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               Le
               antologiedei concorsi de Il Club degli
               autori
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               Antologia
               del Premio di PoesiaIl Club dei Poeti 2007
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               Indice
Prefazione
               a cura di Gianmario
               Lucini -
               Albo
               d'oro del'edizione 2007 del
               Premio - Ida
               Acerbo Rossi - Melissa Acquesta - Claudio
               Agus Inconis
               - Angela Ambrosini - Marco Angella - Paola
               Antoniacomi
               - Giuseppe Armenante - Angela Ascheri -
               Enrico
               Astolfi -
               Luca Baldi - Salvatore
               Barisciani -
               Elisa Bassi - Anna Francesca Basso - Roberta
               Bertoli -
               Vincenzo Bianco - Antonio Bicchierri - Cristian
               Borghetti - Flavio Borsani - Stefania Borza - Riccardo
               Boscolo - Giorgia
               Bracchetti -
               Antonino
               Buono -
               Cinzio
               Cacaci -
               Annalisa Cacciatori - Tiziana Canepa -
               Pippo
               Carauddo -
               Marcello Casarini - Maria Gabriella Castelli - Irene
               Catarella - Antonino
               Causi -
               Fabio Causio - Chiara Celi - Gilbert
               Cerbara -
               Luigi
               Cicchetti -
               Piergiorgio Cinelli - Silvia Cipollina - Fabio Clerici
               - Stefano Colli - Simona
               Conte -
               Maria Antonella D'agostino - Vincenzo De Leo - Andrea
               De Palma - Valeria De Perini - Mario De Rosa - Filippo
               Di Giovanni - Mauro Domenella - Federica Fabbriciani -
               Alessandra
               Faedda -
               Luca Falchi - Alessandra Fantini - Laura Farini -
               Aurora Fiorotto - Roberto Fontana - Alessandro
               Franzina - Giacomo Fumarola - Lina
               Furfaro -
               Egidio Fusco - Giuliana Galimberti - Maria Grazia
               Girola - EloZ
               - Lidia Goldoni - Alessandra Grillo - Pellegrino
               Iannaccone - Giovanni Jannuzzi - Andrea
               Lazzara -
               Carla
               Leonard -
               Leonarda Letterato - Massimiliano Lini - Giorgio
               Maggio Cavallaro - Claudio Malatini - Aldo Mauro
               Mancinelli - Alessio Manzo - Nicola
               Marasciulo -
               Fulvia Marconi - Francesca
               Giulia Marone
               - Tomaso Mazzacani - Simona Mazzuzi - Antonia Meduri -
               Daniela Megna - Silvia Minardi - Alessandro Montalto -
               Mattia Moscato - Carla Natali - Comasia Nitti -
               Giovanni
               Nodari -
               Laura
               Orsomando -
               Emanuele Paciotti - Simona Pagliari - Romina Pasini -
               Grazia
               Paternoster
               - Barbara
               Piazza -
               Maria Teresa Piccardo - Valentina
               Pireddu -
               Andrea Polini - Sabrina Porfido - Silvia Primi - Flora
               Ragosa - Giuseppa Ranno - Ermano Raso - Gian Matteo
               Reglioni - Romina Rocchi - Alessia
               Rohi -
               Massimo Roncato - Noemi Rupil Del Forno - Federica
               Sciandivasci - Massimo
               Scotti -
               Domenico Semisa - Pier Gaspare Siclari -
               Daniele
               Soffiani -
               Romina Tamerici - Francesca Tavani - Carla Tedde -
               Pierluigi
               Terra -
               Stefano Tonelli - Igor
               Valseri -
               Maria Teresa Vivino 
               
               
 Antologia del Premio
               di Poesia Il Club dei Poeti 2007 - 14x20,5 - p.p.128 -
               Euro 18,00 - ISBN
               978-88-6037-460-8 | 
               
