual è
- non
sarebbe la vita
- un'eterna
deriva...
-
Sirene...
Incatenato al sogno
- proteso
a una promessa di sirene
- sospeso
sulle rive del silenzio
- ho
atteso il canto che non
venne.
- Avrei
disciolto questa vita a un coro d'acqua,
dentro
- il
gemito del mare.
-
Ma era muto il mondo.
-
Naufragio...
-
Ai bordi del naufragio
- nevicherà
- una
silente coltre di parole
- a
raggelarsi
- prima
della sera.
|
- 4°
Classificato Sezione
Adulti
-
Enrico Calenda
-
Granchio sorpreso
-
Respira il mare profondo
- e
sciacqua gli scogli
- mentre
sciaborda breve la sua
onda
- nel
tenue mormorio
- d'un
giorno alla sua fine.
- Lento
si muove lontano un
naviglio,
- si
tuffa sul cibo gridando un
gabbiano
- esce
dall'acqua in volo,
- bagnato
il cormorano,
- (come
ti parla il mondo
- come
si esprime di mille
linguaggi
- come
li senti in te, solo in te
solo,
- solo
nel tutto, solo nel
niente
- nella
volontà di
esserci,
- in
quel tutto che è poi la
vita,
- essere
tutte le lingue, tutte le
menti
- essere
tutti, gli occhi di
tutti,
- tutti
i pensieri capirli, tutti gli
affetti
- provarli,
capire il tenero amore,
- la
mano assassina, capire il
darsi
- spontaneo,
il vivo creare, il
tenace
- inseguire,
capire le mille culture,
esserle
- una
sola, tutte, un piccolo
uomo
- e
in lui l'ampiezza solidale nel
profondo
- vertiginoso
soffrire, essere le mille
pelli,
- essere
le mille vite,
profondamente
- vissute,
in una, in tutte, essere la
sorte
- di
mille esseri, un unico
corpo
- piccolo
globo, cellula, scaglia nel
nulla
- fremente
di vita, capire cogliere
- l'essere
in te)
- il
mare gorgoglia pian
piano,
- un
granchio s'allunga lungo lo
scoglio
- all'asciutto,
poi ratto torna
nell'acqua
- impaurito,
sorpreso dal tutto.
|
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|
- 5°
Classificato Sezione
Adulti
-
Silvana Ferrario
-
Terra di Brianza
-
Squarci di natura
appaiono
- nel
grigio cemento
- e
rompono l'audace
avanzare
- della
ricchezza,
- rubata
alla terra.
- Fruga
lo sguardo ansioso
- tra
boschi di muschio e
felci
- a
cercar palpiti
- di
vita.
- Fruga
tra aridi prati
- senza
passeri
- a
beccar fili d'erba,
- e
cavallette affamate di
semi
- nei
campi del sudore.
- Arde
nel sole
- la
terra ferita
- dai
solchi,
- dimentica
di amare fatiche
- e
di vecchi curvi
- a
rimuover zolle.
- Succhia
ogni linfa vitale
- l'ingordo
futuro
- e
sacrifica le viscere
feconde
- all'amaro
destino.
- Arde
nel vento
- la
mia terra
- ingrata
col passato
- mentre
ondeggiano ignare,
- nel
tiepido giugno,
- le
spighe dorate
- di
prezioso frumento.
- Con
deboli fruscii,
- ultimi
sospiri
- della
vita che fugge.
|
- 6°
Classificato Sezione
Adulti
-
Giulio Redaelli
-
Sabato sera
-
Io che ti porgo la vita
- tu
che prendi tutto, senza
distinzione
- il
sentimento persistente
- nello
spazio avulso del tempo
- la
materialità delle cose nei colori
decisi
- cercati
oltre il confine
- Invisibile
agli occhi, alito
sospeso
- che
nella nebbia si perde in gocce
tiepide
- e
stagioni future già
decise
- erano
il tuo viatico
- quasi
un'ossessione di
certezza
- quel
rapido salire i gradini del
mondo
- senza
mai voltarti
- Così
sei passato nell'inafferrabilità del
vento
- come
pioggia che subito ti si asciuga
addosso
- in
un afoso pomeriggio di
luglio
- coi
tuoi vent'anni di lucida
follia
- che
corrono sul nero inganno
d'asfalto
- per
un viaggio mai compiuto
- In
te c'era il fiato dei
giorni
- la
speranza della crisalide al
mattino
- Ora
mi lasci una manciata di
ricordi
- uno
spicchio di luna nel vuoto cielo
dell'attesa
- e
fra le lamiere contorte vaga la
colpa
- di
questa vita ancora da
imparare
|
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|
- 7°
Classificato Sezione
Adulti
-
Sergio Baldeschi
-
Il profilo nero
dell'Africa
-
Dio tace...
