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            Introduzione,
            Enzo Agostino, Valeria Amato, Viviana Balzarini, Luigi
            Benatti, Ivana
            Biagetti,
            Massimiliano Bianchi, Franca Bossi, Valentina Braun,
            Danilo Breschi, Samantha Buldrini, Gabriella Buzzacchi
            Vandi, Giovanni Cabras, Salvatore Cangiani , Loriana
            Capecchi, Antonio Capriotti, Vincenzo
            Carollo,
            Rosalba
            Adriana Cassinari,
            Lucia Castrataro, Giannicola Ceccarossi, Paola Ceci,
            Alessandro Centinaro, Mara
            Francesca Cherubini,
            Davide Michele Chiarlo, Giacomo Cirsone, Lorenzo
            Civinelli, Tommaso Codignola, Bruno
            Coen,
            Maria Rosaria Colazzo, Davide Omar Comini, Luciana
            Cortellazzi, Stefania Crema, Emiliano Cribari,
            Cristiano
            Crotti,
            Giuseppe d'Onofrio, M. Gioia De March, Antonio Debidda,
            Roberta Degl'Innocenti, Maria Carmela Di Francisca,
            Claudio Di Matteo, Francesca Di Nola, Gianluca Di
            Stefano, Paola
            di Tota,
            Marta Donati, Graziella Dragoni, Giacomina Ferrilo,
            Donatella Ferrini, Isabella
            Forgione,
            William
            Fratti,
            Franco Gaddi, Alessandra Garulli, Sara Gavioli, Michela
            Giancotta, Gabriella Girelli, Franca Grasso Castagnetti,
            Niccolò Guicciardini, Vladimir
            Koçiraj,
            Stefania La Gioiosa, Diego La Scala, Paola Lanna,
            Donatella Lanza, Rita
            Lavino,
            Salvatore Lionti, Matteo Lolli, Egidio
            Longhi,
            Chiara
            Longo,
            Bruna Luciani, Gianmario Lucini, Alessandro Lugli,
            Silvestro Luisi, Sabrina Mantini, Georgeta
            MarculescuMattia
            Mariani,
            Katia Marionni, Riccardo Martinelli, Marco Massa, Roberto
            Menconi, Claudio Merini, Carlo Molina, Emiliano Moncia,
            Sandro Montalto, Teresa Montobbio, Mara Solange Morales,
            Dino Valentino Moro, Maria Mosca, Sandro Mosca, Eugenio
            Mosconi, Gerry Mottis, Nadir, Roberta
            Nagliati,
            Eugenio Nastasi, Alberto Nebbiolo, Antonio Nicoletta,
            Fernanda Nicolis, Fiorangela Omodei, Pasqualina Panella,
            Teresa Pannunzio, Teresa
            PascaliRino Passigato,
            Giovanna
            Passigato Gibertini,
            Maria Rosa Pedinotti, Carlo
            Pedretti,
            Valerio Pianella, Liliana
            Picchianti,
            Elisabetta Pieraccioni, Giuseppe Pierotto, Isabella
            Piovanelli, Cristina Pitto, Antonella Pizzolante Fanelli,
            Francesco Porcino, Vilma Porro Marchetti, Sonia
            Quintavalla, Daniela Raimondi, Mario
            Raso,
            Serafina Raviola, Giuseppe Recchi, Valetina Romani,
            Valentina Romani, Annunziata Romeo, Coriolano Rossetti,
            Antonio
            Rossi,
            Lucio Rossi, Claudia Ruffino, Angelo Sagnelli, Christian
            Salandin, Silvio Sallei, Rudyolf, Alessandro Saviolo,
            Antonio
            Scafuri,
            Luciana
            Scaglia Grenna,
            Adriano Scandalitta, Ivan
            Seghizzi,
            Antonio Sellitto, Barbara Serdakowski, Alberto Serra,
            Fabrizio Sfrattoni, Roberto Silleresi, Irene Sparagna,
            Giuseppe Spiotta, Giuseppe Stracuzzi, Giuseppe Tirotto,
            Anna
            Torre,
            Piero Trapani, Sara Trofa, Sara Vannelli,
            Vincenzo
            Vassallo,
            Giorgio Vendramin, Luca Maria Vicamini, Silvia Vigna,
            Franca Vinazzani, Antonio
            Visconte,
            Massimo Zito.  | 
   