                 Come
               avere l'antologia | 
      
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               Prefazione Può la
               poesia risentire talmente di una situazione sociale e
               politica da condizionarsi nelle sua modalità
               espressive? Mi pongo la domanda perché in
               questi testi, a parte alcuni, gli autori sembrano
               privilegiare i temi dell'intimo, sottraendosi ad ogni
               altro tema. Non si tratta neppure delle famose
               «domande esistenziali» (come possono essere
               il senso della vita o il destino dell'uomo o simili
               questioni filosofiche), a parte rari casi, ma il luogo
               privilegiato sembra essere l'amore, quasi sempre
               vissuto in forma di entusiasmo o di abbandono -
               più raramente come problema di relazione o con
               sentimenti di abbandono e di dolore - o la dimensione
               del ristretto privato. E dunque sarei quasi tentato di
               attribuire questa scelta, molto marcata nell'ambito
               del concorso «Il Club dei Poeti 2007»,
               proprio ad una sorta di reazione ad un disagio indotto
               non soltanto dalle ormai annose tragedie delle assurde
               guerre di questo secolo appena neonato, ma anche
               dall'insicurezza che sempre più monta
               nell'inconscio collettivo, indotta dai grandi (ormai
               globalizzati) problemi economici, da un futuro che
               appare sempre meno vivibile, da una cronaca che ci
               riporta una recrudescenza ed un imbarbarimento dei
               costumi, da una politica rissosa e platealmente basata
               sull'apparenza e la falsità, da continui spazi
               di libertà erosi da scelte che vengono
               dall'alto, da meccanismi che sono di fatto
               incontrollabili. Credo che tutto questo non lasci
               indifferenti i poeti che hanno due maniere principali
               di reagire: o involversi nel personale-privato o
               gettarsi nel sociale, affrontando di petto questi
               grandi temi. Di queste due principali scelte, la prima
               sembra quella di gran lunga più praticata,
               anche se non mancano decisi segni diversi, come
               appunto la stessa poesia vincitrice del concorso e la
               quarta classificata. Questo concorso dunque esprime,
               al di là dell'apparenza, una sofferenza che un
               critico deve prontamente cogliere e rilanciare come
               aspetto problematico, al di là e prima ancora
               della valutazione pertinente i testi che, ovviamente,
               non è possibile fare in una raccolta di
               carattere antologico come quella che presentiamo. La
               nostra valutazione perciò prescinde dagli
               aspetti meramente letterali dei testi e cerca di
               indagare, globalmente, le loro ragioni più
               nascoste. Noi invitiamo dunque il lettore a cogliere
               questi segni di disagio che qua e là i testi
               lasciano intuire e di rifiettervi, perché se
               è vero che l'anima di un popolo sta nella sua
               poesia (anche se non è poesia dei
               «grandi» perché, com'ebbe a dire
               Moravia, di «poeti» ne nasce tre o quattro
               ogni secolo, nei secoli di grazia), se è vero
               questo, dicevo, allora la lettura di un libro come
               questo può diventare lo specchio di quello che
               sta accadendo, ossia della rivolta della coscienza che
               non trova un adeguato sbocco espressivo e si risolve
               nell'unica dimensione praticabile, che è quella
               del proprio spazio mentale. Soltanto nel proprio
               spazio mentale, nella relazione stretta con un
               «tu» convivente o affine o quantomeno vicino
               infatti, è possibile ristabilire e ribadire
               quella sicurezza di base che ogni psicologia necessita
               per "tirare avanti" ed affrontare con un minimo di
               protezione la spietatezza di questo tempo storico.
 
Gianmario
               LuciniPresidente della Giuria del Premio Sezione Poesia
 
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                Albo
               d'Oro
 Premio di Poesia Il Club dei Poeti
               2007
 
 
La giuria della
               dodicesima edizione del Premio Letterario
               Internazionale «Il Club dei Poeti» 2007
               sezione poesia presieduta per la poesia da Gianmario
               Lucini, dopo l'analisi delle numerose opere pervenute
               ha stilato la seguente classifica finale:
 
               Opera 1a
               classificata «Hanno il sole sulle guance» di
               Pier Gaspare Siclari, Ivrea. 
               Questa la motivazione della Giuria: «La
               composizione racconta, con un senso di pacato
               scoramento, una scena quotidiana di paesi lontani, una
               defiagrazione che da qui non si può sentire ma
               che viene evocata come si trattasse di un avvenimento
               consueto è "normale" (come, purtroppo, lo
               è). Il verso stretto, essenziale, non si perde
               in inutili sentimentalismi e non evoca improperi,
               nella consapevolezza che la scrittura, in un certo
               senso può essere uno schivare la parte che ci
               spetta, come a dire che non è sufficiente la
               sola denuncia, la sola empatia. Ed è per questo
               che i due ultimi (pacati ma forti) versi finali:
               "mentre scrivo - mentre schivoÝ- / la parte di
               colpa che mi spetta" suonano quasi come
               un'auto-accusa, una richiesta di perdono alle vittime
               innocenti per il male che esse subiscono con la
               complicità dei nostri silenzi e del nostro
               stesso "stile di vita". L'immagine del sole che non
               può scaldare corpicini morti ma può
               scaldare volti ancora accesi di vita, è
               l'immagine della nostra bontà occidentale,
               pronta a commuoversi per le vittime innocenti, ma
               insieme restia e lontana, come il sole sulle carni
               morte».
 
