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            VIII
            edizione Premio di PoesiaCittà di Monza 2006
 Risultati
            Sezione Poesia
            adultiRisultati Sezione Poesia
            giovani
 
                 La
            Giuria della VIII Edizione del Premio Internazionale di
            Poesia "CITTÀ DI MONZA 2006", composta da:
            Presidente Onorario Vincenzo Consolo (romanziere
            saggista), Presidente effettivo Beppe Colombo (già
            Direttore della Biblioteca Civica di Monza), Maria
            Organtini (poetessa e Presidente del Cenacolo P.A.M.B.),
            Mario Biscaldi (poeta e pittore), arch. Elisabetta
            Bosisio (pittrice), prof. Sergio Gandini (poeta e
            pittore), Antonello Sanvito giornalista, (caposervizio de
            "il Cittadino"), Maria Grazia Crespi (musicologa),
            Rita Corigliano Nobili (segretaria, con diritto di voto).
            Hanno partecipato n° 392 autori di cui n° 40
            della Sezione Giovani per un totale di n° 541 testi;
            provenienti oltre che da tutta Italia anche dalla
            Svizzera, Germania e Austria. Dopo attenta valutazione
            sono risultati vincitori:    
               
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                        SEZIONE
                        POESIA ADULTI     
                        1^ 
                        classificata Danila Olivieri di Riva
                        Trigoso (GE) con la poesia "Il
                        tempo".Motivazione: La splendida natura^ della
                        riviera ligure è scenario, dipinto in
                        versi armoniosi, della nostalgica
                        rievocazione della fanciullezza e del
                        desiderio pungente di fermare il tempo.
 Vince Euro 600,00 - Pubblicazione di un libro
                        di 32 pagine di cui verranno assegnate 100
                        copie gratuite - Targa di riconoscimento -
                        Attestato di merito - Pubblicazione del testo
                        premiato sulla rivista Il Club degli autori e
                        su Internet www.club.it
 
 2°  classificato Franco
                        Fiorini di Veroli (FR) con la poesia
                        "Figli
                        del vento".
 Motivazione: Endecasillabi sciolti di
                        pregevole fattura che ricordano l'ebrezza
                        della giovinezza e invitano ad amare la
                        vita.
 Vince Euro 400,00 - Pubblicazione di un
                        quaderno di 32 pagine di cui verranno
                        assegnate 100 copie gratuite - Targa di
                        riconoscimento - Attestato di merito -
                        Pubblicazione del testo premiato sulla
                        rivista Il Club degli autori e su Internet
                        www.club.it
 
 3°  classificato Alberto
                        Averini di Roma con la poesia
                        "Odissea
                        (trittico)".
 Motivazione: Tre quadretti ispirati al
                        classico Omero, arricchiti dal senso di un
                        moderno disincanto di gusto ungarettiano.
 Vince Euro 200,00 - Pubblicazione di un
                        quaderno autocopertinato di 32 pagine di cui
                        verranno assegnate 100 copie gratuite - Targa
                        di riconoscimento - Attestato di merito -
                        Pubblicazione del testo premiato sulla
                        rivista Il Club degli autori e su Internet
                        www.club.it
 
 4° classificato Enrico Calenda di
                        Venezia con la poesia "Granchio
                        sorpreso"
 Vince la pubblicazione di un quaderno
                        autocopertinato di 16 pagine di cui verranno
                        assegnate 100 copie gratuite - Attestato di
                        merito - Pubblicazione del testo premiato
                        sulla rivista Il Club degli autori e su
                        Internet www.club.it
 
 5^  classificata Silvana
                        Ferrario di Merate (LC) con la
                        poesia "Terra
                        di Brianza".
 Vince la pubblicazione di un quaderno
                        autocopertinato di 16 pagine di cui verranno
                        assegnate 100 copie gratuite - Attestato di
                        merito - Pubblicazione del testo premiato
                        sulla rivista Il Club degli autori e su
                        Internet www.club.it
 Vincono Attestato di merito - Pubblicazione
                        del testo premiato sulla rivista Il Club
                        degli autori e su Internet i seguenti
                        autori:
 6°  classificato Giulio Redaelli
                        di Albiate (MI) con la poesia
                        "Sabato
                        sera".
 
 
 7°  classificato Sergio
                        Baldeschi di Montecerboli (PI) con la
                        poesia "Il
                        profilo nero
                        dell'Africa"
 
 
 8°  classificato Giovanni
                        Caso di Mercato San Severino (SA) con la
                        poesia "E
                        già s'abbruna
                        l'ora"
 
 
 9^  classificata Bianca Candiano
                        di Acicastello (CT) con la poesia
                        "Sud".
 