- lungo
il profilo dell'Africa,
- figure
stilizzate
- camminano
su lastre di fuoco.
- Angeli
bruciati
- da
schegge di sole,
- neri
e vuoti
- come
mosche e ciotole
- che
gli masticano l'anima.
- Bambini
senza tempo
- sbriciolano
l'arido destino
- dentro
clessidre spezzate,
- hanno
la fame immersa negli
occhi
- e
la pelle attillata
- sulle
ossa piegate dai crampi.
- Bocche
socchiuse
- pizzicano
il seno
- d'abuliche
madri,
- latte
amaro misto a lacrime
- fuoriesce
elastico
- in
gocce prive di vita.
- Mani
scarne,
- divelte
dal respiro della terra,
- graffiano
il cielo
- a
cercare un denso sussulto
d'umanità.
- Ma
l'Africa è
lontana,
- troppo
lontana,
- per
capire un manifesto
- appeso
dentro una vetrina
- stracolma
di pensieri Natalizi.
|
- 8°
Classificato Sezione
Adulti
-
Giovanni Caso
-
E già s'abbruna
l'ora
-
Se per poco si scioglie questa
sera
- come
acqua tra le dita avrò
sussurri
- d'erba
e di tralci a farmi
compagnia.
- Come
tutto somiglia a
quest'autunno,
- la
bianca terra al passo del
dolore.
-
La vita indora come miele
ambrato
- a
brezze di memorie, al pane
antico
- della
parola santa che metteva
- un
saldalo di luna al nostro
viaggio.
- Un
tremito di stelle e di
pensieri
- ci
accompagnò lungo la via, ai
cosmi
- bisbiglianti
nell'anima.
-
E ti ascolto
- seduto
a quella soglia di
stupori
- e
tu mi pari ancora del
prodigio
- che
il seme mette al sangue della
terra.
- Cos'è
l'eterno se non lo
splendore
- d'un
giorno che non volge al suo
declino,
- un
Dio che accolga il palpito di
noi?
-
E già s'abbruna l'ora, sale un
vento
- nuovo
a colmarmi di silenzi e
voli.
- È
tutto ciò che resta di quel
fiume
- che
troppe volte unghiò le sponde,
appena
- un
rivolo che balza fra le
pietre
- come
a cercare il grido del suo
mare.
|
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|
- 9°
Classificato Sezione
Adulti
-
Bianca Candiano
-
Sud
-
Ancora bianchezza s'intaglia negli
ulivi:
- un
pozzo di cieca luce
- attende
l'ultima fame.
- Io
guardo dal ciglio dei
venti
- queste
madri calcaree
- del
sud.
- Cerco
le preghiere
- impigliate
nella caligine,
- il
sangue secco nella
corteccia
- dei
dolorosi ginocchi.
- Ma
dormono le madri bianche
- confitte
nella pietra
- con
i seni spaccati dal
sole,
- con
palpebre immense,
sdrucite
- precipitate
- sui
rovi inceneriti degli
occhi.
- Nell'arco
macero dei loro fianchi
- si
genera il sale
- si
beve la pietra;
- la
smorfia antica
- della
nostra fame
- all'imbrunire
delle loro bocche
- si
spegne.
- Il
grembo è una
crepa
- dove
navi e secoli e deserti
- dall'argilla
sprofondano
- fino
agli ultimi segreti
- della
terra.
- E
dopo la luce un sogno
d'ulivi:
- scendono
sull'acqua immaginata,
- gusci
di vento
- intagliati
nell'estate.
- Il
loro orecchio è una grande
barca
- ormeggiata
alla fine del silenzio.
-
|
- 10°
Classificato Sezione
Adulti
-
Marco Bin
-
Mia Madre
-
Come facevo a starti,
- che
mi portavi, ed io a te
- indossandoci
entrambi?
-
E pensare che avrei
voluto
- sdraiarmi
giù, in mezzo al
lago
- con
quei sassi lenti intorno che
guardano
- calmi,
come certe Madonne dei
portici.
-
Lasciarmi sola ad
aspettare
- fino
a seccarmi, toccare
- il
fondo a schiena asciutta
- sentire
i monti farsi sabbia.
-
Invece ora, che pianto e
sorriso
- non
sono che nomi
- mantengo
le mie rughe sulla riva.
- Non
so più il mio
viso.
-
Aspetto, come questo
posto.