Gianmario
               Lucini
 
               Opera 2a
               classificata «Io e lei e ogni piccola cosa»
               di Sergio Valsecchi, Vivate. 
               Questa la motivazione della Giuria: «Di questa
               composizione è interessante il tono
               affabulatorio e onirico ma insieme accorato, denso di
               pathos e comunicativa. Il racconto non investe eventi
               lontani, ma il "qui ed ora" di un'occasione, come
               può essere il bere una birra al Pub,
               chiacchierando. È lo stratagemma che l'autore
               usa per dire di sé, per farsi conoscere, per
               mostrarsi alla persona che vuole conoscere o che
               già ama senza cadere nella retorica dei
               sentimenti ma raggiungendo, appunto per questo, una
               maggiore e più concreta profondità,
               lontana dalla drammatizzazione e dalla
               rappresentazione. In questo modo la persona amata
               viene eletta, fatta entrare o penetrare attraverso un
               muro di demolita esteriorità, investita di un
               ruolo complice che implica uno scambio nel quale
               l'autore si mette in discussione senza cura di
               proteggersi, togliendosi le maschere delle convenzioni
               anche verbali. La poesia dunque, segna bene la
               demarcazione fra intimità e intimismo e insieme
               indica la possibilità di un'intimità
               "vera" senza rifugiarsi in quella ancor più
               pericolosa maschera che sono i romanticismi e gli
               inopportuni deliqui di molta poesia d'amore».
 
Gianmario
               Lucini
 
               Opera 3a
               classificata «Lo zodiaco» di Giovanni
               Iannuzzi, Villa la Angostura. 
               
Questa la
               motivazione della Giuria: «La poesia viene
               premiata per la capacità di cogliere con
               l'immaginario, la banalità e l'insignificanza
               di alcuni momenti del quotidiano che l'autore indica
               in "sere così, piene di trappole". L'autore,
               con alcuni accorgimenti immaginifici e con un certo
               estro, riveste questo senso di pesantezza di
               un'atmosfera magica ed è capace di suscitare la
               poesia anche nella piattezza del momento noioso o
               annoiato, con un guizzo che esprime bene la ribellione
               della creatività».
Gianmario
               Lucini  
               Opera 4a
               classificata «Adesso» di Piergiorgio
               Cinelli, Cavalgese.Opera 5a
               classificata Il viale di Settembre» di Simona
               Mazzuzi, Capoterra.Opera 6a
               classificata «Hotdog» di Claudio Malatini,
               Cremona.Opera 7a
               classificata «Per quel mio uomo» di Simona
               Conte, Giulianova Lido.Opera 8a
               classificata «Ondivagare» di Gilbert
               Cerbara, Parma.Opera 9a
               classificata «Conversazioni in Dalmazia» di
               Angela Ambrosini, Città di
               Castello. 
                Opere Segnalate
               dalla Giuria con Attestato di merito:
 
               «Senza
               titolo» di Massimo Roncato, Reggio
               Emilia.«A Teo»
               di Silvia Primi, Busto Arsizio.«È una
               vela...» di Marcello Casarini,
               Correggio.«Il fuoco che
               arde in me... di Cristian Borghetti, Bosisio
               Parini.«Il pozzo
               infinito» di Giorgio Maggio Cavallaio,
               Roma.«Intrappolato
               e libero» di Enrico Astolfi, Venezia -
               Mestre.«La perla di
               Dio» di Maria Grazia Girola, Milano.«Luce oltre le
               tenebre» di Pippo Caraliddo, Pace del
               Mela.«Per il tempo
               dei se e dei ma» di Carla Natali,
               Livorno. 
               
               
               
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         | 
               CLAUDIO
               AGUS INCONIS
 Notte
 
 Guardando una notte con gli occhi della
               luna
ascolto le
               onde bagnare la sabbia,inoltrarsi
               & perdersi tra le gambe di una donna
               distesa.Accarezzo
               il salefresco nei
               capelli d'oro.Una stella
               precipita ubriaca d'amore.Silenziosa
               percorre la pelle umida,il profilo
               sinuoso della schienaappena
               sfiorata dalla luce pallida.Vibrano i
               miei occhi, carichi di desiderio,dell'infinita
               voglia di stringer tra le manila carne di
               cera.
               
               
 | 
               PAOLA
               ANTONIACOMI
 Nebbia
 
 Dell'antico fusto
soltanto il
               ricordodisperso
               nell'umiditàdi una
               nebbia sottile.Un'ala di
               vecchi soldatial limitare
               del campoveglia su
               improntescavate nel
               fango,che
               conservano la dignitàe la fatica
               del passo.Fermati ad
               ascoltareil grigio
               silenzio della campagnae lasciati
               guidareda quei
               fragili arbusti,dall'odore
               della terraimpregnata
               di pioggia.Soli
               compagni lungo il cammino,che si
               dissolve fra trame offuscatee scolora
               in un abbraccio indistintoche tutto
               nascondee
               protegge.
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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               ENRICO
               ASTOLFI
               