 
 10° classificato Marco Bin di
                        Milano con la poesia "Mia
                        Madre".
 
 Premio speciale in memoria di Augusto Robiati
                        ad Ambrogina Sirtori di Carate Brianza
                        (MI) con la poesia "La
                        pace"
 Motivazione: Il desiderio della pace è
                        espresso con sentimento universale di unione
                        fra i popoli nella speranza di un domani in
                        cui i bimbi possano tornare a
                        sorridere.
 
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                           SEZIONE
                           GIOVANI 
 
                          1° 
                        classificato Fabio Riccardi di San
                        Martino Siccomario (PV) con la poesia
                        "A
                        mia madre".Motivazione: Commosso ricordo della madre tra
                        rimpianti e confessione di amore filiale
                        espresso a cuore aperto.
 Vince
                        Euro 200,00 - Pubblicazione di un quaderno
                        autocopertinato di 16 pagine di cui le
                        verranno assegnate 50 copie gratuite - Targa
                        di riconoscimento - Attestato di merito -
                        Pubblicazione del testo premiato sulla
                        rivista Il Club degli autori e su
                        Internet.
 
 
 2^  classificata Jessica Malfatto
                        di Paderno Dugnano (MI) con la poesia
                        "Vivi"
 Vince
                        Euro 150,00 - Pubblicazione di un quaderno
                        autocopertinato di 16 pagine di cui le
                        verranno assegnate 50 copie gratuite - Targa
                        di riconoscimento - Attestato di merito -
                        Pubblicazione del testo premiato sulla
                        rivista Il Club degli autori e su Internet
                        per un anno.
 
 
 3^  classificata Chiara Paoloni
                        di Tolentino (MC) con la poesia
                        "Naufraghi"
 Vince
                        Euro 100,00 - Pubblicazione di un quaderno
                        autocopertinato di 16 pagine di cui le
                        verranno assegnate 50 copie gratuite - Targa
                        di riconoscimento - Attestato di merito -
                        Pubblicazione del testo premiato sulla
                        rivista Il Club degli autori e su Internet.
 Vincono
                        Attestato di merito - Pubblicazione del testo
                        premiato sulla rivista Il Club degli autori e
                        su Internet i seguenti autori:
 4° classificato Claudio Crippa di
                        Monza (MI) con la poesia "Ti
                        ho cercato"
 
 
 5° classificato Massimiliano Mario
                        Canale di Enna con la poesia
                        "Dichiarazione
                        di pace"
 
 
 6^  classificata Giovanna Garzia
                        di Venosa (PZ) con la poesia "L'angelo
                        geloso"
 
 
 7^  classificata Marta Fumi di
                        Oggiono (LC) con la poesia "Ricordando
                        un 31
                        ottobre"
 
 
 8^  classificata Jessica Imolesi
                        di Cesena (FO) con la poesia
                        "Razionalità"
 
 
 9^  classificata Aura Piccioni di
                        Morena (RM) con la poesia "L'ultimo
                        canto di
                        Byron"
 
 
 10° classificato Giovanni Chesi
                        di Milano con la poesia "Petali
                        di rosa"
 
 
                        
                        
La Giuria si
                        è dichiarata soddisfatta per l'elevato
                        numero di partecipanti e del buon livello
                        qualitativo dei testi proposti.
                        
                        La
                        Cerimonia di Premiazione del Premio si
                        terrà sabato 2 dicembre 2006 alle ore
                        21
presso
                        il Teatrino di Corte della Villa Reale del
                        Parco di Monza |  
                  | 
                        Torna
                        all'inizio
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                  | 
                        Sezione
                        adulti |  
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                     all'inizio |  
                  | 
                        1°
                        Classificata Sezione
                        Adulti Danila Olivieri
 Il tempo
 Guizzo di brezza alita
                        argento
tra
                        nuvoli ariosi d'ulivi e lecci
                        -la
                        luce di mia madre, che chiara
                        danzanell'aria
                        e ride tra il fogliame,mi
                        conduce per manosulla
                        salita scalzatra
                        vigne e campi roridi
                        d'infanzia. Vorrei far lento il
                        tempo
che
                        scava dentro l'ombra della
                        serafondi
                        recessi di silenzioe
                        risalire all'ilare
                        sorgentedella
                        rosata aurora. Tra nidi di malinconia,
                        intrecciati
come
                        dita nelle sere di
                        bufera,m'avvivo
                        di ricordiprima
                        che la quiete di nevetrafughi
                        l'aroma di resinee
                        copra l'eco lievedi
                        risa e di nenie lontane. Ma il tempo è un giunco d'aria
                        -
come
                        onda sinuosa fluttua e
                        s'inarcae
                        anche questa scheggia di
                        terracullata
                        dal lamento dei
                        gabbiani,vibra
                        al vento delle stagionie
                        respira i sogni del cosmo
                        -con
                        il sole che a serasempre
                        rosseggia e si inabissadietro
                        Punta Manara.
 