- Ironica,
quasi una beffa.
- Dammi
Signore questa pace
altera
- e
l'alto sorriso del San
Martino.
-
|
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|
- Vincitore
Premio Robiati
Ambrogina Sirtori
La pace
Esploderà improvvisa nelle
città
- dove
la guerra morde la vita.
- Con
lievi brezze, la pace
- spegnerà
braci di fuoco
- accese
dall'odio.
Dall'alto di campanili e
minareti
- risuonerà
un messaggio:
- "sotterrate
le vostre armi
- dentro
casse blindate
- gettatele
nel profondo degli
oceani.
Sia pace tra i popoli della
Terra"
- I
bimbi, allegri,
torneranno
- a
cantare con gioia.
L'albero della vita
- rinverdirà
le sue fronde.
|
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|
Sezione
giovani
|
- 1°
Classificato Sezione
Giovani
-
FABIO RICCARDI
-
A mia madre
-
Non so cosa significhi essere
figlio,
- non
ho mai saputo
rapportarmi
- al
mistero della mia carne
- che
trova ragione nelle tue membra,
madre.
-
Così solo l'anima ha saputo
sorreggermi
- e
farmi vagabondo come le
stagioni:
- talvolta
increspato dentro autunni di
ruggine,
- altre
volte sciolto tra le
nebbie
- di
inverni caduti in
silenzio.
-
Ho vagato cambiando colori e
profumi
- eppure
come le stagioni sono sempre
ritornato.
- E
passando distrattamente tra le tue
braccia
- ero
sempre io come la terra che riappare alla
terra,
- come
il sangue che riappare al
cuore.
-
Ogni volta tu dicevi tutto in poche
parole:
- la
ragione ti è luce fin troppo
fedele
- a
semplificare i tratti della mia
follia.
-
Ed io non ho altri rimpianti che del tuo
pennello
- abbandonato
per far spazio alle tue
braccia
- e
alla tua schiena piegata per il
pane:
- guardami
madre, io solo sono
rimasto
- unico
espresso colore dei tuoi quadri
perduti.
-
Ed io non ho altri ricordi che del tuo
abbraccio sereno
- dentro
sabati mattina, non ho altre parole di
riconoscenza
- se
non quelle che tu coglierai
perfette
- da
un mio sorriso nel
rivederti...
|
- 2°
Classificato Sezione
Giovani
-
Jessica Malfatto
Vivi
-
Spezza i fili delle emozioni
e
- ricomponili
per cercare un nuovo
sogno..
- Lascia
scivolare sulla pelle attimi
ribelli,
- tienili
tra le mani
- e
poi chiudili in un
pugno..
- Ti
sfuggono..
- Lasciali
liberi.
- Attimi
di vita prepotenti,
- si
lasciano trasportare da un pensiero
sfuggente,
- addomesticano
i suoni dell'anima,
- si
mescolano e si scontrano
- sprigionando
energia..
- Vita
mordace,
- lasciati
assaporare
- ma
soprattutto
- vivere.
|
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|
- 3°
Classificato Sezione
Giovani
-
Chiara Paoloni
-
Naufraghi
-
- Un
giorno forse saremo
liberi
- in
quel soffio di terra
- che
ancor ci appartiene.
- Un
giorno forse...
- Oggi
le ombre del cuore
- invecchiano
in piccole vigne
- annaffiate
dallo strazio del
sangue,
- sotto
le ciglia umide e dure
- braccia
che tremano
- sopra
un fianco di collina.
- Un
giorno forse saremo
liberi
- in
un volo di cielo
- dove
si libra il canto
dell'anima.
- Oggi
ancora siamo naufraghi
- le
mani alzate, bandiere
tese.
- Siamo
naufraghi nel dolore di
sempre
- che
ci avvinghia all'uscio di
pianto
- di
una casa di paglia.
- Un
giorno forse...
|
- 3°
Classificato Sezione
Giovani
-
Claudio Crippa
Ti ho cercato
-
Quante
volte Ti ho cercato
- Tu
sai quanto.
- Ti
ho cercato dentro i rovi
- dei
pensieri,
- nelle
acque di un pianto
- dentro
il cesto dei miei anni.
- Ti
ho cercato in un giorno
- di
gennaio,
- nelle
notti di paura
- nelle
ombre dei miei sogni.
- Ti
ho trovato sull'altare
- di
un fiore
- dentro
il tempio del dolore.
- Ti
ho trovato nel lamento
- di
una madre
- sulla
fronte di mio padre.