               
                     Opera segnalata
 Intrappolato e libero
Nell'aspra
               indecisione,
remota e
               presente,mi accontento di un
               bieco far niente.È un gran
               vociare questo silenzio ovattato e
               protrattoche mi
               distrae;quel che voglio
               risulta sfuocato.Non confido
               più in nulla.È una
               sorprendente normalità che mi
               culla;inutile piattezza
               ove rifugio.Ora però
               vadoe di
               corsa.È un posto
               lontano. 
               
               
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               SALVATORE
               BARISCIANI
               
               
                     Il
                     cigno
Su le placide onde
de l'azzurro
               lagopossente
               volail magnifico
               uccelloe l'acqua
               sfiorae la
               caduta.Indi
               solennesui fiutti si
               posabianco
               velierocullato dal
               ventoe l'agile
               colloe l'ampio petto
               ostenta.Ecco un
               reconquiso ognun
               l'ammiraor ch'ei
               d'intornoingiunge e
               allettairato
               cobrao crotalo
               gentile.Supremo
               ispiratoredi alate
               danzee divine
               malinconieLeda sedusse
               bellissimae di sé
               stesso estremofu mitico
               cantore.
               
               (Salò
               4 ottobre 1994Milano
               Natale 2006)
               
               
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               ROBERTA
               BERTOLI
               
               
                   
                  
                  
                     Ad occhi
                     chiusi Ci son serate...
Serate come
                  questa,dove guardando
                  fuori dalla finestravedo le
                  stelleed
                  immagino....Un ragazzo che
                  mi sussurra storie di cavalieri.Avvicinandomi
                  piano...Mi vien
                  vogliad'annusare i
                  fiori spontanei della terra.scivolare sul
                  suo colloappoggiando le
                  labbra....Aspettando che i
                  brividine disegnino
                  richiesteche nascono
                  dalle sue risposte.Dolcemente...Giocare a far le
                  figure immaginariecercandoin questo
                  semplice gesto,di fermare il
                  tempo...E
                  vivere...Vivere quello
                  che non si comanda...Perchénon ci son
                  regole ben precise da seguirequando si
                  ama.Fantasie...come quei
                  sogniche si fanno
                  sdraiatisui prati
                  d'estate.Ad occhi
                  chiusi...E mi
                  ritrovoin
                  tasca...petali e chicchi
                  di grano. 
               
               
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               GIORGIA
               BRACCHETTI
               
               
                   
                  
                  
                     Bacio del
                     mattino La freschezza
dei sapori del
                  mattinoè
                  uguagliatasolo dalla
                  dolcezzadi un
                  bacioappena
                  sfiorato,su morbide
                  labbrabagnate di
                  rugiadaprofumata
                  d'amore. 
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               ANTONINO
               BUONOArmonia e
               Forza
La fanfara, finalmente ha
               acquisito
Un nuovo
               stile vivace e snelloNuovo
               l'atteggiamento e giustaDimensione.I suoni han
               trovato equaDimestichezza
               e amalgamaDolce e
               gradevole impastoCon il
               ritmo semplice ed eleganteIl capo
               fanfaraTimone
               energico e fidatoS'erge con
               fareDinamico e
               magistrale.Con abile e
               saggiaMaestriaInfonde
               sincronismoEd
               armonia.Sinergia e
               simbiosiIn
               sensibilità artisticaViaggia
               speditaE le ali
               dell'allegria eDel buon
               gustoHan fatto
               ritornoA dolci
               ricordi, eLa giusta
               identitàHa
               risuonato in giusti,appropriati
               suoni,colori,
               luci e melodie.
               
               
 | 
               CINZIO
               CACACI
               
               
                  
 
                        Brezza di
                        mare
È soffio insistente
che gonfia le
                  veleda est a
                  Ponente,è
                  ariache
                  sale,cresce,rinforza,è
                  ventoche il corpo
                  accarezza,è sapore
                  di sale,colore di
                  gusci,odore di
                  spruzzi.È memoria
                  di storie vissute,di occasioni
                  perdute,di
                  barche,di
                  sole,di
                  mare,di emozioni
                  dolci ed amare.È una
                  donna fuggita,un richiamo alla
                  vita,è voglia
                  di amare.Io la
                  conosco,è brezza
                  di mare. 
            
