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                  INDICE 
 
               Isabella Affinito, Anna
               Aita, Ambrosio,  Tiziana Angelino, Gilberto Antonioli,
               , Claudio Assenza, Alessandro Bacci, Simone Barbato,
               Fabrizio Barbi,  Barbara Barisione, Annunziata
               Bortolotta, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò,
               Massimiliano Bianchi, Tanya Biondi, Carlo Borghetti,
               Walter Borghisani,  Roberto Borriello, Bruna Boschin, 
               Bosco, Simonetta Capponi, Andrea Caputo, Amelia
               Carlucci, Andrea Carrara, Pier Paolo Caserta, Camillo
               Catarozzo,  Maria Rosaria Cau, Bruno Cavallari, Paola
               Ceci, Maria Francesca Cherubini, Iole Chessa Olivares,
               Lorenzo Civinelli, Gianluca Cola, Rosario Contarino,
               Francesco Conte, Giuseppe d'Onofrio, Milena De Giusti,
               Giuseppe De Rosa,  Silvestro De Simone, Riccardo Del
               Sole, Marco di Mauro, Franco Donati, Vincenzo
               Elefante,  Fabbri, Isotta Farnea, Antonio Favruzzo,
               Patrizia Fazzi, Claudio Fichera, Maria Letizia
               Filomeno, Franco Fiorini, Isabella Flego, Maria
               Antonietta Fontana, Michele Fonzo, Elisa Foschi, Marco
               Galli, Rocco Gentile, Elisabetta Ghiglieri, Emilio
               Grollero, Mila Lavorini, Stefania Lena, Alessandro
               Lugli, Silvestro Luisi, Zoran Majkic, Antonio Maldera,
               Valter Malenotti, Katia Marionni, Giuseppe Marra,
               Maurizio Mattioli, Donatella Mecca, Agostina
               Messaggio, Alessandro Montefusco, Fernanda Nicolis,
               Maurizio Paganelli,  Giovanni Palillo, Maurizio
               Pannini, Rino Passigato,  Carlo Pedretti, Susanna
               Pelizza di Palma, Alessandro Perfetti, Antonio Petri,
               Giovanni Francesco Piano, Gianna Piano, Francesca
               Piazzolla, Gerardo Picardo, Elisabetta Pieraccioni,
               Lidia Pieri, Cristiano Poletti, Guseppe Pupillo, Sonia
               Quintavalla, Ermano Raso, Rina Ravera, Giuliana Righi,
               Lucio Rossi,  Rossi, Idelfonso Rossi Urtoler,  Alex
               Rusconi, Christian Salandin, Silvana Sarotti, Luciana
               Scaglia Grenna, Adriano Scandalitta, Salvatore Scollo,
               Giovanni Scribano, , Myriam Vittoria Sebastianelli, 
               Serpagli, Jolanda Serra, Mariano Serrecchia, Ambrogina
               Sirtori,  Spiotta, Carlo Tavani,  Testa, Ezio Testa,
               Angelo Tondini, Federico Topa, Olivia Torre d'Ercole,
               Piero Trapani,  Valeri, Adriana Valletta,  Vecchini,
               Pascal Vecchio, Maria Santina Venditti,  Luca Maria
               Vicamini,  Giovanni Zappalà, Alfredo
               Zona
               
               
                    | 
      
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                  ALESSANDRO BACCI
                  
                  
                      Campane della
                     sera  Suono distaccato dal fragore del
                  mondoquasi di altri tempi,assonanze che tornano di lontanotra gli echi di antiche preghiereperse tra i ruderi di una vecchia chiesa di
                  campagnache poggia le sue mura su questo immobile
                  temposilenzioso come l'icona di una ruvida
                  cartolina. A chi giova tale cantilena o lagna?forse di conforto a chi non ha
                  ritorno,loro che all'ombra schiudono gli ultimi
                  applausi della sera. Il vento corre tra gli alberi
                  spettinatie rapisce lo sguardo che si perde nel
                  verde,un vasto mare che ha colline per
                  ondee isolate luci sparse qua e
                  làincastonate nel buio mosaico della
                  nottecome tante stelle a specchiarsi in
                  esso. Il cielo sembra rovesciarsi nel
                  vuoto,un comprensibile disorientamento si prende
                  gioco di meorfano di un orizzonte a dividere in due la
                  nottementre dalle tenebre sorge il campanile come
                  un faroad indicare la strada col suono delle sue
                  campane:un punto di riferimento nel niente. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
SIMONE BARBATO 
                  
                  
                     La
                     sconfitta  Al suon del suo tocco,amara mortefece la lotta e la speranza. Poi nell'occhio avversariodella vittoria conobbi le
                  virtù. Quando dal capo chinocon sdegno,della sconfittadiventavo il segno. 
                  