      | 
               Ivana
               Biagetti
               
               
                  Come
                  pugnali  Sono lame
               affilate le parole.Come pugnali
               colpiscono e lacerano.Dardi roventi,
               che raggiungono sempre ciò che io
               sono. Nessuno scudo;
               impossibile fermarle.Arrivano e
               dentro muoio.Sulle mie
               rovine, notte di angoscia e dolore. E rabbiosa
               voglia di sopravvivere! E sale, sale
               devastante l'odio dalle mie ferite.Odio per chi
               non riuscirò mai a colpire con la sua stessa
               precisione.Odio per me,
               cane alla catena che può solo mordere per
               paura. Andatevene dal
               mondo, Esseri dai lunghi coltelli!Io reclamo il
               mio spazio per vivere senza dover morire ogni
               giorno,né
               desiderare di uccidere.  TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Vincenzo
               Carollo
               
               
                  Ti
                  cercherò  Rincorreròquegli attimi
               fuggenti,quando,
               passando, tu,come una
               brezza,di balsami
               inondavi quei momentie tutto aveva
               odordi
               giovinezza. Mi davi,
               tu,la voglia di
               volare:verso il
               domani mio,con te,
               correvo;correvo
               più di te, per arrivare,e piano piano,
               ahimè,io ti
               perdevo. Ti
               cercherò,ma, intanto,
               è già domani!Ora sei tu che
               corri,più del
               vento;mi sfuggi, se
               ti tendo le mie mani;ti trovo e ti
               riperdo,in un
               momento. Ti
               cercheròtra pagine
               ingiallite,quando sarai
               soltanto
una
               poesiache mi
               ricorderà beltà svanite,della,
               fuggente,giovinezza
               mia. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Rosalba
               Adriana Cassinari
               
               
                  Eternità  Albache spegni le
               tenebre della nottee mi riporti
               la luce del mattinoritorna il
               sole a risplenderenel mio
               cuore.Il mio nome
               vibratra le spoglie
               paretimi
               chiamisei
               tornatosono
               tua.La tua
               voceha il
               caloredi una
               poesiaun tenero
               bacio.Lontano si
               sciolgono le nubiamore,
               è l'albasciogli al
               ventoi tuoi dorati
               capelli.Camminiamo
               nella lucevorrei fermare
               il tempoma la notte
               scenderà.La pietra
               coglierà le nostre ombree
               noi?Saremo uniti
               per l'eternità. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Maria
               Francesca Cherubini Le forze
               del "Bene" e dl "Male" si contrappongono di continuo
               nel "Divenire" del mondo, arbitre del nostro destino.
               In questa perenne situazione "in fieri", può
               accadere talvolta che la potenza del "Male" prenda
               improvvisamente il sopravvento sul "Bene" determinando
               così "la Morte" che giunge drammatica e
               inaspettata. 
               
               
                  Cavaliere muove in
                  avanti
(Il
                  grido)  Nell'assolata
               scacchieraCavaliere
               muove in avantiin alto verso
               destra
Alfiere scorre
               nel nerocorridoio di
               sghembri quadricercando
               ravvicinatie sempre
               più stretti spazi.Con teatrale
               andaturaAlfiere alza
               contro l'alto cimierol'acuminata
               lanciaruotando verso
               la punta del"grido"che repente
               esplodenell'attonito
               sole.Notturne ali
               spettrali tulipanifioriscono nel
               cuoredel
               disarcionatoche spacca
               ancora gli occhidi morta
               meraviglia.Con volto
               ultraterrenovacilla
               l'errante Cavaliered'intermittenti
               spazi mancinicolmi
               d'ironiae flutti di
               vertigine.Da bocca
               spalancata a coppaverso bastioni
               vola d'intramontate nubil'ultimo canto
               di nìveo cigno recisoe l'ugola si
               spezzasulla maxima
               gugliadi
               diamante"del
               grido"! TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
 Bruno
               Coen
               