            
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               PIPPO
               CARAUDDO
               
               
                   
                  
                  
                     Opera
                     segnalataLuce oltre le tenebre
 Viso smarrito, ancora verde e già
                  avvizzito,
membra pesanti,
                  deboli, cadenti;nel tuo
                  giaciglio d'immensa sofferenzainerme,
                  sprofondi ogni giorno di più.Nulla allevia il
                  tuo estremo sconforto.Stanca e
                  avvilita, sei indifferentealle delicate
                  carezze, alle dolci paroledi chi d'amore
                  ti circonda.Che miracolo
                  quando quella serahai visto la
                  luce oltre le tenebre.Indelebile
                  è l'immagine che serbodel tuo viso
                  sereno, finalmente radioso.Abbracciati, con
                  fiebile vocesei stata tu a
                  darmi coraggio;non più
                  vane pietose bugiema la conferma
                  di una triste verità.Mi hai parlato
                  di luoghi favolosi,melodiosi suoni,
                  bianca luce;la stessa che ho
                  colto nei tuoi occhiquella mattina
                  del funesto distacco. 
               
               
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               ANTONINO
               CAUSI
               
               
                   
                  
                  
                     Spazio
                     bianco In una giornata
la tua
                  assenzaè un
                  vuoto incolmabile,vivonell'attesa e
                  neldesiderio di
                  abbracciarti.Questa
                  stanzaè
                  silenziosa,i colori si
                  imbruniscono,sul mio
                  tavolo,un foglio e una
                  matita,pensandoti, ti
                  disegnoe mi
                  immaginocome sei in
                  questo momento.Dolce amore
                  miodove
                  sei?Magari anche
                  tumi stai
                  pensando.Le nostre
                  vitesono
                  distantied è
                  forse il nostro amoread
                  alimentarsidi
                  questospazio
                  bianco. 
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               GILBERT
               CERBARA
               
               
                  Opera 8^ classificata
 
 Ondivagare
 
Che bella pelle
                  ombelico a parteCapelli vaporosi
                  io ti capiscoTi piace piacere
                  sei l'oggetto.Io invece no, io
                  sono il soggetoBarba lunga e
                  capelli distratti.Conosco un uomo
                  orribile sono ioIo sono
                  l'eccesso io vengo dall'abissoE volo da
                  sempre, coltivo doloreIl suolo per me
                  non esiste.Il mio cuore
                  è un abitacolo per decine di
                  spettriE la mia vita la
                  mangio buccia e tutto.Mentre usi tutto
                  il tuo potere su di meE sai che
                  è tanto,E sai che mi
                  colpisci e mi ferisciBasta un solo
                  sorriso e non ho scampoIo ti temo, temo
                  i tuoi luoghiTemo le tue
                  amiche saggeTemo le tue
                  frasi saldeFai bene a non
                  fare come meA non darti mai
                  completamenteRestare senza
                  pelle sotto il sole e nella neveÈ
                  difficileE fa un gran
                  male credimi,Ascolta un uomo
                  senza pelleCome
                  me 
               
               
 | 
               LUIGI
               CICCHETTI
               
               
                   
                  
                  
                     Sempre
                     amerò Sempre amerò quel sogno scolpito
Affiancato dalla
                  tacita calmaDi una forma che
                  si componeSulla soglia
                  della mia animaLaggiù
                  nel mio pigro camminoEsalterò
                  dal profondo ogni desiderioCome
                  nell'apparente silenzioDi una foresta
                  abbandonataA miglior musica
                  dietro gli alberiUsciranno
                  invadenti creatureChe si
                  avvicineranno curiosePrendendo sotto
                  tiro la timida pauraCon fatica ho
                  sigillatoOgni angolo
                  della mia pelleCome un
                  importante tesoroNe custodisco
                  l'accesso con animo e fiatoMa infame
                  è il mio cuore che trascina la
                  menteIn ricchi
                  giardini e in profumi di passioniCome un angelo
                  sottile pone una mano da stringerePer trascinarmi
                  fuori nell'affollata vitaSempre
                  amerò quel sogno scolpitoAnche sotto il
                  cocente sole o nella fredda tempestaNon mi
                  farò avvolgere nel telo
                  incantevoleDi una vita
                  furba e di ogni sua gocciaAttenderò
                  forse invano l'esaudir di un sognoMa nessuno
                  avidamente ruberà quel che resta
                  dell'estateUno spirito
                  tiepido si leverà per render ingrato il mio
                  respiroMa
                  resisterò anche mille anni e vedrai, nessuna
                  riva inonderà 
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
 | 
      
         | 
               SIMONA
               CONTE 
               
               
                     Opera 7^
                     classificataPer quel mio uomo
Per quel mio uomo
che è solo
               un bambinoche piange e ride
               come solo i bambinifannoquando s'illumina
               di un sorriso teneroquando gli scopro
               un'espressione nuovache mi
               tormenterà poi le nottidi infinita
               dolcezzaquando vorrei
               tenerlo strettoperché
               nessuno me lo possa rubareperché
               nessuno possa fargli del maleper quel
               bambinoche è quasi
               un uomo,l'uomo che
               amo,ed è un
               peccatoche non sappia
               tutto questo,ed è un
               peccatoche tutto questo
               vada sprecato.
               