                  
 
                  
                  
                     La vite e il
                     contadino  La vite rugosa nel segno del tempo,fu cresciutadal tocco d'arte che la natura
                  inventa. E d'un uomo le sagge cure,l'amavanosin dal lontano tempo. Fin che il contadinodella vite riflettea l'aspetto. 
                  
                  
 
                  
                  
                     La natura
                     sognata  Avea la pace più speratanel cuor mio che sempre l'indica. E mentre lontana gemmea nel mondo,solo imitazioni d'essa sapevo. Nei tristi giardinie delimitati parchi. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 MARIA LUISA BECK-PECCOZ
                  SPANÒ 
                  
                  
                     Minuto  Minuto.Stella cometa,nascita e allarme.Girandoladi pienezzeper me,padrona e schiavadel presente.Nuotoin quest'incanto,sirena maldestradi un oceano improvvisodi richiami.Minuto,$passatoe futuro splendente,regaloe appartenenzadi altri,ingiustiziae guadagno indiscusso.Giubilo di momentoda godere umilmente,inginocchiatinella polvere corrotta&endash; e scintillante &endash;di un'essenzatimidamentemistica,inaspettatamente resuscitata,illusoriamenteimmortale. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
TANYA BIONDI La vecchia scuolaChe anni faMi angosciava come una casermaOra risvegliaLa muta nostalgia di un rifugio.Il tempo lascia cosìI suoi indelebili segniNell'animaLe sue dimensioni ci sono estraneeMa i suoi sentimentiNon possono essere taciutiLe grida dei bimbiTutti i bimbi meravigliosiChe la storia ha visto&endash; I soli che il tempo pianga
                  &endash;L'inconsapevole infanzia anch'io
                  rimpiango
Non la mia,Che mi sorride estraneaDa immagini nella memoria impresse,Quella suaDel mio bambinoChe lui non comprende appienoMa ha nel mio cuoreRadici profonde come la stessa
                  terraE col tempo mi struggoPer il suo vago andare. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
CARLO BORGHETTI 
                  
                  
                     Un uomo per
                     caso  Quante cose ho visto nella mia vitaQuante volte ho sorriso, scherzato,
                  piantoQuante volte ho visto i sorrisi della
                  gente
 Mai ho pensato di vedere quel bimboMai ho pensato di vederlo arrivare dal
                  KosovoMai ho pensato che vi potessero essere bimbi
                  già grandi Sono cresciuto guardando un bambino negli
                  occhiSono cresciuto vedendo quegl'occhiSono cresciuto per caso Ora sono un uomo e quel bimbo lo era
                  giàOra è cresciuto, per caso, per essere
                  nato nell'odio Nessuna colpaNessuna scusaNessuna legge Solo un uomo
 un uomo per
                  caso. 
                  
                  
                     Poesia inedita scritta per la
                     guerra.  TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 MARIA FRANCESCA CHERUBINI  
                  
                  
                      Come albero
                     divelto  Come albero diveltodal suo prato,me ne stoin un canto gettata,in attesache le mie folte chiome,mute ormaidi cince e rosignoli,si riempianodei corvidella sera. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Tra le dita
                     rinserravo
  
                  
                  
                           (A mia madre)
 Tra le dita rinserravo uno smeraldoera l'animo tuo coi suoi fulgori.Poi tempesta venne a depredarmie rimasi dita vuote verso il cielo. Ma il ricordo della tua luce
                  maternaquel tuo animo finemente cesellatodà ancora forza alle mie stanche
                  stagionie il volto illumina nei giorni di
                  burrasca
 TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 IOLE CHESSA-OLIVARES 
                  