               
                  Sotto l'avaro
                  cielo  Sotto l'avaro
               cieloDella grande
               metropoliTra infinite
               solitudiniScorre la
               vitaMentre
               all'inizio della notteMani silenti
               si cercanoCuori di vetro
               precipitanoNel baratro
               dell'ipocrisiaSolo la follia
               che è in noiRiuscirà
               a nascondereLenzuola di
               polvere TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Cristiano
               Crotti
               
               
                  Ipocrisia  Non guardarmi
               negli occhicosì
               pensierosa.Dimmi
               piuttosto perché noncredi
               più in me.Lasciati
               trasportare dallarabbia oppure
               da quelsentimento
               puro che fino aieri
               chiamavano amore.Non
               nascondermi la verità,l'ho
               già capita.Senti, il mio
               cuore pulsa perte; ma non
               fingere &endash; ti prego&endash; non
               fingere di fare battere iltuo per me,
               quando il sangueti colora il
               viso solo se vediqualcun
               altro.  
               
               
 
               
               
                  Passioni  Nascosti in
               luoghi bui edappartati,
               sospiri di desiderinon ancora
               sconosciuti etremori di chi
               non sa se osare.Brividi di
               fredde sensazioniche durano
               istanti fulminei.Passioni
               vissute a fondo constrette calde
               e forti.Al passaggio
               di queste nuoveemozioni, ti
               vedo tremare eper un istante
               desidero che latua mano non
               sia sul miocorpo ma
               dentro la mia anima, per
               farti sentirequanto amore
               è possibiletrovare in
               me. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Paola
               di Tota
               
               
                  Ignoto  Odor di carta
               vecchiarichiama quel
               di cera scioltasotto la
               fiamma altadi bianca
               goccia.Se debole
               è celestee cristallo
               diasporadi ignote
               mete,richiede
               prestoconfession di
               prete.Morte di lume
               scende tristeper
               consolaresete
               d'oscurità rinata, lucidaserenità
               da Lui quasi regalata.Rincorreva e
               non sapevache quel
               sentiero non battutoera la strada
               che porta a ignoto.  
               
               
 
               
               
                  Mare di
                  meraviglie  Mare è
               madre e calmodal guscio di
               perla biancosi svolge
               all'orecchioche risucchia
               l'ariain equivoco
               suono.Onde del
               vuotoe silenzio
               attornoe paura ed
               attesadi un tonfo
               casuale.È il
               mareche sogna da
               soloil blu di
               un'acqualontanae
               dispersionedell'abbandono. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Isabella
               Forgione
               
               
                  Senza
                  titolo  Cadere in
               trappolain una strada
               deserta.Cercare sogni
               apertiin un
               uragano.Una candela
               brucialentamentela mia voce
               non si muove.Una rosa
               dietro il vetroil suo suono,
               la sua melodia
 Il mio spirito
               nel silenziosente le tue
               paroleche, con
               violenza soffice,ripetono:"Troppo tardi
               per amare
" TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
William
               Fratti
               
               
                  Vorrei  Vorrei
               sprofondarein una nube di
               caloreassaporare il
               teporemorbido della
               tua pellevolteggiare
               felicenel limbo
               dell'incoscienzaannegare
               dolcementenell'oceano
               bluprofondo del
               tuo sentimentoVorrei
               addormentarmitra braccia
               rapaciriposare su
               materassisconosciuti ma
               familiaririsvegliarmi
               al tuo sussurraree vedere la
               mattinanon arrivare
               maiVorrei
               correresu immensi
               prati verdilasciarmi
               trasportaredal forte
               ventocaldo nelle
               emozioniprepotente
               nelle direzioniinvidioso del
               tuo essereVorrei
               sentireacqua che
               sgorga dalle roccescalare
               paretie raggiungere
               le vettecontemplare il
               modo dall'altobuttarmi
               nell'infinitoe attendere le
               tue maniche afferrano
               le mieper non
               permettermidi sfuggire
               più TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Vladimir
               Koçiraj
               
