- INDICE
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- Isabella Affinito, Luca Albanese, Fulvia
Alisio, Michele Arpino, Davide
Badiali, Massimiliano Badiali, Federica
Barlone, Mariù Baso, Maria Pia Bazzaco,
Maria Luisa Beck-Peccoz
Spanò, Corrado
Belfiore, Maria Antonietta Bertaccini,
Marco Betti, Luca Bosco, Angelo Carrieri, Brunello
Catana, Luca Checchi, Gianni Eligio Colombo, Giuliano
Corsi, Marzia Cottarelli, Andrea De Michieli,
Raffaella De Santis, Silvestro De Simone, Roberta
Degl'Innocenti, Riccardo Del Sole, Benedetto Demmi,
Alessandro Dri, Antonio Favruzzo, Anna Ferrazzano,
Marilena Forlino Oppizio, Maria Fumarolo,
Lara Ganarin,
Michela Giacomini, Nando Giangregorio, Franco
Gilardetti, Gabriella Graceffa, Maria
Grazia Landi, Carmelo Lombardozzi, Lara
Luchinovich, Riccardo Minissi, Paolo
Eugenio Natale, Mario Nurchis, Maria Luisa
Orsi Sigari, Rino Passigato, Maria
Pelliccia, Gennaro Pesante, Liliana
Picchianti, Alberto Pignatelli, Valerio
«Ahbleza» Pinelli, Cristina Pitto,
Giorgio Reiff,
Riccardo Pio Sambataro, Adriana
Sartor, Monique Sartor, Adriano
Scandalitta, Paola Scatola, Iolanda Serra, Alessandro
Sicilia, Adriana
Sustersich, Stefano Tocci, Roberto Torraco,
David Torrino, Pierluigi Toso, Piero Trapani,
Liliana
Valentini, Giuseppina Varone, Raimondo
Venturiello, Manlio Visintini, Antonio Claudia
Voncina, Maria Elisabetta Vuillermoz, Claudia Zanetta,
Antonio Zocchi
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- Davide
Badiali
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- Foglie
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- Allegre più che mai
- vi rincorrete facendovi trasportare dal
vento.
- Vento birichino che vi alza,
- vi abbassa,
- vi fa planare per poi risollevarvi.
- Mostrando due volti
- vi sentite leggiadre e allegre.
- Sfiorando leggermente la terra
- emanate un dolce fruscio.
- Da tanta allegria non vi siete accorte
- che non più a vostro padre attaccate
foste,
- allora un gelido freddo vi passa da cima a
fondo.
- È il momento in cui avete
capito,
- capito che siete foglie,
- foglie morte.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- Vita
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- La vita dell'uomo
- è come una giornata di sole.
- Nasce,
- cresce,
- si illumina,
- poi cala lentamente
- e si spegne definitivamente.
- Ciao sole,
- ciao vita.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Maria
Luisa Beck-Peccoz Spanò
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- Perché
-
- Perché
- hai tra le dita
- un alfabeto nuovo
- un alfabeto
- fatto di sogni e di musica,
- astratto, pericoloso
- forse
- inavvicinabile,
- ma, a me,
- infinitamente noto.
- Perché
- dai tuoi occhi
- escono
- pensieri e ricordi
- rimpianti e allegrie
- antiche,
- rumori
- di foglie nei boschi,
- musica
- di pioggia
- sui vetri.
- Perché sulla tua bocca
- sono sospesi
- sensazioni e profumi,
- ventate salmastre di mare,
- morsi
- di piccoli pesci selvaggi,
- incanti
- senza fine.
- Perché le tue mani
- cominciano
- là
- dove finiscono le mie,
- senza soluzione di continuità
- alberi biondi
- privi di radici
- ali morbide
- cadute da una nuvola
- anfore
- di brividi e desiderio.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Corrado
Belfiore
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- Vivere il
duemila
-
- Vivere il duemila senza pentimenti
- &endash; ognuno il suo &endash;
- darà conto del furore di Dio
- se mai ne debba rendere
- alle sue creature.
- Spendere cervelli e mille denari
- per migliorare la biada
- degli animali da macello
- eppure ignoranti di larve di umani
- divorati dalla fame
- darà conto del furore di Dio
- se mai ne debba rendere
- alle sue creature.