                  
                     La sorgente
                     prima  Annegava la notte tra le stellee un carrozzone andava tremolantesu malcerti tralicci di un ponte.Muti incantesimi trascinava con
                  sénella presa di un tempo sempre
                  ugualee sonnacchioso. Lo conduceva un
                  vecchiopagliaccio mai stanco di spiare
                  l'infinitomai stanco di attendere "un
                  qualcosa"che doveva giungere all'improvvisoe condurlo oltre il limite del
                  cieloalla "sorgente prima".A un tratto sul ponte, proprio dove
                  traliccisopraffatti dagli anni stavano per
                  cederevide un lucore prima incerto poi più
                  vivodare forma a un funambolo che lo
                  invitavaa saltare sul filo disteso come strada
                  celeste.Il pagliaccio avvertì dentro di
                  sé l'ecodel crepuscolo, vide colori,
                  distanzeuguali sull'orizzonte e rapito da improvvisa
                  maliasi lanciò in braccio al funambolo,
                  con lui si confuse.In quell'attimo credette di essere
                  giuntoal limite del cielo là dove nasce e
                  si perdel'immenso ma in quel vorticare e baluginare
                  di luceil gemito inatteso di un piccolo passero
                  l'avvolsed'oblio ancor più innalzandolo e la
                  "sorgente prima"non vista s'adagiò su altri occhi, su
                  altre labbra,su un cuore redento dalla deriva del
                  sogno. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
LORENZO CIVINELLI  
                  
                  
                     Se vuoi  Ogni attesa valorizza il
                  significato,nell'incontro si è
                  verificatoquel preteso avanzarenel riscoprire un atteso amore,oh! quanto valore do a me stesso.Se vuoi anche tu amare,questo reciproco amore,valorizza i nostri animi,		nel ringraziare,per il dono della vita. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Conoscere
                     l'altro  Un mio simile di essere umano si prende
                  spazio di me ravvicinandosi,considerando il mio essere.Il mio interesse in lui si ferma,il capire di altrui rende il mio essere in
                  rapporto di apprendimentoper conoscere una mente dove ad ognuno di
                  noi apparteniamo.Ad un solo inizio e unica fine,questa susseguirsi viene alimentatocon vuoto misterioso,che la nostra mente non ha il
                  possesso.Come l'orizzonte e il tramontoe il firmamento delle stelle,così l'infinito della nostra
                  menteè come guardandoti allo
                  specchio,che immaginima "senza esserci". TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
GIANLUCA COLA  
                  
                  
                     Mondo
                     beat  Guardavo l'infelicitàcon occhi che non vedonoascoltando il vuotodel suo silenzio.In questi disperati vorticiche chiamiamo vitasi vive e si muoreo si muore e poi si vive.Non c'è via d'uscitanon ne esiste un'entratadentro o fuori,siamo solo attori spettatoridi noi stessi.Anime solitarieperse nel caos nella confusioned'etnie miste di colori.Cristiano Buddistisbronzi di erba sacrache cercano felicitànei loro sogni.Eterni vergini al futuropazzi drogati di re papaverohippy, rocchettari, omosessuali e
                  puttanefalsi preti ed inutili credi.L'amore ed il dolorepasseggiano sottobraccioper le strade degli amanti. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
GIUSEPPE D'ONOFRIO  
                  
                  
                     Allegoria
                     (d'un giorno e della
                     vita)  T'affacci ancora, mimesi
                  dell'aurora,al divenire blu dell'orizzonte.Io gaio accorro lieve, riemergendodal mio scrosciare d'anima silente.Pronto, altro non aspettandoche il conosciuto palpito di
                  sirena. Ma al limitare d'una (mia?) domandasospesa resta e fluttuala futile onestà di quel
                  sentire.Amore insiste e m'imprime sul voltola saggia anonimia di cartapesta:mi ristupisco allegro a carezzarela trista libertà che tinge il
                  mondodi canti e suoni e voci e cuori in
                  festa. Fino al prossimo vento: già lo
                  vedo,tende elastici d'alberi lontanosperde reliquie e pagine e
                  pensieri.Aria dolce di morte poi sulla
                  desolatapianura stancacade. La grazia a sera prego d'una manocalda e bianca d'intonaco
                  sull'anima.E sorge il buiocon stelle o senza stelle ma da
                  sempredi graffiti di sogni trapuntato:tanta poesia sprecata si disperdenell'indaco dell'alba e trascoloralungo il sentiero opaco del
                  ricordo. E allora, e poi? Ma sì, ritorni
                  ancora,mimesi dall'aurora, all'orizzonte:e io gaio accorro lieve,
                  galleggiando
 TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
  GIUSEPPE DE ROSA  
                  
