Le antologie dei concorsi
de Il Club degli autori
ii
Antologia del concorso letterario
Il Giunco

Città di Brugherio 1998

Isabella Affinito, Massimiliano Badiali, Mariù Baso, Martina Basso, Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò, Luana Bogi, Luca Bosco, Fernanda Calderini, Simonetta Capponi, Giuseppe Cardelli, Raffaele Carlettini, Antonino Caruso, Giuseppe Sandro Ciapessoni, Gianni Colombo, Mercurio D'Aloia, Cristina De Angelis, Riccardo Del Sole, Cristina Filippini, Giorgio Fiore, Pompeo, Giuseppe Frattini, Sergio Gandini, Franco Gilardetti, Ferruccio, Lanzani, Maria Lissoni Annoni, Edvige Lugaro, Eugenio Magri, Pasquale Manti, Amleto Montini, Eugenio Mosconi, Franca Olivo Fusco, Ugo Moroni, Antonio Panepinto, Massimo Pasotti, Luciano Pisati, Pier Francesco Pompei, Giuseppe Riolo, Rosa Antonia Rocca, Don Maurizio Rolla, Monique Sartor, Vincenza Savino, Adriano Scandalitta, Maria Schiro Gariboldi, Olga Sormani Ratti, Irene Sparagna, Maurizio Spezzaferri, David Torrini, Raimondo Venturiello, Antonia Claudia Voncina, Marisa Zito.
 

 
 
Maria Luisa Beck-Peccoz Spanò
 
Immacolata dipendenza
 
L'Ape Regina
vola
sul terreno sconfinato
delle tue possibilità
immobili,
succhia
il miele dorato
dal tuo petto
recalcitrante,
ti ferisce
con il suo pungiglione
di fuga.
L'Ape Regina
ti molesta
e ti avvolge
in mille cerchi illusori.
Perduta schiava volontaria
della tua immacolata dipendenza.
 
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Luana Bogi
Fiore rosso
 
Un fiore mi hanno
donato
rosso
scarlatto
come sangue che esce a fiotti
gorgheggiante nel ruscello
di montagna.
Erano tre bimbi
biondi come giovani vichinghi
bianchi come neonati
freddi come pupazzi i neve
si sono dissolti al sole
e il sangue si è seccato
sulla mia bocca
che non riesce più
a parlare.
 

 
Parole
 
Il potere terapeutico
delle parole
tratteggiate con cura
lettera aperta
dalla mente all'anima
parole
coriandoli in aria
colorate e festose
scendono fresche
nel monastero
della vita
linguaggio proibito
favella recondita
idioma perduto
parole nel vento
feriscono gli occhi
come lama tagliente
e spina di ghiaccio.
 
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Simonetta Capponi
 
Libera il cuore
 
Canta con me
questa gioia che ti attraversa
ti spersonalizza l'anima
ti disadatta dalle convenzioni
dalle formalità estreme.
Canta questo inno
che più non ricordi
che ti disorienta
a libera il cuore, libera grande.
Il desiderio
che ti annulla la mente,
ti dirada i pensieri
ti dimentichi colpe
e nel petto
ribatte amore.
Canta con me
questo vivere vero
questo lasciarsi dietro impronte
segni indelebili
ferite e affetti aperti
esposti al sole
che più non temono
che più si scottano.
Canta più forte
che hai una carica dentro
che una forza aliena
si sprigiona violenta.
Libera il cuore,
tu libera il cuore.
 
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Giuseppe Cardelli
 
L'allocazione
 
E' indifficile assai capì chi è
er Connuttore. Pare de stà in treno.
Invece questo è proprio quello che
te fa sentì capoccia sempre meno.
Pe via che quanno je l'hai consegnata
cor brocco de li fitti e de li sfratti
la casa te la poi esse scordata
puro si t'ha firmato cento patti.
L'allocazione oggi è un pattofatto
che principia a parlà de premissione,
de durata, de canone... e d'un tratto
te diventa 'na vera spropiazzione.
Che fa gode sortanto er connuttore
lassanno ne le piste er locatore.
 
 
 

La locazione
 
È molto difficile capire chi è
il Conduttore. Sembra di stare in treno.
Invece questi è proprio quello che
ti fa sentire sempre meno proprietario,
perché quando gliela hai consegnata
col blocco dei fitti e degli sfratti
la casa te la puoi essere scordata
anche se hai firmato cento patti.
La locazione, oggi, è quel contratto
che comincia a parlare di permesso,
di durata, di canone... e d'un tratto
diventa per te un vero esproprio
che soddisfa soltanto il conduttore
lasciando nelle peste il locatore.
 
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Mercurio D'Aloia
3° class. Sez. Filippo De Pisis
 
 
Diventar uomo
(a mia madre)
 
Quando dimenticherò
il tuo sguardo di frasi velate,
il tuo sorriso di carezze profonde,
 
quando dimenticherò
le tue lacrime di gioia comune,
le tue labbra di foto antiche ma ancor vive,
 
quando dimenticherò
i tuoi impeti d'ira come guida sicura,
il tuo prendermi per mano come caldo rifugio,
 
quando dimenticherò
i tuoi enigmi di un continuo rinnovarsi,
il tuo cuore di un completo stimolare,
 
quando dimenticherò
la tua vita, il tuo essere,
di eterna linfa per me vitale,
 
avrò dimenticato
di essere diventato con te
un uomo!
 