               
                  Perdonami
                  madre  Mi ricordo
               ancora l'ultima bugiache ti dissi
               madree tu mi
               credevi,e poi, mi
               seguivi fino alle scaleMi parlavi e
               mentremi guardavi
               dietro alle spallecercavi di
               accarezzarmima non potevi
               più, ero troppo lontanoTu non sapevi
               nientenon sapevi che
               stavo andando vianon
               vedeviche i miei
               occhi erano tristiPartivo per
               sempreMi dicevi
               "Saluta tanto i tuoi amici,ti prego non
               far tardi!"Quel mattino,
               amaro fu per noici siamo
               lasciati come buoni amicisenza abbracci
               e senza baci,senza stretta
               di manoTu, cercavi di
               accarezzarmima non potevi
               piùero troppo
               lontanoIn fondo
               all'animaqualcosa mi
               faceva soffrireIl mio cuore
               nel cuore feritoIo, tuo
               figlio,partivo per
               sempreio, tuo
               figlio, ti avevo mentitoE tu parlavi
               ancorama io non
               riuscivo a voltarmiavevo
               paurache mi vedessi
               le lacrimeIo non volevo
               mentirenon volevo
               andare via cosìsenza dirti
               addio e piangere con tePerdonami
               madre! TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Opera
               segnalata dalla giuria Rita
               Lavino
               
               
                  Emozioni  Cerco
               emozionitra i confini
               evanescentidi case di
               cristallo sospese nell'ariatra margini
               fluttuantipiani
               trasparenti incastrati tra particelle di
               luce.Le inseguo nel
               mondosul filo degli
               armonici contrasti di Matissenegli infiniti
               azzurri del mare che amonelle
               sfumature del cielo che lo sovrastanel sentimento
               del mondo che pretenderelazioni
               d'amore e prospettive senza fine.Emozione che
               mi sorprendenell'azzurro
               cangiante dei tuoi occhinella distanza
               che contiene l'attimomagicamente
               sospeso tra i nostri sguardi.Emozione che
               m'invadenella
               suggestione delle tue maniaperte e
               chiuseche si danno
               come simboli precisi della conoscenza.Emozioni che
               mi danzano dentroal ritmo
               crescentedelle voci
               care dei miei figliche colgo tra
               i pilastri dei loro sogninella
               policromia di colori spruzzati d'un
               colpocontro muri
               bianchi. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
  Egidio
               Longhi Sull'erba
               remotifili tesse
               l'autunnonell'anima
               tristegocce di
               pioggia  
               
               
 Le verdi
               distese di chi i sogni abitasono i sorrisi
               del tempo:dove uomini
               trovano tesori dispersi.Dove l'amore
               abita, con occhi tersi. Vivere non
               è diverso dal morire:è
               sempre nascere e divenire.  
               
               
 Le rondini
               fanno nidi che splendono d'amoresotto il
               ciglio dei tetti mentre piove e il
               cielocolora
               l'arcobaleno e tu guardi il sereno che
               ritorna. Semplicemente
               ama chi non sa più guardarel'armonia
               dell'amore e crede d'esser saggioa non sapere
               perché il mondo ride in una
               nuvolae tutto torna
               a lui nella disarmonia del dado
               gettatoe della
               sorte. Non temere la
               morte il caso non esiste ma tuttocorre verso il
               punto cieco del mondo dove fiorisce viola e
               ritorna primavera. Ascolta la
               canzone che la vita ti proponela sua musica
               è ribelle alla quieta
               asserzioneche tutto
               è stabilito, perché
               alloraio respiro
               ancora te, o emozione? Lo so, lo
               sento: non mi pentodi non credere
               in me al puntodi non
               più credere in Te. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
 Chiara
               Longo
               
               
                  Paura della
                  morte  Quella
               macchia
               di
               oscuro che
               avvolge i
               miei
               pensieriprima del
               riposooscilla
               dolcementecome un'onda
               cullata da corrente. Non voglio
               dormire. Strappo al
               silenzioritmi senza
               tempoe
               dalla
               monotonia ossessiva giungo infineal punto
               oltre
               l'azzurrodove l'estremo
               calore della lunafa
               ribollire il
               ghiaccioscolpito dal
               doloreper
               un momento
               ripetuto di ostinata e
               folle sinfoniavicina
               nell'oggialla paura
               della
               morte. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Mattia
               Mariani
               