                  
                     La mente  Indignata tu sei per l'umana
                  nequiziaLa profondità del tuo animo
                  intangibile èNon avere mai dubbi sul tuo grande
                  intellettoIl pensiero t'è caro Splendidi scatti d'illuminata
                  bellezzaLa tua mente pervadonLa ragione, prepotente,a te s'accompagna nessun attacco frontalesconfigger potrebbetali compagniattenta però preparata non sei a tanta pochezzaannichilire potrebbeil tuo scrigno prezioso assisto orgogliosoal tuo incedere fieronulla può abbatteretanta creazione sii l'essenzialeper chi lo ritienenulla regalaa chi degno non è a chi capire non puòtanta sagacia. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 ISOTTA FARNEA  
                  
                  
                     Malinconia  Oggi la malinconia si è chiusa nel
                  mio cuoree ha gettato via la chiave,è proprio decisa a starsene
                  lì,credo che ci farà il suo angolo
                  preferito. Il vento mi alza i capelli e non mi permette
                  di scrivere,il cielo è tutto azzurro e va sulle
                  sfumature bianco-blu,di qua e di là c'è qualche
                  buco profondoilluminato da un raggio di luce,il suono delle campane si fa sempre
                  più fortee sempre più piano
 Basta, è finito, ora c'è
                  silenzioil canto degli uccelli mi fa ricordare i
                  campi. Ora si sente la gente tossire,il rumore delle chiavi eil chiudersi delle finestre,buio a destra e a sinistra,la luce scompare e io con lei
                  
 
                  
                  
 
                  
                  
                     La musica
                     naturale  In un tempo lontanoquando non c'erano ancorale orchestre con gli strumenti,i violini erano i ventie i cavalli che galoppano nella
                  prateriai tamburi della batteriae c'era in quella musica naturalela grancassa del temporale,il lamento della bestia ferita,il canto del fringuello. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 MARCO GALLI  
                  
                  
                     Novecento  Pensoso percorro le perimetralicalli di un fuggente terso
                  sentimento,un pedone da ferma mano sospintosul limitar ignoto della
                  scacchiera. E lì, il piede or smarrito
                  abdicantenel procelloso vuoto del
                  rimembrare,indietro mi volgo, implorante e
                  incerto,e gran menzognera temo la promessa. Tu nera Regina ammaliante a
                  mezz'ariaaltro non pari se non gran mesto
                  addioai giorni del mio lieto animo
                  compagni,ai romanticanti passi nella notte. Nebbioso Novecento, adultera proledel vagheggiante mare dello
                  spirito,orfano mi lasci ora alle colonnemitiche, in faccia a Scilla nudo e
                  inerme. 
                  
                  
                     L'Allegria, 10 novembre
                     1999  TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
STEFANIA LENA  
                  
                  
                     Tra il crepuscolo, un tuo
                     sospiro  Più cresce l'erba e più mi
                  manchi.Più si infrange il mare sulla
                  rivae più il tuo ricordo si fa
                  rumoroso.Si schiudono le rosee il dolore sboccia tra il crepuscolo
                  dell'autunno.Più sospirie più tuona la solitudine,in un cielo di stelle annoiate dal
                  mare.Più ti allontanie più si avvicina il ricordo, i
                  sospiri, i giochi,che nelle tenebre degli anni,fanno tremar di infanziaun cuore fermo ad ogni battito.Più il cielo si fa blue più ricordo il tuo viso.Il tramonto è uno sbocciar di
                  risache si arrotolano come alloratra il silenzio dei giochi.Amore!Ogni tanto nel mio cuorec'è il silenzio.La morte è stata un ondache ha raschiato, avvolto, colpito,
                  girato,i ricordi e i sospiri.Scagliandoli.Frantumandoli.Tra cuore e animacon rabbiosa spuma,ad ogni batter d'ala,ad ogni sospiro di foglia.Resto fermain questa notte di cicale,dove in ogni cosasi coglie te. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 VALTER MALENOTTI  
                  
                  
                     Il lago e le
                     stagioni:  Primavera Il lago si sveglia gioiososolcato da tiepidi raggie saluta con un sorrisoil cielo, i monti ed i fanciulliche giocano sulle spondecosparse di fiori gialli. Anche la rondine è tornatae tutto palpita, di vita. 
                  