- Le indifferenze appollaiate
- sulle nostre coscienze
- non coprirà il fumo d'incenso
- nelle chiese e diremo che
- ben altro è sacrilegio.
- La civiltà che indossiamo
- sarà ancor più alibi
- per le coscienze candide
- che gridano al mondo
- di non far male a nessuno.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Lara
Ganarin
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- L'estate di
maggio
-
- Sussurri vicini e lontani di vento
- sembrano fruscianti
- bisbigli di fuggevoli fate
- e grilli e cicale
- forse folletti ed elfi sono
- nascosti
- in quella selva intricata
- di folli pensieri notturni.
- Li sento danzare leggiadri
- su soffuse e pacate arie
- che spesso fuggono
- al mio udito
- nascondendosi
- all'ombra di un sogno d'estate
- non ancora qui.
- Si rincorrono, cadono, si rialzano
- in un turbinio
- di rugiada che vela
- fili d'erba nascosti
- dal velluto della notte.
- Poi scappano impauriti
- dalla grande falce
- che rischiara
- gli ancora verdi
- campi di spighe
- e il suo bagliore
- mi porta il ricordo
- del tremule mormorio del grano
- già maturo.
- Era l'estate di maggio
- con le sue ombre lunghe
- nel tramonto di un giorno,
- azzurro ormai sbiadito,
- avvolto
- dalla notte nascente.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
Maria
Grazia Landi
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- Anch'io, coi
gabbiani
-
- Arcana, infinita voliera
- il mare d'agosto
- accoglie, ogni notte,
- teneri e fragili gabbiani di luna
- che dibatton le ali
- là sulle onde,
- finché toccan felici
- lidi oscuri e sabbiosi;
- disposti a finire la corsa nel nulla,
- per vivere un attimo
- e rubare una piccola perla
- allo scrigno segreto del tempo.
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- Anch'io, come loro,
- mi spendo
- nell'ansia di vita,
- qua e là ricercando
- il possibile approdo
- che m'è dato di scorgere.
- Ma per me non c'è lido sicuro:
- solo alte falesie,
- solo rias deserte,
- solo scogli appuntiti
- che mi fanno ferite profonde,
- eppure, ogni notte son là,
- coi gabbiani di luna
- nell'immensa voliera del mare;
- con loro mi sposto veloce,
- sul pelo dell'acqua.
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- TORNA ALL'INIZIO
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- Paolo
Eugenio Natale
- 4° classificato
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- Ho spezie nella sacca
- e liturgie a dispensare,
- il fuoco degli altari
- e il gemito d'ocra
- delle notti amaranto.
- Carezzo i sussulti di sale
- sulle rocce invase
- dall'oceano schiumoso.
- Frustate di tramontana
- addormentano i miei respiri.
- Il viso disteso
- della baia
- si punteggia di luci,
- stira le membra
- il corpo delle mie gioie.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Il lido scheletrico
- gabbiani beccano
- un ottobre desolato.
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-
- Maria
Pelliccia
-
- Spazi
d'immenso
-
- Cirri
- bizzarri
- in alto
- nel cielo
- sorridon
- felici
- alle vette
- innevate.
-
- Raggi
- di sole
- cangian
- colore
- alle cime
- alla neve:
- incanto
- iridato
- allo sguardo
- rapito.
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- Orizzonti
- lontani
- spazi
- d'azzurro
- silenzi
- profondi:
- immersione
- di pace
- letizia
- nel cuore
- di luce
- assetato.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Liliana
Picchianti
-
- Autunno
-
- Querce centenaria
- tronco rugoso
- rami spioventi
- nidi vuoti.
- Un muretto, un sedile
- di pietra lisa
- consunta dal tempo,
- pioggerella leggera
- cadono foglie gialle
- sulla panca nuda
- sfiorandola,
- una pozzanghera
- le accoglie
- dove tanti piedi
- hanno infossato
- la terra erbosa
- di una Primavera
- ormai perduta.
- Tutto è deserto
- aldilà del muro
- campi incolti
- la casa spoglia
- cadente silenziosa.
- Scendono gocce lievi
- e foglie morte,
- fredda rugiada
- vela gli occhi
- scivola sul cuore
- con la malinconia
- dell'Autunno
- di una vita trascorsa
- che una volta era
- e non è più.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Giorgio
Reiff
-
- Le stagioni
-
- ESTATE
- L'arroventato versoio del vomere
- rifulge tra i solchi del lacero
maggese.