               
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               ALESSANDRA
               FAEDDA
               
               
                   
                  
                  
                     Il dolore dei
                     perdenti Il dolore dei perdenti
come fosse carta
                  stracciavale quanto un
                  fuoco estivoe l'innocenza
                  che condanna.Il dolore dei
                  vincentiassai pesante
                  quanto l'orofa sorridere
                  l'Invidia"Ben gli sta" -
                  dicono loro.E allora piangi,
                  urla, imprecache a nessuno
                  importa niente.Tu vincente, tu
                  perdente,sei soltanto un
                  io silente.La tua voce non
                  ha voceE tuo malgrado
                  poco cambiache a soffrir
                  per te sian tantitanto gli altri
                  vanno avantie a morir son
                  solo i santi. 
               
               
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         | TORNA
            ALL'INDICE
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               LINA
               FURFARO
               
               
                   
                  
                  
                     A
                     Silvia Quando il volto mio mesto
per il
                  quotidiano farescruti
                  dolcementechiedi, offri e
                  dai l'innocenza tuaQuando le leggi
                  di natura ammiripalpitante
                  è il tuo sorrisoE rivedo
                  nell'afa agostanaquegli occhietti
                  uniciche per la prima
                  voltacome stelline
                  del cielo montanomi guardarono
                  inchiodandoancora in
                  un'unica animadal cordone
                  appena staccata.L'affetto troppo
                  intenso e il trasportonon so vivere
                  più di un attimoE m'allontano un
                  pocotanto è
                  il rapimento tuoche il tempo mio
                  vo' riscattandoE ti scrollo dal
                  mio corpo.Come dal petto
                  un micioche più
                  si staccherebbemai sazio del
                  materno tattoe poi ti lascio,
                  e poi ti cercoe penso al gesto
                  insano fattoquando sola
                  soletta giochiparlando al pupo
                  in manosgridando a lui
                  e ad altrim'affretto ad
                  abbracciartiper far
                  dimenticaree ti chiedo di
                  cantarecon la vocina
                  tuale note a te
                  più caree l'emozione
                  miasi perde dentro
                  un mare. 
               
               
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               ELOZ
 
                     Echi
                     lontani
Sospeso sull'abisso infinito
non scorgo la fine
               del temporilancio i miei
               dadi truccatisapendo che durar
               non potrà.Sul filo tagliente
               camminomostrando precario
               equilibriodisarmonico
               incedere ignarodel lato che cader
               mi vedrà.Trattengo ansimante
               il mio fiatoper coglier lontano
               un rumoresul quale l'udito
               si affannaa volervi sentire
               l'amore.
               
               
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               ANDREA
               LAZZARA
               
               
                   
                  
                  
                     INRI Visi chini,
intrisi di
                  indicibili stillicidi.Mistici
                  crini,infilsi di irti
                  spini.Militi
                  invisi,spinti in cinici
                  ghigni.Spiriti
                  incliti,invitti in gridi
                  infiniti.Biblici
                  scritti,distinti in
                  simili sigilli. 
               
               
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               CARLA
               LEONARD
               
               
                   
                  
                  
                     La voglia di
                     sognare Non perdere la voglia di sognare.
È un
                  brindisi alla vitaChe non
                  può mancare.È un
                  tocco d'amoreChe non puoi
                  negare al tuo andare.Cos'è la
                  voglia di sognare?Cacciare via il
                  maleE far annegare
                  così anche il dolore.Perché
                  voglia di sognare?Perché si
                  desidera sempreCiò che
                  non si ha nella vita.Fallo prima che
                  ti crolli il mondo addossoPerché
                  nessuno ti ascoltaOgnuno segue la
                  propria stradaE non ci sono
                  più abbracci, baci e sorrisi,c'è solo
                  il dare e il ricevereil ricevere e il
                  dareoppure chi ti fa
                  solo del male.C'è solo
                  sopraffazione e perdere,il prendere e il
                  lasciare,il possedere e
                  il divertirsiper sentirsi
                  padroni del mondo,ma la gioia la
                  si conosce poi?Voglia di
                  sognareÈ vedere
                  con gli occhi del cuore,è un
                  sorriso alla tua vitache ti riempie
                  nell'inutile tempo,è
                  cacciare via le paure e le angosceper donarti
                  un'infinità serenità.Sognare non
                  è altro che sperare. 
               