                  
 Estate Tutto è luce, calore:due innamoratiaccarezzati dal solese ne stanno sdraiatisulla rena chiarafino a tarda sera. 
                  
                  
 Autunno Cadaveri di foglie trististramazzano sull'acqua fermae sulla riva sabbiosa non v'è
                  orma.Dell'estate, qua e là, solo
                  resti. Un vecchio rugososeduto su una pancadi pietra, con i ricordi arrancapescando pensieri a ritroso. Le rondini sono in partenza.I sogni son partiti da un pezzo,rimane la speranza. 
                  
                  
Inverno È uno specchio grigiorotto dalla brezzache soffia; gelida carezzasotto un cielo grigio. Un'anatra starnazzaaffamata, rivolta alla pancavuota, agghindata di bianca brina.Nessuno più, la nutrirà di
                  tenerezza. Il freddo paralizza in sordina,ora la speranza è parte del
                  sognoma tanto, non ve n'è più
                  bisogno. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
                  
                  
 AGOSTINA MESSAGGIO  
                  
                  
                     Natale  Si accendono i cuorici sentiamo più buoniricorre l'evento sublimeè nato Gesù! Aria di festa e di paceluci addobbi a coloriscambi d'auguri e di donigesti d'amore e di più. Il viver virtuoso speriamoperduri anche dopo la festanel nostro animo crescanon sia solo gioia di un dì. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
ALESSANDRO MONTEFUSCO  Ad una sconosciutaDel viso non ricorso, ma di pelle,Ad oscurar vista v'è il
                  profumo.Tu m'avvedi in luoghi sconosciutiSospirar di te, amor forestiero,Cantar a te di parole i suoni.Infiamma passione ch'io non fermo,Al tuo passare rendi omaggioColui ti conosce, e tu che leggi,Leggi ch'io continuo a parlar di
                  te.Non dar di te vista ma proteggila.Non scottar d'amore che vive in te,Tiepida è la tua vicinanza.E tu che leggi, non avere paura.E tu che leggi, pensa d'amor vivoCh'io sto per guardar con le mani aSostener il mio viso, nel vederIl tuo, da curiosità
                  sospetto. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
CARLO PEDRETTI  
                  
                  
                     Disperazione  
                  
                  
                     (dell'amico che ha perso la
                     vista)  Col mattino laborioso, azzurro,Venne la notte ai tuoi occhi
                  azzurri,Ahi la terribile notte!Venne la morte ai tuoi sogni
                  azzurri,Ahi la terribile morte! Il mattino si squarciò col
                  gridoChe sopravvivevi a te stessoE solo ti lasciò col tuo
                  doloreAd invidiar la morte ai morti.Era l'eco del terribile sognoIncubo della tua vita distruttaE non era sogno, non era mattino,Nel freddo, azzurro mattino. Tu gridasti che era notte,Ed era soltanto mattino,Azzurro mattino. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
FRANCESCA PIAZZOLLA  
                  
                  
                     Cambiare il
                     mondo  Copriredi candidi velile ombredi vitenefaste. Lavarecon acqua sorgivai muri imbrattatiche piangonoingiurie. Cancellarel'incerto camminotra pietreche segnanoil tempo. Rafforzarel'essenza dei bimbiperché siamo
 un giornola palingenesidi nuova vita. Per cambiare il mondo. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Poesia di un
                     vicolo  Fioche luciilluminanoun vicololungo e stretto. S'ode
una nenia.Incantale pietre stanche. Una mammacantaper il suo tesoro. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 GIUSEPPE PUPILLO  
                  
                  
                     Universo  Basta che non siano falcia levigarmi il viso, deriso.Mi è sufficiente meno:vedere ogni sorso d'acqua che ingoi e
                  rinfrescarmene il cuore;o meno ancora, guardare il sole in
                  facciae, accecato, vagarenel buio luminoso dove tutti sono ma non
                  sanno.Cercare un cipresso.Graffiarlo con la nuca scendendo in
                  calce.Assopirmi con la bramosiad'essere stimolodel mio piccolo universo.Risvegliarmi con il muschiosulle gote, parte del terrenoche m'accoglie.Basta! 
                  