                           
                         | 
                        2°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Franco Fiorini
 Figli del vento
 Inesauste tornano
                        memorie
di
                        una terra fatta sangue nelle
                        venerdìverdi
                        gli anni come l'erba sopra i
                        fossiali
                        donava ai piedi
                        l'avventura.Si
                        partiva all'alba contro la
                        caluraa
                        caccia di cicale sopra i
                        pioppia
                        tentare segreti tra le
                        frondei
                        piedi nudi ad arrossar le
                        stoppie.Non
                        ci fermava il fuoco
                        dell'estatea
                        sciogliere l'infanzia sulla
                        pelleci
                        soccorreva l'acqua del
                        torrentea
                        regalare tuffi arditi alle parate.
                        (1)La
                        danza era di lucciole la
                        serapresto
                        sorprese a un passo dalle
                        stelle.Aquiloni
                        eravamo in braccio al
                        ventoa
                        liberare voli senza
                        tempo.E
                        noi che del vento fummo
                        figlil'anima
                        lasciammo alle collineagli
                        specchi di cielo nelle
                        fosseallo
                        stupore delle lune alle
                        ginestre.Lasciammo
                        il cuore al calore di un
                        caminoall'odore
                        del pane dentro al fornoai
                        ritorni di un padre senza
                        egualia
                        un soffio di carezza sul
                        cuscino...Ma
                        il tempo non si ferma a
                        ricordaree
                        liberi solcammo le
                        stagioniancora
                        aquilini sulle rotte del
                        destinofili
                        di memoria a sostenerne il
                        volo.Agrodolce
                        venne il giorno
                        dell'approdoquando
                        il vento si fa stanco e lento il
                        voloma
                        noi che respirammo fieno e
                        granomai
                        consegnammo l'anima ai
                        rimpianti.Anche
                        l'autunno ha bisogno di
                        canzonia
                        cullare grappoli di vigne sopra i
                        collidolci
                        come le more su labbra di
                        fanciullifigli
                        del vento stregati dalla
                        luna.
 
 
1- Piccole
                        dighe naturali a volte anche pericolosamente
                        profonde.
                        
                        
                           
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                        3°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Alberto Averini
  Odissea (Trittico)
 Deriva...
 In questa oscurità senza la
                        notte
arduo
                        il percorsoe
                        desolato, versol'irraggiunta
                        mia terra. Se solo conoscessi
l'Itaca
                        mia qual ènon
                        sarebbe la vitaun'eterna
                        deriva... Sirene...
 
 Incatenato al sogno
proteso
                        a una promessa di sirenesospeso
                        sulle rive del silenzioho
                        atteso il canto che non
                        venne.Avrei
                        disciolto questa vita a un coro d'acqua,
                        dentroil
                        gemito del mare. Ma era muto il mondo.
 Naufragio...
 Ai bordi del naufragio
nevicheràuna
                        silente coltre di parolea
                        raggelarsiprima
                        della sera.
 