               
                  Domani  Guardo un
               cielo grigio d'invernosenza
               profondità, senza fine,come le nebbie
               del dubbioche calano
               morbide e delicatesopra il mio
               domanilasciandomi
               inermedi fronte ad
               un ignoto fato.Ma non
               è forse l'ignotoa smuovere le
               curiosità umanespingendolo
               verso confinisempre
               più lontani?Io cerco la
               mia via,i miei
               confini,cerco uno
               scopoma per
               ora
guardo
               un cielo grigio d'inverno.Domattina ci
               sarà pioggiao solo rugiada
               sull'erba. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Roberta
               Nagliati
               
               
                  Alle soglie del
                  duemila  Tic, toc,
               choc.Passano i
               giorni, le ore, i minuti,l'orologio
               divora avido ogni secondoe porta
               innanzi il cammino del mondo. Tip, tap,
               frr.S'avvicina
               strisciando anche l'annoDuemilache mano a
               mano ci regalala tecnologia
               più avanzatal'informatica
               più progreditaun'ardita
               genetica. Ma è
               davvero un progressotutto questo?
               Noi, per adesso,chiniam la
               testa davanti al mirabile ingegno
               dell'uomo;degnodi grande
               stima per il suo lavoro indefesso. Però,
               brr!, nulla vale più del brivido intenso che ci
               pervadeal semplice
               sguardo della nostra Natura,segno,
               tangibile e indelebile,di qualcosa
               che da millenni dura.Un albero, un
               fiore, una spiga,alle soglie
               del Duemila e ciò che ancora ci
               ispira. La tecnologia
               del valore dell'uomo è la
               dimostrazione:speriamo solo
               non ci porti all'autodistruzione. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Teresa
               Pascali
               
               
                  Autunno
                  veneto  Era l'autunno
               veneto che vedevoper la prima
               volta e non il natio.Gli alberi
               maestosi cambiavano l'abito,grandi foglie
               si accartocciavanoe cadevano in
               terra.Alberi di
               cachi ornati da orecchini arancioni,bellissimi,
               crescevano in altezza.  
               
               
 
               
               
                  Il
                  bosco  L'animo mio
               vagava tra boschi di fitti e maestosi
               alberi.Il profumo dei
               muschi e della terra umidastordiva la
               memoria di lontane ferite.Lo spirito e
               la natura: un unico soffio vitale.L'immagine
               colorata riportava la memoriaa storie di
               ninfe e mansueti animalie mitici
               eroi.Sognare
               l'incontro di antichi canti di pastorie rimanere in
               estasi dinanzi a primule appena
               sbocciateche macchiano
               i prati.  
               
               
 Padre Ora che mi
               ascolti e puoi solo toccarmi per
               vedermi,vorrei donarti
               la luce degli occhi miei.Solo un giorno
               offrirti un raggio di soleche illumini
               la tua nera solitudine! TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Giovanna
               Passigato Gibertini
               
               
                  Il
                  fuoco  Alto sul fuoco
               a guardareil tuo viso
               riverberaaccerchiato
               nel sognoultimo e
               spento delle faville.Attraverso
               l'azzurro velamecome cera
               svanente le parolevanno, e la
               fiamma si piega.Tra me e te il
               fuoco respirae risucchia il
               tempoin silenti
               singhiozzi. Tu ed io oltre
               la fiamma,e i nostri
               cuori in pacee l'ombra che
               bagna le membraal di
               là del cerchio fugace.La
               nudità non ha prezzo,le vesti
               spente dei ricordigiacciono,
               mucchio informe,al di
               là della sogliasu cui vigila
               il fuoco. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Carlo
               Pedretti
               
               
                  Gli
                  assenti  Un giorno
               ancora s'allontanaper silenzioso
               cammino.Bisogna fare
               adagio,bisogna
               soffocare l'ansia,La tristezza,
               il dolore, le cose care
               che scompaiono.Non dobbiamo
               turbarel'allegria
               degli Assenti.Occorre fare
               silenzio,tacere il
               nostro dolore,Asciugare le
               lacrime efingere di non
               aver pianto.Gli Assenti
               sono duri,il loro cuore
               è di pietra.  
               