                  
 Aleggi fra questi cumuli di cemento,
                  sparsi;in quest'andirivieni di poesia, in
                  macerie;la veemenza del temposcarnifica i tuoi alfieriselvaggiamente globalizzatidal pensiero dell'esilio.Non ti dai pace senza lotta,lungaggini di procedure assurdeinguainano i tuoi sospiri.Avanti! Tocca il sangue,porgi il tuo facile ideogrammaalla morte, l'orgoglio alle
                  vittime,le medaglie alle madri.Tu eri abile a compiere, o oggetto 	della vigliaccheria.Un profumo di terra schiantatati farà da fanfarae un esercito di animeti seguirà fedele. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
  RINA RAVERA 
                  
                  
                     Mano
                     alzata  Una mano alzataun volto spaventatoun segno sulla guanciaun pianto disperato. Una mano tesasenza più velenoun bacio a fior di labbraun bimbo sereno. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
GIULIANA RIGHI  
                  
                  
                     Nuovi
                     tempi  Ti ascolto, ti osservo, ti odoroParole nervose urlate con occhi
                  duriProfumo falso e il vestito nuovoCorri veloce sull'asfalto rovente Ti ascoltavo, ti osservavo, ti
                  odoravoStanco dal pesante lavoro nei campiChino sotto il peso delle reti per la
                  pescaNero per il carbone nelle miniereLunghi silenzi sussurrati con occhi
                  tristiOdore vero e il vestito vecchioondeggiavi lento camminando per
                  viottoli Ti ascolterò, ti
                  osserveròParole sconosciute raccontate con occhi
                  stanchiNessun profumo e il vestito ugualeCorreranno le dita impazzite come artigli
                  sulle tastieraFulmini di colore schizzati, e tu sarai qui,
                  lontano. Io c'ero, ci sono e ci sarò 
                  
                  
 
                  
                  
                     Acqua  Acqua, semplice acquaScorre dolce sul tuo corpo sotto la
                  docciaScende fresca lungo la tua gola
                  ardenteAllieta spumeggiante la tua anima
                  tristeLuccica piccola sulla tua guancia Acqua, semplice acquaAzzurra nel limpido cielo in
                  un'estateVerde nell'erba nuova in una
                  primaveraNera nel fiume in piena in un
                  autunnoBianca nella neve in un inverno Acqua, semplice acquaSpreco gioioso per la vanità di una
                  fontanaGioiello prezioso per la borraccia del
                  beduinoStrada profonda per il viaggiatore
                  anticoCalda casa per l'uomo del freddo Acqua, semplice acqua TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
 ANTONIO ROSSI  
                  
                  
                     Oltre quel
                     cielo  Come posso chiamarti, amore?ma forse non è giusto,perché l'amore viveoltre quel cielo che vediamo;vogliamo amore, sempre amore,ma l'amore è un'alba biancadove volano le rondini smarrite.E in quel volo di rondinista tutta la dolcezza dell'amore;l'amore che a volte amae che a volte odia.Ma poi saliremo, lievi,oltre quel cielo che vediamoe lì non ci saranno più
                  confini,né sogni che si infrangono al
                  mattino,ma solo il grande fiore dell'amore,che noi senza incertezze
                  coglieremo. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
LUCIANA SCAGLIA GRENNA  
                  
                  
                     
                     Oscurità
  L'imbrunire sta avvolgendo la tua
                  persona,barcollante,i tuoi movimenti si fanno lenti,incertiperché i tuoi occhi non riescono a
                  vederequasi più.Ti provi a muovere,sei attanagliata dal vuotoche hai tutto intorno,sei infastiditaperché non sai quello che ti
                  aspetta:mani che ti accarezzano dolcementeo mani che ti urtano
                  prepotentemente?Tu sogni momenti infuocati,carezze desiderose,abbracci magici che ti fanno
                  avanzaree ti fanno dimenticareil tuo corpo traballante e incerto. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
GIOVANNI SCRIBANO  
                  