 
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                        4°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Enrico Calenda
 Granchio sorpreso
 Respira il mare profondo
e
                        sciacqua gli scoglimentre
                        sciaborda breve la sua
                        ondanel
                        tenue mormoriod'un
                        giorno alla sua fine.Lento
                        si muove lontano un
                        naviglio,si
                        tuffa sul cibo gridando un
                        gabbianoesce
                        dall'acqua in volo,bagnato
                        il cormorano,(come
                        ti parla il mondocome
                        si esprime di mille
                        linguaggicome
                        li senti in te, solo in te
                        solo,solo
                        nel tutto, solo nel
                        nientenella
                        volontà di
                        esserci,in
                        quel tutto che è poi la
                        vita,essere
                        tutte le lingue, tutte le
                        mentiessere
                        tutti, gli occhi di
                        tutti,tutti
                        i pensieri capirli, tutti gli
                        affettiprovarli,
                        capire il tenero amore,la
                        mano assassina, capire il
                        darsispontaneo,
                        il vivo creare, il
                        tenaceinseguire,
                        capire le mille culture,
                        esserleuna
                        sola, tutte, un piccolo
                        uomoe
                        in lui l'ampiezza solidale nel
                        profondovertiginoso
                        soffrire, essere le mille
                        pelli,essere
                        le mille vite,
                        profondamentevissute,
                        in una, in tutte, essere la
                        sortedi
                        mille esseri, un unico
                        corpopiccolo
                        globo, cellula, scaglia nel
                        nullafremente
                        di vita, capire coglierel'essere
                        in te)il
                        mare gorgoglia pian
                        piano,un
                        granchio s'allunga lungo lo
                        scoglioall'asciutto,
                        poi ratto torna
                        nell'acquaimpaurito,
                        sorpreso dal tutto.
 
 
                           
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                        5°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Silvana Ferrario
 Terra di Brianza
 Squarci di natura
                        appaiono
nel
                        grigio cementoe
                        rompono l'audace
                        avanzaredella
                        ricchezza,rubata
                        alla terra.Fruga
                        lo sguardo ansiosotra
                        boschi di muschio e
                        felcia
                        cercar palpitidi
                        vita.Fruga
                        tra aridi pratisenza
                        passeria
                        beccar fili d'erba,e
                        cavallette affamate di
                        seminei
                        campi del sudore.Arde
                        nel solela
                        terra feritadai
                        solchi,dimentica
                        di amare fatichee
                        di vecchi curvia
                        rimuover zolle.Succhia
                        ogni linfa vitalel'ingordo
                        futuroe
                        sacrifica le viscere
                        fecondeall'amaro
                        destino.Arde
                        nel ventola
                        mia terraingrata
                        col passatomentre
                        ondeggiano ignare,nel
                        tiepido giugno,le
                        spighe doratedi
                        prezioso frumento.Con
                        deboli fruscii,ultimi
                        sospiridella
                        vita che fugge.
 
                           
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                        6°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Giulio Redaelli
 Sabato sera
 Io che ti porgo la vita
tu
                        che prendi tutto, senza
                        distinzioneil
                        sentimento persistentenello
                        spazio avulso del tempola
                        materialità delle cose nei colori
                        decisicercati
                        oltre il confineInvisibile
                        agli occhi, alito
                        sospesoche
                        nella nebbia si perde in gocce
                        tiepidee
                        stagioni future già
                        deciseerano
                        il tuo viaticoquasi
                        un'ossessione di
                        certezzaquel
                        rapido salire i gradini del
                        mondosenza
                        mai voltartiCosì
                        sei passato nell'inafferrabilità del
                        ventocome
                        pioggia che subito ti si asciuga
                        addossoin
                        un afoso pomeriggio di
                        lugliocoi
                        tuoi vent'anni di lucida
                        folliache
                        corrono sul nero inganno
                        d'asfaltoper
                        un viaggio mai compiutoIn
                        te c'era il fiato dei
                        giornila
                        speranza della crisalide al
                        mattinoOra
                        mi lasci una manciata di
                        ricordiuno
                        spicchio di luna nel vuoto cielo
                        dell'attesae
                        fra le lamiere contorte vaga la
                        colpadi
                        questa vita ancora da
                        imparare
 
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                        7°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Sergio Baldeschi
 Il profilo nero
                        dell'Africa
 Dio tace...
lungo
                        il profilo dell'Africa,figure
                        stilizzatecamminano
                        su lastre di fuoco.Angeli
                        bruciatida
                        schegge di sole,neri
                        e vuoticome
                        mosche e ciotoleche
                        gli masticano l'anima.Bambini
                        senza temposbriciolano
                        l'arido destinodentro
                        clessidre spezzate,hanno
                        la fame immersa negli
                        occhie
                        la pelle attillatasulle
                        ossa piegate dai crampi.Bocche
                        socchiusepizzicano
                        il senod'abuliche
                        madri,latte
                        amaro misto a lacrimefuoriesce
                        elasticoin
                        gocce prive di vita.Mani
                        scarne,divelte
                        dal respiro della terra,graffiano
                        il cieloa
                        cercare un denso sussulto
                        d'umanità.Ma
                        l'Africa è
                        lontana,troppo
                        lontana,per
                        capire un manifestoappeso
                        dentro una vetrinastracolma
                        di pensieri Natalizi.
 