               
 
               
               
                  Vita  Riaverti
               innanziCome un
               tempoPer
               illudermiAncoraE
               sorridertiForte di
               speranzeFu solo un
               sogno, Vita, Come ogni cosa
               umanaSei
               mancataAlla mia
               attesa. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
 Liliana
               Picchianti
               
               
                  Nostalgia  Vedo la
               città dalla terrazzala strada
               sempre in movimentouna grande
               chiesa sulla piazzaalti antichi
               palazzi un monumento.Cimeli di un
               lontan remotoe turisti in
               continuo moto. I giovani non
               amano la terrai campi con
               indifferenza hanno lasciatoal ricordo il
               mio cuor si serrala nostalgia
               mi toglie il fiato.Questa casa
               del centro è ristrettala mattina mi
               lasciano in fretta. Due nipoti a
               scuola a tempo pienomio figlio
               lavora in periferiamia nuora la
               vede sempre menofa servizio in
               lavanderia.Il giorno sono
               solo a desinarela sera mi
               riguardo anche a parlare. Chiudo gli
               occhi e vedo campi di granopapaveri rossi
               fiammeggiantila nostalgia
               mi prende per manoe mi riporta
               là fra risa e canti.All'aria al
               sole alla mia gioventùun mondo
               perduto che non torna più. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Mario
               Raso
               
               
                  Il muro del
                  pianto  Dov'è
               un muro?Voglio
               nascondermipiangere il
               mio dolore,la mia sola
               solitudine. L'era
               romanticadivorata
               dall'apaticocinismo,
               è al culmine.Non voglio
               crederech'io stia per
               esseresbranato dalla
               famedell'insensibile.Credevo, di
               vivere in un mondoche
               distingueva il singolare.Invece sbava
               l'indifferenza.Voglio
               sentirmi dire, che mi sbaglio.Aspetto, il
               tempo passa. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Antonio
               Rossi
               
               
                  La morte del cigno
                  rosso  La morte del
               cigno rosso aveva insaponato la città dei rospi
               d'oro,la grande bara
               bianca di cera screpolata avanzava nella nebbia di
               novembre,due leoni
               arcobaleno dal pelo profumato inneggiavano al Re delle
               Colombe,una barca
               biondo viola veleggiava fra i cipressi d'argento di
               Venezia. Nessuno ci
               credeva, ma era morto in croce, nel fango dei
               gitani,vicino a dei
               ladroni che avevano cercato di
               salvarlo,nel grande
               ballo dolce di un triste gallo merlo,nel tuorlo di
               un cavallo dall'alluce un po' valgo. Nessuno ci
               credeva, ma era morto amando, nel grembo dei
               gerundio,vicino a una
               casetta di mattoni spettinati,nell'occhio di
               una lucciola ingorda di carote,in quella
               strana notte di cardi rinsecchiti. Perdono, fiore
               mio! io mi concedo al vento,diceva a quei
               ladroni rimasti senza fiato,io entro in
               una gabbia di uccelli paradiso,io
               porterò il sorriso agli esseri
               dannati. Perdono, fiore
               mio! io mi concedo ai gatti,diceva agli
               aquiloni che si erano distratti,io sono un
               marinaio di mille navi nere,io sono il
               Grande Mago di nuove primavere. La morte del
               cigno rosso era stata narrata per essere più
               tardi liquefatta,la grande bava
               gialla di una cicala lupo vagava nella giostra
               incatenata,due archi di
               cartone scoccavano la freccia di un gelido
               destino;nessuno lo ha
               tradito, neanche l'impiccato che tutti abbiamo
               odiato. Nessuno ci
               credeva, ma era morto urlando, nel vino fatto
               sangue. Perdono, fiore
               mio! io mi concedo al vento. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Antonio
               Scafuri
               
               
                  Cerchi di
                  fumo  Parole che
               portano indietronel tempo o
               nel futurosi perdono tra
               cerchi di fumo. Riecheggiano
               storiedi passioni,
               di lacrime,di vita
               vissuta,ancora
               perun attimo
               primo di diluirsinell'infinito
               incolmabiledi un cerchio
               sformato. Un altro
               momento ètrascorso
               legato e portato viada quei cerchi
               di fumo,forse viventi,
               forse compagni. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Luciana
               Scaglia Grenna
               
               
                  