                  
                     Angela  Tintinnano gli orologi;un moschetto e due bombe stupiscono le
                  lancette esplodendo.Addio sole, addio Angela, devo
                  andare;devo sui tetti gridare, niente ho
                  abbandonato;un suono di regali campane infuria e nello
                  spazio le trombe.Occhi strabici m'imbarazzano, non lo nego;
                  mani malvagie applaudono fantocci.Angela! Il cielo mi chiama.Mitragliatrici inchiodano le nuvole, guardie
                  abbandonate tremano;zingari nel cortile come gnomi
                  danzano.Chiamami, non posso scappare.non servono fanti e regine, Angela.Ci rivedremo seduti, in cielo. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Il
                     barbone  Nessuno è passato; addormentato,
                  coperto di giornali, in unandrone sul freddo marciapiede.Guardava in alto, cavallo azzoppato, faccia
                  scura come la notte;un buco nell'asfalto il suo
                  cuscino.Il giorno è andato, la casa è
                  il suo passato, la fogna il suofuturo, l'attesa non ha nome. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
FAUSTO SERPAGLI  
                  
                  
                     La fede  Pur se l'io è triste come
                  tenebradal cuore sale sempre la speranzanell'immenso amore del suo Diopel sospirato domani migliore. La vita è un attimo fuggenteva incontro a ciò che più
                  spaventama confida nella somma
                  veritàche germoglia in fondo al cuore. Quella speranza verità
                  sublimedà senso all'esistenza umanaaccende e illumina la mentepresta aiuto nelle
                  difficoltà. 
                  
                  
 Non si vende né si compranon s'impone ma si senteè la forza più
                  potentefortunato è chi ce l'ha. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
AMBROGINA SIRTORI  
                  
                  
                     Ricordi
                     d'infanzia  Guardavamo il mareDal sommo d'uno scoglioLe ondeCome giovani cavalleDalle morbide criniereSchiumantiE i candidi gabbianiGioiosi abitatoriDi quella infinità. Un desiderio urgevaDentro il cuore:sentirsi abbracciatiall'improvvisodal morbido seno dell'ondacorrere tra la schiumaincorporarsia quella liquida, lucenteimmensità. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
GIUSEPPE SPIOTTA  
                  
                  
                     La mia nuova
                     casa  La mia nuova casaEra nel suo cuoreAll'inizio del muroDella felicitàVivo adesso in una capannaTra vecchi saliciSpesso percorro la sua viaE guardo non visto da lontanoIl vecchio muroChe nulla ha più del passatoIncurante l'altro dopo di meChe non sa della mia malinconiaViene e va calpestando i ricordi. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Quando  QuandoNon dovrò più niente al
                  futuroCorrerò fuori dalla menteDove ogni cosaIncontra il suo contrarioPer capireIl perché delle stelle. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
CARLO TAVANI  
                  
                  
                     Vado via  Ti ho visto, ti ho ascoltatoe quelle parole che hai detto,corte e poche,nel sonno si sono allungateil tempo della notte,buia come loro. Hanno chiamato a sé storie
                  stranedi affetti lontani e simpatie
                  perdute,hanno chiamato te che vagavi.Hai chiamato me,arrivai,c'era ancora il tuo profumo,c'era un biglietto, ma tu non c'eri
                  più. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Ritorno  A volte,dei sogni del sonnomi resta il ricordo.A volte,solo lo strascicodi tristi tormentie di dolci destini. Sento dei sogni passatila gioiaed insieme, la gioiadei passi rifatti con te,di quelle parole e te dettee delle tue sentite.Si fondono insieme,riempiono il vuoto della solitudine
                  passatae torna l'infinito
 ci sei
                  ancora. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
EZIO TESTA  
                  
                  
                     Onda
                     d'odio  Ondate di odiosu muri che paiono occhiaperti allo stupore,e restano impotenti alla minacciaogni volta, come la prima,proponendo un sorrisoma solo a quella marea che sa
                  avvertired'ogni dettaglio, l'espressione. E la crepa,e la tinta ceduta all'onda,gridano la loro innocenza,pace!vorrebbero offrire da bocche mute. Ma l'onda, dietro l'altra, incalza.E schiaffi di bile svilisconol'espressione d'offertain prodiga mestizia.Morte e rinascitaad ogni sputo. Mani, ambirebbe possedereper porgere a preghiera,esplicita offertain embrione d'abbraccio.Ma resta immota tavola,piatta muraglia nudae l'onda, fenice infame,la percuote cieca. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
FEDERICO TOPA  
                  