 | 
                        8°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Giovanni Caso
 E già s'abbruna
                        l'ora
 Se per poco si scioglie questa
                        sera
come
                        acqua tra le dita avrò
                        sussurrid'erba
                        e di tralci a farmi
                        compagnia.Come
                        tutto somiglia a
                        quest'autunno,la
                        bianca terra al passo del
                        dolore. La vita indora come miele
                        ambrato
a
                        brezze di memorie, al pane
                        anticodella
                        parola santa che mettevaun
                        saldalo di luna al nostro
                        viaggio.Un
                        tremito di stelle e di
                        pensierici
                        accompagnò lungo la via, ai
                        cosmibisbiglianti
                        nell'anima. E ti ascolto
seduto
                        a quella soglia di
                        stuporie
                        tu mi pari ancora del
                        prodigioche
                        il seme mette al sangue della
                        terra.Cos'è
                        l'eterno se non lo
                        splendored'un
                        giorno che non volge al suo
                        declino,un
                        Dio che accolga il palpito di
                        noi? E già s'abbruna l'ora, sale un
                        vento
nuovo
                        a colmarmi di silenzi e
                        voli.È
                        tutto ciò che resta di quel
                        fiumeche
                        troppe volte unghiò le sponde,
                        appenaun
                        rivolo che balza fra le
                        pietrecome
                        a cercare il grido del suo
                        mare.
 
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                        9°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Bianca Candiano
 Sud
 Ancora bianchezza s'intaglia negli
                        ulivi:
un
                        pozzo di cieca luceattende
                        l'ultima fame.Io
                        guardo dal ciglio dei
                        ventiqueste
                        madri calcareedel
                        sud.Cerco
                        le preghiereimpigliate
                        nella caligine,il
                        sangue secco nella
                        cortecciadei
                        dolorosi ginocchi.Ma
                        dormono le madri biancheconfitte
                        nella pietracon
                        i seni spaccati dal
                        sole,con
                        palpebre immense,
                        sdruciteprecipitatesui
                        rovi inceneriti degli
                        occhi.Nell'arco
                        macero dei loro fianchisi
                        genera il salesi
                        beve la pietra;la
                        smorfia anticadella
                        nostra fameall'imbrunire
                        delle loro bocchesi
                        spegne.Il
                        grembo è una
                        crepadove
                        navi e secoli e desertidall'argilla
                        sprofondanofino
                        agli ultimi segretidella
                        terra.E
                        dopo la luce un sogno
                        d'ulivi:scendono
                        sull'acqua immaginata,gusci
                        di ventointagliati
                        nell'estate.Il
                        loro orecchio è una grande
                        barcaormeggiata
                        alla fine del silenzio. 
 
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                        10°
                        Classificato Sezione
                        Adulti Marco Bin
 Mia Madre
 Come facevo a starti,
che
                        mi portavi, ed io a teindossandoci
                        entrambi? E pensare che avrei
                        voluto
sdraiarmi
                        giù, in mezzo al
                        lagocon
                        quei sassi lenti intorno che
                        guardanocalmi,
                        come certe Madonne dei
                        portici. Lasciarmi sola ad
                        aspettare
fino
                        a seccarmi, toccareil
                        fondo a schiena asciuttasentire
                        i monti farsi sabbia. Invece ora, che pianto e
                        sorriso
non
                        sono che nomimantengo
                        le mie rughe sulla riva.Non
                        so più il mio
                        viso. Aspetto, come questo
                        posto.
Ironica,
                        quasi una beffa.Dammi
                        Signore questa pace
                        alterae
                        l'alto sorriso del San
                        Martino. 
 
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                        Vincitore
                        Premio RobiatiAmbrogina Sirtori
La pace
Esploderà improvvisa nelle
                        città
dove
                        la guerra morde la vita.Con
                        lievi brezze, la pacespegnerà
                        braci di fuocoaccese
                        dall'odio.Dall'alto di campanili e
                        minareti
risuonerà
                        un messaggio:"sotterrate
                        le vostre armidentro
                        casse blindategettatele
                        nel profondo degli
                        oceani.Sia pace tra i popoli della
                        Terra"
I
                        bimbi, allegri,
                        tornerannoa
                        cantare con gioia.L'albero della vita
rinverdirà
                        le sue fronde.
 