Vita
  Sei effimera
               come un raggio di luna,nascondi in te
               tanto dolore e sofferenza,ti
               chiedoperché
               l'umanità deve sopportare tanta
               infelicità?Mi vien da
               domandarti:"È
               meglio non esistere?"Di primo
               acchito rispondo di sì,poi ci
               ripensoperché
               amore e dignità hanno il
               sopravvento.Alterni buio
               profondo a luce ardentedove trovi
               forza e tanto amore,sei perfida e
               crudele perché ti crogioli nella
               scontentezza
hai la durata
               di un battito d'ali di farfalla. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Ivan
               Seghizzi
               
               
                  Un paio
                  d'ali  Vivo, e mi
               lascio trasportare dalle mie emozionitra le pieghe
               sottili dell'animo,in un viaggio
               (infinito) in cui non vedo la fine.Inseguo
               farfalle dalle ali bianche,cammino tra
               precipizi e burroni scoscesi.Navigatore
               solitario tra le onde tumultuosedei
               sentimenti,a volte perdo
               la rotta.Guardo il
               cielo e, invidioso dei gabbianie degli
               aquiloni che volano altisopra di
               mesorretti da
               forte e carezzevoli brezze,tento inutili
               voli.
 Oh
               
 come vorrei, adesso, che mi
               spuntasseroUN PAIO
               D'ALI. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Anna
               Torre
               
               
                  Senza
                  titolo  Ho un cuore
               che raramente batte nel pettonon conosce la
               propria materiasconfina come
               l'acquasu altro
               mare nella mia casa
               piangono terrificati bambiniche hanno
               pelle asciuttaper le
               strade temo delle
               ferite, la cicatrizzazionedell'infezione,
               la medicinadella
               guarigione, l'oblio della sofferenzadel sorriso,
               la lingua muta temo, per
               l'uomo fuori dall'uomoignaro,
               solitario parassitadel proprio
               dolore. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Vincenzo
               Vassallo
               
               
                  L'adolescenza  Da poco se
               n'andata l'aurorae il sole,
               lentamente,con i suoi
               raggila terra
               riscalda e i monti?Il mare, i
               prati verdie la tua
               piccola fronte baciasi
               soavementee, dall'alto
               del ciel maestoso,illumina gli
               spazi e gli orizzontie, tu con lo
               sguardovagando,nell'infinito
               ti disperdi.Il risvegliar
               dei sensial profumo dei
               fioris'accompagnae, la vita che
               sboccia,tu
               senti.Nel piccolo
               tuo cuor, allor,nel fior dei
               suoi anni,si accendono i
               sogni, le paure, gli affannie il
               fiorirdi dolci
               sentimenti. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
Antonio
               Visconte
               
               
                  Canto
                  I  In quella
               storica napoletana piazza,cielo e stelle
               ammiravano i ragazzi,senza genitori
               onestamente occupati,non facevano
               purtroppo vita normale,di Ferdinando
               e Carlo troneggiavano,imperituro
               maestoso denotando onore,le
               gloriosissime, borboniche statue,tuttavia
               turbati apparivano i sensi. "Cosa fare?"
               Pietro accenna a Paolo,così
               indicheremo gli eroi del poema,intorno la
               città splendida appariva,ripeteva il
               mare i consueti lamenti,solenne in
               chiesa suonava un organo,spargendo il
               suono negli ampi archi,felice intanto
               passeggiava la gente,internazionali
               ricordando congressi. La festa a
               riguardo imprevista passòe i Grandi del
               mondo tornano a casa,le sorti
               terrestri non sono risolte,però
               questi incontri danno speranza,ricuperato il
               regno Ferdinando Primodecise allora
               di sciogliere il voto,il memorabile
               maestro Pietro Bianchiriportò
               a Napoli il Pantheon romano. In questo
               neoclassico robusto tempiofuribondi
               penetrarono per curiosare,ed ecco che
               all'improvviso un grossovelo davanti
               ad essi si attorcigliò,venne fuori un
               giovinetto altissimo,biondo il viso
               e con sereno sguardo,acuto
               lumeggiando vivido di candore,madido lo
               salutarono Pietro e Paolo. TORNA
               ALL'INIZIO
               
               
 
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