                  
                     Aurora ad
                     Osimo  Un latratopercorre le stelletra ulivi assopiti;un gallo cristallinocanta ancorail suo inno prematuroed intorpidisceil silenzioso profumodella acacie e della mentuccia.Riemergonoda luci d'artificioi morbidi declivi marchigianie le pensose dimore dell'ocra. 
                  
                  
 
                  
                  
                     Funerale a Villa Torre
                     di
                     Cingoli  Rintocchi assolatiseguono i passidelle bianche stradebollenti di polveree di dolore sudato.Si perdonole voci sommessenell'afoso respirodei volti abbronzati;mani tozze di terrasollevano il faticoso corpocon smorfie di rughe profondebagnate di pianto e fatica. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
OLIVIA TORRE D'ERCOLE  
                  
                  
                        La mia mente:un arcobalenoin bianco e nero
 
                  
                  
                     Incontri  Ti penso amorementre aspettosedutasul muro dei pensieri.Non albeggiaoramaida troppo tempoe notti interminabilisolcano deserti d'ombrae di silenzi.Stelle impazzitetagliano il cielolaggiùfino a morire.Non ènotte d'agostoné primaveratiepida o frizzante.Eppure amoreli ho veduti:oltre il sentieroimmensi spazidove l'erba ha la forzad'un respiroe mille volti si somiglianocome il maree le sue onde.Dove ogni incontropuò andare ancheoltre l'Amore. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
ADRIANA VALLETTA  
                  
                  
                     Ritrovarsi  Ti ho riavvicinato
 "in punta di
                  piume"sfiorando il tuo dolce sguardo,la tua diffidenza, il tuo orgoglio
                  ferito.Il cuore battendomi diceva:"Vai piano, non ferirlo,cammina con delicato toccoavanzando verso di luicome la carezza leggera del
                  mattino".Ho accarezzato lo scudoche avevi eretto per schermarti al
                  dolore,per allontanarmi dal tuo cuore
                  ferito.Ho sentito "sciogliere" i nostri
                  cuoriche si sono ritrovati avvoltinella nuvola della nostra eterna
                  amiciziaHo sentito la carezza del giornoche illuminava il tremore del cuore
 E
 ti ho
                  ritrovato
ho ripreso il nostro affetto feritol'ho cullato come si culla un
                  bimbo,ho aperto a te il mio cuoreti ho descritto parte del mio
                  dolore,quello che il mondo mi ha donato,senza parlarti di quello che mi ha dato
                  l'esserti lontanoSenza dirti di ogni attimo in cui la vita
                  mi ha rapito a vita dandomi la
                  morte!Ho saputo vederti e amarti
                  così,senza affanni ed interni tormenti
                  mostrandoti il mio cuore
 E tu
 mi hai riaccolta
                  così
teneramente tra le tue braccia, senza
                  abbracci e carezze,senza dirmi a parole ciò che mi
                  dicevi col "ritrovarsi" cosìcome se nulla fosse accaduto,a piangere e ridere, di me, di te, del
                  mondo! TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
MARIA SANTINA VENDITTI   
                  
                  
                     False
                     pieghe  Livellare le false pieghetravaglio del corpo imbrigliato.Ali Tarpatesguardo vacuonel finitol'olocaustosi è trasformatoin gocce lucenti.Anime nobiliilluminanoguidano.La loro abnegazioneè il sole della terra. 
                  
                  
                      Contesa  Cadi grandinepioggia, bagna le mie ossavento di tramontana spezzamisolo l'involucronulla scalfirà l'animanel muto dialogo con il Padre. Mani fraterne si serranonel grande abbraccioe la rugiada scioglieràgli odi e i rancoriper non soffocare i nuovi germogli. Colombe bianchecon rami di ulivovoleranno su noi. Non ci saranno orizzontinoi saremo in essi. TORNA ALL'INDICE 
                  
                  
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