- Quante
volte Ti ho trovato,
- mi
hai dato sempre amore
- Tu
sai quanto, o mio
Signore.
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|
- 5°
Classificato Sezione
Giovani
-
Massimiliano Mario
Canale
Dichiarazione di
pace
-
La stessa luna
- è
lanterna delle notti
europee
- e
sentinella di chi vive
- sotto
le bombe.
- Lo
stesso cielo stringe
- tutti
i popoli nell'unione;
- ma
la stessa terra divide
- i
figli di Palestina da quelli di
Giudea.
- E
nello splendore di notti
armene,
- mentre
l'americano dorme sonni
beati,
- l'iracheno
nel sonno muore,
- e
la sua casa è divorata dalle
fiamme.
- Un
sol firmamento
- abbraccia
i covi di Bin Laden
- e
le terre d'America contro cui
cospira...
- Le
stesse onde che srotolano
sangue
- sui
lidi martoriati dalla
guerra,
- carezzano
le ricche riviere
- dove
chi la guerra l'ha
voluta
- trascorre
una pacifica vacanza.
- E
mentre una pendola d'oro
- scocca
mezzanotte nelle sfolgoranti
serate
- delle
metropoli occidentali,
- un
vecchio orologio rotto
- reclama
la stessa ora
- nel
buio triste e
sconsolante
- d'una
capanna d'Africa,
- dove
bimbi al par dei pargoli
europei,
- scontano
un penoso digiuno
- cui
nessun miliardario,
- cui
nessun potente che siede
- nelle
stanze dei bottoni delle capitali del
mondo,
- è
ancor riuscito a
sottrarli!
- Uomo,
la tua salvezza verrà sol
quando
- l'Hezbollah
e Israele si dichiareranno
pace...
- e
tutti i popoli scopriranno d'esser fatti
della stessa carne!
-
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- 6°
Classificato Sezione
Giovani
-
Giovanna Garzia
L'angelo geloso
-
Sei stata tu a venire a
me,
- come
in sogno ma smentendo che lo
fosse:
- neppure
un sospiro ha reagito ai tuoi
baci
- per
provare agli occhi che le tue
labbra
- fossero
davvero sulle mie
guance.
- E
quando la tua mano ha
raggiunto
- la
destra, sulla spalla, un
fremito
- mi
ha condotto ai piedi
- di
un antico racconto:
accade
- se
gli orologi smettono di
balbettare
- e
i calendari dimenticano di
contare...
- Nelle
selve e tra i boschi, sulle rive dei
fiumi
- e
sulle sponde dei laghi, nelle
grotte
- e
nelle fonti, sui monti, nei
pressi
- della
Tracia e della Focide:
- le
Driadi, le Naiadi e le
Aldeidi,
- corrono
sul carro del Sole
- guizzano
attorcigliate al tridente di
Poseidone,
- bevono
nettare di Melissa
- e
giocano a lampadedromia.
- Lampezia
e Fetusa
- scovano
Calipso rinvenuta
- al
profumo delle primule
blu
- che
adorne recano le figlie di
Gea.
- Nascosto
dal bianco concentrato
d'aria,
- che
in ciel appare come una
nuvola,
- un
angelo se ne sta muto a
guardar
- il
bruno scoglio ove la spuma del
mare
- adagia
la nascente dea di anonima
stirpe.
- Subito
la corteggiano dei e
mortali,
- e
il timido angelo al ciel non farà
ritorno,
- finchè
con sé lei non avrà
asceso.
- Sei
stata tu ad innamorare gli
angeli,
- tu
ha i reato per me un nuovo
cuore.
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- 7°
Classificato Sezione
Giovani
-
Marta Fumi
Ricordando un 31
Ottobre
-
Stupore
- che
nasce
- dalla
magia di quell'incanto
- che
fa incontrare due esseri
- che
abbracciandosi diventano
uno.
- Ed
è potente la forza che si
sprigiona
- da
due diversità che si guardano negli
occhi.
- Ciascuno
è sé,
- eppure
in quell'attimo si svuota della sua
essenza
- per
mettersi ai piedi
dell'altro,
- per
abbracciare la sua
verità
- e
ritrovarsi in un dono di gioia intensa e
condivisa.
- E
tutto il mondo è lì, fra
quattro braccia,
- e
il dentro e il fuori giocano, si
confondono,
- trasformano
il mio tutto e fermano il
tempo
- in
una dimensione che ha
dell'eterno.
-
E quando il fuori bussa alle
porte
- è
come risvegliarsi da un sogno
lontano,
- come
ritornare di colpo al concreto, al
razionale,
- e
guardare oltre il fiume tenendosi per
mano.