- Nell'intensa canicola
- i buoi aggiogati
- paiono blocchi di sale,
- l'uomo tenace che li sprona
- un rassegnato croceforo.
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- AUTUNNO
- Il turbinare del vento
- tormenta il tappeto giallo rosso
- di foglie,
- devia il volo dei corvi.
- Le cime spossate degli alberi
- hanno attimi di riposo
- quando l'urlo si placa.
- Nella radura il gregge,
- silenzioso,
- si stringe.
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- INVERNO
- Il cristallino biancore
- del muto paesaggio innevato
- s'arrende alla notte
- e al guaito lamentoso
- che s'alza alla falce
- di luna crescente.
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- PRIMAVERA
- Piccole nubi arruffate
- perse nel cielo profondo
- lentamente svaniscono
- in un abbraccio di luce
- nell'azzurro totale.
- Elegiaci voli s'inseguono.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Adriana
Sartor
-
- Carezza
-
- Nel buio della sera
- passeggio
- sotto un cielo stellato,
- fresca l'aria
- del dopo temporale,
- mentre cammino
- un leggero vento,
- indietro mi sospinge,
- come una carezza
- s'infila nei capelli
- li fa librare.
- Nei miei pensieri
- credo sia la mano
- che dolcemente
- m'accarezza.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Adriana
Sustersich
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- La nostra
vita
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- A volte, quando,
- mi assale la tristezza
- rivedo quel volto che sorride
- e quella sedia di lui compagna
- non c'è invidia in quello
sguardo,
- nessun rimpianto nella sua voce
- penso e ringrazio Iddio
- che mi fa camminare.
-
- La vita perché è tanto
amara
- quel vecchio che dorme sulla strada
- quel bambino che tende la mano
- chiedono forse denaro, un letto o solo
affetto?
- All'ospedale, il dolore si specchia sul
volto
- di chi soffre
come aiutarli?
- Davanti ad una tomba, al cimitero, una sposa
piange
- accarezza i fiori che coprono quella
bara
- Tanto dolore e tanta tristezza per questa
nostra
- breve vita, una lacrima e forse
Dio.
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- La morte arriva piano, piano e fa
paura
- ti prende dalle viscere
- sale fino al cuore
vorresti tenere
duro
- ma Lei è la più forte
- Tu cerchi di combatterla, come puoi
- questa dolorosa nemica che ti prende
- Rivedi tutto in un attimo
la tua lunga
vita
- le tue emozioni e delusioni.
- Poi dolcemente socchiudi gli occhi,
- dai un addio al tuo mondo
- e te ne vai
forse sorridendo.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
- Liliana
Valentini
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- Ora e sempre
-
- La donna si toglie
- il cappello di piume
- o forse i bracciali
- di antiche catene
- da schiava.
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- Si toglie antichi
- o recenti monili;
- poi nuda, sola,
- si stacca dal tempo
- e s'affida all'eterno,
- possibile al mondo
- dell'uomo.
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- Si cerca
- nei lampi riflessi
- da specchi incrociati.
- Si vede che vive
- l'attesa di Ulisse,
- il dolor di Maria
-
- E vede
- il suo lutto avanzare
- su esili corpi
- coperti di nero.
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- E vede
- angosciato stupore
- in occhi bambini,
- sospesi alla vita.
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- La donna è smarrita;
- sul volto sta un pianto
- di lacrime antiche.
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- Ma in mente
- un bimbo sorride
- e per la sua vita
- dolore diventa speranza.
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- TORNA ALL'INIZIO
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-
-
- Antonio
Zocchi
-
- Sul pensiero
I
-
- Sei lì che aspetti,
- che cerchi d'uscire,
- pensiero nascosto,
- celato nel tempo.
- Attendi una voce,
- che una luce ti liberi
- dalle catene che ti serrano i polsi.
- Ed ora scivoli
- sgusciando nel vento,
- con quelle due ali
- che ora le sento.
- Guizzi e saltelli
- rotolando felice,
- febbrile è l'incanto
- del tuo dolce planare.
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- TORNA ALL'INIZIO
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