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Sergio Gandini
 
A Filippo de Pisis
 
Quando penso a Filippo
I miei passi ripercorrono i viali della villa
In una luce opaca
Rivedo i vetri della veranda
(D'inverno i rami secchi sembrano
scarne
Dita ossa che graffiano il cielo)
I canti di una stanza
Dove s'accumulano grani di polvere
e spettri
(I ragni tessono nella mente
Lontananza di memorie)
Le volute di fumo
Che ristagnano grevi
(Tutti non siamo che relitti
Sull'orlo di una solitudine immensa)
Allora osservo una rosa desolata
In un bicchiere
E mi rammento della bellezza
del dipingere
(E la primavera fatica ad arrivare
Forse non giungerà più)
Apro la cassetta dei colori
E sento aroma di resina e d'olio
Ma ormai non provo più entusiasmo
E mi accontento di smorti grigi
(E la primavera fatica ad arrivare
Di certo non giungerà più)
Ricordo la festa dei colori
I verdi definitivi di Assisi
I bruni e i gialli ispessiti di Parigi
I rossi allusivi di Roma
Gli azzurri volatili di Venezia
(L'Angelo annunziante non esita più
Chiude per sempre le imposte
Troppo fragili sono le nostre ali
Ora si spalanca la vetrata
Respiro il sorriso della grazia).
 
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Marisa Lissoni Annoni
1° class. Sez. Filippo De Pisis
 
E ancora mi sorprendo...
 
Ho avuto briciole d'amore e stille di rugiada
per la sete, trapunte a sogni fra le stelle
e prati verdeggianti in umili steli.
 
Ho avuto canti di cicala e voli di farfalle,
schiere di bambini nel cicaleccio spensierato
dell'innocenza.
 
Ho avuto musica di parole e raggi
di sole amico, refoli di vento e fiamme
scoppiettanti nel camino...
 
Ho avuto lagrime di pioggia e fiori
di gelo, arabeschi sui vetri e venti
di tramontana.
 
Ho allungato le braccia accogliendovi
sul seno e ho rinserrato - invano - trovando
solo aria.
 
Ho spalancato il cuore, scavando nel profondo,
per estrarre - da minatore - la gioia
da donare.
 
Ho ascoltato assorta le voci del silenzio
e i fruscii dei rami solleticati
dal vento.
 
E ancora mi sorprendo a cogliere il mistero
in un fiore che sboccia, in una luce che ammicca,
in una mano... che la tua mano stringa.
 
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Edvige Lugaro
 
Templi
 
Sfidò
la tua pietra
pagana
- estremo relitto -
ecatombi universali.
 
Sfogò
il sole
innate malinconie
in abissi
d'incompiutezza.
 
E il mare
sussurrò.
Infranto.
 
Glaciali
ferirono
scimitarre
lunari
cosmi di fumo.
 
Tornarono a danzare
l'ultima sarabanda
primordiali dei
di pietra
soffocati
nel silenzio.
 
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 Eugenio Magri
 
La chiave nella toppa
 
Un sussulto improvviso mi risveglia:
nel buio della notte, intorpidito,
apro gli occhi, li serro, un poco strano.
Mia moglie accanto è lucida e agitata.
Ho capito: il figlio è ancora fuori
e la mia sposa pensa, oh quanto pensa!
 
Quel suo ritardo è terrorizzante.
Non ho troppi timori e un po' sorrido:
è giovane, disegna, suona e studia.
Oppure, è giovane: studia pochino
ed esce un po' troppo, rincasa tardi
con mia moglie in perenne sofferenza.
 
Alla sua età, che mai facevo io?
Studiavo molto e, sì, uscivo poco...
La malinconia che mi opprimeva
mi costringeva in piena solitudine.
È questo che vuole lei? Non credo,
oh non credo proprio, ma è una madre.
 
Ascolto nel buio notturno e tacito
il suo affannarsi tremante e ansioso.
Tutto è silenzio; ascolto il fruscio ruvido
delle lenzuola che ad un tratto cede:
la chiave nella toppa si è sentita,
benedetto rumore di metallo...
 
La porta oliata non cigola (o sì?):
mia moglie è una statua davvero
mentre attenta sorveglia i passi cauti.
Poi s'abbandona lieta sul cuscino
e s'addormenta col respiro quieto.
Sorrido ancora al buio, a lei, a me
a lei, a me.
 
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Pasquale Manti
 
Silenzio di pietra
 
Questo silenzio
di pietra che sento
che ascolto
che vivo ogni volta
che torno
passando pei vicoli
un tempo vocianti
e pieni di vita,
questa voce accorata
che dentro mi parla
insistente e velata
non è voce segreta soltanto
di caldo rimpianto
rovente memoria
d'antica baldoria
che ascende e si perde
nel buio,
ma è) suono, una eco
remota che erompe
dal cuore, vincendo
del tempo l'oblio,
ed approda ascoltata
in questa splendida
notte di stelle
sotto un cielo che piange
sperduti frammenti di luce.
 
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Amleto Montini
 
Par savë cvèl c'an sò
 
Cun la mént
am sò infilê
int'una strê lònga
lònga
 
am sò infilê
int'è bur dla nòt
int'è bur de' témp
 
in zerca
d'un fil d'lus
 
par avdë
par capì
cvel che u j era
 
par savë
cvèl can sò
 
par putë di
una völta u j era.
 
 

 
Per sapere quel che non so
 
Con la mente
mi sono infilato
in una strada lunga / lunga
 
Mi sono infilato
nel buio della notte
nel buio del tempo
 
in cerca / di un filo di luce
 
per vedere / per capire
quel che c'era
 
per sapere
quel che non so
 
per poter dire
una volta c'era.
 
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Don Maurizio Rolla
2° class. Sez. Filippo De Pisis
 
Esodo
 
Nudi
occhi
deposti oltre.
Non
più
ombre dure
tracce false
sotto
rami di cappio.
 
Occhi
tersi
di verità.
 
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