               
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               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               NICOLA
               MARASCIULO
               
               
                   
                  
                  
                     Domenica Il silenzio
È
                  presagio.Il
                  cielo,specchio
                  uniforme,rifiessodel clima
                  opprimente.Noia,spettrodell'attesa
                  tradita,in
                  sembianzedi pura
                  sopravvivenza. 
               
               
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               FRANCESCA
               GIULIA MARONE
               
               
                   
                  
                  
                        Assenza di
                        te Tanka
Muti mobili
E pile
                  polveroseOpachi
                  vetriPiante secche in
                  vasiCosì
                  è nel cuore. 
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               GIOVANNI
               NODARI
               
               
                     Cantico delle
                     taverne
I giorni passati al bar non li puoi
               seppellire
ore attaccate ad
               una pinta ghiacciatain cui annegano
               parole troppo grosseper una sera tra
               amici - e tanto nessuno ascoltai giorni si
               rincorrono uguali a se stessivuoti come la pinta
               di quelle sere in tavernama non li puoi
               riempire - cadesse il cielo - ahimècon pochi spiccioli
               e un cenno della mano sinistra.Ogni sera ti
               addormenti con la mente in fiammee lunghi sospiri -
               "Domani sarà meglio" - ti diciogni sera ti spogli
               della tristezza del giornoche dorme fedele
               dove poggi le scarpe.I giorni passati a
               fischiare Dio in plateanon li puoi
               seppellire sotto un alberocome fanno i
               ragazzi con i loro segretila vita è un
               teatro che chiude la mattina prestoogni notte
               spettacoli osceni da ubriacaturanon vedi più
               il significato delle parolebarcolli fino al
               primo bar e ti attacchi a una pinta"Un giorno
               sarà meglio" - e giù nella
               gola.Poi esci nella
               notte orientato verso casaconfondi i versi
               del vento che vibrano nella testai passi cadono
               sull'erba mentre aspetti qualcunoche ti dica dove
               stai andando - "Cristo! Quanto parli" -Tutto tace e riempi
               tu il silenzio per non fermartie ti chiedi cosa
               cambierebbe se non ti svegliassi
               piùforse la terra
               sarebbe più nutrita di
               umanitàe certamente le
               taverne chiuderebbero prima.
               
               
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               LAURA
               ORSOMANDOL'odore della
               notte
L'odore della notte
rievoca
               antichi amoriconsumati
               dal tempoI tuoi
               inquieti occhitra profumi
               e la luce delle stellenon
               lasciano spazio a facili
               compromessiSento forte
               l'odore della notte...poi
               sarà giorno.
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               GRAZIA
               PATERNOSTER
               
               
                  Vite trascinate
vite dissolte
                  nel ventoin un mondo un
                  po' distrattoa volte un po'
                  vigliacco,vite che si
                  rincorronoe mai
                  s'incontrano,forse per gioco
                  o per ingannoma l'anima
                  imprigiona,spegnendo luci e
                  colori,vite ai margini
                  delle straderosse bocche e
                  brandelli di cuori,dove l'amore si
                  vende e si comprae i fiori sono
                  pieni di polvere,spegnendo
                  così luci e colori. 
               
               
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               BARBARA
               PIAZZA
 
                     Nel cuore della
                     vita
Se le strade che scorro
Sono onde di grano
               acerbo al cuoreAllora voglio
               essere calore,Nella spiga verde
               eternità rincorro.Se la terra che
               tocco sono ioE il vento tra le
               foglie,Allora anche il
               mare mi plasma nel rullioDi un'onda spenta
               nel respiro che mi coglie.Esperienza sono
               nelle viscere del tempoChe scorre e cambia
               nel continuo mutamento.Ed il pensiero
               brilla, nella valle, come un lampo.Tocco e sento nel
               rintocco del mio cuoreE succo aspro
               assorbo, ma poi, più dolce è il
               fioreChe respiro
               ricominciando eternamente amore.
               
               
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         | 
               
               
               TORNA
               ALL'INDICE
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         | 
               VALENTINA
               PIREDDU
               
               
                     Rinascita
Sentendosi sconfortata e indifesa
tutta interamente
               protrattaverso una migliore
               speranzache si
               trovavaaldilà del
               mondonon voleva
               crederea ciò che le
               accadeva;continuava a vedere
               del nero di fronte a séma non riusciva a
               interpretarne le sfumaturee
               quindinon riusciva a
               inoltrarsiper analizzare i
               suoi pensieri.Non voleva
               arrendersima la lotta era
               ormai già da tempo persanon voleva cacciar
               via quello spiraglio di luceche ora appariva
               opaco e irraggiungibile...che solitudine, che
               buio!Un indescrivibile
               tremoliole si espandeva per
               tutto il corponon poteva cedere
               al solo ricordodoveva iniziare a
               sfogliarele bianche
               paginedella sua nuova
               vita.
               