 
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                  | 
                        1°
                        Classificato Sezione
                        Giovani FABIO RICCARDI
 A mia madre
 Non so cosa significhi essere
                        figlio,
non
                        ho mai saputo
                        rapportarmial
                        mistero della mia carneche
                        trova ragione nelle tue membra,
                        madre. Così solo l'anima ha saputo
                        sorreggermi
e
                        farmi vagabondo come le
                        stagioni:talvolta
                        increspato dentro autunni di
                        ruggine,altre
                        volte sciolto tra le
                        nebbiedi
                        inverni caduti in
                        silenzio. Ho vagato cambiando colori e
                        profumi
eppure
                        come le stagioni sono sempre
                        ritornato.E
                        passando distrattamente tra le tue
                        bracciaero
                        sempre io come la terra che riappare alla
                        terra,come
                        il sangue che riappare al
                        cuore. Ogni volta tu dicevi tutto in poche
                        parole:
la
                        ragione ti è luce fin troppo
                        fedelea
                        semplificare i tratti della mia
                        follia. Ed io non ho altri rimpianti che del tuo
                        pennello
abbandonato
                        per far spazio alle tue
                        bracciae
                        alla tua schiena piegata per il
                        pane:guardami
                        madre, io solo sono
                        rimastounico
                        espresso colore dei tuoi quadri
                        perduti. Ed io non ho altri ricordi che del tuo
                        abbraccio sereno
dentro
                        sabati mattina, non ho altre parole di
                        riconoscenzase
                        non quelle che tu coglierai
                        perfetteda
                        un mio sorriso nel
                        rivederti...
 
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                        2°
                        Classificato Sezione
                        Giovani Jessica Malfatto
Vivi
 Spezza i fili delle emozioni
                        e
ricomponili
                        per cercare un nuovo
                        sogno..Lascia
                        scivolare sulla pelle attimi
                        ribelli,tienili
                        tra le manie
                        poi chiudili in un
                        pugno..Ti
                        sfuggono..Lasciali
                        liberi.Attimi
                        di vita prepotenti,si
                        lasciano trasportare da un pensiero
                        sfuggente,addomesticano
                        i suoni dell'anima,si
                        mescolano e si scontranosprigionando
                        energia..Vita
                        mordace,lasciati
                        assaporarema
                        soprattuttovivere.
 
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                        3°
                        Classificato Sezione
                        Giovani Chiara Paoloni
 Naufraghi
 Un
                        giorno forse saremo
                        liberiin
                        quel soffio di terrache
                        ancor ci appartiene.Un
                        giorno forse...Oggi
                        le ombre del cuoreinvecchiano
                        in piccole vigneannaffiate
                        dallo strazio del
                        sangue,sotto
                        le ciglia umide e durebraccia
                        che tremanosopra
                        un fianco di collina.Un
                        giorno forse saremo
                        liberiin
                        un volo di cielodove
                        si libra il canto
                        dell'anima.Oggi
                        ancora siamo naufraghile
                        mani alzate, bandiere
                        tese.Siamo
                        naufraghi nel dolore di
                        sempreche
                        ci avvinghia all'uscio di
                        piantodi
                        una casa di paglia.Un
                        giorno forse...
 
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                        3°
                        Classificato Sezione
                        Giovani Claudio Crippa
Ti ho cercato
 Quante
                        volte Ti ho cercato
Tu
                        sai quanto.Ti
                        ho cercato dentro i rovidei
                        pensieri,nelle
                        acque di un piantodentro
                        il cesto dei miei anni.Ti
                        ho cercato in un giornodi
                        gennaio,nelle
                        notti di pauranelle
                        ombre dei miei sogni.Ti
                        ho trovato sull'altaredi
                        un fioredentro
                        il tempio del dolore.Ti
                        ho trovato nel lamentodi
                        una madresulla
                        fronte di mio padre.Quante
                        volte Ti ho trovato,mi
                        hai dato sempre amoreTu
                        sai quanto, o mio
                        Signore.
 