- Poi
però riguardo il tuo
volto
- mi
immergo di nuovo nella tua
pienezza,
- e
scruto l'anima attenta e in
silenzio,
- in
cerca di un colore
segreto
- che
ammicca alla luce.
- E
tu giochi con i miei
capelli,
- ricerchi
il mio viso,
- e
in silenzio osservi il mio
segreto
- forse
stupendoti del tuo stesso
stupore.
- E
di fronte al tuo mistero che a tratti ancora
mi prende,
- di
fronte al tuo essere pieno di
poesia,
- di
fronte all'attesa che pervade i miei
giorni,
- resto
in ascolto
- a
contemplare.
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- 8°
Classificato Sezione
Giovani
Jessica Imolesi
Razionalità
-
Se a volte non ti
ascolto
- è
perchè pensavo al
cielo
- lo
guardo risalire
- dove
il sole
- non
si è ancora
- perso.
-
Aspetto il mare
- sorgere
da un
- momento
all'altro
- arrampicarsi
- sopra
le dune e
- ricomporre
l'idillio
- che
il mio sentimento
- dipingeva
- con
colori
- di
tempesta.
-
È un'immagine
sacra
- che
scava il tuo ieri
- la
razionalità
- si
stacca da qui
- e
comincia
- a
tremare.
-
Per questo il tuo io
- è
il vento
- che
accoglie
- risate
- di
vetro
- quando
fingo
- di
essere
- là
dentro
- ho
appena iniziato
- a
tornare.
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|
- 9°
Classificato Sezione
Giovani
-
Aura Piccioni
L'ultimo canto di
Byron
-
Ho per tetto il cielo, per sogni le
nubi.
- Diafana,
l'esistenza s'invola
- al
ritmo disperato di chi
anela
- la
dolce ninfa
libertà...
- E
io, piccolo mortale,
- mi
perdo nell'immensità di
tali
- luoghi,
divenendo immenso
- al
di sotto dell'oro di queste
pietre.
- L'eternità,
anelo. Anelo
l'eternità.
- La
vita è il folle
volo
- che
la nave percorre con le vele gonfie di caldo
vento.
- Del
caldo vento di queste
terre.
- Son
essere umano. Può l'uomo essere
misero?
- No.
No, se vive.
- Annego
intanto nel ricordo della dolce ombra
d'Atene,
- che
si staglia nei tramonti di sangue che
investono
- l'Ellade
coi suoi profumi, coi suoi
sentimenti...
- l'Ellade.
Un essere umano sotto il sole, nel meriggio
ardente.
- Svegliarsi
in una nube, osservare il
cielo,
- compiere
diecimila cose per comprenderne a fondo
una.
- L'argilla
dentro l'uomo va plasmata. La sua
anima.
- E
adesso la mia anima desidera il
distacco
- da
questo corpo debole, fragile, per
divenire
- res
imperitura.
- Dipingo
la poesia di un istante,
incastonando
- in
uno sguardo un ricordo
- fuggevole
come un fiore
d'artemisia.
- Potessi
essere un dio! Involandomi sulla piana del
mare,
- adorerei
non me, queste terre...
- Potessi
sentirmi titano! Mai i miei passi sarebbero
più
- sicuri
dell'alba in cui tramonta l'ultima luna su
Sunion...
- Mi
fosse concesso non amare! Non mi struggerei,
ora,
- con
gli ultimi aliti di vita, di attendere le ali
leggiadre della morte
- sul
filo sottile dell'immortalità.
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- 10°
Classificato Sezione
Giovani
-
Giovanni Chesi
Petali rosa
Leggeri petali rosa si
posano
- lievi
su pietra di granito
duro:
- sono
dolci madri che
scacciano
- le
paure del figlio
insicuro;
-
sono angeli che, dal vento
cullati,
- giungono
da nuvole di geranio
scarlatte,
- per
infondere calore sono
arrivati
- alla
freddezza delle rocce, grigie e
compatte.
-
Minuti petali rosa
sfiorano
- l'imponente
macigno granitico,
- e,
mentre i due opposti
s'incontrano,
- muta
della roccia lo stato
critico.
-
Indulgenza ora infonde quel
masso:
- sormontato
da quei delicati petali
rosa,
- mai
più un freddo, aspro
sasso
- adesso
chiunque giudicarlo osa.
-
Così, quando il Male
indurisce
- i
cuori di moltitudini di
genti,
- il
Bene, scarso di forze
imponenti,
- la
crudeltà nell'uomo
finisce.
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Ins.
27-11-2007
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