               
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               ALESSIA
               ROHI
 
                     Vorrei
Vorrei avere delle ali
per volare via dai
               problemi.Vorrei essere un
               delfino,per nuotare lontano
               dalle difficoltà.Vorrei che tutto
               fosse facile,come vedere un
               sorriso, un arcobaleno, nel cielo sereno.Vorrei sempre avere
               le cose che non ho,ma per averle devo
               provare e riprovare,senza mai
               smettere.Vorrei sempre
               sorridere ma a volte le lacrime scendono dal mio
               viso,e poi tutto si
               risolve con un sorriso di gioia e
               felicità.È questo che
               la vita mi dàe quindi mi
               dovrò adattare.A volte le
               difficoltà sono muri troppo alti,montagne senza
               cima.Ma provando si
               arriverà là dove si diceva di non poter
               arrivaree andando avanti,
               riprovando sempre di piùsupererò
               l'ostacolo.Con tanta forza e
               volontà,la tristezza si
               fermeràsolo in un ricordo
               di un sogno avverato.
               
               
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               TORNA
               ALL'INDICE
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               MASSIMO
               SCOTTI1°
Dolcissimo quel sussurro
che scende
               pe' le valli e le dominae le
               sovrasta come banchi di nebbiaquando di
               mattino presto, il sole fa
               capolino.Dolcissimo
               quel sorrisoch'accompagna
               quel sussurroe lo
               accudisce come madree incute
               amore.Dolcissimo
               quello sguardoche segue
               quel sussurro e quel sorrisoe come Luna
               rifiessa nel ruscello,indica la
               via.
 
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               DANIELE
               SOFFIANI
               
               
                   
                  
                  
                     L'essenza della
                     creazione Gocce di sale nell'acqua limpida,
rare note su
                  carta chiara.Velocità
                  e brillantezza,armonia e
                  carattere.Su largo
                  legno,sottile metallo
                  da lavorare, scoprire, amare,trasformare in
                  dolce suono;vibrazioni
                  raggiungono lo spirito,sonorità
                  sublimi celano l'essenza della purezza
                  profonda.Combinazioni
                  magiche riassumono un'immagine piena di
                  colore.Una creazione
                  per la felicità,un istante per
                  una lacrima.Si intersecano
                  tonalità fino a raggiungere l'estremo
                  ferro...... e oltre con
                  l'immaginazione. 
               
               
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               TORNA
               ALL'INDICE
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               PIERLUIGI
               TERRA
               
               
                   
                  
                  
                     Felini Autonome anime
Amici per
                  nienteAnche sui
                  tettiPer la tua
                  mente. 
                  
                  
                        Teneri
                        affettiScorci
                        feliciDi libere
                        fusaCompagni
                        di sera.
Predatori nascosti
A volte
                  crudeliSecondo
                  naturaVivon la
                  caccia 
                  
                  
                        Sono
                        liberi killerAnche
                        innocentiSulle tue
                        ginocchiaRitrovan
                        l'amore...
 
               
               
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               IGOR
               VALSERI
               
               
                   
                  
                  
                     Opera 2^
                     classificataIo e lei e ogni piccola cosa
 Non ho chiesto niente
alle fragili
                  ossa del mio cranioma ho sempre
                  speratoin un loro
                  cedimentoper lasciare
                  finalmentesgorgare quello
                  che ormai da annimi picchia
                  dentrocon la forza di
                  un giovane pugilesulla cresta
                  dell'onda.Ho pensato
                  spesse volteche tu eri la
                  prolungazione della mortee ti divertivi a
                  invertirticon il giorno
                  per farmi innervosirenella speranza
                  di un mio passo falso.Sono stato
                  paziente e ho conversatocon i pazzi per
                  eludere le persone normalie adesso che ci
                  troviamo faccia a facciaposso vedere i
                  tuoi grandi occhi,non più
                  così grandi,e tutto quello
                  che ho dentrorifiettersi in
                  ogni piccola cosacome nelle pause
                  tra una parola e l'altrao negli attimi
                  di indecisione nell'ordinare un'altra
                  birrao meglio nei
                  sogni che tu mi hai indotto a faree che ho fatto
                  miei come un ladro d'appartamento. 
               
               
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               TORNA
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                  Ins.
                  26-11-2007   |