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                        5°
                        Classificato Sezione
                        Giovani Massimiliano Mario
                        Canale
Dichiarazione di
                        pace
 La stessa luna
è
                        lanterna delle notti
                        europeee
                        sentinella di chi vivesotto
                        le bombe.Lo
                        stesso cielo stringetutti
                        i popoli nell'unione;ma
                        la stessa terra dividei
                        figli di Palestina da quelli di
                        Giudea.E
                        nello splendore di notti
                        armene,mentre
                        l'americano dorme sonni
                        beati,l'iracheno
                        nel sonno muore,e
                        la sua casa è divorata dalle
                        fiamme.Un
                        sol firmamentoabbraccia
                        i covi di Bin Ladene
                        le terre d'America contro cui
                        cospira...Le
                        stesse onde che srotolano
                        sanguesui
                        lidi martoriati dalla
                        guerra,carezzano
                        le ricche rivieredove
                        chi la guerra l'ha
                        volutatrascorre
                        una pacifica vacanza.E
                        mentre una pendola d'oroscocca
                        mezzanotte nelle sfolgoranti
                        seratedelle
                        metropoli occidentali,un
                        vecchio orologio rottoreclama
                        la stessa oranel
                        buio triste e
                        sconsolanted'una
                        capanna d'Africa,dove
                        bimbi al par dei pargoli
                        europei,scontano
                        un penoso digiunocui
                        nessun miliardario,cui
                        nessun potente che siedenelle
                        stanze dei bottoni delle capitali del
                        mondo,è
                        ancor riuscito a
                        sottrarli!Uomo,
                        la tua salvezza verrà sol
                        quandol'Hezbollah
                        e Israele si dichiareranno
                        pace...e
                        tutti i popoli scopriranno d'esser fatti
                        della stessa carne!
 
 
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                        6°
                        Classificato Sezione
                        Giovani Giovanna Garzia
L'angelo geloso
 Sei stata tu a venire a
                        me,
come
                        in sogno ma smentendo che lo
                        fosse:neppure
                        un sospiro ha reagito ai tuoi
                        baciper
                        provare agli occhi che le tue
                        labbrafossero
                        davvero sulle mie
                        guance.E
                        quando la tua mano ha
                        raggiuntola
                        destra, sulla spalla, un
                        fremitomi
                        ha condotto ai piedidi
                        un antico racconto:
                        accadese
                        gli orologi smettono di
                        balbettaree
                        i calendari dimenticano di
                        contare...Nelle
                        selve e tra i boschi, sulle rive dei
                        fiumie
                        sulle sponde dei laghi, nelle
                        grottee
                        nelle fonti, sui monti, nei
                        pressidella
                        Tracia e della Focide:le
                        Driadi, le Naiadi e le
                        Aldeidi,corrono
                        sul carro del Soleguizzano
                        attorcigliate al tridente di
                        Poseidone,bevono
                        nettare di Melissae
                        giocano a lampadedromia.Lampezia
                        e Fetusascovano
                        Calipso rinvenutaal
                        profumo delle primule
                        bluche
                        adorne recano le figlie di
                        Gea.Nascosto
                        dal bianco concentrato
                        d'aria,che
                        in ciel appare come una
                        nuvola,un
                        angelo se ne sta muto a
                        guardaril
                        bruno scoglio ove la spuma del
                        mareadagia
                        la nascente dea di anonima
                        stirpe.Subito
                        la corteggiano dei e
                        mortali,e
                        il timido angelo al ciel non farà
                        ritorno,finchè
                        con sé lei non avrà
                        asceso.Sei
                        stata tu ad innamorare gli
                        angeli,tu
                        ha i reato per me un nuovo
                        cuore.
 
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                        7°
                        Classificato Sezione
                        Giovani Marta Fumi
Ricordando un 31
                        Ottobre
 Stupore
che
                        nascedalla
                        magia di quell'incantoche
                        fa incontrare due esseriche
                        abbracciandosi diventano
                        uno.Ed
                        è potente la forza che si
                        sprigionada
                        due diversità che si guardano negli
                        occhi.Ciascuno
                        è sé,eppure
                        in quell'attimo si svuota della sua
                        essenzaper
                        mettersi ai piedi
                        dell'altro,per
                        abbracciare la sua
                        veritàe
                        ritrovarsi in un dono di gioia intensa e
                        condivisa.E
                        tutto il mondo è lì, fra
                        quattro braccia,e
                        il dentro e il fuori giocano, si
                        confondono,trasformano
                        il mio tutto e fermano il
                        tempoin
                        una dimensione che ha
                        dell'eterno. E quando il fuori bussa alle
                        porte
è
                        come risvegliarsi da un sogno
                        lontano,come
                        ritornare di colpo al concreto, al
                        razionale,e
                        guardare oltre il fiume tenendosi per
                        mano.Poi
                        però riguardo il tuo
                        voltomi
                        immergo di nuovo nella tua
                        pienezza,e
                        scruto l'anima attenta e in
                        silenzio,in
                        cerca di un colore
                        segretoche
                        ammicca alla luce.E
                        tu giochi con i miei
                        capelli,ricerchi
                        il mio viso,e
                        in silenzio osservi il mio
                        segretoforse
                        stupendoti del tuo stesso
                        stupore.E
                        di fronte al tuo mistero che a tratti ancora
                        mi prende,di
                        fronte al tuo essere pieno di
                        poesia,di
                        fronte all'attesa che pervade i miei
                        giorni,resto
                        in ascoltoa
                        contemplare.
 
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                        8°
                        Classificato Sezione
                        GiovaniJessica Imolesi
Razionalità
 Se a volte non ti
                        ascolto
è
                        perchè pensavo al
                        cielolo
                        guardo risaliredove
                        il solenon
                        si è ancoraperso. Aspetto il mare
sorgere
                        da unmomento
                        all'altroarrampicarsisopra
                        le dune ericomporre
                        l'idillioche
                        il mio sentimentodipingevacon
                        coloridi
                        tempesta. È un'immagine
                        sacra
che
                        scava il tuo ierila
                        razionalitàsi
                        stacca da quie
                        cominciaa
                        tremare. Per questo il tuo io
è
                        il ventoche
                        accoglierisatedi
                        vetroquando
                        fingodi
                        esserelà
                        dentroho
                        appena iniziatoa
                        tornare.
 
                           
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                        9°
                        Classificato Sezione
                        Giovani Aura Piccioni
L'ultimo canto di
                        Byron
 Ho per tetto il cielo, per sogni le
                        nubi.
Diafana,
                        l'esistenza s'involaal
                        ritmo disperato di chi
                        anelala
                        dolce ninfa
                        libertà...E
                        io, piccolo mortale,mi
                        perdo nell'immensità di
                        taliluoghi,
                        divenendo immensoal
                        di sotto dell'oro di queste
                        pietre.L'eternità,
                        anelo. Anelo
                        l'eternità.La
                        vita è il folle
                        voloche
                        la nave percorre con le vele gonfie di caldo
                        vento.Del
                        caldo vento di queste
                        terre.Son
                        essere umano. Può l'uomo essere
                        misero?No.
                        No, se vive.Annego
                        intanto nel ricordo della dolce ombra
                        d'Atene,che
                        si staglia nei tramonti di sangue che
                        investonol'Ellade
                        coi suoi profumi, coi suoi
                        sentimenti...l'Ellade.
                        Un essere umano sotto il sole, nel meriggio
                        ardente.Svegliarsi
                        in una nube, osservare il
                        cielo,compiere
                        diecimila cose per comprenderne a fondo
                        una.L'argilla
                        dentro l'uomo va plasmata. La sua
                        anima.E
                        adesso la mia anima desidera il
                        distaccoda
                        questo corpo debole, fragile, per
                        divenireres
                        imperitura.Dipingo
                        la poesia di un istante,
                        incastonandoin
                        uno sguardo un ricordofuggevole
                        come un fiore
                        d'artemisia.Potessi
                        essere un dio! Involandomi sulla piana del
                        mare,adorerei
                        non me, queste terre...Potessi
                        sentirmi titano! Mai i miei passi sarebbero
                        piùsicuri
                        dell'alba in cui tramonta l'ultima luna su
                        Sunion...Mi
                        fosse concesso non amare! Non mi struggerei,
                        ora,con
                        gli ultimi aliti di vita, di attendere le ali
                        leggiadre della mortesul
                        filo sottile dell'immortalità.
 
 
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                        Classificato Sezione
                        Giovani Giovanni Chesi
Petali rosa
Leggeri petali rosa si
                        posano
lievi
                        su pietra di granito
                        duro:sono
                        dolci madri che
                        scaccianole
                        paure del figlio
                        insicuro; sono angeli che, dal vento
                        cullati,
giungono
                        da nuvole di geranio
                        scarlatte,per
                        infondere calore sono
                        arrivatialla
                        freddezza delle rocce, grigie e
                        compatte. Minuti petali rosa
                        sfiorano
l'imponente
                        macigno granitico,e,
                        mentre i due opposti
                        s'incontrano,muta
                        della roccia lo stato
                        critico. Indulgenza ora infonde quel
                        masso:
sormontato
                        da quei delicati petali
                        rosa,mai
                        più un freddo, aspro
                        sassoadesso
                        chiunque giudicarlo osa. Così, quando il Male
                        indurisce
i
                        cuori di moltitudini di
                        genti,il
                        Bene, scarso di forze
                        imponenti,la
                        crudeltà nell'uomo
                        finisce.
 
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         27-11-2007
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